CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 dicembre 2015
563.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

7-00590 Ciprini, 7-00631 Gribaudo, 7-00634 Prataviera e 7-00641 Rizzetto: Iniziative concernenti i prestatori di lavoro autonomo e professionale.

ULTERIORE NUOVA FORMULAZIONE DELLA RISOLUZIONE CIPRINI 7-00590

  La XI Commissione,
   premesso che:
    secondo il rapporto annuale Inps del 2013 «Le misure adottate dai governi e dalla Banca centrale europea e dalle Banche centrali dei Paesi comunitari, a fronte della profonda recessione registrata negli ultimi anni, non sono riuscite a contrastare il fenomeno della disoccupazione; infatti in ambito europeo e soprattutto in Italia, si registra un aumento del tasso di disoccupazione (in EU27 dal 10,4 per cento nel 2012 al 10,8 per cento nel 2013; in Italia dal 10,7 per cento nel 2012 al 12,2 per cento nel 2013)» (rapporto INPS 2013 pagina 236);
   in particolare, i lavoratori dipendenti dalle imprese hanno avuto nel 2013 un decremento medio annuo di circa 358 mila posizioni lavorative rispetto al 2012 (- 2,7 per cento);
   per i lavoratori autonomi artigiani titolari e collaboratori familiari, nel 2013 si osserva una flessione media di circa 39 mila posizioni lavorative rispetto all'anno precedente (- 2,1 per cento);
   tuttavia, dal 2010 al 2013, l'andamento dei commercianti e collaboratori familiari, registra un aumento medio annuo in valore assoluto di posizioni lavorative pari a 26 mila (+ 1,2 per cento) sia tra il 2011 e il 2010 sia tra il 2012 e il 2011, e ulteriori 22 mila (+ 1 per cento) tra il 2013 e il 2012;
   i collaboratori e i professionisti, esclusivi e non esclusivi iscritti alla gestione separata, infine, evidenziano dal 2010 al 2013, variazioni di segno positivo nel 2011 (+ 35 mila unità, pari a + 3,6 per cento) e nel 2012 (+ 4 mila unità, pari a + 0,4 per cento), e di segno negativo nel 2013 (- 74 mila unità nel 2013, pari a - 7,3 per cento);
   i professionisti della gestione separata presso l'Inps con legge n. 335 del 1995 (cosiddette partite IVA) nel 2011 rispetto al 2010 aumentano di circa 11 mila unità (+ 5,8 per cento), nel 2012 l'incremento è di circa 5 mila unità (+ 4,1 per cento), mentre nel 2013 l'incremento è di circa 18 mila posizioni (+ 8,6 per cento);
   secondo le rilevazioni Istat, che fanno riferimento agli occupati indipendenti, gli italiani lavoratori autonomi sono circa 5.537 mila, il dato è relativo all'ultimo trimestre del 2013 sebbene in leggero calo durante tutto lo scorso anno. Altro dato da prendere in considerazione è quello delle partite iva: le aperture sono diminuite del 9 per cento a gennaio 2014 (fonte: Ministero dell'economia) ma paradossalmente, alcuni mesi dopo, nel corso del novembre 2014 sono state aperte 38.351 nuove partite iva, in aumento del 15,5 per cento rispetto al novembre precedente;
   è evidente che, nonostante il lavoro dipendente rappresenti (ancora) una parte fondamentale nel sistema produttivo del Paese, il lavoro autonomo in senso ampio è diventato oggi una componente sempre Pag. 160più presente e importante nell'attuale universo occupazionale soprattutto del Paese Italia: artigiani, commercianti, lavoratori agricoli (coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali), titolari di rapporti collaborazione coordinata e continuativa, compresi quelli svolti nella modalità del lavoro a progetto ed in modo occasionale (cosiddetti mini co.co.co.), titolari di rapporto di lavoro occasionale di tipo accessorio, associati in partecipazione che apportano lavoro, medici con contratto di formazione specialistica, lavoratori autonomi occasionali, incaricati della vendita a domicilio, spedizionieri doganali, beneficiari di borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca, percettori di assegni di ricerca, liberi professionisti privi di cassa di previdenza e liberi professionisti con cassa previdenziale;
    oggi il lavoro autonomo in genere sconta un ritardo in tema di disciplina e tutele previdenziali e assistenziali rispetto al lavoro subordinato e ciò a dispetto del numero e del peso sempre più importante che rivestono tali lavoratori;
    l'esigenza di una tutela previdenziale per i lavoratori autonomi, infatti, si è cominciata ad avvertire con molto ritardo rispetto ai lavoratori subordinati, tant’è che, ad eccezione di alcune casse professionali di previdenza per ristrette categorie di liberi professionisti (ad esempio avvocati, medici, notai), si è dovuto attendere sino al 1957 perché si avesse una prima forma di assicurazione sociale (invalidità, vecchiaia e superstiti) in favore della categoria dei lavoratori autonomi con la legge n. 1047 del 1957 per i coltivatori diretti, mezzadri e coloni, cui hanno fatto seguito quelle per gli artigiani (legge n. 463 del 1959) e per i commercianti (legge n. 613 del 1996);
    solamente nel 1995 con la legge n. 335 (articolo 2, comma 26) si è creata una apposita gestione separata che estende l'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, ad una serie di lavoratori autonomi che non svolgono alcuna nessuna delle attività rientranti nelle tre gestioni speciali Inps (coltivatori diretti, artigiani e commercianti), né una libera professione per la quale devono essere assicurati ad una specifica cassa previdenziale di categoria;
    proprio tra questi, particolarmente vulnerabile e delicato è lo status lavorativo, previdenziale, assistenziale e fiscale dei soggetti che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo in libera professione tenuti all'iscrizione presso l'apposita gestione separata Inps di cui all'articolo 2, comma 26, della legge n. 335 dell'8 agosto del 1995 ma non iscritti in alcun albo professionale e privi di apposita cassa previdenziale;
    si tratta delle cosiddette partite IVA e dei titolari di collaborazione coordinata, comprese le prestazioni svolte nella modalità del lavoro a progetto ed in modo occasionale (cosiddette mini co.co.co.): sono ricercatori, formatori, informatici, designer, grafici, traduttori, interpreti, esperti di marketing, di organizzazione, operatori audiovisivi, illustratori e altri professionisti cosiddetti freelance non rappresentati da ordini professionali o rappresentati da ordini professionali senza cassa. In Italia si è in presenza di oltre 3.369.000 lavoratori autonomi, in gran parte professionisti, con attività individuale senza impresa e senza dipendenti né collaboratori;
    attualmente, per effetto dell'articolo 1, comma 79, della legge n. 247 del 2007 e dell'articolo 1, comma 744, della legge n. 147 del 2013, i lavoratori iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995, scontano una aliquota contributiva assai penalizzante nella misura del 27 per cento per l'anno 2014, che «sale» al 30 per cento per l'anno 2015, al 31 per cento per l'anno 2016, al 32 per cento per l'anno 2017 e al 33 per cento a decorrere dall'anno 2018;
    a questa aliquota occorre aggiungere l'ulteriore aliquota contributiva pari Pag. 161allo 0,72 per cento di cui all'articolo 59, comma 16, della legge n. 449 del 1997 e dunque l'aliquota salirà nel 2018 nella misura del 33,72 per cento: un peso difficilmente sopportabile che non ha uguali neanche nel lavoro dipendente;
    tali aliquote contributive gravano esclusivamente sul lavoratore freelance titolare di partita iva con il rischio di comprometterne in maniera seria la sostenibilità da parte del lavoratore proprio nei periodi di crisi che si stanno affrontando;
    la gestione separata Inps è in attivo e paradossalmente si verifica il fenomeno per cui i lavoratori più svantaggiati – che avranno una pensione più bassa – finiscono per finanziare le pensioni in essere di coloro che godono di trattamenti pensionistici acquisiti con la precedente normativa;
    altrettanto penalizzante e carente appare la legislazione sul lavoro autonomo tutto (in particolare per i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps) per quanto riguarda le tutele riguardanti la malattia, la maternità e l'adozione di politiche di sostegno al reddito, la famiglia e la conciliazione tra vita familiare e lavoro: un autonomo (sia esso iscritto alla gestione separata, ad un ordine professionale, ma anche alla gestione commercianti o artigiana) per avere le relative indennità per eventi quali malattia (anche grave come tumore), degenza ospedaliera e maternità, a differenza dei lavoratori subordinati, deve fare i conti non solo con i minimali di contribuzione (previsti per gli artigiani e i commercianti), ma anche con i mesi di contribuzione e con la natura del reddito prodotto: l'indennità di malattia, ad esempio, nell'ambito di un rapporto subordinato, è corrisposta per un massimo di 180 giorni contro i 61 previsti per il lavoratore autonomo della gestione separata Inps; l'assegno per il nucleo familiare nell'ambito del lavoro autonomo è ridotto in base ai mesi di contribuzione ed al tipo di reddito prodotto; l'indennità di maternità per una lavoratrice autonoma è corrisposta solo in caso di effettiva sospensione dell'attività lavorativa e nessun congedo è previsto per il padre lavoratore autonomo;
    addirittura il recente (e penalizzante) intervento normativo in materia fiscale ad opera della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità per il 2015) che con l'articolo 1, commi da 54 a 89, ha introdotto il nuovo regime fiscale «agevolato» per autonomi, destinato agli esercenti attività d'impresa, di arti e professioni in forma individuale abrogando, a decorrere dal 2015, il previgente regime di vantaggio per l'imprenditoria giovanile ed il regime agevolato per gli «ex minimi», ha portato l'imposta sostitutiva dal 5 per cento al 15 per cento sui redditi prodotti dagli autonomi;
    eppure proprio in seguito all'interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3/1245 del 14 gennaio 2015 della deputata Tiziana Ciprini, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti dichiarò che: «il Governo, nel prendere atto che interventi previsti dalla legge di stabilità, così come appena illustrati, possono incidere negativamente su alcune categorie di lavoratori autonomi, in particolare i giovani professionisti freelance, nei cui confronti invece si sarebbe voluto intervenire favorevolmente, ha deciso, come è già stato pubblicamente dichiarato dal Presidente del Consiglio, di intervenire rapidamente attraverso l'adozione di un testo correttivo. In questo ambito, per quanto concerne l'impatto fiscale, sarà il competente Ministero dell'economia e delle finanze a predisporre le opportune modifiche. Per quanto riguarda gli aspetti previdenziali, di tutela, di stretta competenza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, confermo il mio impegno ad adottare i necessari interventi e posso anticipare la mia intenzione d'incontrare, nei prossimi giorni, le associazioni che rappresentano le figure professionali interessate da questo provvedimento, per analizzare la situazione e raccoglierne le opinioni e le indicazioni che ci consentano di superare i profili critici che sono emersi. Quindi siamo intenzionati ad intervenire Pag. 162immediatamente a modificare la situazione che si è determinata in un senso diverso da quello che il Governo avrebbe voluto»;
    sono evidenti altresì l'onerosità e la complicazione delle regole per i lavoratori autonomi, oltre al variegato emergere di problematiche connesse ai rapporti con le pubbliche amministrazioni nonché al regime delle tutele previdenziali e assistenziali;
    a parere dei firmatari del presente atto la normativa contributiva, previdenziale, assistenziale e infine fiscale attualmente vigente è dunque nel complesso fortemente penalizzante per i lavoratori autonomi ed esercenti arti e professioni in forma individuale (cosiddette partite iva) che intendono mettersi in proprio e rischia di produrre effetti ulteriormente recessivi e/o depressivi sull'economia proprio nel momento in cui forte è la disoccupazione (soprattutto tra i giovani e le donne lavoratrici) e il calo della domanda interna;
    occorre adottare adeguate politiche di protezione sociale a favore di tali lavoratori così come sollecitato anche dalla risoluzione del Parlamento europeo del 14 gennaio 2014 sulla protezione sociale per tutti, compresi i lavoratori autonomi;
    si rende necessario un intervento deciso del Governo volto a correggere le storture e che dia – in una ottica di politica di favore complessiva – «fiato» e spazio al lavoro e alle competenze dei giovani professionisti, commercianti e artigiani anche nella prospettiva di ridare slancio alla crescita dell'economia e di un più elevato riconoscimento e livello della qualità del lavoro dei professionisti,

impegna il Governo:

   a valutare l'ammontare delle risorse disponibili o provvedere a nuova individuazione delle stesse, conseguentemente, acquisita la detta disponibilità, a relazionare alla commissione entro 90 giorni e quindi ad adottare le iniziative normative finalizzate a bloccare e/o sospendere l'aumento delle aliquote contributive previste dell'articolo 1, comma 79, della legge n. 247 del 2007 a carico dei lavoratori autonomi titolari di partita iva iscritti alla gestione separata Inps di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto n. 335 del 1995, non iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria né pensionati e provvedere – anche in misura progressiva con un decremento di 1 punto percentuale annuo a decorrere dal 1o gennaio 2016 – ad una riduzione dell'aliquota previdenziale fino alla misura del 24 per cento anche con un allineamento e/o equiparazione all'entità delle aliquote previdenziali previste per gli artigiani e commercianti;
   ad assumere iniziative per prevedere la progressiva equiparazione dell'entità della contribuzione prevista per i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps di cui al punto precedente alla misura della contribuzione fissata per gli altri lavoratori autonomi;
   ad adottare le opportune iniziative normative volte a prevedere meccanismi di tutela in caso di malattia del lavoratore autonomo (compresi artigiani e commercianti) ed anche del lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata Inps che preveda:
    a) la sospensione degli obblighi contributivi e fiscali e l'esclusione dagli studi di settore a carico di tutti i lavoratori autonomi (compresi artigiani e commercianti) e anche degli autonomi iscritti alla gestione separata Inps nei casi di patologia grave o ricovero ospedaliero ovvero le cui cure rendano impossibile la continuazione dell'attività e il conseguente versamento e rateizzazione agevolata a seguito della ripresa dell'attività lavorativa dopo un congruo periodo di tempo successivo alla fine della sospensione con la previsione della relativa copertura pensionistica figurativa per tutto il periodo di sospensione e sospendere gli studi di settore;
    b) l'ampliamento del periodo di tutela in caso di malattia con relativo riconoscimento della copertura figurativa Pag. 163e l'erogazione della medesima misura della indennità di malattia ai lavoratori autonomi titolari di partita Iva nei casi di malattia grave anche fuori dai casi di ricovero ospedaliero;
    c) l'equiparazione della misura dell'indennità di malattia alla misura dell'indennità di degenza ospedaliera nei casi di malattie che prevedono terapie invasive (quali chemioterapia, radioterapia, malattie oncologiche e altro);
    d) il riconoscimento della copertura pensionistica figurativa per tutto il periodo della malattia;
   a promuovere un'iniziativa normativa diretta all'azzeramento dei contributi o un regime fiscale agevolato per coloro che avviano una attività di lavoro autonomo, o a prevedere una gradualità nell'aumento dei contributi o il versamento in forma ridotta per i nuovi lavoratori autonomi per i primi 3/5 anni di attività in modo da agevolare l'inserimento di tali imprenditori nel mercato del lavoro sia per giovani che per soggetti di qualsiasi età che a seguito della perdita di lavoro (magari dipendente) iniziano una propria attività autonoma;
   a promuovere interventi volti a consentire anche ai lavoratori autonomi l'accesso alle risorse e agli strumenti previsti dai Fondi strutturali europei, e, in particolare, dal Fondo sociale europeo e dal Fondo europeo di sviluppo regionale per garantire l'accesso alla formazione e all'aggiornamento professionale;
   a promuovere nel disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica un intervento volto a definire un quadro normativo unitario da applicare ai rapporti di lavoro autonomo, nell'ambito del quale completare la revisione e il rafforzamento degli interventi in materia di politiche attive del lavoro, adottati con il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, prevedendo che la Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro assicuri specifici servizi volti a favorire l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro autonomo e a promuovere l'autoimprenditorialità;
   a promuovere nel disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica un intervento volto a definire un quadro normativo unitario da applicare ai rapporti di lavoro autonomo, nell'ambito del quale sostenere la formazione continua dei lavoratori autonomi, anche estendendo la portata applicativa delle disposizioni vigenti in materia di deducibilità a fini fiscali delle spese sostenute dai medesimi lavoratori per la partecipazione a corsi di formazione o di aggiornamento professionale;
   a valutare l'ammontare delle risorse disponibili o provvedere a nuova individuazione delle stesse, conseguentemente, acquisita la detta disponibilità, a relazionare alla commissione entro 90 giorni e quindi ad adottare le iniziative normative finalizzate a garantire i contributi versati dai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, a progetto o occasionali il cui rapporto di lavoro è trasformato in contratto a tutele crescenti, adottando le opportune iniziative normative atte a consentire la ricongiunzione a titolo non oneroso, anche verso altra cassa o fondo di previdenza gestito dall'Inps ovvero altra Cassa privata obbligatoria (professioni ordinistiche), ovvero la totalizzazione di tutti i periodi contributivi versati nella gestione Inps 2;
   a promuovere nel disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica un intervento volto a definire un quadro normativo unitario da applicare ai rapporti di lavoro autonomo, nell'ambito del quale rafforzare le tutele per le lavoratrici autonome in caso di maternità, prevedendo un particolare che l'indennità di maternità sia erogata indipendentemente dalla effettiva astensione dall'attività lavorativa, ed estendere il riconoscimento del diritto al congedo parentale, anche ai padri al fine di favorire la genitorialità condivisa;
   a sostenere eventuali iniziative intraprese per la costituzione di un tavolo di confronto con i soggetti interessati, al fine di verificare e risolvere i problemi legati Pag. 164alla duplicazione dell'imposizione contributiva;
   ad adottare le opportune iniziative normative anche attraverso la costituzione di un tavolo di confronto permanente con i soggetti interessati al fine di agevolare i rapporti dei lavoratori autonomi e professionisti tutti con le pubbliche amministrazioni anche in tema di celerità nei tempi di pagamento, migliorarne i regimi previdenziali e assistenziali, modificare il regime di contribuzione attualmente previsto per gli agenti di commercio e il regime di tassazione sui rendimenti e sulle prestazioni, e così superare il problema delle posizioni di iscritti silenti, garantendo e valorizzando tutti i periodi di contribuzione versati;
   a prevedere adeguate misure di protezione sociale anche a favore dei lavoratori autonomi in conformità alla risoluzione del Parlamento europeo del 14 gennaio 2014 sulla protezione sociale per tutti, compresi i lavoratori autonomi.

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ALLEGATO 2

7-00590 Ciprini, 7-00631 Gribaudo, 7-00634 Prataviera e 7-00641 Rizzetto: Iniziative concernenti i prestatori di lavoro autonomo e professionale.

ULTERIORE NUOVA FORMULAZIONE DELLA RISOLUZIONE CIPRINI 7-00590 APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XI Commissione,
   premesso che:
    secondo il rapporto annuale Inps del 2013 «Le misure adottate dai governi e dalla Banca centrale europea e dalle Banche centrali dei Paesi comunitari, a fronte della profonda recessione registrata negli ultimi anni, non sono riuscite a contrastare il fenomeno della disoccupazione; infatti in ambito europeo e soprattutto in Italia, si registra un aumento del tasso di disoccupazione (in EU27 dal 10,4 per cento nel 2012 al 10,8 per cento nel 2013; in Italia dal 10,7 per cento nel 2012 al 12,2 per cento nel 2013)» (rapporto INPS 2013 pagina 236);
    in particolare, i lavoratori dipendenti dalle imprese hanno avuto nel 2013 un decremento medio annuo di circa 358 mila posizioni lavorative rispetto al 2012 (- 2,7 per cento);
    per i lavoratori autonomi artigiani titolari e collaboratori familiari, nel 2013 si osserva una flessione media di circa 39 mila posizioni lavorative rispetto all'anno precedente (- 2,1 per cento);
    tuttavia, dal 2010 al 2013, l'andamento dei commercianti e collaboratori familiari, registra un aumento medio annuo in valore assoluto di posizioni lavorative pari a 26 mila (+ 1,2 per cento) sia tra il 2011 e il 2010 sia tra il 2012 e il 2011, e ulteriori 22 mila (+ 1 per cento) tra il 2013 e il 2012;
    i collaboratori e i professionisti, esclusivi e non esclusivi iscritti alla gestione separata, infine, evidenziano dal 2010 al 2013, variazioni di segno positivo nel 2011 (+ 35 mila unità, pari a + 3,6 per cento) e nel 2012 (+ 4 mila unità, pari a + 0,4 per cento), e di segno negativo nel 2013 (-74 mila unità nel 2013, pari a – 7,3 per cento);
    i professionisti della gestione separata presso l'Inps con legge n. 335 del 1995 (cosiddette partite IVA) nel 2011 rispetto al 2010 aumentano di circa 11 mila unità (+ 5,8 per cento), nel 2012 l'incremento è di circa 5 mila unità (+ 4,1 per cento), mentre nel 2013 l'incremento è di circa 18 mila posizioni (+ 8,6 per cento);
    secondo le rilevazioni Istat, che fanno riferimento agli occupati indipendenti, gli italiani lavoratori autonomi sono circa 5.537 mila, il dato è relativo all'ultimo trimestre del 2013 sebbene in leggero calo durante tutto lo scorso anno. Altro dato da prendere in considerazione è quello delle partite IVA: le aperture sono diminuite del 9 per cento a gennaio 2014 (fonte: Ministero dell'economia) ma paradossalmente, alcuni mesi dopo, nel corso del novembre 2014 sono state aperte 38.351 nuove partite IVA, in aumento del 15,5 per cento rispetto al novembre precedente;
    è evidente che, nonostante il lavoro dipendente rappresenti (ancora) una Pag. 166parte fondamentale nel sistema produttivo del Paese, il lavoro autonomo in senso ampio è diventato oggi una componente sempre più presente e importante nell'attuale universo occupazionale soprattutto del Paese Italia: artigiani, commercianti, lavoratori agricoli (coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali), titolari di rapporti collaborazione coordinata e continuativa, compresi quelli svolti nella modalità del lavoro a progetto ed in modo occasionale (cosiddetti mini co.co.co.), titolari di rapporto di lavoro occasionale di tipo accessorio, associati in partecipazione che apportano lavoro, medici con contratto di formazione specialistica, lavoratori autonomi occasionali, incaricati della vendita a domicilio, spedizionieri doganali, beneficiari di borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca, percettori di assegni di ricerca, liberi professionisti privi di cassa di previdenza e liberi professionisti con cassa previdenziale;
    oggi il lavoro autonomo in genere sconta un ritardo in tema di disciplina e tutele previdenziali e assistenziali rispetto al lavoro subordinato e ciò a dispetto del numero e del peso sempre più importante che rivestono tali lavoratori;
    l'esigenza di una tutela previdenziale per i lavoratori autonomi, infatti, si è cominciata ad avvertire con molto ritardo rispetto ai lavoratori subordinati, tant’è che, ad eccezione di alcune casse professionali di previdenza per ristrette categorie di liberi professionisti (ad esempio avvocati, medici, notai), si è dovuto attendere sino al 1957 perché si avesse una prima forma di assicurazione sociale (invalidità, vecchiaia e superstiti) in favore della categoria dei lavoratori autonomi con la legge n. 1047 del 1957 per i coltivatori diretti, mezzadri e coloni, cui hanno fatto seguito quelle per gli artigiani (legge n. 463 del 1959) e per i commercianti (legge n. 613 del 1996);
    solamente nel 1995 con la legge n. 335 (articolo 2, comma 26) si è creata una apposita gestione separata che estende l'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, ad una serie di lavoratori autonomi che non svolgono alcuna nessuna delle attività rientranti nelle tre gestioni speciali Inps (coltivatori diretti, artigiani e commercianti), né una libera professione per la quale devono essere assicurati ad una specifica cassa previdenziale di categoria;
    proprio tra questi, particolarmente vulnerabile e delicato è lo status lavorativo, previdenziale, assistenziale e fiscale dei soggetti che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo in libera professione tenuti all'iscrizione presso l'apposita gestione separata Inps di cui all'articolo 2, comma 26, della legge n. 335 dell'8 agosto del 1995 ma non iscritti in alcun albo professionale e privi di apposita cassa previdenziale;
    si tratta delle cosiddette partite IVA e dei titolari di collaborazione coordinata, comprese le prestazioni svolte nella modalità del lavoro a progetto ed in modo occasionale (cosiddette mini co.co.co.): sono ricercatori, formatori, informatici, designer, grafici, traduttori, interpreti, esperti di marketing, di organizzazione, operatori audiovisivi, illustratori e altri professionisti cosiddetti freelance non rappresentati da ordini professionali o rappresentati da ordini professionali senza cassa. In Italia si è in presenza di oltre 3.369.000 lavoratori autonomi, in gran parte professionisti, con attività individuale senza impresa e senza dipendenti né collaboratori;
    attualmente, per effetto dell'articolo 1, comma 79, della legge n. 247 del 2007 e dell'articolo 1, comma 744, della legge n. 147 del 2013, i lavoratori iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995, scontano una aliquota contributiva assai penalizzante nella misura del 27 per cento Pag. 167per l'anno 2014, che «sale» al 30 per cento per l'anno 2015, al 31 per cento per l'anno 2016, al 32 per cento per l'anno 2017 e al 33 per cento a decorrere dall'anno 2018;
    a questa aliquota occorre aggiungere l'ulteriore aliquota contributiva pari allo 0,72 per cento di cui all'articolo 59, comma 16, della legge n. 449 del 1997 e dunque l'aliquota salirà nel 2018 nella misura del 33,72 per cento: un peso difficilmente sopportabile che non ha uguali neanche nel lavoro dipendente;
    tali aliquote contributive gravano esclusivamente sul lavoratore freelance titolare di partita iva con il rischio di comprometterne in maniera seria la sostenibilità da parte del lavoratore proprio nei periodi di crisi che si stanno affrontando;
    la gestione separata Inps è in attivo e paradossalmente si verifica il fenomeno per cui i lavoratori più svantaggiati – che avranno una pensione più bassa – finiscono per finanziare le pensioni in essere di coloro che godono di trattamenti pensionistici acquisiti con la precedente normativa;
    altrettanto penalizzante e carente appare la legislazione sul lavoro autonomo tutto (in particolare per i lavoratori iscritti alla gestione separata Inps) per quanto riguarda le tutele riguardanti la malattia, la maternità e l'adozione di politiche di sostegno al reddito, la famiglia e la conciliazione tra vita familiare e lavoro: un autonomo (sia esso iscritto alla gestione separata, ad un ordine professionale, ma anche alla gestione commercianti o artigiana) per avere le relative indennità per eventi quali malattia (anche grave come tumore), degenza ospedaliera e maternità, a differenza dei lavoratori subordinati, deve fare i conti non solo con i minimali di contribuzione (previsti per gli artigiani e i commercianti), ma anche con i mesi di contribuzione e con la natura del reddito prodotto: l'indennità di malattia, ad esempio, nell'ambito di un rapporto subordinato, è corrisposta per un massimo di 180 giorni contro i 61 previsti per il lavoratore autonomo della gestione separata Inps; l'assegno per il nucleo familiare nell'ambito del lavoro autonomo è ridotto in base ai mesi di contribuzione ed al tipo di reddito prodotto; l'indennità di maternità per una lavoratrice autonoma è corrisposta solo in caso di effettiva sospensione dell'attività lavorativa e nessun congedo è previsto per il padre lavoratore autonomo;
    addirittura il recente (e penalizzante) intervento normativo in materia fiscale ad opera della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità per il 2015) che con l'articolo 1, commi da 54 a 89, ha introdotto il nuovo regime fiscale «agevolato» per autonomi, destinato agli esercenti attività d'impresa, di arti e professioni in forma individuale abrogando, a decorrere dal 2015, il previgente regime di vantaggio per l'imprenditoria giovanile ed il regime agevolato per gli «ex minimi», ha portato l'imposta sostitutiva dal 5 per cento al 15 per cento sui redditi prodotti dagli autonomi;
    eppure proprio in seguito all'interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3/1245 del 14 gennaio 2015 della deputata Tiziana Ciprini, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti dichiarò che: «il Governo, nel prendere atto che interventi previsti dalla legge di stabilità, così come appena illustrati, possono incidere negativamente su alcune categorie di lavoratori autonomi, in particolare i giovani professionisti freelance, nei cui confronti invece si sarebbe voluto intervenire favorevolmente, ha deciso, come è già stato pubblicamente dichiarato dal Presidente del Consiglio, di intervenire rapidamente attraverso l'adozione di un testo correttivo. In questo ambito, per quanto concerne l'impatto fiscale, sarà il competente Ministero dell'economia e delle finanze a predisporre le opportune modifiche. Per Pag. 168quanto riguarda gli aspetti previdenziali, di tutela, di stretta competenza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, confermo il mio impegno ad adottare i necessari interventi e posso anticipare la mia intenzione d'incontrare, nei prossimi giorni, le associazioni che rappresentano le figure professionali interessate da questo provvedimento, per analizzare la situazione e raccoglierne le opinioni e le indicazioni che ci consentano di superare i profili critici che sono emersi. Quindi siamo intenzionati ad intervenire immediatamente a modificare la situazione che si è determinata in un senso diverso da quello che il Governo avrebbe voluto»;
    sono evidenti altresì l'onerosità e la complicazione delle regole per i lavoratori autonomi, oltre al variegato emergere di problematiche connesse ai rapporti con le pubbliche amministrazioni nonché al regime delle tutele previdenziali e assistenziali;
    a parere dei firmatari del presente atto la normativa contributiva, previdenziale, assistenziale e infine fiscale attualmente vigente è dunque nel complesso fortemente penalizzante per i lavoratori autonomi ed esercenti arti e professioni in forma individuale (cosiddette partite iva) che intendono mettersi in proprio e rischia di produrre effetti ulteriormente recessivi e/o depressivi sull'economia proprio nel momento in cui forte è la disoccupazione (soprattutto tra i giovani e le donne lavoratrici) e il calo della domanda interna;
    occorre adottare adeguate politiche di protezione sociale a favore di tali lavoratori così come sollecitato anche dalla risoluzione del Parlamento europeo del 14 gennaio 2014 sulla protezione sociale per tutti, compresi i lavoratori autonomi;
    si rende necessario un intervento deciso del Governo volto a correggere le storture e che dia – in una ottica di politica di favore complessiva – «fiato» e spazio al lavoro e alle competenze dei giovani professionisti, commercianti e artigiani anche nella prospettiva di ridare slancio alla crescita dell'economia e di un più elevato riconoscimento e livello della qualità del lavoro dei professionisti,

impegna il Governo:

   a promuovere interventi volti a consentire anche ai lavoratori autonomi l'accesso alle risorse e agli strumenti previsti dai Fondi strutturali europei, e, in particolare, dal Fondo sociale europeo e dal Fondo europeo di sviluppo regionale per garantire l'accesso alla formazione e all'aggiornamento professionale;
   a promuovere nel disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica un intervento volto a definire un quadro normativo unitario da applicare ai rapporti di lavoro autonomo, nell'ambito del quale completare la revisione e il rafforzamento degli interventi in materia di politiche attive del lavoro, adottati con il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, prevedendo che la Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro assicuri specifici servizi volti a favorire l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro autonomo e a promuovere l'autoimprenditorialità;
   a promuovere nel disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica un intervento volto a definire un quadro normativo unitario da applicare ai rapporti di lavoro autonomo, nell'ambito del quale sostenere la formazione continua dei lavoratori autonomi, anche estendendo la portata applicativa delle disposizioni vigenti in materia di deducibilità a fini fiscali delle spese sostenute dai medesimi lavoratori per la partecipazione a corsi di formazione o di aggiornamento professionale;
   a promuovere nel disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica un intervento volto a definire un quadro normativo unitario da applicare ai rapporti di lavoro autonomo, nell'ambito del quale rafforzare le tutele per le lavoratrici autonome in caso di maternità, prevedendo un particolare che l'indennità di Pag. 169maternità sia erogata indipendentemente dalla effettiva astensione dall'attività lavorativa, ed estendere il riconoscimento del diritto al congedo parentale, anche ai padri al fine di favorire la genitorialità condivisa;
   a sostenere eventuali iniziative intraprese per la costituzione di tavolo di confronto con i soggetti interessati, al fine di verificare e risolvere i problemi legati alla duplicazione dell'imposizione contributiva.
(8-00160) «Ciprini, Tripiedi, Cominardi, Chimienti, Lombardi, Dall'Osso, Lorefice, Grillo».

Pag. 170

ALLEGATO 3

7-00590 Ciprini, 7-00631 Gribaudo, 7-00634 Prataviera e 7-00641 Rizzetto: Iniziative concernenti i prestatori di lavoro autonomo e professionale.

TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI 7-00631 GRIBAUDO, 7-00634 PRATAVIERA E 7-00641 RIZZETTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XI Commissione,
   premesso che:
    negli ultimi due decenni, in conseguenza delle profonde trasformazioni che hanno caratterizzato il sistema produttivo italiano, la composizione della forza lavoro ha vissuto una radicale mutazione, con un peso sempre più significativo dei lavoratori che svolgono la loro attività in forma autonoma; più recenti dati in materia di occupazione rilasciati dall'ISTAT indicano che nel mese di settembre 2015 gli occupati indipendenti sono oltre cinque milioni e quattrocentomila, registrando un leggero calo rispetto allo stesso mese dello scorso anno; come evidenziato anche nel corso delle audizioni informali svolte, negli anni della crisi il numero dei professionisti è aumentato in maniera significativa, in particolar modo quello dei professionisti non organizzati in ordini o collegi;
    per i lavoratori autonomi che operano in via prevalente o esclusiva con partita IVA iscritti alla Gestione separata dell'INPS, si registra, infatti, una crescita del 19,1 per cento tra il 2009 e il 2013, in un contesto nel quale l'occupazione complessiva nel nostro Paese si è ridotta nel medesimo periodo del 2,6 per cento;
    nonostante l'ampia portata di detti fenomeni economici e sociali, il sistema giuridico, a tutt'oggi, non sempre è stato in grado di sviluppare una trattazione organica delle molte questioni relative alle tante esigenze e peculiarità che caratterizzano le attività dei «genuini» prestatori di lavoro autonomo;
    particolarmente vulnerabile, in questo contesto, è lo status lavorativo, previdenziale, assistenziale e fiscale dei soggetti che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo in libera professione tenuti all'iscrizione presso l'apposita gestione separata INPS di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, ma non iscritti in alcun albo professionale e privi di apposita cassa previdenziale;
     provvedimenti legislativi adottati in attuazione delle deleghe di cui alla legge 10 dicembre 2014, n. 183, affrontano solo marginalmente il tema di un moderno sistema di diritti, tutele e welfare anche per i lavoratori autonomi, con particolare riguardo ai titolari di partita IVA; gli interventi legislativi adottati a decorrere dal 2014 hanno riaffermato il principio secondo cui il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato costituisce la forma comune di rapporto di lavoro, ribadito espressamente dall'articolo 1 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, promuovendo la stipulazione di tale contratto sia attraverso la previsione, nell'ambito della legge di stabilità 2015 e nel disegno di legge di stabilità 2016, ancora all'esame del Parlamento, di significativi sgravi contributivi, sia mediante una più precisa delimitazione dei requisiti di ammissibilità Pag. 171delle collaborazioni coordinate e continuative, grazie al superamento dei contratti a progetto;
    la più precisa demarcazione tra l'area del lavoro subordinato e quella delle collaborazioni sembra porre le basi per una riduzione, nei prossimi anni, del ricorso a forme di collaborazione «spurie», andando così a favorire anche la definizione di un sistema di regole che garantisca adeguate tutele ai lavoratori che svolgono attività autonome;
    nella risoluzione sulla protezione sociale per tutti, compresi i lavoratori autonomi (2013/2111(INI)), approvata dal Parlamento europeo il 14 gennaio 2014, si sottolinea che il lavoro autonomo deve assolutamente essere riconosciuto come forma di lavoro in grado di favorire la creazione di posti di lavoro e la riduzione della disoccupazione, e che la sua espansione dovrebbe essere accompagnata da adeguate misure di protezione sociale dei lavoratori autonomi, secondo quanto previsto dalla legislazione nazionale degli Stati membri;
    nella risoluzione 6-00165 Marchi ed altri, approvata dalla Camera dei deputati l'8 ottobre 2015, al termine dell'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015, si impegna il Governo, tra l'altro, a considerare collegato alla manovra di finanza pubblica un disegno di legge in materia di tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale;
    al fine di assicurare copertura finanziaria agli interventi che verranno adottati nell'ambito di tale provvedimento collegato, il disegno di legge di stabilità 2016 ancora all'esame del Parlamento (Atto Camera n. 3444) dispone l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di un fondo con una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro per l'anno 2016 e di 50 milioni di euro annuì a decorrere dall'anno 2017, finalizzato a favorire la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato a tempo indeterminato;
    nel disegno di legge di stabilità 2016 si prevede, altresì, un intervento volto a rivedere la disciplina del cosiddetto regime dei minimi, introdotto dalla legge n. 190 del 2014, al fine di rafforzarne l'efficacia, prevedendo, in particolare, la riduzione al 5 per cento della misura ordinaria dell'aliquota d'imposta, per i primi cinque anni di attività, e un generale innalzamento dei limiti dei ricavi al di sotto dei quali i contribuenti possono accedere e permanere nel regime fiscale agevolato;
    le audizioni informali svolte con tutte le principali associazioni rappresentative dei lavoratori autonomi hanno fornito importanti elementi di valutazione, anche in vista dell'esame di specifiche iniziative normative in materia;
    quanto alle maggiori problematiche che interessano il lavoro autonomo professionale, appare in special modo penalizzante il trattamento previsto sul piano previdenziale per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell'INPS di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, tenuti al versamento integrale di contributi più elevati rispetto a quelli dovuti dagli altri lavoratori indipendenti iscritti ad altre gestioni previdenziali, a differenza di quanto avviene per i lavoratori parasubordinati iscritti nella medesima gestione separata, per i quali i contributi sono per due terzi a carico del committente e per un terzo a carico dei collaboratori;
    in base all'articolo 1, comma 79, della legge 24 dicembre 2007, n. 247 le aliquote contributive pensionistiche relative ai lavoratori iscritti alla gestione separata INPS non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie, sarebbero dovute incrementare al 28 per cento per l'anno 2014, al 30 per cento per l'anno 2015, al 31 per cento per l'anno 2016, al 32 per cento per l'anno 2017 e al 33 per cento a decorrere dall'anno 2018; con Pag. 172successivi interventi normativi (articolo 1, comma 744, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e articolo 10-bis del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192 convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2015, n. 11), tale incremento è stato congelato per il 2014 e il 2015 al 27 per cento, livello confermato anche dal disegno di legge di stabilità 2016 ancora all'esame del Parlamento (Atto Camera n. 3444);
    a completamento di questo percorso, appare, in ogni caso, opportuno un intervento strutturale che stabilizzi l'aliquota di contribuzione dovuta da questi lavoratori individuando un livello omogeneo rispetto a quello applicato agli altri lavoratori autonomi;
    un sostenibile e congruo trattamento previdenziale per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata non può prescindere dal tema di un equo ed equilibrato sistema di definizione dei compensi minimi riconosciuti a tali professionisti, presupposto indispensabile, non solo per un dignitoso livello di vita, ma per il conseguimento di un reddito adeguato su cui poter calcolare le future pensioni;
    il provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica recante misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale potrebbe costituire la sede per l'individuazione di un quadro di regole uniformi per le diverse tipologie di lavoro autonomo, promuovendo altresì un rafforzamento delle tutele in caso di malattia e un ampliamento delle misure volte a favorire la genitorialità;
    nell'ambito di un futuro provvedimento normativo potranno altresì valutarsi interventi volti a valorizzare, anche sul piano fiscale, la formazione continua dei lavoratori autonomi, nonché misure volte ad estendere anche ai lavoratori autonomi i servizi di informazione e intermediazione offerti dal sistema delle politiche attive del lavoro;
    appare opportuno agevolare la costituzione di fondi mutualistici e volontari per il sostegno solidaristico finalizzato alla formazione professionale, alla previdenza complementare e al sostegno del reddito in caso di malattia, maternità, infortunio e disoccupazione;
    secondo l'ultimo rapporto presentato dall'ADEPP nel dicembre 2014, anche i giovani professionisti iscritti alle casse private scontano un calo costante di reddito dal 2007 al 2013, con conseguente difficoltà al versamento dei contributi previdenziali. Si rende quindi necessario assicurare a questi soggetti, al pari delle altre tipologie autonome, prestazioni ragionevoli anche in considerazione del fatto che, per i professionisti, così come per la Gestione Separata Inps (salvo alcune eccezioni) non è prevista una pensione minima;
    andrebbe una volta per tutte risolta la questione della Fondazione/cassa Enasarco che rappresenta un unicum nel nostro sistema previdenziale italiano e prevede, per gli agenti del commercio, una doppia contribuzione previdenziale obbligatoria, all'INPS e appunto alla cassa Enasarco, mettendo in ulteriore difficoltà i giovani che scelgono suddetta professione,

impegna il Governo:

   a promuovere nel disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica un intervento volto a definire un quadro normativo unitario da applicare ai rapporti di lavoro autonomo, nell'ambito del quale considerare, in particolare, le seguenti esigenze:
    a) completare la revisione e il rafforzamento degli interventi in materia di politiche attive del lavoro, adottati con il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, prevedendo che la Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro assicuri specifici servizi volti a favorire l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro autonomo e a promuovere l'autoimprenditorialità;Pag. 173
    b) prevedere, in caso di gravi patologie, la possibilità per il lavoratore di sospendere il versamento degli oneri previdenziali e fiscali per la durata del periodo di malattia e di effettuare il pagamento di quanto dovuto in rate mensili, alla ripresa dell'attività lavorativa e a prevedere l'equiparazione dei trattamenti terapeutici delle malattie oncologiche alla degenza ospedaliera, verificando altresì la possibilità di sospendere per il periodo della malattia l'applicazione degli studi di settore;
    c) sostenere la formazione continua dei lavoratori autonomi, anche estendendo la portata applicativa delle disposizioni vigenti in materia di deducibilità a fini fiscali delle spese sostenute dai medesimi lavoratori per la partecipazione a corsi di formazione o di aggiornamento professionale;
    d) rafforzare le tutele per le lavoratrici autonome in caso di maternità, prevedendo un particolare che l'indennità di maternità sia erogata indipendentemente dalla effettiva astensione dall'attività lavorativa, ed estendere il riconoscimento del diritto al congedo parentale, anche ai padri al fine di favorire la genitorialità condivisa;
   a valutare la possibilità di mantenere inalterato, anche successivamente all'anno 2016, nel rispetto dei vincoli di bilancio e verificato l'andamento del mercato del lavoro, il livello dell'aliquota di contribuzione previdenziale dovuta dai lavoratori autonomi, titolari di posizione fiscale ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, non iscritti ad altre gestioni di previdenza obbligatoria né pensionati, nella prospettiva di una sua omogeneizzazione con quella prevista per le altre categorie di lavoratori autonomi;
   a sostenere iniziative intraprese per la costituzione di un tavolo di confronto con i soggetti interessati, al fine di rivedere il sistema previdenziale dei professionisti iscritti, alle casse previdenziali private, attualmente eccessivamente frammentato, volto anche a ripensare il regime di contribuzione previsto per gli agenti commercio e il regime di tassazione sui rendimenti e sulle prestazioni, nonché a modificare i regolamenti delle casse, al fine di conseguire un progressivo equilibrio di trattamento tra vecchi pensionati, nuovi pensionati e lavoratori ancora attivi, e superare il problema delle posizioni di iscritti silenti, sostenendo la valorizzazione di tutti i periodi di contribuzione versati, in un'ottica solidaristica e di sostenibilità finanziaria, che tenga conto delle dinamiche demografiche e dei meccanismi di contribuzione;
   a sostenere, nei limiti delle compatibilità finanziarie, iniziative finalizzate a favorire la ricongiunzione a titolo non oneroso, anche verso altra cassa o fondo di previdenza gestito dall'INPS ovvero altra cassa privata obbligatoria ovvero il cumulo di tutti i periodi contributivi versati nella gestione separata dai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa o a progetto, il cui rapporto di lavoro è trasformato in contratto a tutele crescenti;
   a monitorare l'andamento del mercato del lavoro e l'applicazione delle disposizioni in materia di indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa – DIS-COLL, anche al fine di verificare l'opportunità, di prevedere stabilmente forme di tutela dei collaboratori in caso di disoccupazione involontaria, anche alla luce della revisione della disciplina dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
   a promuovere interventi volti a consentire anche ai lavoratori autonomi l'accesso alle risorse e agli strumenti previsti dai Fondi strutturali europei, e, in particolare, dal Fondo sociale europeo e dal Fondo europeo di sviluppo regionale per garantire l'accesso alla formazione e all'aggiornamento professionale;Pag. 174
   a sostenere iniziative volte alla costituzione di un tavolo di confronto volto ad esaminare le esigenze lavorative nel settore artistico nel quale, più che altrove, convivono e sono fungibili rapporti di lavoro dipendente e autonomo, al fine di individuare garanzie uniformi per i lavoratori;
   a sostenere iniziative volte alla costituzione di un tavolo di confronto permanente sul lavoro autonomo e professionale, con la presenza delle associazioni di settore più rappresentative, sindacali e parti datoriali, al fine di tracciare le linee guida per l'individuazione di equivalenze e proporzioni volte a delineare, in ogni settore, i parametri retributivi di riferimento utili per il calcolo dell'equo compenso delle prestazioni professionali.
(8-00161) «Gribaudo, Simonetti, Rizzetto, Polverini, Rotta, Gnecchi, Albanella, Baruffi, Boccuzzi, Casellato, Cinzia Maria Fontana, Giacobbe, Gregori, Incerti, Patrizia Maestri, Martelli, Miccoli, Paris, Giorgio Piccolo, Simoni, Zappulla, Damiano, Rostellato, Baldassarre, Prodani, Segoni, Barbanti, Turco, Artini, Mucci, Bechis, Prataviera, Fedriga».