CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 maggio 2016
641.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione 5-08653 Fedriga: Utilizzo dei fondi derivanti dal pagamento delle multe nel settore del latte.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si precisa anzitutto che il Fondo per gli interventi nel settore lattiero è stato istituito con la legge n. 33 del 2009, meglio nota come legge Zaia, e in esso dovevano confluire le somme residue versate dai produttori a seguito del superamento della quota individuale di riferimento, una volta effettuate le previste compensazioni. È bene quindi chiarire subito che il meccanismo di pagamento delle somme dovute a seguito degli esuberi produttivi individuali definito «folle ed intollerabile» nell'interrogazione è stato ideato e messo in legge proprio dal partito degli onorevoli interroganti.
  L'attivazione del Fondo Zaia infatti, si è resa necessaria solo alla fine della campagna 2014/2015, in quanto nelle precedenti campagne la quota nazionale non è mai stata superata.
  Grazie al decreto legge n. 51 del 2015, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2015, n. 91, è stata estesa la possibilità di effettuare le compensazioni del 6 per cento a 1260 allevatori in più rispetto a quelli interessati dalla norma originaria del 2009, con una somma di oltre 19 milioni di euro restituita alle imprese.
  Grazie al lavoro fatto in Europa, è stato inoltre possibile rateizzare in tre anni senza interessi la multa per l'eccesso di produzione relativo all'ultima campagna di applicazione delle quote latte.
  In merito alla destinazione delle risorse che confluiranno nel predetto Fondo è l'articolo 8-septies della citata legge Zaia che prevede di destinarle ad interventi nel settore lattiero-caseario per le operazioni di ristrutturazione del debito, per l'accesso al credito e per le misure di accompagnamento per il settore. In base a queste disposizioni è stato predisposto uno schema di provvedimento, con l'obiettivo di mantenere sul territorio di competenza le eventuali somme incamerate, affinché le Regioni le potessero utilizzare nel rispetto di quanto stabilito dalla vigente normativa nazionale ed europea.

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ALLEGATO 2

Interrogazione 5-08654 Schullian: Iniziative per superare la disparità di trattamento tra produzioni agricole italiane e estere.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con la costituzione della Rete del lavoro agricolo di qualità per la prima volta in Italia si è creato un meccanismo premiale per le tante imprese agricole che si contraddistinguono per regolarità nella loro attività, con l'obiettivo anche di contrastare il fenomeno intollerabile del lavoro nero e del caporalato in agricoltura. Siamo consapevoli di alcune criticità riscontrate nel suo avvio, ma assicuro che tutte le istituzioni competenti sono impegnate nella ulteriore semplificazione per la presentazione delle domande, compatibilmente con le esigenze di un rigoroso controllo delle stesse. In particolare nelle ultime settimane sono stati risolti alcuni passaggi che consentono un più rapido esame dei requisiti di legge.
  Informo gli interroganti, inoltre, che stiamo perfezionando con l'INPS l'inoltro di domande trattate in modo massivo, sulla base di deleghe degli agricoltori agli «intermediari autorizzati», quali le strutture di servizio agli agricoltori (CAA e Patronati) insieme al mondo dell'associazionismo e della cooperazione.
  Mi preme poi ricordare la necessità che si arrivi a una rapida approvazione del DDL del Governo, recante importanti disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura. La Rete del lavoro agricolo di qualità si rafforzerà con la previsione di dare alla Cabina di regia un forte radicamento territoriale, fino a costituire vere e proprie task-force, grazie alla previsione che alla Rete del lavoro agricolo di qualità possano aderire, attraverso la stipula di apposite convenzioni, gli sportelli unici per l'immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l'impiego e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura.

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ALLEGATO 3

Interrogazione 5-08655 Cova: Iniziative per tutelare il settore lattiero nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero ha sempre ribadito la fondamentale importanza di valorizzare l'origine dei prodotti agroalimentari, anche attraverso l'etichetta. In particolare per un prodotto come quello lattiero caseario dove l'Italia è deficitaria. Per questo motivo stiamo portando avanti un confronto serrato con gli altri Stati membri e con la Commissione europea per un avanzamento concreto su questo fronte. In questo senso il Ministero conta di poter dare concreti segnali già a partire dalle prossime settimane. La crisi del latte è europea e c’è bisogno di risposte straordinarie che valgano in tutta l'Unione. Servono risposte utili a superare le difficoltà dei nostri allevatori. Il governo è impegnato da mesi con tutte le leve a disposizioni, tra le quali il taglio del 25 per cento della pressione tributaria, l'aumento della compensazione Iva per le vendite di latte alla stalla, la moratoria di almeno 30 mesi sui debiti bancari delle aziende produttrici di latte.
  Non è ancora sufficiente e per questo lavoriamo ancora ogni giorno. Il Ministero è in campo da mesi per costruire una strategia unitaria dove produttori e trasformatori possano attivare insieme alcune innovazioni, unendo le forze e provando a determinare alcuni passi in ambito nazionale.
  Allo stesso tempo siamo impegnati con il nostro Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti Agroalimentari (ICQRF) nel controllo della corretta applicazione dell'articolo 62 citato dall'interrogante, per verificare il rispetto di corrette relazioni contrattuali nel settore lattiero caseario. Sono state fatte verifiche sui primi acquirenti che movimentano circa 500mila tonnellate di latte all'anno e in alcuni limitati casi sono state comminate sanzioni per mancanza del rispetto della norma sulla durata annuale dei contratti e della sua forma scritta, o per il mancato pagamento entro i 30 giorni.
  In conclusione ribadisco il totale impegno del Ministero, che l'interrogante ben conosce, per contribuire al rilancio del comparto lattiero nazionale tutelando e promuovendo le produzioni Made in Italy.

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ALLEGATO 4

Interrogazione 5-08656 Zaccagnini: Sulle conseguenze derivanti dall'adozione del TTIP per il mercato agricolo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'attenzione del Ministero sul TTIP è sempre stata al massimo livello, sin dalle fasi iniziali, chiedendo sempre massima trasparenza. A questo proposito vorrei ricordare che è stata proprio l'Italia nel semestre di Presidenza dell'Unione europea ad aver reso pubblico il mandato negoziale della Commissione Ue e a impostare le comunicazioni dopo i singoli round negoziali.
  Il mandato negoziale che il Consiglio UE ha conferito alla Commissione europea indica quali sono gli obiettivi dell'accordo TTIP con gli USA, tenendo ben presente le priorità e le sensibilità degli Stati membri.
  Mi preme sottolineare in ogni caso che nessun accordo commerciale può modificare la normativa europea, come ad esempio quella sulle indicazioni geografiche citate dall'interrogante. L'Italia non rinuncerà mai ai suoi standard di sicurezza alimentare.
  Siamo però interessati a tutelare meglio il nostro modello agroalimentare che trova negli Stati Uniti uno sbocco commerciale fondamentale. Non va dimenticato che nel corso del 2015 l’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti ha superato i 3,6 miliardi di euro, mentre l’import ha toccato 1,1 miliardi. Questo a dimostrazione che il Made in Italy gode di un grande interesse da parte del consumatore americano, un interesse che vogliamo possa essere colto dalle nostre aziende con l'autentico prodotto italiano. Per poter combattere efficacemente l'Italian sounding dobbiamo costruire politiche di tutela vera dei nostri prodotti, che passano anche attraversi precisi accordi come il TTIP. Su questo punto ad esempio c’è già un elenco provvisorio di oltre 200 DOP e IGP europee, di cui 42 italiane, potenzialmente tutelate con l'intesa tra Usa e Ue. Sotto questo profilo quindi il TTIP può essere un'occasione utile, ma solo a patto che le nostre specificità vengano salvaguardate e anzi possano uscirne più forti.
  Il rispetto delle norme in materia ambientale e di lavoro, così come il mantenimento degli elevati livelli di tutela dei consumatori, in coerenza con la legislazione europea e degli Stati membri, non possono essere messi assolutamente in discussione.
  In questa direzione, pur attendendo gli esiti del negoziato in corso, non intendiamo discordarci dalla posizione espressa dalla Francia di massimo rigore nella difesa della nostra specificità.

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ALLEGATO 5

Interrogazione 5-08657 Benedetti: Sulla situazione di crisi idrica delle aziende agricole venete.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero delle politiche agricole segue con particolare attenzione le misure adottate, in coerenza alla Direttiva Quadro Acque e alla Direttiva Nitrati, per il monitoraggio della qualità delle acque sia superficiali che sotterranee.
  Infatti, in accordo con l'ISPRA abbiamo attivato un programma nel periodo 2012-2015, estendendolo su tutto il territorio nazionale.
  Con riferimento alla contaminazione ambientale segnalata dall'interrogante, preciso che il Ministero dell'ambiente, ha prontamente coinvolto gli Enti territoriali competenti per l'esecuzione degli accertamenti necessari all'individuazione delle fonti di immissione delle sostanze perfluoro-alchiliche e l'attivazione delle misure di tutela dei corpi idrici.
  Il citato Dicastero si è riservato di attivare tutte le procedure di riparazione del danno ambientale ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, in caso di accertamento di responsabilità per il peggioramento dello stato di qualità delle acque.
  In particolare, è stato richiesto agli Enti territoriali (regione, province, comuni) il monitoraggio di indagine per gli accertamenti necessari all'individuazione delle fonti di immissione delle sostanze e la valutazione dello stato di qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei.
  È stato istituito un gruppo tecnico di lavoro, costituito dagli esperti degli istituti scientifici nazionali (CNR IRSA, Istituto Superiore di Sanità e ISPRA) per la fissazione di standard di qualità ambientale (SQA), per la valutazione dello stato ecologico dei corpi idrici superficiali e di valori soglia (VS), per la valutazione dello stato chimico delle acque sotterranee al fine di effettuare i relativi adeguamenti della normativa tecnica vigente.
  Il suddetto gruppo ha concluso l'attività e ha inviato al Ministero dell'ambiente la proposta tecnica relativa alla definizione dei suddetti standard di qualità ambientale e dei valori soglia.
  Pertanto, gli standard di qualità ambientale sono stati inseriti nel decreto legislativo n. 172 del 2015, con cui è stata recepita la direttiva europea n. 39 del 2013, sui limiti alla presenza di sostanze chimiche prioritarie nelle acque superficiali. Nel citato decreto è stato altresì inserito l'obbligo per le regioni e le province autonome, nel cui territorio è stata evidenziata la presenza di tali sostanze in concentrazioni superiori agli standard di qualità ambientale, di elaborare uno specifico programma di monitoraggio e un programma preliminare di misure relative a tali sostanze, da inserire nel piano di gestione distrettuale. Il citato piano del distretto idrografico delle Alpi Orientali, approvato lo scorso 3 marzo, contiene sia il piano di monitoraggio, sia il piano preliminare di misure finalizzato a contrastare il fenomeno di inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche.
  Infine, i valori soglia per tali sostanze nelle acque sotterranee sono stati inseriti nello schema di decreto ministeriale di recepimento della Direttiva n. 80 del 2014, sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento, allo stato in fase di acquisizione del parere dei Ministri dell'ambiente, dello sviluppo economico e delle politiche agricole, il cui iter dovrà concludersi entro luglio prossimo.

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ALLEGATO 6

Interrogazione 5-08658 Russo: Su iniziative in materia di erogazioni ai produttori agricoli da parte dell'AGEA.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In premessa si vuole ribadire l'impegno quotidiano del Ministero nel rendere sempre più efficace e trasparente l'azione amministrativa, anche quella di Agea, per garantire alle imprese agricole il supporto necessario nelle loro attività. Anche in quest'ottica l'AGEA ha elaborato e concordato con i Servizi della Commissione europea un apposito piano d'azione, teso a superare le criticità riscontrate nel corso di audit negli anni passati.
  Relativamente al citato piano, il Ministero sta monitorando le fasi di attuazione e, da ultimo, con lettera dello scorso 10 maggio, ha richiamato l'attenzione della Direzione dell'AGEA sulla scrupolosa osservanza delle richieste formulate dalla Commissione europea nella lettera del 16 marzo scorso.
  Evidenzio che l'Agea, da circa un anno, ha istituito per la prima volta un Servizio Tecnico alle dirette dipendenze del suo Direttore, per monitorare tutte le operazioni quotidiane ivi comprese le attività dei suoi Organi tecnici (SIN e Agecontrol).
  Per quanto riguarda i debiti, al fine di superare le criticità del passato è stata completata la ricognizione del registro dei debiti europei in maniera puntuale e trasparente, rispondendo anche alle esigenze della Commissione Ue.
  Questa attività è stata accompagnata anche dall'approvazione del piano strategico biennale già operativo che permetterà all'Italia di recuperare più celermente le relative somme europee. Sono in corso le attività previste dal piano, con l'obiettivo di concluderle entro la data del 15 ottobre 2016.