CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 febbraio 2016
597.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-06969 Amoddio: Questioni inerenti l'eventuale cessione di Versalis da parte di ENI.
5-07105 Bianchi: Questioni inerenti l'eventuale cessione di Versalis da parte di ENI.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si risponde congiuntamente agli atti in questione essendo entrambi riferiti alle prospettive della filiera della chimica in Italia.
  A riguardo il Governo intende promuovere la qualificazione e la reindustrializzazine dei poli chimici, favorendo, in un'ottica di sostenibilità ambientale, il consolidamento della petrolchimica presente, lo sviluppo delle specialità e l'insediamento in queste aree di nuove attività produttive di filiera e, comunque, ad elevato contenuto innovativo. Richiamo, a tale riguardo, i progetti di investimento contenuti nei protocolli sottoscritti presso il Ministero dello sviluppo economico per il polo petrolchimico di Porto Torres e per quello di Gela e l'Accordo di programma per Porto Marghera, che pongono una particolare attenzione anche alle produzioni chimiche bio based (la cosiddetta Chimica Verde), basate sull'utilizzo di biomasse agricole.
  Nello specifico voglio preliminarmente evidenziare che ENI ha ereditato un asset produttivo frammentato e caratterizzato da alcune diseconomie produttive. Questo ha determinato delle perdite operative cumulate che hanno inciso sul posizionamento competitivo nel settore.
  Per quanto riguarda le iniziative assunte dal Governo, si segnala che il 12 gennaio c’è stato un incontro con i vertici Eni e Versalis, alla presenza dei sindacati confederali e dei chimici, al quale è seguito al Ministero dello sviluppo economico un tavolo, presieduto dal Ministro Federica Guidi, insieme ai Presidenti e agli Assessori delle Regioni coinvolte nei piani di ristrutturazione (Emilia Romagna, Lombardia, Puglia, Veneto, Sicilia e Sardegna).
  In quella sede l'amministratore delegato di Versalis ha illustrato anche le prospettive dell'azienda alla luce della recente evoluzione del settore.
  Il piano, predisposto dall'azienda, verte principalmente su tre pilastri:
   l'ottimizzazione delle piattaforme produttive;
   la riallocazione del portafoglio su prodotti a maggior valore aggiunto e nuovi prodotti, inclusa naturalmente la «chimica verde»;
   lo sviluppo del business a livello internazionale.

  Le prime fasi di attuazione di questo Piano hanno già dato buoni risultati.
  Tuttavia è necessario un forte supporto di capitale che consenta di assicurare gli investimenti (pari a circa 1,2 miliardi di euro) previsti da questo piano quinquennale.
  Nelle attuali condizioni di mercato petrolifero, quindi, la società ha la necessità di individuare un partner industriale con cui sviluppare sinergie e proseguire il percorso di crescita internazionale.
  Nell'ambito di questo processo il Governo ha avuto modo di incontrare il Pag. 73Fondo statunitense SK Capital, interessato all'acquisizione di una partecipazione in Versalis. Il Fondo ha in portafoglio un pool di aziende che generano nove miliardi di dollari di ricavi, con novemila dipendenti e oltre cento impianti produttivi in 32 Paesi.
  Il Fondo è specializzato nel settore della chimica, biochimica, igiene ambientale e sanità e non ha mai venduto fino a oggi le attività che ha acquisito. Al momento, comunque, non esiste alcuna operazione già conclusa; sono in corso ancora alcune valutazioni finalizzate naturalmente a garantire le migliori prospettive future di Versalis.
  Il Ministero dello sviluppo economico, pertanto, anche attraverso il coinvolgimento di tutte le parti e i territori interessati, continuerà a lavorare con l'obiettivo di valutare il mantenimento e valorizzare il rilancio delle attività oggi esistenti in Versalis e il mantenimento della chimica nel nostro Paese, in ragione della strategicità che riveste per l'Italia tale comparto.

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ALLEGATO 2

5-07176 Cani: Prospettive industriali dello stabilimento Saipem di Arbatax.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In relazione all'Atto di sindacato ispettivo, a seguito del mutato assetto societario che ha portato Saipem ad uscire dal perimetro di ENI S.p.A., il Ministero dello Sviluppo Economico ha ricevuto una serie di dati informativi che si illustrano di seguito.
  Come noto, Saipem è uno dei leader mondiali nei servizi di perforazione, ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione di condotte e grandi impianti nel settore oil & gas a mare e a terra, con un forte orientamento verso attività in ambienti difficili, aree remote e in acque profonde.
  La Società, nel luglio del 2015, ha avviato un processo di risanamento dei conti e di riorganizzazione delle proprie strutture operative con l'obiettivo di superare i problemi che nel recente passato ne avevano compromesso la storica forza.
  Tale strategia ha avuto come momento centrale la presentazione, il 27-28 ottobre 2015, del «Piano strategico industriale», con il quale si è proposto l'aumento di capitale di 3,5 miliardi euro (poi approvato dall'assemblea dei soci del 2 dicembre 2015) e il rifinanziamento del debito per altri 4,7 miliardi di euro, al fine di tornare ad avere una struttura finanziaria solida che le permettesse di muoversi da «giocatore attivo» in un mercato sempre più competitivo.
  In occasione della presentazione del Piano Strategico, è stato annunciato da ENI, fino ad allora azionista di riferimento di Saipem con il 42,9 per cento delle quote azionarie, la cessione al Fondo Strategico Italiano (CDP) – investitore istituzionale di lungo periodo – del 12,5 per cento di tali quote e la contestuale costituzione di un patto di controllo fra il Fondo e la stessa Eni a cui ciascuno dei soggetti avrebbe conferito il 12,5 per cento delle azioni.
  Le operazioni di aumento di capitale e la formalizzazione del trasferimento di quote azionarie da Eni al Fondo Strategico Italiano si sono entrambe recentemente concluse positivamente. A valle di questo percorso, Saipem ha assunto la propria autonomia e indipendenza dal precedente azionista di controllo, ENI, godendo di un assetto azionario stabile e di una struttura finanziaria solida che l'accompagneranno nel percorso di rilancio.
  Per quello che riguarda il sito Saipem di Arbatax, si tratta di un cantiere di costruzione a servizio delle linee di business off-shore e on-shore che attualmente opera su un importante commessa di Total, destinata a un campo di produzione petrolifero congolese della major francese.
  Al 31 dicembre 2014 l'insediamento produttivo ogliastrino occupava circa 190 dipendenti tra diretti, indiretti e interinali.
  Per quanto riguarda il personale, si segnala che 20 dipendenti, avendone i requisiti, sono stati avviati alla pensione, mentre sono andati naturalmente a scadenza una decina di contratti interinali.
  Il particolare e drammatico scenario di mercato, depresso a causa del calo del prezzo del petrolio e del taglio degli investimenti, da parte delle compagnie petrolifere, principali clienti di Saipem, ha causato difficoltà operative non solo a Saipem ma anche a tutte le altre aziende del settore rendendo più aspra la competizione sulle commesse e sui progetti ancora in corso.
  Ciò nonostante Saipem continua ad operare per cercare di assicurarsi commesse e per poter alimentare il lavoro dei Pag. 75propri siti di costruzione fra i quali Arbatax risulta particolarmente importante sia per la collocazione geografica sia per l'alta specializzazione e professionalità dei lavoratori ivi impiegati.
  Per quanto di competenza, il Ministero dello Sviluppo Economico segue già con particolare attenzione la situazione di tutti i siti, non solo quello di Arbatax, interessati dalla crisi dei settori, in particolare, della raffinazione e della distribuzione dei prodotti petroliferi, monitorando costantemente, ove esistenti, anche il rispetto dei protocolli d'intesa siglati tra tutti i soggetti interessati come, ad esempio, Gela e Porto Marghera, nella convinzione che nei prossimi mesi si creeranno le condizioni per un rilancio dei siti stessi.

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ALLEGATO 3

5-07535 Lattuca: Riattivazione del pozzo di gas naturale denominato «Morena».

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla questioni richiamate nell'atto di sindacato ispettivo, con riguardo al pozzo «Morena», vorrei precisare che si tratta di un pozzo perforato nel 1994 e che, insieme con altre strutture, ha permesso il rinvenimento dell'omonimo giacimento di idrocarburi al largo di Cesenatico.
  Nel 1998 è stata, pertanto, attribuita ad Eni S.p.A. la concessione di coltivazione di gas per la durata di 20 anni. Per tale titolo minerario, in scadenza al 2017, è stata presentata dalla Società istanza di proroga decennale attualmente oggetto di istruttoria.
  Ciò premesso, si rappresenta che l'attività del pozzo «Morena», nell'ambito della citata concessione, è stata sospesa nel 2008 per l'elevata produzione di acqua di strato e trascinamento di sabbia che avrebbe potuto danneggiare gli impianti.
  Previa istanza della Società ENI, accompagnata dal relativo programma dei lavori, gli uffici della Direzione per la sicurezza delle attività minerarie – sezione territoriale di Bologna del Ministero dello sviluppo economico, nel rispetto della normativa vigente, in data 12 gennaio 2015, hanno, pertanto autorizzato un intervento sul pozzo «Morena», finalizzato all'adeguamento tecnologico degli impianti, per il mantenimento in sicurezza degli stessi e per la piena salvaguardia anche ambientale.
  Come previsto dal Decreto Direttoriale del 15 luglio 2015 alla Società sono state inoltre richieste idonee garanzie economiche per coprire eventuali incidenti durante le attività, commisurate al più grave incidente, tra quelli ipotizzabili.
  La ripresa della produzione del pozzo è pertanto attualmente solo ipotizzata dall'Eni S.p.A., in base alle risultanze degli interventi che la Società sta portando a compimento sugli impianti.
  La ripresa delle attività potrà essere autorizzata solo nel caso in cui l'operatore sia in grado di ripristinare la produzione del pozzo in condizioni di massima sicurezza anche ambientale, nell'ambito di un titolo già vigente nelle 12 miglia e nel pieno rispetto della normativa attualmente in vigore.
  Il Ministero dello sviluppo economico assicura fin d'ora la propria disponibilità a fornire al Parlamento ulteriori elementi che dovessero emergere nei prossimi mesi.

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ALLEGATO 4

5-07578 Da Villa: Riordino delle funzioni e dell'organizzazione delle Camere di commercio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Lo schema di decreto legislativo cui fa riferimento l'Onorevole Da Villa è stato predisposto dal Ministero dello sviluppo economico ed è attualmente alla valutazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
  Si conferma che gli ambiti di attività delle Camere di Commercio nei quali svolgere le funzioni di promozione del territorio e dell'economia locale così come le altre competenze attribuite o delegate da Stato e Regioni saranno individuati in base all'esigenza di renderli al tempo stesso efficienti e compatibili con la minore disponibilità delle risorse dovuta alla riduzione del diritto annuale, escludendo iniziative e attività che risultino anche parzialmente duplicate in quanto già svolte efficacemente da altre pubbliche amministrazioni, o comunque non prioritarie o che possono essere ricondotte all'iniziativa privata secondo il principio di sussidiarietà e secondo logiche di concorrenza e mercato.
  In base ai medesimi criteri saranno rivalutati anche i compiti ed il ruolo delle Camere di Commercio in materia di supporto all'internazionalizzazione.
  Parimenti quanto agli aspetti occupazionali si conferma l'intendimento di salvaguardarli in termini complessivi prevedendo, in ogni caso, la permanenza di tutto il personale ora presente nel sistema camerale a prescindere dalla rispondenza tra il fabbisogno di risorse umane ed il nuovo perimetro di attribuzione individuato, non ritenendosi, allo stato attuale, di prevedere il trasferimento del personale ad altre amministrazioni pubbliche. Tale salvaguardia dei livelli occupazionali sarà, pertanto, affidata essenzialmente a meccanismi di mobilità interna che tengano conto degli effettivi fabbisogni di tutti gli enti pubblici interessati e, per il personale del sistema a contratto privato, anche del fabbisogno di analoghi organismi soggetti a controllo o partecipazione pubblica.
  In considerazione del fatto che il testo sarà oggetto di ulteriore confronto in vista dell'esame dello schema di decreto legislativo, da parte del Consiglio dei Ministri, il Governo si riserva di fornire al Parlamento ulteriori elementi nelle prossime settimane. In quest'ottica sarà fondamentale l'apporto che il Parlamento vorrà dare al Governo in occasione dell'espressione dei pareri da parte delle competenti Commissioni parlamentari, così come previsto dalla legge delega in materia di riforma delle Camere di commercio.

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ALLEGATO 5

5-07837 Ricciatti: Liberalizzazione degli orari dei punti vendita di prodotti editoriali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione in esame riguarda il settore della distribuzione dei prodotti editoriali ed in particolare le problematiche legate alla corretta individuazione del quadro normativo applicabile, anche con riferimento al regime dell'orario d'esercizio delle attività del settore.
  Si fa presente che la materia è di prevalente competenza del Dipartimento per l'informazione e l'editoria, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha fornito degli elementi di seguito illustrati.
  In merito a quanto evidenziato nell'atto di sindacato ispettivo, si conferma l'esistenza, sedimentata nel tempo, di difficoltà nei rapporti tra gli operatori della filiera, in particolare tra distributori locali ed edicolanti, e l'esistenza di ricorrenti motivi di contrasto sia in ordine alla gestione quotidiana dei rapporti, sia in relazione all'interpretazione della disciplina normativa e contrattuale, anch'essa toccata da interventi parziali e disorganici.
  Si deve tuttavia sottolineare che le situazioni esposte dagli Interroganti appartengono, pur nella loro effettività, ad un'area delimitata e minoritaria, e cioè essenzialmente ai piccolissimi comuni, laddove si trovi ad operare un singolo punto vendita.
  Ciò posto, va detto che le Amministrazioni Pubbliche non possono intervenire direttamente nei rapporti tra operatori privati (e quindi anche in ordine al rispetto dei contratti nazionali ed alla loro interpretazione) per dirimere singole controversie, la cui soluzione va sempre ricercata a livello contrattuale, e comunque nelle opportune sedi di incontro tra le diverse associazioni professionali.
  Già in diverse occasioni il Dipartimento per l'informazione e l'editoria ha invece promosso e facilitato il dialogo tra gli operatori della filiera quando è stato necessario affrontare problematiche più generali, di interesse comune, quali – per citare l'esempio più recente – la definizione delle linee guida per la creazione di una rete unitaria informatizzata tra editori, distributori e punti vendita, in grado di assicurare la tracciabilità delle vendite e dei resi, in adempimento di un obbligo introdotto dalla legge.
  Peraltro, la consapevolezza diffusa delle criticità esistenti nella filiera ha portato ad includere i problemi della distribuzione e della vendita nel campo degli interventi di riforma che sono stati delineati con la proposta di legge (A.C. n. 3317 – 3345) attualmente in discussione alla Camera e recante «Istituzione del fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico all'editoria».
  Con riferimento allo stadio finale della filiera, la proposta di legge prevede una delega al Governo per accompagnare il processo di progressiva liberalizzazione della vendita di prodotti editoriali, favorendo l'adeguamento della rete alle mutate condizioni, mitigando gli effetti negativi di breve termine ed assicurando agli operatori parità di condizioni ed adeguatezza delle forniture, con divieto di sospensioni arbitrarie delle consegne.Pag. 79
  Inoltre, sempre in base alla delega, dovranno essere rimossi gli ostacoli che limitano la possibilità di ampliare l'assortimento dei prodotti e dei servizi che l'edicolante può scegliere di offrire. Altri criteri di delega riguardano la promozione di sinergie tra punti di vendita capaci di creare nuove formule imprenditoriali e commerciali, ed infine il completamento unitario dell'informatizzazione delle strutture.
  In sostanza, si ritiene che i contenuti della citata proposta di legge vadano già nel senso di una maggiore difesa ed autonomia degli edicolanti e di una promozione delle loro capacità imprenditoriali e che le questioni evidenziate dagli Onorevoli interroganti potranno trovare idonee risposte in occasione della predisposizione dei decreti legislativi che saranno adottati una volta approvata la relativa legge delega.