CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 aprile 2016
630.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Documento di economia e finanza 2016. Doc. LVII, n. 4, Allegati e Annesso.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminati, per quanto di competenza, il Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4, Allegati), nonché la Relazione ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII, n. 4, Annesso);
   rammentato che – come si osserva nella suddetta Relazione al Parlamento – «il Governo ha abbassato le proiezioni di crescita per il triennio 2016-2018 ed in particolare la previsione di aumento del PIL reale nel 2016, che scende dall'1,6 all'1,2 per cento. Va sottolineato che la revisione sull'anno in corso è dovuta per quasi due terzi ad un minore effetto di trascinamento dei dati 2015 sul 2016 e solo per il rimanente terzo al peggioramento delle prospettive internazionali e alle loro future ripercussioni sulla spesa d'investimento»; inoltre, «la tendenza dell'inflazione risulta più sfavorevole del previsto, il che comporta una bassa crescita del PIL nominale sia pure accompagnata dalla crescita reale. Un'inflazione così bassa nonostante gli stimoli della politica monetaria e la ripresa del PIL – prosegue la Relazione – è un ulteriore segnale che l'economia si trova in condizioni eccezionali»;
   sottolineate le annotazioni della Relazione riguardanti la circostanza che: «Il rappresentato quadro economico e la necessità di tener conto delle ripercussioni ancora in atto di un periodo di recessione così intenso e protratto nel tempo inducono quindi il Governo a prefigurare un sentiero di riduzione dell'indebitamento netto più graduale di quello programmato nella Nota di Aggiornamento del settembre scorso e nella legge di Stabilità 2016... Il Governo si impegna ad assicurare la ripresa del percorso di convergenza verso il proprio Obiettivo di Medio Periodo già dal 2017, prevedendo una riduzione del deficit strutturale di 0,1 punti percentuali di PIL e di 0,3 punti di PIL nel 2018. L'obiettivo di medio periodo verrebbe sostanzialmente conseguito nel 2019»;
   sottolineate, altresì, le considerazioni del Governo circa il fatto che – benché le regole di rientro verso l'Obiettivo di Medio Periodo richiederebbero, nel 2017, un miglioramento del saldo strutturale di almeno 0,5 punti percentuali di PIL – risulterebbe «inopportuno e controproducente – come si annota in sede di Programma di Stabilità – operare una tale stretta fiscale» in considerazione dei seguenti fattori principali: rischi di deflazione e stagnazione, insufficiente coordinamento delle politiche di bilancio nell'area dell'euro, effetti indesiderati di eccessive strette fiscali, costi delle riforme strutturali, sottostima dell’output gap;
   valutato, dunque, l'impianto complessivo della politica di bilancio per il triennio 2017-2019, a partire dall'intendimento del Governo di procedere alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia – pari, nel 2017, allo 0,9 per cento del PIL – attraverso una manovra che «verrà definita nei prossimi mesi e garantirà – come Pag. 150precisa il Programma di Stabilità – il raggiungimento di un indebitamento netto pari all'1,8 per cento del PIL nel 2017 attraverso un mix di interventi di revisione della spesa pubblica, ivi incluse le spese fiscali, e di strumenti che accrescano la fedeltà fiscale e riducano i margini di evasione ed elusione. Ciò ferma restando la prosecuzione, compatibilmente con gli equilibri di bilancio, del processo di riduzione del carico fiscale che grava sui redditi delle famiglie e delle imprese»;
   valutata, ancora ed in particolare, la dinamica di riduzione dello stock di debito pubblico in rapporto al PIL, stock il cui marginale incremento nel 2015 (132,7 per cento rispetto al 132,5 per cento del 2014) è stato per metà dovuto «alla classificazione del Fondo Nazionale di Risoluzione degli enti creditizi all'interno delle Amministrazioni pubbliche. Alla quasi stabilizzazione del debito hanno contribuito – osserva inoltre il Programma di Stabilità – proventi da privatizzazioni e dismissioni superiori allo 0,4 per cento del PIL», mentre, nel 2016, alla discesa del rapporto debito/PIL al 132,4 per cento, «privatizzazioni e dismissioni darebbero un contributo dello 0,5 per cento» secondo uno scenario programmatico in cui «il debito lordo è previsto scendere al 123,8 per cento del PIL nel 2019», ferma restando, al riguardo, la necessità del costante monitoraggio degli andamenti della finanza pubblica anche in relazione agli sviluppi del quadro macroeconomico, a partire da quelli del tasso di crescita nominale del prodotto;
   considerate, infine, la lettera dell'Ufficio parlamentare di bilancio, del 1 aprile u.s., di validazione delle previsioni tendenziali del MEF per gli anni 2016-2019, «in quanto esse si collocano nell'intervallo accettabile allo stato delle informazioni attualmente disponibili», nonché le considerazioni sviluppate dal suddetto Ufficio – in sede di audizione del 18 aprile u.s. presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato – in merito alla validazione delle previsioni programmatiche del DEF,
  delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) posto che – come evidenzia il Programma di Stabilità – «il Governo è dell'opinione che la metodologia concordata a livello europeo non sia adatta a fornire una valutazione imparziale della crescita potenziale» e che l'esercizio di stima con modello alternativo del prodotto potenziale, dell’output gap e del saldo di bilancio strutturale indicherebbe – «in linea con stime similari effettuate dall'OCSE e dal FMI» – che «l'Italia avrebbe sostanzialmente conseguito il proprio MTO, pari ad un saldo strutturale in pareggio», già nel 2015, approfondisca la Commissione V, in sede di discussione con il Governo, le prospettive del confronto in materia con la Commissione europea;
   b) anche in considerazione dell'annotazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio circa il fatto che l'assunzione, nelle previsioni MEF, «di una domanda nazionale più robusta rispetto ai valori massimi del panel UPB è compensata, negli anni 2016 e 2018, da ipotesi di un contributo più debole della domanda estera netta», acquisisca la Commissione V – ai fini di una più puntuale valutazione della finalizzazione degli spazi di flessibilità di bilancio conseguenti al nuovo percorso di rientro verso l'Obiettivo di Medio Termine – maggiori informazioni in merito alle «nuove azioni di stimolo, tra cui l'ulteriore riduzione della pressione fiscale e l'aumento progressivo degli investimenti pubblici, che permetteranno – come si legge nella Premessa al DEF a firma del Ministro dell'economia e delle finanze – di sostenere il rafforzamento della ripresa in una fase di notevole incertezza economica a livello internazionale» ed alla composizione qualitativa della manovra volta al conseguimento, nel 2017, di un indebitamento netto pari all'1,8 per cento del PIL;
   c) in particolare, approfondisca la Commissione V strategia e misure finalizzate Pag. 151ai «guadagni di competitività internazionale», che appaiono «necessari per incrementare le quote di mercato in modo tale da compensare – come si osserva in sede di Programma Nazionale di Riforma – l'insoddisfacente crescita del commercio mondiale nel breve periodo» e «per sostenere la crescita del prodotto nel medio e lungo termine», nonché strategia e misure conseguenti al riconoscimento del fatto che «per tornare ad una crescita economica più sostenuta è necessario – come ancora annota il Programma Nazionale di Riforma – che il rapporto fra investimenti e PIL, che ha raggiunto un minimo del 16,5 per cento nel 2015, risalga nei prossimi anni verso il 20 per cento, dove si situava nel periodo pre-crisi», sottolineando, intanto, l'utilità del più attento monitoraggio sia dei progetti di investimento presentati in sede europea in riferimento alla richiesta di applicazione della Clausola degli investimenti per 0,3 punti percentuali di PIL nel 2016, sia dell'effettivo impatto di un meno stringente approccio alla regola del pareggio di bilancio – previsto, per il 2016, con il superamento del Patto di Stabilità Interno, per enti locali e regioni – volto a consentire ai comuni «di sbloccare – ricorda il Programma di Stabilità – le disponibilità di cassa già disponibili, ma non spese proprio a causa dei vincoli posti dal PSI», nonché – come sottolineato anche dalla Commissione Europea nel Country Report 2016 per l'Italia – del nuovo piano industriale di Cassa Depositi e Prestiti per il periodo 2016-2020, volto al rilancio degli investimenti attraverso la mobilitazione di 117 miliardi di euro in favore di venture capital, innovazione, sviluppo e internazionalizzazione;
   d) conseguentemente, segnali la Commissione V al Governo la centralità delle azioni esposte in sede di Programma Nazionale di Riforma in merito: alla riforma organica della disciplina delle crisi di impresa e dell'insolvenza; alla riduzione della durata delle procedure concorsuali e dei tempi di recupero dei crediti anche come fattori concorrenti ad un più competitivo assetto del sistema bancario italiano; al monitoraggio ed all'implementazione del set di strumenti di finanza per la crescita utili al finanziamento delle MPMI, delle start-up, dell'innovazione tecnologica e della crescita dimensionale d'impresa, con particolare riferimento alle sinergie – nel quadro del «Piano Juncker» – tra Fondo centrale di garanzia per le PMI e Fondo europeo per gli investimenti (FEI), che si avvale del sostegno del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), nonché ai processi di riforma del sistema dei consorzi fidi e del suddetto Fondo centrale di garanzia; ad uno sviluppo complessivo del capitale umano, del Piano Nazionale di Ricerca 2015-2020 e dell'Agenda Digitale capace di cogliere (in particolare, attraverso il Piano Manifattura Italia) la sfida di «Industria 4.0»; alle prospettive del Piano straordinario per il made in Italy; al rilancio del turismo, «facendo leva sull'interdipendenza tra turismo e cultura, con strategie orientate a uno sviluppo sostenibile in termini sociali, economici e ambientali» e provvedendo tanto all'aggiornamento del Piano strategico di settore, quanto al rafforzamento di struttura organizzativa e funzioni dell'ENIT; agli impulsi pro-concorrenziali; allo sviluppo dei processi di riqualificazione ed innovazione urbana ed alla predisposizione del Piano Generale della Mobilità e della Logistica quale strumento ordinario di programmazione; all'attuazione della riforma della pubblica amministrazione e dell'Agenda per la semplificazione, nonché – a sostegno delle politiche infrastrutturali così come della legalità – della riforma del codice dei contratti di appalto e concessione; alla prospettiva di un compiuto Green Act come strumento per un approccio integrato alle questioni della fiscalità ambientale, dell'economia circolare, delle energie rinnovabili e della mobilità;
   e) sempre ai fini del rafforzamento della produttività e della competitività dell'attività d'impresa e della valorizzazione del lavoro, segnali la Commissione V al Governo l'opportunità che la costruzione di meccanismi incentivanti ed efficaci ai fini del rafforzamento quantitativo e qualitativo della contrattazione di secondo Pag. 152livello (aziendale e territoriale) muova dal confronto negoziale in materia tra le parti sociali e dal ruolo di governance generale e coordinata delle relazioni contrattuali esercitato dal livello nazionale della contrattazione collettiva;
   f) posto che – come osserva il Programma Nazionale di Riforma – «l'economia italiana nel suo insieme ha bisogno che il Mezzogiorno cambi passo e diventi un'area di crescita che interagisca positivamente con l'economia del resto del Paese», segnali la Commissione V al Governo l'urgenza dell'implementazione operativa del Masterplan per il Mezzogiorno: sul piano della governance, attraverso il completamento della programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei per il ciclo 2014-2020 e l'integrazione tra Patti per il Sud, contratti di sviluppo ed accordi di programma, nonché attraverso lo sviluppo del ruolo dell'Agenzia per la coesione territoriale, della Cabina di regia del Fondo Sviluppo e Coesione e del Piano di Rafforzamento Amministrativo di cui all'Obiettivo Tematico 11; sul piano delle politiche, attraverso il decollo di «progetti infrastrutturali decisivi – anche con l'apporto di imprese partecipate dallo Stato (Terna, Snam, FS, Anas) – per connettere il Mezzogiorno al resto del Paese, all'Europa ai mercati internazionali», nonché con l'applicazione della Strategia di Sviluppo Intelligente e – annota ancora il Programma Nazionale di Riforma – con «le iniziative partecipate da soggetti pubblici con logiche di mercato»; segnali altresì l'opportunità della continuità del meccanismo di sgravi contributivi per i nuovi assunti nell'area, anche attraverso il ricorso a risorse individuate in sede di Piano Azione Coesione;
   g) sul versante della revisione della spesa pubblica, segnali la Commissione V al Governo il rilievo degli snodi dell'integrazione della revisione della spesa nel ciclo di bilancio, della definizione dei fabbisogni standard e della presentazione dei piani di riassetto delle società di capitali partecipate da pubbliche amministrazioni, anche come occasione di messa a punto e sviluppo di processi aggregativi e di crescita dimensionale dei servizi pubblici locali; segnali altresì l'opportunità che l'avanzamento del Programma di razionalizzazione degli acquisti della PA (PAC) ed il potenziamento della funzione del bilancio di cassa siano anche occasione di miglioramento dei meccanismi e dei tempi di pagamento dei debiti della PA;
   h) sul versante fiscale, segnali la Commissione V al Governo il rilievo: dell'entrata in vigore, nel 2016, delle «nuove regole per definire una metodologia stabile e imparziale di rilevazione, calcolo e pubblicazione dei risultati delle strategie di contrasto all'evasione fiscale» e, in particolare, della stima del tax gap per tutte le principali imposte; dell'apprezzamento – pur nel contesto del riordino delle spese fiscali – delle finalità e del contributo reso alla crescita dai bonus in materia di ristrutturazione edilizia e di efficienza energetica; del riordino e della riduzione della tassazione degli immobili strumentali all'esercizio dell'attività d'impresa (anche in riferimento alla revisione dei valori catastali) e della remunerazione dei servizi di gestione dei rifiuti, ecosistemici ed ambientali; segnali, inoltre, l'opportunità della revisione: degli studi di settore in un'ottica di valorizzazione funzionale ad una rafforzata compliance, dell'approccio soltanto incrementale al credito d'imposta per ricerca ed innovazione, dei tempi di recupero dei crediti IVA maturati anche per effetto dei meccanismi del reverse charge e dello split payment;
   i) segnali la Commissione V al Governo il rilievo dei programmi di privatizzazioni di società a partecipazione pubblica e del programma straordinario di valorizzazione e dismissione degli immobili pubblici sia per un adeguato percorso di riduzione del rapporto debito pubblico/PIL, sia per l'apertura delle società al mercato e lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali, come testimoniato dai primi, positivi riscontri delle «iniziative raccolte sotto la denominazione di ‘Valore Paese’, un network – ricorda il Piano Nazionale di Riforma – di beni di particolare Pag. 153valore storico-artistico e paesaggistico, da riutilizzare a fini turistico-culturali e per lo sviluppo dei territori»;
   j) segnali la Commissione V al Governo il rilievo dell'impulso alle aggregazioni di rete e per cluster del tessuto delle MPMI e l'utilità di una conseguente valorizzazione delle previsioni della legge n. 180/2011 – con particolare riferimento al veicolo della Legge annuale per le micro, piccole e medie imprese – nonché la necessità del rafforzamento delle azioni di prevenzione e contrasto della contraffazione e dell’Italian sounding nel contesto complessivo dell'annunciato Piano nazionale anticontraffazione.

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ALLEGATO 2

Disciplina delle professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e di pedagogista. Testo unificato C. 2656 Iori e abb.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il testo unificato delle proposte di legge C. 2656 Iori e abbinata, recante: «Disciplina delle professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e di pedagogista», quale risultante dagli emendamenti approvati dalla Commissione di merito;
   sottolineato che il provvedimento è volto a disciplinare l'esercizio delle professioni di educatore socio-pedagogico e di pedagogista (nonché, per alcuni aspetti, la professione di educatore professionale socio-sanitario, nuova denominazione dell'attuale educatore professionale) stabilendo a questo fine che l'esercizio delle rispettive attività è consentito solo a chi sia in possesso delle relative qualifiche, attribuite all'esito del percorso di studi universitario specificamente indicato, abilitante per le sole figure di pedagogista e di educatore professionale socio-sanitario;
   evidenziata la previsione per cui i laureati nella classe delle lauree in scienze dell'educazione e della formazione possono svolgere attività professionale come formatore, istruttore o tutor nei servizi di formazione professionale e continua (pubblici, privati e del privato sociale), nelle imprese e nelle associazioni di categoria e considerato che la stessa può rappresentare una leva di miglioramento delle organizzazioni e, quindi, un ausilio allo sviluppo dell'innovazione in impresa;
   considerato, alla luce del capoverso precedente, essenziale prevedere un tirocinio professionale adeguato per l'educatore professionale socio-pedagogico e per il pedagogista, visto che secondo la normativa vigente si richiede un tirocinio pari a circa 1500 ore;
   osservato che, all'articolo 14, si prevede che le professioni di educatore professionale socio-pedagogico e di pedagogista rientrano fra le professioni non organizzate in ordini o collegi e valutato positivamente che queste figure siano inserite nel sistema di certificazione nazionale delle competenze per favorire la mobilità dei lavoratori e delle lavoratrici, l'incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, nonché la spendibilità delle certificazioni in ambito nazionale ed europeo,
  delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE.