CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 settembre 2015
501.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione 5-06313 Zaccagnini: sulle modalità di attuazione della Rete del lavoro agricolo di qualità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'impegno del Governo nel contrasto ad una piaga antica e inaccettabile come il caporalato e l'illecito sfruttamento di lavoratori agricoli è massimo, e non solo dopo i tragici eventi di questa estate. Una battaglia che va combattuta con strumenti ancora più efficaci e che richiede la partecipazione attiva di tutte le forze politiche e sociali, per rompere il muro di gomma che avvolge il fenomeno.
  Non è un caso che il Governo abbia portato in legge già nel 2014 uno strumento operativo come la Rete del lavoro agricolo di qualità, voluta insieme ai sindacati e alle organizzazioni agricole proprio contro il lavoro nero. Un'iniziativa che è finalmente diventata operativa dal 1 settembre e che per la prima volta consentirà di certificare le aziende in regola e che potrà essere ancora ulteriormente rafforzata attraverso una rapida approvazione delle norme all'esame del Parlamento, completando il necessario radicamento con il territorio e attribuendo alla rete compiti più ampi. Vorrei chiarire inoltre, il principio fissato dal legislatore, che risponde ad una finalità di semplificazione a favore delle aziende sane, non esclude che siano effettuati controlli su segnalazione proveniente «dal lavoratore, dalle organizzazioni sindacali, dall'Autorità giudiziaria o da autorità amministrative». Inoltre, l'iscrizione delle aziende non è automatica ma in proposito è chiamata a deliberare la cabina di regia, presieduta dall'Inps e all'interno della quale sono rappresentati tutti i soggetti partecipanti a partire dalle organizzazioni sindacali.
  Il comma 7 della legge, poi, salvaguarda in ogni caso la possibilità per le amministrazioni competenti di «effettuare controlli sulla veridicità delle dichiarazioni in base alla disciplina vigente». Fin dalle prime riunioni della Cabina di regia il tema delle modalità per l'acquisizione e la verifica delle informazioni sui requisiti necessari per l'iscrizione delle imprese alla rete è stato affrontato al fine di garantire la massima efficacia al contrasto al fenomeno del caporalato e del lavoro irregolare.
  Inoltre con il lavoro del Parlamento, in particolare sul Collegato agricoltura, potremo compiere ulteriori passi in avanti anche su questo fronte.
  Ricordo inoltre che lo scorso 27 agosto si è svolto presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il primo vertice nazionale per il rafforzamento della lotta al caporalato, con la partecipazione dei Ministri Martina e Poletti e delle parti sociali.
  Lo scorso 4 settembre i Ministri Martina e Orlando hanno presentato le nuove norme penali che hanno l'obiettivo di colpire la ricchezza illecitamente accumulata da parte di chi sfrutta i lavoratori.
  In particolare, si rende obbligatoria la confisca del prodotto o del profitto del reato, oltre che delle cose utilizzate per la sua realizzazione. Inoltre, il Governo propone l'introduzione del delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro all'elenco dei reati per i quali può operare la confisca cosiddetta estesa o allargata. Si propone quindi l'introduzione di una responsabilità in solido tra gli esecutori del reato le aziende che ne Pag. 108traggono profitto, nonché disposizioni specifiche per l'indennizzo delle vittime.
  Quanto alle disposizioni relative ai controlli, cui fa riferimento l'onorevole interrogante, segnalo che già all'inizio dello scorso mese di agosto, i Ministri Martina e Poletti hanno stabilito un rafforzamento dei controlli sul territorio a carico delle imprese che sta già portando importanti risultati.

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ALLEGATO 2

Interrogazione 5-06312 Fedriga: sulla riscossione del prelievo supplementare relativo alle quote latte.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ritengo doveroso ricordare che questo Governo e seriamente e concretamente impegnato nella tutela di un settore strategico come quello lattiero cascano, in particolare in un momento di difficoltà di mercato come quello che le aziende stanno vivendo dopo la fine del regime delle quote latte. Come ben ricordato dagli interroganti, proprio grazie all'intervento del nostro decreto-legge 51 del 2015, 1.266 allevatori in più hanno avuto accesso alle compensazioni rispetto ai vecchi criteri introdotti dal decreto-legge n. 5 del 2009.
  L'equilibrio raggiunto in sede di dibattito parlamentare tiene conto, da un lato, dell'esigenza degli allevatori di potere compensare la propria quota ove eccedente rispetto agli importi dovuti all'Unione europea e, dall'altro, di non penalizzare gli allevatori che hanno invece rispettato le regole di produzione. Il meccanismo di compensazione, infatti, ha consentito a 10.126 aziende su 10.879 che hanno superato la propria quota di produzione di avere diritto alle restituzioni come previsto dalla normativa. Ricordo che sono state oltre 19.649 le aziende senza esuberi produttivi.
  Tengo a precisare inoltre che, proprio come previsto dalla legge «Zaia», le somme che dovessero residuare dopo il versamento alla Commissione europea saranno comunque destinate al settore e agli allevatori in regola, attraverso il fondo per gli interventi nel settore lattiero-caseario istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali di cui al comma 4-quater dell'articolo 9 del decreto-legge n. 49 del 2003.
  Con riferimento alla procedura riportata nella «Relazione illustrativa sull'esito dei calcoli di fine periodo» predisposta dall'Agea per la Campagna 2014/2015, si precisa poi che essa è stata effettuata sulla base della vigente normativa comunitaria e nazionale in merito all'applicazione del regime delle quote latte e non si ravvisa pertanto la necessità di porre in essere azioni volte a ritardare il versamento del prelievo dovuto all'Unione europea, esponendo l'Italia al rischio di nuovi contenziosi.
  Quanto al termine del 30 settembre 2015 per il versamento della prima rata, ricordo che è previsto direttamente dalla normativa europea, in particolare dall'articolo 15, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 595/2004 del 30 marzo 2004, come modificato dal regolamento (UE) n. 517/2015 del 26 marzo 2015.

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ALLEGATO 3

Interrogazione 5-06315 Russo: sulle avversità atmosferiche verificatesi nelle province di Avellino e Napoli il 5 settembre 2015.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riguardo all'interrogazione concernente l'anomala ondata di maltempo che negli ultimi giorni ha colpito la regione Campania, in particolare le province di Avellino e Napoli, provocando danni alla raccolta di nocciole e castagne, premetto che detta Regione, competente per territorio, ha 60 giorni di tempo per formalizzare la proposta risarcitoria, elevabili a 90 in caso di difficoltà nelle operazioni di rilevazione.
  Ad oggi, stante il brevissimo lasso di tempo trascorso dall'evento, non è pervenuta alcuna formale richiesta d'intervento per gli eventi richiamati.
  Assicuro tuttavia che qualora la proposta dovesse pervenire nei termini e con le modalità prescritte dall'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 e successive modifiche e integrazioni, il Ministero provvederà con tutta la tempestività che impone la situazione all'istruttoria di competenza per remissione del decreto di declaratoria, con il quale potranno essere attivate le misure compensative a favore delle imprese agricole.
  Al riguardo, ricordo che gli interventi previsti dal citato decreto legislativo, per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali, possono essere attivati a condizione che il danno sulla produzione lorda vendibile risulti superiore al 30 per cento ed esclusivamente per le avversità e le colture danneggiate non comprese nel Piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi le cui polizze sono agevolate da un contributo statale fino al 65 per cento per gli eventi atmosferici accaduti nel 2015.
  Vorrei tuttavia segnalare che gli strumenti ex ante, come quello assicurativo, si sono dimostrati nel corso del tempo nettamente più efficaci rispetto agli interventi compensativi assicurando, infatti, oltre 7 miliardi di euro di produzione lorda vendibile agricola.

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ALLEGATO 4

Interrogazione 5-06316 Oliverio: sulle misure di tutela del settore lattiero-caseario.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La tutela del reddito degli agricoltori costituisce una delle priorità del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, soprattutto in una fase in cui i prezzi di mercato non remunerano i costi medi di produzione come ribadito dal Ministro Martina anche in occasione del Consiglio straordinario dei Ministri dell'Unione europea di questa settimana. Per questo siamo intervenuti con appositi provvedimenti, a partire dal fondo istituito con la legge di stabilità 2015 e dalle disposizioni di cui al decreto-legge n. 51 del 2015, che costituiscono un vero e proprio piano per il latte.
  In favore del settore lattiero abbiamo attivato strumenti concreti che consentiranno agli allevatori di poter procedere alla ristrutturazione delle posizioni debitorie e di ottenere più liquidità finanziarie per le spese correnti per un volume complessivo di circa 120 milioni di euro, a cui si aggiungeranno le risorse decise in sede europea.
  In vista del Consiglio di lunedì scorso, abbiamo intrapreso un'azione congiunta con la Francia, la Spagna e il Portogallo con l'individuazione di sei strumenti operativi per una strategia europea sul settore, a partire da un lavoro rafforzato sull'origine del latte e dei derivati, condiviso con gli altri partner.
  La maggior parte degli interventi che l'Italia ha proposto sono stati inclusi nel pacchetto generale presentato dalla Commissione. In particolare, mi riferisco al rafforzamento delle azioni di promozione, agli stoccaggi privati per i formaggi, ad un rafforzamento della posizione degli allevatori all'interno della catena alimentare.
  La misura più cospicua a sostegno del reddito riguarderà l'attribuzione di dotazioni finanziarie ai vari Stati membri, sulla base di criteri che dovranno essere definiti nell'ambito dei prossimi Comitati speciali agricoltura, e che potranno essere destinate ad un sostegno diretto del reddito degli allevatori. La Commissione ha riferito che intende destinare a questa tipologia di sostegno la maggior parte del pacchetto di 500 milioni di euro stanziato a favore delle misure di crisi.
  Nel corso del Consiglio dello scorso 7 settembre, abbiamo ribadito con forza che la tutela del reddito dei produttori deve essere una priorità europea, e faccio presente che stiamo perfezionando la proposta attuativa da approvare nel Consiglio europeo di martedì prossimo in Lussemburgo.
  Aggiungo poi che il Ministero sta rafforzando il sistema dei controlli attraverso il suo Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agro alimentari e sta aumentando le forme di vigilanza sugli Enti di certificazione del prodotto.
  Per arginare e contenere il fenomeno di flessione di consumo nazionale, stiamo portando avanti un'azione di sensibilizzazione all'interno della filiera di riferimento per la creazione di un gruppo di operatori che si impegni alla realizzazione di una campagna informativa utilizzando un marchio collettivo che richiami l'italianità del prodotto.
  Infine, faccio presente che stiamo perfezionando la proposta attuativa da approvare nel Consiglio europeo di martedì prossimo in Lussemburgo.

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ALLEGATO 5

Interrogazione 5-06314 Gallinella: sull'attività dei consorzi di bonifica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, per quanto riguarda la propria competenza, limitata al finanziamento di opere irrigue di rilevanza nazionale, opera due tipi di monitoraggio.
  Il primo riguarda lo stato di avanzamento delle opere del Piano irriguo nazionale approvato dalla delibera CIPE 27 maggio 2005, le cui opere sono complessivamente oltre l'ottanta per cento di realizzazione. Evidenzio peraltro che i risultati sono pubblicati sul sito del Ministero delle politiche agricole, insieme alle informazioni relative alle finalità dell'opera finanziata, alle eventuali proroghe dei tempi di realizzazione e all'utilizzazione dei ribassi d'asta conseguiti.
  Il secondo ha ad oggetto il Piano irriguo nazionale, approvato dalle delibere CIPE n. 69 e 92 del 2010, le cui opere sono state tutte appaltate, e presenta un'importante novità. Essa consiste nella previsione di un articolo che vincola l'erogazione del contributo ministeriale alla presentazione di una relazione concernente la gestione delle fasi esecutive dell'opera ammessa a finanziamento, e la compilazione di una scheda tecnica sulle fonti di approvvigionamento, nodi e tronchi della rete irrigua. I pertinenti dati sono riversati sul SIGRIAN (Sistema Informativo Nazionale per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura), database georeferenziato finalizzato alla raccolta ed elaborazione delle informazioni relative all'uso irriguo dell'acqua.
  In seguito alla recente approvazione delle «Linee guida per la regolamentazione da parte delle Regioni delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo», il SIGRIAN rappresenterà la banca dati unica di riferimento per il settore irriguo a servizio di tutte le Amministrazioni e gli Enti competenti.
  Preciso inoltre che l'efficienza dei Consorzi rappresenta uno dei criteri che saranno presi in considerazione al momento della destinazione delle economie complessivamente conseguite sui citati programmi approvati dal CIPE nel 2010, come indicato dalle stesse delibere.
  Infine, per quanto riguarda le misure più rilevanti del Piano irriguo, faccio presente che gli interventi interesseranno le opere di l'irrigazione collettiva, che rispondano ai requisiti prescritti dall'articolo 46 del Regolamento sullo Sviluppo Rurale n. 1305 del 2013.

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ALLEGATO 6

Interrogazione 5-06317 Schullian: sulla prosecuzione delle misure a sostegno dell'agricoltura.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'attenzione del Governo sul comparto primario è dimostrata dagli interventi che abbiamo condotto in questi diciotto mesi, tra i quali due decreti d'urgenza specificamente dedicati al settore, come non accadeva da anni.
  Oltre alle misure richiamate dall'onorevole interrogante e contenute nel decreto-legge n. 51 del 2015, infatti, il primo intervento normativo d'urgenza focalizzato esclusivamente sul settore agricolo, desidero richiamare anche gli interventi che abbiamo introdotto l'anno scorso con il decreto-legge n. 91 del 2014, con azioni per ricambio generazionale e sostegno all'ingresso dei giovani in agricoltura, i crediti di imposta per e-commerce e contratti di rete, norme per il lavoro, l'introduzione del registro unico dei controlli e altre importanti disposizioni di semplificazione. La legge di stabilità 2015 ha consentito di estendere gli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato al settore agricolo, ha introdotto un fondo per il rilancio del settore lattiero caseario e rifinanziato strumenti importanti come contratti di filiera e mutui a tasso zero per i giovani.
  Accanto a queste misure il Governo ha intrapreso politiche importanti per la tutela del made in Italy, con lo stanziamento di risorse per la tutela delle nostre produzioni all'estero.
  A questa intensa attività normativa, di cui quelli accennati costituiscono solo pochi e principali esempi, e per la quale ringrazio il Parlamento, si aggiunge una notevolissima attività di semplificazione a sostegno delle nostre imprese attraverso il recepimento delle norme europee sulla nuova PAC con l'introduzione della dichiarazione precompilata.
  Quanto alle misure che saranno contenute nella prossima legge di stabilità, è allo studio del Governo un alleggerimento complessivo del carico fiscale per gli agricoltori, a partire dall'IMU sui terreni agricoli, e andranno valutate nel loro impatto complessivo che darà, ancora una volta, il senso della profonda attenzione del Governo per il comparto.