CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 1 ottobre 2015
514.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-06540 Ricciatti: Sostegno alla ripresa economica dell'area della fascia appenninica umbro-marchigiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A seguito della crisi produttiva e di mercato che ha coinvolto le aziende facenti parte del Gruppo Antonio Merloni e l'entrata dello stesso Gruppo in procedura di Amministrazione Straordinaria, la J.P. Industries ha acquisito in continuità aziendale il complesso produttivo umbro-marchigiano denominato Gaifana del Gruppo Antonio Merloni, con la prospettiva di ricollocare circa 700 persone.
  Come noto, a seguito della cessione dell'Azienda, è scaturito un contenzioso promosso da un pool di banche (UniCredit Management Bank, in proprio e quale mandataria di Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Banca delle Marche, Banca Popolare di Ancona, Banca CR Firenze, Banca dell'Adriatico e Monte dei Paschi di Siena) che nella qualità di creditrici ipotecarie impugnavano l'atto di vendita.
  I primi due gradi di giudizio (Tribunale e Corte di Appello di Ancona) hanno accolto le richieste degli Istituti di Credito dichiarando la nullità del contratto di vendita.
  Allo stato, avverso la sentenza di appello è pendente il giudizio avanti la Corte di Cassazione, la cui prossima udienza è prevista per il mese di ottobre 2015.
  La J.P. Industries ha tuttavia informato che, nelle more del giudizio di Cassazione, le banche ricorrenti non stanno concedendo il credito necessario a finanziare la normale attività di impresa ed a sostenere il progetto di rilancio dello stabilimento di Gaifana.
  Il progetto, che l'azienda sta mettendo a punto con il Mise, le Regioni Marche ed Umbria, si articola in un programma di R&S ed in un programma di investimenti produttivi per la riqualificazione dell'attuale produzione e l'ampliamento della gamma degli articoli.
  Nell'ambito della specifica gestione della complessa vicenda, le parti interessate, nel corso dell'incontro del 10 settembre scorso che si è tenuto presso il Mise, hanno stabilito di lavorare per giungere, da un lato, ad un accordo tra le banche e l'azienda e, dall'altro, a valutare le condizioni per il rafforzamento del programma industriale della J.P. Industries.
  Sul versante dell'intervento di rivitalizzazione economica del territorio, con la proroga dell'accordo di programma per la reindustrializzazione dell'area colpita dalla crisi della ex Antonio Merloni si darà modo alle imprese operanti nel territorio interessato di usufruire del nuovo sistema di agevolazioni ex lege 181 del 1989 modificato a seguito della riforma entrata in vigore con il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 giugno 2015 e con la circolare della Direzione generale per l'incentivazione delle imprese del 6 agosto 2015 n. 59282.
  La riforma ha infatti introdotto significative novità, sia in termini di tipologie di programmi ammissibili che di facilitazione delle condizioni di accesso alla agevolazione, che si auspica possano cogliere in modo efficace le opportunità di investimento che il territorio esprimerà nel suo percorso di uscita dalla crisi.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-06541 Polidori: Accorpamento delle Camere di commercio di Chieti e Pescara.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Relativamente all'accertamento dell'effettiva situazione economica e finanziaria della camera di commercio di Pescara, devo premettere quanto segue.
  Alcuni consiglieri della camera di commercio di Chieti, hanno rappresentato anche direttamente al MiSE tali ritenute criticità e chiesto di essere convocati in audizione al Ministero «per informare in merito al procedimento di accorpamento delle Camere di Commercio di Chieti e Pescara e sulla necessità di acquisire trasparenza nei bilanci della Camera di Commercio di Pescara, ed in modo particolare delle società di diretta emanazione, al fine di evitare gravi ripercussioni economiche sulla istituenda Camera di Commercio di Chieti e Pescara nonché sull'intero tessuto economico e sociale dei territori di riferimento...».
  In relazione a tale richiesta si è ritenuto che la partecipazione al procedimento amministrativo in esame è stata ampiamente garantita a tutti i consiglieri di entrambe le camere di commercio interessate nell'ambito del percorso che ha portato alla approvazione a maggioranza qualificata delle relative deliberazioni degli Enti camerali interessati. In tal modo anche i consiglieri di minoranza richiedenti hanno avuto occasione di produrre propri documenti sia al Ministero che alla Regione interessata.
  Peraltro, si ritiene che tali criticità, rappresentate prima nella richiesta di audizione ed ora nella interrogazione in esame, non abbiano un diretto rilievo sul procedimento di accorpamento e sulla legittimità ed opportunità della relativa decisione.
  Le perplessità sollevate, infatti, richiedono altre e diverse valutazioni in sede di vigilanza e devono, ove occorra, trovare legittima risoluzione nelle scelte attualmente ancora in capo alla camera di commercio di Pescara.
  Successivamente le stesse criticità rappresentate, potranno avere riflessi eventuali sulla valutazione dell'entità del patrimonio e dei rapporti attivi e passivi conferiti alla camera risultante dall'accorpamento, ma non sulla stessa decisione di accorpamento e potranno poi così costituire oggetto di nuove determinazioni da parte del nuovo ente derivante dall'accorpamento stesso.
  L'accorpamento fra camere, quali Enti pubblici, soprattutto dopo l'approvazione della delega legislativa che va in tal senso, è diventato, infatti, un processo comunque necessario e va valutato sulla base dell'interesse pubblico all'efficienza e sostenibilità finanziaria e non sulla base di eventuali contingenti problematiche o difficoltà di bilancio degli enti interessati.
  Infine, evidenzio che sulla base anche di tale valutazione procedurale, e soprattutto della confermata volontà di procedere a tale accorpamento espressa sia da parte del Presidente della Camera di commercio di Chieti sia, a suo tempo, da parte del Vicepresidente ed Assessore alle attività produttive della regione Abruzzo il Ministro dello sviluppo economico con decreto del 25 settembre scorso ha istituito la nuova camera di commercio di Chieti e Pescara a seguito dell'acquisizione dell'intesa in Conferenza Stato Regioni nella seduta del 24 settembre scorso.Pag. 91
  Naturalmente il procedimento di accorpamento avviato con il decreto sopra indicato non implica che le osservazioni e considerazioni rappresentate non potranno essere comunque oggetto di ulteriori valutazioni in sede di verifiche ed opportuni approfondimenti sui bilanci delle due predette camere di commercio da parte del MiSE e del Ministero dell'economia e delle finanze, competente ad effettuare verifiche ispettive in merito agli aspetti amministrativi contabili.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-06542 Benamati: Possibili conseguenze dello scandalo Volkswagen sull'industria automobilistica italiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla vicenda che vede coinvolta la grande industria automobilistica Volkswagen, si fa presente innanzitutto: che le informazioni disponibili a mezzo stampa non consentono di individuare con esattezza i modelli degli autoveicoli effettivamente interessati dalle difformità in grado di alterare i test per le emissioni e conseguentemente di occultare il mancato rispetto della normativa ambientale.
  Si precisa, altresì, che l'immissione sul mercato e l'immatricolazione dei veicoli avviene a seguito degli atti di omologazione rilasciati dal ministero delle infrastrutture e trasporti, che fornirà adeguate indicazioni al riguardo.
  Il Ministero dello sviluppo economico segue da sempre le problematiche legate al settore automotive e della componentistica e, quindi, anche in questa occasione sta mantenendo alta l'attenzione e frequenti i rapporti con le associazioni rappresentative del settore.
  I dati riportati anche dall'opinione pubblica e relativi alla dipendenza della filiera dei componentisti dall'estero ad oggi si riferiscono a 4 miliardi di acquisti da parte della Germania, di cui 1,5 miliardi di componenti italiani da parte di Volkswagen. 
  Solo nelle prossime settimane, a seguito della adozione da parte della Volkswagen delle scelte strategiche necessarie ad affrontare la complessa situazione, sarà possibile definire con maggior dettaglio gli impatti sull'industria componentistica e valutare gli interventi eventuali da mettere in campo.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-06543 Vallascas: Adozione dei decreti attuativi per l'efficientamento energetico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come è noto, il Fondo nazionale per l'efficienza energetica, istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, ai sensi dell'articolo 15 del D. Lgs. n. 102/2014, è finalizzato a favorire, sulla base di obiettivi e priorità periodicamente stabiliti, il finanziamento di interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica, promuovendo il coinvolgimento di istituti finanziari, nazionali e comunitari, nonché investitori privati sulla base di un'adeguata condivisione dei rischi.
  Il MiSE e il Ministero dell'Ambiente hanno predisposto uno schema di decreto, recante le priorità, i criteri, le condizioni e le modalità di funzionamento, di gestione e di intervento del predetto Fondo, nonché l'articolazione per sezioni del Fondo e le relative prime dotazioni dello stesso.
  Il citato schema di decreto è attualmente in fase di concertazione finale presso le altre Amministrazioni coinvolte nel procedimento di adozione del provvedimento (lo stesso Ministero dell'ambiente e il Ministero dell'economia).
  Il ritardo rispetto al termine dato dal decreto legislativo deriva dalla naturale complessità di funzionamento di un Fondo che, volutamente, è stato concepito per offrire al settore dell'efficienza energetica una molteplicità di strumenti finanziari di sostegno, adatti a integrare varie tipologie di progetti e di soggetti. Da qui, una maggiore necessità di articolazione delle regole di funzionamento, rispetto a quello che sarebbe stato sufficiente per intervenire, ad esempio, solo con un contributo in conto capitale.
  Il secondo aspetto che ha causato un rallentamento ha riguardato la necessità di identificare un soggetto gestore del fondo, in grado di portare rapidamente ad operatività lo strumento.
  Sulla base di questa positiva evoluzione, si ritiene che la conclusione del procedimento sia ormai prossima, confidando in una sua emanazione entro la fine dell'anno.