CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 giugno 2016
653.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-05303 Gnecchi: Periodi di contribuzione versati o accreditati nelle diverse gestioni previdenziali dai lavoratori ai quali si applica il sistema di calcolo contributivo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole Gnecchi ed altri con il quale si chiede di conoscere i dati relativi ai periodi di contribuzione versati o accreditati nelle diverse gestioni previdenziali dai lavoratori ai quali si applica il sistema di calcolo contributivo.
  Voglio evidenziare che rispetto a quanto affermato nell'atto parlamentare circa il tasso di disoccupazione giovanile, dai dati Istat relativi di aprile 2016, si evince un miglioramento della situazione dell'occupazione ed anche una maggiore fiducia per le prospettive del mercato del lavoro. Si registra, infatti, un aumento degli occupati con il forte rafforzamento degli occupati stabili (su base annua 279 mila in più). Il tasso di disoccupazione giovanile, ancora troppo elevato (36,9 per cento), è comunque diminuito di 4,5 punti percentuali rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con 74mila giovani occupati in più
  Ciò premesso, con specifico riferimento al quesito formulato nel presente atto parlamentare, fornisco – nelle tre tabelle che metto a disposizione della Commissione – i dati elaborati dall'Inps.
  Nelle tabelle sono riportate le medie calcolate – al 31 dicembre 2014 – per sesso e fasce d'età relative all'anzianità contributiva per il Fondo pensioni lavoratori dipendenti, per la gestione separata e per le due gestioni congiuntamente. La contribuzione si riferisce a tutte le gestioni, ad esclusione della gestione pubblica, inclusi i fondi speciali e lavoratori autonomi.
  Nell'evidenziare che nelle tabelle viene esposto il dato relativo al monte delle retribuzioni, segnalo che, invece, non è possibile – secondo quanto rappresentato dall'Inps – calcolare la media del montante contributivo poiché sarebbe necessario elaborare circa 16 milioni di conti individuali.
  Preciso, inoltre, che il dato riferito al valore del monte delle retribuzioni consente comunque di ricavare una stima del numero dei contributi versati, che si attesta a circa un terzo del monte retributivo per i lavoratori dipendenti e a circa un quinto del monte retributivo per gli iscritti alla gestione separata.

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ALLEGATO 2

5-08687 Rizzetto: Numero dei lavoratori della società Poste Italiane Spa, nati dopo il 31 dicembre 1956, che hanno stipulato un accordo individuale di esodo entro il 31 dicembre 2011 e che accedono al pensionamento dopo il 2018.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole Rizzetto con il quale si chiede di conoscere il numero di lavoratori di Poste Italiane cessati dal lavoro a seguito della stipula – entro il 31 dicembre 2011 – di accordi individuali di esodo e che matureranno – a decorrere dal 2018 – i requisiti pensionistici previgenti il cosiddetto decreto «salva Italia».
  Occorre evidenziare che il tema della salvaguardia riveste assoluta centralità nell'agenda del Governo che è intervenuto più volte in favore di quei lavoratori che – a seguito degli interventi introdotti con il decreto-legge n. 201 del 2011 (cosiddetto decreto «salva Italia») – si sono trovati privi di reddito e di pensione. Da ultimo, la legge di stabilità per il 2016 ha previsto la cosiddetta settima salvaguardia riconoscendo il beneficio ai lavoratori cessati a seguito di accordo individuale di incentivo all'esodo con cessazione del rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2012, a condizione che la decorrenza del trattamento pensionistico sulla base della normativa previgente alla riforma Monti-Fornero) si collochi entro il 6 gennaio 2017.
  Con specifico riferimento al quesito posto dall'interrogante, l'INPS ha precisato che in caso di cessazione individuale del rapporto di lavoro, né il lavoratore né il datore di lavoro sono tenuti ad alcuna specifica comunicazione all'istituto: non è, pertanto, possibile distinguere le cessazioni unilaterali da quelle avvenute a seguito di accordo tra le parti.
  L'INPS non è quindi in grado di fornire il numero esatto dei lavoratori rientranti nella categoria che qui interessa. L'Istituto, tuttavia, ha fornito una dato approssimativo, individuando una platea pari a 82 lavoratori.
  Tale dato è stato ottenuto prendendo in considerazione i lavoratori di Poste Italiane cui l'INPS ha respinto, per assenza del requisito anagrafico o contributivo, la domanda di salvaguardia per cessazione del rapporto di lavoro derivante da accordo individuale sottoscritto entro il 31 dicembre 2011. Dal numero così ottenuto sono stati esclusi i lavoratori deceduti, i titolari di pensione, nonché i lavoratori cessati dopo il 31 dicembre 2012.
  L'INPS ha, infine, precisato che la platea si riferisce esclusivamente ai lavoratori che hanno presentato domanda di salvaguardia e non tiene, perciò, conto dei lavoratori che non hanno presentato alcuna domanda di salvaguardia.

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ALLEGATO 3

5-08757 Dall'Osso: Procedura di licenziamento collettivo di lavoratori dello stabilimento di Bologna della società Industria Italiana Autobus.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole Dall'Osso concernente la procedura di licenziamento collettivo di lavoratori dello stabilimento di Bologna della società Industria Italiana Autobus.
  Al riguardo, posso assicurare che la questione è all'attenzione del Governo e delle istituzioni locali. La regione Emilia-Romagna, espressamente interpellata, ha comunicato che la procedura di mobilità avviata il 6 maggio scorso è stata sospesa a seguito di un'intesa raggiunta tra le parti nell'incontro tenutosi lo scorso 13 maggio presso la sede regionale. In tale occasione, infatti, è stato firmato un verbale d'accordo tra i vertici della Società e i rappresentanti sindacali che prevede l'attivazione di un confronto tra l'azienda e le organizzazioni sindacali.
  Le parti hanno concordato sull'utilità di un aggiornamento del piano industriale dello stabilimento di Bologna in grado di corrispondere a quanto individuato negli impegni sottoscritti nell'accordo siglato il 17 dicembre 2014 presso il Ministero dello sviluppo economico.
  Attualmente, l'Azienda sta procedendo, come stabilito nel citato accordo a specifici incontri con le Organizzazioni sindacali utili a fornire ogni chiarimento che possa consentire una visione complessiva e puntuale della vicenda. Il primo incontro si è tenuto lo scorso 26 maggio e l'ultimo il 6 giugno scorso. Il confronto non si è ancora concluso e proseguirà nei prossimi giorni.
  In particolare, durante gli incontri, è stata ribadita la disponibilità dell'azienda a valutare di ripristinare il numero degli attuali esuberi con nuove assunzioni nei reparti produttivi da avviare conformemente all'avvenuto riassestamento del sito produttivo.
  Segnalo, inoltre, che, oltre al tavolo regionale, presso il Ministero dello sviluppo economico è stato istituito un tavolo per seguire la vicenda della società che possiede, oltre allo stabilimento di Bologna, anche quello di Flumeri, in provincia di Avellino.
  Pertanto, il Ministero dello sviluppo economico sta monitorando lo sviluppo della società, verificando sia il piano di ristrutturazione e riorganizzazione che prevede anche interventi sulla struttura occupazionale sia il piano di investimenti, che – secondo quanto comunicato dallo stesso Ministero dello sviluppo economico – potrà fruire del sostegno finanziario nell'ambito di un contratto di sviluppo recentemente approvato da Invitalia.
  Sotto l'aspetto occupazionale, il Ministero dello sviluppo economico ha precisato che l'obiettivo della società è quello di adeguare la composizione della forza lavoro (oggi troppo squilibrata a sfavore delle mansioni dirette di produzione) e non di ridurre il numero degli occupati nello stabilimento bolognese.
  È evidente, tuttavia, che il progetto imprenditoriale, potrà avere pieno successo se l'azienda sarà capace di conquistare una propria identità in un mercato nel quale, va ricordato, operano grandi imprese multinazionali che spesso sono favorite nelle gare di assegnazione di nuovi veicoli. Su questo fronte il Governo non può che agire nel pieno rispetto della legislazione in materia di appalti pubblici, auspicando che le imprese italiane siano sempre in grado di presentare modelli qualitativamente migliori sia per le Pag. 53motorizzazioni tradizionali, sia per i propulsori elettrici che sempre più interesseranno il mercato.
  Da ultimo, posso assicurare, sin da ora, la massima disponibilità del Ministero del lavoro a monitorare la vicenda occupazionale della Società Industria Italiana Autobus, mettendo in campo, ove necessario, tutti gli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla vigente normativa.