CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 4 giugno 2015
457.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-05236 Becattini: Sulla tutela dei giovani con autismo nelle scuole.
5-05355 Becattini: Sul sostegno qualificato e continuo a scuola dei bambini autistici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si risponde congiuntamente alle interrogazioni n. 5-05236 e n. 5-05355 entrambe riguardanti il fenomeno dell'autismo e le iniziative volte a garantire agli alunni affetti da questa sindrome un adeguato percorso scolastico, in modo da tutelarli da possibili discriminazioni ed assicurare loro personale adatto alle loro necessità.
  Innanzitutto, si rende necessario premettere che l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità costituisce un obiettivo primario del nostro sistema educativo. La scuola italiana, infatti, vuole essere una comunità accogliente nella quale tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali, possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale.
  Questo sulla base dei principi riconosciuti dagli articoli 3 e 34 dalla nostra Carta costituzionale in materia di diritto allo studio. Inoltre, le istituzioni scolastiche esercitano la loro autonomia organizzativa e didattica tenendo in debito conto i principi espressi dalle disposizioni di legge sugli alunni con disabilità. È, infatti, indispensabile ricordare che l'obiettivo fondamentale della legge n. 104 del 1992 è lo sviluppo degli apprendimenti mediante la comunicazione, la socializzazione e la relazione interpersonale. A questo riguardo, difatti, l'articolo 12 della medesima legge recita: «l'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap».
  Posto ciò, con riferimento al tema più specifico sollevato nell'atto di sindacato ispettivo in discussione, si accennano, di seguito, alcuni dei principali interventi messi in atto da questo Ministero in materia.
  Anzitutto, il Progetto «Sportello autismo». Attualmente è in corso una sperimentazione in sette regioni, che si estenderà a tutto il territorio nazionale, con l'obiettivo di creare una rete di scuole-polo per l'inclusione che sviluppi un modello cooperativo di lavoro tra docenti, attraverso la condivisione di buone pratiche, esperienze e conoscenze.
  Lo «Sportello autismo» si aggiunge ai Centri territoriali di supporto e mira a creare un pool di insegnanti esperti in ciascuna delle città sede della sperimentazione. In un secondo momento, l'attività dello sportello potrà rivolgersi anche alle famiglie, in modo tale da diventare un punto di riferimento e di raccordo tra la scuola, i genitori e i servizi socio-sanitari.
  Contestualmente, è stato varato un piano di formazione per il personale docente mediante l'attivazione di 14 master universitari in didattica e psicopedagogia sui disturbi dello spettro autistico, finanziati dal MIUR, ai quali potranno accedere complessivamente circa 1500 docenti. I Master si terranno nelle città sedi della sperimentazione dello «Sportello autismo».
  Per riunire ed orientare gli sforzi verso obiettivi comuni, è stata costituita una Fondazione italiana per l'autismo, a cui Pag. 86partecipano il MIUR e le principali associazioni ed enti impegnati sul tema. Essa si prefigge, quali principali obiettivi, programmi di utilità sociale (cura e riabilitazione) nonché di innovazione metodologico-didattica allo scopo di migliorare la qualità dell'inclusione scolastica.
  Recentemente, inoltre, il Ministero si è fatto parte attiva in occasione della «Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo», promossa dall'ONU e svoltasi il 2 aprile scorso. Con nota del 19 marzo 2015 questo Ministero tramite la competente direzione generale ha, tra l'altro, proposto alle istituzioni scolastiche di promuovere, nella settimana antecedente alla predetta data, opportune iniziative di sensibilizzazione.
  In concomitanza alla Giornata mondiale, inoltre, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro della salute hanno firmato un Protocollo d'intesa per la tutela del diritto alla salute, allo studio e all'inclusione, con l'impegno di promuovere iniziative rivolte agli studenti e azioni tese a garantire una presa in carico sempre più efficace degli alunni con disabilità e con disturbi evolutivi specifici.
  In particolare il Protocollo prevede che il Ministero della Salute:
   promuova la collaborazione con le Regioni e le Province Autonome nell'ambito dell'assistenza sanitaria territoriale;
   assicuri, anche attraverso il miglioramento dell'appropriatezza diagnostica e organizzativa, una pronta risposta da parte dei servizi specialistici territoriali per l'infanzia e l'adolescenza alla valutazione dei bisogni del bambino o dell'adolescente e della famiglia;
   favorisca la collaborazione attiva di almeno una figura professionale in rappresentanza dell'azienda sanitaria o di una struttura accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale per la formulazione del Piano Educativo Individualizzato;
   incoraggi interventi volti a ottimizzare l'erogazione e l'utilizzo degli strumenti tecnologici, finalizzati all'autonomia personale e sociale di alunni e studenti;
   sostenga iniziative di formazione congiunta tra personale sanitario e scolastico.

  Nell'ambito delle proprie competenze, il Ministero della Salute ha, altresì, elaborato, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità ed in raccordo con le Regioni, un vero e proprio Piano di azioni per l'autismo dal titolo «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei disturbi pervasivi dello sviluppo, con particolare riferimento ai disturbi dello spettro artistico» con lo scopo di riesaminare le priorità, confrontarsi sull'offerta dei servizi, rivedere e attualizzare le risposte implementando un'offerta basata su evidenze scientifiche e prove di efficacia, anche assicurando il necessario monitoraggio e la valutazione degli interventi messi in atto.
  Proprio al fine di migliorare la conoscenza dei bisogni e dell'offerta, in tali Linee di indirizzo sono state individuate una serie di obiettivi ed azioni volte a fornire indicazioni omogenee per la programmazione, attuazione e verifica dell'attività per i minori e adulti affetti da disturbi dello spettro autistico.
  Un ulteriore impegno del Ministero della Salute per promuovere e potenziare la ricerca in questa area è, inoltre, ravvisabile nei finanziamenti stanziati a tal fine.
  Per concludere, in merito ai due episodi, ricordati dall'On.le interrogante, che hanno visto il coinvolgimento di due alunni affetti da, autismo, si riferiscono le informazioni acquisite dai competenti Uffici scolastici regionali.
  Con nota del 29 aprile 2015 l'USR per la Lombardia ha comunicato che l'alunno continua a frequentare la medesima scuola. La situazione è stata, infatti, immediatamente affrontata in sinergia tra la scuola, la famiglia e l'unità di neuropsichiatria di Bergamo. Per l'alunno è stato predisposto un piano di intervento che ha coinvolto l'insegnante di sostegno, l'assistente Pag. 87educatrice e gli insegnanti della classe. L'alunno medesimo ha continuato a frequentare regolarmente attraverso modalità concordate ed è stato definito il piano educativo per il prossimo anno scolastico.
  Diversamente si è conclusa la vicenda di Genova, dove, come riferito dall'interrogante e confermato dal competente USR per la Liguria con nota del 22 aprile 2015, la scuola ha attuato ogni misura per favorire l'integrazione dell'alunno, il quale ha potuto contare fin dall'anno scolastico 2013/2014 su un'insegnate di sostegno specializzata per l'intero suo orario, nonché sul supporto di un operatore socio-educativo dell'ente locale.
  Come è già noto all'onorevole interrogante, è stato allestito uno spazio adiacente all'aula, denominato «aula blu», attrezzato per le esigenze di apprendimento individualizzato del bambino ove lo stesso potesse esprimersi liberamente. Peraltro, l'idea di utilizzare questo spazio è stata discussa e condivisa dalla scuola con il centro scelto dalla famiglia come sostegno psico-educativo.
  Incomprensioni sorte con alcuni genitori sull'uso dell'aula blu, nonostante le insegnanti e la dirigente scolastica ne abbiano difeso motivatamente la scelta, alimentate dalla mancata piena conoscenza dell'effettiva natura delle difficoltà dell'alunno affetto da autismo in conseguenza della scelta della famiglia di non divulgarne pienamente le problematiche, hanno indotto quest'ultima a richiedere nel mese di novembre 2014 il trasferimento ad altra istituzione scolastica.

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ALLEGATO 2

5-05184 Altieri: Sul finanziamento dell'Auditorium «Nino Rota» di Bari.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione verte sull'Auditorium «Nino Rota» annesso al Conservatorio di musica «Niccolò Piccinni» di Bari, per la cui ristrutturazione, come ricordato nell'atto parlamentare, è stata stipulata in data 31 ottobre 2006 un protocollo d'intesa tra la Regione Puglia, la Provincia di Bari e il Ministero. L'onorevole interrogante chiede di conoscere i tempi di erogazione del saldo dei finanziamenti di competenza del MIUR in attuazione del citato protocollo d'intesa.
  Al riguardo, si informa che il Ministero ha provveduto finora ad erogare a favore del Conservatorio di musica «Niccolò Piccinni» di Bari, per il progetto di recupero strutturale e funzionale dell'Auditorium, circa 1 milione e centomila euro dei 2 milioni previsti nel protocollo.
  Con nota n. 359 del 24 febbraio 2015, indirizzata al predetto Conservatorio, il Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca ha anticipato l'impegno da parte del Ministero ad attribuire per l'esercizio finanziario 2015 un ulteriore importo pari a 650.000 euro.
  Si ritiene necessario comunque evidenziare che la disponibilità complessiva per l'esercizio 2015 nello Stato di previsione di spesa di questo Ministero per la realizzazione di interventi di edilizia a favore delle istituzioni AFAM è complessivamente pari a 4.069.705 euro da ripartire tra 82 istituzioni statali, secondo criteri che vanno definiti annualmente con decreto del Ministro.
  Il decreto del Ministro è in fase di adozione e terrà ovviamente conto di tale impegno, con l'obiettivo di trasferire le risorse entro il primo semestre dell'anno.
  Con l'occasione, si ritiene utile fornire le seguenti precisazioni:
   rispetto al protocollo originario, la Regione Puglia ha finora contribuito con 1 milione 906.000 euro, avendo rideterminato unilateralmente il proprio impegno in 2 milioni di euro rispetto agli originari 2 milioni 840.000 previsti dal protocollo medesimo. La Provincia di Bari ha invece mantenuto l'impegno originario pari a circa 3 milioni di euro;
   l'ammontare delle risorse attribuite annualmente dal MIUR è strettamente legato alla effettiva disponibilità finanziaria del relativo capitolo, che viene determinata annualmente nell'ambito della legge di stabilità.

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ALLEGATO 3

5-05285 Luigi Gallo: Sulla struttura di supporto al direttore generale di progetto del Grande Progetto Pompei.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'Onorevole Gallo, unitamente ad altri suoi Onorevoli colleghi, richiede notizie in merito alle attività svolte nell'Area archeologica di Pompei.
  Vorrei fornire, a tale proposito, gli elementi di risposta partendo dalle richieste formulate nell'atto anche se non nel medesimo ordine:
  Riguardo alla situazione del personale in posizione di comando presso il Grande Progetto Pompei, si rappresenta che delle 10 unità previste dal comma 5 dell'articolo 1 del decreto legge «Valore cultura» per l'Unità «Grande Pompei», ne sono attualmente in servizio solo 6, mentre delle 20 unità previste per la Struttura di supporto al Direttore generale di progetto, ne sono presenti solo 13.
  Indubbiamente un fondamentale elemento di criticità per il reclutamento del personale presso la Struttura riguarda essenzialmente la mancata previsione di indennità aggiuntive per il personale comandato presso il GPP.
  Inoltre, nel prossimo mese di luglio, altre due unità saranno poste in congedo, portando il numero di dipendenti presenti presso la Struttura di supporto a 11 unità.
  Per tali motivi, è in fase di pubblicazione un nuovo avviso con il quale si proverà a conseguire il completamento della nuova governance, pur in assenza degli incentivi richiesti.
  Come riferito nel corso dell'Audizione presso la 7a Commissione del Senato tenutasi il 10 marzo scorso, all'inizio del mese di febbraio u.s., l'Unità «Grande Pompei», ha accolto i 15 tirocinanti ed essa destinati ai sensi del decreto interministeriale 9 luglio 2014, nell'ambito del programma formativo «150 giovani per la cultura»; i tirocinanti sono stati suddivisi in tre gruppi di cinque unità: i gruppi, ciascuno dei quali è stato posto sotto la tutorship di un funzionario architetto, sono coordinati da un ingegnere tutor supervisor. I giovani, come è noto, dovranno sviluppare argomenti riguardanti tre progetti: il miglioramento delle vie di accesso e delle interconnessioni ai siti UNESCO dell'area vesuviana, il recupero e riuso di aree industriali dismesse nella buffer-zone; la riqualificazione e rigenerazione urbana della buffer-zone. In particolare, approfondiranno il tema della Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S).
  Per esigenze logistiche, i tirocinanti sono stati collocati in adeguati locali del Museo di Boscoreale (NA), anziché presso il sito di Pompei.
  Relativamente allo stato di avanzamento del Grande Progetto Pompei, si consideri che l'attuazione del Grande Progetto Pompei presenta una evoluzione che nell'ultimo anno si è dimostrata assai dinamica: non a caso, il Piano di Azione sottoscritto il 17 luglio 2014 concentra nel secondo semestre del corrente anno la gran parte delle attività da realizzare.
  In tal senso, la situazione fotografata a fine febbraio nell'inchiesta de L'Espresso da un lato appare superata e, dall'altro, va meglio considerata collocandola entro gli step del cronoprogramma prestabilito: difatti, sul finire del corrente mese di aprile:Pag. 90
   sono state bandite gare per un importo complessivo da quadro economico di 115 milioni di euro circa, a fronte dello stanziamento comunitario di 105 milioni di euro, avviando dunque il reimpiego delle economie di gara, come da indicazioni del Piano di Azione sottoscritto il 17 luglio 2014;
   peraltro, tutta la documentazione di gara di ogni intervento da bandire è passata sotto l'attento vaglio del Gruppo di lavoro per la legalità e la sicurezza del Progetto Pompei, con ciò allontanando il rischio di procedure «frettolose»;
   dei 47 interventi previsti dal Piano delle opere, 4 sono conclusi, 18 sono con cantiere in corso, 13 sono in fase di affidamento, di cui 9 di prossima cantierizzazione; inoltre, sono in fase di affidamento i servizi di progettazione per 5 dei 10 interventi affidati a Invitalia quale Centrale di committenza;
   di 20 attività (servizi, forniture, lavori) progettate nell'ambito degli altri quattro Piani, 6 sono concluse (una delle quali con cantiere), 4 sono in corso (una di queste, la Linea 1 del Piano della conoscenza, con 6 cantieri attivi), 10 sono in fase di affidamento, di cui 5 di prossimo avvio;
   nel complesso, dunque, a tutt'oggi: sono stati conclusi 5 cantieri e 5 attività (servizi e forniture varie); risultano aperti 25 cantieri (uno dei quali, relativo alla videosorveglianza del sito, a valere su fondi PON Sicurezza); le gare in corso sono 23, di cui 14 di prossima cantierizzazione/avvio; le spese effettivamente sostenute superano i 7 milioni di euro;
   circa la messa in sicurezza dell'area archeologica, anche riferita alla riduzione del rischio idro-geologico, riporto gli specifici interventi previsti, nell'ambito del GPP: Piano delle opere - intervento n. 1 «Lavori di messa in sicurezza previo assetto idrogeologico dei terreni demaniali a confine dell'area di scavo (Regiones III-IX)», i cui lavori sono in corso; intervento n. 6 «Lavori di messa in sicurezza Regio VI», i cui lavori sono in corso; intervento n. 7 «Lavori di messa in sicurezza Regio VII», i cui lavori sono in corso; intervento n. 8 «Lavori di messa in sicurezza Regio VIII», i cui lavori sono in corso; intervento n. 5+9 «Lavori di messa in sicurezza delle Regiones IV - V e IX in Pompei Scavi», per il quale sono in corso le verifiche di legge sui requisiti dell'aggiudicatario, obbligatorie prima di poter avviare i lavori; intervento 2+3+4 «Lavori di messa in sicurezza Regiones I-II-III», attualmente in fase di gara; intervento M «Lavori di messa in sicurezza dei fronti di scavo interni alla città antica e mitigazione del rischio idrogeologico delle Regiones I-III-IV-V-IX», in avanzato stato di progettazione, già avviato a verifica1; Piano della conoscenza - intervento Linea 2 «Indagini geognostiche e studi per la mitigazione del rischio idrogeologico dei pianori non scavati e dei fronti di scavo delle Regiones I, IV-V e del banco roccioso del fronte sud della Regio VIII», conclusosi il 20 settembre 2014; intervento Linea 1 «Servizi di diagnosi e monitoraggio dello stato di conservazione di Pompei (Lotti 1-6)», attualmente in corso, con 6 cantieri aperti; Piano della Sicurezza - intervento PMA «Monitoraggio Ambientale - Interventi di censimento, mappatura, bonifica M.C.A.», per il quale sono in corso le verifiche di legge sui requisiti dell'aggiudicatario, obbligatorie prima di poter avviare i lavori.

  Per quanto riguarda la convenzione con Finmeccanica, la situazione è sostanzialmente identica a quella rappresentata in occasione della richiamata audizione alla 7a Commissione Permanente del Senato della Repubblica del 10 marzo 2015 ovvero che per il prosieguo delle attività, con particolare riferimento ai collegamenti TETRA e Smart App e per la raccolta dati

  1 Per tale intervento si sta, valutando di avviarne la realizzazione con fondi ordinari della Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, per indisponibilità «tecnica» di ulteriori fondi a valere sul GPP. Pag. 91
in sala controllo, devono essere risolti alcuni problemi tecnici concernenti la dorsale di rete backbone (fibra ottica e ponte radio); si svolgerà a breve una riunione operativa di aggiornamento.
  Riguardo alla nomina dei cinque esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica e infrastrutturale, previsti dal decreto-legge 91/2013, oggetto di particolare attenzione presso la Presidenza del Consiglio ed il Ministero dell'Economia e Finanze, oltre che presso il nostro Ministero, nel ricordare che non si è ancora potuto procedere per via di limiti imposti dai processi di spending review, si assicura di avere nuovamente sollecitato i competenti uffici della PCM alla individuazione di una definitiva proposta risolutiva, anche in relazione alle diverse opportunità offerte dal nuovo ciclo di programmazione comunitaria e tenendo conto della necessità di rispettare il citato Piano di Azione sottoscritto il 17 luglio 2014.

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ALLEGATO 4

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014 (C. 3123 Governo, approvato dal Senato).

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
   esaminato per quanto di propria competenza il Documento in oggetto,
   visto in particolare l'allegato B – direttiva 2014/60/UE in materia di restituzione di beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro;
   considerato che la direttiva è del 15 maggio 2014 e modifica la direttiva 93/7/CEE – già modificata dalle direttive 96/100/CE e 2001/38/CE – allo scopo di rafforzare la normativa che consente di ottenere la restituzione di beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro e che le modifiche sono volte a superare i limiti riscontrati nell'applicazione della direttiva del 1993 che, come evidenzia il punto 8) della premessa della nuova direttiva, sono derivati, in particolare, dalla ristrettezza del suo ambito di applicazione – risultante dalla condizioni stabilite nel suo allegato – dai termini brevi per l'avvio di un'azione di restituzione e dai costi legati alla medesima azione,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

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ALLEGATO 5

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2014 (Doc. LXXXVII, n. 3).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VII Commissione cultura, scienza e istruzione,
   esaminata la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2014, trasmesso alla Presidenza della Camera il 30 aprile 2015 e deferito, per la parte di competenza, alla VII Commissione;
   considerati i capitoli 5.3 e 5.4;
   osservato, tra l'altro, che:
    si tratta di un resoconto particolareggiato delle iniziative svolte dal Governo e, per esso, dalle strutture ministeriali preposte in materia di istruzione, formazione superiore, cultura e audiovisivo e turismo;
    sul piano amministrativo e dell'attuazione delle politiche comunitarie l'impegno è stato coronato da alcuni successi;
    il primo da segnalare è il programma Erasmus plus, cioè il rifinanziamento del programma Erasmus risultante dal raggruppamento in un unico contenitore dei vari programmi di formazione previsti precedentemente;
    in secondo luogo, l'Italia ha promosso in tema di scuola e università lo scambio di esperienze e la convergenza europea su tre temi: la valutazione scolastica, la valutazione della qualità dei dottorati di ricerca e la scuola dell'infanzia (programmi ECEC ed ELL);
    in terzo luogo, per come dà conto il documento trasmesso (si veda pagina 93), il Governo ha fatto un discreto uso dei fondi strutturali, sia del Fondo sociale europeo (FSE) sia del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR), spendendo in totale il 74 per cento delle risorse programmate;
    gli ambiti di questa spesa sono imputati a due Piani operativi nazionali (PON), il PON Competenze per lo sviluppo e il PON Ambienti per l'apprendimento;
    il documento – per vero – non offre specifici dettagli sul concreto impatto di questi PON né fornisce chiavi di lettura critica di questi meccanismi;
    per esempio, dal documento non è dato comprendere se la capacità di spesa sia migliorata rispetto ad anni precedenti o se permangono i diversi livelli di efficacia dell'impiego da parte delle regioni;
    ancora a esempio, la Commissione cultura, nel 2014, ha svolto un'indagine conoscitiva e ha analizzato l'impatto dei PON soprattutto per quanto riguarda le regioni dell'Obiettivo Convergenza (Sicilia, Puglia, Calabria e Campania);
    per quelle realtà, le conclusioni della Commissione non erano stati confortanti, perché, misurando lo scarto fra il punto di partenza e il punto di arrivo, ci si accorgeva che i livelli raggiunti – in termini di incremento di successo formativo – non erano molto rilevanti;
    erano state impiegate risorse molto ingenti, ma i risultati in termini di contrasto sono stati differenti. Era stato rilevato che regioni che hanno ricevuto anche molti fondi, ad esempio, non hanno visto Pag. 94migliorare in modo corrispondente le loro percentuali. È quindi necessario rendicontare gli esiti dei finanziamenti e dei progetti relativi. Soprattutto, i PON hanno creato progetti a termine anche validi, ma che, purtroppo, restano estemporanei non avendo modificato la routine scolastica;
    nelle conclusioni dell'indagine conoscitiva era sottolineato anche, con riferimento alle risorse finanziarie, come fosse necessario considerare che, sino ad oggi, gli interventi siano stati finanziati prevalentemente attraverso risorse comunitarie, in particolare del Fondo sociale, del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione. Naturalmente, occorre che le esperienze valide riescano a passare a sistema;
    in definitiva, la relazione del Governo avrebbe dovuto dare conto, in modo più genuino e pregnante, del nesso tra le politiche europee, anche come stimolate dall'azione italiana nelle sedi dell'UE, e la realtà operativa e concreta degli strumenti finanziari comunitari già adoperati;
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 6

Programma di lavoro della Commissione per il 2015 – Un nuovo inizio (COM(2014)910 final).
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o luglio 2014-31 dicembre 2015) (10948/1/14).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2015 (Doc. LXXXVII-bis, n. 3).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La VII Commissione cultura, scienza e istruzione,
   visto il Programma di lavoro della Commissione per il 2015 – Un nuovo inizio (COM(2014)910 final);
   esaminato inoltre il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea comunicato alla Presidenza della Camera il 24 giugno 2014 e deferito, per la parte di competenza, alla VII Commissione il 18 dicembre 2014;
   esaminata altresì la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2015, comunicato alla Presidenza della Camera l'11 marzo 2015;
   considerati i capitoli 2, punti 1.3, 4.1 e 9.4, e 3, punti 5, 6.1 e 7.1 della Relazione programmatica citata;
   osservato, tra l'altro, che:
    la tutela del diritto d'autore all'interno del mercato unico digitale è collegata anche a un approccio alle politiche fiscali che riconosca la specificità dell'opera. Sotto questo aspetto, sarebbe utile che l'Italia continuasse a sostenere l'equiparazione dell'aliquota IVA tra testi cartacei e testi in formato elettronico. Da un lato, dunque, la normativa europea è chiamata a sostenere la creatività e l'innovazione e promuovere un giusto riconoscimento ai creatori di opere e, dall'altra, a incoraggiare il più ampio accesso legale possibile, da parte dei cittadini, a beni e servizi, tutelati dai diritti d'autore;
    in continuità con gli obiettivi tematici perseguiti nel Semestre europeo di Presidenza, tra i settori al centro di interesse per il 2015 figura l'audiovisivo, con riferimento all'aggiornamento del quadro normativo regolamentare europeo applicato al nuovo scenario dei media e con riferimento al mantenimento dell'esclusione del settore audiovisivo dai negoziati del partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership – TTIP) in omaggio al principio dell'eccezione culturale;
    occorre che il Governo persegua anche, nelle debite sedi internazionali, la costituzione dei Caschi Blu per la protezione dei beni storici e archeologici, che corrono il rischio della distruzione da parte dell'ISIS, così come previsto in un ordine del giorno approvato dalla Camera (il n. 9/2893/2) e in una risoluzione approvata dalla Commissione istruzione del Senato in data 19 maggio 2015;
  esprime

PARERE FAVOREVOLE