CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 maggio 2016
638.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-07076 Patrizia Maestri: Funzionamento della gestione previdenziale ex ENPALS.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Patrizia Maestri concernente il funzionamento della gestione previdenziale ex ENPALS, faccio presente che a partire dal 1o gennaio 2015, nonostante l'estrema complessità e diversità dei sistemi informatici INPS e ENPALS, la realizzazione del conto assicurativo degli iscritti ex ENPALS è stato armonizzato con i flussi UNIEMENS di INPS.
  Secondo quanto rappresentato dall'INPS, durante l'armonizzazione dei sistemi informativi, sono sorti problemi tecnici che hanno determinato la non completa e non corretta acquisizione del dato contributivo sul conto individuale dell'assicurato.
  Segnalo che, dopo una prima fase di sperimentazione, è stata messa in atto la soluzione tecnica diretta a consentire ai programmi ex ENPALS la corretta lettura del dato contributivo proveniente dal flusso UNIEMENS di Inps e che, pertanto, dai primi mesi del 2016 l'implementazione della posizione assicurativa Sport e spettacolo avviene correttamente con il flusso UNIEMENS di INPS.
  Per quanto concerne la problematica legata alla tempistica di liquidazione delle prestazioni pensionistiche in convenzione INPS/ENPALS, causate dalla macchinosa procedura di individuazione della gestione competente a liquidare la prestazione, faccio presente che l'INPS ha disposto, con messaggio del 18 aprile scorso, l'utilizzazione della procedura pensionistica UNICARPE. Con tale procedura viene stabilita la prevalenza contributiva e viene individuata automaticamente la competenza, eliminando così la necessità di dover inviare le domande pensionistiche di soggetti con contribuzione ENPALS al Polo specialistico di Roma per la valutazione della Gestione competente a liquidare la prestazione.
  Segnalo, inoltre che i problemi operativi concernenti la liquidazione delle pensioni di anzianità in regime sperimentale, (cosiddetta «opzione donna»), sono state superate con l'adeguamento della procedura.
  Per quanto riguarda, invece, la liquidazione delle istanze pensionistiche in regime di cumulo ai sensi della legge n. 228 del 2012 e soprattutto in totalizzazione, ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2006, permangono alcune problematiche dovute al computo delle anzianità assicurative e contributive degli iscritti alla gestione ex ENPALS che possono richiedere interventi di assestamento ed esatto collocamento temporale. Anche su queste problematiche l'INPS ha rassicurato che verranno superate con la definitiva integrazione dei sistemi.
  Con riferimento, invece, alle cosiddette domande esplorative, l'Istituto, per la valutazione dello stato assicurativo del lavoratore, mette a disposizione dell'iscritto:
   l'estratto conto certificativo;
   la certificazione per il diritto a pensione in applicazione di specifiche disposizioni legislative.

  Su tale aspetto, tuttavia, è opportuno rammentare che, ai sensi dell'articolo 2, commi 3, 4 e 5, del decreto legislativo n. 182 del 1997, ai fini del diritto alle prestazioni ed all'individuazione dell'età pensionabile, gli assicurati sono considerati appartenenti alla categoria nella quale Pag. 42hanno acquisito maggiore anzianità contributiva. Pertanto, in sede di liquidazione della pensione, ai fini dell'attribuzione del gruppo/categoria di appartenenza, opera il criterio della prevalenza contributiva. Da ciò consegue che il criterio della prevalenza può modificare l'appartenenza ad un gruppo/categoria sino alla maturazione del requisito e quindi può determinare un effetto differente ai fini del calcolo della contribuzione mancante per il diritto.
  Di conseguenza, se il dato relativo al numero dei contributi giornalieri è un dato statico e determinato tempo per tempo, la loro valutazione ai fini del diritto alla prestazione è dipendente dal gruppo prevalente.
  Da ultimo, per quanto riguarda la questione della mancanza degli elementi informativi nei provvedimenti di liquidazione, l'INPS ha rappresentato che i provvedimenti di accoglimento della domanda di pensione – nelle more della completa integrazione dei dati che avverrà entro l'anno – sono inviati sia al patronato sia al pensionato e contengono tutti gli elementi che hanno determinato la liquidazione della prestazione.
  Segnalo, inoltre, che l'INPS ha reso noto che la disfunzione legata alla mancata indicazione, peraltro letterale, nel provvedimento della cosiddetta quota c) è stata già risolta.

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ALLEGATO 2

5-08302 Labriola: Tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori dello stabilimento ILVA di Taranto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Labriola – inerente alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori impiegati presso lo stabilimento Ilva spa di Taranto – passo ad illustrare quanto segue.
  Innanzitutto, e opportuno precisare che – ai sensi dell'articolo 13 del decreto legislativo n. 81 del 2008 – l'attività di vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta principalmente dalla Azienda sanitaria locale (ASL) territorialmente competente, mentre solo per alcuni settori – essenzialmente l'edilizia – la vigilanza può essere esercitata «anche» dal personale ispettivo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (articolo 13, comma 2, decreto legislativo n. 81 del 2008).
  Inoltre, occorre precisare che, il 12 marzo 2013, la Procura generale di Lecce, le Procure della Repubblica, le ASL, l'INAIL, le Direzioni territoriali del lavoro e i Comandi provinciali dei Vigili del fuoco di Lecce, Brindisi e Taranto hanno sottoscritto un Protocollo.
  Tale Protocollo disciplina, tra l'altro, la trasmissione delle informazioni alle Procure della Repubblica presso i Tribunali stabilendo che gli unici destinatari dei flussi informativi relativi agli infortuni e alle malattie professionali siano i Servizi per la prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (SPESAL) istituiti presso le ASL. Tali servizi devono effettuare, sulla base delle direttive indicate nel medesimo Protocollo, una prima selezione delle notizie secondo la gravità degli infortuni e delle malattie professionali. Il Protocollo, inoltre, demanda allo SPESAL il compito di avviare le indagini e di riferire direttamente alla competente Autorità giudiziaria.
  Allo stato, pertanto, sia l'attività di prevenzione all'interno dello stabilimento siderurgico Ilva spa di Taranto sia le indagini sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali vengono prevalentemente svolte dallo SPESAL.
  Tanto premesso, con riferimento agli infortuni sul lavoro citati dall'interrogante nel presente atto parlamentare, faccio presente quanto segue.
  L'infortunio occorso, il 17 novembre 2015, al signor Cosimo Martucci, dipendente dell'impresa Pitrelli F.sco Montaggi e Nolo Mezzi Industriali S.r.l. di Taranto, si è verificato nel reparto denominato «Agglomerato 2 linea D» dello stabilimento Ilva Spa di Taranto.
  Nello specifico, mentre il signor Martucci, insieme ad alcuni colleghi di lavoro, era intento a scaricare da un camion alcune condotte metalliche, servendosi dell'autogru, una di queste si ribaltava colpendolo mortalmente alla testa.
  A seguito dell'infortunio, sono stati effettuati accertamenti ispettivi da parte dello SPESAL, della Direzione territoriale del lavoro di Taranto e dei Vigili del fuoco i quali, il 18 novembre 2015, hanno trasmesso una prima informativa di reato alla Procura di Taranto.
  L'infortunio del signor Martucci fa seguito a quello occorso al signor Alessandro Morricella, dipendente dell'Ilva spa di Taranto ove prestava la propria attività lavorativa con le mansioni di fonditore. In relazione a tale infortunio, preciso che l'8 Pag. 44giugno 2015, alle ore 18,40 circa, il lavoratore, mentre era intento a rilevare la temperatura della ghisa nel reparto denominato Altoforno 2, è stato investito da un improvviso getto di ghisa allo stato fuso (temperatura pari circa 1.500oC).
  Sul luogo dell'evento sono intervenuti i soccorsi aziendali e l'infortunato è stato trasportato all'ospedale S. Annunziata di Taranto, dove i sanitari hanno diagnosticato «gravi ed estese ustioni di secondo e terzo grado sul 90 per cento della superficie corporea»; da qui è stato trasferito d'urgenza al Policlinico di Bari, ove è deceduto il 12 giugno 2015.
  In relazione a quest'ultimo infortunio mortale sono intervenute la Direzione territoriale del Lavoro e lo SPESAL di Taranto. La Procura di Taranto ha aperto un fascicolo.
  Con riferimento, inoltre, ai successivi infortuni sul lavoro evidenziati dagli interroganti, faccio presente che il 29 marzo 2016, alle ore 23.30 circa, il signor Giovanni Pellecchia, dipendente della Ilva spa di Taranto, ha subito un infortunio sul lavoro mentre effettuava la pulizia del terminale di sgrondo, riportando un'ustione alla caviglia del piede destro.
  Il 30 marzo 2016, alle ore 9.30 circa, il signor Orlando Cataldo – anch'egli dipendente dell'Ilva Spa di Taranto – durante lo smontaggio di una flangia (piastra a forma di anello utilizzata per unire due tubi metallici), subiva lo schiacciamento di due dita della mano sinistra, riportando un trauma da schiacciamento con ematoma subungueale e ferita lacero-contusa del primo raggio mano sinistra, con prognosi di giorni 15.
  Per quanto riguarda, infine, l'infortunio occorso, nel luglio 2015, ad un operaio dell'impresa appaltatrice Losa, faccio presente che – in mancanza delle generalità del lavoratore stesso e nonostante le accurate ricerche negli archivi dell'INAIL – non si è rilevata alcuna evidenza in merito a quanto riportato nell'articolo pubblicato il 9 luglio 2015 su Repubblica.it.
  Ciò posto, occorre precisare che la vigilanza generale sull'osservanza, da parte del datore di lavoro, della normativa in materia di igiene e sicurezza sul lavoro non rientra tra le competenze dell'INAIL. Tuttavia, l'articolo 3, comma 4, del decreto-legge n. 92 del 2015 ha affidato all'Istituto, unitamente alla ASL e ai Vigili del fuoco, un'attività di monitoraggio delle aree di produzione di stabilimenti d'interesse strategico nazionale, oggetto di sequestro per reati inerenti alla sicurezza dei lavoratori (nel caso di specie il citato Altoforno 2 dell'Ilva). Tale attività di monitoraggio si estrinseca anche mediante lo svolgimento di ispezioni dirette a verificare l'attuazione del piano predisposto dall'azienda contenente le misure e le attività aggiuntive per la tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, riferite all'impianto oggetto del provvedimento di sequestro.
  Alla luce di tale disposizione normativa, la Direzione regionale INAIL competente per territorio ha affiancato la ASL di Taranto e il Comando provinciale dei Vigili del fuoco nel monitoraggio in questione.
  Il 14 settembre 2015, l'INAIL, unitamente ai due predetti enti, ha effettuato presso l'Altoforno 2 un sopralluogo finalizzato a constatare lo stato di attuazione degli interventi previsti nel predetto piano, ai sensi del citato decreto-legge n. 92 del 2015. Ad oggi, sono in corso le attività di monitoraggio volte alla verifica del completamento degli interventi previsti dal piano.
  Per quanto riguarda l'ultimo quesito formulato dall'interrogante occorre segnalare che l'11 novembre 2013 è stato stipulato il Protocollo operativo sugli interventi in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro dell'area industriale di Taranto che rappresenta, nel contesto degli insediamenti industriali della provincia di Taranto (e in particolare dell'Ilva) un salto di qualità in ordine al perseguimento di azioni di prevenzione. Il Protocollo, in particolare, opera secondo due direttrici: l'analisi degli infortuni e dei quasi infortuni e la formazione dei lavoratori sia della Ilva che dell'indotto. In questa ottica, il Protocollo si articola in una azione di responsabilizzazione di tutti gli attori (pubblici e privati) coinvolti nelle problematiche riguardanti la salute e sicurezza sul lavoro, nell'obiettivo di ridurre ed eliminare gli infortuni.Pag. 45
  Al fine di garantire il tempestivo avvio delle azioni previste dal Protocollo, il 29 novembre 2013, e stata convocata – presso la Prefettura di Taranto – una riunione per l'insediamento del Gruppo integrato di valutazione ed intervento (GIVI).
  Successivamente all'insediamento del GIVI, e stato redatto un piano di attività, in parte realizzate, articolato su quattro livelli di azioni, relative:
   a) alla formazione in materia di: apparecchi di sollevamento di materiali e persone; cosiddetta direttiva Macchine 2006/42/CE; attrezzature e impianti a pressione; rischio cancerogeno chimico, rischio chimico, rischio amianto e rischio ambienti confinati;
   b) al monitoraggio e controllo sulle lavorazioni e sulle attività;
   c) al monitoraggio «mancati infortuni» e «quasi incidenti»;
   d) al monitoraggio sull'autorizzazione integrata ambientale (AIA).