CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 2 marzo 2016
603.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-06350 Lodolini: Finanziamento e modalità di realizzazione delle infrastrutture per la banda ultra larga.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Piano Strategico Banda Ultra Larga, approvato dal Consiglio dei Ministri il 3 marzo 2015, si propone di garantire, entro il 2020, il collegamento a 30 Mbps al 100 per cento dei cittadini e a favorire le sottoscrizioni ai servizi a 100 Mbps, offerti dagli operatori, al 50 per cento della popolazione.
  In attuazione di una prima tranche di interventi, la delibera Cipe del 6 agosto 2015 ha assegnato al Ministero 2.200 milioni di euro a valere sulla disponibilità FSC 2014-2020 per il finanziamento della banda ultra larga nei cluster C e D, ovvero nelle zone ad alto fallimento di mercato.
  L'Accordo Quadro siglato in data 11 febbraio 2016 tra il Ministero dello sviluppo economico, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Regioni, ha assicurato il coordinamento sotto il profilo finanziario ed operativo, in linea con le previsioni della Delibera CIPE n. 65 del 2015, volto alla ripartizione delle risorse necessarie per coprire il fabbisogno in tutte le aree bianche di tutte le Regioni. Gli obiettivi sono di raggiungere tutte le unità abitative con reti abilitanti servizi ad almeno 30 Mbps ed almeno il 70 per cento delle unità abitative con reti abilitanti servizi oltre il 100 Mbps, oltre ad assicurare la connessione in fibra a scuole, ospedali e uffici della PA. Per il raggiungimento di tali obiettivi, l'accordo prevede di utilizzare 1.6 miliardi di risorse FSC 2014-2020, circa 1,2 miliardi di risorse finanziati dalle Regioni con i programmi POR FESR e FEASR 2014-2020 e 230 milioni del PON impresa e competitività.
  Per il perseguimento degli obbiettivi di realizzazione degli interventi, il Ministero si avvarrà, con funzioni di soggetto attuatore, della società « in house» Infratel. Il modello di intervento che verrà attuato è quello «diretto» che prevede la realizzazione di una rete che rimarrà di proprietà pubblica, in quota parte tra regioni e Stato in base alle risorse rispettivamente utilizzate. Tale rete sarà messa a disposizione tramite un soggetto gestore dell'infrastruttura passiva, che verrà selezionato in bandi di gara, a tutti gli operatori di rete interessati ad offrire il servizio finale a cittadini ed imprese.
  In questa fase, il MISE sta sottoscrivendo accordi con ogni singola regione per definire criteri e modalità di interventi e il dettaglio dello sviluppo temporale del Piano complessivo di intervento nel periodo 2016-2020.
  Si prevede quindi di pubblicare più bandi di gara che potranno, ciascuno di essi, riguardare una o più regioni.
  Quindi, sulle aree bianche lo Stato garantisce tramite un suo intervento diretto, la realizzazione di una rete pubblica passiva che consente a tutti gli operatori privati di erogare servizi a cittadini e imprese, rispettando obiettivi e tempi definiti dal piano strategico banda ultra larga.
  Sulle aree «a mercato» (aree nere e grigie) dove già esiste una o più infrastruttura di rete NGN, il Piano strategico prevede futuri interventi dello Stato, in accordo con la Commissione europea, volti a garantire il salto tecnologico per consentire a cittadini ed imprese di avere collegamenti ad internet oltre i 100 Mbps anche a sostegno degli investimenti di operatori pubblici e privati – compresa Metroweb.

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ALLEGATO 2

5-06538 De Lorenzis: Verifica della correttezza dell'attività svolta dalla Fondazione Ugo Bordoni, con particolare riguardo alla gestione del registro delle opposizioni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo all'atto in questione informando per quanto segue.
  La Fondazione Ugo Bordoni (FUB) è una fondazione di diritto privato, riconosciuta ai sensi dell'articolo 41 della legge n. 3 del 2003 quale istituzione di alta cultura e ricerca e sottoposta alla vigilanza del Ministero dello sviluppo economico. In particolare, la Fondazione elabora e propone, in piena autonomia scientifica, strategie di sviluppo del settore delle comunicazioni, da potere sostenere nelle sedi nazionali e internazionali competenti, e coadiuva operativamente il Ministero dello sviluppo economico e altre amministrazioni pubbliche nella soluzione organica ed interdisciplinare delle problematiche di carattere tecnico, economico, finanziario, gestionale, normativo e regolatorio connesse alle attività del Ministero e delle Amministrazioni pubbliche.
  Le modalità di collaborazione con il MiSE, con le altre Amministrazioni pubbliche ed anche con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e altre Autorità amministrative indipendenti sono stabilite, nei limiti delle disponibilità delle Amministrazioni medesime, attraverso apposite convenzioni, predisposte sulla base di atti che stabiliscono le condizioni anche economiche cui la Fondazione Ugo Bordoni è tenuta ad attenersi nell'assolvere agli incarichi ad essa affidati.
  Per quanto riguarda l'esercizio delle funzioni di vigilanza del Ministero dello sviluppo economico sull'attività svolta dalla Fondazione, e, nello specifico, se quest'ultima venga svolta «nel rispetto del principio dell'equilibrio economico tra costi di gestione e le risorse disponibili», con particolare riguardo alla «questione dei tetti stipendiali» e alla «trasparenza dei bilanci», evidenzio il pieno rispetto della normativa sulla trasparenza di cui al decreto legislativo n. 33 del 2013 sia da parte del Ministero dello sviluppo economico, in qualità di amministrazione vigilante, sia da parte della stessa Fondazione, in qualità di ente di diritto privato in controllo pubblico.
  Risultano, infatti, di facile reperibilità nel sito istituzionale del MiSE (sezione amministrazione trasparente — Enti controllati) i dati relativi ai compensi dei componenti dell'organo amministrativo della Fondazione, dai quali si desume la non fondatezza delle affermazione contenute nelle notizie di stampa citate, sulle quali peraltro, il Ministero dello sviluppo economico aveva già svolto le opportune verifiche e sulle quali, inoltre, è attualmente pendente una denuncia civile e penale per diffamazione in tutela della Fondazione Bordoni, nonché del Presidente e del Vice Direttore Generale.
  Del pari, in attuazione della medesima normativa sulla trasparenza, la Fondazione ha reso pubbliche sul proprio sito istituzionale le informazioni sui compensi degli organi di amministrazione e controllo, nonché dei dirigenti in servizio (compreso il Vice Direttore Generale), oltre alla pubblicazione dei bilanci consuntivi, approvati dal Ministero dello sviluppo economico.Pag. 90
  Riguardo alla gestione economica della Fondazione, rilevo che il patrimonio netto della Fondazione a fine 2014, consente di garantire l'equilibrio finanziario e la continuità operativa dell'Ente.
  Nel 2014 la Fondazione ha registrato una riduzione dei costi della produzione, che si sono ridotti del 4,86 per cento rispetto al 2013.
  Sulla base di tali risultanze, il MiSE ha invitato, comunque, l'Ente a voler perseguire la strategia, già annunciata e improntata ad una diversificazione delle commesse, con una particolare localizzazione sull'attività di ricerca e al maggiore utilizzo delle risorse inerenti programmi UE. Si è reputato, necessario, richiamare lo stesso ad un maggiore sforzo di razionalizzazione di alcune voci di costo, nonostante la riduzione già registrata.
  Con riferimento alla notizia di stampa riferita, concernente l'assunzione di personale, si fa presente che la Fondazione Bordoni ha stipulato una convenzione quadro pluriennale con l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero del Ministero dello sviluppo economico che include, tra l'altro, l'attività della procedura di esame di brevettazione, cui, probabilmente, si riferiscono le notizie di stampa contenuto nell'atto in questione. Nell'ambito di tale convenzione, la FUB ha supportato le attività dell'Ufficio Brevetti fornendo proprio personale contrattualizzato ad hoc.
  Riguardo, invece, alla gestione del Registro Pubblico delle Opposizioni, risultano privi di ogni possibile fondamento i dubbi sollevati su possibili conflitti di interessi, in quanto è la norma stessa istitutiva del Registro ad impedire strutturalmente ogni possibile discrezionalità da parte del Gestore.
  Il sistema del Registro Pubblico delle Opposizioni è vigilato oltre che dal Ministero dello Sviluppo Economico dall'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, i quali svolgono controlli sull'organizzazione, sul funzionamento e sulle procedure del Registro stesso, il quale è accessibile sia dal Garante Privacy sia dall'Autorità Giudiziaria per verifiche o ispezioni che risultino necessarie.
  Inoltre, il Gestore è tenuto a conservare, per dodici mesi dal momento della loro generazione, le registrazioni delle operazioni di accesso ai sistemi di iscrizione, aggiornamento o revoca da parte degli abbonati (compresi gli invii di corrispondenza con i relativi allegati) secondo criteri di completezza, integrità, inalterabilità e verificabilità. Per quanto riguarda gli operatori di telemarketing il medesimo Gestore è tenuto a conservare per ventiquattro mesi dalla loro generazione ogni operazione di accesso al sistema e di aggiornamento delle liste di contatti, sempre secondo i criteri di completezza, integrità, inalterabilità e verificabilità. Tali registrazioni sono protette dal Gestore del Registro contro l'accesso abusivo, in modo da consentire l'accesso ad esse solo per finalità ispettive da parte dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali o dell'Autorità Giudiziaria.
  Per quanto riguarda invece le lamentate polemiche sul malfunzionamento del Registro, si precisa che la Fondazione Ugo Bordoni ha finora realizzato e condotto il servizio secondo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 178 del 2010, il contratto di servizio con il Ministero dello Sviluppo Economico e le condizioni generali di contratto con gli operatori di telemarketing.
  La stessa ha gestito sempre entro un giorno lavorativo oltre 6 milioni di richieste di iscrizione, aggiornamento, revoca e verifica stato da parte dei cittadini e quasi 80.000 liste di contatti sottoposte a verifica dagli operatori di telemarketing entro le 24 ore. Il sistema non ha mai subito alcun malfunzionamento, come è riscontrabile dall'assenza di sanzioni o richiami da parte degli organismi vigilanti e di denunce o contenziosi da parte dei cittadini o degli operatori di telemarketing.
  Per quanto concerne le dichiarazioni attribuite alle associazioni dei consumatori, le stesse non si riferiscono in alcun modo all'operato del Gestore, ossia alla Fondazione, bensì all'impianto normativo, Pag. 91che tutela solamente le numerazioni presenti negli elenchi telefonici pubblici.
  Per ultimo facendo riferimento, alla nomina del Consiglio di amministrazione in carica, va anzitutto premesso che nell'interrogazione è contenuta una inesattezza al riguardo. Il Consiglio di amministrazione attualmente in carica non è stato di recente riconfermato, ma opera in regime di prorogatio sulla base di una precisa disposizione statutaria, che consente al Consiglio di amministrazione precedentemente nominato di rimanere in carica «fino all'assunzione della carica da parte del nuovo Consiglio».
  Con riguardo, invece, alle modalità di nomina del Consiglio, le stesse sono espressamente previste dall'articolo 8 dello Statuto, che attribuisce il potere di designazione al Ministro dello sviluppo economico, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Presidente dell'Autorità per le garanzie delle comunicazioni, ciascuna per rispettiva parte di competenza.

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ALLEGATO 3

5-06992 Liuzzi: Rispetto da parte dello Stato italiano dell'Accordo con la Santa Sede concernente la cessione all'Italia di frequenze televisive e la trasmissione dei programmi dello Stato della Città del Vaticano su canali nazionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione in oggetto, Vi informo per quanto segue.
  A Ginevra, nel 2006, durante la Conferenza Regionale delle Radiocomunicazioni, convocata sotto l'egida dell'ITU (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni) con il compito di ridistribuire le frequenze nell'ambito europeo, mediterraneo e medio-orientale, sono stati assegnati, fra l'altro, alla Città del Vaticano (SCV) specifici canali e blocchi di frequenze di radiodiffusione televisiva e sonora in tecnica digitale.
  Con scambio di Note Verbali del giugno 2010 tra l'Ambasciata d'Italia e la Segreteria di Stato, rispettivamente n. 3156 del 14 giugno 2010 e n. 2971/10/RS del 15 giugno 2010, la Santa Sede concedeva in uso all'Italia un certo numero di propri canali televisivi (6, 11, 21 e 57) e uno radiofonico (7B in cambio del 12D). Come corrispettivo, l'Italia si impegnava, entro il 31 dicembre 2012, a mettere a disposizione gratuitamente del Vaticano un programma televisivo a livello nazionale, nonché un programma radiofonico ugualmente a copertura nazionale, entrambi da trasmettere in tecnica digitale.
  L'Amministrazione Vaticana ha dato effettivamente corso a quanto concordato, autorizzando, subito dopo la formalizzazione dell'Accordo, l'uso da parte italiana dei 4 canali televisivi su accennati (punto 1) e confermando la disponibilità a rilasciare il blocco audio 7B non appena si fosse liberato il blocco audio 12D, che, seppur assegnato allo Stato della Città del Vaticano da RRC-06, risultava illegittimamente occupato da operatori televisivi italiani.
  A seguito dei su menzionati fatti, sono intercorse successive e costruttive riunioni tra le delegazioni dei rispettivi Governi, al fine di individuare la migliore soluzione sia per il settore radiofonico che per quello televisivo, che tra le altre cose hanno portato a prorogare la scadenza del su detto Accordo al 31 dicembre 2013.
  Da un punto di vista sostanziale, sta dando risultati apprezzabili un accordo tra Radio Vaticana ed il Consorzio italiano Eurodab, per la trasmissione in Italia di programmi vaticani. Il suddetto Consorzio è attualmente titolare di diritto d'uso nelle aree del Paese già individuate dall'Agcom con delibere specifiche di pianificazione, mentre altrove è autorizzato in via provvisoria. In particolare, infatti, L'AGCOM, con l'allegato parere rilasciato il 25 febbraio 2015, ha stabilito l'automatica estensione del diritto d uso concesso al CONSORZIO EURODAB a tutte le Regioni italiane man mano che sarà effettuata la pianificazione delle frequenze.
  Per quanto riguarda la parte televisiva la legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016) ha previsto all'articolo 1, commi 167 e 168, che, al fine di dare attuazione all'Accordo tra l'Italia e la Santa Sede del giugno 2010, in materia di radiodiffusione televisiva e sonora, il Ministero dello Sviluppo Economico predisponga una procedura di gara con offerte economiche al Pag. 93ribasso per selezionare un operatore di rete, già titolare di diritto d'uso, che metta a disposizione, senza oneri per la Città del Vaticano e per un periodo pari alla durata dell'Accordo, una capacità trasmissiva pari a 4 M/bits su un multiplex televisivo preferibilmente isocanale, con copertura del territorio nazionale che raggiunga almeno il 70 per cento della popolazione. Al fine di rimborsare gli importi di aggiudicazione corrisposti dall'operatore di rete che mette a disposizione detta capacità trasmissiva pari a 4 M/bits, è autorizzata la spesa di 2,724 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2016.
  Il bando relativo alla suddetta procedura di gara è in corso di pubblicazione.
  L'operatore vincitore della procedura di selezione comparativa dovrà sottoscrivere apposito contratto di servizio con lo Stato Città del Vaticano e il pagamento di quanto previsto dalla legge avverrà soltanto dopo il rilascio dell'attestato relativo all'effettivo servizio reso.

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ALLEGATO 4

5-07049 Culotta: Esclusione della città di Palermo dal novero delle città in cui sarà mantenuto il servizio di recapito giornaliero della posta.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Premetto che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza da questo Ministero all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per effetto della legge n. 214 del 2011.
  Si sono inoltre verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi. In tale contesto la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.
  L'AGCOM, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale di cui al decreto ministeriale del 7 ottobre 2008, integrati ulteriormente dalla delibera n. 342/14/CONS adottata dalla stessa Autorità.
  Ciò detto, evidenzio che a seguito della presentazione dell'ultimo Piano di razionalizzazione, il Ministero è in più occasioni intervenuto, pur avendo perso le proprie funzioni di regolamentazione e di vigilanza, affinché ogni intervento di Poste Italiane fosse preceduto da una fase di effettivo confronto con le regioni e gli enti locali. Tale attività ha dato luogo ad una effettiva modifica del piano di Poste italiane che si è basata su accordi realizzati nei diversi territori con i rappresentanti degli enti locali e delle regioni così come in più occasioni riconosciuto e apprezzato da questi ultimi.
  Aggiungo, inoltre, che con la definizione del nuovo Contatto di programma tra il MiSE e Poste Italiane per gli anni 2016-2019, sottoscritto in data 15 dicembre scorso, sono state introdotte significative novità.
  All'articolo 2 è stato, infatti, previsto che Poste Italiane debba fornire adeguata informazione degli interventi, anche di carattere sostitutivo mediante ricorso alle possibilità offerte dalle tecnologie informatiche e digitali nella fornitura dei servizi postali, all'ente locale interessato. Con il nuovo Contratto al MiSE è riconosciuta la facoltà di promuovere, prima dell'attuazione degli interventi previsti, un confronto tra gli organi rappresentativi degli enti interessati e Poste.
  La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore dal punto di vista anche industriale: dunque ogni chiusura, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della società.
  In particolare, all'articolo 5 comma 5 del Contratto di Programma, per la prima Pag. 95volta Poste Italiane – anche tenuto conto del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica — si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche attraverso accordi con le regioni e gli enti locali; dando seguito all'indicazione del Ministero secondo il quale l'ipotesi di intervento in riduzione deve essere considerata come estrema ratio dopo aver considerato possibilità alternative.
  Poste Italiane, nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, dovrà inoltre valutare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino a una scala anche regionale.
  Nel nuovo Contratto è previsto, infine, che Poste Italiane dovrà valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. Per l'anno 2015, tale termine è posticipato al 31 marzo 2016. La Società è tenuta a trasmettere il suddetto Piano all'Autorità entro il 1o luglio 2016.
  In sostanza con il nuovo Contratto di programma anche il Governo ragiona in termini di politica industriale, non più solo in termini di valore sociale, e Poste è invitata a valorizzare la propria rete coerentemente con quanto comunicato in occasione della recente quotazione in Borsa.
  Per completezza di informazione si rappresenta che il nuovo modello di recapito a giorni alterni, di cui tratta l'atto in esame, è volto a soddisfare i nuovi bisogni e le mutate esigenze della clientela e a rendere sostenibile nel lungo periodo l'onere del Servizio Universale affidato a Poste Italiane, in considerazione del progressivo calo dei volumi e dell'andamento decrescente delle risorse pubbliche destinate al suo finanziamento.
  Il Legislatore nazionale, infatti, nel recepire le disposizioni della Direttiva europea, ha previsto la possibilità di adottare un modello di servizio al di sotto dei cinque giorni settimanali, in presenza di particolari situazioni di natura infrastrutturale o geografica e «in ambiti territoriali al di sotto dei 200 abitanti/chilometro quadrato e, comunque, fino ad un quarto della popolazione nazionale» (decreto legislativo n. 261 del 1999 come modificato dalla legge n. 190 del 2014, comma 276).
  Il nuovo modello di recapito a giorni alterni, autorizzato dall'AGCOM con Delibera 395/15/CONS, prevede la sua graduale implementazione, articolata in tre fasi successive, in quei Comuni in cui ricorrano le citate, particolari situazioni di natura infrastrutturale o geografica.
  Poste Italiane ha rappresentato che, a conclusione della terza fase di attuazione del nuovo modello di recapito, la consegna della corrispondenza a giorni alterni coinvolgerà il 23,2 per cento della popolazione nazionale rispetto alla soglia del 25 per cento che rappresenta il limite massimo definito dalla normativa.
  Inoltre, a partire dal mese di febbraio 2018, termine di attuazione del nuovo modello di recapito, l'AGCOM, in base alle criticità riscontrate e alla coerenza dei risultati raggiunti con il Piano industriale aziendale, ha la facoltà di valutare la sussistenza delle condizioni per prorogarne l'autorizzazione.
  Con particolare riferimento al territorio di interesse degli interroganti, attualmente la Regione Sicilia è esclusa dalla fase di avvio del nuovo modello di recapito, iniziata lo scorso mese di ottobre.
  Con particolare riferimento alla città di Palermo, il risultato dell'analisi globale ha classificato il capoluogo siciliano in una posizione che, al momento, evidenzia l'opportunità di svolgere il servizio di recapito durante l'orario antimeridiano, in attesa dell'esito delle ulteriori valutazioni tutt'ora in corso.
  Quanto alle nuove tariffe di cui alle premesse dell'atto in questione, si rappresenta infine, che le stesse risultano definite Pag. 96in conformità alle deliberazioni AGCOM in materia, ultima delle quali, la delibera 396/15/CONS, e realizzano le previsioni della citata legge n. 190 del 2014 che ha disposto una rimodulazione del Servizio Postale Universale al fine di garantirne la sostenibilità e l'evoluzione in funzione del mutato contesto tecnico, economico e sociale.
  L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza.

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ALLEGATO 5

5-07090 Di Vita: Ipotesi di chiusura della emittente televisiva Telejato (PA) a causa delle interferenze con le frequenze televisive dell'isola di Malta.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Associazione culturale Marconi è titolare in Sicilia, per l'emittente TELEJATO, del diritto d'uso sul CH 28 in UHF per la provincia di Trapani, limitatamente all'impianto legittimamente operante.
  Il suddetto canale è utilizzato in Sicilia anche da altri soggetti: Telemed spa il Tirreno S.r.l, Radio Monte Kronio Scarl in virtù di un diritto d'uso e dall'Associazione Rosina Attardi in virtù di un'autorizzazione temporanea all'esercizio della stessa.
  Il decreto ministeriale del 17 aprile 2015 recante «Attribuzione di misure economiche compensative finalizzate al volontario rilascio di porzioni di spettro funzionali alla liberazione delle frequenze» indica, nella tabella C, le frequenze che devono necessariamente essere dismesse nella Sicilia, tra le quali il CH 28 UHF nell'area «sotto» la linea definita dall'AGCOM nella propria Delibera 480/14/Cons.
  L'emittente TELEJATO dell'Associazione culturale Marconi è titolare del diritto d'uso per il CH 28 UHF compreso nell'area «sopra» la linea definita dall'AGCOM.
  Per la Regione Sicilia è ritenuta sufficiente, pertanto, l'eliminazione delle frequenze interferenti Malta nella sola parte meridionale, che viene così a costituire un'area tecnica sub-regionale di rispetto nei confronti di Malta, i cui confini sono identificati in ulteriore delibera, già adottata, n. 91/14/CONS.
  Informo, infine, che il Ministero dello sviluppo economico, con un comunicato del 24 novembre 2015, visto il timore pubblicamente espresso dall'emittente TELEJATO di perdere la frequenza con chiusura dell'attività televisiva, ha informato TELEJATO che non è interessata alla procedura di rottamazione delle frequenze di cui al decreto ministeriale 17 aprile 2015, poiché esercisce un impianto nella parte Nord della Sicilia che non interferisce con Malta.

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ALLEGATO 6

5-07759 Ventricelli: Limitazione dell'operatività dei postamat della regione Puglia ai soli orari di apertura degli uffici postali per motivi di sicurezza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Premetto che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza da questo Ministero all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per effetto della legge n. 214 del 2011.
  Con riferimento all'Atto parlamentare in oggetto, riguardante le limitazioni orarie, in Puglia e Basilicata, dell'operatività degli sportelli automatici (ATM) a seguito di recenti, reiterati assalti criminosi, Poste Italiane comunica che la sospensione dell'operatività dei dispositivi POSTAMAT durante l'orario di chiusura degli uffici postali si configura come una misura straordinaria e transitoria, adottata in una fase di emergenza per arginare un grave fenomeno criminoso, concentrato in alcune località pugliesi e lucane, che, nonostante l'adozione di crescenti misure di protezione e sicurezza, al momento non accenna a diminuire.
  Giova far presente che, nel contesto di un progressivo potenziamento dei livelli di sicurezza degli asset e delle infrastrutture della stessa Azienda, sono state già da tempo avviate iniziative volte a garantire la manutenzione e l'aggiornamento dei sistemi di sicurezza presso le sedi aziendali e gli uffici territoriali. In particolare, tutti gli sportelli automatici ATM in assegnazione risultano tecnologicamente avanzati e dotati di dispositivi di ultima generazione quali, ad esempio, sistemi macchiatori, allarmi e casseforti ad alta resistenza. È stata altresì prevista l'implementazione di un sistema di videosorveglianza che, al momento, è già installato e attivo presso la quasi totalità degli ATM del territorio pugliese.
  Inoltre, al fine di assicurare un costante monitoraggio dei profili di rischio dei presìdi aziendali, è stato siglato un Protocollo d'Intesa con le Prefetture della Regione, per disciplinare le dotazioni e i livelli di sicurezza degli uffici postali, in funzione del contesto di riferimento e del grado di esposizione ad azioni criminali.
  Tuttavia, anche a fronte di un continuo potenziamento delle misure di protezione, l'intensificarsi in termini di frequenza e di gravità di episodi criminosi riguardanti i dispositivi POSTAMAT, ha reso urgente ed inevitabile l'adozione del menzionato intervento straordinario da parte dell'Azienda.
  Un'intensificazione del fenomeno, per frequenza ed impatto, è stata registrata soprattutto negli ultimi tre mesi e, in particolare, negli ultimi 40 giorni, durante i quali si sono verificati 16 episodi criminosi, gli ultimi dei quali, accaduti nella notte tra il 5 ed il 6 febbraio 2016, ai danni degli uffici «Palo del Colle» e «Toritto», nelle omonime località in provincia di Bari, menzionate anche nell'Atto in esame.Pag. 99
  Poste Italiane precisa altresì che l'utilizzo degli sportelli automatici (ATM) avviene raramente in orario notturno e, pertanto, la sospensione del servizio durante l'orario di chiusura degli uffici postali genera disagi contenuti limitatamente alle esigenze di prelievo durante il fine settimana e, comunque, inferiori al rischio rappresentato dalle menzionate violente forme di aggressione recentemente verificatesi nei territori di interesse.
  Per quanto di competenza, il Ministero dell'interno comunica che, per quello che riguarda la provincia di Bari, in ordine ai reati commessi in danno di sportelli automatici di Poste Italiane S.p.a., dall'anno scorso sino al 23 febbraio scorso, nella provincia si sono registrati complessivamente n. 24 episodi, dei quali 9 consumati e 15 tentati. Nella quasi totalità dei casi si è trattato di azioni delittuose pianificate e perpetrate da squadre ben organizzate di criminali che hanno agito nel cuore della notte, prendendo di mira sedi di uffici postali ubicati in zone periferiche di questo capoluogo e degli altri centri urbani colpiti, per poi guadagnare rapidamente la fuga a bordo di autovetture di grossa cilindrata di provenienza furtiva e con targhe contraffatte. Sebbene in 15 occasioni le azioni criminose non siano state portate a compimento grazie all'allarme scattato tempestivamente ed al conseguente intervento delle Forze di Polizia, va evidenziato che, come riferito già da Poste Italiane S.p.A., gli effetti dirompenti delle esplosioni hanno provocato spesso, anche quando il danaro non è stato trafugato, ingenti danni alle strutture delle filiali oggetto degli assalti.
  La situazione degli uffici postali è stata, inoltre, esaminata nel corso di una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica in data 3 febbraio scorso, alla quale hanno partecipato i rappresentanti nazionali degli organismi di Sicurezza di Poste Italiane. Nel corso della suddetta riunione, i dirigenti della società hanno preannunciato, come detto in precedenza, l'intenzione di non rendere disponibile il denaro contante nelle predette apparecchiature nelle ore di chiusura degli uffici postali nelle regioni dove il fenomeno è maggiormente diffuso e cioè Sicilia, Puglia e Basilicata. Il Comitato, ferma restando la massima, possibile intensificazione dei citati servizi mirati di vigilanza e prevenzione agli uffici postali, ha evidenziato ai rappresentanti di Poste Italiane la necessità di potenziare anche i sistemi di videosorveglianza sensibilizzando, contemporaneamente, le Agenzie che gestiscono detti sistemi in modo da fornire alle Forze di Polizia, in tempo reale, le riprese delle immagini.
  I responsabili aziendali di Poste Italiane sono stati invitati, altresì, a potenziare la vigilanza degli uffici postali mediante l'utilizzo di misure di sicurezza complementari, nonché a valutare l'utilità di dotare le apparecchiature ATM di dispositivi «macchia banconote», misura, come detto in precedenza, già adottata dall'Azienda.
  Nei giorni immediatamente successivi a detto incontro, la Direzione di Poste Italiane S.p.A. ha adottato il provvedimento di disattivazione dell'erogazione automatizzata di danaro dagli «ATM Postamat» durante gli orari di chiusura al pubblico delle filiali, tra l'altro, di tutta la regione Puglia, provocando disagi e lamentele da parte degli utenti, circostanza che ha indotto la stessa società a preavvisare una graduale riattivazione a partire dal 29 febbraio 2016.
  La Questura di Bari, in relazione alla prevista, graduale riattivazione del servizio in numerose filiali dell'area metropolitana, ha preso diretti contatti con i responsabili territoriali di Poste Italiane disponendo, nell'ambito dei vigenti Piani coordinati di controllo del territorio, servizi di vigilanza dinamica presso tutte le filiali dell'Azienda dotate di apparecchiature «postamat» riattivate, con particolare attenzione alle fasce serali e notturne.
  Si assicura che le autorità provinciali di pubblica sicurezza e le Forze di polizia continueranno a prestare la massima attenzione alla problematica in questione.
  Per quanto riguarda la situazione di Matera, la stessa Amministrazione rappresenta che si registrano diversi episodi Pag. 100delittuosi in danno di sportelli bancomat, collocati sia presso uffici postali che banche: quelli consumati effettivamente sono stati solo quattro, gli altri sono rimasti a livello di tentativi. Sui delitti in questione sono in corso approfondite indagini di polizia giudiziaria volte ad accertare, tra l'altro, la loro imputabilità ad organizzazioni criminali operanti più in generale nei territori di Basilicata e Puglia.