CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 giugno 2015
465.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

7-00635: Manutenzione e sicurezza della rete stradale italiana.

NUOVA FORMULAZIONE DELLA PROPOSTA DI RISOLUZIONE

  La IX Commissione,
   premesso che:
    la sicurezza stradale costituisce un obiettivo prioritario per l'Europa, che da anni promuove presso gli Stati una forte presa di coscienza per mettere in campo azioni volte a ridurre gli incidenti sulla strada e conseguentemente ad azzerare il numero delle vittime;
    l'Unione europea ha in questi anni ribadito più volte i suoi obiettivi per la sicurezza stradale, sfruttando il progresso tecnico, incoraggiando gli Stati al miglioramento delle infrastrutture stradali e sensibilizzando gli utenti ad un comportamento più corretto;
    nonostante i progressi realizzati, tuttavia, si pone la necessità di ulteriori sforzi volti a garantire una riduzione del numero di incidenti e vittime sulle strade;
    tra le azioni che il nostro Paese deve mettere in campo per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi posti in sede europea assume un'importanza decisiva il miglioramento della rete viaria, dal momento che gran parte degli incidenti che si registrano su tale rete sono causati dalla cattiva manutenzione delle strade;
    i dati diffusi da Siteb – Associazione dei costruttori e manutentori delle strade – evidenziano come i costi per la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale italiana si siano dimezzati rispetto al periodo precedente alla crisi economica in atto. Un dato che ha riportato il nostro Paese ai consumi del 1985, quando la rete stradale del Paese era meno sviluppata e le vetture in circolazione molto meno numerose rispetto ad oggi;
    lo stesso studio dimostra come, per la manutenzione ordinaria della rete stradale del nostro Paese, occorrerebbe che venissero impiegate 40 milioni di tonnellate di asfalto annue, circa 18 in più rispetto quelle utilizzate lo scorso anno;
    tale riduzione si ripercuote direttamente sulla mobilità e la sicurezza dei cittadini e delle merci, poiché strade prive della manutenzione ordinaria, sono strade più lente e pericolose e spesso costituiscono un elemento determinante nella dinamica degli incidenti stradali;
    non investire sulla manutenzione ordinaria e straordinaria delle nostre reti stradali rischia di peggiorare ulteriormente il primato italiano in materia di incidenti stradali: basti pensare che solo nel 2013 si sono registrati 181 mila episodi con ben 3.385 morti e con costi sociali per il nostro Paese stimabili in circa 26.000 milioni di euro. Gran parte di queste occorrenze potrebbero essere evitate se si procedesse ad una manutenzione costante ed efficace delle strade e al mantenimento in essere di una segnaletica più accurata;
    la sentenza 48216/2012 della Corte di Cassazione ha sancito che gli enti di gestione delle strade sono tenuti a evitare insidie e rischi occulti per gli automobilisti e a rispondere dei danni per sinistri dovuti a loro negligenze;
    le arterie nelle quali si registra una minore manutenzione, sono quelle comunali – urbane ed extraurbane – a causa Pag. 83delle sempre più scarse risorse a disposizione dei comuni e quelle provinciali, che risentono anche delle incertezze a livello di competenza dovute dalla ristrutturazione amministrativa delle province ancora in atto;
    in considerazione dell'insufficienza delle risorse destinate a tale finalità, si impone l'esigenza di svolgere una riflessione sulle modalità di attribuzione delle risorse finalizzate alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade – con particolare riguardo a quelle rivenienti dai proventi delle sanzioni per violazioni del codice della strada – che tenga conto del sistema articolato degli enti pubblici proprietari della rete stradale e dei soggetti gestori;
    a tal fine, occorre in primo luogo assicurare l'effettiva destinazione di quote dei proventi delle sanzioni per violazioni del codice della strada, come del resto già previsto dalla legislazione vigente, alla manutenzione e alla messa in sicurezza delle strade;
    non procedere alla manutenzione delle strade costituisce un falso risparmio, dal momento che i problemi di messa in sicurezza che non si affrontano oggi saranno ancora più costosi e complicati da risolvere in futuro. In moltissimi casi infatti, il degrado del manto stradale è dovuto al collasso degli strati di base e sottostanti e alla pratica diffusa pur se scorretta di ripristinare il manto stradale ricoprendolo con un nuovo strato di conglomerato bituminoso, con il risultato che, non essendo risanato il fondo, la lesione risale dal basso verso l'alto danneggiando anche lo strato appena posato;
    la messa in sicurezza della rete stradale è la vera «grande opera» che il nostro Paese dovrebbe affrontare. Un'operazione che oltre a rendere un servizio evidente e tangibile ai cittadini, rilancerebbe settori fondamentali per l'economia italiana molto colpiti dalla crisi, senza peraltro consumare ulteriore suolo;

impegna il Governo:

   ad attribuire carattere prioritario alla ricerca e allo stanziamento di risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale di interesse nazionale in modo da aumentare la sicurezza nei trasporti e rilanciare un settore fondamentale per l'economia italiana;
   a dare piena attuazione alle disposizioni del decreto legislativo n. 35 del 2011 sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali, ed in particolare ad effettuare la classificazione della sicurezza della rete di propria competenza, al fine di individuare la priorità degli interventi in funzione del loro potenziale di miglioramento della sicurezza;
   ad assumere iniziative per sostenere le province, le città metropolitane e i comuni nell'assolvimento dei compiti di gestione delle strade di loro proprietà.
(7-00635)
(nuova formulazione) Minnucci, Bargero, Bergonzi, Berlinghieri, Berretta, Boccuzzi, Paola Boldrini, Capozzolo, Carella, Carloni, Carrescia, Chaouki, Coccia, Culotta, D'Arienzo, D'Ottavio, Fabbri, Folino, Ginoble, Giuliani, Gregori, Gribaudo, La Marca, Maestri, Marchetti, Marchi, Mazzoli, Melilli, Misiani, Moscatt, Paris, Porta, Ribaudo, Romanini, Rossomando, Giovanna Sanna, Scuvera, Simoni, Taranto, Taricco, Tidei, Valeria Valente, Ventricelli, Preziosi.

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ALLEGATO 2

7-00635: Manutenzione e sicurezza della rete stradale italiana.

NUOVO TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La IX Commissione,
   premesso che:
    la sicurezza stradale costituisce un obiettivo prioritario per l'Europa, che da anni promuove presso gli Stati una forte presa di coscienza per mettere in campo azioni volte a ridurre gli incidenti sulla strada e conseguentemente ad azzerare il numero delle vittime;
    l'Unione europea ha in questi anni ribadito più volte i suoi obiettivi per la sicurezza stradale, sfruttando il progresso tecnico, incoraggiando gli Stati al miglioramento delle infrastrutture stradali e sensibilizzando gli utenti ad un comportamento più corretto;
    nonostante i progressi realizzati, tuttavia, si pone la necessità di ulteriori sforzi volti a garantire una riduzione del numero di incidenti e vittime sulle strade;
    tra le azioni che il nostro Paese deve mettere in campo per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi posti in sede europea assume un'importanza decisiva il miglioramento della rete viaria, dal momento che parte degli incidenti che si registrano su tale rete sono causati dalla cattiva manutenzione delle strade;
    i dati diffusi da Siteb – Associazione dei costruttori e manutentori delle strade – evidenziano come i costi per la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale italiana si siano dimezzati rispetto al periodo precedente alla crisi economica in atto. Un dato che ha riportato il nostro Paese ai consumi del 1985, quando la rete stradale del Paese era meno sviluppata e le vetture in circolazione molto meno numerose rispetto ad oggi;
    lo stesso studio dimostra come, per la manutenzione ordinaria della rete stradale del nostro Paese, occorrerebbe che venissero impiegate 40 milioni di tonnellate di asfalto annue, circa 18 in più rispetto quelle utilizzate lo scorso anno;
    tale riduzione si ripercuote direttamente sulla mobilità e la sicurezza dei cittadini e delle merci, poiché strade prive della manutenzione ordinaria, sono strade più lente e pericolose e spesso costituiscono un elemento determinante nella dinamica degli incidenti stradali;
    non investire sulla manutenzione ordinaria e straordinaria delle nostre reti stradali rischia di peggiorare ulteriormente il primato italiano in materia di incidenti stradali: basti pensare che solo nel 2013 si sono registrati 181 mila episodi con ben 3.385 morti e con costi sociali per il nostro Paese stimabili in circa 26.000 milioni di euro. Gran parte di queste occorrenze potrebbero essere evitate se si procedesse ad una manutenzione costante ed efficace delle strade e al mantenimento in essere di una segnaletica più accurata;
    la sentenza 48216/2012 della Corte di Cassazione ha sancito che gli enti di gestione delle strade sono tenuti a evitare insidie e rischi occulti per gli automobilisti e a rispondere dei danni per sinistri dovuti a loro negligenze;
    le arterie nelle quali si registra una minore manutenzione, sono quelle comunali – urbane ed extraurbane – a causa Pag. 85delle sempre più scarse risorse a disposizione dei comuni e quelle provinciali, che risentono anche delle incertezze a livello di competenza dovute dalla ristrutturazione amministrativa delle ex province ancora in atto;
    in considerazione dell'insufficienza delle risorse destinate a tale finalità, si impone l'esigenza di svolgere una riflessione sulle modalità di attribuzione delle risorse finalizzate alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade – con particolare riguardo a quelle rivenienti dai proventi delle sanzioni per violazioni del codice della strada – che tenga conto del sistema articolato degli enti pubblici proprietari della rete stradale e dei soggetti gestori;
    a tal fine, occorre in primo luogo assicurare l'effettiva destinazione di quote dei proventi delle sanzioni per violazioni del codice della strada, come del resto già previsto dalla legislazione vigente, alla manutenzione e alla messa in sicurezza delle strade;
    non procedere alla manutenzione delle strade costituisce un falso risparmio, dal momento che i problemi di messa in sicurezza che non si affrontano oggi saranno ancora più costosi e complicati da risolvere in futuro. In moltissimi casi infatti, il degrado del manto stradale è dovuto al collasso degli strati di base e sottostanti e alla pratica diffusa pur se scorretta di ripristinare il manto stradale ricoprendolo con un nuovo strato di conglomerato bituminoso, con il risultato che, non essendo risanato il fondo, la lesione risale dal basso verso l'alto danneggiando anche lo strato appena posato;
    la messa in sicurezza della rete stradale è la vera «grande opera» che il nostro Paese dovrebbe affrontare. Un'operazione che oltre a rendere un servizio evidente e tangibile ai cittadini, rilancerebbe settori fondamentali per l'economia italiana molto colpiti dalla crisi, senza peraltro consumare ulteriore suolo;

impegna il Governo:

   ad attribuire carattere prioritario alla ricerca e allo stanziamento di risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale di interesse nazionale in modo da aumentare la sicurezza nei trasporti e rilanciare un settore fondamentale per l'economia italiana;
   a dare piena attuazione alle disposizioni del decreto legislativo n. 35 del 2011 sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali, ed in particolare ad effettuare la classificazione della sicurezza della rete di propria competenza, al fine di individuare la priorità degli interventi in funzione del loro potenziale di miglioramento della sicurezza;
   ad assumere iniziative per sostenere le province, le città metropolitane e i comuni nell'assolvimento dei compiti di gestione delle strade di loro proprietà.
(8-00118) Minnucci, Bargero, Bergonzi, Berlinghieri, Berretta, Boccuzzi, Paola Boldrini, Capozzolo, Carella, Carloni, Carrescia, Chaouki, Coccia, Culotta, D'Arienzo, D'Ottavio, Fabbri, Folino, Ginoble, Giuliani, Gregori, Gribaudo, La Marca, Maestri, Marchetti, Marchi, Mazzoli, Melilli, Misiani, Moscatt, Paris, Porta, Ribaudo, Romanini, Rossomando, Giovanna Sanna, Scuvera, Simoni, Taranto, Taricco, Tidei, Valeria Valente, Ventricelli, Preziosi.

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ALLEGATO 3

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014. (C. 3123 Governo, approvato dal Senato).

EMENDAMENTI PRESENTATI

ART. 1.

  All'Allegato B, di cui all'articolo 1, comma 1, dopo il numero 23), inserire i seguenti:
  23-bis) 2014/45/UE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai controlli tecnici periodici dei veicoli a motore e dei loro rimorchi e recante abrogazione della direttiva 2009/40/CE.
  23-ter) 2014/46/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 aprile 2014, che modifica la direttiva 1999/37/CE del Consiglio, relativa ai documenti di immatricolazione dei veicoli.
1.1. Catalano.

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ALLEGATO 4

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014 (C. 3123 Governo, approvato dal Senato).

RELAZIONE APPROVATA

  La IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni),
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge C. 3123 Governo, approvato dal Senato, recante «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014»;
   premesso che:
    per quanto concerne le materie di competenza della Commissione l'Allegato B, di cui all'articolo 1, comma 1, dispone il recepimento mediante decreti legislativi, sui cui schemi è richiesto il parere delle competenti Commissioni parlamentari, delle seguenti direttive:
     1) 2013/53/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 novembre 2013, relativa alle imbarcazioni da diporto e alle moto d'acqua e che abroga la direttiva 94/25/CE, il cui termine di recepimento è fissato al 18 gennaio 2016;
     2) 2013/54/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 novembre 2013, relativa a talune responsabilità dello Stato di bandiera ai fini della conformità alla convenzione sul lavoro marittimo del 2006 e della sua applicazione, il cui termine di recepimento è scaduto il 31 marzo 2015;
     3) 2014/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, recante misure volte a ridurre i costi dell'installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità, il cui termine di recepimento è fissato al 1o gennaio 2016;
     4) 2014/89/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014, che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo, il cui termine di recepimento è fissato al 18 settembre 2016;
     5) 2014/100/UE della Commissione, del 28 ottobre 2014, recante modifica della direttiva 2002/59/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'istituzione di un sistema comunitario di monitoraggio del traffico navale e d'informazione, il cui termine di recepimento è fissato al 18 novembre 2015;
     6) 2014/112/UE del Consiglio, del 19 dicembre 2014, che attua l'accordo europeo concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro nel trasporto per vie navigabili interne, concluso tra la European Barge Union (EBU), l'Organizzazione europea dei capitani (ESO) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF), il cui termine di recepimento è fissato al 31 dicembre 2016;
     7) 2015/413/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2015, intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale, il cui termine di recepimento è fissato al 6 maggio 2015;
    l'allegato A, di cui al medesimo articolo 1, comma 1, prevede il recepimento Pag. 88della direttiva 2014/111/UE di esecuzione della Commissione, del 17 dicembre 2014, recante modifica della direttiva 2009/15/CE per quanto attiene all'adozione da parte dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO) di taluni codici e relativi emendamenti di alcuni protocolli e convenzioni il cui termine di recepimento è fissato al 31 dicembre 2015; in tal caso non è previsto sullo schema di decreto legislativo di recepimento il parere delle competenti Commissioni parlamentari, in quanto si tratta di una direttiva di esecuzione di contenuto tecnico;
    risulta necessario pervenire in modo tempestivo alla definitiva approvazione del disegno di legge in esame, già approvato in prima lettura dal Senato, in considerazione dei termini di recepimento assai ravvicinati delle direttive sopra richiamate, che rivestono considerevole rilievo nell'ambito dei settori dei trasporti e delle telecomunicazioni, in quanto intervengono su materie quali la costruzione delle imbarcazioni da diporto, il lavoro marittimo, l'installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in modo da promuovere l'uso condiviso dell'infrastruttura fisica presistente, la pianificazione dello spazio marittimo, con l'intento di promuovere la crescita sostenibile delle economie, il monitoraggio del traffico navale, lo scambio di informazioni in materia di infrazioni alla sicurezza stradale,
  delibera di

RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

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ALLEGATO 5

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2014 (Doc. LXXXVII, n. 3).

PARERE APPROVATO

  La IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni),
   esaminata la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2014 (Doc. LXXXVII, n. 3),
   premesso che:
    per quanto concerne il trasporto ferroviario, la Relazione dà conto degli sviluppi che si sono registrati nel 2014 e in particolare nel corso del semestre di Presidenza italiana per quanto concerne gli atti normativi che costituiscono il quarto pacchetto ferroviario; in particolare si segnala che in sede di Consiglio Trasporti è stato raggiunto l'accordo politico sul regolamento relativo all'Agenzia ferroviaria europea ed è stato avviato il negoziato con il Parlamento sugli schemi normativi del pilastro tecnico; nel corso del semestre di Presidenza italiana è stata avviata la discussione del pilastro politico, che interessa temi quali la governance del gestore dell'infrastruttura, l'apertura del mercato passeggeri nazionale, la contabilità delle imprese ferroviarie e la disciplina degli obblighi di servizio pubblico;
    per quanto concerne il trasporto aereo è stato raggiunto, nel Consiglio Trasporti, Telecomunicazioni ed Energia del 3 dicembre 2014 un orientamento generale sulla proposta di revisione del regolamento che stabilisce i principi generali per l'istituzione del Cielo unico europeo; sempre nell'ambito delle misure riconducibili alla disciplina del Cielo unico europeo è stato raggiunto, nel medesimo Consiglio, un orientamento generale sulle disposizioni in materia di aeroporti e di gestione del traffico aereo;
    per quanto riguarda il settore delle comunicazioni, la Relazione evidenzia la valenza prioritaria attribuita dalle istituzioni dell'Unione europea allo sviluppo dei servizi pubblici digitali e in proposito, per quanto concerne l'Agenda digitale italiana, ricorda che nel novembre 2014 il Governo ha presentato i Piani strategici relativi alla banda ultralarga e alla crescita digitale, che sono stati sottoposti a consultazione pubblica,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) nell'ambito dei negoziati in sede di Unione europea, il Governo continui a ribadire l'esigenza di mantenere l'unicità del quadro normativo concernente il quarto pacchetto ferroviario, in modo che l'avanzamento nell’iter di approvazione degli atti relativi al pilastro tecnico si associ alla definizione delle questioni di grande rilievo, richiamate in premessa, che sono oggetto del pilastro politico;
   b) il Governo promuova e sostenga, in sede di Unione europea, la tempestiva approvazione del complesso di atti normativi che rivedono la disciplina sul Cielo Pag. 90unico europeo (cosiddetto pacchetto Cielo unico europeo II plus);
   c) il Governo assuma tutte le iniziative necessarie per dare nuovo impulso all'attuazione dell'Agenda digitale, in particolare per quanto concerne la realizzazione degli interventi infrastrutturali necessari per dotare il Paese di una rete idonea a consentire il raggiungimento degli obiettivi di accesso a Internet previsti dall'Agenda digitale.