CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 marzo 2016
617.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Istituzione della Giornata nazionale delle vittime civili di guerra (C. 1623 Burtone).

EMENDAMENTI DELLA RELATRICE

ART. 4.

  Al comma 1, dopo le parole: «scuole di ogni ordine e grado» aggiungere le seguenti: «, senza oneri a carico del proprio bilancio».
4. 1. La Relatrice.
(Approvato)

ART. 5.

  Sostituirlo con il seguente:
  «1. All'attuazione delle disposizioni della presente legge le amministrazioni interessate provvedono con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».
5. 1. La Relatrice.
(Approvato)

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ALLEGATO 2

Sulla missione svolta dal vicepresidente Massimo Artini il 14 e 15 marzo 2016 ad Amsterdam per partecipare al Seminario europeo «La dimensione parlamentare della cooperazione nel settore della difesa».

RELAZIONE DEL VICEPRESIDENTE MASSIMO ARTINI

SESSIONE I

LA STRATEGIA GLOBALE, PSDC E LA DIMENSIONE PARLAMENTARE

Angelien Eijsink. Presidente della Commissione Affari esteri Camera dei rappresentanti olandese.

  Ha aperto i lavori premettendo che l'opinione degli speakers invitati e di tutti i presenti è sicuramente almeno tanto importante quanto quella dei governi, che in materia di difesa troppo spesso non hanno mantenuto le promesse fatte. Ecco perché i Parlamenti nazionali possono e devono offrire un contributo concreto in un ambito che sposta sempre di più anche il loro interesse oltre i confini tradizionali.
  I punti sui quali propone di svolgere la riflessione della prima sessione:
   Basta parole, suggerimenti concreti. Es: risposta rapida, meccanismo che deve funzionare;
   Evoluzione e rafforzamento dei contatti tra le Commissioni competenti in materia di difesa;
   Cooperazione nella difesa transfrontaliera;
   Modelli parlamentari per piccoli clusters e difesa reciproca;
   Contributo concreto del seminario da sottoporre all'attenzione della prossima riunione della Conferenza PESC-PSDC.

  Occorre, quindi in primo luogo, rispondere al seguente quesito: «Perché se il ruolo dei parlamenti è così importante finora è stato negato?».

Alfredo Conte. Capo Planning strategico del SEAE.

  La cornice entro la quale svolgere il ragionamento è la Strategia globale (Comprehensive) perché il contesto geopolitico è cambiato e la politica di vicinato è centrale.
  Occorre mettere a disposizione tutti gli strumenti che la Commissione europea ha già al fine di tradurre una visione già esistente in una strategia.
  Direzione e azione sono necessarie poiché la Strategia per sé non è immediatamente operativa Non si tratta di una strategia di sicurezza in senso stretto, ma di una visione per la sicurezza e la difesa nei prossimi 5-7 anni.
  Il primo interesse da difendere è la sicurezza dei cittadini e ciò non può prescindere dalla difesa dei valori stessi dell'Unione europea. Si tratta di un punto sul quale l'A.R. è molto chiara.
  L'obiettivo è mettere insieme e coordinare tutti gli elementi esistenti; l'Unione europea può guadagnare molta credibilità. A tal fine è necessario un coordinamento tra tutte le politiche che sono collegate alla sicurezza, quindi anche la difesa, anche se ovviamente le capacità restano nazionali.
  È necessaria una visione dinamica: sviluppo sempre maggiore del «capacity building», aiuti umanitari, cooperazione allo sviluppo.Pag. 45
  Parlamenti possono avere un ruolo fondamentale nel comunicare con i cittadini e aiutarli a superare le divisioni tra comunità differenti (dimensioni interna ed esterna).
  Quanto all'A.R. e al suo rapporto con le istituzioni europee, sono regolari sia con il Parlamento europeo sia con i Parlamenti nazionali, la parte più difficile è convincere coloro che sono fuori dal settore.

Jaap de Hoop Scheffer. Professore Università di Leiden, Presidente del Consiglio affari internazionali olandese.

  L'Unione europea deve assumersi maggiori responsabilità, ma non è affatto pronta.
  Si potrebbe parlare di «Battlegroups fantasma» e al contempo dell’«era dei cittadini arrabbiati» («The age of the angry citizens») ed è evidente che ciò rende tutto più difficile.
  Si è verificata negli ultimi anni una «vacanza geopolitica». Ci vogliono le risorse finanziarie per la difesa ma occorre prioritariamente «Difendere la difesa»: coloro che si occupano di difesa, in particolare i parlamentari, la devono difendere da tutti.
  Esiste però un dilemma di fondo: più cooperazione significa più efficienza, ma i governi vogliono autonomia decisionale. Così come a livello parlamentare, i singoli Stati membri non sono disponibili a compromessi quando si tratta di decidere l'invio di giovani soldati.
  Cosa fare, dunque:
   1) Rafforzare PSDC e darle una struttura più forte;
   2) Un semestre – tipo quello economico – con la presenza ovviamente dell'A.R. e rappresentanti delle istituzioni (Agenzia europea di difesa, SEAE, e PE) dove UE e governi spiegano cosa hanno fatto nel settore della difesa. I tagli alla difesa sono fatti in modo disastroso.
   3) ES. Mali: L'Unione europea deve essere autonoma a decidere cosa fare;
   4) Aumentare il consenso;
   5) Controllo dei Parlamenti nazionali importante per la legittimità; in questo ruolo le posizioni sono sempre troppo vicino ai governi (Afghanistan ecc.). Il controllo perde efficacia;
   6) Cooperazione dei Parlamenti nazionali: i parlamentari devono incontrarsi più spesso rafforzando la cooperazione già esistente.

Gay Verhofstadt. Parlamento europeo. Ex primo ministro belga.

  Il punto di partenza è la posizione degli Usa dopo Obama. In Libia, in Siria la risposta non può che essere europea. L'UE deve organizzare la sua propria difesa, pertanto è necessaria una comunità europea della difesa.
  Non concorda sul fatto che i cittadini siano arrabbiati sulla difesa, anzi sono consapevoli che sia una priorità – persino in GB – il problema è l'atteggiamento dei governi.
  In nome dell'Europa ci sono paesi che vanno avanti da soli (come la Francia in Mali).
  Occorre una pianificazione delle capacità (European Headquarters) perché vi sia un leasing role reale.
  Per superare la situazione di stallo e diventare più responsabili c’è bisogno di una vera difesa europea e l'argomento sarà sicuramente all'ordine del giorno nell'ambito delle proposte di riforma dei trattati. C’è l'occasione dell'anniversario della firma l'anno prossimo; c’è il dibattito sulla BR exit, che offre l'occasione di riflettere su questi temi.
  Rispetto all'interrogativo: «più risorse o più cooperazione?» Certamente il budget non è così basso, quindi è più importante rafforzare la cooperazione che peraltro serve a «spiegare» le necessità in termini di risorse finanziarie.
  Infine, sollecita una riflessione: avremmo mai avuto un mercato interno europeo se avessimo lavorato solo con accordi bilaterali?Pag. 46
  Le idee devono essere condivise da tutti gli Stati membri dell'UE.
  In UE solo Francia e Gran Bretagna hanno la risposta più pronta militarmente.
  Occorre una risposta istituzionale forte.

Jolyon Howorth. Università di Bath, Università di Yale.

  Il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali accresce legittimità, ma potrebbe fare perdere l'efficacia con la perdita di rapidità. È significativo che gli ambiti attualmente più importanti dai punto di vista politico, l'area economica, la difesa, le frontiere, siano tutte in crisi.
  La cooperazione nell'ambito della difesa non è un'opzione, ma una necessità ed anche un'urgenza e sulla PSDC non c’è ancora stato un dibattito approfondito e serio. Il problema è la totale ignoranza su certi argomenti. Concorda che il budget non è poco e che la soluzione militare non è la panacea.
  I Parlamenti nazionali possono aiutare ad avviare una politica transeuropea nell'ambito delle politiche europee.
  I cittadini non ne hanno mai sentito parlare con chiarezza ed è compito dei parlamentari nazionali portare a conoscenza dei cittadini i temi della difesa.
  Attualmente ci sono 22 istituzioni che si occupano di difesa, non ne servono altre.
  Sono seguiti solo due interventi dalla platea che hanno riguardato il fatto che i Parlamenti nazionali non siano davvero pronti ad intervenire nella pratica anche militarmente (Danjean) e la carenza di una visione politica che, anche nell'ipotesi di volere superare la visione federalista, non l'ha sostituita. Non c’è un'altra prospettiva (Mauro).
  In chiusura della sessione Angelien Eijsink (Presidente della Commissione Affari esteri Camera dei rappresentanti olandese) ha sollecitato la riflessione dei presenti, anche in vista delle successive sessioni del seminario di domani, sui temi emersi:
   1) Difendere la difesa in Parlamento;
   2) Incontri sui progressi fatti;
   3) La sicurezza richiede investimenti maggiori;
   4) Esercizio parlamentare sui Battlegroups.

SESSIONE II

RAFFORZARE LA COOPERAZIONE DEL SETTORE DELLA DIFESA, RAFFORZARE IL COINVOLGIMENTO PARLAMENTARE?

Jo Coelmont, Belgium Royal Institute of international relations.

  La nuova Strategia europea nell'ambito della difesa deve puntare ad un reale bilanciamento dei poteri in un quadro geopolitico che vede nuove frontiere.
  Dopo la Guerra fredda l'UE ha immaginato una società post-moderna basata essenzialmente su solidi rapporti economici e dal punto di vista delle capacità militari c'erano minacce comunemente individuate da affrontare secondo il pooling and sharing.
  Attualmente, per restare attore mondiale l'Unione europea deve puntare all'equilibrio dei poteri e avere alleanze solide e durevoli con tutti gli altri attori mondiali.
  La minaccia più forte è perdere i suoi tradizionali alleati, NATO e USA.
  L'Ue in alcune sfide sarà sola e l'opinione pubblica è fondamentale. La difesa europea deve essere parte della narrativa europea. I Parlamenti nazionali e il Parlamento europeo, Commissione Difesa del Parlamento europeo e le Commissioni dei Parlamenti nazionali specializzate in materia devono essere coinvolti soprattutto quando si parla di operazioni potenziali.
  Sono necessari incontri dedicati allo stato della difesa europea e i presidenti dei Parlamenti nazionali dovrebbero essere parte di questo dialogo strutturato.

Arnaud Danjean Parlamento europeo.

  Il ruolo del Parlamento europeo è importante, la maggiore conoscenza da parte Pag. 47dei Parlamenti nazionali anche, ma la responsabilità finale è degli Stati perché si impiegano risorse umane.
  Purtroppo anche a livello nazionale il livello di expertise è molto modesto.
  Prima di invocare la creazione di una Commissione Difesa autonoma dalla Commissione Affari esteri del Parlamento europeo sostenuta peraltro dall'oratore anche in passato – è necessario chiarire quali obiettivi concreti si devono perseguire.
  Il Parlamento europeo approva un report annuale sulla PSDC, che in passato era approvato all'unanimità. Ora questo non accade più perché vi è una frammentazione netta su questi temi tra le famiglie politiche. Ciò è significativo.
  Serve un nuovo formato, più flessibile: visite sul campo delle operazioni.
  È necessario che i Parlamenti nazionali acquistino la conoscenza per poter essere coinvolti maggiormente. Naturalmente questo mette in campo i rapporti con i Governi: dibattito, planning.
  Al centro del dibattito, almeno al Parlamento europeo vi sono temi quali: la giustificazione dell'intervento militare, come rafforzare la difesa europea in modo che non venga attaccata o sfruttata dall'esterno.
  Per quanto riguarda il modo in cui rafforzare la cooperazione, sottolinea – ad esempio – l'opportunità di effettuare missioni che coinvolgano i parlamentari del nord e sud Europa presso gli hotspots. Solo attraverso la consapevolezza delle minacce comuni, che i parlamentari devono comunicare all'opinione pubblica dei loro paesi, si può progredire in tale ambito.

David Hobbs. Segretario generale dell'Assemblea parlamentare Nato.

  I Parlamenti nazionali devono essere coinvolti nel processo decisionale.
  Approccio collettivo: non si può separare la capacità dalle risorse.
  L'uso efficace delle risorse è un issue collettivo.
  UE potrebbe avere una comprehensive strategy vera anche attraverso; Capacity Building and diplomacy.
  Ottima relazione con il Parlamento europeo che partecipa attivamente a sessioni.
«Peer pressure» molto importante:

Fred Teeven Presidente Commissione affari esteri parlamento olandese e membro Commissione difesa.

  Come affermato di recente dal ministro della difesa olandese, la sovranità nazionale non può più essere una scusa.
  Il Parlamento olandese ha approvato una risoluzione in cui si chiede un multiannual defence agreement.
  Gli esempi danesi e svedesi sono molto eloquenti in tale ambito. Tuttavia, bisogna tenere presente che vi sono molte perplessità in merito perché molti ritengono che definire tali accordi per molti anni non sia opportuno. Anche in termini di praticabilità della cooperazione possono sorgere difficoltà.
  A livello nazionale, i budget dovrebbero essere più consistenti.
  È fondamentale la condivisione delle informazioni e per fare ciò è necessaria reciproca fiducia.
  Al termine degli interventi degli speakers, è intervenuto un rappresentante del Parlamento ceco, sottolineando che i cittadini conoscono la situazione internazionale, i teatri di guerra e chiedono di fare qualcosa, ma non possono aspettare a lungo perché l'Ue deve reagire, definire la strategia e assumere le decisioni politiche, che al momento non esistono a livello UE.
  Ha replicato Arnaud Danjean (PE) rilevando che il processo decisionale UE è a livello intergovernativo e se uno Stato membro decide di non partecipare può farlo, ma poi non deve attribuire la responsabilità alle istituzioni europee, perché l'Ue sono gli Stati membri!

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SESSIONE III

IL PROCESSO DECISIONALE PARLAMENTARE E L'IMPIEGO DELLE FORZE AD AZIONE RAPIDA

Walter Kolbe. Presidente Commissione revisione e salvaguardia dei diritti parlamentari per le procedure di autorizzazione delle missioni internazionali.

  In Germania c’è sempre un partito che si oppone alla guerra, ma nessuna decisione del Parlamento per missioni internazionali è stata mai ostacolata.
  Esiste un rapporto annuale che il Governo presenta al Parlamento.
  A livello europeo sono necessari cambiamenti costituzionali, tuttavia per quanto riguarda i Battlegroups non sono necessarie ulteriori norme, quelle esistenti sono sufficienti, quello che manca è la volontà di impiegarli.
  La cooperazione è a suo avviso l'anteprima dell'esercito militare europeo. È fondamentale che la comunicazione sulla strategia di sicurezza faccia capire che la pace, obiettivo comune e fine ultimo, ha un prezzo.

Ana GOMES (Commissione difesa – Sede – del PE).

  L'esperienza maturata in seno alle istituzioni europee in materia di diritti umani, sicurezza, difesa, relazioni internazionali, sviluppo e politiche di genere l'ha sempre più convinta dell'importanza d costruire un ponte tra la sicurezza interna ed esterna dell'UE.
  Il Parlamento europeo è stato sempre favorevole ai Battlegroups e in più occasioni ne ha sollecitato l'utilizzo.
  Ricorda che dopo soli 10 giorni dall'inizio della crisi libica il Parlamento europeo ha votato una risoluzione per una missione PSDC.
  Recentemente la missione «Sophia» è un esempio lampante di intervento rapido europeo con una leadership forte.
  L'A.R. in questa occasione ha saputo interpretarne il senso.
  La correlazione tra interno ed esterno e il dibattito sulla BR exit sono un'opportunità per testare il problema difesa. È importante ricordare che a nord e a sud Europa c’è una percezione diversa delle minacce e delle priorità.
  Quanto ai finanziamenti, il Parlamento europeo ritiene fondamentale supportare il ricorso a Horizon 2020, destinare a Ricerca e innovazione specie nel campo dual use. È molto importante comunicare ai cittadini anche il costo della non Europa.
  Il Parlamento UE inoltre sta lavorando per raggiungere una posizione definite sull'esportazione delle armi, argomento che sarà oggetto della prossima riunione della Conferenza PESC/PSDC.

Thierry TARDY. Senior analyst at the European Union Institute for security studies.

  Nella realtà le procedure per l'impiego delle forze di intervento rapide sono di tre tipologie: normale, veloce, articolo 44, che però non cambia il processo decisionale e non crea una nuova categoria di operazioni.
  Il problema non è la rapidità dei Parlamenti, ma la lentezza amministrativa ed è comunque difficile immaginare lo scenario per dispiegare velocemente i Battlegroups. Se per alcuni Paesi la volontà è chiara, per altri appare difficile agire velocemente. Si potrebbe pensare ad un avvio immediato da parte di quelli che sono in grado di farlo e successivamente coinvolgere anche altri Paesi che hanno rapidità inferiori.
  Una volta individuate le sfide, non si può dire che non ci sono le risorse finanziarie, non c’è l'assenso del Parlamento. È un problema di definizione della cultura strategica.
  La pace come argomento nel dibattito si è affievolito e l'opinione pubblica non percepisce il legame con la difesa.

Martin Wijnen. Maggiore generale Esercito Reale olandese.

  L'accordo tra Germania e Olanda mira a rendere le forze armate credibili, a Pag. 49definire un budget adeguato sulla base di un policy paper.
  Rispetto all'impiego: idealmente il mandato politico deve essere univoco.
  Rispetto all'impegno: i leader politici vogliono agire presto e devono arrivare a decisione rapide lungo tutto il percorso.
  Rispetto all'efficienza e all'efficacia delle operazioni: molto può essere fatto ad esempio sugli equipaggiamenti; sul training ecc.
  Ci si chiede se non sia troppo ambizioso: intanto è importante che i Parlamenti nazionali siano coinvolti in tutti passaggi; serve più cooperazione bilaterale tra parlamenti. Se la Germania e l'Olanda hanno una cooperazione militare, anche i rispettivi Parlamenti devono rafforzare la loro.

Angelien Eijsink. Presidente della Commissione Affari esteri Camera dei rappresentanti olandese.

  Concludendo i lavori rileva che sono emerse molte proposte interessanti: il ruolo dei parlamentari è soprattutto indicare le priorità e comunicare esattamente quale è l'architettura della sicurezza europea e quindi il senso delle politiche della difesa.
  Tutti sono concordi sul fatto i che i politici che si occupano di difesa non sono i più popolari!
  Ha richiamato infine l'attenzione su alcuni spunti di riflessione in vista della prossima Conferenza PESC/PSDC:
   1) Difendere la difesa in Parlamento.
    Accordi pluriennali di difesa;
   2) Accrescere l'impegno interparlamentare.
    IPC – coordinamento NATO PA;
    Rafforzamento delle strutture IPC.
   3)Accrescere il livello di conoscenza:
    Visite comuni sul campo;
    Consapevolezza della mutua dipendenza.

CONSIDERAZIONI SUGLI SPUNTI DI RIFLESSIONE

1. Difendere la difesa in Parlamento.

  Accordi pluriennali di difesa: il Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, ma anche alcune proposte di legge depositate in Parlamento, vanno nella direzione indicata nel seminario: avere la possibilità da parte dei vari Paesi europei, di conoscere anticipatamente quali sono gli obbiettivi strategici dichiarati dai vari partner europei, può consentire una programmazione più efficace e meno onerosa di missioni (militari o civili) sotto il cappello EU. Gli accordi da un punto di vista industriale invece oltre a facilitare eventuali economie di scala (vedasi il caso di Svezia e Danimarca), possono anche avviare la creazione di standard (soprattutto circa i requisiti dei sistemi d'arma) mirati ad un migliore efficacia, anche finanziaria, degli investimenti.

2. Accrescere l'impegno interparlamentare.

  IPC – coordinamento NATO PA: Il coordinare le due assemblee può facilitare scelte più omogenee, ma sempre nella consapevolezza che la NATO è uno strumento più che un'assemblea politica. Dobbiamo sfruttare e mettere a sistema il fatto che la NATO è tecnicamente capace di creare standard e sinergie fra i vari Paesi alleati, ma che l'assemblea NATO non ha la stessa importanza della IPC.
  Nella NATO tutte le decisioni sono delegate ai Governi. Lo stesso vale anche nelle politiche di PESC/PSDC ma, va notato, che al momento i Parlamenti nazionali sono molto coinvolti.

  Rafforzamento delle strutture IPC: il mio suggerimento è quello di implementare un sistema volontario di approvazione delle conclusioni delle IPC, attraverso delle risoluzioni che ogni commissione Difesa (o Esteri con competenza di Difesa) approverebbe nei propri Parlamenti nazionali. Tale sistema dovrebbe facilitare una strutturazione Pag. 50della sessione IPC, dando così forza alla volontà politica alle conclusioni approvate; auspicabile sarebbe il supporto da parte di Paesi di rilievo, così da presentare come buona pratica quella dell'approvazione. La conseguenza principale sarebbe quella di avere una istituzionalizzazione di tali decisioni, un coinvolgimento sempre più importante dei Parlamenti nazionali (e nel caso anche di quello europeo), teso anche ad indirizzare i propri Governi.
  In più è opportuno ragionare non solo sulle proposte politiche, ma anche sulle persone coinvolte nel processo: l'esperienza degli incontri preparatori (in forma embrionale) di Roma, e (più strutturata) di Amsterdam, fa comprendere come sia necessario proporre la creazione in ogni singolo Parlamento nazionale di un comitato (formale o informale a seconda dei regolamenti delle varie Assemblee parlamentari) che tratti esclusivamente problemi di PESC/PSDC, fatto da persone coinvolte nella materia, con la giusta preparazione e che facilitino gli approfondimenti circa i temi di difesa europea.

3. Accrescere il livello di conoscenza.

  Visite comuni sul campo: come Italia siamo spesso sconosciuti agli altri partner rispetto alle nostre missioni internazionali (molti non sapevano nemmeno che eravamo in comando ad UNIFIL). Suggerisco di organizzare alcune visite da compiere insieme ad altre rappresentanze di Parlamenti nazionali europei:
   EUNavFor MED: ritengo che una visita alla Flagship Cavour potrebbe far comprendere meglio quello che è lo scopo di questa missione e del ruolo che stiamo giocando anche in merito al comando. Vero è che la nostra commissione ha già effettuato tale visita, ma organizzarla con Paesi come Germania, Francia, Olanda, Spagna e Gran Bretagna potrebbe essere un buon inizio.
   UNIFIL: anche questa missione, sconosciuta ai più, potrebbe dare l'impulso ad un modo diverso di affrontare le missioni internazionali; l'approccio tipicamente italiano alla situazione libanese ha reso, pur nelle difficoltà nell'area, stabile il teatro.
   KFOR: stante la situazione dei migranti sulla rotta balcanica e il problema dei foreign fighters, una visita congiunta nei Balcani potrebbe far comprendere meglio quella che è la situazione attuale.

  Consapevolezza della mutua dipendenza: su questo tema è necessario fare un ragionamento comune in Commissione perché difficilmente si può considerare l'integrazione di sistemi (si pensi alla logistica ed al rifornimento) senza un percorso conoscitivo.