CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 giugno 2015
466.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni in materia di consegna ai lavoratori dei prospetti di paga. C. 2453 Albanella.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione Attività produttive,
   esaminata la proposta di legge recante « Modifiche agli articoli 1 e 3 della legge 5 gennaio 1953, n. 4, in materia di consegna dei prospetti di paga ai lavoratori» (C. 2453 Albanella);
   rilevato che con tale proposta si interviene sul quadro normativo di cui alla legge 5 gennaio 1953, n. 4, allo scopo di rafforzare «le dovute garanzie per i lavoratori – come si legge nella relazione di accompagnamento – nei confronti di comportamenti elusivi che, di fatto, vanificando le finalità stesse della citata norma, non ottemperano al dovere di rilasciare il documento che provi il credito del lavoratore»;
   rammentato che, in sede referente, l'XI Commissione Lavoro ha approvato, nella seduta del 25 marzo 2015, l'emendamento 1.1 – riformulato in modo identico all'1.3 – e l'emendamento 1.3 a firma della Relatrice, che hanno modificato l'articolo unico della proposta di legge;
   constatato che il testo approvato dalla XI Commissione prevede che sia fatto obbligo al datore di lavoro di consegnare al lavoratore dipendente il prospetto di paga «nel momento stesso in cui gli viene consegnata la retribuzione e, comunque, entro il termine di corresponsione della retribuzione stabilito dal contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro o, in mancanza, entro il quindicesimo giorno del mese successivo a quello in cui è maturata la retribuzione»;
   considerati altresì i pareri favorevoli resi dalla I Commissione (con richiamo alla riconducibilità della materia in argomento alla potestà esclusiva statale «ordinamento civile») e dalla II Commissione (con richiami, in sede di esame, all'utilità della proposta modifica normativa ai fini della chiarificazione di dubbi interpretativi e del superamento di prassi discordi tra uffici giudiziari),
  delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-04190 Mucci: Commercio online e connessa tutela di consumatori e venditori.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, si fa presente che in merito alle vicende riportate nell'atto in esame, non risultano pervenute al Ministero segnalazioni specifiche.
  Per quanto riguarda la richiesta di intervento da parte del MiSE, attraverso misure di monitoraggio, è opportuno far presente che i rapporti tra l'operatore della piattaforma cui i venditori si rivolgono e questi ultimi rientrano nella generale autonomia contrattuale delle parti, che è disciplinata dal Codice Civile.
   Va altresì segnalato che attualmente né a livello nazionale né a livello comunitario esiste una disciplina speciale volta a regolare tali rapporti.
  Pertanto, il venditore in caso di violazione dei propri diritti, ha la possibilità di adire la giurisdizione e avvalersi della tutela accordata dal Codice Civile, anche in riferimento a presunte violazione dell'articolo 1341. Peraltro, la stessa sentenza richiamata nel testo dell'atto in esame attesta dell'effettiva possibilità di adire efficacemente le vie legali.
  In via incidentale, per quanto riguarda le aste in generale, si fa presente che esse sono regolate da un insieme di norme del Codice di Procedura Civile e del Codice Civile.
  Per quanto riguarda le aste online, premesso che non tutti i siti di dot-com prevedono la modalità di vendita tramite asta e che, anche nei casi in cui sia prevista, rimane una modalità fra le altre, si segnala che ai sensi dell'articolo 18, comma 5 del Decreto legislativo n. 114 del 1998. «Le operazioni di vendita all'asta realizzate per mezzo della televisione o di altri sistemi di comunicazione sono vietate».
  Stante quanto sopra, la circolare del MISE del 17 giugno 2002 chiarisce e dà alcune indicazioni sui limiti di suddetto divieto, specificando che lo stesso si applica unicamente agli operatori dettaglianti che svolgono l'attività di acquisto per la rivendita ai consumatori finali. Non si applica, quindi, ai grossisti, né, a determinate condizioni, a una serie di soggetti che possono vendere ai consumatori pur non essendo dei dettaglianti, tra i quali i produttori agricoli e gli artigiani iscritti all'albo.
  Ciò detto, il caso delle aste online a cui si fa riferimento nell'atto in esame è quello in cui il banditore d'asta svolge unicamente il compito di mettere a disposizione il sito e la sua struttura per la vendita all'asta senza essere direttamente coinvolto nella procedura di aggiudicazione.
  Si rileva comunque che i presunti risvolti negativi ricadenti sui soggetti che si avvalgono per la loro attività di dette strutture prescindono dalla modalità dell'offerta al consumatore del prodotto, ovvero tramite asta oppure a prezzo fisso, incidendo invece sui rapporti contrattuali cui si è fatto cenno in precedenza.
  Si ritiene, pertanto, necessario che la regolamentazione specifica delle aste online come anche dei rapporti tra piattaforma e venditori che ad essa si rivolgono sia definita a livello comunitario in un quadro normativo specifico che sia in grado di disciplinare in modo uniforme gli emergenti fenomeni economici descritti, non risultando eventuali norme nazionali risolutive o adeguate a regolare un settore che, operante tramite la rete internet, Pag. 130difficilmente può essere confinato in regole nazionali.
  Si evidenzia, infine, che in tal senso con l'avvento del mercato unico digitale, al quale stanno lavorando la Commissione Europea e gli Stati Membri, verrà definito il ruolo delle piattaforme digitali, le regole, le responsabilità e limiti di attività. Peraltro, proprio la realizzazione del citato mercato unico digitale rappresenta una delle priorità dell'attuale presidenza della Commissione.
  Nel frattempo, i venditori che operano sulle piattaforme possono direttamente presentare un esposto alla Commissione Europea per verificare se sussistano gli estremi di abuso di posizione dominante ai sensi dell'articolo 102 del TFUE.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-05416 Segoni: Valutazione dell'attività di Invitalia, con particolare riguardo alla gestione dei finanziamenti alle imprese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si risponde per la parte di competenza all'atto in questione rappresentando quanto segue.
  L'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa» S.p.A. (INVITALIA) (da ora AGENZIA), è una società per azioni partecipata al 100 per cento dal Ministero dell'Economia. Nasce con la finanziaria del 2007 (1.n. 296/2006) in virtù della trasformazione della Società Sviluppo Italia S.p.A.
  L'Agenzia è sottoposta da quel momento ad una profonda riorganizzazione finalizzata ad operare la razionalizzazione delle funzioni e lo snellimento delle attività con una forte riduzione del numero delle partecipazioni e dei livelli organizzativi.
  In attuazione della citata Finanziaria viene realizzato un Piano di riordino (decreto ministeriale del 31/07/2007), ad oggi sostanzialmente concluso, che ha portato ad un complessivo risparmio di 266 milioni di euro sui costi complessivi della struttura.
  Le principali operazioni concretizzate sono state nel:
   2009 la cessione ad Invitalia Partecipazioni S.p.A. delle partecipazioni non strategiche. Invitalia Partecipazioni è la «società veicolo» con la quale l'Agenzia gestisce e dismette le partecipazioni non strategiche;
   2011, la fusione per incorporazione di Invitalia Reti in Sviluppo Italia Aree Produttive e nascita di Invitalia Attività Produttive S.p.A. (società di ingegneria e servizi controllata al 100 per cento da Invitalia);
   2011, il mantenimento della società Infratel S.p.A. con la modifica dello statuto quale attuatore per la realizzazione Programma di Sviluppo della Banda Larga (ai sensi della legge n. 80 del 2005);
   2011, l'incorporazione di SVI Finance S.p.A. in Invitalia S.p.A., assumendo quest'ultima, le operazioni di acquisto e cessione dei crediti d'impresa e factoring con modifica statutaria intervenuta nel 2012;
   2011, la riduzione della partecipazione dell'Agenzia in Italia Turismo S.p.A (58 per cento) in conseguenza dell'aumento della quota Fintecna Immobiliare al 42 per cento;
   2012, la cessione della società Nuovi Cantieri Apuania (partecipata al 78,10 per cento da Invitalia S.p.A.; ed al 21,90 per cento da Invitalia Partecipazioni S.A.) a Moda Design S.r.l (attiva nella produzione e commercializzazione di mega yacht a marchio Tecmar e Admiral);
   2013, il trasferimento ad Invitalia Partecipazioni di società partecipate regionali in liquidazione;
   2013 la messa in liquidazione del Consorzio Garanzia Italia confidi e avvio della dismissione della Strategia Italia società di gestione del risparmio;
   2014, messa in liquidazione della Italia Navigando S.p.A.

  In definitiva, relativamente all'attività di dismissione delle partecipazioni, l'Agenzia, all'avvio della fase di riordino, deteneva Pag. 132216 partecipazioni (dirette e indirette). Di queste:
   63 non sono state cedute in quanto acquisite in attuazione della Legge n. 181/1989. Il 40 per cento di tali partecipazioni saranno cedute non appena le imprese beneficiarie avranno realizzato i programmi di investimento agevolati ai sensi L.181/89. Le restanti partecipazioni saranno cedute con il superamento delle difficoltà gestionali delle imprese beneficiarie;
   delle restanti 152 partecipazioni (di cui 62 detenute da società regionali), 93 sono state cedute e/o liquidate e 58, fra dirette ed indirette, sono state trasferite alla c.d. «Società Veicolo» – Invitalia Partecipazioni S.p.A.

  Al 31 dicembre 2013 l'assetto risulta il seguente:
  Partecipazioni – Imprese Controllate – Bilancio 31/12/2013


Patrimonio netto
Quota di parteci- pazione
Attività
Risultato di esercizio
Infratel Italia Spa 7.168 100% Realizzazione e gestione infrastrutture di tlc 1.394

Italia Navigando Spa

7.924

100%
Gestisce iniziative e progetti nella normalità turistica
(907)
Italia Turismo Spa 127.381 58% Gestione di asset immobiliari nel settore turistico (7.056)
Invitalia
Partecipazioni Spa

6.700

100%
Società veicolo per completamento residui processi di dismissione
1.524

INVITALIA
ATTIVITÀ
PRODUTTIVE SPA

10.667

100%
Servizi di ingegneria e consulenza nel settore delle infrastrutture, dell'ingegneria ambientale e delle bonifiche
314

  Con riferimento alle attività di attrazione degli investimenti esteri, cui gli interroganti fanno riferimento, le attività svolte dal gennaio 2009 al dicembre 2013 hanno riguardato l'assistenza a 1.474 soggetti esteri. Per 1.177 società l'attività si è concretizzata nell'erogazione di servizi a carattere informativo, mentre per 297 imprese estere, l'Agenzia ha prodotto servizi di accompagnamento all'insediamento specifici, vale a dire servizi improntati a esigenze concrete per la predisposizione di un progetto definito. Con riferimento a queste ultime, 40 hanno concluso il processo di insediamento con un esito positivo, producendo un impatto occupazionale di circa 900 posti di lavoro senza il ricorso ad alcun incentivo finanziario e per ulteriori 32 le attività sono in corso.
  Le attività nel 2013 hanno in particolare riguardato:
   la definizione e lo sviluppo dell'offerta. In tal senso sono proseguite le azioni di manutenzione del portafoglio progetti, iniziate nel 2012 a seguito delle riduzione dell'attività;
   la promozione dell'offerta, con la focalizzazione sui principali mercati di riferimento quali il Giappone e, soprattutto, la Cina. Nel 2013 per la prima volta è stato approcciato il mercato turco;
   i servizi di informazione e di accompagnamento al processo di insediamento Pag. 133della imprese straniere in Italia: nel 2013 l'Agenzia ha erogato 364 servizi informativi a 263 soggetti esteri.

  Con riferimento ai costi che la società comporta a carico dello Stato, si ricorda innanzitutto che Invitalia non gode di contributi ordinari a carico del bilancio dello Stato. I corrispettivi e trasferimenti che riceve dalla Pubblica Amministrazione sono connessi con i servizi forniti per le attività di supporto e per la gestione di strumenti agevolativi.
  I principali dati dell'ultimo bilancio approvato della società evidenziano i seguenti risultati.
  Nel 2013 i ricavi per servizi e da altri proventi pari a 91.963.000 euro sono aumentati di circa il 30 per cento rispetto al 2012 e sono costituiti per il 95 per cento da corrispettivi per la gestione fondi di terzi e convenzioni; l'aumento deriva dall'acquisizione di nuove attività. Inoltre l'Agenzia ha avuto proventi finanziari netti pari a 13.084 mila euro e entrate per rivalse per 4.070 mila euro.
  I costi operativi nel 2013 sono aumentati rispetto al 2012 del 12 per cento e si assestano a 104.545.000 euro. L'aumento è sostanzialmente legato all'accrescimento del giro d'affari ed è il risultato dalla crescita dei costi del personale (circa 5 milioni di euro) e delle prestazioni esterne (circa 5,8 milioni di euro) e da una riduzione delle spese generali.
  L'agenzia ha chiuso il 2013 con un utile netto di 2.104.000 euro, in rilevante aumento rispetto a quello registrato nel 2012 pari a 631.000 euro; il patrimonio netto è passato da 793.275.000 euro nel 2012 a 797.569.000 euro con un incremento dovuto, in primis, all'utile netto conseguito ed dalle variazioni intervenute nelle riserva di bilancio. Infine, dal rendiconto finanziario emerge una buona situazione relativamente alla liquidità complessiva dell'agenzia.
  Per quanto attiene al risultato negativo di circa 5,9 milioni di euro a cui si fa riferimento, si evidenzia che tale dato è rilevabile dall'ultimo bilancio consolidato del gruppo, relativo all'esercizio 2011. Come rilevato anche nella Relazione della Corte dei Conti sulla gestione del 2011. Tale risultato negativo trova soprattutto causa nelle perdite della società Nuovi Cantieri Apuania S.p.A (-5,4 milioni di euro), società che è stata ceduta da Invitalia nel 2012 nell'ambito del Piano di riordino sopra descritto.
  Sulle considerazioni espresse nell'atto in questione, con riguardo ai progetti di Innovazione Industriale (PII) si evidenziano, in via preliminare, i seguenti aspetti.
  Il Programma Industria 2015 è stato avviato con la Legge Finanziaria 2007 (articolo 1, commi da 842 a 846 della legge n. 296/2006) con la finalità di introdurre una politica pubblica capace di orientare le scelte, incentivando comportamenti coerenti con le esigenze di ristrutturazione del tessuto produttivo. Il medesimo Programma individuava nei Progetti di Innovazione Industriale (da ora PII) i nuovi strumenti per garantire il riposizionamento strategico del sistema industriale italiano nell'ambito dell'economia mondiale. I Progetti di Innovazione Industriale sono stati previsti, quindi, per realizzare interventi in aree tecnologiche considerate strategiche, direttamente individuate dal legislatore, che sono: efficienza energetica, mobilità sostenibile, made in Italy, tecnologie della vita e beni e attività culturali.
  I PII adottati sono Efficienza Energetica, Mobilità Sostenibile, Made in Italy. La ridotta disponibilità di risorse del Fondo competitività e sviluppo rispetto alla dotazione originaria hanno di fatto impedito l'adozione dei due PII restanti: il PII Tecnologie della vita, e il PII Tecnologie Innovative per i Beni e le Attività Culturali e Turistiche.
  In particolare, il bando «Nuove tecnologie per il Made in Italy» è stato emanato con DM del 10.07.2008 e sono stati ammessi ad agevolazione 166 programmi con il coinvolgimento di 266 grandi imprese, 232 medie imprese, 383 piccole imprese e 326 micro imprese, per un ammontare complessivo di 1.207 imprese e 307 organismi di ricerca.Pag. 134
  In merito ai ritardi segnalati nell'erogazione dei contributi per i richiamati Progetti di Innovazione Industriale, si ritiene utile rappresentare qualche elemento relativo alla consistenza, all'anno di stanziamento e agli impegni effettuati.
  Ai Progetti sono stati destinati 668 milioni di euro di risorse nazionali sul Fondo per la competitività e lo sviluppo, cui si aggiungono, per le sole Regioni Obiettivo Convergenza, 184 milioni di euro a valere sul PON R&C, per un ammontare complessivo di risorse pari a 852 milioni di euro circa.
  Le risorse assegnate sono state totalmente impegnate, con impegni registrati dopo la pubblicazione delle graduatorie relative a ciascun bando, rispettivamente nel 2008 (mobilità sostenibile), nel 2009 (efficienza energetica) e nel 2010 (made in Italy).
  I suddetti impegni, peraltro, in considerazione della suddivisione temporale degli stanziamenti, sono stati effettuati utilizzando residui 2007, 2008 e 2009. Già alla fine del 2010, dunque, parte dei fondi – impegnati sui progetti della Mobilità sostenibile – sono andati in perenzione amministrativa.
  A fine 2011 sono poi andati in perenzione i fondi impegnati sui residui 2008 riguardanti tutti i progetti della mobilità sostenibile (eccetto due finanziati con successivo scorrimento della graduatoria) e gran parte di quelli impegnati sui progetti dell'efficienza energetica (28 progetti su 37 finanziati). È poi intervenuto il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 che all'articolo 10, comma 8, ha imposto una riduzione da tre a due anni dei termini della perenzione, rischiando di lasciare lo strumento completamente privo di risorse. La conservazione dei fondi (impegnati in gran parte sui progetti del made in Italy) fino al dicembre 2012, è stata possibile solo attivando la procedura prevista dall'articolo 30, comma 11, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
  Va rilevato, in effetti, che il meccanismo della perenzione amministrativa ha avuto un impatto negativo sull'andamento delle erogazioni.
  In generale, per tutti i programmi di Industria 2015, i dati relativi ai fondi erogati rispetto al rendicontato appaiono inadeguati anche se, dal 2013, si evidenzia una significativa accelerazione (da euro 20.760.682,94, negli anni 2009-2012, a euro 85.989.923,89 negli anni 2013-2014, di cui PON da 2.907.623,87 euro, nel primo periodo a 29.831.515,54 euro nel secondo).
  Proprio per ovviare agli ostacoli di tale fase del procedimento di gestione dei progetti, il Ministero dello Sviluppo Economico, nell'ambito di una Commissione congiunta, che vedeva la partecipazione della Direzione generale degli incentivi alle imprese del MiSE e Invitalia, ha sollecitato più volte il gestore a procedere con maggiore celerità nelle attività di verifica delle rendicontazioni, anche attraverso l'adozione di modalità più razionali e snelle per i controlli amministrativo-contabili.
  Invitalia ha provveduto, quindi, ad aggiornare le «linee guida alla rendicontazione» che sono state pubblicate sul sito dedicato Cineca. Contestualmente Cineca ha aggiornato i modelli per la rendicontazione a disposizione dei primi proponenti.
  Le modifiche introdotte hanno ridotto il volume dei documenti richiesti ai beneficiari, evitando inutili duplicazioni e hanno introdotto una tempistica standard per il perfezionamento dell'iter di valutazione.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-04575 Crippa: Continuità produttiva e piani di investimento per gli stabilimenti di Tradate e Gallarate della società Gallazzi Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Gallazzi è presente sul mercato da molti anni ed ha per oggetto la produzione, trasformazione e applicazione in genere di resine sintetiche, materie plastiche e derivati, nonché la fabbricazione e/o la vendita del macchinario relativo a dette produzioni.
  Il 2 ottobre 2013, il Tribunale di Milano ha disposto l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria, sotto la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico.
  Inizialmente era stato nominato un unico Commissario Straordinario al quale, alla fine dell'anno 2014, così come peraltro noto agli interroganti, sono stati affiancati, altri due Commissari Straordinari.
  A seguito dell'approvazione del programma di cessione nel marzo 2014, fin dal successivo mese di aprile, è stato dato avvio, al procedimento di vendita dei due stabilimenti di Gallarate e Tradate.
  La procedura ha registrato numerosi interessamenti che si sono poi concretati sostanzialmente in due offerte, rispettivamente della belga Tekni-Plex Europe N.V. e della tedesca Klockner Pentaplast GmbH.
  Tale procedimento di vendita si è, poi, concluso con l'autorizzazione ministeriale del 13 febbraio 2015 ai commissari ad accettare l'offerta pervenuta dalla belga Tekni-Plex Europe N.V., unica offerta valida pervenuta a seguito della procedura espletata, nonché conforme ai criteri di legge.
  Si evidenzia infine che, ai sensi dell'articolo 63, comma 3, del d.lgs. 270/99 «La scelta dell'acquirente è effettuata tenendo conto, oltre che dell'ammontare del prezzo offerto, dell'affidabilità dell'offerente e del piano di prosecuzione delle attività imprenditoriali da questi presentato, anche con riguardo alla garanzia di mantenimento dei livelli occupazionali.»
  In particolare, si segnala che la Tekni-Plex è società attiva nella produzione del mercato Pharma con altri prodotti complementari, già presente in Italia presso uno stabilimento in Gaggiano (MI), tramite una società interamente controllata.
  L'operazione di acquisizione della Gallazzi spa, a fronte di un corrispettivo congruo rispetto ai valori di perizia del complesso aziendale prevede l'accollo del TFR dei lavoratori assunti pari ad oltre 200 unità. Prevede, inoltre, sotto il profilo industriale, un incremento di produzione e fatturato accompagnato da consistenti investimenti che potranno garantire la continuità nel medio-lungo periodo, oltre che la possibilità di incremento dell'occupazione nel futuro.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-05054 Martella: Ripresa delle attività industriali dell'azienda Zeolite Srl di Mira.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto in esame si rappresenta che il 20 aprile 2015 si è svolto presso il Ministero dello Sviluppo Economico un incontro tra l'azienda Zeolite Mira S.r.l., l'azienda Reckitt Benckiser S.p.A. e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, per esaminare le ragioni del contenzioso sorto tra le due succitate aziende e ricercare i possibili punti di composizione. All'incontro erano presenti anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, i rappresentanti della Regione Veneto (presso cui nei giorni scorsi si erano tenuti alcuni incontri per risolvere il contenzioso tra Zeolite e Reckitt Benckiser) e il sindaco di Mira Avise Maniero.
  La Zeolite srl, che produce zeolite (un allumino silicato cristallino), polimeri (policarboxilati) e silicati solubili – e che si trova all'interno dell'area Reckitt Benckiser a Mira – da oltre un anno e mezzo non paga la multinazionale RB per i servizi offerti.
  Reckitt Benckiser di Mira, che non è cliente di Zeolite e non acquista i suoi prodotti, ha chiuso le servitù di passaggio a Zeolite Mira, impedendone di fatto le attività.
  Al termine di un'ampia e approfondita discussione, nel corso della quale le due aziende hanno rappresentato le rispettive e opposte posizioni, i rappresentanti del Governo hanno formulato una proposta compositiva in cui, in sintesi, si chiedeva:
   1) a Zeolite Mira S.r.l. di impegnarsi a separare l'approvvigionamento e la distribuzione dell'energia elettrica attualmente asservita attraverso gli impianti di Reckitt Benckiser S.p.A. e di pagare i servizi ricevuti da Reckitt Benckiser previo ricalcolo di tutte le fatture emesse in base a quanto stabilito in sede di ATP; veniva altresì chiesto a Zeolite Mira di riprendere le attività appena possibile;
   2) a Reckitt Benckiser S.p.A. di attenersi integralmente al ricalcolo degli addebiti in base a quanto stabilito in sede di ATP, ad istallare ogni possibile strumento idoneo a misurare le quantità di acqua gestite per conto di Zeolite Mira S.r.l. e a fornire precise e dettagliate informazioni circa i parametri utilizzati per il calcolo dei costi relativi al servizio prestato a favore di Zeolite Mira S.r.l. Infine, nella proposta compositiva veniva chiesto a Reckitt Benckiser S.p.A. di riaprire immediatamente i passaggi di entrata ed uscita delle merci e del personale da e verso lo stabilimento di Zeolite Mira S.r.l. per consentirne la ripresa delle attività.

  La proposta di composizione del contenzioso non è stata accolta dall'azienda Reckitt Benckiser S.p.A.
  Il Ministero ha fatto appello alla sensibilità sociale delle due aziende al fine di ricercare una possibile soluzione per gli oltre quaranta dipendenti, la cui sospensione dal lavoro rischia di trasformarsi un vero e proprio licenziamento ed è a disposizione per la convocazione del tavolo di confronto previa ulteriore e approfondita analisi della situazione oggi esistente e qualora venga richiesto dalle parti.