CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 giugno 2015
456.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

7-00647 Mannino: iniziative del Governo per promuovere la cooperazione rafforzata in ambito europeo in tema di protezione ed uso sostenibile del suolo.

NUOVA FORMULAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  L'VIII Commissione,
   premesso che:
    il suolo ci fornisce cibo, biomasse, materie prime ed è una risorsa sostanzialmente non rinnovabile. Genericamente per suolo si intende lo strato superiore della crosta terrestre che rappresenta l'interfaccia tra terra, aria, acqua e ospita gran parte della biosfera, il degrado del suolo in Europa è un fenomeno complesso causato da pratiche agricole inadeguate, attività industriali, proliferazione urbana, opere di edificazione;
    il degrado del suolo ha ripercussioni dirette sulla qualità delle acque e dell'aria, ma può anche incidere sulla salute dei cittadini europei e mettere in pericolo la sicurezza dei prodotti destinati all'alimentazione umana e animale;
    dall'adozione della comunicazione del 2002 COM(2002) 179 ai giorni nostri l'Unione ha elaborato una serie di misure ed orientamenti atti a limitare il consumo del suolo;
    nel 2006 viene ufficializzata la «Strategia tematica per la protezione del suolo» attraverso lo strumento della Comunicazione, COM (2006)231. Tale strategia si propone e si articola su quattro pilastri fondamentali:
     a) adozione di una legislazione quadro finalizzata principalmente alla protezione e all'uso sostenibile del suolo;
     b) integrazione della protezione del suolo nella formulazione e nell'attuazione delle politiche nazionali e comunitarie;
     c) riduzione del divario oggi esistente di termini di conoscenze di alcuni settori della protezione del suolo, sostenendo la ricerca attraverso programmi di ricerca comunitari e nazionali;
     d) maggiore sensibilizzazione in merito alla necessità di difendere il suolo;
    a proposta legislativa che la Commissione ha ritenuto più idonea all'attuazione di tale strategia è stata la direttiva quadro, strumento flessibile, rispettoso della sussidiarietà grazie alla quale gli stati membri possono «modulare» il grado di accettabilità del rischio, il livello di ambizione in merito agli obiettivi da raggiungere, e la scelta delle misure più adeguate per realizzarli;
    è stato questo lo spirito con il quale il legislatore europeo ha presentato alla Commissione la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per la protezione del suolo COM (2006)236;
    il Parlamento europeo ha approvato, in prima lettura, la proposta di direttiva quadro sul suolo nel novembre 2007 con una maggioranza di circa 2 terzi, ma, una minoranza (Francia, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Malta e Austria) ha impedito che il Consiglio si esprimesse all'unanimità decretandone così il fallimento;
    preso atto della situazione, la Commissione europea, nonostante il suo impegno a conseguire la protezione del suolo (OJ C 163 del 28 maggio 2014), ha ritirato Pag. 89dalla sua agenda la proposta di direttiva quadro sul suolo (OJ C 153 del 21 maggio 2014);
    il quadro regolatorio europeo risulta monco se si pensa che l'Unione dispone già di una norma sulla qualità dell'aria sia di una norma qualità delle acque;
    il 2015 è stato indicato dall'ONU come l'anno internazionale dei suoli e che il primo maggio, a Milano, si inaugurerà l'Expo, evento mondiale che il nostro Paese ha scelto di dedicare ai temi summenzionati, che ha per titolo «Nutrire il Pianeta, Energia per la vita»,

impegna il Governo

ad adottare le iniziative utili per promuovere una cooperazione rafforzata ai sensi dell'articolo 20 del Trattato sull'Unione Europea, paragrafo 2, e degli articoli 326-334 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
(8-00113) «Mannino, De Rosa, Micillo, Busto, Daga, Terzoni, Zolezzi, Realacci, Tino Iannuzzi».

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ALLEGATO 2

In merito alla missione svolta a Bruxelles il 30 marzo 2015.

INCONTRO INTERPARLAMENTARE 30 MARZO

  L'incontro interparlamentare, dal titolo «Da Parigi – COP21 al 2050: una tabella di marcia verso un'Europa innovativa, a bassa intensità di carbonio ed efficiente nell'uso delle risorse», è stato organizzato dalla Commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento europeo.
  Esso ha registrato la partecipazione di 27 Camere. La delegazione della Camera era composta dai deputati Enrico Borghi (PD) e Mirko Busto (Movimento 5 Stelle). In rappresentanza del Senato era presente il Presidente della Commissione ambiente Giuseppe Francesco Maria Marinello (NCD-UDC).
  L'incontro è stato introdotto da Giovanni La Via, Presidente della Commissione ENVI, e da Edvards Smiltens, Vicepresidente della Commissione economia, agricoltura, ambiente e politica regionale della Saeima lettone (la Lettonia attualmente detiene la Presidenza di turno del Consiglio dell'UE)
  Il Presidente La Via ha preannunciato una relazione di iniziativa del Parlamento europeo, che verrà votata nell'autunno del 2015 in vista della 21a Conferenza delle Parti (COP) di dicembre. Si è quindi soffermato sull'importanza dell'applicazione della normativa ambientale europea, nel quadro del Settimo Programma di azione ambientale; ha infine richiamato il ruolo che in proposito i Parlamenti nazionali sono chiamati a svolgere e ha sottolineato il nesso tra competitività europea e realizzazione di obiettivi ambientali.
  Il parlamentare lettone si è invece soffermato sui risultati positivi del Consiglio ambiente dello scorso 6 marzo, nel quale gli Stati membri hanno ufficialmente aderito agli obiettivi definiti dal Consiglio europeo di ottobre sulle politiche dell'energia e del clima per il periodo successivo al 2020. L'onorevole Smiltens ha inoltre illustrato l'impegno negoziale della Lettonia, al fine di raggiungere un accordo ambizioso a Parigi.
  L'incontro si è successivamente articolato in due sessioni.
  La prima sessione, relativa a «L'alleanza di Parigi verso COP 21 – sfide, scommesse e ruolo della diplomazia ambientale europea», è stata introdotta da Miguel Arias Cañete, Commissario europeo per l'energia ed il cambiamento climatico. L'intervento del Commissario si è concentrato su tre temi: il contributo dell'UE alla Conferenza di Parigi; lo stato dei negoziati con altri Paesi e regioni; il ruolo che possono svolgere i Parlamenti nazionali.
  Con riferimento al primo aspetto, ha richiamato l'accordo in Consiglio ambiente sugli «Intended nationally determined contribution» (INDCs) al fine di realizzare l'obiettivo vincolante per il 2030 di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 40 per cento rispetto al 1990; il Commissario ha anche evidenziato l'impegno della Commissione in cinque settori chiave (efficienza energetica, mercato interno, sicurezza energetica, decarbonizzazione, ricerca e innovazione), preannunciando la pubblicazione, nei prossimi mesi, di un Piano di azione dell'Unione europea. Con riferimento al secondo tema, ha richiamato l'obiettivo di pervenire a Parigi ad un accordo giuridicamente vincolante, che miri ad una riduzione delle emissioni globali del 60 per cento entro il 2050. Pag. 91Ricordando che finora, oltre all'UE, solo Svizzera, Norvegia e Messico hanno presentato i loro INDCs, ha espresso l'auspicio che gli Stati Uniti e gli altri Paesi del G20 facciano altrettanto. Il Commissario si è inoltre impegnato a informare costantemente il Parlamento europeo durante i negoziati. Rispetto al ruolo dei Parlamenti, si è soffermato in particolare sul post-Parigi, ovvero sulla fase in cui dovrà essere ratificato il nuovo accordo.
  Successivamente, è intervenuto Henri Kox, Vice-Presidente del Parlamento lussemburghese e Presidente della Commissione ambiente e della Sottocommissione su clima ed energia. Il relatore si è soffermato sul tema del coinvolgimento della società civile in sede di attuazione degli accordi e sulla necessità di un costante monitoraggio dei risultati che si raggiungeranno; inoltre, specificamente richiamando recenti interventi normativi in Lussemburgo, ha evidenziato la necessità di ispirarsi alle esperienze locali e regionali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Rispetto al tema del rafforzamento del ruolo dei Parlamenti, ha ricordato la recente creazione di un'apposita Commissione per il clima nel Parlamento lussemburghese, nonché il modello finlandese, che prevede un forte ruolo di monitoraggio parlamentare per la realizzazione degli obiettivi climatici. Ha infine confermato l'impegno della Presidenza lussemburghese affinché la Conferenza di Parigi sia un successo e ha evidenziato la necessità che, nelle conclusioni, si faccia riferimento al tema del finanziamento per obiettivi climatici ai Paesi in via di sviluppo.
  Nel corso del dibattito, molti interventi hanno rilevato la necessità di una coerente strategia negoziale in vista della Conferenza di Parigi e si sono concentrati sulla nozione di «diplomazia ambientale», in particolare con riferimento al ruolo negoziale della Commissione europea e al raccordo tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali (Senato francese, Parlamento belga, Parlamento cipriota). Alcuni parlamentari hanno chiesto chiarimenti sulla forma giuridica che potrà rivestire l'accordo (Irlanda, Portogallo) e fino a che punto esso possa essere vincolante (europarlamentare Jo Leinen, Germania, S&D).
  Il parlamentare polacco ha preannunciato l'appoggio della Polonia ad ogni accordo che contribuisca all'obiettivo di limitare l'aumento globale della temperatura entro i 2 oC, rilevando tuttavia che tale accordo non è realizzabile senza la collaborazione dei partner economici. Il parlamentare ungherese ha avvertito che occorre evitare misure che possano compromettere la competitività o produrre distorsioni della concorrenza. Il Presidente Marinello si è soffermato sulla necessità di coniugare gli obiettivi climatici con lo sviluppo della competitività e ha evidenziato l'esigenza di un raccordo negoziale con i Paesi emergenti, in particolare dell'area del Mediterraneo.
  Diversi parlamentari hanno espresso dubbi circa l'effettiva possibilità di pervenire ad un accordo che consenta il rispetto del limite dei 2 gradi. Per realizzare tale risultato l'europarlamentare Jo Leinen (Germania, S&D) ha ribadito la necessità di partnership con i Paesi in via di sviluppo e il rappresentante del Bundesrat di una svolta in materia energetica. Sul tema dell'energia, l'europarlamentare Pedicini (M5S) ha posto la questione dell'autonomia nazionale nella definizione del mix energetico.
  Lo stesso Jo Linen ha individuato il tema delle risorse come uno dei punti cruciali di cui si discuterà a Parigi; tale tema è stato ripreso dal Senato francese, che ha chiesto dati concreti sul Fondo verde per il Clima a favore dei Paesi in via di sviluppo, deciso a Copenaghen nel 2009, sul quale si è soffermato anche il Vicepresidente francese della Commissione ENVI Pargneaux (S&D). La rappresentante del Bundestag tedesco ha posto la questione delle risorse e degli investimenti per realizzare la transizione energetica.
  L'on. Busto ha evidenziato che, per raggiungere gli obiettivi climatici, non bastano interventi volti a rendere efficienti le produzioni, ma occorre rimettere radicalmente in discussione il sistema produttivo ed economico ed adottare un approccio Pag. 92bottom-up. La politica deve recuperare il suo ruolo di indirizzo, contribuendo al cambiamento delle abitudini e degli stili di vita dei cittadini. In proposito, l'onorevole Busto ha anche richiamato alcuni dati FAO e pubblicazioni scientifiche che evidenziano l'impatto della produzione alimentare sul superamento della soglia dei due gradi. Il tema delle emissioni prodotte dall'allevamento bovino e dell'impatto climatico derivante dalle abitudini alimentari dei consumatori è stato ripreso dal parlamentare europeo Eck (Germania, GUE).
  Nel corso del dibattito è stato anche richiamato il negoziato in corso sull'accordo commerciale con gli Stati Uniti (cd. TTIP), nell'ambito del quale andrebbe inserito un capitolo energia (parlamentare portoghese) e obblighi chiari in materia di lotta al cambiamento climatico (parlamentare lituano).
  Alcuni interventi si sono concentrati in generale sulla politica ambientale europea, che dovrebbe basarsi su un approccio trasversale che informi anche le politiche settoriali (Spagna). La parlamentare olandese ha infine rilevato l'esigenza di disporre di dati realistici in materia di cambiamento climatico.
  In sede di replica, il Commissario Cañete, con riferimento al concetto di diplomazia ambientale, si è soffermato sugli sforzi negoziali in corso da parte degli Stati membri e dell'UE, in coordinamento con la Presidenza francese, in vista della Conferenza di Parigi; ha inoltre sottolineato l'enorme potenziale che può essere svolto dalla rete diplomatica europea, nella trasmissione di informazioni e nel supporto ai Paesi in via di sviluppo ai fini della preparazione dei loro obiettivi ambientali. Con riferimento ai risultati della Conferenza di Parigi, ha espresso la sua preferenza per un Protocollo, ai sensi della Convenzione ONU sul cambiamento climatico, che possa essere oggetto di revisione ogni cinque anni. Il Commissario ha richiamato, quale punto centrale della discussione a Parigi, il tema dei finanziamenti e del trasferimento di tecnologia a favore dei Paesi in via di sviluppo. Sull'aspetto finanziario ha evidenziato la necessità di migliorare il clima per investimenti volti alla riduzione delle emissioni e si è soffermato sulle opportunità offerte dai fondi strutturali. Richiamando una relazione indipendente, il Commissario ha quindi fornito dati dettagliati sui contributi per il clima forniti dai Paesi sviluppati a favore dei Paesi in via di sviluppo, secondo i quali la soglia dei 100 miliardi di dollari decisa a Copenaghen è raggiungibile entro il 2020; l'Unione europea e i suoi Membri, nel solo 2013, hanno contribuito con 12 miliardi di dollari. Il Commissario ha infine richiamato le criticità espresse da alcuni Stati membri con riferimento, da un lato, all'inclusione dell'agricoltura, dell'utilizzazione dei suoli e della silvicoltura nella riduzione del 40 per cento delle emissioni e, dall'altro, all'impatto sulla sicurezza alimentare degli sforzi di mitigazione dell'utilizzo dei suoli. Il Commissario ha sottolineato il ruolo che può essere svolto dall'innovazione al fine di superare tali criticità.
  La seconda sessione dell'incontro verteva sul tema «Oltre Parigi COP 21: verso un'Europa innovativa, a bassa intensità di carbonio ed efficiente nell'uso delle risorse».
  Essa è stata introdotta da Karmenu Vella, Commissario all'ambiente, affari marittimi e pesca, il quale ha evidenziato i risultati positivi prodotti dalle politiche ambientali UE, anche in termini di aumento di posti di lavoro e crescita economica, ma, al contempo, ha richiamato la necessità di misure ulteriori, in primis sull'efficienza delle risorse, al fine di realizzare gli obiettivi prefissati per il 2050. A tal fine, il Commissario si è soffermato sulla necessità di perseguire un modello di economia circolare, da realizzare attraverso strumenti normativi e meccanismi di mercato che consentano di re-iniettare nella produzione i materiali dopo il loro primo utilizzo. Il Commissario ha anche preannunciato la presentazione da parte della Commissione europea del nuovo pacchetto sull'economia circolare entro fine anno, nell'ambito del quale, al fine di favorire investimenti, la Commissione sta studiando possibili incentivi economici e Pag. 93meccanismi volti ad accrescere la sicurezza del quadro normativo. Il Commissario Vella ha quindi richiamato le potenzialità offerte, da un lato, dall'applicazione del Piano Juncker per realizzare investimenti nel settore dei rifiuti e nuovi modi di produrre e consumare e, dall'altro, dal Programma Horizon 2020, per la ricerca e l'innovazione. Il relatore si è quindi soffermato sui costi che potrebbero derivare dalla mancata attuazione della normativa ambientale europea; con riferimento alle risorse disponibili, ha richiamato gli strumenti finanziari europei e, illustrando ulteriori possibili opzioni a livello nazionale, ha enfatizzato gli effetti positivi che potrebbero derivare da misure in materia di fiscalità ambientale. Il Commissario ha quindi evidenziato che, oltre che i negoziati sul clima, priorità della Commissione è la definizione dell'Agenda per lo sviluppo post- 2015. Dopo avere richiamato la Comunicazione recentemente pubblicata in materia, ha sottolineato come la Commissione stia lavorando in stretta collaborazione con la Germania (attuale Presidente del G7), al fine di riaffermare il ruolo guida dell'UE per il post-2015. Il Commissario ha quindi rilevato la necessità di un approccio coerente in materia ambientale a livello globale, europeo e locale e ha posto l'accento sul ruolo dei Parlamenti nazionali, comunicando la sua disponibilità ad intervenire su questi temi nelle singole Capitali.
  Il Direttore esecutivo dell'Agenzia europea per l'ambiente Hans Bruyninckx ha presentato la Relazione sullo stato dell'ambiente in Europa, predisposta sulla base dei dati che ogni cinque anni vengono raccolti negli Stati membri e articolata in 25 briefing sui vari temi e una serie raffronti transnazionali. La Relazione mostra in termini generali che politiche ambientali ambiziose e ben attuate producono risultati positivi per l'ambiente e l'economia; le sfide future si concentrano sui sistemi di produzione e consumo, sull'energia, sull'agricoltura, sull'ambiente, sui trasporti e sul sistema urbano; per realizzare gli obiettivi del 2050 non è sufficiente l'approccio progressivo fin qui seguito; grandi opportunità sono offerti da misure in materia di innovazione. Il Direttore ha inoltre illustrato dati che dimostrano come il settore verde, rispetto ad altri settori, abbia pienamente superato la crisi e creato numerosi posti di lavoro. Il relatore ha quindi evidenziato le forti divergenze tra Paesi nell'attuazione delle politiche ambientali, richiamando in particolare dati concernenti il consumo energetico, i rifiuti, la mitigazione climatica. Ha quindi ripreso il tema dell'innovazione tecnologica, economica e sociale, fondamentale per realizzare gli obiettivi in materia ambientale, nonché il tema delle riforme fiscali in materia ambientale. Il relatore si è infine soffermato sulla questione delle risorse per l'ambiente e sulla dimensione del Fondo per il clima, rispetto al quale andrebbe coinvolto anche il settore privato.
  Nel corso del dibattito, sono stati affrontati i temi del passaggio al modello di economia circolare, che rappresenterà una priorità per la Presidenza olandese (parlamentare dei Paesi Bassi) e dell'armonizzazione delle misure adottate a livello nazionale in materia ambientale (parlamentari croato e maltese). Anche l'europarlamentare italiana Eleonora Evi (M5S) ha posto con forza la questione dei ritardi nell'attuazione della normativa ambientale europea ed ha ripreso il tema della fiscalità ambientale, considerata come una delle principali leve su cui insistere; l'europarlamentare ha inoltre evidenziato la necessità di una maggiore attenzione per i progetti verdi in sede di applicazione del Piano Juncker.
  La rappresentante dell'Assemblea nazionale francese, richiamando la legge sulla transizione energetica in discussione a livello nazionale, ha posto la questione del rispetto dei vincoli posti dal Patto di stabilità e crescita ai fini dell'attuazione delle misure in essa contenute; sul tema delle risorse, ha chiesto chiarimenti sui criteri per l'utilizzazione dei finanziamenti a favore del clima previsti nel quadro finanziario pluriennale.
  Altre questioni sollevate nel dibattito hanno riguardato il trasferimento di attività Pag. 94e tecnologie più inquinanti dai Paesi più sviluppati a quelli meno sviluppati e il ruolo che l'UE può svolgere in tale ambito (Romania); tale tema è stato ripreso anche dall'Assemblea nazionale francese, che più in generale si è soffermata sulle modalità di calcolo delle emissioni e sul criterio dell'impronta di carbonio, penalizzante per la Francia.
  Il rappresentante spagnolo si è soffermato sull'importanza delle interconnessioni energetiche e del coinvolgimento del settore privato nella lotta al cambiamento climatico. Il parlamentare sloveno ha richiamato il ruolo che può essere svolto dalle comunità locali per il raggiungimento di obiettivi ambientali.
  I parlamentari portoghese e maltese si sono concentrati sul tema della carenza delle risorse idriche; quest'ultimo ha anche lanciato l'idea di un'iniziativa specifica per il sud Europa.
  Taluni parlamentari hanno infine menzionato specifiche situazioni nazionali, quali le misure adottate contro il cambiamento climatico in Croazia e in Ungheria o la questione del trasferimento di rifiuti dall'Albania alla Croazia (parlamentare croato; europarlamentare croata Suica, PPE).
  In sede di replica, il Direttore Hans Bruyninckx è intervenuto: sul tema della delocalizzazione, sottolineando come le scelte delle aziende si basano su considerazioni legate più alle leggi salariali che non ambientali; sul tema della micro produzione di energia in ambiente rurale preannunciando un'apposita relazione dell'Agenzia in materia; sul Piano Juncker, evidenziando come alcuni dei criteri previsti dalla proposta di regolamento istitutiva del Fondo per gli investimenti strategici siano ricollegabili ad obiettivi ambientali; sul tema dell'agricoltura sostenibile e degli sprechi alimentari, sui quali l'Agenzia sta lavorando; sui Piani di adattamento al cambiamento climatico, presentati da quasi tutti gli Stati, in corso di esame da parte dell'Agenzia. Il Direttore ha chiuso il suo intervento citando lo studio della Banca mondiale «4 gradi» nel quale sono descritti scenari devastanti nell'ipotesi di un aumento della temperatura globale di 4 gradi entro il 2060.
  Il Commissario Vella ha segnalato l'esigenza di un approccio più ambizioso anche nell'attuazione a livello nazionale della normativa ambientale, che vada oltre il mero recepimento della normativa europea, e ha posto l'accento sui benefici che ne deriverebbero in termini di crescita e di creazione di posti di lavoro. Ha riaffermato la necessità di un coinvolgimento dei cittadini nelle politiche ambientale e il ruolo che può essere svolto dagli stessi nel segnalare il mancato raggiungimento degli obiettivi ambientali da parte degli Stati membri. Con riferimento alle proposte in materia di economia circolare, ha ribadito che il ritiro del precedente pacchetto è finalizzato alla presentazione (in autunno) di proposte più ambiziose. In tale ambito, sui rifiuti verrà adottato un approccio che non si concentrerà soltanto sul fine vita dei prodotti, ma che sposterà l'accento dai consumi alla produzione; la Commissione sta anche lavorando su proposte che favoriscano l'immissione sul mercato dei prodotti riciclati. Il Commissario ha concluso l'intervento, confermando l'attenzione della Commissione per la sostenibilità dei progetti finanziabili dal Piano Juncker.