CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 29 ottobre 2015
531.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-06809 Ricciatti: Certificati verdi di Enel Green Power.

TESTO DELLA RISPOSTA

  È noto che in Italia le applicazioni importanti e storiche dell'energia geotermica sono ubicate in Toscana. Oltre trenta impianti di produzione, una potenza installata di circa 800 MW ed una produzione energetica superiore a 5000 GWh (GigaWatt-ora) l'anno, rappresentano circa un quarto dell'energia elettrica consumata nella regione stessa, e quasi il 2 per cento del fabbisogno nazionale.
  Le risorse geotermiche, assimilate a risorse minerarie e quindi considerate di pubblico interesse, sono esercitate in regime concessorio.
  Con il Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (c.d. Bassanini) è stata, tuttavia, trasferita alle Regioni la competenza amministrativa in materia di risorse geotermiche per la terraferma, residuando in capo al Ministero dello sviluppo economico il compito di rilasciare i titoli in mare, oltre che, di concerto con il Ministero dell'ambiente e per la tutela del territorio e del mare e d'intesa con la Regione interessata, il conferimento di particolari titoli abilitativi per risorse geotermiche, finalizzati alla sperimentazione di impianti pilota per la produzione di energia elettrica ad emissioni nulle.
  Evidenzio, pertanto che, attualmente, le funzioni di rilascio e controllo relative a permessi di ricerca e concessioni di coltivazione di risorse geotermiche in terraferma sono delegate alle Regioni così come i canoni dovuti dai titolari dei permessi e delle concessioni, nonché i contributi per la produzione di energia elettrica sono devoluti alle Regioni che provvedono a determinarne l'ammontare entro i limiti fissati dallo Stato.
  Ciò premesso entrando nello specifico dei quesiti posti rappresento quanto segue.
  Come tutti gli impianti a fonte rinnovabile, gli impianti geotermici accedono all'incentivo dei certificati verdi che, dal gennaio 2016, saranno sostituiti da un incentivo in forma di tariffa. I regimi di sostegno alle fonti rinnovabili sono stati introdotti in attuazione di direttive comunitarie (2001/77/CE e 2009/28/CE) per realizzare gli obiettivi nazionali di consumo di energia da fonti rinnovabili. La misura degli incentivi è stabilita in base al criterio dell'equa remunerazione dei costi di costruzione e di esercizio e, in tale ambito, quelli previsti per la tecnologia geotermica sono oggi fra i più bassi in Europa.
  Circa la seconda richiesta contenuta nell'atto in esame evidenzio che, non vi è correlazione, anche in termini autorizzativi, tra la realizzazione di una centrale geotermica e una a fonte fossile. Il sistema dei certificati verdi come su detto, dal 2016 non esisterà più e, per il passato, risulta che Enel Green Power non ha trasferito certificati verdi a Enel Produzione. Da ultimo, va rilevato che Enel Produzione ha approvato un programma di dismissione delle centrali termoelettriche per 11 GW.
  Infine, per aspetti collegati all'impatto sanitario delle emissioni prodotte dalle centrali ENEL situate nell'area geotermica sud, limitrofa al Monte Amiata, riferisce il Ministero della Sanità che i dati sono tuttora monitorati dalla Regione Toscana, attraverso l'Agenzia Regionale Sanitaria (per le province di Grosseto e Siena, ricompresa nel territorio dei comuni di Roccalbenga, Arcidosso, Santa Fiora, Piancastagnaio, San Casciano dei Bagni, Abbadia Pag. 92San Salvatore, Radicofani, Castel del Piano). Al riguardo, all'inizio del corrente anno, la Regione ha istituito un Osservatorio permanente avviando, nel contempo un aggiornato progetto di ricerca «Geotermia e Salute», finanziato con 840 mila euro per tre anni, facendo seguito alle precedenti indagini condotte con la collaborazione del CNR di Pisa.
  Il progetto, in corso, prevede un approccio basato non solo sul confronto tra dati sanitari e ambientali esistenti a livello comunale, bensì sulla realizzazione d'indagini mirate a verificare le relazioni tra fattori di rischio ed eventi sanitari a livello individuale. In tal senso sono previste campagne di biomonitoraggio, visite mediche, questionari e interviste alla popolazione. I precedenti studi epidemiologici, in particolare lo studio commissionato alla Fondazione Monasterio e al Cnr di Pisa, aveva messo in luce un'eccedenza di patologie tumorali, in particolare a carico dello stomaco e del fegato, nell'area indagata rispetto alla popolazione regionale; tuttavia, i risultati raccolti sino ad oggi, secondo le interpretazioni fornite dalla citata agenzia regionale, non sono sufficientemente significativi per stabilire una correlazione tra lo stato di salute dei cittadini e la presenza degli impianti geotermici, lasciando aperta l'ipotesi che le criticità sanitarie riscontrate sull'Amiata possano dipendere da un mix di fattori di diversa natura non ancora individuati. I dati che emergeranno dal progetto in itinere «Geotermia e salute» potranno essere di ausilio in tal senso.

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ALLEGATO 2

5-06810 Polidori: Iniziative volte a contrastare il fenomeno delle maxibollette.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alle iniziative intraprese a seguito dell'approvazione da parte della Camera delle mozioni concernenti iniziative per la tutela dei diritti dei consumatori nei confronti del mercato dell'energia e del gas, faccio presente che, su esplicita richiesta del Sottosegretario Senatrice Vicari, i competenti uffici del Ministero dello sviluppo economico si sono attivati per convocare un tavolo di confronto con gli operatori del settore elettrico e del gas, nonché con l'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e i Servizi Idrici, da tenersi entro la prima metà del mese di novembre.
   Il primo tema trattato sarà ovviamente quello della richiesta politica di una moratoria in linea con l'impegno assunto dal Governo.
  Gli esiti di tale confronto verranno successivamente sottoposti al Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli utenti (CNCU) al fine di raccoglierne le valutazioni ed i suggerimenti nell'ottica della predisposizione, ove ne sussistano i presupposti e le relative disponibilità, di un protocollo di autoregolamentazione.
  Il Ministero riferirà alla Parlamento sugli esiti del tavolo tecnico provvedendo a dare puntuali informazioni anche in merito alla richiesta di moratoria sulle maxibollette, derivanti da conguagli superiori a due anni.

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ALLEGATO 3

5-06811 Crippa: Agevolazioni a favore della manifattura digitale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Circa l'atto presentato dall'Onorevole Crippa relativo all'intervento denominato «Reti di impresa per l'artigianato digitale» riferisco quanto al primo quesito che le domande complessivamente presentate a valere sulla misura indicata sono 6; gli elementi qualificanti delle stesse sono:
   sui soggetti proponenti: 2 Raggruppamenti Temporanei d'impresa, 2 Associazioni Temporanee di Impresa e 2 Contratti di rete con soggettività giuridica;
   sulla numerosità media dell'aggregazione proponente: 21 imprese associate per sviluppare programmi innovativi di manifattura digitale (tenendo conto che la soglia minima è di 15 imprese sino ad un massimo di 38);
   sull'importo medio dei programmi proposti: 642 mila euro, per un ammontare complessivo di agevolazioni richieste pari a 2,7 Meuro;
   sulla consistenza media del fondo patrimoniale comune destinato alla realizzazione dei programmi: 156 mila euro;
   sulle aree di intervento dei programmi: 3 progetti impattano sulle regioni settentrionali, 2 su quelle del Centro Italia e 1 avrà svolgimento in Campania.

  In proposito segnalo l'eterogeneità dei partner aderenti alle proposte progettuali presentate, che vanno dalle Amministrazioni Comunali, alle Fondazioni di scopo, Associazioni di categoria, Fab Lab, Istituti scolastici, Università, Centri di Ricerca, etc.
  Riguardo al secondo quesito invece, le risorse complessivamente destinate all'intervento (9,06 milioni di euro) sono superiori al tiraggio finanziario delle domande pervenute (2,7 milioni di euro), soprattutto per effetto della previsione contenuta nella legge istitutiva della misura agevolativa medesima, in merito al numero minimo di imprese costituenti l'aggregazione (15), che ha di fatto impedito – la presentazione di proposte progettuali già cantierate, ma che non si sono tradotte in domande di ammissione alle agevolazioni per la difficoltà di coinvolgimento di un numero così elevato di soggetti imprenditoriali da associare.
  Residueranno, pertanto, risorse finanziarie destinabili ad una riproposizione dell'intervento, eventualmente modificato.

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ALLEGATO 4

5-06812 Benamati: Interventi volti a contrastare la desertificazione industriale della regione Veneto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La crisi ed il conseguente fallimento del mercato finanziario hanno richiamato in causa il ruolo di un'industria competitiva e sostenibile come vero motore della crescita.
  Per restituire all'industria questo ruolo, è necessario individuare alcuni orientamenti di sviluppo in cui le attività di ricerca e innovazione, attraverso l'utilizzo e la diffusione delle tecnologie abilitanti sono la precondizione e l'asse portante per la realizzazione ed il successo degli obiettivi che il Governo si è prefissato.
  In tal senso, si sta definendo una strategia nazionale di ricerca ed innovazione, che permetta al Paese nel suo complesso di sfruttare l'opportunità del nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei per il 2014-2020, attivando azioni coordinate con le Regioni al fine di evitare sovrapposizioni e interventi frammentati.
  Il Ministero dello Sviluppo economico sta elaborando un documento di posizionamento strategico su Industry 4.0, la cosiddetta quarta rivoluzione industriale resa possibile dalla disponibilità di sensori e di connessioni wireless a basso costo e che si assocerebbe a un impiego sempre più pervasivo di tecnologia, materiali, componenti e sistemi totalmente digitalizzati e connessi. Le sollecitazioni derivanti dalla digitalizzazione del manifatturiero costituiscono un'occasione per rilanciare la competitività della nostra industria, a partire da quella parte organizzata in distretti e in filiere produttive basate sull'agilità e sul dinamismo delle PMI.
  Si registra anche l'esigenza, così come rilevato dall'Onorevole Interrogante, di affiancare queste politiche con misure finalizzate a specializzare, sostenere ed amplificare gli effetti dello sviluppo industriale sul territorio per evitare forti perdite occupazionali e per poter riassorbire nel breve e medio termine le fuoriuscite di occupati a bassa e media qualifica con l'incremento di lavoratori, qualificati, impegnati in attività ad alto valore aggiunto.
  Un sintetico accenno alle misure introdotte recentemente, tra le quali ricordo quelle:
   in tema di energia, gli effetti della cosiddetta legge «Taglia-bolletta» porteranno nel 2015 a un'ulteriore riduzione del 10 per cento dei costi energetici per le PMI;
   messe a punto per sostenere la patrimonializzazione delle imprese, in particolare l'ACE (Aiuto per la Crescita);
   di estendere anche alle PMI innovative la normativa di favore prevista per le startup.

  La Legge di Stabilità 2016 presentata dal Governo, tra le altre misure, prevede inoltre:
   la riduzione dell'aliquota IRES di 3 punti percentuali, dal 27,5 al 24,5 per cento nel 2016, a cui seguirà una riduzione ulteriore di 0,5 punti nel 2017;
   l'introduzione del cosiddetto superammortamento, vale a dire un ammortamento pari al 140 per cento della spesa sostenuta per investimenti in nuovi beni strumentali e macchinari;
   la riduzione del periodo di ammortamento (da 10 a 5 anni) del maggior Pag. 96valore dell'avviamento e dei marchi d'impresa per le operazioni di aggregazione aziendale poste in essere a decorrere dall'esercizio 2016;
   la proroga al 2016 delle detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica;
   l'esenzione a decorrere dal 2016 dell'IMU per i cosiddetti imbullonati;
   lo stanziamento di 50 milioni di euro per l'anno 2016 per la prosecuzione delle azioni relative al piano straordinario per la promozione del Made in Italy.

  L'insieme delle misure descritte punta a riattivare il ciclo degli investimenti privati, la cui flessione del 25 per cento circa durante il periodo di recessione è stata la principale causa della perdita di competitività delle imprese italiane e si sono create le condizioni per riallineare i costi di sistema delle nostre imprese a quelli dei nostri principali competitors.
  Tali misure rivolte all'innovazione e alla competitività, si propongono di offrire alle aziende sul territorio un sistema complessivamente finalizzato ad incentivare la loro permanenza e il loro rafforzamento, con ricadute positive anche nella Regione Veneto.
  Ricordo, infine, che è stato siglato all'inizio dell'anno presso il Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza di Regione Veneto, Autorità Portuale e Comune di Venezia l'Accordo di Programma per la Riconversione e Riqualificazione Industriale dell'Area di Crisi Industriale Complessa di Porto Marghera che destina circa 153 milioni di euro per la creazione e la rivitalizzazione di infrastrutture materiali e immateriali che daranno vita nei prossimi 3 anni alla nuova Porto Marghera.
  Circa la situazione della HAIER APPLIANCES SPA, che ha sede legale e unità operativa in Campodoro (PD), il Mise è ha conoscenza che la stessa ha presentato in data 7 ottobre 2015 al Ministero del Lavoro istanza per la concessione di CIGS con causale di crisi aziendale per cessazione attività, con cui ha richiesto l'accesso al trattamento di integrazione salariale in favore di 100 dipendenti e per il periodo dal 07/10/2015 al 06/10/2016, istanza ancora in corso di istruzione da parte della competente Amministrazione.
  Per quanto riguarda l'altra società citata, la LAG ITALIA SPA, non risultano, allo stato, istanze di accesso agli ammortizzatori sociali.
  Nel quadro descritto il Ministero, per quanto nelle sue competenze, pur nella consapevolezza di non poter incidere sulle scelte di gestione, essendo le stesse di natura essenzialmente privata può, su richiesta delle parti, avviare un confronto con tutti i soggetti coinvolti al fine di esaminare ogni utile iniziativa per la salvaguardia dei posti di lavoro e rilancio operativo delle aziende nel territorio veneto.

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ALLEGATO 5

5-06489 Vico: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Natuzzi di Ginosa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il 30 settembre 2015 si è svolta presso il Ministero dello sviluppo economico la riunione di aggiornamento della «Cabina di Regia per l’ Accordo Natuzzi», di cui chiede anche l'Onorevole interrogante.
  In tale sede, durante l'incontro i rappresentanti dell'azienda hanno illustrato il nuovo piano di marketing e gli investimenti finalizzati a supportare la strategia di brand che comprende una vasta campagna pubblicitaria per la promozione di Natuzzi in Italia e nei mercati esteri.
  La società, in tale sede, ha inoltre illustrato il piano aziendale e gli investimenti necessari per apportare innovazioni ai prodotti ed ai processi produttivi.
  Gli investimenti programmati hanno l'obiettivo di promuovere il rilancio produttivo e commerciale delle produzioni Natuzzi in Italia in una logica anche di rafforzamento e riqualificazione occupazionale.
  Come previsto nell'Accordo del 10 ottobre 2013 firmato a Roma, il Governo centrale e le Regioni Puglia e Basilicata hanno attivato a tale scopo strumenti agevolativi compatibili con il sistema europeo per un importo complessivo pari a 49,7 milioni di euro, di cui 22 milioni a sostegno di progetti di Ricerca e Sviluppo e 27,6 per Investimenti.
  Circa la situazione occupazionale nello specifico del sito di Ginosa (TA), anche su indicazione di quanto pervenuto dal Ministero del Lavoro, rappresento quanto segue.
  La Società ha presentato alla Provincia di Taranto richiesta di esame congiunto finalizzata all'accesso al trattamento di CIGS per cessazione di attività in favore di complessive 424 unità lavorative.
  L'incontro in sede provinciale si è svolto lo scorso 6 ottobre e nel corso della riunione la Natuzzi ha confermato la necessità di accedere all'intervento della CIGS per cessata attività aziendale sul sito di Ginosa (TA), dichiarando che per tale sito non si sono concretizzate, a causa del peggioramento delle condizioni economiche e di mercato, le condizioni utili a favorire il riavvio della produzione.
  Per tali ragioni la stessa avendo constatato tale impossibilità è addivenuta alla decisione di cessare ogni attività produttiva in tale area. Conseguentemente l'azienda ha deciso di incorporare l'attività industriale svolta all'interno di Ginosa nell'ambito dei siti di Iesce 1, Iesce 2, La Terza e Santeramo in Colle (BA).
  La società ha, inoltre, rappresentato l'intenzione di mantenere fede agli impegni presi con le Organizzazioni Sindacali in sede istituzionale confermando, pertanto, il seguente piano di gestione del personale interessato dalla sospensione in CIGS:
   la ricollocazione presso altri stabilimenti della società di circa 100 lavoratori da destinare alla produzione delle cd sedute imbottite; inoltre ha rappresentato che ulteriori 54 lavoratori hanno aderito all'uscita in mobilità non oppositiva, firmando appositi verbali di conciliazione, e pertanto, il numero delle unità lavorative attualmente in forza sul sito di Ginosa è pari a 370 lavoratori;Pag. 98
   la ricollocazione esterna delle restanti unità lavorative del sito di Ginosa presso soggetti terzi nell'ambito delle iniziative di reindustrializzazione previste nell'accordo di programma per la Murgia; a tal fine la Natuzzi ha dichiarato di essere attivamente impegnata nella ricerca di investitori interessati a rilevare le strutture produttive del sito in questione;
   l'attivazione di un percorso finalizzato all'esodo volontario incentivato del personale in esubero.

  Infine, in data 14 ottobre 2015, sempre per lo stabilimento di Ginosa, è stato sottoscritto presso il Ministero del Lavoro un verbale di accordo finalizzato al ricorso al trattamento di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per crisi aziendale per cessazione della durata di 12 mesi, con decorrenza dal 16 ottobre 2015, in favore di un numero massimo di 370 lavoratori.
  Il Ministero dello sviluppo economico, nel sottolineare che Natuzzi rappresenta un patrimonio del made in Italy è fortemente determinato, insieme alle istituzioni regionali, a migliorare le condizioni di contesto operativo della azienda con cui, attraverso uno scambio continuo di informazioni, intende condividere i processi di reindustrializzazione dei siti dismessi.
  La prossima Cabina di Regia si terrà, infatti, presso il Ministero dello Sviluppo Economico entro il mese di novembre prossimo.