CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 maggio 2015
450.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-05048 Carnevali: Sul contrasto su scala nazionale del fenomeno del bullismo delle scuole.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il tema posto all'attenzione con l'interrogazione cui si risponde è oggetto di costante e intenso interesse da parte del Ministero. L'impegno profuso dall'Amministrazione nel promuovere l'educazione alla legalità e al rispetto delle regole e nel contrastare qualsiasi forma di violenza è ampio e di seguito si accennerà ad alcune misure.
  Si può affermare che, così come a livello centrale sono numerosi gli strumenti di indirizzo adottati, l'azione degli uffici operativi è quanto mai tempestiva nell'affrontare i singoli episodi segnalati o dei quali si viene a conoscenza tramite i mezzi d'informazione.
  Tanto è avvenuto anche nelle due situazioni ricordate dall'onorevole interrogante.
  Con riferimento a quanto verificatosi presso l'istituto professionale «Pastore» di Varallo Sesia, l'Ufficio scolastico regionale per il Piemonte ha immediatamente disposto un'indagine ispettiva per chiarire la dinamica dei fatti e le responsabilità delle persone coinvolte. All'esito degli accertamenti, sono stati avviati procedimenti disciplinari sia nei confronti della docente presente in aula, sia verso gli studenti autori dei comportamenti violenti che nei confronti di coloro che hanno assunto un ruolo di spettatori passivi.
  Inoltre, sono state realizzate attività informative e formative, dedicate a tutti gli studenti e a tutti i docenti dell'istituto. Tali iniziative, che hanno visto la partecipazione di esperti della materia, sono state organizzate dall'Ufficio scolastico regionale per il Piemonte, dalla competente Direzione generale di questo Ministero, dall'Associazione «Telefono azzurro» e dalla Polizia postale e delle comunicazioni, in collaborazione tra loro.
  Analogamente, il dirigente scolastico dell'Istituto «Carlo Livi» di Prato ha immediatamente avviato un'indagine conoscitiva su quanto avvenuto nella sezione staccata del liceo artistico di Montemurlo. Si è poi riunito il consiglio di classe in seduta straordinaria per l'istruttoria della procedura disciplinare nei confronti dell'allieva che si è conclusa con la comminazione della sospensione dalle lezioni per avere la stessa realizzato e messo in rete un video lesivo della dignità della compagna.
Come sopra accennato, il Ministero è fortemente impegnato a prevenire il fenomeno del cyberbullismo, che ha interessato in maniera significativa la generazione dei così detti digital natives.
  Infatti, dall'obiettivo di dare sistematicità e omogeneità a lutti gli interventi preventivi e ai progetti finora realizzati sul territorio nazionale, finalizzati a prevenire ogni forma di violenza giovanile, è scaturita l'esigenza di definire linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo destinate al personale della scuola, agli studenti e alle famiglie che contengano indicazioni e riflessioni per la conoscenza e la prevenzione del cyberbullismo e dei fenomeni ad esso correlati.
  Per queste ragioni alle Linee di indirizzo generali e azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo adottate già il 5 febbraio 2007, hanno recentemente fatto seguito le nuove Linee di orientamento per azioni di prevenzione Pag. 51e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo. Si tratta di un documento realizzato da esperti che ha visto il coinvolgimento di 30 enti e associazioni aderenti all'Advisory Board dell'iniziativa Safer Internet Centre. Tali Linee sono state pubblicate lo scorso 13 aprile e sono consultabili in rete.
  Queste nuove Linee danno continuità e si innestano nelle politiche e negli strumenti già in uso da tempo quali, ad esempio, il numero verde; il sito internet smontailbullo.it – che si occupa di inquadrare il fenomeno da un punto di vista psico-sociologico e culturale, fornendo utili strumenti e suggerimenti per fronteggiarlo, ed indicando una ricca bibliografia e filmografia sull'argomento; l'indirizzo mail bullismo@istruzione.it che, così come il numero verde, accoglie segnalazioni di casi ma anche richieste di informazioni e consigli; gli Osservatori regionali permanenti sul bullismo attivi presso gli Uffici scolastici regionali, che rappresentano un importante riferimento a livello territoriale.
  Alla luce delle nuove Linee, le scuole sono invitate a «favorire la costituzione di reti territoriali allo scopo di realizzare progetti comuni e di valutare processi e risultati prodotti». La comunità scolastica è chiamata nel suo complesso ad aggiornare il regolamento di istituto, per esempio, anche sul fronte delle sanzioni disciplinari; ad aiutare famiglie e studenti con questionari; ad aprire sportelli di ascolto on line o dal vivo; a far entrare esperti in istituto a seconda delle esigenze del momento.
  Oltre a ciò, i citati Osservatori regionali devono confluire nei Centri territoriali di supporto (CTS), già istituiti dagli USR in accordo con il MIUR, ai quali spetta di coordinarsi con altri enti per gestire risorse e offrire servizi ai ragazzi che si confrontano con episodi di bullismo e cyberstalking.
  Infatti, per dare concretezza alle indicazioni fornite, il MIUR, intende procedere ad una reinterpretazione della struttura organizzativa creata precedentemente, vale a dire gli Osservatori Regionali che, negli ultimi anni, hanno svolto un ruolo di supporto alle scuole e di raccordo con Enti pubblici e del Terzo Settore. Una «riorganizzazione della governance», quindi, con il trasferimento delle funzioni oggi in capo agli Osservatori regionali sia ai Centri territoriali di supporto, istituiti nell'ambito del Progetto «Nuove tecnologie e disabilità» dagli Uffici scolastici regionali in accordo con il MIUR e collocati a livello provinciale presso scuole-polo, sia alle loro ulteriori articolazioni territoriali.
  Alla competente Direzione generale di questo Ministero è affidato, altresì, il compito di coordinare il progetto «Generazioni Connesse – Safer Internet Centre Italiano», cofinanziato dalla Commissione Europea in partenariato con alcune delle principali realtà italiane che si occupano di sicurezza in rete. Il progetto, i cui dettagli sono consultabili sul sito www.generazioniconnesse.it, agisce su tre ambiti specifici: la realizzazione di programmi di educazione e sensibilizzazione sull'utilizzo sicuro di Internet (rivolti a bambini e adolescenti, genitori, insegnanti, educatori); la Helpline, per supportare gli utenti su problematiche legate alla rete, e due Hotlines per segnalare la presenza on line di materiale pedopornografico.

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ALLEGATO 2

5-05330 Oliverio: Sulla preparazione alla prova di maturità nel liceo scientifico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla prova simulata di matematica del 25 febbraio u.s. si precisa che il Regolamento recante norme per lo svolgimento della seconda prova scritta degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado del 29 gennaio u.s. non ha mutato la tipologia della seconda prova, che quindi rimane identica a quella degli anni precedenti; essa consiste in due problemi, di cui lo studente deve svolgerne uno, e in dieci quesiti, di cui ne deve svolgere cinque.
  L'articolo 8, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 2010, in materia di riordino dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei, ha invece ridefinito il profilo in uscita al percorso di studi relativo al liceo scientifico. Gli obiettivi specifici di apprendimento e le competenze in uscita al percorso sono conseguentemente elencate nelle relative «Indicazioni nazionali».
  Con l'anno scolastico in corso, 2014/2015, si conclude, pertanto, il primo quinquennio di applicazione della riforma e l'esame di Stato non può non tener conto di quanto stabilito nelle Indicazioni nazionali, in particolare la seconda prova che verte su discipline caratterizzanti l'indirizzo di studio (matematica e fisica). In particolare, la prova deve valutare la competenza in matematica oltre alle conoscenze e alle abilità nella soluzione di problemi che devono essere attinenti a situazioni di realtà. Quanto riportato nelle Indicazioni nazionali è stato recepito anche dagli autori di libri di testo che, ormai, propongono negli eserciziari problemi attinenti a situazioni di realtà.
  Si riferisce inoltre che, in base a quanto previsto dal decreto ministeriale n. 821 dell'11 ottobre 2013, sono stati stanziati a livello nazionale fondi a favore di iniziative di formazione del personale docente della scuola secondaria di secondo grado in relazione all'esigenza di adeguare l'organizzazione e lo svolgimento degli esami di Stato alle modifiche introdotte dai regolamenti di riordino di cui ai decreti del Presidente della Repubblica n. 87, 88 e 89 del 2010. I corsi di formazione sono avviati dagli Uffici scolastici regionali a partire dal corrente anno scolastico.
  Per quanto riguarda più specificamente la simulazione della seconda prova di matematica effettuata il 25 febbraio scorso oggetto dell'interrogazione in discussione, si evidenzia che in 716 istituti, coinvolgendo circa 47.263 allievi, è stato effettuato un monitoraggio dei risultati ottenuti dagli studenti. Gli esiti hanno dimostrato la capacità di soluzione dei problemi proposti con il 55 per cento di risultati oltre la sufficienza, il 30 per cento vicini alla sufficienza e il 15 per cento insufficienti.
  Questi dati non si discostano molto dai risultati ottenuti nella seconda prova di esame nei precedenti anni scolastici 2013/2014 e 2014/2015, quando si era ottenuto il 15 per cento di risultati insufficienti. I dati presentano, inoltre, una distribuzione omogenea su tutto il territorio nazionale. Analogo monitoraggio è stato effettuato per la seconda simulazione, svoltasi il 22 aprile scorso.
  In conclusione, questo Ministero si impegna fin d'ora a monitorare anche i risultati della seconda prova di matematica negli esami di Stato attraverso un questionario disponibile nell'applicativo SIDI per tutte le commissioni d'esame.

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ALLEGATO 3

5-05006 Rostellato: Sulla consistenza del personale addetto agli archivi di Stato.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'Onorevole Valente, unitamente ad altri, chiede rassicurazioni in merito alla perdurante funzionalità degli Archivi di Stato nella loro attività di studio, ricerca e conservazione del patrimonio culturale in essi conservato.
  Permettetemi di concordare, in via preliminare, con quanto osservato dagli Onorevoli interroganti circa gli effetti negativi della lenta erosione delle risorse dedicate al settore archivistico e del mancato turn over.
  Desidero poi sottolineare che il compito istituzionale di conservazione dei beni archivistici statali è esercitato dall'Archivio Centrale dello Stato (per i documenti prodotti dagli organi centrali dello Stato unitario), da 97 Archivi di Stato e da 34 sezioni di Archivio di Stato (per i documenti prodotti dagli Stati preunitari e dagli organi periferici dello Stato unitario).
  Il compito istituzionale di tutela del patrimonio archivistico non statale e di controllo sulla circolazione interna e internazionale è invece esercitato da 14 Soprintendenze Archivistiche, di cui 3 (Bologna, Genova e Palermo) svolgono anche i compiti di conservazione tipici degli Archivi di Stato.
  Spettano invece all'istituto Centrale per gli Archivi compiti di coordinamento, consulenza e ricerca in materia di ordinamento e inventariazione, anche in rapporto allo sviluppo delle nuove tecnologie.
  Gli Archivi di Stato italiani conservano un patrimonio senza uguali, che consiste in (dati Sistan 2012, ultimi disponibili):
   13.475.877 unità cartacee;
   1.347.364 pergamene, 803.785 mappe, 35.826 sigilli e tipari, 12.957 monete;
   903.046 fotografie, 5.507.337 negativi, 506.476 microfilms, 549.105 microfiches;
   154.537 audiovisivi.

  Lo sviluppo delle relative scaffalature ammonta a 1.609.499 metri lineari.
  A ciò si aggiunga che gli Archivi di Stato più importanti conservano raccolte bibliografiche non inferiori, per consistenza e pregio, a quelle di molte biblioteche pubbliche statali e per questo assoggettate al medesimo regime giuridico (regio decreto 26 agosto 1927, n. 1917).
  Purtroppo, molti Istituti non sono, però, da anni in grado di ricevere nuovi versamenti per carenza di spazio.
  Occorre altresì rilevare che l'articolo 12, comma 4, lettera b), del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, ha diminuito i termini per il versamento agli Archivi di Stato della documentazione prodotta dagli organi amministrativi e giudiziari dello Stato e non più occorrente alle necessità del servizio.
  Se quindi, in media, ogni anno l'incremento del patrimonio è quantificabile in 6.500 metri lineari di scaffalature, ciò imporrà, in fase di prima applicazione, l'obbligo di ricevere almeno metri lineari di documentazione.
  L'abolizione delle Province, infine, creerà il problema della conservazione dei loro archivi.
  Ove si stabilisse di assegnarli alla cura del Ministero, ed in particolare alla Direzione generale Archivi, la necessità di Pag. 54spazi aumenterebbe in maniera esponenziale. A tal fine, la stessa Direzione generale ha proposto anche il trasferimento degli immobili demaniali in cui tali Enti hanno sinora operato, in funzione della nascita di poli archivistici.
  Tengo ad assicurare in questa occasione che il Ministero è attivamente impegnato, con il Governo nel suo complesso, per affrontare al più presto, eventualmente ricorrendo anche alla decretazione d'urgenza, il tema degli Archivi e delle biblioteche delle Province e delle sedi in cui essi sono ospitati.
  Attualmente, sono utilizzati, come sedi ad uso degli Istituti archivistici:
   238 immobili, di cui:
    82 in uso governativo;
    19 in comodato d'uso;
    137 assunti in locazione passiva (di cui 26 appartenenti a enti locali, 11 a altri enti e i restanti a privati) Il relativo stanziamento in bilancio ammonta, per il 2014, a euro 20.265.577,00.

  Il problema dell'improficua spesa per locazioni passive, mediante un piano di acquisizioni, è stato più volte segnalato dalla stessa Direzione generale Archivi che aveva anche ipotizzato il ricorso all'istituto del leasing per finanziare la costruzione di edifici destinati appositamente a archivio e acquistare complessi non vincolati. Ipotesi tuttavia non praticabile allo stato dell'attuale legislazione.
  La dismissione di ex caserme potrebbe però rendere ipotizzabile un piano di riutilizzo di tali immobili quali sedi di Archivio di Stato.
  Anche se, come è noto, gli edifici adibiti a uso archivio devono essere conformi, non solo alla disciplina generale di prevenzione incendi e di sicurezza e igiene del lavoro ma devono anche corrispondere a specifici standard costruttivi, tecnici e di sicurezza, fissati sia a livello nazionale che a livello internazionale, dal Consiglio Internazionale degli Archivi.
  Un ulteriore aspetto da evidenziare è quello connesso alla normativa in materia di razionalizzazione degli spazi della P.A., che prevede, tra l'altro, una riduzione, in termini di spazio, del 30 per cento degli immobili demaniali utilizzati, nonché una riduzione, in termini economici, del 50 per cento della spesa per locazioni. Ciò contrasta con la missione istituzionale degli istituti archivistici, finalizzata alla corretta conservazione dei fondi documentari, a tutela sia delle situazioni giuridicamente rilevanti dei cittadini che dell'interesse, costituzionalmente protetto, alla ricerca storica, in specie dopo le innovazioni recate dal decreto-legge n. 83/2014.
  Alla luce di quanto sopra rappresentato, si evidenzia come l'uso di un complesso demaniale non costituisce, quindi, una soluzione fattibile tout court, specie in una fase di tagli consistenti alle spese che rendono impossibile finanziare interventi onerosi di adeguamento strutturale, funzionale e impiantistico, indispensabili per la destinazione ad archivio. Giova in proposito sottolineare la progressiva diminuzione, negli anni, dei finanziamenti disponibili per investimenti.
  Vorrei rammentare che, nel 2004, furono assegnati complessivamente euro 28.317.339,46 tra programmazione ordinaria per i lavori pubblici, programmazione Fondi Lotto, risorse derivanti dal fondo unico degli investimenti e proventi derivanti dagli introiti dei biglietti; per l'anno 2014 sono stati invece stanziati complessivamente euro 3.535.488,00 (poco più del 12 per cento di quanto assegnato dieci anni fa).
  Si precisa che questa Amministrazione ha sempre verificato l'eventuale disponibilità di immobili in uso governativo prima di assentire a nuove locazioni e procede tuttora a valutare attentamente ogni proposta di immobili demaniali, effettuando studi di fattibilità finalizzati a determinarne l'idoneità in rapporto alle risorse ottenibili.
  Viene verificata, in via prioritaria, la disponibilità, sull'applicativo informatico messo a disposizione dell'Agenzia del Demanio (cosiddetto «Paloma» all'interno dell'applicativo «Ratio»), di immobili di proprietà pubblica, e/o di enti pubblici territoriali e non territoriali. In caso di assenza, nel predetto sistema, di beni idonei Pag. 55all'uso, viene richiesta, alla locale Agenzia del Demanio, la prevista dichiarazione di indisponibilità di beni demaniali; contemporaneamente, si richiede alle Regioni ed agli Enti locali di verificare la disponibilità di immobili da concedere a titolo gratuito. Ove tutte le predette ricerche avessero esito negativo, viene esperita indagine di mercato mediante idonee e documentate forme di pubblicità attraverso la stampa; ci si avvale, altresì, delle informazioni presenti nell'applicativo «Paloma» relative a beni di proprietà privata; in questo modo, ai sensi dell'articolo 24 del decreto-legge n. 66 del 2014, si considerano assolti i relativi obblighi di legge in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni.
  Giova altresì ricordare che alcuni Istituti sono tuttora ospitati a titolo oneroso in immobili di proprietà delle Amministrazioni Provinciali, cui fino al 1960 competeva l'onere per la fornitura di locali, suppellettili e servizi per gli Archivi di Stato e che per tale titolo avevano, a suo tempo, ricevuto contributi statali (legge 9 luglio 1959, n. 558).
  In sede di applicazione della legge 7 aprile 2014, n. 56, si sta valutando la proposta della Direzione generale di trasferimento di tali complessi immobiliari allo Stato e di altre iniziative normative che assicurino una migliore efficienza e efficacia dell'attività di tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico.

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ALLEGATO 4

5-04763 Luigi Gallo: Sulla società «Arte lavoro e servizi – Ales Spa».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'Onorevole Gallo, unitamente ad altri suoi Onorevoli colleghi, richiede notizie in merito all'attività svolta nell'area archeologica di Pompei dalla Società Ales.
  Nel concordare, preliminarmente, con la sintetica ricostruzione «storica» sulla istituzione di Ales Spa vorrei anticipare che la risposta, essendo puntualmente articolata sui punti evidenziati dagli onorevoli interroganti e risulterà, sotto alcuni aspetti, ridondante.
  Inizio formulando alcune precisazioni laddove si afferma che «nella deliberazione n. 67 del 2011 l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha evidenziato come Ales ed Arcus abbiano le stesse funzioni e che nessuna delle due società avrebbe i requisiti per operare in house providing, nonostante la partecipazione totalitaria del MIBACT».
  L'affermazione infatti non restituisce il fatto nella sua completezza.
  Successivamente alla citata deliberazione n. 67 del 6 luglio 2011 dell'Autorità di Vigilanza, il Ministero per i beni culturali ha provveduto a variare lo Statuto di Ales (in data 3 agosto 2011) introducendovi il meccanismo del controllo analogo, costituendo un apposito e specifico Comitato e dotandolo di apposito e specifico regolamento.
  Tali modifiche sono state invero prese in considerazione dalla Autorità di Vigilanza con una nota del 12 dicembre 2011 (indirizzata al Ministro pro tempore), ed in particolare, con specifico riferimento alla configurabilità giuridica di Ales quale società «in house» del MiBACT, la medesima Autorità ha preso atto dell'avvenuta istituzione di un effettivo controllo analogo che ha consentito di raggiungere l'obiettivo di vincolare l'attività di gestione ordinaria e straordinaria della Società alle prescrizioni del Ministero con atti vincolanti provenienti dall'Amministrazione medesima.
  È stato così attuato un meccanismo tale da sostanziare il controllo analogo in un «potere di comando direttamente esercitato sulla gestione dell'ente con modalità e con un'intensità non riconducibili ai diritti ed alle facoltà che normalmente spettano al socio (fosse pure un socio unico) in base alle regole dettate dal codice civile», come più tardi affermato nella sentenza delle Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione del 25 novembre 2013, n. 26283.
  Si evidenzia, ad ogni buon conto, che Ales e Arcus non hanno affatto le stesse funzioni: la prima è una società operativa che eroga servizi ed ha circa 700 dipendenti; la seconda è una società esclusivamente finanziaria ed ha 10 dipendenti.
  Vorrei poi riferirmi alla parte dell'interrogazione ove si riporta il contenuto di una lettera della Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche coordinamento nazionale (FLP).
  Contenuto peraltro generico e privo di qualsiasi riferimento a fatti precisi e riscontrabili e, per di più, redatto da un Sindacato FLP che non aveva e non ha rappresentatività né iscritti in Ales – che fa capo al comparto «Servizi e Commercio» – e non ha mai partecipato a riunioni od avuto rapporti con Ales. Sindacato che non conosce, evidentemente, i limiti dei «poteri» di Ales, tra i quali non rientra Pag. 57certamente quello di modificare e variare i contingenti di personale tra le varie Sedi del Ministero: tali variazioni, laddove ci siano state, sono state disposte esclusivamente dal Ministero. L'unica affermazione che nel testo contenuto nel decimo capoverso dell'interrogazione attiene ad un fatto specifico è quella secondo cui «non sarebbero stati inseriti nell'organico della società i lavoratori socialmente utili, che vedevano così calpestati i propri diritti». Tale affermazione non risponde al vero: infatti tutti tali lavoratori sono dipendenti di Ales a tempo indeterminato.
  Nel capoverso successivo si afferma, a proposito di assegnazione di incarichi di consulenze esterne, che i costi di Ales spa avrebbero subito un aumento a dismisura e la Società avrebbe registrato una perdita fiscale residua di 1.330.605 di euro, nonostante un utile di esercizio di 462.503 di euro».
  Quanto alle consulenze, si rappresenta che quelle a favore di Ales sono state, nel 2014, tre.
  Tutte e tre sono state disposte sotto la tipologia contrattuale delle consulenze dalla Direzione generale Valorizzazione, presso la quale hanno operato; le tre unità sono state individuate con apposito avviso pubblico e da una Commissione composta da tre membri del Ministero (per le seguenti attività:
   Raccolta ed analisi della documentazione relativa ai Piani di gestione dei Siti UNESCO italiani conclusi, in via di definizione, ed in fase di aggiornamento finalizzata alla pubblicazione di uno stato dell'arte sulla gestione dei siti Unesco italiani;
   Supporto per il monitoraggio tecnico-amministrativo dei progetti finanziati a valere sulla legge 77/2006, comprensivo di attività di help desk per le attività di presentazione delle domande e delle attività di rendicontazione;
   Supporto per il monitoraggio tecnico-amministrativo dei progetti finanziati a valere sulla legge 77/2006, comprensivo di aggiornamento ed implementazione delle schede dei progetti).

  Le tre consulenze hanno avuto un ammontare complessivo di euro 63.000,00; pari, cioè, allo 0,002 per cento del fatturato complessivo della Società.
  Per quanto riguarda l’«aumento a dismisura dei costi della Società», vorrei precisare che Ales, a partire dal 2011, ha raddoppiato il proprio fatturato ed il proprio personale a seguito di nuove commesse.
  Il preciso riferimento ai presunti rapporti tra i costi della Società e la «perdita fiscale residua di euro 1.330.605,00, nonostante un utile di esercizio di euro 462.503,00 riportata nella Nota Integrativa al Bilancio 2012», mi obbliga, come già anticipato, ad una risposta dettagliata della cui prolissità mi scuso fin d'ora con la Presidenza e con gli Onorevoli presenti, ma vorrei evidenziare che tale perdita fiscale costituisce la parte residua di un totale di perdite fiscali accumulate nel corso degli esercizi 2008, 2009 e 2010, in un periodo quindi antecedente all'attuale amministrazione.
  Ancora: tale perdita è stata riportata in bilancio, prevedendone la deducibilità dall'imponibile secondo quanto previsto nella «Manovra correttiva 2011» (di cui al decreto legge del 6 luglio 2011, n. 98, convertito nella legge n. 111 del 15 luglio 2011) che ha introdotto rilevanti modifiche alla disciplina fiscale delle perdite in ambito IRES, mediante la riformulazione del testo dell'articolo 84, comma 1 e 2, del TUIR; nonché nella normativa di cui all'articolo 2, comma 1 del «Decreto Salva-Italia», decreto-legge n. 201 del 2011, convertito con modificazioni dalla legge n. 214 del 2011, con cui è stata data la possibilità di dedurre l'Irap sul costo del personale dalle imposte sui redditi (Irpef e Ires).
  L'esercizio 2010 è stato l'ultimo anno in cui Ales rileva una perdita sia civilistica che fiscale. Dall'esercizio 2011, la società ha chiuso bilanci in utile, sia civilistico che fiscale, dopo aver operato variazioni in aumento per costi indeducibili. Dall'esercizio 2011, pertanto, si è provveduto a Pag. 58compensare ai fini IRES le perdite fiscali, nei limiti dettati dal TUIR, del reddito imponibile dell'anno.
  Alla luce di quanto sopra esposto circa gli anni di generazione della perdita fiscale e delle modalità di utilizzo della stessa perdita negli anni in cui c’è stato un utile fiscale, la perdita residua a bilancio al 31 dicembre 2012, costituita dalle perdite 2008/2009/2010, di euro 1.330.605 è stata correttamente imputata.
  Fino al 31 marzo 2011, data di nomina della presente Amministrazione di Ales, la Società aveva chiuso i propri bilanci con perdite rispettivamente di: euro 809.440,00 per il 2007; euro 1.030.571,00 per il 2008; euro 2.381.435,00 per il 2009; euro 1.102.324,00 per il 2010. Successivamente la Società ha chiuso i propri bilanci con utili netti pari a: euro 98.552,00 per il 2011; euro 462.503,00 per il 2012; euro 1.842.237,00 per il 2013; l'utile netto previsto per il 2014 è di 1.906.000,00 di euro.
  Ales è altresì passata dai 333 Dipendenti nel 2010 ai 634 Dipendenti del 2014; a questi vanno aggiunti i 37 lavoratori «interinali» dei quali si dirà dopo, a copertura dei posti in attesa di essere ricoperti previa autorizzazione del Controllo analogo ministeriale per un totale di n. 671 unità.
  In merito alle «agitazioni sindacali, con turisti in fila davanti agli ingressi e con danni per l'immagine dell'Italia intera» ed alla selezione di 30 addetti per l'assistenza al pubblico e per la vigilanza, vorrei precisare che Ales, a fronte dell'elevatissimo numero di candidature pervenute (ottomila trecento) e dei tempi previsti per le relative verifiche, ha immediatamente affidato ad un'Agenzia di lavoro interinale l'incarico di fornire i trenta addetti, dotati degli stessi requisiti richiesti nel bando ed all'unica condizione che non avessero presentato la propria candidatura per la selezione pubblica (onde evitare la creazione di condizioni di vantaggio).
  Tali trenta addetti hanno preso servizio presso gli Scavi di Pompei in data 4 agosto 2014 e vi hanno prestato la loro opera fino al 22 dicembre 2014, giorno in cui hanno assunto servizio i selezionati dall'avviso pubblico. Per la qualità del servizio prestato (tutti laureati e plurilingue) hanno ricevuto attestati da visitatori e stampa ed un encomio formale da parte del Soprintendente.
  Dell'esito di tale selezione si è data regolare comunicazione attraverso la pubblicazione sul sito web della Società.
  Nell'atto parlamentare si afferma inoltre che «Ales, che già precedentemente aveva offerto tale servizio per gli scavi di Pompei, e quindi dovrebbe avere al suo interno già personale qualificato ed esperto, dimostra quindi di perseverare, nella logica di creare migliaia di elenchi di giovani tirocinanti e precari per far fronte a presunte esigenze “temporanee”, in netto contrasto con l'esigenza istituzionale di garantire stabilmente la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale».
  Permettetemi di sottolineare che tale affermazione nasce dall'errato convincimento che Ales abbia un proprio «organico» di dipendenti, stabili ma senza mansioni assegnate e quindi trasferibili in gruppo da una parte all'altra delle undici Regioni nelle quali essa eroga al Ministero i servizi richiesti.
  In realtà Ales è una Società per azioni ovvero un soggetto imprenditoriale che, secondo quanto stabilito dal Codice Civile opera secondo i criteri di produttività, economicità ed efficienza. Ogni singolo dipendente di Ales è impiegato nelle specifiche mansioni previste nelle singole commesse affidate dalle strutture del Ministero in oltre novantasei siti lavorativi (Musei, Aree archeologiche, Biblioteche, Archivi di Stato, Soprintendenze, Uffici).
  Tutti i dipendenti, ad oggi, sono assunti a tempo indeterminato. Ciò non toglie, però, che se qualche commessa ministeriale dovesse venir meno (cosa mai accaduta negli anni ma, in ipotesi, possibile) i relativi dipendenti dovrebbero essere licenziati. Questa premessa mi consente di dimostrare che Ales, proprio per questi motivi, non poteva e non può avere al proprio interno una «riserva» di personale in attesa di essere destinato a nuovi incarichi.Pag. 59
  Si sostiene inoltre che l'Autorità di vigilanza dei contratti pubblici con la già citata delibera n. 67 del 2011, aveva sottolineato che «l'affidamento ad Ales della gestione di servizi per il pubblico di siti museali di primaria rilevanza appare travalicare quanto consentito per gli affidamenti in house. Peraltro, affidamenti diretti senza una preventiva verifica della situazione di mercato potrebbe comportare ripercussioni sul grado di concorrenza, sottraendo quote di contratti pubblici al mercato ed escludendone l'accesso ai soggetti economici privati potenzialmente interessati. Infine, si osserva che Ales non può svolgere attività ulteriori rispetto a quelle (già ampie) espressamente previste dallo statuto sociale atteso che, sottraendo le stesse attività al confronto concorrenziale del mercato, si lederebbero i principi di concorrenza, di parità di trattamento e di non discriminazione, di cui all'articolo 2 del Codice dei Contratti Pubblici».
  Anche su questo argomento evidenzio quanto già dianzi ricordato circa la riconsiderazione compiuta dall'Autorità in data 12 dicembre 2011, sullo Statuto di Ales e sulla qualificazione della Società ad operare nella gestione di servizi per il Pubblico. Per quanto riguarda il confronto concorrenziale del mercato, vorrei richiamare il seguente esempio specifico: nel 2011 il Ministero affidò ad Ales tre commesse (Servizio di Comunicazione Patrimonio Culturale – Gestione Tutela e Sicurezza di siti archeologici insediamenti culturali – Servizio di riordino e gestione informatizzata archivi) per un corrispettivo complessivo di euro 14 milioni 144 mila 900 euro.
  Le tre commesse erano in precedenza affidate a tre Associazioni Temporanee d'impresa, private, per un corrispettivo complessivo di euro 17.081.306,32.
  L'affidamento ad Ales (che ha assunto tutti i 264 Lavoratori Socialmente Utili che venivano impiegati dai privati) ha comportato per le Finanze Pubbliche un risparmio di euro 2.936.406,32, pari al 17,20 per cento della spesa prima sostenuta attraverso l'affidamento al confronto concorrenziale del mercato.
  Circa la presunta incompatibilità (o, comunque, inopportunità) fra i due ruoli, che fanno capo a Giuseppe Proietti, di Amministratore Unico di Ales e di Sindaco di Tivoli mi preme evidenziare che ai sensi del Decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39, (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le Pubbliche Amministrazioni e presso gli Enti Privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190), non esiste alcuna incompatibilità tra le cariche di Amministratore Unico di Ales Spa (Ente di diritto privato in controllo pubblico di livello nazionale) e di Sindaco del Comune di Tivoli nella stessa persona.
  L'esperienza acquisita dallo stesso Proietti presso il Ministero, ai massimi vertici della gestione amministrativa, costituisce, piuttosto, un vantaggio nella gestione dell'attività di supporto al Ministero svolta dalla Società.
  Vorrei poi precisare, per quanto qui possa rilevare, che Giuseppe Proietti, fin dalla sua elezione a Sindaco di Tivoli, ha rinunciato (per sua libera scelta e non per obbligo di legge) a tutte le indennità spettanti a tale carica, che vengono destinate direttamente dal Comune ad opere e lavori di pubblica utilità.
  In merito alla trasparenza da garantirsi, sui siti web delle Pubbliche Amministrazioni, alle informazioni sui procedimenti amministrativi e sui bilanci nonché sui costi di produzione dei servizi erogati ai cittadini evidenzio, al riguardo, che sia il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC) che il Programma Triennale per la Trasparenza e l'integrità (PTTI), sono stati approvati con Determina dell'Amministratore Unico in data 30 gennaio 2015.
  Tutti i dati sono attualmente presenti sul sito web della Società.
  Per quanto riguarda i controlli ed il monitoraggio effettuati dal Ministero per garantire il rispetto del criterio del controllo analogo disciplinato dalla giurisprudenza Pag. 60comunitaria e nazionale preciso che, successivamente alla modifica apportata in data 3 agosto 2011 allo Statuto di Ales, articolo 19, il Ministero ha approvato, in data 7 settembre 2011, il «Regolamento per il controllo analogo su Ales Spa»; ha poi costituito l'apposito «Comitato per il controllo analogo», attraverso il quale il Ministero medesimo ha vincolato l'attività di gestione ordinaria e straordinaria della Società alle proprie prescrizioni, al proprio controllo ed alla propria vigilanza. Statuendo addirittura, ad esempio, che tutti gli atti contrattuali e negoziali di importo superiore ad euro 10.00,00, di qualsiasi natura e corredati da tutta la documentazione tecnico/amministrativa (bandi, capitolati, disciplinari) siano sottoposti al suddetto Comitato per ottenere la preventiva autorizzazione alla stipula. A tale Regolamento ed a tutte le sue procedure si è dato immediato e puntuale adempimento.
  In merito alla richiesta relativa a quanti sono i dipendenti di Ales appartenenti o appartenuti alla categoria di Lavoratori socialmente utili in percentuale rispetto al personale complessivo della società e se esista un monitoraggio sui costi delle consulenze esterne e sul personale assunto per le consulenze, si fa presente che gli attuali dipendenti di Ales appartenuti alla categoria dei Lavoratori socialmente utili sono 454 ovvero il 67 per cento del personale complessivo della Società.
  In merito a che «criteri seguiranno le assunzioni citate per gli scavi di Pompei e come saranno o sono state selezionate le 75 persone che dovevano essere assunte entro dicembre» si evidenzia che le suddette assunzioni sono state effettuate attraverso la pubblicazione di un bando di selezione pubblicato sul sito internet della società, sui principali siti internet di ricerca di personale e sul Il Mattino. Le procedure di selezione, che sono state effettuate secondo criteri di pubblicità, trasparenza e imparzialità, sono state affidate a due distinte società (una per i trenta «Addetti alla accoglienza e vigilanza» ed una per le seguenti posizioni: «Addetti Ufficio Amministrativo Gare e Appalti», «Fabbri», «Operatori Ufficio Contenzioso», «Addetto Ufficio Contenzioso», «Geometra per monitoraggio stato avanzamento lavori», «Responsabile Gestione Operativa», «Assistente ESPI», «Operatori amministrativi per rendicontazioni amministrative», «Supervisor», «Esperti Area Web», «Operatore ESPI», «Tecnico Informatico») per la selezione del personale. I candidati sono stati sottoposti ad un test tecnico a risposta multipla con correzione ottica e ad un successivo colloquio conoscitivo, all'esito del quale le società che hanno effettuato le selezioni hanno trasmesso ad Ales una graduatoria con i candidati ritenuti idonei. Tale graduatoria è stata utilizzata in rigoroso ordine di scorrimento da Ales, che ha così effettuato le assunzioni.
  L'esito di tutte le selezioni di personale è pubblicato sul sito internet nella sezione «Lavorare in Ales».