CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 ottobre 2015
518.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04730 Scuvera: Sulla situazione del personale presso il tribunale di Pavia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mediante l'atto ispettivo in oggetto, gli onorevoli interroganti evidenziano situazioni di criticità presso il Tribunale di Pavia a causa della insufficienza del personale ivi in servizio, soprattutto in conseguenza degli interventi di riforma della geografia giudiziaria che hanno interessato quel circondario, e delle ricadute negative sul funzionamento del Processo Civile Telematico.
  Come noto, l'opera di razionalizzazione territoriale intrapresa con la riforma del 2012 ha comportato, tra l'altro, la estinzione delle articolazioni distaccate di Tribunale e la soppressione per incorporazione di diversi uffici, accentrandone presso le sedi assorbenti le funzioni ed il personale, giudiziario ed amministrativo.
  Al fine di monitorare le conseguenze di tali modifiche per l'adeguamento dell'organico, il Dipartimento dell'Organizzazione Giudiziaria del Ministero sta procedendo alla definizione dei criteri ed alla raccolta di dati statistici rilevanti: come, difatti, richiesto anche dal Consiglio Superiore della magistratura, la valutazione dell'impatto della riforma della geografia giudiziaria dovrà condurre ad una complessiva ridefinizione delle piante organiche del personale di magistratura e, quindi, del personale amministrativo, al fine di realizzare compiutamente il prioritario obiettivo del miglioramento del servizio giustizia.
  In attesa della raccolta ed elaborazione dei predetti dati, deve, comunque, evidenziarsi che la competente articolazione di questo Ministero ha assunto, a sua volta, diverse iniziative finalizzate a fronteggiare le criticità derivanti dalla riforma e ad incrementare la dotazione di risorse umane degli uffici coinvolti, concordando con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative appositi criteri di mobilità diretti a contemperare le nuove distribuzioni geografiche con le aspirazioni manifestate dal personale, ed emanando specifiche circolari in tema di redistribuzione delle risorse umane.
  Tutto ciò premesso in via generale, e venendo alla specifica realtà territoriale a cui l'interrogazione si riferisce, dalla nota trasmessa dai competenti uffici risulta come, in seguito all'accorpamento, siano state acquisite al Tribunale di Pavia, a partire dal 14 settembre 2013, 34 risorse umane dai soppressi Tribunali di Vigevano e Voghera e dalla sezione di Abbiategrasso, mentre le restanti unità già in carico ai cessati uffici giudiziari hanno preso possesso in altre sedi in seguito agli interpelli effettuati.
  Al fine di potenziare la dotazione del Tribunale di Pavia sono state, inoltre, assunte diverse iniziative in attuazione delle procedure previste dall'accordo sindacale del 9 ottobre 2012:
   sono stati assegnati 5 dipendenti, già appartenenti ai soppressi uffici del Giudice di Pace, dal 29 aprile 2014;
   2 unità sono state trasferite a seguito di interpello distrettuale riservato al personale perdente posto negli uffici in soppressione;
   in data 20 luglio 2015 ha assunto servizio un operatore giudiziario a seguito Pag. 25di procedura di assunzione diretta di personale appartenente a categorie protette;
   nell'interpello nazionale del 2 luglio 2014 sono stati previsti 18 posti vacanti: 3 di direttore amministrativo, 8 di funzionario giudiziario, 4 di cancelliere e 3 di assistente giudiziario. Sebbene la procedura non sia, allo stato, completamente definita, il Tribunale di Pavia ha beneficiato del trasferimento di 7 unità, che hanno assunto possesso tra il 25 maggio e il 1o settembre scorso mentre sono usciti dall'ufficio 1 funzionario e 3 assistenti giudiziari. La procedura è tuttora in corso per effetto degli ulteriori scorrimenti delle graduatorie conseguenti alle revoche delle domande di trasferimento pervenute;
   con il bando di mobilità per l'acquisizione di personale da altre amministrazioni in data 20 gennaio 2015 sono stati, inoltre, previste 14 unità: 2 di direttore amministrativo, 10 di funzionario giudiziario e 2 posti di cancelliere. La posizione dirigenziale – pubblicata con l'interpello del 21 gennaio 2015 – non può essere coperta per mancanza di aspiranti.

  Pur all'esito dei citati interventi, i cui effetti comunque non sono ancora stabilizzati, le unità attualmente in servizio presso il Tribunale di Pavia ammontano ad 80, a fronte della previsione in pianta organica di 131.
  Il dato non appare, tuttavia, aver inciso negativamente sull'avvio del PCT che, anzi, evidenzia in quella realtà territoriale un andamento del tutto incoraggiante.
  Risultano, difatti, dal settembre 2014:
   depositati per via telematica da avvocati e professionisti ben 19.787 atti processuali, con un incremento del 493 per cento;
   depositati dai magistrati ben 17.078 provvedimenti nativi digitali, con un incremento del 137 per cento;
   consegnate ben 148.498 comunicazioni telematiche.

  Ulteriori risorse umane potranno, tuttavia, essere assegnate anche al Tribunale di Pavia nel contesto delle iniziative specificatamente intraprese dal Governo per potenziare gli uffici giudiziari al fine di sostenere ulteriormente il processo civile telematico e garantire la piena realizzazione ed operatività dell'ufficio del processo.
  In tale prospettiva è stato sottoscritto dal Ministro Guardasigilli il decreto con il quale è stata avviata la procedura per selezionare 1.500 tirocinanti – scelti fra coloro che hanno completato il percorso formativo previsto all'articolo 37 comma 11, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111 – che saranno utilizzati per un anno negli uffici giudiziari che evidenziano le più significative scoperture di organico.
  Ulteriori risorse potranno essere rese disponibili attraverso la destinazione prioritaria agli uffici giudiziari di personale proveniente dalle Province, così come previsto dall'articolo 1, comma 425 della legge di stabilità 2015.
  Per attuare tale percorso di mobilità sono stati avviati una serie di incontri tecnici con i soggetti interessati e le organizzazioni sindacali ed assunte diverse iniziative:
   è stata emanata, in data 29 gennaio 2015, una circolare, a firma del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione e del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, con la quale sono state dettate le linee guida in materia di attuazione delle disposizioni inerenti il personale ed altri profili connessi al riordino delle funzioni delle province e delle città metropolitane, anche attraverso la redazione di un cronoprogramma, e con circolare in data 27 marzo 2015 del Ministero della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione sono stati forniti ulteriori chiarimenti;
   per agevolare la procedura, inoltre, è stata avviata presso il Dipartimento delle Pag. 26Funzione Pubblica la progettazione di una piattaforma elettronica, destinata a gestire i processi di mobilità;
   per accelerare i tempi e risolvere alcune delle problematiche evidenziate nelle sedi di confronto, politico e tecnico, il Governo è, altresì, intervenuto con il decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78 – convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 125 – con il quale sono state dettate disposizioni incentivanti, intese a favorire i processi di mobilità e di ricollocazione del personale;
   in data 26 giugno 2015, all'esito di un articolato percorso di confronto con le amministrazioni competenti, nonché con le OO.SS., è stato adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante «Definizione delle tabelle di equiparazione fra i livelli di inquadramento previsti dai contratti collettivi relativi ai diversi comparti di contrattazione del personale non dirigenziale, che costituisce un importante strumento di ausilio per le varie amministrazioni ai fini della gestione dei processi di mobilità»;
   con decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83 – convertito, con modificazioni, con legge 6 agosto 2015, n. 132 – sono state introdotte disposizioni specificatamente rivolte ad agevolare la ricollocazione del personale delle province e delle città metropolitane negli organici del Ministero della giustizia. È stato, in particolare, previsto, con carattere di priorità rispetto ad ogni altra procedura di trasferimento, il passaggio nei ruoli dell'amministrazione della giustizia di un contingente massimo di 2.000 unità di personale amministrativo proveniente da quegli enti locali, di cui 1.000 nel corso dell'anno 2016 e 1.000 nel corso dell'anno 2017;
   con decreto ministeriale 14 settembre 2015, il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione ha definito – su autorizzazione del Consiglio dei Ministri – i criteri per la mobilità del personale in sovrannumero, delineando un nuovo cronoprogramma fino al 31 dicembre 2016 e così dando ulteriore impulso al processo di ricollocazione del personale.

  A seguito di tale decreto, le attività volte all'inserimento delle risorse della mobilità provinciale potranno, pertanto, realizzarsi e si assicura che, in tale contesto, le esigenze del Tribunale di Pavia saranno tenute nella dovuta considerazione.

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ALLEGATO 2

5-06411 Murer: Sulla situazione della Casa circondariale di Santa Maria Maggiore a Venezia

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione in discussione l'onorevole interrogante segnala alcune difficoltà operative del penitenziario di Venezia S.M. Maggiore evidenziando, in particolare, alcuni eventi critici imputabili, a suo giudizio, ad una situazione di sovraffollamento detentivo ed ad contestuale carenza di personale di polizia penitenziaria dell'istituto. Chiede, pertanto, che vengano verificate le condizioni di vita di detenuti ed agenti e che vengano intraprese le azioni correttive necessarie a fronteggiare le criticità eventualmente riscontrate.
  Sul piano generale è doveroso premettere che, già da tempo, sono stati adottati appositi provvedimenti di allertamento delle articolazioni territoriali, sulla base delle numerose circolari riguardanti le problematiche di disagio.
  Tra le altre appare utile menzionare la Circolare n. 2844 del 17 giugno 1997 in materia di «Tutela della vita e della salute delle persone detenute. Atti di autolesionismo e suicidi in ambiente penitenziario», in cui vengono indicati una serie di accorgimenti da utilizzare nella stagione estiva per contenere il fenomeno degli atti autolesionistici ed autosoppressivi, la Circolare n. 3524/5974 del 12 maggio 2000, intitolata «Atti di autolesionismo e suicidi in ambiente penitenziario», ove viene sottolineata l'importanza di ridurre le situazioni di isolamento ai soli casi strettamente necessari e previsti per legge e, da ultimo, la Circolare n. 0445330, del 24 novembre 2011, avente ad oggetto: «Modalità di esecuzione della pena. Un nuovo modello che comprenda sicurezza, accoglienza e rieducazione», da cui è scaturito l'Accordo approvato dalla Conferenza Unificata, in data 19 gennaio 2012, in materia di riduzione del rischio di autolesionismo e di suicidio dei detenuti e degli internati in ambiente penitenziario, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 34, del 10 febbraio 2012.
  Tale documento si inserisce nel solco delle iniziative di attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008, allegato A, «Linee di indirizzo per gli interventi del Servizio sanitario nazionale a tutela della salute dei detenuti...», che dedica una specifica attenzione alla tematica della presa in carico dei nuovi giunti e della prevenzione del suicidio delle persone in stato di restrizione della libertà personale.
  L'Accordo in oggetto prevede la costituzione, presso gli Osservatori Permanenti sulla Sanità Penitenziaria presenti nelle Regioni, di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico, composto anche da operatori penitenziari e sanitari, avente il compito di predisporre un programma condiviso di prevenzione del suicidio, tenendo conto delle linee-guida già esistenti e del documento in tema di prevenzione del suicidio in carcere dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e del parere del 25 giugno 2010 del Comitato Nazionale di Bioetica.
  Per quanto riguarda la regione Veneto, l'Accordo è stato recepito con Delibera Generale 24 dicembre 2012, con la quale è stato approvato il Programma operativo di prevenzione del rischio auto-lesivo e suicidario in carcere e nei servizi minorili, o elaborato dal Gruppo di Lavoro, costituito Pag. 28con Decreto dell'aprile 2012 del Segretario regionale per la Sanità, d'intesa con il Provveditorato. Regionale dell'Amministrazione penitenziaria per il Triveneto ed il Centro per la Giustizia Minorile per il Triveneto.
  Il 30 gennaio 2013, l'Azienda ULSS 12 Veneziana ha adottato il menzionato Programma Operativo di prevenzione, dando incarico all'Unità Operativa di Medicina penitenziaria di darvi applicazione.
  In data 6 e 14 marzo 201, la Direzione della Casa Circondariale di Venezia SMM ha emanato coerenti ordini di servizio, disciplinanti gli interventi da porre in essere in relazione al disagio psichico dei ristretti, in funzione preventiva, istituendo, altresì, lo Staff multidisciplinare di Accoglienza e Sostegno.
  L'Unità Monitoraggio degli Eventi Suicidiari (U.M.E.S.), costituita nel 2000 e rinnovata nel 2013, ha predisposto e trasmesso a ciascun Provveditorato Regionale apposite schede al fine di comprendere e contenere il numero degli episodi autosoppressivi, relazionando periodicamente sulle attività di analisi svolte dai suoi componenti.
  In caso di suicidi di detenuti e/o internati, l'Amministrazione penitenziaria provvede, comunque, ad incaricare il Provveditorato regionale di effettuare una visita ispettiva ed acquisire gli esiti dell'attività istruttoria avviata dalle Procure competenti sul circondario in cui è compreso l'istituto ove il detenuto è deceduto.
  Peraltro, con specifico riguardo alla situazione di tensione riferita dall'On. Murer presso la Casa Circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore, va segnalato, così come attestato dal monitoraggio degli Eventi Critici degli ultimi mesi, che tali criticità, intese in senso lato, appaiono generalmente legate a situazioni personali dei detenuti ed esterne al carcere, quali abbandoni da parte delle famiglie, famiglie all'estero o comunque non rintracciabili per mancanza di riferimenti abitativi e telefonici, espulsioni difficilmente eseguibili per questioni consolari ovvero non desiderate.
  Tutti gli episodi critici, ancor più se particolarmente connotati sotto il profilo umano, sono stati affrontati con il massimo impegno dal personale di tutte le professionalità, nel tentativo di offrire ai detenuti il necessario sostegno.
  Tanto premesso, comunico gli elementi informativi che il competente Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha acquisito sulla condotta aggressiva posta in essere lo scorso 29 luglio da un detenuto ai danni di un agente di Polizia Penitenziaria in servizio presso l'istituto.
  Il soggetto autore del gravissimo episodio è risultato essere persona nota ai servizi psichiatrici territoriali, con molteplici ricoveri in Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), talvolta in regime di trattamento sanitario obbligatorio, con diagnosi di «Disturbo evitante di personalità e Disturbo ossessivo-compulsivo in soggetto con storia di poliabuso di sostanze e dipendenza da alcool, associato a frequenti episodi di agitazione.
  L'esigenza di una ponderata valutazione del caso in questione ha convinto l'Amministrazione a disporre, in data 8 agosto, il trasferimento del detenuto presso l'istituto di Verona Montorio-Sezione osservazione psichiatrica, per l'espletamento dell'osservazione psichiatrica ai sensi dell'articolo 112/1 decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000».
  Per quanto concerne le proteste mosse dai detenuti tra il 10 ed il 16 settembre 2015, appare opportuno chiarire che, almeno inizialmente, i dissensi ed i malcontenti sono stati rappresentati dai ristretti in forma del tutto pacifica, limitandosi alla battitura delle inferriate anche per solidarizzare con la richiesta dell'onorevole Marco Pannella di un provvedimento di clemenza.
  Il giorno 10 settembre, alla manifestazione interna si è accompagnata, all'esterno dell'istituto, la protesta di alcuni gruppi di persone, che solidarizzando con i detenuti, hanno inneggiato slogan anti carcerare, accompagnando i cori con lanci di petardi lungo il muro di cinta.Pag. 29
  In quella occasione è stata ripristinata la sorveglianza armata ed è stata allertata anche la locale Questura, che ha provveduto ad inviare una pattuglia della Polizia di Stato ed una dei Carabinieri. La situazione è rientrata nella normalità senza che siano stati riscontrati danneggiamenti di alcun tipo. Soltanto l'11 settembre la protesta ha assunto connotazione diversa, in occasione del lancio nel corridoio da parte di alcuni detenuti di indumenti, giornali, lenzuola e pezzi di spugna incendiati. Si è trattato di un episodio unico, che è stato immediatamente fronteggiato.
  In data 15 settembre 2015, ha avuto inizio lo sciopero della fame di n. 84 detenuti. Lo sciopero si è concluso nella serata del 17 settembre 2015, allorquando i detenuti hanno ricevuto regolarmente il vitto dell'Amministrazione ed i generi del sopravvitto, comunicando la sospensione di ogni manifestazione di protesta collettiva. Non risulta, invece, che vi sia stato «scontro» alcuno tra detenuti e polizia penitenziaria.
  Relativamente alla situazione di sovraffollamento, comunico che, alla data del 2 ottobre 2015, nell'istituto di Venezia S.M.M. erano presenti 257 detenuti.
  Nonostante l'esubero di presenze detentive rispetto alla capienza regolamentare non risulta violata la disposizione della CEDU, avendo tutti i detenuti non meno di 3 mq. a disposizione. Giova sul punto ribadire che la capienza regolamentare è calcolata dalla competente Direzione generale utilizzando un parametro ben superiore a quello considerato dalla Corte EDU e cioè quello disposto dal Ministero della salute per le abitazioni private, che prevede uno spazio di 9 mq per una persona singola più 5 mq per ogni altra persona alloggiata nello stesso ambiente. In ogni caso, al fine di agevolare le iniziative trattamentali del predetto istituto, il Provveditorato regionale ha disposto, unicamente a tal fine, il trasferimento di 11 detenuti dalla C.C. di Venezia S.M.M. ad altri Istituti penitenziari del Distretto.
  In ordine all'esortazione volta a garantire «accesso, continuità e collaborazione» alle attività culturali, di orientamento e inserimento al lavoro e di sostegno psicologico al detenuto, va posto in evidenza che l'intensa partecipazione della Comunità esterna all'opera di rieducazione e di reinserimento dei detenuti è favorita da un fervido dialogo interistituzionale, alimentato costantemente dal Provveditorato regionale.
  Più nel dettaglio, i progetti in essere presso la struttura veneziana vedono coinvolte le Cooperative Sociali, le Associazioni di Volontariato, l'Amministrazione Comunale ed altri Enti che, in costante e fattiva collaborazione con l'Amministrazione Penitenziaria, offrono proposte di attività lavorative, incontri a tema, corsi di formazione ed orientamento al lavoro, attività religiose e numerose altre iniziative.
  A titolo esemplificativo ricordo che grazie alla collaborazione con una cooperativa sociale, sono attivi all'interno dell'Istituto due laboratori, di serigrafia e pelletteria, che prevedono, attualmente, 2 posti di lavoro in serigrafia e 6 in pelletteria. Con sostegno al reddito, altri due detenuti frequentano i due laboratori, per la durata di uno-due mesi. Dal 2014, è stato avviato, in Mestre, un laboratorio di montaggio, noleggio e riparazione di biciclette, a cura di altra cooperativa sociale. Vi lavorano, prevalentemente, detenuti che fruiscono del regime del lavoro all'esterno.
  Mediamente, una quarantina sono i detenuti impiegati nel lavoro cosiddetto domestico, con il sistema della rotazione, variamente configurata, in base alla tipologia di lavoro.
  Ancora, altri soggetti fruiscono del lavoro all'esterno o della semilibertà.
  Particolare importanza riveste la scuola, sia per il numero dei detenuti coinvolti sia per le ore di impegno quotidiano, anche di pomeriggio. A fronte dell'elevato numero di detenuti stranieri, vi è una forte richiesta di alfabetizzazione alla lingua italiana, non disgiunta dalla formazione di una cultura di base, sia nella economia dei rapporti fra le persone all'interno del carcere, sia nella prospettiva del reinserimento all'esterno.
  Nel 2013-2014, hanno frequentato i diversi corsi 100 detenuti, 91 soggetti nel Pag. 302014-2015. Insieme ai corsi tradizionali, hanno luogo quelli di educazione alla cittadinanza, sempre a cura delle strutture scolastiche del territorio.
  L'associazione «La Gabbianella onlus» assicura l'azione sulla genitorialità denominata «Essere padri in carcere», diretta a detenuti con figli minori.
  Sono continuate, durante l'estate, le presenze di psicologi-animatori, in occasione dei colloqui con i bimbi.
  Il progetto è complesso, prevedendo:
   a) incontri di gruppo e individuali dei detenuti con psicologi, sui temi della genitorialità, che è la parte nuova e sperimentale di tale tipo di intervento;
   b) apprendimento delle tecniche per la realizzazione di uno spettacolo di burattini;
   c) intrattenimento dei figli dei detenuti, durante i colloqui, a cura di operatori dell'associazione. La supervisione è assicurata da docenti dell'Istituto Universitario «IUSVE» di Venezia.

  Viene svolta l'attività della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, a seguito di convenzione sottoscritta dalla Direzione, dalla Società Municipalizzata «Veritas» spa e dal Comune di Venezia e prevede il coinvolgimento nella iniziativa di tutta la popolazione detenuta.
  Altri tre detenuti vengono sostenuti economicamente dal Comune di Venezia per attività in biblioteca e presso le due lavanderie degli effetti personali dei detenuti.
  Nell'ottica di fornire, in particolare ai soggetti più prossimi alla scarcerazione, strumenti conoscitivi per la proficua ricerca di una occupazione dopo la scarcerazione, è, indirizzato ai dimittendi il corso di formazione ed orientamento al lavoro, l'unico finanziato con fondi della Regione e condotto da operatori dell'Associazione di volontariato penitenziario «Il Granello di Senape».
  Il corso di ceramica rappresenta, ogni anno, per frequenza e assiduità dei detenuti, il corso più apprezzato, in quanto valorizza la dimensione manuale, consentendo, pur se non si posseggano particolari capacità, di realizzare piccoli oggetti da creare, dipingere e poter regalare alle proprie famiglie. Per il favore che incontra, il corso viene ripetuto due volte all'anno e registra la copertura di tutti i posti disponibili in ciascuna edizione.
  Vi è, poi, l'iniziativa del cosiddetto Gruppo di Redazione, di circa 12 detenuti e condotto da operatori del Comune per la stesura di un giornalino.
  L'attenzione agli aspetti educativi della cura della salute e dell'igiene sia dei singoli che delle comunità, ispira il rinnovato corso Informa-Salute, sviluppatosi in tre moduli, rispettivamente, per i detenuti dell'area del Magreb, per moldavi, ucraini e rumeni e per gli albanesi, kossovari, montenegrini e macedoni.
  Il progetto internazionale «Disegni a più mani» dell'Associazione di volontariato «Venezia: Pesce di pace», avente il plauso del Presidente della Repubblica, si è avvalso di quattro detenuti per la traduzione di piccoli testi e messaggi scritti da bambini veneziani su disegni inviati ai loro coetanei tedeschi, armeni, greci e russi.
  A Natale, «Il Granello di Senape», in collaborazione con Cooperativa Adriatica, ha donato ai detenuti pacchi-dono, contenenti generi alimentari di largo consumo e per i figli dei detenuti è intervenuta con giocattoli, che sono stati consegnati ai piccoli, durante i colloqui, con il supporto coreografico di un detenuto vestito da Babbo Natale.
  I volontari autorizzati che, a vario titolo, partecipano alle diverse attività trattamentali sono, complessivamente, 87.
  L'Associazione di volontariato penitenziario «Il Granello di Senape» promuove il servizio interno di biblioteca, coordinandosi con la Biblioteca Civica di Mestre e la Fondazione Querini Stampalia, per il prestito dei libri, oltre alla fornitura gratuita di quotidiani in lingua straniera. La biblioteca rimane un riferimento centrale, non solo per la distribuzione dei libri, ma anche come momento di incontro e di stimolo culturale.Pag. 31
  Il Comune offre ai detenuti, con cadenza quindicinale, un servizio denominato «Sportello Urban» relativo alle richieste di rinnovo di documenti quali carte d'identità, codici fiscali, permessi di soggiorno, nonché alle richieste di gratuito patrocinio e di traduzione di documenti. In coordinamento con detta attività, interviene in carcere anche un patronato con lo «Sportello Inca», per le pratiche di dichiarazione di redditi, sussidi di disoccupazione e simili.
  Vi è la disponibilità di allenamento nelle due piccole palestre di reparto.
  Quanto, infine, alla lamentata carenza di personale di polizia penitenziaria, a fronte di una dotazione organica di 181 unità di personale del Corpo di Polizia Penitenziaria, presso l'istituto veneziano risultano effettivamente in servizio 156 unità.
  Le legittime esigenze di potenziamento di organico dell'istituto saranno tenute in debita considerazione dalla competente Direzione Generale in occasione del piano di mobilità a domanda che sarà predisposto in vista delle assegnazioni di neo assunti che, nel prossimo mese di novembre, termineranno il 170o corso di formazione.
  Si rassicurano, infine, gli onorevoli interpellanti che sarà tenuto da parte del Ministero un attento monitoraggio e controllo dell'istituto in questione.