CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 aprile 2016
624.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2015. Doc. LXXXVII, n. 4.

PARERE APPROVATO

  La X Commissione,
   esaminata, per le parti di propria competenza, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2015 (Doc. LXXXVII, n. 4);
    considerato che successivamente all'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che ha inteso valorizzare il contributo dei Parlamenti nel processo decisionale europeo, sia con riferimento al ruolo centrale di colegislatore assunto in via ordinaria dal Parlamento europeo, sia relativamente alla partecipazione dei Parlamenti nazionali ai quali gli atti europei vengono sistematicamente inviati ai fini della valutazione del rispetto del principio di sussidiarietà e per un esame nel merito, la Camera dei deputati ha intensificato l'attività in materia europea;
    sottolineato che la Commissione Attività produttive, nella consapevolezza della crescente incidenza delle politiche e delle proposte legislative delle istituzioni europee negli ordinamenti nazionali, ha sistematicamente esaminato le iniziative più significative adottate dalla Commissione europea nelle materie di sua competenza;
    rilevato che nel 2015 la X Commissione ha approvato nelle materie di propria competenza quattro documenti conclusivi: il Doc. XVIII, n. 22, sulla Strategia europea per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo; il Doc. XVIII, n. 23 , sulle Comunicazioni in materia di rinascita industriale e di prospettive per il mercato interno dei prodotti industriali; il Doc. XVIII, n. 24, approvato congiuntamente all'VIII Commissione Ambiente, sulle Comunicazioni relative al «Pacchetto Unione dell'energia»; il Doc. XVIII, n. 27, sulle Comunicazioni relative a un «new deal» per i consumatori di energia e all'avvio del processo di consultazione pubblica sul nuovo assetto del mercato dell'energia;
    osservato che i documenti conclusivi approvati recano indirizzi al Governo con riferimento ai negoziati da svolgere a Bruxelles;
    sottolineato che i medesimi documenti conclusivi sono contestualmente trasmessi alle istituzioni europee e alla Commissione europea che, attraverso il cosiddetto dialogo politico, si è impegnata a fornire regolare risposta ai documenti approvati dai Parlamenti nazionali;
    richiamato l'articolo 7, comma 1, della legge n. 234 del 2012, il quale prevede che i competenti organi parlamentari possano adottare atti di indirizzo al Governo sulle iniziative delle istituzioni europee e impegna il Governo a assicurare che la posizione rappresentata dall'Italia sia coerente con gli indirizzi delle Camere;
    sottolineato infine che l'articolo 7, comma 2, della legge n. 234 del 2012 prevede che nel caso in cui il Governo non abbia potuto attenersi agli indirizzi delle Camere, il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro competente riferisce tempestivamente ai competenti organi parlamentari, fornendo le adeguate motivazioni della posizione assunta,

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  delibera di esprimere:

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:

allo scopo di valorizzare il ruolo dei Parlamenti nazionali nei processi decisionali europei, in coerenza con le previsioni del Trattato di Lisbona e tenuto conto della disponibilità manifestata dalla Commissione europea con il cosiddetto dialogo politico, è necessario che il Governo dia piena e coerente attuazione all'articolo 7 della legge n. 234 del 2012.

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ALLEGATO 2

5-08183 Rocchi: Impatto del costo dell'energia sulla tenuta dei sistemi industriali di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli Onorevoli interroganti segnalano gli elementi di criticità legati alle aree di crisi comprese nella provincia di Livorno con particolare riguardo alla situazione del polo industriale della Solvay di Rosignano.
  Il sito oggi gode di una fornitura di vapore dalla vicina centrale cogenerativa Rosen, che a sua volta gode di una tariffa particolarmente agevolata derivante dal cosidetto regime CIP 6. Poiché è previsto che tale regime abbia termine nel 2017, gli onorevoli interroganti chiedono al Governo di sapere quali iniziative possano essere adottate per consentire la competitività del polo.
  Al riguardo faccio presente che numerosi incontri si sono svolti presso il Ministero dello Sviluppo economico e particolare attenzione è stata data alle tematiche legate ai costi energetici, anche avviando un confronto con i rappresentanti della Solvay sulle soluzioni tecniche più idonee e sui nuovi investimenti necessari per consolidare la competitività del sito, anche dopo la scadenza del regime agevolato.
  Sono state valutate varie ipotesi di investimento presentate dalla società e discussi gli strumenti che, all'interno del quadro normativo e regolatorio esistente, consentono di valorizzare i progetti che vadano nella direzione dell'efficienza energetica e del miglioramento ambientale.
  Oltre a questo, come auspicato anche dagli Interroganti, il Ministero ha messo al corrente l'azienda di nuove misure di carattere generale sul fronte dell'approvvigionamento del gas. Tali misure consentiranno di ridurre il costo del servizio per i clienti industriali. Si tratta della nuova procedura per l'offerta del servizio integrato di rigassificazione e stoccaggio gas naturale.
  Il confronto è quindi attivo, con la partecipazione costante e propositiva anche della Regione, e l'obiettivo del Governo è proprio quello della salvaguardia e del rilancio della competitività del sito, mettendo a disposizione tutti gli strumenti utili, nell'ambito delle regole europee in materia di aiuti di Stato.

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ALLEGATO 3

5-08286 Taranto: Riforma del fondo di garanzia per le PMI.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riguardo al Fondo di garanzia per le PMI evidenzio che dalla data di avvio della sua operatività (gennaio 2000), il Fondo ha assunto una importanza via via crescente. Ma è soprattutto negli ultimi anni, segnati da una forte contrazione del credito bancario, che il Fondo ha assunto un ruolo fondamentale a supporto del sistema produttivo, consentendo l'accesso al credito a migliaia di PMI.
  Ovviamente, la dinamica espansiva del Fondo (solo nel 2015, sono state rilasciate più di 102 mila nuove garanzie) ha determinato un sempre maggiore assorbimento di risorse pubbliche necessarie per assicurare il funzionamento dello strumento.
  Ciò premesso, il processo di riforma del Fondo nasce dalla necessità di perseguire una duplice finalità: aumentare l'efficacia e l'efficienza dello strumento e rendere, al contempo, il fabbisogno finanziario necessario per il suo funzionamento compatibile con gli equilibri della finanza pubblica.
  Il perno attorno al quale tale riforma ruota è rappresentato dall'introduzione di un modello di rating interno del Fondo ai fini della valutazione del merito creditizio delle imprese, che sostituirà l'attuale sistema di valutazione economico-finanziaria basato sull'utilizzo del credit scoring.
  L'adozione del modello di rating consentirà una stima accurata della rischiosità delle imprese. La conoscenza della rischiosità dell'imprenditore permetterà al Ministero dello Sviluppo Economico di rendere più selettivi, mirati ed efficaci gli interventi del Fondo, attraverso un'articolazione delle coperture che preveda misure via via crescenti all'aumentare della rischiosità dell'impresa.
  Ciò consente una maggiore focalizzazione del sostegno pubblico in favore delle imprese rischiose che presentano un reale bisogno di sostegno da parte dello Stato.
  Al contempo, la conoscenza del grado di rischio delle imprese, consentirà al Gestore del Fondo di effettuare accantonamenti prudenziali a fronte delle garanzie rilasciate calibrati in funzione dei rischi effettivamente assunti dal Fondo.
  Gli altri obiettivi della riforma – strettamente connessi, come detto, al passaggio dall'attuale sistema di valutazione al modello di rating del Fondo – sono:
   la creazione di più ampi margini per interventi di altre Amministrazioni e altre istituzioni di sviluppo con lo scopo di finanziare operazioni realmente addizionali;
   riorientamento del Fondo verso le operazioni finanziarie a medio-lungo termine e gli investimenti;
   rendere «neutro» – come correttamente osservato dall'Onorevole interrogante – l'intervento del Fondo rispetto alla tipologia di soggetto richiedente (banca o confidi) e riequilibrando, dunque, il trattamento tra «garanzia diretta» e «controgaranzia» che, durante la crisi, sotto la morsa del credit crunch, si era effettivamente perso.

  Il processo di riforma del Fondo è in fase avanzata. In questi giorni, si stanno chiudendo i test del modello, condotti al fine di confrontare, su medesimi gruppi di imprese, il comportamento del modello di rating del Fondo con quello dei modelli di Pag. 134rating interni di un gruppo di banche che si sono offerte di collaborare.
  Chiusi i test, saranno adottati i provvedimenti amministrativi necessari all'introduzione del nuovo modello di valutazione.
  Per ciò che attiene, invece, il contratto di riassicurazione recentemente sottoscritto dal Fondo con il FEI, esso è finalizzato a trasferire al FEI una quota (50 per cento) del rischio assunto dal Fondo sul portafoglio di controgaranzie concesse nel corso del 2016.
  È importante precisare che la riassicurazione del FEI è prestata dal Fondo a titolo gratuito.
  Il Governo assicura la propria disponibilità a fornire al Parlamento ulteriori elementi che dovessero essere utili al riguardo.