CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 settembre 2015
506.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-05945 Ciprini: Prospettive occupazionali dei lavoratori della società Nestlé dello stabilimento Perugina di Perugia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare degli Onorevoli Ciprini ed altri, inerente alla situazione produttiva ed occupazionale dell'impresa Nestlé Italiana spa, operante nel settore dolciario, con specifico riferimento allo stabilimento di San Sisto (Perugia), è opportuno ricordare che la Nestlé costituisce una delle più importanti multinazionali operanti nel settore alimentare. In Italia ha sede in Assago – Milano ed occupa nelle proprie unità produttive circa 3.500 dipendenti. Lo stabilimento di San Sisto costituisce, in particolare, un centro di eccellenza per la produzione di specialità dolciarie a base di cioccolato destinate sia al mercato nazionale e, soprattutto, all'esportazione.
  Come rilevato dagli stessi interroganti, il sito di San Sisto rappresenta una realtà economica di grande rilievo e allo stesso tempo un simbolo per Perugia e per l'intera Umbria. È una realtà che, tuttavia, sta da tempo attraversando una fase molto delicata e complessa fino ad ora gestita con il ricorso agli ammortizzatori sociali e, principalmente, allo strumento del contratto di solidarietà quale strumento di gestione non traumatica degli esuberi.
  Ricordo, infatti, che per il predetto sito la Nestlé Italiana spa ha rilevato una eccedenza di personale in conseguenza della riduzione dei consumi registratasi nel settore dolciario, nonché della necessità di concentrare sempre più le attività produttive e distributive in prossimità del momento del consumo, al fine di garantire al consumatore la massima qualità del prodotto.
  In siffatto contesto, il 25 agosto 2014, la Nestlé Italiana spa ha stipulato con le rappresentanze sindacali dei lavoratori un contratto di solidarietà di tipo difensivo a seguito della dichiarazione di esubero di personale pari a 210 unità lavorative.
  Il predetto contratto – della durata di 24 mesi a decorrere dal 1o settembre 2014 – ha stabilito una riduzione media dell'orario mensile di lavoro del CCNL di riferimento pari al 23,66 per cento nei confronti di 861 dipendenti del sito di Perugia. Sulla base di tale contratto, gli Uffici del Ministero che rappresento hanno autorizzato – con decreto direttoriale dello scorso 26 febbraio – la corresponsione – per il periodo dal 1o settembre 2014 al 31 agosto del 2015 – del trattamento di integrazione salariale in favore di un massimo di 861 dipendenti in forza presso lo stabilimento di Perugia, su un organico complessivo pari a 941 unità.
  Per quanto riguarda, invece, la concessione del trattamento di integrazione salariale per il periodo dal 1o settembre 2015 al 31 agosto 2016, gli Uffici del ministero che rappresento sono in attesa della relativa domanda da parte dell'impresa.
  Alla luce di quanto sinora detto, vorrei comunque rassicurare gli interroganti in ordine all'attenzione rivolta da questo Ministero alla vicenda in esame, tenuto anche conto degli istituti di tutela dei lavoratori finora attivati e di quelli che verranno attivati nel prosieguo.
  Per quanto concerne specificamente gli aspetti produttivi, il Ministero dello sviluppo economico – espressamente interpellato Pag. 199sulla vicenda – ha reso noto di aver già avviato un confronto con i vertici della Nestlé Italiana spa al fine di acquisire ogni elemento utile di conoscenza in ordine alla situazione produttiva dello stabilimento di Perugia. Tale confronto – di cui sono a conoscenza le istituzioni regionali e le organizzazioni sindacali – è prodromico all'apertura, ove richiesta, di un tavolo di confronto tra le Parti.

Pag. 200

ALLEGATO 2

5-06265 Gnecchi: Lavoratori in mobilità per effetto di accordi stipulati entro il 31 dicembre 2011 e che maturino i requisiti per l'accesso al pensionamento vigenti prima dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011 entro due o tre anni dalla fine della mobilità.

  TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Gnecchi ed altri con il quale chiede di conoscere il numero dei lavoratori collocati in mobilità a seguito di accordi stipulati in sede governativa e non entro il 31 dicembre 2011 preliminarmente rappresento che il Governo che – sin dal suo insediamento – ha dimostrato particolare sensibilità alle problematiche derivanti dalle recenti riforme previdenziali dando priorità, come è giusto, ai casi più rilevanti dal punto di vista sociale: basti pensare, a titolo esemplificativo, ai lavoratori che per effetto delle riforma pensionistica si sono trovati privi di reddito e di lavoro.
  Ricordo, infatti, che sono sei le salvaguardie già adottate a beneficio dei lavoratori che – a seguito dell'innalzamento dei requisiti pensionistici – si sono trovati privi di lavoro e di strumenti di sostegno al reddito. Preciso, che di tali interventi hanno beneficiato, a partire dal 2012, circa 120 mila persone. Il Governo sta valutando la possibilità, l'estensione e l'incidenza di un nuovo provvedimento di salvaguardia pertanto voglio ribadire che il Governo riconosce l'esistenza di situazioni di disagio e intende trovare soluzioni con la dovuta urgenza.
  Per quanto concerne lo specifico quesito posto nel presente atto parlamentare rappresento che sono circa 158 mila i lavoratori interessati da accordi governativi, sottoscritti tra il 2008 ed il 2011, che prevedono la mobilità non oppositiva finalizzata al raggiungimento dei requisiti pensionistici.
  Da ultimo rappresento che l'INPS, specificatamente interessato della questione, ha reso noto che sono in via di completamento le ulteriori analisi dei dati in possesso dell'istituto, peraltro particolarmente complesse e laboriose, al fine di fornire in maniera più dettagliata le informazioni richieste.