CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 4 febbraio 2016
586.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-07647 Borghi: Sull'andamento dei lavori di copertura dei parchi carbone in località Bragno del comune di Cairo Montenotte.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La società Funivie S.p.A. di Savona, a seguito di gara pubblica esperita dal MIT, è concessionaria dell'esercizio in servizio pubblico di due funivie aeree dal porto di Savona a San Giuseppe di Cairo Montenotte, a partire dal 20 dicembre 2007 e per una durata pari a 25 anni.
  La concessione prevede l'erogazione di un contributo finanziario per l'esercizio, per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, per il rinnovo degli stessi e per gli investimenti relativi alla realizzazione di una struttura coperta per lo stoccaggio del carbone.
  Il contributo complessivo ammonta a euro 104.781.000,00 da erogarsi in rate trimestrali posticipate, per importi annuali via via decrescenti nei primi 15 anni della concessione, divenendo pari a 0 euro dal sedicesimo al venticinquesimo anno.
  L'iter amministrativo/autorizzatorio relativo alla realizzazione di una struttura per lo stoccaggio del carbone terminava con il rilascio del permesso di costruire nel mese di maggio 2012, con lavori da iniziare non oltre maggio 2013. I lavori medesimi, per la parte da eseguirsi direttamente da Funivie S.p.A. in quanto attinenti alla preparazione delle aree, iniziavano nei termini previsti.
  Successivamente, in esito alla procedura di gara pubblica per l'affidamento dei lavori di realizzazione dell'intervento espletata dalla stessa società Funivie a partire dal mese di maggio 2013, il 22 luglio 2014 veniva stipulato il relativo contratto di appalto con l'impresa aggiudicataria e i lavori iniziavano il 4 settembre 2014.
  In seguito, la società Funivie ha rilevato varie inadempienze contrattuali: in assenza di una soluzione delle medesime, e accertata una consistenza dei lavori alla data del 30 aprile 2015 pari a euro 77.129,18, risolveva il contratto di appalto in pari data.
  Insorgeva così un contenzioso promosso dall'impresa che impediva ogni ulteriore attività per la realizzazione degli interventi.
  Nell'ambito degli accertamenti peritali promossi dall'impresa in corso di causa, veniva proposto dal Consulente Tecnico di Ufficio un tentativo di conciliazione attualmente pendente; il termine degli accertamenti peritali è attualmente fissato al 26 aprile 2016, con relativa successiva udienza fissata al 31 maggio 2016. Tale tentativo vede Funivie S.p.A. impegnata a una definizione compatibile con il mantenimento dell'obiettivo di ambientalizzazione del sito – come richiesto dalla collettività locale, in particolare dalla comunità di Cairo Montenotte, e proposto da Funivie S.p.A. ai fini del rilascio della concessione di servizio pubblico da parte del MIT – nel minor tempo possibile rispetto all'originario termine previsto.

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ALLEGATO 2

5-07648 Pastorelli: Iniziative in merito al completamento della superstrada Rieti-Terni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento al quesito posto, l'ANAS ha fornito le seguenti notizie.
  I lavori di costruzione del tratto umbro della direttrice Terni-Rieti, dallo svincolo di Terni Est al confine regionale con il Lazio, hanno raggiunto uno stato di avanzamento pari al 96 per cento. L'opera, aperta al traffico per 8,2 chilometri su 11 complessivi, comprende tre gallerie e il ponte ad arco sulla Valnerina, oltre a quattro viadotti e ad altre opere minori.
  L'appaltatore UNITER Consorzio Stabile ha affidato l'esecuzione dei lavori alle due società consorziate Tecnis e Ing. Pavesi & C., costituitesi a loro volta in Società Consortile di tipo operativo denominata TERNI-RIETI S.c.a.r.l..
  L'ultima fase dell'appalto, in corso di realizzazione, riguarda il tratto terminale che include il viadotto sul fiume Velino e il successivo svincolo di Piediluco che si congiungerà con il tracciato laziale.
  In effetti, da qualche mese la produzione ha subito un rallentamento, fino all'attuale sospensione unilaterale dell'appaltatore a causa di evidenti proprie difficoltà finanziarie.
  Per tale circostanza, la TECNIS ha depositato presso il Tribunale di Catania istanza di accordo per la ristrutturazione dei debiti ex articolo 182-bis della Legge Fallimentare.
  Successivamente, è intervenuta la sospensione del certificato antimafia di TECNIS da parte della Prefettura di Catania che, il 10 dicembre 2015 ha nominato il professor Saverio Ruperto amministratore per la gestione straordinaria e temporanea dell'impresa, ai sensi dell'articolo 32 del decreto legislativo n. 90 del 2014, incaricandolo di svolgere anche funzioni di sostegno e monitoraggio all'impresa stessa, al fine di costituire un presidio di legalità degli affidamenti, ma anche di affiancare l'operatore economico nella revisione organizzativa e gestionale, attribuendogli quindi il compito di coadiuvare gli amministratori nella procedura di ristrutturazione dei debiti.
  L'ANAS, allo scopo di evitare la rescissione contrattuale e il conseguente allungamento dei tempi di ultimazione dei lavori, è attualmente impegnata per individuare tutte le possibili soluzioni che consentano la prosecuzione e il completamento dell'opera.
  Nel corso di un incontro tecnico tenutosi presso il Compartimento della Viabilità dell'Umbria, l'impresa ha comunicato che, come già rappresentato dal Commissario incaricato ai vertici ANAS, la possibile riattivazione di adeguati flussi finanziari da parte della stessa, consentirà il riavvio del cantiere e la conclusione dei lavori in ulteriori sei mesi rispetto al tempo contrattuale già scaduto.
  Per completezza di informazione, ANAS segnala che le opere da ultimare sono il viadotto Velino e la sovrastruttura stradale dell'asta principale nel breve tratto tra lo svincolo di Piediluco e la fine del lotto. In particolare, per quanto riguarda il viadotto sul Velino, risultano ultimate le strutture di fondazione e quasi completamente quelle di elevazione, mentre l'impalcato metallico, interamente fornito Pag. 101a piè d'opera, è in avanzato stato di assemblaggio; per il suo successivo varo, inoltre, occorre il completamento di alcune opere provvisionali in cemento armato.
  Attualmente, è aperto all'esercizio il tratto più importante di collegamento tra la SS 675 Umbro-Laziale e la SS 79 Ternana che, attraverso un ponte ad arco e due gallerie, evita l'attraversamento della città di Terni al traffico diretto o proveniente da Rieti.
  Il completamento del viadotto Velino, la cui esecuzione, come detto, risulta attualmente interrotta dall'appaltatore, sarà funzionale al tratto che va dalla galleria Montelungo al confine regionale umbro-laziale. Per tale intervento, che ricade nel territorio laziale, sono state avviate le procedure per la gara di appalto, al termine della quale si procederà alla consegna dei lavori il cui tempo di esecuzione è previsto in 30 mesi.

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ALLEGATO 3

5-07649 Mannino: Chiarimenti sulle disposizioni delle linee guida della giunta di Milano del giugno 2013 nell'ambito della procedura EU-Pilot 7994/15/GROW.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Per quanto riferisce la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento politiche europee, nell'ambito della procedure EU Pilot 7994/15/GROW la Commissione europea ha chiesto chiarimenti riguardo al capitolo 6 delle «Linee guida per la realizzazione delle opere di urbanizzazione» del Comune di Milano.
  È stata quindi inoltrata la risposta fornita dal Comune di Milano e il citato Dipartimento è in attesa della valutazione della Commissione, che risponderà verosimilmente nel mese di aprile.
  Riferisco anche che l'Autorità nazionale anticorruzione informa che provvederà a segnalare al Comune di Milano che le predette linee guida, così come formulate, non sono pienamente conformi all'indirizzo espresso dall'Autorità stessa nella parte in cui non specificano che, ove il valore dell'insieme delle opere di urbanizzazione primaria sia superiore alla soglia di rilievo comunitario, è necessario il ricorso alla gara pubblica ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 2006.

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ALLEGATO 4

5-07650 Pellegrino: Chiarimenti in merito al provvedimento di proroga del blocco sfratti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il decreto 29 gennaio 2015, concernente il riparto della disponibilità assegnata al Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione per l'anno 2015 (100 milioni di euro) si è ritenuto di avviare, in aggiunta alle finalità generali del Fondo che consente di erogare contributi per il pagamento dei canoni di locazione per soggetti in possesso di determinati requisiti, anche concrete azioni di contrasto al disagio abitativo dei conduttori di immobili appartenenti alle categorie sociali di cui all'articolo 1, comma 1, della legge 8 febbraio 2007, n. 9, sottoposti a procedure esecutive di rilascio per finita locazione.
  Si tratta di nuclei familiari in possesso dei seguenti requisiti: reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27.000 euro, che siano o abbiano nel proprio nucleo familiare persone ultrasessantacinquenni, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento, purché non in possesso di altra abitazione adeguata al nucleo familiare nella regione di residenza, nonché ai conduttori che abbiano figli fiscalmente a carico nel proprio nucleo familiare. Per le sopracitate finalità il decreto destina una quota non superiore al 25 per cento, promuovendo, prioritariamente, la sottoscrizione di nuovi contratti a canone concordato.
  Alla data del 30 novembre 2015, l'utilizzo della riserva era di 4,094 milioni di euro (pari al 16,37 per cento).
  Fattore di forte criticità all'interno della procedura di assegnazione e utilizzo dell'accantonamento del 25 per cento del riparto 2015 del Fondo in argomento; infatti, le regioni segnalano l'estrema difficoltà di accedere, da parte dei comuni, ai dati relativi al numero dei provvedimenti esecutivi di rilascio emessi nei confronti delle categorie sociali di cui al citato articolo 1, comma 1, della legge n. 9 del 2007.
  In tale contesto, va rilevato che il Programma di recupero ex articolo 4 del decreto-legge n. 47 del 2014 – promosso e attivato dal MIT e in base al quale sono state già erogate alle regioni le annualità 2014 e 2015 (complessivamente 25 milioni) per gli interventi di non rilevante entità (linea a), di cui dirò a breve) finalizzati a rendere prontamente disponibili gli alloggi sfitti mediante lavorazioni di manutenzione e di efficientamento (di importo inferiore a 15.000 euro) da realizzare entro 60 giorni dalla concessione del contributo regionale ai soggetti attuatori – consentirà di mettere prioritariamente a disposizione dei soggetti di cui all'articolo 1 della legge n. 9 del 2007 gli alloggi recuperati, a condizione che gli stessi soggetti siano utilmente collocati nelle graduatorie comunali per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica.
  Con l'attivazione del Programma, si è preso atto che il patrimonio di alloggi di comuni ed ex IACP comunque denominati (circa 954.161 alloggi) è fortemente sottodimensionato rispetto alla domanda esistente nel Paese e che a fronte di tale situazione vi sono 16.382 alloggi cosiddetti di «risulta» non assegnati in quanto inagibili per mancanza di risorse per poter effettuare interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria.Pag. 104
  Il Programma è articolato nelle seguenti due linee:
   a) interventi di non rilevante entità finalizzati a rendere prontamente disponibili gli alloggi sfitti mediante lavorazioni di manutenzione e di efficientamento di non rilevante entità (di importo inferiore a 15.000 euro) da assegnare prioritariamente alle categorie sociali individuate dall'articolo 1, comma 1, della citata legge 9 del 2007;

  b) interventi di ripristino di alloggi di risulta e di manutenzione straordinaria, cumulativamente ammissibili a finanziamento nel limite di 50.000 euro per intervento.

  La dotazione finanziaria del Programma è di complessivi 467,69 milioni di euro suddivisi in 67,9 milioni per la linea a) e 400,43 per la linea b), che al netto dell'accantonamento dello 0,05 per cento per la realizzazione di un applicativo informatico da mettere a disposizione da parte del MIT si determinano in euro 400.230.784,50.
  È ragionevole ritenere, pertanto, che il Programma possa esplicare efficacemente gli obiettivi prefissati in quanto gli interventi di recupero di lieve entità renderanno complessivamente disponibili in tempi relativamente brevi n. 4480 alloggi.
  L'impiego della prima quota di risorse assegnate, pari a 25 milioni di euro, consentirà di adeguare entro i primi mesi del corrente anno circa 1/3 del suddetto numero complessivo di alloggi. Verrà così favorito il passaggio da casa a casa delle categorie sociali sopracitate in possesso dei requisiti previsti.
  Inoltre le regioni hanno segnalato per tali interventi un ulteriore fabbisogno pari a euro 17.362.178,71, per il recupero di ulteriori 1379 alloggi.
  In tale contesto va segnalato che l'articolo 14 del decreto-legge 25 novembre 2015 ha assegnato, al fine di incentivare il programma di recupero, ulteriori 25 milioni di euro da ripartire sulla base del programma redatto ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge 28 marzo 2014.
  Sono in corso di trasferimento le ulteriori risorse relative alle annualità 2014, 2015 e 2016 (107,33 milioni) per gli interventi di ripristino di alloggi di risulta e di manutenzione straordinaria, cumulativamente ammissibili a finanziamento nel limite di 50.000 euro per alloggio.
  Infine, segnalo che la legge di stabilità 2016 (tabella E), accogliendo la richiesta del MIT, ha concentrato in un periodo temporale più breve le disponibilità esistenti per l'anzidetta linea b) spalmate dal 2014 al 2024. Ciò ha portato ad incrementare di 84 milioni e di 80 milioni le disponibilità degli anni 2016 e 2017, lasciando nel periodo 2019-2024 un residuo di 22,492 milioni.
  Sarà attivato un monitoraggio per il programma di recupero che potrà restituire puntuali informazioni sul fenomeno del passaggio «da casa a casa».

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ALLEGATO 5

5-07651 Grimoldi: Sugli interventi infrastrutturali del Porto di Ravenna.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'infrastrutturazione del porto di Ravenna, il MIT, su richiesta di tutti i soggetti istituzionali in causa, ha messo a disposizione un luogo di confronto tecnico sulle diverse ipotesi di rimodulazione progettuale. A questo lavoro ha inteso associare, oltre ovviamente alla propria struttura, gli uffici del Consiglio Superiore dei lavori pubblici e quelli del Provveditorato alle opere pubbliche di competenza territoriale.
  Il Tavolo Tecnico, che replica tra l'altro esperienze simili e già operative per tanti altri porti, non ha alcun potere decisionale né può surrogare in alcun modo gli organi dell'Autorità portuale di Ravenna e le altre Istituzioni locali coinvolte, alle quali spetta, in ultima istanza, pronunciarsi nel merito.
  Il confronto tra tecnostrutture centrali e istituzioni di governo del territorio è tuttora in corso, e a breve si prevede una nuova riunione istruttoria.
  Quanto alla carica di Presidente dell'Autorità portuale di Ravenna, questa è attualmente ricoperta dall'ingegner Galliano di Marco, con scadenza il prossimo 2 marzo.
  A fronte dell'avvio dell’iter di riforma del sistema portuale nazionale, il cui primo step formale si è avuto in occasione del Consiglio dei Ministri del 20 gennaio scorso con l'approvazione preliminare del testo dello schema di decreto legislativo attuativo dell'articolo 8, comma 1, lettera F), della cosiddetto legge Madia, si ritiene che i tempi di perfezionamento del provvedimento in questione siano alquanto brevi e, pertanto, appare verosimile un'entrata a regime della Riforma già prima della prossima estate.
  Ovviamente è fine precipuo dell'Amministrazione garantire il buon andamento della cosa pubblica e, in particolare, degli enti sottoposti alla sua vigilanza e indirizzo. Ciò significa che sarà un impegno prioritario del MIT consentire alle istituende autorità di sistema portuale di avvalersi da subito di una governance stabile e competente, mediante l'insediamento degli organi previsti dalla nuova normativa.
  Circa le scadenze elettorali amministrative locali, si ritiene possibile addivenire alla nomina ancor prima della data del 12 giugno: il Presidente dell'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico centro settentrionale, anche in ragione della consultazione con la Regione, sarà sicuramente in possesso della necessaria professionalità e di un'opportuna conoscenza del territorio in grado di consentire il passaggio dal vecchio al nuovo assetto portuale, senza soluzioni di continuità nella gestione dei dossier più importanti ereditati dall'Autorità portuale di Ravenna.