CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 marzo 2016
616.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03453 Burtone: Prospettive industriali della società Mythen di Ferrandina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero dello sviluppo economico è a conoscenza che la società in questione, avente sede in Ferrandina (MT) nell'area industriale della Val Basento, ha come attività principale la produzione e commercializzazione di biodiesel e oli.
  La stessa risulta essere stata dichiarata fallita in data 18 marzo 2014 con sentenza pronunciata dal Tribunale di Matera. Successivamente, nel 2015, ha avuto luogo presso il medesimo Tribunale la procedura competitiva per la vendita o per l'affitto con l'opzione di acquisto o, in alternativa, per il semplice affitto dell'azienda. Nella medesima data il numero dei dipendenti ancora in forza alla società era pari a 67 unità, posti in cassa integrazione lavoro straordinaria dalla data iniziale del fallimento e per i successivi dodici mesi (sino al 17 marzo 2015). Contemporaneamente è stata aperta la procedura di mobilità volontaria di cui agli articoli 4 e 24 della legge n. 233 del 1991.
  Risulta altresì che la Mythen è stata rilevata dall'azienda Mosaico digitale di Gravina, al fine di produrre oli da destinare alla farmaceutica e alla cosmetica.
  Evidenzio che il Ministero dello sviluppo economico non è stato chiamato ad intervenire né da parte della proprietà né da parte delle organizzazioni sindacali al fine di aprire un tavolo di concertazione sulla crisi della, oramai, ex Mythen.
  Pur tuttavia, dà la propria disponibilità per qualsiasi futuro intervento si dovesse rendere ancora utile e necessario.

Pag. 24

ALLEGATO 2

5-04741 Vallascas: Riconoscimento del meccanismo dei certificati bianchi alla nuova flotta di treni Alta Velocità NTV

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il meccanismo dei certificati bianchi, come gli altri strumenti di promozione dell'efficienza energetica, è volto a stimolare interventi virtuosi di risparmio energetico e di efficientamento dei processi produttivi e delle infrastrutture, nel rispetto dell'ambiente.
  Ciò, come ben esplicato dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN), rappresenta un vantaggio per tutto il sistema Paese, ivi compresa l'intera platea dei consumatori. Infatti l'efficienza energetica contribuisce contemporaneamente al raggiungimento degli obiettivi fissati dal nostro Paese al 2020: riduzione dei costi energetici, riduzione delle emissioni e dell'impatto ambientale, miglioramento della sicurezza ed indipendenza di approvvigionamento e stimolo della crescita economica.
  Non a caso la SEN prevede al centro delle politiche energetiche un programma nazionale di efficienza energetica che consenta:
   il superamento degli obiettivi europei al 2020;
   il perseguimento di una leadership industriale in un settore in cui l'Italia detiene posizioni di primazia in ambito internazionale.

  In termini di obiettivi quantitativi, il programma al 2020 si propone di:
   risparmiare 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di energia primaria l'anno, e 15 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di energia finale, raggiungendo al 2020 un livello di consumi circa il 24 per cento inferiore rispetto allo scenario di riferimento europeo;
   evitare l'emissione di circa 55 milioni di tonnellate di CO2 l'anno;

  risparmiare circa 8 miliardi di euro l'anno di importazioni di combustibili fossili.

  In questo contesto, il meccanismo dei certificati bianchi rappresenta uno dei principali strumenti per il raggiungimento degli obiettivi nazionali, come stabilito nel decreto legislativo n. 102 del 2014 di recepimento della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica. A tale meccanismo sono ammessi anche i grandi progetti, ovvero quei progetti di efficientamento energetico realizzati su infrastrutture, su processi industriali o relativi ad interventi realizzati nel settore dei trasporti, che, ai sensi dell'articolo 8 del decreto ministeriale 28 dicembre 2012, generano risparmi almeno pari a 35.000 tonnellate equivalenti di petrolio.
  Al fine di ottenere la più efficiente allocazione delle risorse disponibili, gravando quindi il meno possibile sulle tariffe, il meccanismo premia i soli risparmi addizionali rispetto alle «condizioni di mercato».
  Ciò significa che ai risparmi imputabili ad iniziative o tecnologie che risultano essere, di per sé, competitive e commerciabili senza incentivi, e quindi già adottate come media del mercato, non possono essere associati certificati bianchi. Ciò indirizza il sostegno pubblico verso le tecnologie meno diffuse, a causa dei maggiori costi, o verso i prodotti più avanzati e spinge il sistema ad aumentare continuamente la propria efficienza nel tempo. Pag. 25
  Anche nel caso di NTV, quindi, sono riconosciuti i soli risparmi addizionali rispetto a quanto, nel settore specifico, offre il mercato. Tali risparmi sono quantificabili solo in sede di consuntivazione.
  Pertanto, non è possibile definire a priori l'incidenza dei certificati bianchi riconosciuti ai diversi progetti, incluso l'iniziativa della società NTV.
  In aggiunta a questo, si evidenzia che il sistema dei certificati bianchi, in quanto meccanismo di mercato, non prevede l'erogazione diretta di sussidi pubblici, ma il riconoscimento di titoli scambiabili sul relativo mercato.
  Secondo i dati sull'andamento del bilancio 2015 della Società NTV riportati da notizie di stampa, l'apporto derivante dai certificati bianchi nel 2015 risulta pari a circa 8 milioni di euro. In base a tale dato, la stima dell'incidenza del costo sulle tariffe sarebbe pari a circa l'uno per cento, considerato che il costo complessivo è assunto dallo stesso Onorevole interrogante pari a 800 milioni di euro l'anno.
  Per quanto riguarda la possibile correlazione tra il valore della riduzione delle bollette per le PMI e il valore dell'incasso della vendita dei titoli di efficienza, vorrei evidenziare che le misure intraprese dal Governo per la diminuzione delle bollette delle PMI hanno riguardato una somma pari a circa 1,7 miliardi di euro.
  Quanto all'ultimo quesito posto dall'Onorevole interrogante, si ritiene che i provvedimenti richiamati nelle premesse all'atto di Sindacato Ispettivo, adottati rispettivamente dal Ministero dello sviluppo economico e dall'Autorità di Regolazione dei Trasporti, abbiano carattere generale e pertanto non siano rivolti a progetti o società specifiche, essendo finalizzati rispettivamente alla promozione dell'efficienza energetica e all'accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture ferroviarie.

Pag. 26

ALLEGATO 3

5-06155 Gallinella: Mantenimento di misure antidumping nei confronti della Repubblica Popolare Cinese da parte dell'Unione europea

TESTO DELLA RISPOSTA

  Preliminarmente vorrei evidenziare che la questione del riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina riguarda la politica commerciale comune, che in base ai Trattati rientra tra le materie di competenza esclusiva dell'Unione Europea.
  L'articolo 15 del Protocollo di adesione della Cina all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) prevede una deroga all'Accordo Antidumping, stabilendo che i dazi nei confronti delle importazioni di beni cinesi sottocosto, che creano danni alla produzione UE, possano essere calcolati con il metodo cosiddetto del «paese analogo». Tale sistema prende come riferimento i costi di produzione di una economia di mercato in condizioni analoghe a quella cinese (come ad esempio l'India o la Malesia), senza onere di dover dimostrare in ogni procedimento l'esistenza di condizioni diverse da quelle di mercato.
   La deroga scadrà l'11 dicembre del 2016. Come noto agli interroganti, a partire da tale data – secondo l'interpretazione del Protocollo sposata da Pechino – il riconoscimento alla Cina del Market Economy Status (MES) diverrebbe automatico, con il conseguente obbligo per la Commissione di presentare con il dovuto anticipo una proposta normativa al Parlamento e al Consiglio al fine di adeguare il regolamento antidumping UE.
  La questione ha evidenti collegamenti con l'attuale momento di crisi del settore dell'acciaio in molti Paesi occidentali – tra i quali Regno Unito e Stati Uniti – derivante dalla sovraccapacità produttiva cinese. Il riconoscimento alla Cina dello status di paese ad economia di mercato Market Economy Status (MES – Stato di economia di mercato) renderebbe infatti più complessa e meno efficace l'imposizione di dazi antidumping per contrastare le importazioni sottocosto di prodotti cinesi, compresi quelli dell'acciaio.
  La Cina auspica da tempo un impegno dell'UE in favore della concessione del MES.
  Tuttavia dopo un primo dibattito informale tenutosi in occasione del Consiglio Affari Esteri-Commercio del 27 novembre 2015, il 13 gennaio scorso si è svolta una ulteriore discussione di orientamento in seno al Collegio dei Commissari dell'UE, all'esito del quale il Presidente della Commissione Juncker ha chiesto di effettuare ulteriori valutazioni sul dossier, rinviando ogni decisione al secondo semestre 2016.
  La cautela recentemente dimostrata da Juncker deriva da più fattori: in primo luogo, da considerazioni interne alla UE sugli effetti negativi che la decisione potrebbe avere su crescita e occupazione (come sottolineato da Business Europe e dell'associazione AEGIS) e dalla forte sensibilità sulla questione dimostrata dal Parlamento Europeo e da alcuni Stati Membri.
  Dall'esterno dell'UE, dalle preoccupazioni manifestate dagli USA per i possibili effetti negativi sulle esportazioni e gli investimenti statunitensi in Europa, come chiaramente espresso dal Rappresentante commerciale USA Froman nel corso dell'incontro con il Commissario al Commercio UE Malmström dello scorso 11 dicembre.
   In occasione del Consiglio Affari Esteri-Commercio informale di Amsterdam del Pag. 272 febbraio 2016, l'Italia (con Germania e Francia) ha ribadito la richiesta alla Commissione di procedere ad uno studio di impatto completo, ad una valutazione dei rischi che potrebbero derivare all'industria europea dalla concessione del MES alla Cina, nonché ad una consultazione pubblica. Questa è stata proposta dalla Commissione il 10 febbraio scorso con termine al 20 aprile prossimo. La maggior parte degli Stati Membri sembrano, comunque attestati su una posizione critica di riconoscimento del MES alla Cina.
  Nel ritenere che non esista alcun obbligo di riconoscimento del MES alla Cina, il Governo italiano valuta positivamente l'azione del Presidente Juncker. In questa fase, chiediamo infatti che ogni eventuale proposta al riguardo da parte della UE venga preceduta da un attento esame degli esiti della valutazione di impatto e sia accompagnata da un dialogo concreto con l'industria europea, al fine di individuare le migliori opzioni e alternative. Riteniamo altresì necessario l'avvio da parte della Commissione di un efficace coordinamento internazionale con i maggiori partner (USA in primis).
  Si assicura che il Governo Italiano si è attivato nelle opportune sedi istituzionali e continuerà ad attivarsi affinché l'UE mantenga pienamente efficace la propria capacità di difendersi dalla concorrenza sleale dei Paesi Terzi, opponendosi ad ogni iniziativa volta ad indebolire la normativa antidumping comunitaria.

Pag. 28

ALLEGATO 4

5-07716 Lodolini: Prospettive industriali e occupazionali dell'azienda cantieristica Isa Group.

TESTO DELLA RISPOSTA CONGIUNTA

  Rispondo congiuntamente agli atti presentati, in quanto gli stessi si riferiscono alla medesima problematica concernente la società ISA Yachts.
  Preliminarmente evidenzio che il settore della cantieristica navale continua a vivere un momento di grande difficoltà su scala mondiale. Gli studi di settore confermano che il volume atteso di domanda è di molto inferiore all'attuale potenziale produttivo, con conseguente squilibrio destinato a perdurare ancora a lungo.
  In tale comparto è, come noto, inserita la società ISA Yachts, specializzata nella produzione di imbarcazioni di lusso, nei cui confronti il Tribunale di Ancona ha aperto una procedura di concordato preventivo.
  Il Ministero del lavoro per quanto di sua competenza ha informato che la citata Società in data 4 agosto 2015 ha inoltrato istanza per ottenere i benefici della Cassa integrazione straordinaria ai sensi dell'articolo 1 della legge del 23 luglio del 1991, n. 223.
  Con proprio decreto, lo stesso Ministero del lavoro in data 30 ottobre 2015 ha approvato il programma di crisi aziendale e concesso il relativo trattamento di integrazione salariale in favore di 130 unità lavorative e per il periodo compreso dal 3 agosto 2015 al 2 agosto 2016.
  Per quanto di più specifica competenza del Ministero dello sviluppo economico, quest'ultimo, pur avendo manifestato, la disponibilità all'apertura di un «tavolo di crisi», non ha ricevuto una richiesta in tal senso dai soggetti interessati, né, allo stesso modo, risultano avviati tavoli di confronto presso le istituzioni territoriali.
  Si deve evidenziare in ogni caso come di recente l'organo della procedura di concordato preventivo abbia ricevuto più manifestazioni di interesse da parti di cantieri navali di livello internazionale che inducono a ritenere che si possano concretizzare importanti prospettive di rilancio dello stabilimento, in termini sia produttivi che al fine di non disperdere le professionalità esistenti alla ISA Group.