CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 22 ottobre 2015
526.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-06749 Vito: Sulle iniziative da intraprendere per il rientro in Patria di Salvatore Girone.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vorrei, in primo luogo, premettere che la tematica oggetto dell'atto in discussione, nonché il quesito posto, non investono profili di stretta competenza del Dicastero e, pertanto, si riferisce anche a nome del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Il Governo, da sempre sensibile a qualsiasi aspetto che coinvolge il proprio personale e nel rispetto del Parlamento, ha ritenuto opportuno assolvere all'esigenza informativa richiesta.
  Ciò posto, sulla questione riguardante la vicenda del nostro Fuciliere Salvatore Girone, il Governo ha già fornito ampia risposta, presso questa stessa Commissione lo scorso 17 settembre, relativamente all'interrogazione n. 5-06394, a firma dello stesso onorevole interrogante.
  A integrazione di quanto rappresentato in quella sede, si segnala che le iniziative che il Governo intende intraprendere per consentire il rapido rientro in Patria del Fuciliere Girone si collocano nell'alveo della procedura giurisdizionale internazionale già avviata.
  In tal senso, lo scorso 24 agosto, il Tribunale per il Diritto del Mare di Amburgo ha confermato quanto sostenuto dall'Italia, rinviando alla competenza di un Tribunale costituito ai sensi dell'Annesso VII della Convenzione la vicenda dei fucilieri che, pertanto, deve essere sottoposta a un tribunale arbitrale.
  Lo stesso Tribunale ha, di conseguenza, ordinato alle parti, che si sono conformate, la sospensione immediata di tutte le procedure giudiziarie a carico dei fucilieri.
  In particolare, ai sensi dell'articolo 290, primo comma, della Convenzione per il Diritto del Mare, le parti possono chiedere, nelle more della determinazione del caso, la concessione di misure provvisorie a tutela dei rispettivi diritti, qualora questi siano pregiudicati dalla durata della controversia.
  L'Italia ritiene, tra l'altro, che il perdurante stato di privazione della libertà personale dei fucilieri Latorre e Girone pregiudichi il diritto italiano all'esercizio della giurisdizione esclusiva sulla controversia, all'immunità funzionale dei militari in servizio e che arrechi, altresì, pregiudizio ad altri diritti, individuali e statali, interessati dalla controversia.
  Al momento in cui il Tribunale arbitrale sarà pienamente operativo, l'Italia, come peraltro già annunciato, si avvarrà di tutti gli strumenti previsti dal diritto internazionale per consentire il rientro in Italia del Fuciliere di marina Salvatore Girone.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-06747 Frusone: Sulla divulgazione dei dati del volo utilizzato dal Presidente del Consiglio il 2 marzo scorso.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel caso in esame, secondo quanto riferito dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica, la linea gerarchica ha valutato, secondo le vigenti disposizioni e nel libero esercizio della potestà discrezionale attribuita, se vi siano state azioni, manifestazioni o atteggiamenti incompatibili con i principi e i doveri che debbono informare la vita del militare.
  Tanto premesso, si rileva preliminarmente che uno dei procedimenti disciplinari è stato sospeso in quanto l'interessato ha chiesto la proroga dei termini per integrare la difesa del militare.
  Per ciò che riguarda gli altri due militari si rappresenta che uno dei due, in quel giorno presente nella sala operativa come «Controllore in addestramento», è stato sanzionato con due giorni di consegna di rigore ai sensi dell'articolo 1399 del Codice dell'ordinamento militare per aver violato:
   il dovere di operare per assolvere i compiti istituzionali con senso di responsabilità e consapevole partecipazione;
   la convinzione della necessità di adempiere integralmente ai doveri che derivano dalla condizione di militare;
   la negligenza e l'omissione nell'espletamento di un servizio secondo le modalità prescritte.

  L'altro militare presente nella sala in qualità di «Controllore di avvicinamento di sorveglianza radar terminale» nonché «responsabile operativo e disciplinare di turno» è stato invece sanzionato con cinque giorni di consegna di rigore ai sensi del medesimo articolo per aver violato:
   inosservanza delle norme in tema di sicurezza e di prevenzione nell'ambito del proprio comando, ufficio, unità ed ente, avuto riguardo anche dell'entità del danno cagionato;
   allontanamento, senza autorizzazione o in contrasto a una prescrizione, da luogo militare o durante il servizio;
   senso di responsabilità;
   servizi regolati da consegna;
   doveri dei superiori;
   doveri attinenti al giuramento e al grado.

  Per completezza di trattazione va sottolineato che avverso il provvedimento i militari possono proporre ricorso gerarchico, giurisdizionale al TAR o straordinario al Presidente della Repubblica e che l'Amministrazione Difesa ha adottato un criterio graduale e proporzionale nell'irrogazione delle sanzioni in ragione anche della tipologia di incarico ricoperta.
  Ciò in quanto la particolare natura e delicatezza dell'incarico richiedono la massima disciplina nella gestione delle attività di rispettiva competenza.
  I procedimenti disciplinari in discussione, pertanto, risultano ancorati a legittimi presupposti di fatto e di diritto dal momento che le azioni poste in essere hanno trovato puntuale fondamento e riferimento nelle disposizioni legislative esistenti in materia e nei fatti Pag. 61accertati, risultando una diffusione di materiale video che – in presenza di una adeguata azione di vigilanza incombente sugli interessati – non si sarebbe diversamente verificata.
  Al riguardo sembra superfluo sottolineare come questa diffusione sia risultata e risulti grave, costituendo una palese lesione di profili di sicurezza nazionale e di conseguente tutela finalizzata alla protezione di personalità particolarmente esposte al rischio quali, ad esempio, il Presidente del Consiglio dei ministri. Su questo tema, per ultimo, va ricordato che sono tuttora in corso indagini di polizia giudiziaria al fine di individuare i responsabili, a titolo doloso, della illecita divulgazione delle notizie in questione.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-06748 Duranti: Sulla missione Resolute Support.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vorrei preliminarmente sottolineare che lo scopo della missione «Resolute Support» è di consentire al Governo afghano di garantire l'effettiva sicurezza in tutto il Paese attraverso lo sviluppo delle Istituzioni e delle Forze di sicurezza afghane e prevede attività non di combattimento, ma esclusivamente di «addestramento», «consiglio» e «assistenza militare».
  Sull'argomento, il Ministro della Difesa ha già riferito, nell'anno in corso, il 29 luglio, alle Commissioni riunite Camera e Senato Esteri e Difesa, dove veniva annunciata, in considerazione del perdurare delle esigenze di supporto alle forze di sicurezza locali, la decisione di mantenere una propria presenza militare nella regione di Herat, posticipando di alcuni mesi il ripiegamento del contingente su Kabul al termine dell'attuale «stagione di combattimento».
  Tale intento rispondeva all'originale pianificazione della NATO, che prevedeva orientativamente per la fine di quest'anno l'avvio del passaggio graduale dalla prima fase della missione alla seconda, con il rischieramento delle forze su Kabul.
  Alle stesse Commissioni riunite, il successivo 6 ottobre, il Ministro della difesa ha posto in evidenza la delicatezza della situazione relativa alla sicurezza generale con possibilità che, all'atto del ritiro delle forze internazionali, i Talebani avrebbero ripreso l'iniziativa per indebolire progressivamente il governo legittimo. Tuttora, come noto, sono in atto azioni finalizzate a destabilizzare il quadro di sicurezza da parte dei talebani e delle organizzazioni terroristiche che li appoggiano. Si era valutato che le Forze di sicurezza afgane sarebbero state in grado di reagire a tali sfide, ma le difficoltà incontrate provano che esse hanno ancora dei limiti per una piena ed efficace azione autonoma.
  Tale situazione crea quindi uno scostamento riguardante la pianificazione corrente della Alleanza e in aggiunta anche la richiesta delle stesse autorità afghane alla coalizione internazionale di continuare l'attuale sforzo. In questa direzione si sono mosse le recenti dichiarazioni del Presidente Obama sulla decisione statunitense di prolungare la presenza militare USA in Afghanistan anche nel corso del prossimo anno.
  L'Italia che è da molti anni presente in Afghanistan, sta in questi giorni ragionando sull'ipotesi di proseguire nel nostro impegno.
  Questo quadro di situazione verrà meglio definito in ambito NATO a partire dai prossimi incontri e solo allora potranno essere pianificate le misure da adottare e, sulla base di tale valutazione, anche l'Italia potrà meglio individuare i necessari passi. Pertanto, nell'alveo del rapporto di fattiva collaborazione e rispetto delle reciproche attribuzioni di governo e parlamento, il parlamento sarà mantenuto informato, per poter esercitare le relative prerogative, della evoluzione della missione, così come sempre avvenuto.