CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 aprile 2015
428.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Documento di economia e finanza 2015 (doc. LVII, n. 3 e Allegati).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La Commissione Giustizia,
   esaminato il Documento di economia e finanza 2015;
   preso atto che tra le azioni governative prioritarie previste nel Programma Nazionale di Riforma (PNR), che individua gli ambiti prioritari dell'azione governativa e definisce gli interventi volti ad ottemperare ad impegni presi in sede europea, è opportunamente prevista la giustizia, in quanto le riforme strutturali in tale materia sono suscettibili di produrre effetti macroeconomici, valutabili pari allo 0,1 per cento del PIL entro il 2020, allo 0,2 per cento del PIL entro il 2025 e allo 0,9 per cento del PIL nel lungo periodo;
   rilevato che il piano di politica economica che il Governo sta perseguendo attraverso le riforme strutturali si articola su tre linee principali: il recupero della produttività attraverso la valorizzazione del capitale umano, la riduzione dei costi d'impresa dovuti alla complicazione e all'inefficienza dell'amministrazione pubblica, attraverso la semplificazione burocratica e la trasparenza dell'amministrazione anche attraverso interventi anti-corruzione, l'eliminazione dell'incertezza nei rapporti economici legata alla scarsa certezza del diritto e all'inefficiente enforcement dei contratti anche attraverso la riforma della giustizia civile;
   considerato che, in coerenza con gli obiettivi del programma nazionale di riforma, il DEF 2015 indica come collegata alla manovra di bilancio la delega recante disposizioni per l'efficienza del processo civile (A.C. 2953), all'esame della Commissione giustizia, in quanto una giustizia celere, accessibile e che produce esiti di qualità e ragionevolmente prevedibili è una precondizione per un buon funzionamento del sistema economico e per la ripresa degli investimenti produttivi anche da parte delle imprese estere;
   condivisa la scelta di dare nel DEF una collocazione propria alla materia della organizzazione giudiziaria, considerato che, come già sottolineato nel parere espresso sul DEF 2014, qualsiasi riforma della giustizia che punti allo snellimento dei tempi e ad un servizio di qualità implica necessariamente un completamento degli organici e la valorizzazione delle professionalità del personale amministrativo anche di quello che si è formato attraverso progetti di tirocinio, prevedendo la completa realizzazione dell'ufficio del processo e della informatizzazione del processo civile e penale,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Donatella Ferranti.

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ALLEGATO 2

Documento di economia e finanza 2015 (doc. LVII, n. 3 e Allegati).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO M5S

  La Commissione Giustizia, in sede d'esame del Documento di economia e finanza 2015 (DEF),
   premesso che:
    il Documento di Economia e Finanza è il principale strumento di indirizzo economico e finanziario e, sulla base di quanto disposto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), è suddiviso in tre sezioni: la prima contenente il quadro macroeconomico e lo schema del programma di stabilità, con gli elementi e le informazioni sull'attuazione del patto di stabilità e crescita, con specifico riferimento agli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico; la seconda contenente le stime macroeconomiche e le previsioni tendenziali; la terza contenente le linee del programma nazionale di riforma, a sua volta divisa in una parte «programmatica» ed una parte recante squilibri ed elementi di dettaglio;
    i principali aspetti su cui si sofferma il DEF riguardano l'uscita dalla recessione, (per la quale – al netto del mutato quadro macroeconomico internazionale – il Governo si attribuisce parte del merito, l'esigenza di ridurre la pressione fiscale), l'esclusione dell'applicazione delle clausole di salvaguardia previste dalla legge di stabilità e l'avvio delle riforme strutturali, in particolare con la riforma del mercato del lavoro (Job Act), la riforma del sistema dell'istruzione (Buona Scuola) e il cambio di marcia nel sistema economico e produttivo (Sblocca Italia);
    sul piano macroeconomico appare opportuno evidenziare come la questione dei conti pubblici sia affrontata con una certa ambiguità: da un lato il Governo sembra voler trasmettere ottimismo sulla salute dei bilanci, dall'altro non vuole correre il rischio di ritrovarsi con previsioni errate e l'esigenza di manovre correttive o dell'attivazione delle clausole di salvaguardia; la tenuta dei conti in sostanza viene affidata alla speranza che il quadro tendenziale di crescita dell'economia mondiale si ripercuota sulla nostra economia portando la variazione del PIL dal –0,4 per cento dello scorso anno a +0,7 per cento del 2015; gli effetti dovrebbero essere positivi anche sul rapporto deficit/PIL che dovrebbe scendere al 2,5 per cento nel 2015 per scendere progressivamente allo 0,9 per cento nel 2019;
    per quanto concerne gli aspetti concernenti il settore Giustizia si segnalano i seguenti ambiti di intervento del Documento di Economia e Finanza:
    nell'ambito delle riforme strutturali, per quanto attiene al comparto della giustizia nel documento di economia e finanze del 2015, tra gli obiettivi del governo è prevista la riduzione dei margini di incertezza dell'assetto giuridico per alcuni settori, sia dal punto di vista della disciplina generale, sia dal punto di vista degli strumenti che ne assicurano l'efficacia (nuova disciplina del licenziamento, riforma della giustizia civile);
    gli interventi programmati con una tabella di marcia che tiene scarsamente conto della attuale realtà sono volti:
     a contrastare fenomeni di corruzione nel settore pubblico e aumentare la trasparenza anche per favorire investimenti Pag. 41delle imprese in Italia e che, a tal fine, si è scelto di specializzare maggiormente l'attività degli uffici giudiziari istituendo il tribunale delle imprese;
     ad attuare un piano di digitalizzazione della giustizia, in particolare per accelerare il completamento del processo telematico;
     ad introdurre nuove modalità di risoluzione delle controversie esterne ai tribunali e nuove formule di determinazione degli onorari degli avvocati al dichiarato scopo di snellire l'attività processuale;
    il Documento di Economia e Finanza 2015 dovrebbe contenere indicazioni specifiche e puntuali sui seguenti temi:
     stanziamento di risorse finanziarie adeguato al fine di risolvere le molteplici questioni che attengono al settore giustizia restituendo dignità e professionalità al ruolo di magistrati e avvocati spesso costretti a lavorare in condizioni disagiate, in aule sovraffollate e, ormai, come da recenti fatti di cronaca, anche poco sicure. Non si ritiene essere un meccanismo risolutorio per far fronte ai costi della giustizia e lo smaltimento dell'arretrato civile quello – finora largamente utilizzato - di incrementare il contributo unificato. Ciò costituisce, piuttosto, un aggravio eccessivamente oneroso per il cittadino e un ostacolo, in alcuni casi insormontabile, per ottenere giustizia;
     iniziative anche normative che prevedano la riqualificazione dei dipendenti del Ministero della giustizia e del dipartimento della organizzazione giudiziaria ed altresì provvedere con sollecitudine alla velocizzazione delle procedure per il pagamento degli straordinari ai dipendenti del Ministero della giustizia e del dipartimento della organizzazione giudiziaria;
     istituzione di sezioni specializzate in materia di diritto societario al fine di risolvere o, quantomeno, snellire il relativo contenzioso che rappresenta, tra le altre cose, una vera e propria piaga del Paese e che finisce per essere un deterrente anche per gli coloro che intendano intraprendere o continuare attività imprenditoriale in forma individuale o societaria; dunque si rende necessaria e va incentivata l'efficienza e la qualità della giustizia civile, in chiave di spinta economica, dando maggiore organicità alla competenza del tribunale delle imprese consolidandone la specializzazione (anche ed eventualmente con apposite procedure concorsuali che tengano debito conto di una preparazione specifica e settoriale);
     revisione, per quanto attiene i procedimenti di scioglimento del matrimonio, della procedura introdotta con il metodo della conciliazione, che espone a rischi il cosiddetto coniuge debole, prevedendo, comunque, tempi più brevi così come dalla originaria previsione della pdl relativamente al dies a quo per la decorrenza dei termini per la presentazione della domanda di divorzio;
     previsione, ottimizzando le risorse umane impiegate nel settore, di un costante aggiornamento della formazione e dell'uso delle nuove tecnologie nonché a prevedere che sia predisposto un piano volto a coprire le carenze nell'organico relativo ai magistrati e al personale amministrativo anche attraverso concorsi che selezionino i candidati nella maniera più rapida e obiettiva possibile. Attualmente, infatti, il personale impiegato è di consistenza inferiore al cosiddetto turn over da pensionamento;
     definizione di una riallocazione delle risorse destinate alle sedi dei tribunali che tenga conto non solo delle specificità geografiche e demografiche del territorio, ma anche della maggiore o minore presenza di criminalità organizzata nella zona di riferimento, reintervenendo rispetto alle storture create dalla cosiddetta riforma della geografia giudiziaria;
     contenimento dei tempi per arrivare alla risoluzione delle controversie con una maggiore professionalizzazione manageriale dei presidenti dei tribunali, Pag. 42anche attraverso l'implementazione delle best practices già realizzate presso alcune corti d'appello;
     previsione di un sistema di bandi nazionali con criteri di selezione uniformi, per la copertura del personale relativo ai giudici onorari e al rinnovo degli stessi che, alla luce del delicatissimo compito che gli stessi svolgono, alla competenza per materia, e al ruolo di vero e proprio giudizio di primo grado, tenga conto della tutela delle garanzie di indipendenza degli stessi, affinché non diventino facili pedine schiave del rinnovo del mandato;
    per quanto riguarda gli interventi in materia di processo civile, definiti con il decreto-legge n. 132 del 2014, (convertito in legge a novembre – legge n. 162 del 2014), rivalutazione, facendo in modo che sia considerato come extrema ratio e non come una reale soluzione, del ricorso a forme di definizione extragiudiziale delle controversie, tenuto conto che non si ritiene essere un approccio conforme al dettato costituzionale rinviare a sedi di conciliazione e mediazione la risoluzione di controversie. Il ricorso ad arbitri terzi, a carico delle parti, per la risoluzione delle cause arretrate rappresenta non solo un'inaccettabile resa del sistema Giustizia dinanzi alle proprie inefficienze ma, soprattutto, una grave lesione, sotto il profilo del precedente procedurale, del diritto al giusto processo ed alla difesa di cui agli articoli 111 e 24 della Costituzione di cui il cittadino deve poter continuare liberamente a godere, anche in ragione delle imposte da quest'ultimo pagate e volte a garantire altresì il buon funzionamento dell'amministrazione della giustizia;
    nel settore penale, per quanto attiene all'impianto processuale e ordinamentale, garantire una durata ragionevole dei processi limitando di fatto i rischi connessi alla prescrizione dei reati, tema affrontato ancora in maniera inadeguata e poco risolutiva unitamente ai reati di falso in bilancio, delitti contro la pubblica amministrazione, associazione a delinquere di stampo mafioso;
    potenziamento del contrasto alla criminalità organizzata e ai patrimoni illeciti e contrasto alla corruzione attraverso un controllo più capillare del territorio, nonché con l'acquisizione dei tabulati telefonici e nelle intercettazione di comunicazioni e conversazioni telefoniche o telematiche;
    adozione di strumenti di controllo preventivo più stringenti ed una maggiore integrazione delle banche dati oggi esistenti per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici e introduzione, tra le cause di risoluzione del contratto d'appalto, anche delle sentenze di condanna definitiva per gravi reati che riguardino i soggetti subappaltanti, oltre ai soggetti appaltatori;
    risoluzione, in maniera radicale e definitiva senza che ciò comporti un aumento delle strutture preposte, dell'annosa questione del sovraffollamento carcerario attraverso un serio dibattito e confronto parlamentare e non con l'ennesimo ricorso alla decretazione d'urgenza. Ad oggi, gli interventi attuati sono stati solo parziali e basati, sostanzialmente, su sconti di pena, che mettono in pericolo la sicurezza dei cittadini. Gli interventi richiesti dovrebbero essere, invece, espressione di un disegno unitario, nel quale l'adeguamento delle strutture carcerarie ed il rafforzamento numerico del personale che vi lavora dovrebbe essere un criterio guida centrale,
  esprime

PARERE CONTRARIO.

Agostinelli, Ferraresi, Bonafede, Businarolo, Colletti, Sarti.