CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 aprile 2016
622.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-08205 Gnecchi: Applicazione delle disposizioni dell'articolo 1, comma 40, della legge n. 335 del 1995, in materia di accredito di contributi figurativi per periodi di educazione e assistenza dei figli e per maternità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'atto parlamentare degli onorevoli Gnecchi ed altri si chiede di conoscere quante siano le lavoratrici madri che abbiano beneficiato dei periodi di accredito figurativo di cui all'articolo 1, comma 40, lettere a), b), e c), della legge n. 335 del 1995, relativamente ai trattamenti pensionistici liquidati esclusivamente sulla base del sistema contributivo per il periodo dal 1o gennaio 1996, al 31 dicembre 2015.
  Al riguardo l'INPS – espressamente interpellato dal Ministero che rappresento – ha comunicato che nessuna lavoratrice madre si è avvalsa del beneficio dell'accredito contributivo di cui all'articolo 1, comma 40, lettera c), della legge n. 335 del 1995.
  Per quanto concerne, invece, le lettere a) e b) della medesima disposizione normativa, l'INPS ha accertato che:
   con riferimento alla gestione pubblica, 4.229 sono le posizioni assicurative che hanno beneficiato dell'accredito figurativo, di cui 3.993 riguardano la lettera a) e 236 la lettera b);
   con riferimento invece alla gestione privata, solo sette posizioni assicurative hanno beneficiato di periodi con contribuzione figurativa assimilabile agli accrediti previsti dalla legge n. 335 del 1995.

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ALLEGATO 2

5-08249 Chimienti: Salvaguardia occupazionale dei lavoratori dello stabilimento di Villanova Monferrato della società Bistefani Gruppo Dolciario Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare degli onorevoli Chimienti ed altri – inerente alla situazione occupazionale e produttiva dello stabilimento Bistefani di Villanova Monferrato (AL) – faccio presente quanto segue.
  L'impresa Bistefani Gruppo Dolciario spa – avente sede legale e produttiva in Villanova Monferrato (AL) – ha rappresentato una delle più importanti realtà industriali italiane del settore dolciario.
  Nel febbraio 2013, l'impresa è stata acquisita dalla Bauli spa, impresa veronese leader a livello mondiale nella produzione e vendita di prodotti da forno.
  Nello scorso mese di marzo – nel corso di un incontro con le rappresentanze sindacali dei lavoratori – i vertici aziendali della Bauli spa hanno manifestato l'intenzione di trasferire la produzione dello stabilimento di Villanova Monferrato presso il sito di Castel d'Azzano (VR).
  Le ragioni addotte dall'impresa si sostanziano negli elevati costi di gestione dello stabilimento di Villanova Monferrato rispetto ai volumi di produzione con conseguente necessità di un raddoppio della produzione stessa, tuttavia non ritenuto possibile a causa dei limiti intrinseci delle tecnologie presenti nonché delle attuali condizioni di mercato.
  I vertici aziendali hanno altresì reso noto di aver investito nello stabilimento di Villanova Monserrato circa 18 milioni di euro per il rilancio della produzione senza tuttavia aver ottenuto risultati soddisfacenti. Da qui, la necessità per Bauli spa di intraprendere un più ampio piano di razionalizzazione e riorganizzazione dei propri siti produttivi in Italia (ricordo, infatti che la Bauli spa oltre al marchi Bistefani Gruppo Dolciario spa, detiene anche i marchi Doria, Alemagna e Motta.
  La Bauli spa offerto ai dipendenti dello stabilimento di Villanova Monferrato – pari a 115 unità lavorative – il mantenimento dei rapporti di lavoro in essere a condizione che gli stessi accettino il trasferimento presso lo stabilimento di Castel d'Azzano (VR). In proposito, la Bauli spa si è impegnata ad offrire un sostegno economico al trasferimento per un importo pari a mille euro lordi mensili, per 12 mesi, nonché un supporto logistico per la ricerca degli alloggi dei dipendenti trasferiti.
  L'impresa, inoltre, avendo preso atto di alcune indisponibilità al trasferimento, ha manifestato la disponibilità ad aprire una procedura di mobilità incentivata per tutti i 115 lavoratori, proponendo un incentivo all'esodo pari a 14 mensilità in aggiunta all'indennità di mobilità. La Bauli spa, inoltre, ha manifestato l'intenzione di estendere la procedura di esodo incentivato anche a quei lavoratori che, inizialmente trasferitisi, ritenessero di non poter proseguire l'esperienza lavorativa nello stabilimento di Verona.
  Lo scorso 1o aprile, presso la sede Confindustria di Alessandria, si è tenuto un nuovo incontro tra l'impresa e le Pag. 202organizzazioni sindacali dei lavoratori nel corso del quale le Parti hanno valutato possibili opzioni per il raggiungimento di una soluzione condivisa. Informo al riguardo che un prossimo incontro è fissato proprio in data odierna.
  Ciò posto, faccio presente che il Ministero dello sviluppo economico – espressamente interpellato per la parte di competenza – ha reso noto di essere a conoscenza della situazione dello stabilimento di Villanova Monferrato e che attualmente sono in corso – presso i propri uffici – approfondimenti ai fini dell'attivazione di un tavolo di confronto tra le Parti.
  Da ultimo, nel rilevare che, allo stato, le Parti sociali non hanno richiesto all'Amministrazione che rappresento alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale dello stabilimento di Villanova Monferrato, posso comunque assicurare che il Ministero del lavoro continuerà a monitorare i futuri sviluppi della vicenda, anche nella eventuale prospettiva di esaminarne le principali criticità.

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ALLEGATO 3

5-08275 Damiano: Tutela dei diritti dei lavoratori poligrafici impiegati nelle attività produttive dei quotidiani «Il Messaggero», «Il Mattino» e «Il Gazzettino», oggetto di trasferimento di ramo di azienda.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli onorevoli interroganti – con il presente atto parlamentare – pongono l'attenzione del Governo la situazione dei lavoratori del gruppo editoriale Caltagirone.
  Il gruppo Caltagirone ha avviato un progetto di modernizzazione di alcune attività volto a caratterizzare le testate giornalistiche dei quotidiani «Il Mattino» ed «Il Messaggero» e «Il Gazzettino» per tipo di attività: prestampa e stampa; amministrazione e servizi. Tale progetto, dopo essere stato approvato dalle assemblee delle società interessate, è stato reso operativo secondo tempi e modalità previste dalla legge. Il progetto intende semplificare la struttura organizzativa del gruppo che, cresciuto negli anni anche attraverso acquisizioni, è oggi composto da molte società aventi nella sostanza un medesimo scopo sociale e attività simili. Tale modello organizzativo è ritenuto dal gruppo insostenibile e incompatibile con le attuali dimensioni delle società interessate nonché con le presenti e future condizioni del mercato.
  In particolare, mediante distinte procedure di trasferimento di ramo d'azienda:
   «Il Messaggero» ha trasferito i settori prestampa-stampa e amministrazione-servizi in due rispettive società: Stampa Roma 2015 e Servizi Italia 15;
   «Il Mattino» ha compiuto identica operazione in Stampa Napoli 2015 e in Servizi Italia 15;
   «Il Gazzettino» ha trasferito il solo settore servizi (essendo prestampa-stampa già affidate ad altra società) alla citata società Servizi Italia 15.

  Il progetto coinvolge:
   62 lavoratori, di cui due dirigenti, trasferiti a Stampa Roma 2015;
   26 lavoratori, di cui due dirigenti, trasferiti a Stampa Napoli 2015;
   78 lavoratori, di cui tre dirigenti, trasferiti a Servizi Italia 15.

  Preciso che non ci sono stati licenziamenti e le sedi di lavoro sono rimaste invariate.
  Per quanto riguarda i contratti collettivi nazionali di lavoro applicati, le società Stampa Roma 2015 e Stampa Napoli 2015 manterranno il contratto collettivo nazionale di lavoro poligrafico. La società Servizi Italia 15, aderente a Confcommercio, ha adottato, invece, il contratto collettivo nazionale di lavoro del terziario. Per questo motivo è stato già avviato con le Organizzazioni sindacali del terziario un tavolo di armonizzazione dei trattamenti economici e normativi dei lavoratori interessati. Mi riferisco in particolare: all'inquadramento contrattuale, al trattamento retributivo, agli scatti di anzianità, all'orario lavoro, alle ferie ed ai permessi, ai fondi di previdenza complementare e sanitaria, ai ticket restaurant. Informo al riguardo che il prossimo incontro è fissato per giorno 11 aprile.
  Per quanto concerne i licenziamenti operati dal quotidiano «Il Mattino» – di cui si fa menzione nel presente atto –, la Pag. 204Direzione territoriale del lavoro di Napoli non ha rilevato, dalla documentazione esaminata, nessuna correlazione tra essi ed il progetto poc'anzi illustrato. Tali licenziamenti, infatti, vanno collocati nel contesto di un processo di riorganizzazione aziendale avviato alcuni anni addietro che ha determinato, tra l'altro, l'affidamento esclusivo a terzi delle attività relative ai sistemi informativi. Tali processi riorganizzativi, si sono resi indispensabili per la grave situazione di crisi economico-finanziaria che da anni interessa «Il Mattino» nonché l'intero settore dell'editoria. Il Mattino ha dunque licenziato – per giustificato motivo oggettivo consistente nella soppressione del posto di lavoro – tre addetti ai sistemi informativi impiegati presso la sede di Napoli.
  Tali licenziamenti sono stati adottati nel pieno rispetto della procedura prevista dalla legge n. 604 del 1966 come modificata dalla cosiddetta «Legge Fornero». Preciso che i licenziamenti sono stati preceduti da diversi incontri sindacale anche a livello nazionale. Ricordo, inoltre, che i lavoratori hanno impugnato tali licenziamenti e, pertanto, sarà il giudice del lavoro a pronunciarsi in merito ad essi.
  Faccio presente, inoltre, che il Ministero che rappresento, con il decreto n. 91015 del 15 luglio 2015, ha concesso il trattamento di integrazione salariale per riorganizzazione aziendale dovuta a crisi aziendale per un massimo di 35 giornalisti professionisti de «Il Messaggero», relativamente al periodo dal 10 novembre 2014 al 9 novembre 2015. La società ha, inoltre, presentato istanza per il secondo anno di trattamento, dal 10 novembre 2015 al 9 maggio 2016, che è attualmente in fase istruttoria.
  E ancora, con il decreto n. 91794 del 10 settembre 2015, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha concesso il trattamento di integrazione salariale a seguito della stipula di un contratto di solidarietà in favore di 78 lavoratori de «Il Mattino» e relativamente al periodo al 1o aprile 2015 al 31 marzo 2016.
  Infine, con i decreti n. 91016 e n. 94829, il Ministero che rappresento ha concesso il trattamento di integrazione salariale per riorganizzazione aziendale dovuta presenza di crisi aziendale per un massimo di 103 giornalisti professionisti de «Il Gazzettino» relativamente al periodo dal 15 gennaio 2015 al 14 gennaio 2016. La società ha, inoltre, presentato istanza per il secondo anno di trattamento dal 15 gennaio 2016 al 14 gennaio 2017, che è attualmente in fase istruttoria.
  Il Dipartimento dell'editoria e dell'informazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha reso noto che le testate del gruppo Caltagirone hanno usufruito dei contributi pubblici diretti, previsti per le imprese editoriali, dal 1981 al 1989. Più di recente il medesimo gruppo ha usufruito di alcune misure indirette di sostegno pubblico volte a facilitare le ristrutturazioni aziendali rese necessarie nell'attuale contesto di crisi del mercato editoriale. Tale Dipartimento ha chiarito, altresì, che la propria attività si esaurisce nella verifica del possesso dei requisiti previsti dalla legge ai fini dell'erogazione delle provvidenze e, pertanto, non può entrare nel merito delle strategie aziendali o nella gestione dei rapporti di lavoro instaurati con i lavoratori.
  Da ultimo, nel rilevare che, ad oggi, non è stato richiesto dalle parti interessate alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale sono comunque in condizione di assicurare la disponibilità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali a monitorare i futuri sviluppi della vicenda anche nella eventuale prospettiva di esaminarne le principali criticità, tenuto conto degli strumenti di tutela finora attivati.