CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 ottobre 2015
521.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-06638 Matarrese: Sullo smantellamento dell'impianto inceneritore di Busto Arsizio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'iniziativa del nuovo Consiglio di Amministrazione di ACCAM spa, gestore dell'impianto di incenerimento di rifiuti nel comune di Busto Arsizio, volta ad «una graduale e progressiva riduzione delle quantità di rifiuti termovalorizzati, al successivo smantellamento dell'impianto a caldo, bonifica del sito, realizzazione di un impianto a freddo e trattativa per l'impianto Forsu di Amga, in fase di progettazione», come delineato nel piano d'azione, si rappresenta quanto segue.
  Presso il Ministero dell'ambiente nulla risulta circa il riconoscimento dell'operazione di recupero R1 a fronte dell'operazione di smaltimento D10 per l'impianto di incenerimento in argomento.
  In merito occorre precisare che le competenze in tema di procedimenti autorizzatori in materia di gestione dei rifiuti, comprese le attività di decommissioning di impianti di gestione rifiuti e il riconoscimento di operazioni di recupero a fronte di quelle di smaltimento, ai sensi dell'articolo 196 del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, sono posti in capo alle amministrazioni regionali.
  Per quanto concerne lo stato attuativo dell'articolo 35, comma 1, del decreto-legge n. 133 del 2014, si rappresenta che lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, approntato dalla competente Direzione Generale nel febbraio 2015, è stato sottoposto alla valutazione della Conferenza Stato-Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, acquisendo da quest'ultima un «parere favorevole subordinato all'accoglimento delle osservazioni ed emendamenti».
  Pertanto, al fine di dare seguito alle richieste formulate dalle regioni e dalle province autonome, compresa la regione Lombardia, nel corso dell'ultima riunione della Conferenza in sede tecnica del 9 settembre 2015, volte ad ottenere la rettifica di alcuni dati riportati nello schema di DPCM, la competente Direzione Generale, con nota del 15 settembre 2015, ha invitato tutte le amministrazioni regionali e le province autonome a trasmettere gli elementi e dati tecnici utili per l'aggiornamento del provvedimento.
  Tenuto conto degli elementi forniti al riguardo dalla regione Lombardia, l'impianto di incenerimento di Busto Arsizio risulta essere stato individuato, nello schema finale di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri come impianto operativo esistente ai fini dell'articolo 35, comma 1, del decreto-legge citato, per una potenzialità, dedicata al trattamento dei rifiuti urbani e assimilati, pari a circa 93.000 tonnellate annue a fronte di un trattamento effettivo nel 2014 pari a circa 90.000 tonnellate.
  Tale attività ricognitiva volta ad aggiornare lo stato di funzionamento degli impianti di incenerimento e dei relativi dati sulle capacità di trattamento dedicate alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati risulta del tutto coerente con il richiamato impegno del Governo (ordine del giorno 9/02629-AR/00).

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ALLEGATO 2

5-06639 Borghi: Sull'emanazione delle linee guida in merito alla prestazione delle garanzie finanziarie per la gestione successiva alla chiusura delle discariche.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla materia segnalata dagli onorevoli interroganti si rappresenta quanto segue.
  In linea con le previsioni di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006, tenuto conto altresì della sentenza della Corte Costituzionale n. 67 del 2014, questo Ministero ha già elaborato lo schema di decreto ministeriale in questione, al fine di determinare i requisiti soggettivi e di capacità tecnica e finanziaria, nonché i criteri generali per la determinazione delle garanzie finanziarie dovute dai gestori degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, compresi gli impianti di discarica.
  Nel merito si evidenzia che lo schema di decreto ministeriale elaborato contiene una specifica proposta normativa relativa alla possibilità di prestare garanzie finanziarie relative alla post gestione delle discariche secondo piani quinquennali rinnovabili sino alla copertura delle relativa durata trentennale.
  Pertanto, definita la fase di concertazione con le altre amministrazioni competenti (Ministero dello sviluppo economico, Ministero della salute e Ministero dell'interno), con le quali è in corso una costante interlocuzione, si ritiene che detto schema di decreto contenente i criteri generali per la determinazione delle garanzie finanziarie, una volta adottato, consentirà di superare le criticità manifestate dagli onorevoli interroganti.
  Ad ogni modo, si ricorda che questo Ministero, nelle more della definizione di norme generali che possano trovare applicazione in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale colmando in tal modo il vuoto legislativo attualmente esistente, ha temporaneamente individuato attraverso la circolare prot. n. 19931/TRI del 18 luglio 2014 i criteri per la determinazione dell'importo e delle modalità di prestazione delle garanzie finanziarie dovute dai titolari di autorizzazione alla gestione dei rifiuti.

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ALLEGATO 3

5-06640 Mannino: Sulle ordinanze contingibili ed urgenti per l'autorizzazione dello smaltimento dei rifiuti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero dell'ambiente è impegnato quotidianamente in una attività di verifica e controllo concernente le ordinanze contingibili ed urgenti adottate ai sensi dell'articolo 191 del decreto legislativo n. 152 del 2006 in materia di gestione dei rifiuti.
  Nel corso di tali operazioni di verifica condotte dalla competente Direzione Generale per i Rifiuti e l'Inquinamento, viene valutata la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge per l'adozione delle menzionate ordinanze.
  In particolare, nell'ambito di tale attività di controllo si procede alla verifica dell'acquisizione del parere degli organi tecnici o tecnico-sanitari locali che si esprimono sulle conseguenze ambientali dell'ordinanza, nonché al monitoraggio della durata della stessa al fine di controllare il rispetto dei limiti di proroga che, anche in caso di eventuali reiterazioni, non possono superare i 18 mesi complessivi.
  Tali ordinanze, emesse da presidenti di giunta regionale, presidenti delle province ovvero da sindaci, hanno ad oggetto deroghe alle disposizioni in materia di rifiuti e presentano contenuti diversi che spaziano dal ricorso a speciali forme di gestione dei rifiuti adottate in occasione di avvenimenti calamitosi al proseguimento del servizio di gestione integrata oltre i termini contrattuali. Si tenga presente tuttavia che, in linea generale, le ordinanze emesse hanno carattere di natura emergenziale e possono prevedere deroghe alla normativa nazionale, ma non possono disporre in contrasto con la normativa comunitaria.
  Quanto alla consistenza numerica delle ordinanze in questione, si evidenza che negli ultimi due anni risultano pervenute alla competente Direzione del Ministero dell'ambiente oltre 1.100 ordinanze dai contenuti diversi e provenienti da tutte le regioni italiane; il metodo di classificazione adottato, tuttavia, non consente di definire con esattezza quale sia il numero delle ordinanze adottate al fine di autorizzare lo smaltimento dei rifiuti tal quali o semplicemente tritovagliati.

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ALLEGATO 4

5-06641 Segoni: Sulla messa in sicurezza delle aree a rischi di disastri ambientali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Piano Operativo Nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico è stato definito, nel corso del 2014-15, dalle proposte presentate dalle regioni attraverso l'utilizzo del sistema ReNDiS web del Ministero dell'ambiente – ISPRA. L'insieme degli interventi localizzati sull'intero territorio nazionale raggiungono, ad oggi, un importo di circa 20 miliardi di euro che rappresenta, pertanto, il fabbisogno complessivo del periodo 2014-2020.
  Tuttavia, al fine di assicurare l'avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico nelle aree soggette a frequenti esondazioni, il Ministero dell'ambiente, unitamente alla Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei ministri, lo scorso luglio ha definito un Piano Stralcio del suddetto Piano Operativo Nazionale – successivamente approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 settembre 2015 – costituito da un insieme di 127 interventi di mitigazione del rischio idrogeologico riguardanti le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta a rischio di alluvione, per un ammontare di oltre 1.389 milioni di euro, di cui oltre 1.153 milioni di risorse statali.
  Il Piano Stralcio è composto da una sezione attuativa, nella quale sono riportati una lista di 33 interventi immediatamente cantierabili, per un importo di oltre euro 654 milioni di risorse statali, e da una sezione programmatica che potrà essere successivamente finanziata con risorse che si renderanno disponibili a tale scopo.
  Tale lista è stata definita applicando il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015 che stabilisce le modalità, le procedure e i criteri di selezione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri citato è stato condiviso con i soggetti coinvolti, nella seduta della Conferenza Stato-regioni e province autonome del 25 marzo 2015.
  Nell'ambito del Piano Stralcio, la regione Sardegna ha proposto cinque interventi, di cui quattro localizzati nel comune di Olbia, per una richiesta di finanziamento statale complessiva di 81,2 milioni di euro, ed un intervento nel comune di Cagliari per una richiesta di finanziamento statale di 30 milioni di euro.
  Tra gli interventi proposti dalla regione Autonoma della Sardegna è risultato idoneo all'immediato finanziamento e, pertanto, inserito nella parte attuativa del Piano, l'intervento concernente «Opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio comunale di Olbia-Vasche – Lotto 1», per un valore complessivo di euro 25.300.000,00 di cui 16.300.000 euro a valere sulle risorse statali. L'intervento dispone di una progettazione definitiva ed è senz'altro finalizzato alla risoluzione delle grandi criticità idrogeologiche dell'area del comune di Olbia, risultando coerente, al contempo, con gli scopi di «recupero degli ecosistemi e della biodiversità». Gli altri interventi proposti risultano inseriti nella sezione programmatica del Piano Stralcio.
  Il Ministero, unitamente alla Struttura di Missione, intende ora riattivare il Piano nazionale, provvedendo ad un suo aggiornamento.