CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 febbraio 2016
597.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Programma di lavoro della Commissione per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione (COM(2015)610 final).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° gennaio 2016-30 giugno 2017) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze neerlandese, slovacca e maltese (15258/15).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VI Commissione,
   esaminate congiuntamente la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4), il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 e relativi allegati (COM(2015)610 final) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) (n. 15258/15);
   rilevato innanzitutto come la Relazione programmatica sia stata trasmessa dal Governo al Parlamento con maggiore tempestività rispetto agli anni precedenti, consentendo in tal modo alle Camere di esercitare in modo effettivo la loro funzione di indirizzo politico al Governo rispetto alla partecipazione ai meccanismi decisionali dell'Unione europea, al fine di assicurare maggiore trasparenza nel rapporto tra Esecutivo e Parlamento su tali temi, nonché di sviluppare una più forte sinergia politica a tutela degli interessi del Paese nelle sedi europee, in particolare nella fase ascendente di formazione della normativa europea;
   evidenziato come la Relazione programmatica evidenzi con maggiore chiarezza, rispetto al passato, gli orientamenti e le posizioni che il Governo intende assumere negli organismi dell'Unione europea, realizzando quindi in modo più efficace la funzione di documento programmatico rispetto alle tematiche europee che la Relazione stessa è chiamata a svolgere;
   rilevato con particolare favore l'impegno del Governo a porre al centro dell'Agenda europea i temi della promozione della crescita e dell'occupazione, in piena sintonia con l'azione di politica economica svolta a livello nazionale e in un'ottica di riforma della governance economica dell'area dell'euro che porti a spostare il focus dell'azione delle istituzioni europee sugli obiettivi della ripresa duratura, dell'eliminazione degli squilibri economici e finanziari, della piena integrazione e della solidarietà tra gli Stati membri;
   sottolineata l'esigenza di affiancare il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie con un sistema europeo accentrato di garanzia dei depositi, oggetto della proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 806/2014 al fine di istituire un sistema europeo di assicurazione dei depositi (COM(2015) 586 final) e della Comunicazione della Pag. 52Commissione: «Verso il completamento dell'Unione bancaria» (COM(2015) 587 final);
   valutato con favore l'interesse espresso dal Governo a seguire con attenzione i negoziati relativi alla proposta normativa (frutto delle raccomandazioni contenute nel cosiddetto «Rapporto Liikanen») concernente la separazione delle attività finanziarie più rischiose delle banche da quelle di intermediazione tradizionale, nell'ottica di sostenere la primaria funzione economica degli intermediari creditizi di finanziare innanzitutto l'economia reale;
   condivisa la grande rilevanza che il Governo annette alle questioni di carattere tributario legate all'economia digitale, in particolare per quanto riguarda i controlli fiscali in materia, l'impatto del commercio elettronico transfrontaliero sul regime IVA, l'armonizzazione dell'imposizione IVA sui prodotti digitali rispetto alla corrispondente imposizione sui loro corrispettivi materiali;
   segnalata l'esigenza di proseguire con determinazione, in un'ottica di sempre più stretta cooperazione tra le amministrazioni fiscali degli Stati membri, nell'azione di contrasto alle frodi intracomunitarie in materia di IVA, che costituiscono uno dei fattori più gravi di evasione fiscale e di concorrenza sleale tra le imprese;
   rilevato come le iniziative a livello comunitario in materia di fiscalità ambientale non possano prescindere dalle conclusioni della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi tra il 30 novembre e l'11 dicembre 2015, al fine di definire strategie comuni in merito alla fiscalità delle emissioni di carbonio e dei prodotti energetici;
   condiviso l'impegno del Governo a sostenere il processo legislativo di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi nel settore doganale, nel contesto della modernizzazione delle dogane europee richiesto dall'evoluzione dei traffici commerciali, i cui prossimi passi dovranno essere costituiti dall'applicazione completa del nuovo Codice doganale della UE, dalla riforma della governance dell'Unione doganale della UE e dalla definizione di un quadro giuridico unitario relativo alle infrazioni e sanzioni doganali;
   sottolineata l'esigenza di orientare sempre più la realizzazione del Piano d'azione per l'Unione dei mercati dei capitali verso gli obiettivi della mobilitazione dei capitali a favore delle iniziative produttive, della maggiore capitalizzazione delle imprese, dell'attrazione degli investimenti, in particolare a vantaggio di PMI, infrastrutture e progetti a lungo termine, nonché della migliore distribuzione del rischio finanziario;
   rilevata in particolare la necessità di favorire maggiormente le iniziative di venture capital e, in genere, quelle volte a intensificare il ricorso al capitale di rischio, nonché di sostenere la proposta di direttiva sulla cartolarizzazione (COM(2015)472), la quale mira alla creazione di un mercato unico delle cartolarizzazioni mediante una definizione univoca di cartolarizzazione di alta qualità, accompagnata da metodi di monitoraggio, misurazione e gestione dei rischi, al fine di istituire sistemi di cartolarizzazione semplici, trasparenti e standardizzati e di offrire maggiore sicurezza agli investitori;
   condivisa l'opportunità di proseguire nelle azioni volte al contrasto dell'evasione fiscale e delle frodi finanziarie, del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, dando piena attuazione alla direttiva 2015/849, recentemente adottata in materia, attraverso uno stretto confronto tra i Paesi membri in sede di recepimento della stessa, intensificando le attività di cooperazione con gli altri Stati membri, sostenendo pienamente l'azione del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell'Unione europea (OLAF), nonché realizzando l'inclusione delle frodi IVA nell'ambito di applicazione della futura direttiva sulla protezione degli interessi finanziari della UE (cosiddetta «direttiva PIF»);Pag. 53
   evidenziato positivamente come, alla fine del 2015, si sia raggiunto il numero storicamente più basso di infrazioni pendenti nei confronti dell'Italia, pari a 89, di cui 69 per violazione del diritto dell'UE e 20 per mancato recepimento di direttive;
   condiviso comunque l'obiettivo del Governo di ridurre ulteriormente il numero delle procedure di infrazione, rafforzando l'azione di prevenzione, individuando specifiche iniziative per risolvere i casi pendenti, coordinando maggiormente le amministrazioni centrali e locali, nonché favorendo un confronto costante e puntuale con i servizi della Commissione europea per superare le criticità in ordine alla compatibilità di misure nazionali con il diritto UE,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
   a) si segnala l'opportunità di portare a conclusione la discussione, iniziata nel semestre di Presidenza italiana, concernente la proposta di direttiva per una base imponibile comune consolidata dell'imposta sulla società (CCCTB), la quale appare strettamente connessa con le tematiche affrontate dall'OCSE relativamente all'erosione di base imponibile (BEPS), giungendo entro il 2016 ad adottare una proposta legislativa di carattere obbligatorio volta a contrastare l'erosione di base imponibile, nella prospettiva di realizzare un equo ed efficiente sistema di imposizione fiscale nell'Unione e di contrastare i fenomeni della concorrenza fiscale nociva;
   b) si sottolinea l'esigenza di mantenere e ampliare lo strumento del fattore di supporto delle piccole e medie imprese (SME Supporting factor) in materia di requisiti patrimoniali degli enti creditizi, in considerazione dell'importanza che tale strumento può avere al fine di sostenere l'erogazione del credito in favore delle PMI, le quali costituiscono un fattore fondamentale per le economie italiana ed europea nel suo complesso e che stanno soffrendo particolarmente a causa della restrizione delle condizioni creditizie conseguente alla crisi economico-finanziaria e all'introduzione di più stringenti requisiti patrimoniali e prudenziali per gli enti creditizi;
   c) si rileva la pressante necessità di completare il processo costruttivo dell'Unione bancaria europea, realizzando, dopo il sistema di vigilanza unico e il meccanismo di risoluzione unico delle banche, anche il terzo pilastro di tale complessa architettura, costituito dall'istituzione di un sistema europeo di assicurazione dei depositi, sostenendo in tutte le sedi la sollecita adozione del Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 806/2014 al fine di istituire un sistema europeo di assicurazione dei depositi (COM (2015) 586 final), in un'ottica di superamento delle divisioni tra Stati che attualmente caratterizzano il dibattito su tale tema cruciale, e che rischiano di minare, oltre alla stabilità del sistema finanziario europeo, le stesse prospettive della moneta unica;
   d) si richiama la necessità di assumere iniziative nelle sedi europee per promuovere un approfondimento delle problematiche connesse all'attuazione della direttiva 2014/59/UE che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento (cosiddetto bail in ovvero salvataggio interno), in base a quanto previsto dall'articolo 129 della medesima direttiva e alla possibilità di introdurre entro il 1o giugno 2018 le modifiche che verranno ritenute opportune; in particolare, al fine di eliminare gli elementi di criticità che sono emersi a pochi mesi dall'entrata in vigore di tale normativa, sembra prioritario valutare la possibilità di:
    modificare la disciplina europea tenendo conto dei principi sottesi agli standard internazionali elaborati dal Financial Stability Board in materia di requisito minimo di passività che possono essere sottoposte a bail-in; Pag. 54
    estendere i casi in cui, in via eccezionale, in presenza di crisi sistemiche e minacce alla stabilità finanziaria, sono ammessi interventi effettuati con risorse pubbliche;
    coordinare la disciplina prevista dalla direttiva con quella sugli schemi di garanzia dei depositi, per chiarire che sono ammessi interventi preventivi a favore di banche in difficoltà e agevolare la predisposizione di meccanismi volontari di intervento i cui costi per gli intermediari sarebbero compensati dalla rafforzata fiducia della clientela e dall'accresciuta stabilità del sistema;
   e) si evidenzia l'urgente necessità di superare la condizione di ridotta disponibilità di credito bancario che attualmente condiziona la crescita economica, soprattutto in alcune aree geografiche, in alcuni settori produttivi e in alcune classi dimensionali dell'attività imprenditoriale, attraverso una strategia integrata fondata, in una prospettiva di medio termine, sulla realizzazione dell'Unione dei mercati dei capitali, ma che non può prescindere, in una prospettiva più immediata, dati gli attuali rischi che l'inflazione rimanga persistentemente troppo bassa, dalla politica monetaria espansiva realizzata dalla Banca centrale europea attraverso le misure attualmente in corso (ad esempio, il programma di acquisti di titoli pubblici);
   f) si sottolinea, in tale contesto, la necessità di sostenere anche in sede europea le misure adottate a livello nazionale volte al superamento del problema dei crediti in sofferenza delle banche, al fine di consentire al sistema bancario di ripristinare condizioni di equilibrio finanziario adeguate ad erogare una quantità di credito sufficiente a sostenere e stabilizzare la ripresa economica;
   g) si rileva infine che, per quanto riguarda la citata proposta di direttiva (COM(2015)472), la quale mira a istituire una categoria di cartolarizzazioni semplici, trasparenti e standardizzate (STS), andranno salvaguardate e incluse tra le STS specifiche forme di cartolarizzazione, apparentemente complesse, ma finalizzate al sostegno delle PMI, come le tranche covered utilizzate anche nel sistema Confidi; andrebbe inoltre ridotto il ricorso ai rating esterni nel calcolo dei requisiti patrimoniali connessi alle cartolarizzazioni.

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ALLEGATO 2

Programma di lavoro della Commissione per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione (COM(2015)610 final).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze neerlandese, slovacca e maltese (15258/15).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE PRESENTATA DAL DEPUTATO PESCO E ALTRI

  La VI Commissione,
   esaminate congiuntamente la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4), il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 e relativi allegati (COM(2015)610 final) e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) (n. 15258/15);
   rilevato l'impegno dell'Unione Europea a concentrarsi prioritariamente sulla realizzazione della crescita economica e sulla creazione di posti di lavoro attraverso una ripresa solida e sostenibile, capace nel contempo di garantire livelli elevati di protezione sociale, della salute e dell'ambiente con particolare attenzione alla gestione delle risorse nei settori dei rifiuti, dell'acqua, dell'aria e della biodiversità, creando nel contempo nuovi lavori verdi e sviluppando un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse e più competitiva;
   valutato l'impegno a promuovere un clima in cui le PMI possano prosperare contribuendo a sbloccare il potenziale dell'Unione di produrre ulteriore crescita e creare posti di lavoro anche attraverso interventi diretti a ridurre gli oneri normativi e amministrativi e ad alleggerire il carico fiscale sul lavoro;
   considerato l'obiettivo di conseguire la parità di trattamento di tutti i cittadini dell'Unione, compresa la parità di genere e l'indipendenza economica, nonché l'adozione di misure destinate a modernizzare i sistemi di istruzione e rendere più agevole l'accesso dei giovani alla formazione e all'occupazione, come pure per sviluppare l'apprendimento permanente, in un'ottica che privilegi il ruolo dell'istruzione inclusiva di alta qualità per tutti nel promuovere equità sociale, inclusione sociale, cittadinanza e valori europei e sistemi di protezione sociale che forniscano livelli adeguati di protezione contribuendo efficacemente, nel contempo, all'inclusione sociale e nel mercato del lavoro;
   sottolineata l'esigenza di garantire, a livello unionale, l'equità sociale nella distribuzione del carico fiscale, contrastando più efficacemente i fenomeni di frode fiscale, evasione ed elusione, l'erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili, nonché di migliorare lo scambio di informazioni;Pag. 56
   sottolineata l'esigenza di affiancare il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie con un sistema europeo accentrato di garanzia dei depositi, oggetto della proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 806/2014 al fine di istituire un sistema europeo di assicurazione dei depositi (COM (2015) 586 final) e della Comunicazione della Commissione: «Verso il completamento dell'Unione bancaria» (COM (2015) 587 final);
   valutata la rilevanza annessa alle questioni della fiscalità dell'economia digitale, soprattutto con riferimento all'armonizzazione dell'imposizione IVA sui prodotti culturali digitali con quelli materiali;
   considerato che:
    in merito all'opportunità di introdurre misure volte all'individuazione di una base imponibile comune consolidata dell'imposta sulla società (CCCTB) per il contrasto dell'erosione di base imponibile (di cui alla lettera a) delle osservazioni della proposta di parere formulata dal relatore), si ritiene tale misura adeguata ma non sufficiente per il contrasto all'evasione e all'elusione fiscale internazionale: al riguardo, sarebbe opportuno potenziare il ricorso allo scambio di informazioni in ambito comunitario e, in generale, gli strumenti di cooperazione internazionale, con particolare riguardo all'invio di richieste di assistenza amministrativa e di scambi informativi spontanei, nonché all'attivazione dei controlli multilaterali, anche attraverso l'istituzione di agenzie comuni tra i vari stati membri della comunità europea ed internazionale;
    in merito alla necessità di completare il processo costruttivo dell'Unione bancaria europea non si condividono le valutazioni economico finanziarie, in quanto l'accentramento della vigilanza e della regolamentazione del sistema bancario e finanziario non ha valorizzato le peculiarità del sistema economico e produttivo degli Stati membri dell'UE; infatti, l'Italia, rispetto a Stati come Germania, Francia ed Regno Unito, è connotata da un sistema produttivo costituito in prevalenza da piccole e medie imprese ed in particolar modo da micro imprese; proprio in considerazione delle sue peculiarità il sistema produttivo italiano è lontano dai mercati finanziari e la principale fonte di finanziamento deriva dal settore bancario; la nuova disciplina europea del sistema bancario e finanziario predilige grandi istituti bancari ed investimenti nei mercati finanziari; le micro, piccole e medie imprese italiane non dispongono di adeguati strutture giuridiche ed economiche che consenta loro di reperire capitali nei mercati finanziari: sulla base di tali considerazioni si palesa la necessità di valorizzare un sistema bancario particolarmente vicino al sistema produttivo italiano, con una forte propensione per gli investimenti nell'economia reale;
    in merito alla revisione della disciplina sul bail-in il relatore, Marco Causi, nella prima formulazione della sua proposta di parere sosteneva quanto segue: «valutando in particolare l'opportunità di prevedere una fase transitoria di congrua durata che assicuri la necessaria gradualità nell'applicazione a regime di tale meccanismo, al fine di garantire la piena informazione dei risparmiatori in merito alla nuova disciplina ed evitando in tal modo di acuire le turbolenze e incertezze che attualmente caratterizzano il settore bancario»; in realtà il deputato Paolo Petrini, in data 16 febbraio 2016, in sede di votazione delle mozioni in materia di bail-in ha dichiarato: «Poi, oggi chi crede davvero che la crisi sui mercati finanziari sia legata al bail-in  ? Veramente solo chi non ne conosce nessun principio e nessuna regola. Il settore bancario, che ha perso il 22 per cento in Italia, ha avuto una perdita del 20 per cento negli Stati Uniti e del 36 per cento in Giappone. Una banca come J.P. Morgan ha perso il 36 per cento, negli Stati Uniti, e queste perdite sono legate ai timori sulla ripresa economica, ai timori sulla crisi cinese, a timori che certamente Pag. 57non hanno nulla a che fare con questo strumento che l'Europa ha messo in piedi e che l'Italia ha assorbito»: oltre a rilevare la poca chiarezza e congruenza della posizione dei deputati del Partito Democratico, non si condividono le finalità della proposta di revisione dell'istituto del bail-in, in quanto più che alla volatilità del comparto bancario e dei mercati finanziari il Movimento 5 Stelle pone attenzione al rischio che il risparmio degli italiani venga utilizzato per risolvere le crisi del settore bancario, in netta violazione dei principi fondamentali della Costituzione ed in particolar modo in violazione della «tutela del risparmio» prevista dall'articolo 47 della Costituzione;
    in merito alla necessità di superare la condizione di ridotta disponibilità di credito bancario si sostiene che il processo di aggregazione bancaria ed il processo costruttivo dell'Unione bancaria europea non favoriscono di certo gli investimenti in economia reale: al fine di aumentare il volume di investimenti a favore di famiglie ed imprese si reputa pertanto necessario procedere alla separazione delle banche di investimento dalle banche commerciali;
    al fine di tutelare il risparmio delle famiglie italiane si palesa la necessità di risolvere ogni dubbia circostanza di conflitto di interesse in fase di collocamento degli strumenti finanziari, di introdurre una maggiore trasparenza in materia di valutazione dei rischi degli strumenti finanziari e, soprattutto, di evitare ogni genere di collocamento di strumenti finanziari eccessivamente rischiosi a famiglie e imprese prive di adeguati elementi di valutazione del grado di rischio degli strumenti finanziari oggetto di collocamento, circostanza quest'ultima adeguatamente soddisfatta – così come sostengono gli esperti del settore – dalla reintroduzione degli «scenari probabilistici»;
    si evidenzia la necessità di potenziare le misure volte alla lotta all'inquinamento ambientale attraverso l'introduzione di ecotasse, incentivando i comportamenti economici ecologici e per l'applicazione del principio «chi inquina paga», anche in considerazione degli esiti del progetto PREFER PRoduct Environmental Footprint Enhanced adottato dalla Commissione Europea con la Raccomandazione 2013/179/EU; al riguardo, si evidenzia altresì l'opportunità di una revisione del Sistema europeo di scambio di quote di emissione (European Union Emissions Trading Scheme – EU ETS) per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori energivori, potenziandolo con l'introduzione di una specifica tassa sulle emissioni oltre soglia;
    sempre in materia fiscale, si evidenzia la necessità di introdurre misure normative volte a favore una progressiva riduzione della pressione fiscale sul lavoro, compensata dall'aumento dell'imposizione fiscale sui consumi (cosiddetto tax shift), considerati peraltro gli effetti meno distorsivi sulla concorrenza e sui mercati di tale ultima forma di prelievo rispetto alla prima (che provoca un aumento dei costi e una conseguente perdita di competitività delle produzioni nazionali con effetti negativi sull'occupazione);
   considerato che occorre:
   a) una rapida ed efficace armonizzazione dei sistemi fiscali dei Paesi membri dell'UE finalizzata a raggiungere gradualmente un ordinamento tributario comunitario caratterizzato da basi imponibili ed aliquote uguali in tutti gli Stati, allo scopo di disincentivare i fenomeni di frode fiscale, la concorrenza sleale tra Paesi per la domiciliazione delle sedi delle grandi società e delle multinazionali, il «voting by feet» di cittadini ed imprese basato esclusivamente su considerazioni di ordine fiscale;
   b) salvaguardare, nel quadro di armonizzazione dei sistemi fiscali dei paesi membri, le aliquote ridotte dell'IVA per i beni e servizi di prima necessità come alimenti, casa, energia, nonché l'esenzione IVA delle prestazioni mediche e di istruzione;Pag. 58
   c) prevedere, a beneficio esclusivo delle aree caratterizzate da fenomeni strutturali di alta disoccupazione, perdurante crisi economica, degrado ambientale e sociale, misure di carattere fiscale atte ad incentivare l'occupazione, la nascita di nuove imprese, il trasferimento di impianti e sedi produttive, nonché a rilanciare i consumi sostenibili e la fruizione di beni socialmente meritori quali la salute, l'istruzione, l'arte e lo sport;
   d) prevedere la possibilità di autorizzare all'interno dei singoli Paesi dell'Unione la circolazione di monete nazionali destinate esclusivamente alla regolazione delle transazioni interne con possibilità di utilizzarle anche per il pagamento dei tributi e delle tariffe dei servizi di pubblica utilità;
   e) potenziare il ricorso allo scambio di informazioni per la lotta all'evasione ed elusione fiscale in ambito comunitario e, in generale, gli strumenti di cooperazione internazionale, con particolare riguardo all'invio di richieste di assistenza amministrativa e di scambi informativi spontanei, nonché all'attivazione dei controlli multilaterali, anche attraverso l'istituzione di agenzie comuni tra i vari stati membri della comunità europea ed internazionale;
   f) favorire l'istituzione ed il consolidamento di un sistema bancario preposto ad investire nell'economia reale;
   g) escludere l'applicazione del bail-in al risparmio investito di famiglie e imprese e introdurre strumenti di risoluzione delle crisi bancarie mediante interventi diretti del sistema bancario;
   h) al fine di aumentare il volume di investimenti a favore di famiglie ed imprese, procedere alla separazione delle banche di investimento dalle banche commerciali e agevolare gli investimenti nell'economia reale;
   i) al fine di tutelare il risparmio delle famiglie italiane, risolvere ogni dubbia circostanza di conflitto di interesse in fase di collocamento degli strumenti finanziari, introdurre una maggiore trasparenza in materia di valutazione dei rischi degli strumenti finanziari e soprattutto evitare ogni genere di collocamento di strumenti finanziari eccessivamente rischiosi a famiglie e imprese prive di adeguati elementi di valutazione del grado di rischio degli strumenti finanziari oggetto di collocamento, circostanza quest'ultima adeguatamente soddisfatta – così come sostengono gli esperti del settore – dalla reintroduzione degli «scenari probabilistici»;
   l) potenziare le misure volte alla lotta all'inquinamento ambientale attraverso l'introduzione di ecotasse, incentivando i comportamenti economici ecologici e per l'applicazione del principio «chi inquina paga», anche in considerazione degli esiti del progetto PREFER PRoduct Environmental Footprint Enhanced adottato dalla Commissione Europea con la Raccomandazione 2013/179/EU: al riguardo, si evidenzia altresì l'opportunità di una revisione del Sistema europeo di scambio di quote di emissione (European Union Emissions Trading Scheme – EU ETS) per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori energivori, potenziandolo con l'introduzione di una specifica tassa sulle emissioni oltre soglia;
   m) introdurre misure normative volte a favore una progressiva riduzione della pressione fiscale sul lavoro, compensata dall'aumento dell'imposizione fiscale sui consumi (cosiddetto tax shift), considerati peraltro gli effetti meno distorsivi sulla concorrenza e sui mercati di tale ultima forma di prelievo rispetto alla prima (che provoca un aumento dei costi e una conseguente perdita di competitività delle produzioni nazionali con effetti negativi sull'occupazione);
   n) in considerazione delle difficoltà economiche riscontrate in diversi Stati membri dell'Unione europea dell'area Euro a mantenere una moneta ipervalutata rispetto alle diverse capacità economiche, produttive e finanziarie degli Stati membri, introdurre strumenti compensativi, come ad esempio la possibilità di introdurre monete complementari o locali Pag. 59ovvero, in alternativa, predisporre la possibilità di uscita dal sistema monetario europeo, pur rimanendo nell'Unione europea, al pari del Regno Unito e di altri Stati membri Ue;
   o) evitare, per il sistema bancario e finanziario, che i titoli di Stato dei Paesi membri debbano essere coperti da garanzie supplementari;

  esprime

PARERE CONTRARIO

Pesco, Villarosa, Alberti, Ruocco, Pisano.