CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 aprile 2016
625.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione
ALLEGATO

ALLEGATO

Indagine conoscitiva su «Verifica del numero e funzionamento degli attuali accordi di riammissione di migranti in essere con Paesi terzi e proposte di eventuali nuove intese bilaterali necessarie».

PROGRAMMA

  Il Comitato Schengen, nell'ambito delle proprie competenze disciplinate dalla normativa vigente, in particolare dall'articolo 37 della legge 30 luglio 2002, n. 189, ferme restando le competenze delle Commissioni permanenti delle Camere, intende svolgere una indagine conoscitiva per verificare numero e funzionamento degli attuali accordi di riammissione di migranti in essere con Paesi terzi e proposte di eventuali nuove intese bilaterali necessarie.
  I recenti flussi migratori che hanno interessato l'Italia dimostrano che interesse principale dei migranti è prevalentemente quello di raggiungere i propri familiari residenti nei Paesi del Nord Europa. Il Comitato intende approfondire le problematiche connesse alla conclusione di accordi di riammissione con i Paesi di provenienza dei migranti, anche in considerazione del fatto che un'efficace azione di contrasto all'immigrazione clandestina in Italia è stata realizzata in passato con la stipulazione di una serie di accordi bilaterali in materia di immigrazione. Con alcuni Paesi, e specificamente con quelli a più alta pressione migratoria, sono stati perfezionati pacchetti di intese di portata più ampia che prevedono non soltanto accordi di riammissione, ma anche intese di cooperazione di polizia, nonché accordi in materia di lavoro. Appare opportuno svolgere un approfondimento in tal senso, anche in riferimento all'impiego di lavoratori immigrati nei settori economici del Paese, alla luce delle recenti dinamiche migratorie che hanno interessato il territorio nazionale, con impiego di lavoratori stranieri nei settori dei servizi, dell'industria, in particolare manifatturiera e delle costruzioni, dell'agricoltura e del lavoro domestico.
  In questo senso, il Comitato ritiene che per il futuro gli accordi economici e commerciali conclusi dall'Europa contengano anche clausole inerenti la sfera dei diritti umani, civili e politici e la realtà sociale delle persone nei Paesi di provenienza dei flussi migratori. In alcuni dei Paesi di provenienza, d'altra parte, la situazione politica non consente, ad oggi, un controllo del territorio, né può garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti. Secondo quanto risulta al Comitato, ciò renderebbe impraticabile, allo stato attuale, ogni ipotesi di collaborazione migratoria finalizzata al rimpatrio dei migranti verso tale Paese. In tal senso, il parametro della sicurezza della popolazione risulta connesso alla stabilità politica, in quanto entrambi sono elementi fondamentali per una gestione razionale, sostenibile e rispettosa dei diritti umani nell'ambito dei fenomeni migratori.
  Alla luce di tali evidenze, con la presente indagine il Comitato Schengen intende approfondire la conoscenza delle misure poste in essere dall'Unione europea per la conclusione con diversi partner dell'area mediterranea di partenariati di mobilità e sicurezza, dichiarazioni politiche quadro su tutti i temi della cooperazione in materia migratoria e di asilo, che prevedono, tra l'altro, la conclusione di Pag. 95accordi di riammissione con i Paesi dell'Africa e del Medio e Estremo Oriente. È interesse inoltre del Comitato conoscere eventuali processi di sviluppo di centri per migranti in Nord Africa, finalizzati a facilitare lo screening e le operazioni di ritorno volontario dei migranti economici, così come l'identificazione di persone che hanno bisogno di aiuto, anche attraverso la possibilità di allestire campi gestiti dalle organizzazioni internazionali, come per esempio OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni) e UNHCR (Agenzia dell'ONU per i rifugiati), per fornire adeguate garanzie sulla qualità della vita in questi centri. A questo riguardo, il Comitato intende approfondire la conoscenza di tali realtà, anche in chiave comparativa con il sistema delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, vigente nel nostro Paese.
  Nell'ambito dell'indagine il Comitato intende pertanto procedere all'audizione di:
   Ministri e altri rappresentanti del Governo competenti in materia (Interno, Affari esteri, politiche dell'Unione europea, Lavoro e politiche sociali, e così via);
   rappresentanti diplomatici dell'Italia in Paesi stranieri e di Paesi stranieri in Italia;
   esponenti di organismi internazionali ed europei (Commissione europea, Parlamento europeo, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Consiglio di amministrazione di Europol, Agenzia europea per i diritti fondamentali, e così via) e rappresentanti di amministrazioni di altri Paesi esperti del settore;
   rappresentanti di regioni, province e enti locali;
   prefetti e rappresentanti delle Commissioni territoriali nazionali, delle Forze dell'ordine e delle Forze Armate;
   rappresentanti di associazioni di lavoratori e imprenditori, nonché di immigrati e di organizzazioni non governative del settore;
   esperti e altri rappresentanti di istituzioni e organismi interessati alle tematiche dell'immigrazione e del lavoro.

  Il Comitato si riserva di partecipare con proprie delegazioni a convegni e seminari su tematiche oggetto dell'indagine, nonché di svolgere missioni ove ritenute necessarie: tali iniziative saranno sottoposte caso per caso alla prescritta autorizzazione dei Presidenti delle Camere.
  L'indagine dovrà concludersi entro il 31 marzo 2017.