CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 giugno 2016
651.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2015-2016. (C. 3821 Governo, approvato dal Senato).

RELAZIONE APPROVATA

  La X Commissione,
   esaminato, relativamente alle parti di propria competenza, il disegno di legge recante: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2015-2016 (C. 3821 Governo, approvato dal Senato);
   ricordato che l'articolo 26 della legge europea 2014 (legge n. 115/2015) ha apportato numerose modifiche al decreto legislativo n. 93/2011 di recepimento del «terzo pacchetto energia» che hanno risposto alla maggior parte dei rilievi sollevati dalla Commissione europea nella proceduta di infrazione n. 2014/2286 e prioritariamente volte a rafforzare i poteri dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI) e la sua indipendenza dal Ministero dello sviluppo economico;
   osservato che l'articolo 33 della legge europea 2015-2016, a seguito di successive osservazioni della Commissione europea, apporta ulteriori modifiche al decreto legislativo n. 93/2011 al fine di assicurare la definitiva chiusura della procedura di infrazione n. 2014/2286,
  delibera di

RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 2

5-07612 Giulietti: Mantenimento in funzione della centrale di Pietrafitta.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La centrale termoelettrica di Pietrafitta è costituita da 2 gruppi turbogas a ciclo aperto (denominati PF3 e PF4) da 88 MWe (megawatt elettrico) entrambi, alimentati a gasolio, costruiti ed entrati in funzione tra il 1978 e il 1980, e da 1 gruppo turbogas in ciclo combinato (denominato PF5) da 365 MWe, alimentato a gas naturale ed entrato in esercizio nel 2003.
  La società Enel (così come altre Società di produzione di energia elettrica) sta procedendo alla chiusura di alcuni impianti termoelettrici non più competitivi, o sovra dimensionati, considerato l'andamento e le previsioni dei consumi e la crescente quota di energia prodotta con fonti rinnovabili.
  Nel caso della centrale di Pietrafitta, in data 24 dicembre 2003, la società ENEL, ha chiesto l'autorizzazione a mettere definitivamente fuori servizio i gruppi più vecchi PF3 e PF4.
  Acquisita la valutazione del Gestore di rete, il Ministero dello sviluppo economico, in data 10 marzo 2014, ha rilasciato il nulla osta alla messa fuori servizio definitiva dei due gruppi, demandando modalità e termini alle successive valutazioni del Ministero dell'Ambiente, fermo restando l'avvio immediato dei primi interventi di messa in sicurezza dell'impianto.
  Per questo sito e più in generale per tutti quelli interessati da chiusure, Enel ha avviato il «progetto FUTUR-E» che, mediante il coinvolgimento delle comunità e degli stakeholders, intende intraprendere un'analisi dei territori per potenziali nuove destinazioni degli impianti e nuovi progetti di riconversione in impianti di generazione con diversa tecnologia, progetti di trasformazione funzionale all'avvio di nuove attività non energetiche, nonché progetti di valorizzazione dei siti per utilizzi diversi. Al riguardo, segnalo che informazioni più dettagliate sul progetto sono disponibili sul sito web dedicato, dal quale emerge che sono stati già avviati i primi concorsi di idee.
  Con riferimento alla centrale di Pietrafitta, dunque, si è avviato un processo di possibile diversificazione del sito già occupato dai due gruppi PF3 e PF4, ossia le sezioni del vecchio impianto turbogas ormai dimesso, su cui risultano anche effettuati incontri in sede locale in cui Enel ha confermato l'impegno a mantenere il sito produttivo di Pietrafitta e la propria presenza in Umbria.
  Per quanto riguarda invece il gruppo a ciclo combinato lo stesso continuerebbe ad essere funzionante.
  Infine, per quanto attiene al capacity market citato dall'Onorevole Interrogante, si tratta di un sistema di remunerazione della capacità produttiva di energia elettrica, volto a garantire l'adeguatezza della capacità di generazione complessiva nel lungo periodo. Sul tema, è in atto un confronto con la Commissione europea, chiamata a valutare la conformità della misura stessa alla normativa sugli aiuti di stato in materia di energia e ambiente.
  L'effettiva entrata in funzione della misura e le relative modalità di applicazione sono quindi subordinate all'esito positivo della procedura di notifica presso la Commissione europea.

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ALLEGATO 3

5-08287 Scuvera: Sviluppo dei sistemi di distribuzione chiusi e dei sistemi efficienti di utenza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Occorre in via preliminare evidenziare, riguardo alle preoccupazioni manifestate dall'On. interrogante, che il Governo intende dare continuità alle politiche di sostegno alle rinnovabili e alla generazione distribuita, al fine di superare gli obiettivi 2020 e contribuire agli obiettivi 2030, confermando l'importanza di una profonda innovazione nel sistema energetico, in cui l'Italia può peraltro esprimere posizioni di eccellenza industriale e tecnologica.
  Riguardo agli obblighi comunitari di utilizzo delle fonti rinnovabili negli edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazione rilevante, preme evidenziare che i predetti obblighi comunitari possono (e devono, nel caso in cui si tratti di edifici destinati ad abitazioni civili) essere rispettati indipendentemente dalla realizzazione di sistemi di distribuzione chiusi. Ciò in considerazione del fatto che tali obblighi si applicano a prescindere dalla destinazione dell'edificio nonché a prescindere dalle modalità commerciali di gestione ed incentivazione dell'energia.
  Tra gli strumenti di sostegno alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica, certamente vi sono anche le attuali esenzioni dal pagamento degli oneri di sistema, che l'Italia ha previsto per i sistemi di distribuzione chiusi e per i SEU – sistemi efficienti di utenza – e che oggi le nuove Linee guida UE sugli Aiuti di Stato per l'energia e l'ambiente (in vigore dal 1o luglio 2014) intendono armonizzare.
  A tal proposito, in una precedente risposta ad altra interrogazione parlamentare, citata dall'on. Scuvera, si faceva presente che, dal confronto in atto con la Commissione europea, era emersa l'esigenza di adeguare alcune regole dell'ordinamento nazionale e, in particolare, delle norme vigenti in materia di allocazione degli oneri di sistema e delle relative agevolazioni.
  Non è un processo che interessi solo l'Italia, tanto è vero che ciascun Paese membro è stato chiamato a presentare un proprio piano di adeguamento, e non è un confronto ancora concluso. A questo, seguirà la redazione definitiva del predetto piano di adeguamento.
  Tuttavia, l'adeguamento delle regole non significa che vi sia «l'intenzione di privare gli impianti di generazione distribuita di ogni beneficio tecnico ed economico». Il Ministero dello sviluppo economico ha infatti ben presente l'importanza delle esenzioni dal pagamento degli oneri per l'autoproduzione efficiente, diffusa in molti settori produttivi, e per la generazione rinnovabile distribuita; per questo sta sostenendo in Europa, insieme ad altri Paesi come la Germania, le ragioni di un'attuazione delle nuove Linee Guida che salvaguardi questi obiettivi di politica energetica. In questa posizione, si sta anche tenendo conto dell'orientamento parlamentare favorevole a queste configurazioni energetiche, come indicato dalla recente modifica introdotta all'articolo 12 della L. 28 dicembre 2015, n. 221 (recante Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali), che ha eliminato la soglia dei 20 MWe di potenza prevista nella originaria Pag. 135definizione di «sistema efficiente di utenza» e ha ampliato la definizione di cliente finale che ora ricomprende le unità di produzione e di consumo di energia elettrica nella titolarità di società riconducibili al medesimo gruppo societario ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile.
  Un primo passaggio di adeguamento alle Linee Guida è stato compiuto con il Dl Milleproroghe, che, con riferimento alle utenze non residenziali, ha previsto l'introduzione da parte dell'Autorità di una tariffa con una struttura simile a quella vigente per il pagamento degli oneri di rete, superando così l'attuale struttura degressiva con scaglioni di consumo. Su questo, l'Autorità ha appena avviato una consultazione pubblica sugli orientamenti di riforma contenuti nel documento di consultazione del 24 maggio 2016.
  Anche in conseguenza di tale rilevante modifica tariffaria, il Governo è impegnato in un'interlocuzione con la Commissione europea finalizzata a salvaguardare il sostegno per l'autoproduzione efficiente, in tutte le forme consentite dalle regole europee, in modo tale da garantire una risposta positiva sia per i sistemi già esistenti sia per i nuovi investimenti in autoproduzione.
  Il Governo si impegna a tenere aggiornato il Parlamento sull'evoluzione del confronto in atto con la Commissione europea.

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ALLEGATO 4

5-08386 Crippa: Prospettive produttive e occupazionali del gruppo Tamini.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Preliminarmente evidenzio che la Tamini Trasformatori S.r.l. è la società holding dell'omonimo Gruppo (di seguito «Gruppo Tamini»), che si occupa di produzione e commercializzazione di trasformatori elettrici industriali e di potenza nonché di reattori.
  Nel 2014 la Società Terna Plus S.r.l., deputata nell'ambito del Gruppo Terna allo sviluppo di iniziative in settori non tradizionali e/o regolamentati, ha sottoscritto con i soci della Società Tamini Trasformatori S.r.l. un contratto per l'acquisizione dell'intero capitale sociale di quest'ultima.
  Di tale acquisizione il Ministero dello sviluppo economico ha ricevuto comunicazione il 31 marzo 2014.
  Al riguardo, occorre rilevare che l'acquisizione, non riguarda l'attività di gestione della rete elettrica, oggetto della concessione attribuita dal MiSE a Terna, ma un'attività a questa connessa e compatibile con il ruolo di gestore della rete pubblica.
  Il gruppo Tamini svolge le propria attività su diversi stabilimenti, tra i quali vi è quello di Novara (ex Verbano Trasformatori S.r.l.), dove sono svolte le attività di progettazione e assemblaggio di medi trasformatori e di avvolgeria.
  Per quanto riguarda i quesiti posti dell'Onorevole Interrogante, comunico quanto segue.
  In merito agli orientamenti di competenza sulla società Terna, faccio presente che – ancorché vi sia una partecipazione azionaria riconducibile al Ministero dell'economia e delle Finanze – trattandosi di una società quotata in borsa, da parte di questo come di altri dicasteri, non vi può essere alcun tipo di intervento che possa interferire con il mercato e con le scelte di cui la società risponde agli azionisti.
  Con riferimento alla crisi che interessa il gruppo Tamini, il Ministero dello Sviluppo economico assicura il massimo impegno sulla tutela dello sviluppo industriale dei siti e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali. Al riguardo, tramite l'attività della propria Struttura per le Crisi d'Impresa, lo scorso 12 maggio 2016 si è tenuto un incontro con le parti sociali per verificare quali soluzioni potessero essere individuate per salvaguardare gli interessi dei lavoratori alla luce delle esigenze di ristrutturazione.
  Tale incontro, alla presenza, oltre che dei rappresentanti del MiSE, anche di rappresentanti dell'azienda e delle associazioni sindacali territoriali di categoria (Fim-Fiom-Uilm) e delle RSU, si è concluso positivamente tramite un accordo tra azienda e sindacati che prevede la completa gestione dei problemi occupazionali evidenziati all'inizio della vertenza, con la ricollocazione di parte del personale in esubero sugli altri stabilimenti.
  In particolare, su un totale di 48 lavoratori in esubero, 27 resteranno in azienda, mentre per i restanti è prevista una mobilità volontaria.
  Da ultimo, l'Azienda provvederà a fornire al Mise in tempi brevi indicazioni sul Piano industriale relativo al Gruppo, già presentato alle OOSS in sede territoriale, come stabilito nell'ultimo incontro presso il Ministero dello sviluppo economico.

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ALLEGATO 5

5-08672 Giulietti: Prospettive produttive e occupazionali dell'azienda JP Industries.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come noto, il contenzioso in corso sulla vicenda ha visto da ultimo – con la sentenza di Cassazione n. 23894 depositata il 24 novembre 2015 – la conferma della legittimità della vendita del ramo d'azienda facente capo ad Antonio Merloni, comprensivo degli stabilimenti marchigiani di Maragone e Santa Maria in Fabriano e umbro di Gaifana, operata dalla gestione commissariale alla fine del 2011, con effetto dal 1o gennaio 2012. Nelle more della citata sentenza, l'imprenditore ha proseguito la gestione di impresa in conformità all'impegno assunto contrattualmente, di proseguimento delle attività imprenditoriali per quattro anni.
  Il Ministero dello Sviluppo Economico continua, tuttavia, a seguire la vicenda con la massima attenzione, anche attraverso l'istituzione di un tavolo dedicato alla questione.
  Nell'ultima riunione che si è tenuta il 10 maggio scorso, alla presenza di rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico, si sono incontrati i Commissari Straordinari dell'Antonio Merloni S.p.A. in Amministrazione Straordinaria e i rappresentanti di Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit e Banca delle Marche. Risultavano assenti, invece, Veneto Banca e Ubi Banca.
  Dopo una approfondita analisi della situazione è emerso che, mentre Intesa Sanpaolo e Unicredit, così come Ubi Banca, hanno deliberato per la sottoscrizione dell'atto di transazione, riservandosi di definire il testo finale dello stesso, Monte dei Paschi di Siena e Banca delle Marche prevedevano di arrivare a tale delibera non prima della metà del mese di giugno.
  Veneto Banca invece, ha specificato di aver deliberato rispetto alle questioni di massima e ha subordinato la validità di tale deliberazione alla ricezione di ulteriori specifiche da parte dei Commissari Straordinari.
  I rappresentanti di Intesa Sanpaolo hanno tenuto, comunque a chiarire che, in generale, la validità delle delibere è subordinata alla sottoscrizione dell'atto di transazione anche da parte degli acquirenti dei complessi aziendali ex Merloni.
  A tal proposito, i Commissari Straordinari hanno evidenziato che la sottoscrizione da parte degli acquirenti della citata transazione rappresenta una mera presa d'atto del processo di estinzione del giudizio, senza con ciò poter condizionare i contenuti dell'accordo transattivo da porsi in essere tra le Banche e la Procedura.
  I Commissari Straordinari hanno altresì chiarito l'importanza di arrivare a sottoscrivere tale atto di transazione il prima possibile ma soprattutto prima della data ultima prevista per la riassunzione della causa, salvo la richiesta e la conseguente decisione di rimessione in termini da parte del giudice competente.
  Il rappresentante dell'Unità Gestione Vertenze Imprese in Crisi del Ministero dello Sviluppo Economico, ha espresso l'assoluta necessità di:
   1) accelerare i tempi di delibera;Pag. 138
   2) definire il testo conclusivo dell'atto di transazione nel più breve tempo possibile;

   3) sollecitare l'adesione di J.P. Industries all'atto di transazione di cui al punto precedente;

   4) iniziare il confronto tra ceto creditizio e J.P. Industries rispetto ai finanziamenti a sostegno del piano industriale.

  A fronte delle richieste del Ministero dello Sviluppo Economico, i rappresentati degli Istituti di Credito si sono impegnati a perseguire con decisione i propri obblighi, in particolare, i rappresentanti di Monte dei Paschi di Siena e di Banca delle Marche si sono detti anche disponibili a portare avanti una rapida interlocuzione con i rispettivi Amministratori Delegati, al fine di accelerare il processo di delibera.
   Il Ministero dello Sviluppo Economico, invece, si è impegnato a favorire il confronto con J.P. Industries, allo scopo di raggiungere in tempi molto brevi gli obiettivi già citati, ossia l'adesione di J.P Industries all'atto di transazione e al confronto con il ceto creditizio.
  Il Mise, da quanto detto, si sta impegnando al fine di raggiungere nel minor tempo possibile consentito la risoluzione della problematica Merloni.
  A tal proposito voglio anche ricordare che, con circolare direttoriale 22 marzo 2016, (n. 26398), è stato attivato un intervento di «aiuto» ai sensi della legge n. 181 del 1989. Con tale misura, in sintesi, si vuole promuovere la realizzazione di una o più iniziative imprenditoriali nel territorio dei Comuni dell'area coinvolta dalla crisi del gruppo Antonio Merloni, finalizzate al rafforzamento e alla riqualificazione del tessuto produttivo locale, anche tramite l'attrazione di nuovi investimenti, nonché alla ricollocazione dei lavoratori della società Antonio Merloni in Amministrazione Straordinaria.
  Le risorse finanziarie disponibili ai fini della concessione delle agevolazioni ammontano a 26 milioni di euro, a valere sulle risorse della già citata legge 181. I termini per la presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni sono ancora aperti fino al 30 giugno 2016 e le stesse possono essere presentate all'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.a. – Invitalia, quale soggetto gestore.