CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 settembre 2015
506.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-05717 Narduolo: Sull'emanazione, da parte del MIUR, del bando per il corso-concorso di dirigente scolastico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione in oggetto, gli onorevoli interroganti chiedono quale sia l'intenzione di questo Ministero in ordine all'emanazione del bando per il corso-concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici e quale sia lo stato attuale dell’iter previsto dalla norma.
  Come noto la recente legge n. 107 contiene molte disposizioni finalizzate al rafforzamento e all'ampliamento del ruolo e delle competenze del dirigente scolastico, considerato un attore-chiave della piena attuazione dell'autonomia e della riorganizzazione del sistema di istruzione. Ciò sta, indubbiamente, ad indicare l'attenzione del Governo e del Parlamento nei confronti della dirigenza scolastica.
  Considerate, quindi, le innovazioni di sistema introdotte dalla succitata legge, è certamente interesse di questo Ministero assicurare la copertura dei posti a dirigente scolastico, limitando al minimo il ricorso alle «reggenze».
  Proprio per garantire la dirigenza alle istituzioni scolastiche, la legge n. 107 prevede un intervento normativo volto a risolvere situazioni di contenzioso pendente che negli anni hanno accompagnato i concorsi per il reclutamento dei dirigenti al fine di ridurre le ripercussioni negative sul sistema scolastico (si vedano i commi da 87 a 91 della legge 107/2015).
  In particolare, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 499 del 20 luglio 2015 sono state, tempestivamente, pubblicate le linee guida per lo svolgimento delle procedure e gli Uffici scolastici regionali interessati hanno avviato l’iter per l'applicazione della legge. Le procedure, gestite dai singoli Uffici scolastici regionali, si sono in gran parte concluse con l'assunzione in servizio dei nuovi dirigenti scolastici.
  Le citate procedure prevedono una prima fase di partecipazione degli aspiranti dirigenti scolastici a corsi intensivi di formazione seguita da una specifica prova finale ed una seconda fase nella quale i soggetti che hanno ottenuto alla prova finale il prestabilito punteggio minimo sono assunti in servizio, fermo restando il regime autorizzatorio di cui all'articolo 39, comma 3-bis, della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 e successive modificazioni, nel limite dei posti vacanti e disponibili nella regione ovvero ai sensi del comma 92 della legge n. 107.
  Tale ultimo comma, occorre inoltre osservare, ha previsto una specifica procedura annuale, a decorrere dall'anno scolastico 2015/2016, finalizzata alla copertura dei posti di dirigente scolastico in quelle regioni nelle quali risultino posti vacanti e disponibili con l'assunzione di soggetti idonei inclusi nelle graduatorie del concorso bandito il 13 luglio 2011 di altre regioni, che non siano stati ancora immessi in ruolo per carenza di posti vacanti e disponibili nella rispettiva regione.
  Tale procedura, in particolare, stabilisce che per garantire la tempestiva copertura dei posti vacanti di dirigente scolastico, a conclusione delle operazioni di mobilità e previo parere dell'Ufficio scolastico regionale di destinazione, fermo restando l'accantonamento dei posti destinati ai soggetti ammessi alla summenzionata procedura tesa all'assorbimento del Pag. 151contenzioso pendente, i posti autorizzati per l'assunzione di dirigenti scolastici sono conferiti, nel limite massimo del 20 per cento, ai soggetti idonei inclusi nelle graduatorie regionali del concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici bandito il 13 luglio 2011.
  A tale ultima norma è stata data attuazione con il decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 635 del 27 agosto 2015.
  In merito alla tempistica relativa all'emanazione del nuovo bando, si comunica che l'Amministrazione ha avviato la procedura per l'attivazione del nuovo corso-concorso che dovrà essere curato dalla Scuola Nazionale dell'Amministrazione. Lo schema di regolamento è stato predisposto dal MIUR, che ha anche provveduto a richiedere i prescritti pareri.
  A tal proposito, si ricorda, altresì, che la legge n. 107, proprio per consentire lo svolgimento delle sopra citate nuove procedure concorsuali, ha previsto, al comma 203, un incremento pari a un 1 milione di euro, per l'anno 2015, del Fondo relativo alle spese di funzionamento della Scuola Nazionale dell'Amministrazione.
  Giova rammentare, inoltre, che il 6 agosto 2015 il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, ha deliberato 258 assunzioni di dirigenti scolastici e che il 27 agosto 2015 ha approvato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante l'autorizzazione al MIUR ad assumere a tempo indeterminato, per l'anno scolastico 2015/2016, ulteriori 336 dirigenti scolastici.
  Pertanto, una volta completata la piena attuazione delle disposizioni, previste dalla legge n. 107 e approvato lo schema di DPCM che disciplina la nuova procedura concorsuale, potrà essere emanato il nuovo bando per il reclutamento di dirigenti scolastici in linea con quanto previsto dalla recentissima normativa in materia.

Pag. 152

ALLEGATO 2

5-04668 Liuzzi: Sulla salvaguardia dei «Sassi» di Matera.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione parlamentare con cui l'onorevole Liuzzi chiede di sapere quali iniziative il Ministero intenda intraprendere in merito al percorso pedonale di collegamento, realizzato dal Comune di Matera tra i Sassi, e precisamente tra vico Commercio e vico Lombardi, che risulta dissonante rispetto al paesaggio circostante, noto per il suo pregio.
  Come è noto, Matera con i suoi quartieri antichi, i Sassi, è una delle città più antiche del mondo, caratterizzata da una struttura urbana che affonda le sue origini nella preistoria, e che è rimasta nella sostanza inalterata sino al giorno d'oggi. I Sassi di Matera sono stati nel 1993 dichiarati dall'UNESCO «patrimonio mondiale dell'umanità», e la Città è stata recentemente insignita del titolo di «Capitale Europea della Cultura 2019».
  Nel 1965 l'area oggetto dell'intervento in questione è stata interessata da un crollo che coinvolse sia abitazioni sia arterie urbane, quale quella di cui si tratta, del Sasso Barisano. Come correttamente ricordato dall'onorevole interrogante, il Comune di Matera opera nei Sassi quale concessionario in virtù della legge n. 771 del 1986, che concede all'amministrazione locale la facoltà di intervenire per effettuare lavori di riqualificazione dei Sassi, con specifici criteri volti al rispetto della bellezza artistica e del patrimonio storico della collettività.
  Al fine di ripristinare il percorso pedonale, nel luglio 2006 il Comune di Matera, Ufficio Sassi, predisponeva un progetto preliminare, che prevedeva la realizzazione di una passerella in metallo con struttura reticolare e ringhiera ad elementi a croce di S. Andrea. Poiché l'area oggetto dell'intervento è sottoposta a tutela, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, Parte III – Beni Paesaggistici (D.P.G.R. 9 marzo 1979), il progetto richiedeva il coinvolgimento della Soprintendenza e fu autorizzato nel 2007.
  Tale progetto preliminare è stato allegato al bando del concorso di idee, espletato nel 2007/2008, il quale indicava come obiettivi da perseguire:
   a) la ricostruzione del tratto di strada crollato;
   b) l'adeguamento dell'intero percorso alle esigenze dei cittadini diversamente abili, inserendo un impianto di ascensore;
   c) la riqualificazione delle aree interessate dal crollo;
   d) la ristrutturazione dell'area sottostante.

  Il progetto risultato vincitore, elaborato dall'ingegner Antonello Pagliuca, proponeva una passerella in cemento minato, a sbalzo, ancorata a un setto murario in tufo di altezza media di m. 8,00 e spessore di m. 1,20. La mensola in cemento armato era poi rivestita, all'intradosso, da lamiera carenata in alluminio e presentava un parapetto scalettato in acciaio zincato. La pavimentazione era prevista in chiancarelle. Il setto murario divideva lo spazio sottostante in due micro aree, tra di loro collegate da due aperture ad arco, ed aveva la funzione, oltre a quella di sostegno, di mascherare la passerella esclusivamente verso i Sassi. Infatti il nuovo Pag. 153percorso aereo sarebbe stato perfettamente visibile, nella sua modernità, scendendo dal lato opposto, da via delle Beccherie.
  Per la realizzazione dell'opera è stato avviato un complesso iter procedimentale autorizzativo nel corso del quale sono state convocate più conferenze di servizi.
  Nel corso della 1a conferenza di servizi, tenutasi in data 25 settembre 2009, veniva approvato il progetto definitivo relativo al concorso di idee.
  Nel corso della 2a conferenza di servizi, in data 8 febbraio 2012, veniva presentato un progetto di variante che prevedeva una nuova soluzione del collegamento realizzato con la messa in opera della sola passerella, modificata nella forma, non più sostenuta e mascherata dalla muratura in tufo che, a detta del progettista e del responsabile del procedimento, non poteva essere eseguita in quanto, dai saggi e sondaggi effettuati in corso d'opera, non c'erano le condizioni per fondare la struttura. Ciò perché il piano di posa risultava costituito, per circa due metri, da materiale di riempimento sistemato dopo il crollo del 1965 e al di sotto erano presenti altre cavità. Preso atto della situazione, in sede di discussione, si è evidenziata la necessità di ammorbidire l'effetto lineare della passerella inserendo al di sotto un arcone a tutto sesto, realizzato in lamierino, per tutta la sua estensione in modo da ricreare e inserire un elemento tipico e ricorrente dei Sassi. Nemmeno questa soluzione però era percorribile, perché in corrispondenza dell'appoggio sinistro dell'arcone era presente una finestra di un privato cittadino che sarebbe stata occultata. Si è suggerito quindi di valutare e verificare la possibilità di realizzare un arco a sesto ribassato o, vista la minima altezza disponibile al di sopra della succitata finestra, un arco pseudorampante.
  Nel corso della 3a conferenza di servizi, tenutasi in due sedute, del 26 luglio 2012, sospesa e aggiornata il giorno 30 luglio 2012, veniva presentato il progetto con la soluzione della passerella lineare. Per migliorarne l'inserimento nel contesto circostante, veniva richiesta la predisposizione, «con opportune simulazioni di rendering o fotosimulazioni, di soluzioni alternative per i parapetti metallici e l'intradosso della passerella». Il giorno 30 si concludeva la conferenza con l'approvazione della soluzione ad arco ribassato realizzato con lamierino con la prescrizione di tinteggiarlo «con colore tenue ed opaco da definire in corso d'opera previa apposita campionatura».
  Nel corso della 4a conferenza di servizi (5 novembre 2012) si ritorna alla passerella lineare, in quanto la soluzione proposta ad arco ribassato non era risultata fattibile. Si dettano ulteriori prescrizioni.
  Ad oggi, l'opera non è stata ultimata nelle finiture (pitturazione, pavimentazione, illuminazione eccetera) per mancanza di fondi. Si dovrebbe procedere, quindi, alla progettazione di un ulteriore intervento di completamento che recepisca anche le prescrizioni dell'ultima conferenza dei servizi del 5 novembre 2012.
  Nel frattempo, si apre la «querelle», condivisa anche da questo Ministero, sulla dissonanza dell'opera con il contesto paesaggistico in cui è inserita, del quale non asseconda la vocazione storica e naturale. Per evitare che una parte del Sasso Barisano continuasse a rimanere, come già da decenni, senza collegamento con il centro urbano soprastante, nonché il proliferare del vandalismo locale, il Comune decide di aprire «provvisoriamente» alla città il ponte, pur consapevole della necessità di provvedere urgentemente a «ritocchi» in quanto la struttura «non si inserisce adeguatamente nel contesto ambientale e architettonico». In merito allo stato del cantiere comunale, i lavori inerenti alla realizzazione della passerella, così come è allo stato attuale, sono ultimati; esiste una pavimentazione della stessa, anche se incongrua, tanto che è stato prescritto che dovrà essere sostituita; non ci sono problemi di disciplinamento delle acque piovane. Si precisa che l'onere di garantire la sicurezza e l'incolumità ricade, a norma di legge, sulla stazione appaltante, ossia il Comune di Matera. Al Pag. 154riguardo, il Ministero dell'Interno ha comunicato di non disporre di elementi inerenti all'argomento.
  Nel contempo la Soprintendenza procede a verificare direttamente la fattibilità del mascheramento della struttura metallica e, all'esito, inoltra un elaborato al Comune (con nota del 16 gennaio 2013, prot. n. 516).
  In data 17 luglio 2013 il Comune indice una conferenza stampa sull'argomento, presentando un intervento di mitigazione con la messa in opera di rampicanti per mascherare la struttura metallica, opportunamente tinteggiata, e la sistemazione della piazzetta sottostante per manifestazioni all'aperto. Contestualmente annuncia il coinvolgimento di esperti nazionali e internazionali per riprogettare l'intervento, che avranno l'ultima parola sul destino della struttura e sulla sua eventuale distruzione, per far spazio alla realizzazione di un nuovo progetto.
  In data 31 luglio 2014 il Comune trasmette alla Soprintendenza, per il parere di competenza, il progetto di completamento dei lavori. La Soprintendenza (con nota n. 9538 del 26 settembre 2014) esprime parere favorevole alla realizzazione dell'intervento, dettando al contempo delle prescrizioni al fine della mitigazione dell'opera nel contesto.
  Si ribadisce, infine, che la struttura metallica della passerella venga mascherata così come già indicato dalla Soprintendenza in precedenza.
  Al momento la Soprintendenza non ha ricevuto comunicazioni formali dal Comune circa l'avvio dei lavori. Il Ministero comunque continuerà a vigilare, come fatto finora, sulle opere programmate dal Comune in merito al ponte in argomento, sia per quanto riguarda i previsti interventi di mascheramento dell'opera, nel rispetto delle prescrizioni sopra descritte, sia in merito alla valutazione di un nuovo progetto, qualora risulti ineludibile la demolizione del manufatto esistente per assoluta incompatibilità con la storicità e con l'unicità del paesaggio circostante.

Pag. 155

ALLEGATO 3

5-05870 Pili: Sui pericoli per la conservazione del sito archeologico di Putzu Bie Pauli. (Selargius, CA).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione parlamentare dell'onorevole Pili in merito a lavori di sbancamento, propedeutici a rilevanti lavori edili, localizzati in Comune di Selargius (Cagliari), via Atene, in area a rischio archeologico.
  Tali lavori sono finalizzati alla costruzione di un edificio per la cura dei disabili a cura dell'ANFASS, Associazione Nazionale Famiglie disabili intellettivi e relazionali.
  Con delibera n. 60 del 16 dicembre 2014, il Consiglio comunale, a seguito di procedura di evidenza pubblica, ha concesso all'ANFASS il diritto di superficie dell'area per l'edificazione di un centro per la riabilitazione dei disabili. Tale area, pur in assenza di precisi vincoli culturali o paesaggistici, risulta, sulla base degli strumenti urbanistici, a rischio archeologico (ambito 43 insediamento preistorico via Atene), per la possibilità di rinvenire nel corso di lavori di scavo reperti antichi; eventuali lavori sono perciò condotti sotto la sorveglianza e le direttive della Soprintendenza archeologica della Sardegna.
  In data 3 marzo 2015, sulla base degli accordi con la Soprintendenza, sono iniziate le attività di verifica dell'interesse archeologico, condotte da una ditta specializzata, con oneri a carico dell'ANFASS (120.000 euro). La verifica dell'interesse archeologico è stata disposta per l'intera estensione del terreno interessato, comprese le eventuali zone di servizio, da eseguirsi sotto il diretto controllo di un archeologo, con mezzo meccanico leggero a lama piatta, fino alla messa in luce di eventuali livelli archeologici da indagarsi manualmente con metodo stratigrafico.
  A seguito di accurate verifiche sull'intero lotto è stato rilasciato dalla Soprintendenza archeologica il nullaosta (nota prot. 3556 del 28 maggio 2015) all'esecuzione dei lavori per la costruzione del centro riabilitativo integrato per disabili intellettivi, con la seguente motivazione: «l'area, pur rilevante dal punto di vista delle informazioni scientifiche fornite, rientra nella tipologia prevista dal comma 2, lettera b) dell'articolo 96 del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici): contesti che non evidenziano reperti leggibili come complesso unitario, con scarso livello di conservazione».
  Le attività di verifica sono proseguite nella restante parte del lotto e in data 11 giugno 2015 sono cominciati i lavori di costruzione dell'edificio.
  Ad oggi lo stato delle indagini effettuate secondo le modalità sopra richiamate può riassumersi come segue.
  Nella porzione dell'area in oggetto destinata, come da progetto, alla costruzione dell'edificio ANFASS, le sole evidenze archeologiche riscontrate sono costituite da:
   due fosse ricavate nel bancone roccioso contenenti materiali di epoca basso medievale (ceramiche e ossa);
   quattro contenitori in ceramica deposti sopra il banco roccioso, due a circa 50 cm. di distanza l'uno dall'altro, un terzo a circa 2 m. dai primi, un quarto a circa 17 m. dal primo gruppo.

Pag. 156

  Effettuata la documentazione grafica e fotografica, i contesti archeologici rinvenuti sono stati scavati con metodo stratigrafico e i reperti rimossi sono conservati nei depositi della Soprintendenza per le fasi di pulizia, restauro e studio. In questo settore non sono state rinvenute strutture murarie e, dopo lo scavo stratigrafico delle fosse e dei contenitori ceramici sopradescritti, non è stata rilevata la presenza né di reperti né di strati archeologici fino al sottostante banco roccioso.
  Nell'area adiacente, non interessata dal progetto di edificazione, sono state individuate:
   alcune chiazze (lunghe da 1 a 2 m.) con frammenti ceramici e gusci di ostriche, o accumuli di valve di mitili, che poggiavano direttamente sul piano di roccia;
   alcune strutture ascrivibili all'ultima frequentazione, forse abitativa, precedente all'abbandono e all'utilizzo agricolo dell'area, fortemente intaccate da tale uso e pertanto in precarie condizioni di conservazione. Le residue strutture erano costruite sopra livelli stratigrafici che hanno restituito materiali di età nuragica. Tali rinvenimenti, pur rilevanti dal punto di vista delle informazioni storiche sulla frequentazione dell'area, appaiono in precarie condizioni di conservazione e non leggibili come complesso strutturale unitario, rientrando pertanto nella fattispecie di cui all'articolo 96, comma 2, lettera b) del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici) «contesti che non evidenziano reperti leggibili come complesso unitario, con scarso livello di conservazione».

  Riassuntivamente, alla luce di quanto emerso dallo scavo archeologico dell'area in progetto, la Soprintendenza ha espresso il proprio nullaosta alla realizzazione del fabbricato, con prescrizioni che prevedono il completamento dello scavo archeologico in estensione su tutta l'area; il prosieguo dello scavo non ha evidenziato alcun elemento che possa portare a modificare l'autorizzazione rilasciata.
  Nel corso dello scavo si è purtroppo verificata la divulgazione di riprese fotografiche effettuate dall'esterno, non autorizzate dalla Soprintendenza e all'insaputa dei responsabili del cantiere di scavo, con informazioni imprecise sull'entità dei rinvenimenti, esponendo l'area al rischio di manomissioni e scavi clandestini. Un rischio che la Soprintendenza aveva inteso evitare, a tutela di quanto rinvenuto, non dandone notizia alla stampa e disponendo il divieto di accesso a estranei all'area dello scavo.
  La Soprintendenza, che ha accuratamente diretto lo scavo, assicura peraltro che, a seguito della conclusione dello stesso, che comprende anche la fase di elaborazione della documentazione scientifica «post scavo», per consentire l'adeguato raggiungimento del livello di conoscenza del sito, si farà carico di promuovere le forme più opportune di valorizzazione del sito e di diffusione dell'esito delle indagini, eventualmente in accordo con l'amministrazione comunale.

Pag. 157

ALLEGATO 4

Legge annuale per il mercato e la concorrenza. Nuovo testo C. 3012 Governo.

PARERE APPROVATO

  La VII Commissione cultura, scienza e istruzione,
   esaminato, per le parti di competenza, il nuovo testo elaborato in sede referente dalle Commissioni riunite VI e X del disegno di legge «Legge annuale per il mercato e la concorrenza» (C. 3012 e abbinate);
   ritenuto opportuno che l'ammontare del cosiddetto «equo compenso» per la riproduzione privata ad uso personale di fonogrammi e videogrammi sia indicato con separata evidenza nel prezzo corrisposto dai consumatori di apparecchi di registrazione e di supporti vergini,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   valutino le Commissioni di merito l'opportunità di modificare l'articolo 16-ter con un emendamento aggiuntivo del seguente tenore: all'articolo 71-septies della legge n. 633 del 1941, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente «3-bis. Dell'ammontare del compenso di cui al comma 1 è data separata evidenza nell'indicazione del prezzo corrisposto dai consumatori di apparecchi di registrazione e di supporti vergini».