CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 25 febbraio 2016
599.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-07363 Marzano: Formulazione del modulo per la richiesta del congedo parentale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Marzano e altri, concernente la formulazione del modulo per la richiesta del congedo parentale. Ricordo che ai sensi dell'articolo 32, comma 1, del testo unico della maternità e della paternità (decreto legislativo n. 151 del 2001) è riconosciuto ai genitori un periodo di congedo parentale che di regola non può complessivamente eccedere il limite di dieci mesi; più precisamente spetta alla madre lavoratrice e al padre lavoratore il diritto al godimento di un periodo individuale massimo di congedo parentale pari a 6 mesi da fruire entro il dodicesimo anno di età del bambino. Tale periodo viene elevato fino a un massimo di 10 mesi, qualora vi sia un «solo» genitore.
  Per ottenere il congedo parentale il genitore richiedente, qualora sia l'unico genitore, deve compilare un modulo, disponibile sul sito dell'Inps in cui specifica il periodo di congedo e i motivi per i quali si trova nella condizione di unico genitore – morte dell'altro genitore, grave infermità dell'altro genitore, abbandono del figlio da parte dell'altro genitore, affidamento esclusivo del figlio al solo genitore richiedente – e in caso di abbandono del minore, la data dell'abbandono.
  Nonostante la legge nulla preveda circa le ragioni per le quali il genitore può essere «solo», l'INPS anche prendendo spunto dall'articolo 28 del testo unico della maternità e della paternità ha approntato un modulo in cui è richiesto all'istante di indicare le ragioni per le quali è «solo» richiamando le ragioni elencate nell'articolo 28.
  Questa scelta dipende dalla necessità in cui si trova l'INPS di verificare se l'istante sia effettivamente «solo» ed abbia, perciò, diritto di godere di un determinato periodo di congedo parentale.
  Tale verifica da parte dell'INPS sarebbe impossibile o difficile da fare, se l'istante potesse limitarsi ad affermare la sua condizione di genitore «solo» senza indicare le motivazioni.
  Infatti, secondo l'INPS, la situazione di «ragazza madre» o di «genitore single» non realizza di per sé la condizione di genitore «solo», ma deve anche risultare il non riconoscimento dell'altro genitore o, nei casi di separazione, deve risultare che il figlio è affidato ad uno solo dei genitori.
  Di conseguenza, nel presentare domanda all'INPS, il genitore richiedente non può limitarsi a dichiarare la propria condizione di genitore «solo», ma deve necessariamente specificare in quale delle condizioni previste si trovi, per consentire all'INPS di effettuare le opportune verifiche al fine di prevenire abusi o irregolarità.
  Voglio concludere evidenziando che il Ministero che rappresento terrà in considerazione la problematica segnalata, ricordando la necessità di contemperare le esigenze di tutela della genitorialità e della riservatezza delle persone con le esigenze di controllo sottese ad ogni impegno di risorse pubbliche.

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ALLEGATO 2

5-07680 Chimienti: Lavoratori impiegati nelle mense della Città della salute di Torino collocati in mobilità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare degli onorevoli Chimienti ed altri – inerente alle vicende occupazionali dei lavoratori della società All Foods nell'ambito dell'appalto per la gestione delle mense della Città della Salute di Torino – faccio presente quanto segue.
  La All Foods è una società – avente sede direzionale a Terni (TR) e sede legale in Albano Laziale (RM) – che si occupa della gestione di mense ospedaliere, scolastiche ed aziendali.
  A decorrere dal 1o novembre 2015, la All Foods è subentrata alla società Euroristorazione nell'appalto per la gestione delle mense della Città della Salute di Torino, un complesso ospedaliero che comprende i nosocomi Molinette, Sant'Anna, Regina Margherita e CTO. Con il cambio di appalto, tutti i lavoratori della precedente azienda appaltatrice sono passati alle dipendenze della All Food.
  Occorre peraltro precisare che, il 30 ottobre 2015, ancor prima di subentrare nell'appalto per il servizio di ristorazione, la All Foods ha richiesto alla regione Piemonte la concessione del trattamento di CIG in deroga nei confronti di 257 unità lavorative, relativamente al periodo dal 1o novembre al 31 dicembre 2015. La Regione Piemonte – con determina dello scorso 17 febbraio – ha rigettato la richiesta in quanto l'accordo per la concessione del trattamento in parola era stato sottoscritto da una sola sigla sindacale (UGL).
  In data 11 dicembre 2015 la All Foods ha comunicato l'avvio della procedura di mobilità nei confronti di 67 dipendenti su un totale di 257 unità lavorative. L'attivazione della predetta procedura è stata determinata dalla presenza di personale in esubero rispetto a quello necessario per l'espletamento del servizio di ristorazione.
  A seguito dell'esito negativo della fase sindacale della procedura – la regione Piemonte ha convocato le Parti per esperire la successiva fase amministrativa che si è conclusa – lo scorso 8 febbraio – con la sottoscrizione di un verbale di mancato accordo tra le Parti.
  La All Foods pertanto, ha provveduto a comunicare i licenziamenti nei confronti di 52 unità lavorative – in luogo delle 67 originariamente previste – su un organico pari a 253 unità complessivamente impiegate presso la refezione ospedaliera della Città della salute.
  Ciò posto – con riferimento a quanto evidenziato dagli interroganti – è opportuno precisare che l'aggiudicazione dell'appalto per la gestione delle mense della Città della Salute da parte della All Foods è avvenuta sulla base del criterio dell'offerta più bassa, ai sensi dell'articolo 82 del decreto legislativo n. 163 del 2006. La base d'asta – pari a euro 6.50 più IVA per pasto – ha tenuto conto degli obblighi stabiliti a carico delle amministrazioni pubbliche dall'articolo 17 del decreto-legge n. 98 del 2011 e dall'articolo 9 del decreto-legge n. 66 del 2014, con particolare riferimento ai prezzi per il servizio di ristorazione pubblicati sul sito dell'ANAC, aumentati del costo dei servizi aggiuntivi specifici dell'appalto. La All Foods ha offerto un ribasso sul Pag. 95prezzo base pari a 4 centesimi per pasto, aggiudicandosi in tal modo la gara con un'offerta di euro 6.46 più IVA.
  Da ultimo – nell'evidenziare la rilevanza meramente locale della vicenda rappresentata con il presente atto parlamentare – faccio presente che la regione Piemonte, espressamente interpellata dal Ministero che rappresento, ha reso noto che continuerà a monitorare la situazione e a seguirne l'evoluzione con la massima attenzione.

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ALLEGATO 3

5-07563 Gnecchi: Pensioni liquidate nel periodo 2013-2015 sulla base del regime di cumulo dei contributi di cui all'articolo 1, commi da 239 a 246, della legge n. 228 del 2012.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Gnecchi – inerente all'istituto del cumulo dei periodi contributivi, introdotto dall'articolo 1, commi da 239 a 249 della legge n. 228 del 2012 – passo ad illustrare sinteticamente i dati forniti dall'INPS e definiti più dettagliatamente nella tabella allegata che deposito.
  In particolare, nel triennio 2013-2015, le pensioni liquidate in regime di cumulo, ammontano complessivamente a 1.889, di cui 866 riguardano le donne e 1.023 gli uomini.
  L'importo lordo medio mensile, alla data di decorrenza, dei trattamenti considerati, distinti per categoria di pensione è pari a:
   euro 854,99 per i trattamenti di vecchiaia (VO/CUM);
   euro 1.046,19 per i trattamenti di inabilità (IO/CUM);
   euro 682,56 per i trattamenti ai superstiti (SO/CUM);
  L'Istituto ha, inoltre, precisato che – nel corso del periodo dal 1o gennaio 2016 al 20 febbraio 2016 – sono state liquidate complessivamente 47 nuove pensioni in regime di cumulo.

Pensioni liquidate in regime di cumulo, ex commi 239-249, articolo 1, della L. 228/2012 - triennio 2013-2015
Anno Donne Uomini Totale
2013 132 117 249
2014 318 414 732
2015 416 492 908
Totale 866 1023 1.889
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ALLEGATO 4

Sulla partecipazione alla quarta edizione della «Settimana europea» nell'ambito del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche (Bruxelles, 15-17 febbraio 2016).

RELAZIONE DEL PRESIDENTE

  Il 16 e il 17 febbraio si è svolta a Bruxelles, presso la sede del Parlamento europeo, l'annuale «settimana europea», che si è articolata in due fasi distinte.
  Il 16 febbraio si è svolta la Conferenza sul semestre europeo, un'iniziativa del Parlamento europeo avviata nel 2013 nel quadro del dialogo con i Parlamenti nazionali sul Semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche. La riunione prevedeva due sessioni plenarie dedicate, rispettivamente, alla rivitalizzazione del Semestre europeo e alle priorità politiche per il 2016, e tre distinte riunioni interparlamentari organizzate dalle Commissioni del Parlamento europeo competenti, rispettivamente, per gli affari economici e monetari, per l'occupazione e gli affari sociali, e per i bilanci (BUDG).
  Il 17 febbraio ha avuto luogo la riunione della Conferenza sulla stabilità, il coordinamento economico e la governance nell'Unione europea, istituita sulla base dell'articolo 13 del Fiscal Compact per consentire il dialogo tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali in materia di politiche di bilancio e altre questioni rientranti nell'ambito di applicazione del medesimo Trattato. La Conferenza si è articolata in tre sessioni incentrate sull'esperienza dei Parlamenti nell'ambito della governance economica europea, sull'efficacia del coordinamento delle politiche di bilancio e sui futuri scenari dell'economia europea.
  Nell'ambito della Conferenza sul semestre europeo ha avuto luogo uno breve scambio di opinioni con il Presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, il quale ha ribadito che tra le priorità della Commissione per il 2016 rimane la promozione della crescita, da perseguire attraverso il rilancio degli investimenti. A tale riguardo, ha sottolineato che il Piano per gli investimenti (cosiddetto «Piano Juncker») fino ad ora ha mobilitato 61 miliardi di euro (su un totale previsto di 315 miliardi da mobilitare entro il 2017), avviando la realizzazione di una quarantina di progetti nei settori delle infrastrutture, ricerca e innovazione, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, istruzione e formazione, reti energetiche. Il Presidente Juncker ha anche evidenziato la volontà di prorogare il Piano per tutto il periodo del mandato dell'attuale Commissione europea, modificando quindi l'attuale durata di tre anni. Il Presidente Juncker ha altresì evidenziato la particolare attenzione che la Commissione intende riservare alla dimensione sociale, rilevando che tre nuovi indicatori (relativi al tasso di occupazione, alla disoccupazione giovanile e a quella di lunga durata) sono stati inseriti nella valutazione connessa alla procedura per gli squilibri macroeconomici, e che nel mese di marzo verrà avviata un'ampia consultazione sulla creazione di un «Pilastro di diritti sociali», finalizzato a colmare le lacune della normativa vigente e a realizzare una maggiore convergenza delle performance occupazionali e sociali degli Stati membri dell'Unione europea.
  L'intervento del Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, è stato incentrato sul difficile negoziato tra le Istituzioni dell'Unione europea e il Governo Pag. 98del Regno Unito concernente una nuova intesa per la permanenza del Regno Unito nell'Unione europea (cosiddetta «Brexit»). Schulz ha sottolineato che dall'esito del negoziato, nonché dalla soluzione delle crisi economica e migratoria, dipende il futuro del progetto europeo, seriamente minacciato dalle pulsioni nazionalistiche e populiste.
  Nel corso del dibattito, i rappresentanti dei Parlamenti nazionali hanno espresso apprezzamento per il superamento di una logica ispirata unicamente all'austerità e al rigore di bilancio, pur sottolineando che le risorse messe a disposizione dal Piano Juncker (21 miliardi di euro di garanzie) risultano insufficienti a fronte del crollo degli investimenti e della grave crisi sociale che ha colpito alcuni Paesi, in particolare quelli dell'Europa meridionale. Inoltre, alcuni hanno rilevato che la ripresa economica passa anzitutto da politiche di sostegno della domanda interna, soprattutto per quei Paesi che registrano un consistente surplus delle partite correnti. Altri hanno evocato l'emergenza rifugiati per chiedere l'applicazione di una maggiore flessibilità nella valutazione delle spese per l'accoglienza e di una logica solidaristica nella ripartizione degli oneri di ricollocamento. Infine, è stata sottolineata l'opportunità di promuovere una più efficace armonizzazione tra i regimi fiscali, anche al fine di garantire una concorrenza più equa e leale tra le imprese.
  Il deputato Francesco Cariello, intervenendo in rappresentanza della Camera dei deputati, ha rilevato come il tema Brexit sia emblematico della tendenza di alcuni Paesi ad assumere posizioni estreme allo scopo di strappare concessioni all'Unione europea, nel tentativo di dare risposte ad opinioni pubbliche nazionali sempre più distanti e diffidenti rispetto al progetto di integrazione europea.
  Nel corso della seconda sessione della Conferenza sul semestre europeo, il Vice Presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, e il Commissario per gli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, hanno entrambi ribadito che la ripresa economica nell'Unione europea sarà moderata e fragile, anche in conseguenza della tensioni geopolitiche in atto e di un rallentamento dell'economia mondiale. Occorre tuttavia sfruttare i fattori favorevoli, quali il basso prezzo delle materie prime, la politica monetaria espansiva e le condizioni di finanziamento favorevoli. Gli Stati membri sono stati invitati ad attuare in maniera più puntuale e rigorosa le raccomandazioni specifiche per Paese che ogni anno vengono proposte dalla Commissione europea e approvate dal consiglio ECOFIN.
  Nel corso del dibattito i rappresentanti dei Parlamenti nazionali hanno concordato sulla necessità di una maggiore convergenza delle politiche economiche rilevando, tuttavia, che occorre adottare un giusto mix di politiche: il consolidamento di bilancio va accompagnato con riforme strutturali incisive (soprattutto nel mercato del lavoro e dei servizi) e con una robusta strategia di investimenti. In questo contesto, è stata rilevata l'opportunità di orientare le raccomandazioni specifiche per Paese agli obiettivi della Strategia Europa 2020, che prevede target molto ambiziosi (e con risultati finora deludenti) in materia di occupazione, riduzione della povertà, investimenti in ricerca e istruzione.
  Nel suo intervento, la deputata Antonella Incerti ha sottolineato che nel 2016-2017 i tassi di disoccupazione, in particolare quella giovanile, resteranno ancora piuttosto elevati, e si pone dunque l'esigenza di prorogare e rifinanziare le misure che si sono rivelate più efficaci per promuovere l'occupazione e la coesione sociale, in primis l'Iniziativa per l'occupazione giovanile.
  Il workshop organizzato dalla Commissione bilanci del Parlamento europeo era dedicato alla revisione intermedia del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020. La sessione è stata introdotta dall'europarlamentare socialista francese Thomas, relatrice su un rapporto di iniziativa del Parlamento europeo che sarà votato a luglio 2016. La relatrice ha richiamato le nuove emergenze che il bilancio dell'Unione europea si trova a fronteggiare, Pag. 99dalla crisi dei rifugiati a quella degli investimenti a quella dei pagamenti (quest'ultima si traduce in un indebitamento Unione europea pari a 24 miliardi di euro di fatture non pagate). La parlamentare ha evidenziato la necessità di lavorare sulla struttura del bilancio dell'Unione europea, tenendo conto dei risultati dei lavori del Gruppo di alto livello sulle risorse proprie, di garantire l'unità del bilancio dell'Unione e di riconsiderare la durata del quadro finanziario pluriennale, collegandolo alla durata della legislatura così da garantirne la democraticità. Il successivo intervento di Wouter Koolmees, membro della Commissione finanze della Camera olandese, si è concentrato sulla necessità di una riforma della procedura di bilancio europea, in particolare con riferimento al tema delle entrate del bilancio dell'Unione europea, di una maggiore flessibilità e verifica del valore aggiunto delle spese europee e della trasparenza delle uscite. Con riferimento a tale ultimo punto, ha in particolare invitato gli Stati membri a seguire il modello olandese di una dichiarazione annuale da parte del Governo che giustifica la spesa europea. Molti parlamentari intervenuti nel dibattito hanno convenuto sull'urgenza di introdurre risorse proprie dell'Unione europea e sulla necessità di una maggiore flessibilità del bilancio per fronteggiare le nuove emergenze; sono stati anche affrontati i temi della crisi dei pagamenti dell'Unione e dell'opportunità di innalzare i massimali per i relativi pagamenti, oltre che della necessità di preservare l'unità del bilancio. L'onorevole Cariello ha sottolineato l'importanza della valutazione degli indicatori di performance nell'utilizzo dei fondi europei, anche al fine di dar conto all'opinione pubblica del valore aggiunto europeo, e ha quindi sollecitato l'istituzione dell'apposito gruppo di lavoro interistituzionale chiesto dal Parlamento europeo in una precedente risoluzione.
  Nella seconda parte dell'incontro in Commissione bilanci, concentrata sull'equilibrio tra le nuove urgenze e le priorità politiche nella revisione del quadro finanziario, si è innanzi tutto affrontato il tema dell'emergenza rifugiati, sul quale sono intervenuti Annabelle Roig-Granjon, Rappresentante dell'Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR) e Frédéric Vallier, Segretario generale del Consiglio delle municipalità europee e delle regioni (CEMR). La prima ha evidenziato la necessità di un approccio strutturale alla crisi dei rifugiati, soffermandosi sulla complementarietà tra fondi europei e fondi nazionali e sul possibile ruolo della Banca europea degli investimenti nella realizzazione di infrastrutture legate all'emergenza rifugiati. Con riferimento alle crisi in Paesi non appartenenti all'Unione europea, la relatrice ha anche introdotto il tema dei fondi fiduciari, segnalando le difficoltà create dal basso livello di cofinanziamento da parte degli Stati membri e, a fronte della sproporzione tra domanda e offerta di aiuto umanitario, ha sollecitato un ripensamento della sua struttura che coinvolga in modo più efficace anche il settore privato. Il rappresentante delle entità territoriali ha preannunciato la creazione di un osservatorio europeo per lo scambio di buone pratiche di accoglienza e gestione dei rifugiati e ha espresso la necessità di maggiore flessibilità per l'accesso da parte degli enti locali ai fondi europei. Chiedendo al gruppo di alto livello sulle risorse proprie di accelerare i propri lavori, ha quindi ipotizzato una tassa temporanea sulle emissioni di CO2 per finanziare l'emergenza profughi e ha richiamato la necessità di un approccio più strutturale all'emergenza, attraverso una maggiore sinergia tra i Fondi europei e maggiore flessibilità nell'applicazione del Patto di stabilità e crescita. Nel corso del dibattito, sono stati, tra gli altri, affrontati i temi del bilanciamento tra le nuove priorità e l'attuazione dei programmi esistenti, la necessità di una maggiore flessibilità dei meccanismi di bilancio per far fronte rapidamente a situazioni di emergenza, il ruolo dei Fondi strutturali nel finanziamento delle nuove priorità.
  Nell'ultima parte dell'incontro si è infine dibattuto del possibile prolungamento dell'Iniziativa europea per l'occupazione giovanile, in vista della revisione di medio Pag. 100termine del Quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea. L'onorevole Incerti, intervenendo in qualità di relatrice, ha richiamato le previsioni macroeconomiche di inverno della Commissione europea e i dati sull'occupazione, in particolare giovanile, osservando come non sembrano venute meno le ragioni alla base dell'iniziativa. La relatrice ha quindi illustrato i principali caratteri della sua attuazione in Italia, fornendo dati, a livello quantitativo e di qualità delle misure, che testimoniano come essa stia progressivamente raggiungendo i suoi obiettivi, pur mantenendosi differenze non trascurabili tra le diverse Regioni. L'attuazione della Garanzia giovani ha inoltre costituito una molla per promuovere un ripensamento complessivo delle politiche attive del lavoro italiane e ha infatti coinciso in Italia con l'avvio di un ampio processo di riforme nel mondo del lavoro.
  Alla luce di tale positiva esperienza, la relatrice, richiamando un parere recentemente approvato dalla Commissione lavoro, oltre che la posizione del Governo e delle regioni italiane, ha quindi sostenuto la necessità di estendere l'efficacia dell'Iniziativa europea per l'occupazione giovanile.
  Nel successivo dibattito è intervenuta la parlamentare portoghese che, condividendo le conclusioni dell'onorevole Incerti, ha al contempo sollecitato una riflessione sui margini di miglioramento del meccanismo della Garanzia giovani, soprattutto in termini di qualità dell'occupazione prodotta; la parlamentare irlandese ha, invece, evidenziato talune difficoltà nell'attuazione dello strumento in Irlanda.
  Nella riunione organizzata dalla Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo gli europarlamentari e i rappresentanti del Parlamenti nazionali si sono confrontati sul pacchetto di misure anti-elusione fiscale – presentato dalla Commissione europea a fine gennaio sulla base di un piano d'azione già adottato in ambito OCSE – e sulle prospettive dell'Unione bancaria.
   Sul primo punto, si è registrato un sostanziale consenso tra i parlamentari circa l'opportunità di approvare e attuare le misure proposte, volte ad assicurare la tassazione effettiva di tutte le imprese nei luoghi in cui realizzano i loro profitti; garantire la trasparenza fiscale; affrontare il problema della doppia imposizione. Diversi interventi hanno anche evocato l'introduzione di una base imponibile comune per la tassazione delle società, considerata uno strumento essenziale per combattere il dumping fiscale e garantire un'armonizzazione minima dei regimi tributari.
  Sul secondo tema si è registrata una certa divergenza circa l'introduzione di un sistema di assicurazione comune dei depositi, che dovrebbe costituire il terzo pilastro dell'Unione bancaria accanto al sistema unico di vigilanza e al sistema unico di risoluzione delle crisi bancarie, con l'obiettivo di limitare l'impatto sui bilanci pubblici degli interventi di salvataggio delle banche in crisi (cosiddetto bail-out), introducendo il principio per cui il finanziamento degli istituti di credito è affidata in primo luogo ad azionisti, obbligazionisti e creditori delle banche stesse (cosiddetto bail-in). In particolare, i rappresentanti tedeschi e cechi hanno espresso riserve sulla garanzia comune dei depositi, sottolineando come i rischi dei sistemi bancari nazionali dell'area euro (soprattutto l'esposizione verso i debiti sovrani) vadano ridotti prima di pensare a qualunque forma di mutualizzazione.
  Nel suo intervento, il deputato Cariello ha sottolineato, in via generale, che la concentrazione dei poteri finanziari rischia di minare la fiducia dei cittadini e la democrazia: pertanto, sarebbe auspicabile approvare la proposta di direttiva relativa alla separazione tra banche commerciali e banche d'affari. Inoltre, ha sottolineato che sarebbe stato opportuno prevedere una maggiore gradualità per l'entrata in vigore del bail-in.
  La Conferenza sulla stabilità, il coordinamento economico e la governance nell'UE si è aperta con l'intervento del Presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, incentrato sull'implementazione della relazione dei cinque Presidenti sul Pag. 101futuro dell'Unione economica e monetaria: in questo contesto, ha auspicato la creazione in ciascuno Stato membro dei consigli nazionali per la competitività, organi indipendenti che dovrebbero valutare l'efficacia delle riforme strutturali. Ha altresì evocato la possibilità di ampliare l'orizzonte temporale delle raccomandazioni specifiche per Paese, rendendole pluriennali, in modo da consentire ai Governi di avere più tempo per realizzare le strategie di riforma a lungo termine.
  Il Commissario agli affari economici, Pierre Moscovici, ha ricordato che tra gli obiettivi della «fase 2» della relazione dei cinque Presidenti sono contemplati l'istituzione di una capacità di bilancio dell'eurozona e di un ministro delle finanze europeo, sottolineando che tali innovazioni richiedono un deciso rafforzamento dei meccanismi di legittimità democratica e un più ampio coinvolgimento del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali nei meccanismi di governance economica.
  Nella sua relazione, il Presidente della Commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, ha ricordato che la legislazione italiana è pienamente allineata alla normativa europea, sia con riferimento alla tempistica sia agli indirizzi forniti da Bruxelles. Il Presidente Boccia ha in proposito richiamato le modifiche apportata alla legge di contabilità e finanza pubblica, al fine di allineare il sistema nazionale delle decisioni di bilancio alle nuove regole europee in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, l'introduzione nella Costituzione del principio del pareggio di bilancio e l'istituzione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, i cui criteri di nomina consentono un pieno rispetto dei criteri di indipendenza e controllo democratico. Il Presidente ha, quindi, preannunciato imminenti interventi legislativi volti al completamento della riforma di bilancio, attraverso l'eliminazione delle cosiddette «clausole di salvaguardia», che costituiscono oggettivamente un'alterazione della sovranità popolare, e la modifica dei meccanismi che correlano il funzionamento del bilancio al documento di economia e finanze nella direzione auspicata da Bruxelles. Richiamando la debolezza dei segnali di ripresa, soprattutto nella zona euro, e l'impatto della crisi sul sistema produttivo e sugli investimenti, il Presidente ha sollecitato una maggiore attenzione per gli squilibri macroeconomici derivanti dall'accumulazione di ingenti surplus commerciali, attraverso interventi concentrati sulla domanda interna. Nella prospettiva della revisione della Strategia Europa 2020 e dell'incorporazione del Fiscal Compact nell'ordinamento dell'Unione europea, il Presidente ha quindi osservato che sarebbe opportuno promuovere una riflessione sull'impatto delle regole ivi previste sul piano macroeconomico e, in particolare, sull'economia reale.
  Il dibattito ha evidenziato un consenso generale sulla necessità di affrontare il problema del deficit democratico nei meccanismi di coordinamento delle politiche di bilancio, rafforzando la titolarità (ownership) dei Parlamenti nazionali e il coinvolgimento delle parti sociali. In quest'ottica, le ulteriori cessioni di sovranità connesse all'istituzione di un bilancio dell'eurozona e di un ministro delle finanze europeo dovrebbero andare di pari passo con il rafforzamento delle funzioni di indirizzo e controllo esercitate dai Parlamenti. Nel suo intervento, il deputato Cariello ha introdotto il tema, successivamente ripreso da altri parlamentari, del Comitato europeo per le finanze pubbliche, ponendo interrogativi sull'idoneità dei criteri di nomina previsti ad assicurare l'indipendenza dell'organo.
  L'ultima sessione si è incentrata sulle politiche per la crescita nell'Unione europea, con particolare riferimento alle misure per promuovere gli investimenti, che in alcuni Paesi membri hanno subito un vero e proprio crollo negli anni della crisi (2008-2013). Nel corso del dibattito è emerso un consenso generale sulla necessità di: migliorare il quadro regolatorio, al fine di agevolare la propensione all'investimento delle imprese; rimuovere le barriere Pag. 102ancora esistenti nel mercato unico, soprattutto in quello dei servizi; aumentare la quota di risorse destinate all'istruzione e alla formazione, per migliorare il capitale umano.
  Nel suo intervento, il deputato Cariello ha sottolineato che le aziende italiane hanno bisogno di meno burocrazia, maggiore sicurezza e tassi d'interesse allineati all'inflazione reale. Inoltre, ha evidenziato che il Piano Juncker rischia di introdurre elementi distorsivi della concorrenza, concedendo prestiti alle imprese che godono già di una posizione consolidata sul mercato.