CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 giugno 2016
655.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

TESTO AGGIORNATO AL 22 GIUGNO 2016

ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-01015 Quartapelle Procopio: Sull'impegno dell'Italia per il Fondo Globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    il «Fondo Globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria» (The Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis and Malaria – GFATM) è stato ufficialmente costituito a Ginevra nel gennaio 2002, sulla base della dichiarazione del Vertice africano di Abuja dell'aprile 2001, della Sessione Speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di giugno 2001 e delle conclusioni e degli impegni assunti al Vertice G8 di Genova del luglio 2001;
    il Fondo Globale è un meccanismo internazionale di finanziamento destinato a raccogliere, amministrare ed erogare fondi per la lotta alle tre pandemie AIDS, tubercolosi e malaria;
    in ragione di un approccio innovativo rispetto alle modalità di funzionamento proprie di altre organizzazioni internazionali, all'interno del Fondo Globale operano, oltre agli Stati, anche la società civile, il settore privato e le comunità di persone colpite dalle tre pandemie, tutti rappresentati nell'ambito del Consiglio di amministrazione con diritto di voto;
    nato come organizzazione di emergenza strutturata per intervenire «verticalmente» e in forma esclusiva sulle tre pandemie, il Fondo Globale è ormai diventato un'istituzione leader nel finanziamento di interventi a favore della salute globale, con un'attenzione particolare per gli interventi a elevato impatto a favore delle popolazioni vulnerabili, tenendo conto di un approccio che garantisca l'eguaglianza di genere nella risposta alle tre pandemie e con ricadute positive sui fragili sistemi sanitari dei Paesi più poveri, con particolare riguardo alla salute riproduttiva, dei minori e delle donne;
    il Fondo Globale fino ad oggi ha erogato, secondo cicli annuali, finanziamenti per un totale pari a 29,4 miliardi di dollari in favore di progetti proposti da organismi locali di coordinamento dei Paesi implementatori (Country Coordinating Mechanisms, CCM) ed in linea con i loro piani sanitari nazionali, vagliati da un suo apposito organismo tecnico indipendente (Technical Review Panel, TRP) e, infine, approvati da un comitato composto da esperti del Fondo Globale e da partner bilaterali;
    nell'erogare risorse ai Paesi a medio e basso reddito, l'approccio di investimento innovativo del Fondo Globale si poggia su finanziamenti collegati alla titolarità del Paese e ai risultati e all'efficacia dei programmi già finanziati; tale metodo d'investimento ha per effetto di consentire ai responsabili nei Paesi beneficiari di sviluppare i programmi in base alle loro priorità nazionali;
    dalla sua istituzione, il Fondo Globale sostiene più di 470 programmi in oltre 100 Paesi assicurando una terapia anti-retrovirale contro l'AIDS a circa 8,6 milioni di individui, fornendo diagnosi e cure contro la tubercolosi a 15 milioni di persone e distribuendo 600 milioni di Pag. 81zanzariere trattate con insetticida per la prevenzione della malaria;
    secondo i dati pubblicati dall'OCSE, nel 2014 il Fondo Globale si è confermato il principale finanziatore multilaterale nel settore della salute globale, assicurando il 57 per cento dei finanziamenti internazionali per la tubercolosi, il 44 per cento per la malaria e il 22 per cento per la lotta all'AIDS; il Fondo Globale finanzia anche il rafforzamento strutturali dei sistemi sanitari, con particolare riguardo a quelli più inadeguati, per garantire migliori condizioni generali di salute, come premessa essenziale per le azioni di contrasto delle tre pandemie;
    con i propri partner, il Fondo Globale ha fino ad oggi contribuito a salvare più di 17 milioni di vite umane; l'incremento degli investimenti da parte dei donatori e dei Paesi colpiti dalle tre pandemie, così come le recenti scoperte scientifiche, la riduzione dei costi e un migliore know-how hanno consentito di raggiungere alcuni importanti successi; la diffusione dell'HIV ha iniziato a rallentare e l'incidenza della tubercolosi e della malaria è diminuita;
    nel 2014, rispetto al 2000, ci sono stati oltre 1,1 milioni di casi in meno di nuove infezioni HIV in tutto il mondo, che rappresentano una diminuzione di oltre il 35 per cento; rileva altresì che nei Paesi nei quali il Fondo Globale è attivo, il numero di morti causate dall'AIDS è scemato di oltre il 40 per cento, passando dai 2 milioni del 2004 agli 1,1 milioni del 2014; in particolare, le nuove infezioni fra i bambini sono diminuite dal 2000 al 2014 del 58 per cento e le morti causate dall'AIDS sono diminuite del 42 per cento da quando è stato raggiunto il picco negativo del 2004;
    si sono registrati, inoltre, importanti progressi nella prevenzione, nella diagnosi e nel trattamento della tubercolosi: la mortalità è scesa del 47 per cento dal 1990 e la vita di 43 milioni di persone è stata salvata tra il 2000 e il 2014;
    anche grazie agli interventi del Fondo Globale, il numero di morti causate dalla malaria a livello mondiale è sceso da circa 839 mila nel 2000 a 438 mila nel 2015, con un calo del 48 per cento;
    le tre pandemie, tuttavia, continuano a imporre un tributo devastante in termini di vite umane ed economici: nel 2014 si sono registrati nel mondo ancora 1,2 milioni di decessi correlati all'AIDS; 1,5 milioni sono invece persone decedute a causa della tubercolosi; si stima che la malaria costituisca oltre il 40 per cento della spesa pubblica sanitaria di molti Paesi nei quali la malattia è endemica, con costi che equivalgono all'1,3 per cento dei relativi prodotto interno lordo;
    la grave crisi economica internazionale che dal 2007 ha colpito gran parte dei Paesi nel mondo rischia di produrre pesanti conseguenze, con una distribuzione delle risorse più iniqua, con un aumento della povertà e del disagio sociale e con effetti negativi sul piano sanitario, a partire da una potenziale recrudescenza nella diffusione di pandemie, che rischia di compromettere i progressi realizzati fino a oggi;
    gli Stati donatori, consapevoli dei rischi e dei costi derivanti da una riduzione dei contributi ai programmi internazionali di cooperazione come il Fondo Globale, si sono trovati in questi anni sotto una pressione crescente dovendo dimostrare il valore economico dei loro investimenti, salvaguardando gli impegni di spesa e, al contempo, dovendo operare drastiche politiche di austerità nella gestione dei bilanci pubblici; rileva, in proposito, che da quando sono stati lanciati gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio nell'anno 2000 gli aiuti internazionali per la salute sono costantemente cresciuti fino all'anno 2011, quando è invece cominciato un periodo di stagnazione o di riduzione delle risorse e degli investimenti;
    per rispondere a questo stato particolarmente critico, il Fondo Globale ha intrapreso un processo di riorganizzazione interno conclusosi nel 2012 per assicurare Pag. 82massima efficienza e trasparenza nella gestione degli investimenti, garantendone un approccio strategico che valorizzi al massimo i risultati;
    sono stati pertanto elaborati una nuova strategia ed un nuovo modello di finanziamento, con il risultato che attualmente gli interventi del Fondo Globale si focalizzano prevalentemente sui Paesi più poveri e con il maggiore carico di malattia (burden of disease); a ciascun Paese beneficiario è assegnato un importo di finanziamento disponibile per ogni componente di malattia (AIDS, tubercolosi, malaria) per un periodo di tre anni. L'importo è stabilito combinando diversi fattori: principalmente il livello di reddito del Paese, che riflette la capacità dello stesso di sostenere i costi per la salute, e il carico di malattia (disease burden), ulteriormente ponderati tenendo in considerazione altri elementi fra i quali la qualità della gestione delle sovvenzioni ottenute precedentemente e il loro impatto, l'incremento eventuale dei tassi di infezione, la capacità di assorbimento dei fondi da parte del Paese, nonché gli eventuali rischi correlati;
    l'Italia ha avuto un ruolo di primo piano nel Fondo Globale sin dalla sua fondazione, quando in occasione del G8 di Genova del 2001 si impegnò a contribuirvi con 200 milioni di dollari divenendo così il secondo donatore dopo gli Stati Uniti ed acquisendo di diritto uno dei seggi unici riservati ai maggiori donatori nel Consiglio di amministrazione;
    fino al 2008 l'Italia è stata dunque il terzo donatore in assoluto del Fondo Globale, con un'erogazione totale di 790 milioni di euro, pari all'8 per cento del totale delle risorse di tutti i donatori;
    nel periodo 2006-2008 l'Italia versava mediamente al Fondo Globale 130 milioni di euro l'anno;
    tra il 2009 e il 2013 il Governo in carica non ha mantenuto gli impegni verso il Fondo e ha mancato l'erogazione dei contributi già promessi per gli anni 2009 e 2010;
    non avendo annunciato alcun contributo, inoltre, in occasione della terza conferenza di rifinanziamento del Fondo, l'Italia ha perso il seggio unico al Consiglio di amministrazione del Fondo globale;
    nel 2013, tuttavia, in corrispondenza con la quarta conferenza di rifinanziamento del Fondo, l'Italia ha opportunamente annunciato il proprio rientro fra i donatori del Fondo impegnandosi con un contributo per il periodo 2014-2016 pari a 100 milioni di euro;
    nel novembre 2014 il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e il Fondo globale hanno firmato un protocollo d'intesa (Memorandum of Understanding) nel quale viene specificamente menzionato l'interesse dell'Italia a partecipare ai «Meccanismi di Coordinamento Paese» (Country Coordinating Mechanisms – CCM) in alcuni Paesi prioritari per la cooperazione italiana, quali Sudan, Etiopia, Afghanistan e Burkina Faso, nonché l'intenzione di esplorare l'opportunità di fornire assistenza tecnica in Eritrea e in Somalia;
    l'Italia, con 850 milioni di euro di contributi versati al Fondo Globale dal 2002, rappresenta oggi il settimo Paese donatore;
    il contributo versato dall'Italia al Fondo Globale nel 2014 ha fatto accrescere l'APS sanitario italiano sia in volume che in percentuale sul prodotto interno lordo, raggiungendo 249 milioni di euro equivalenti allo 0,015 per cento del PIL, segnando un passo di avvicinamento all'obiettivo indicato dalla raccomandazione dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di finanziare la salute globale con lo 0,1 per cento del prodotto interno lordo;
    un adeguato finanziamento del Fondo Globale concorrerebbe così al progressivo riavvicinamento dell'Italia agli obiettivi sanitari internazionali, recentemente riformulati anche con l'impegno sottoscritto da 178 Paesi del mondo per i nuovi Sustainable Development Goals 2015-2030;Pag. 83
    il lavoro del Fondo Globale è stato sostenuto negli anni con convinzione dalla comunità scientifica italiana, a partire dall'Istituto superiore di sanità e dall'Istituto nazionale per le malattie infettive «Lazzaro Spallanzani», così come da molte organizzazioni della società civile italiana;
    nell'autunno 2016 si terrà la riunione conclusiva del quinto processo di rifinanziamento del fondo globale (The Global Fund Fifth Replenishment), nel corso della quale i donatori saranno chiamati ad esprimere il proprio impegno finanziario per il periodo 2017-2019; tale impegno dovrà concorrere al raggiungimento dell'obiettivo di 13 miliardi di dollari per il triennio citato;
    nel quadro del G7 ospitato dal Giappone e in vista della quinta Conferenza di rifinanziamento, il Governo nipponico ha annunciate il pledge di 800 milioni di dollari al Fondo globale, importo analogo a quello annunciato nel 2013;
    il Commissario europeo per la cooperazione e lo sviluppo internazionale, Neven Mimica, ha annunciato un aumento del contributo della Commissione europea al Fondo Globale di oltre il 27 per cento, con il raggiungimento di 470 milioni di euro per il triennio 2017-2019,

impegna il Governo:

    a formalizzare in occasione della sessione finale della quinta Conferenza di rifinanziamento del Fondo globale un significativo rafforzamento dell'impegno dell'Italia per il triennio 2017-2019, a conferma del rinnovato impegno italiano nell'ambito della cooperazione internazionale allo sviluppo;
    a promuovere, accanto al rafforzato impegno finanziario, un ruolo politico più attivo dell'Italia in seno alla struttura di governo del Fondo Globale in sinergia con le priorità nazionali di politica estera e di cooperazione internazionale, assicurando di monitorare e incidere sulle decisioni che riguardano la trasparenza e la rendicontazione nella gestione dei programmi di finanziamento, il sostegno ai sistemi sanitari nazionali dei Paesi beneficiari, nonché il pieno coinvolgimento dei Paesi fruitori e della società civile nelle fasi decisionali.
(8-00186) «Quartapelle Procopio, Palazzotto, Locatelli, Braga, Cimbro».

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ALLEGATO 2

Indagine conoscitiva sull'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

PROGRAMMA

  Il 25 settembre 2015, in occasione dell'apposito Summit a margine della 70ma Sessione Speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è stata adottata all'unanimità la cosiddetta Agenda 2030, intitolata «Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile», che ha segnato l'intesa della comunità internazionale su 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), sottoarticolati in 169 target attuativi e che è entrata in vigore il 1o gennaio 2016, con il conseguente superamento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio adottati nel 2000. L'Agenda è essenzialmente un piano d'azione globale della durata di quindici anni finalizzato a porre fine alla povertà, a ridurre le disuguaglianze e a proteggere l'ambiente, mediante il perseguimento degli Obiettivi.
  I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e i 169 target attuativi per il loro conseguimento, pur presentando evidenti analogie con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, ne operano un allargamento estendendo l'Agenda 2030 dal solo pilastro sociale ad altri due pilastri economico ed ambientale.
  Un altro sforzo dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile risiede nell'intenzione di una integrazione totale, nel perseguire gli Obiettivi, delle tre dimensioni sociale, economica e ambientale, superando precedenti logiche settoriali. Il risultato è quello di una potenziale maggior difficoltà nell'azione delle Agenzie tradizionalmente incaricate a livello internazionale delle politiche di sviluppo, chiamate ad un approccio più trasversale ed interdisciplinare.
  Non a caso nell'Agenda 2030 diversi target sono correlati a due o anche a tre Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. A riprova di ciò si osserva come la lievitazione del tema dei mezzi per l'attuazione (Means of Implementation) in seno all'Agenda 2030 si articoli in 19 ulteriori target.
  Tutto ciò premesso l'indagine conoscitiva ha per obiettivo l'approfondimento dell'attività posta in essere dalla Comunità internazionale e dal Governo italiano per il raggiungimento dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, anche in quanto orizzonte di riferimento per il settore della cooperazione italiana allo sviluppo.
  Nel quadro dei diversi soggetti che operano nella Comunità internazionale, l'indagine conoscitiva svolgerà in particolare un'azione di monitoraggio sulle iniziative assunte dai Paesi del G7, di cui l'Italia nel corso del 2017 assumerà la presidenza.
  L'indagine non trascurerà di valutare iniziative, aspetti finanziari ed eventuali rapporti con istituzioni internazionali utili a qualificare la posizione dell'Italia sulle diverse questioni e ad individuare le modalità più opportune per dare maggiore visibilità, soprattutto nelle sedi europee, all'impegno italiano per la realizzazione dell'Agenda 2030.
  L'attività di indagine si articolerà principalmente in audizioni di soggetti rilevanti ai fini dei temi trattati e, ove necessario, in sopralluoghi al di fuori della sede parlamentare, di cui sarà di volta in volta richiesta l'autorizzazione alla Presidenza della Camera.
  L'organizzazione dei lavori sarà affidata al Comitato permanente sull'attuazione dell'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, istituito nell'ambito della III Commissione ai sensi dell'articolo 22, comma 4, del Regolamento, fermo Pag. 85restando il compito della Commissione plenaria di esaminare le risultanze dell'indagine conoscitiva e di approvare il documento conclusivo.
  Termine dell'indagine:
   31 dicembre 2016.

  Soggetti da audire:
   rappresentanti dei Dicasteri competenti;
   rappresentanti di Organizzazioni internazionali e regionali;
   rappresentanti delle Istituzioni Finanziarie Internazionali;
   rappresentanti della società civile;
   rappresentanti del settore privato;
   rappresentanti organi di informazione;
   accademici ed esperti.

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ALLEGATO 3

Indagine conoscitiva sulla Strategia italiana per l'Artico.

PROGRAMMA

  I mutamenti degli scenari internazionali investono in modo sempre più rilevante gli equilibri geopolitici regionali in cui è coinvolta l'Italia, secondo dinamiche che prendono avvio in aree del pianeta per noi remote. È il caso della Regione Artica che ha assunto una rilevanza particolare in seguito ai mutamenti climatici che, provocando l'anticipato scioglimento dei ghiacci, rendono più facilmente accessibili sia le enormi risorse naturali del sottosuolo, sia le importanti rotte commerciali che consentono collegamenti tra Europa e Asia assai più rapidi ed economici rispetto ai tradizionali itinerari a sud.
  L'interesse dell'Italia rispetto ai problemi dell'Artico potrebbe apparire poco giustificato sul piano della prossimità geografica. In realtà sono molti gli elementi che suggeriscono una particolare attenzione a queste tematiche da parte del nostro Paese che è anche membro osservatore del Consiglio Artico, al quale partecipano Russia, Stati Uniti, Canada, Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda e Danimarca. Non a caso il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha pubblicato, nel dicembre 2015, il documento «Verso Una Strategia Italiana Per l'Artico – Linee-Guida Nazionali» e la questione è emersa anche in occasione del dibattito, svoltosi alla Camera dei deputati, sulle Comunicazioni del Governo in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016.
  Sul piano geopolitico, la Russia possiede e controlla una parte rilevante delle coste che si affacciano sull'Artico. Grazie al suo sviluppo costiero e agli investimenti effettuati, la sua presenza nell'Oceano Artico è di gran lunga superiore a quella degli Stati Uniti e del Canada, sia in termini di controllo delle rotte, sia per quanto riguarda il potenziale sfruttamento delle risorse naturali. Nonostante questa evidente disparità, l'Artico rimane per ora un'area di tensione politica relativamente bassa. Tuttavia va considerato che gli interessi geostrategici in gioco sono enormi e lo dimostra, tra le altre cose, l'attenzione della Cina, che ha aperto la propria più grande ambasciata europea proprio a Rey  avík. Questi interessi potrebbero facilmente portare ad un deterioramento degli attuali equilibri in un prossimo futuro, ad esempio in relazione al difficile rapporto tra Groenlandia e Danimarca.
  Come conseguenza di tale contesto geopolitico, è in crescita la militarizzazione dell'Artico, soprattutto ad opera della Federazione Russa. Ciò costituisce un elemento di seria preoccupazione non solo per l'Europa ma per molti Paesi della Regione per il possibile mutamento sensibile degli scenari della sicurezza globale.
  Tutto ciò premesso, la finalità dell'indagine conoscitiva consiste in un approfondimento sugli interessi geopolitici dell'Italia nei confronti della Regione Artica, attesa la cruciale rilevanza strategica che essa ormai riveste. Occorre, infatti, accrescere il grado di conoscenza e di sensibilità sulle problematiche che interessano il Grande Nord nell'interesse della pace e della sicurezza internazionali, nonché degli obiettivi di internazionalizzazione del Sistema Paese secondo le linee direttrici della politica estera dell'Italia, anche grazie alla sua presenza come osservatore permanente nel Consiglio Artico.
  L'attività di indagine potrà articolarsi principalmente in audizioni di soggetti Pag. 87rilevanti ai fini dei temi trattati e, ove necessario, nello svolgimento di missioni di cui sarà di volta in volta richiesta l'autorizzazione alla Presidenza della Camera.
  Termine dell'indagine:
   31 dicembre 2016.

  Soggetti da audire:
   rappresentanti di Organizzazioni internazionali e regionali;
   rappresentanti diplomatici italiani ed esteri;
   rappresentanti del settore privato;
   rappresentanti di istituti ed enti di ricerca;
   esponenti di organizzazioni non governative;
   analisti ed esperti.

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ALLEGATO 4

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Tagikistan sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Dushanbe il 22 maggio 2007 (C. 2800 Governo).

EMENDAMENTO APPROVATO

ART. 3.

  All'articolo 3, sostituire il comma 1 con il seguente:
  1. Agli oneri derivanti dalle spese di missione di cui agli articoli 3, 7, 11 e 14 dell'Accordo di cui all'articolo 1 della presente legge, valutati in 29.120 euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017 e in 33.980 euro annui a decorrere dall'anno 2018, e dalle rimanenti spese di cui agli articoli 5, 6, 7, 9 e 11 del medesimo Accordo, pari a 143.100 euro annui a decorrere dall'anno 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2016-2018, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2016, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
3. 1. Il Relatore.