CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 marzo 2015
413.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02914 Quartapelle Procopio: Sui servizi consolari per i connazionali residenti nella Repubblica Democratica del Congo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Per quanto attiene all'erogazione dei servizi consolari nella Repubblica Democratica del Congo, il Ministero degli Esteri, di concerto con l'Ambasciata d'Italia a Kinshasa, sta valutando la possibilità di avvalersi di modalità operative alternative a quella del funzionario itinerante. Questa soluzione infatti non risulta di agevole applicazione alla realtà locale, sia per motivi di sicurezza connessi all'eventuale missione del funzionario sia per il rapporto sfavorevole tra le risorse economiche necessarie e il numero di pratiche di passaporti richiesti dai connazionali in Congo che in passate missioni è risultato estremamente esiguo.
  A tal proposito, è in corso al MAECI lo studio di fattibilità di un progetto che prevede di estendere ai Consoli Onorari la facoltà di captare i dati biometrici dei connazionali richiedenti il passaporto, lasciando alle competenti Ambasciate e Consolati di prima categoria il solo rilascio del libretto. Il programma in questione è stato pensato con l'intento di estendere le potenzialità del funzionario itinerante – che già rappresenta una best practice seguita da gran parte della rete diplomatico-consolare – e di superare alcune difficoltà insite in tale modalità operativa, quali ad esempio il costo delle missioni del funzionario nonché l'indisponibilità di risorse umane sufficienti.
  Più nello specifico, l'iniziativa in questione prevedrebbe la captazione delle impronte digitali necessarie per il rilascio del passaporto tramite una postazione mobile assegnata al Console Onorario. I dati biometrici raccolti verrebbero riversati nel sistema informatico dell'Ambasciata o del Consolato di riferimento e il connazionale, da parte sua, potrebbe far pervenire l'istanza di passaporto per posta chiedendo – sia ben chiaro: ove i servizi postali locali lo consentano – di ricevere il documento di viaggio direttamente al proprio domicilio.
  Attualmente il predetto progetto di coinvolgimento dei Consoli Onorari nella captazione dei dati biometrici dei connazionali richiedenti il passaporto è stato oggetto di sperimentazione in Regno Unito (Londra) e in Spagna (Madrid e Barcellona), due Paesi caratterizzati dalla presenza di forti comunità italiane anche in zone lontane dagli Uffici diplomatico-consolari di riferimento.
  In virtù del successo riscontrato, il MAECI sta valutando la possibilità di estendere quest'ulteriore modalità operativa anche al resto delle Rete diplomatico-consolare, ricordando comunque che la decisione ultima spetterà sempre al Capo missione, unico soggetto in grado di valutare l'idoneità del console onorario a svolgere tale attività compatibilmente con le risorse a disposizione.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-03346 Quartapelle Procopio: Sui rapporti tra Italia e i Paesi del Corno d'Africa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Credo innanzitutto che sia importante sottolineare come l'impegno italiano in Africa non sia più percepito nell'ottica esclusiva delle problematiche di sicurezza ma anche di opportunità di crescita ed investimenti in una logica che intendiamo ispirata ai valori dello sviluppo sostenibile e della cooperazione su basi paritarie e di mutuo beneficio. Sono questi i principi ispiratori dell'iniziativa Italia-Africa, che intende coinvolgere anche il settore privato e quello dell'associazionismo civile, permettendoci di massimizzare i risultati attesi dall'utilizzo di risorse limitate. È un'evoluzione di approccio che tiene in conto i mutamenti intervenuti nel Continente ed anche bene inteso l'interesse crescente del nostro sistema produttivo per le dinamiche di crescita registrate negli ultimi anni da diversi Paesi africani. Non è un caso che lo stesso Presidente del Consiglio Renzi abbia ritenuto opportuno rendersi in visita in Congo Brazzaville, Mozambico e Angola nel luglio scorso per testimoniare la rinnovata attenzione per l'Africa di tutto il sistema Italia.
  Per quanto concerne il Corno d'Africa, esso non rappresenta solo una delle aree in cui tradizionalmente l'Italia è attiva con importanti progetti di cooperazione allo sviluppo ma anche una regione di forte e consolidata presenza del nostro Paese. In tale contesto, il Corno d'Africa è stato di recente meta di missioni importanti, come quella svolta a gennaio in Etiopia dal Ministro Gentiloni, che ha rilanciato i tradizionali legami con i vertici dell'Unione Africana (UA) e dell’Intergovernmental Authority for Development (IGAD), nell'ambito del nostro impegno in favore dei processi d'integrazione regionali.
  La visita del Vice Ministro Pistelli dello scorso luglio nel Corno d'Africa, menzionata dall'On. Interrogante, ha certamente contribuito a dare ulteriore impulso alle relazioni bilaterali con i Paesi dell'area e ha avuto, come immediato effetto concreto, la positiva soluzione del noto caso umanitario della cittadina sudanese cristiana Mariam Yehya Ibrahim, condannata a morte per apostasia e poi liberata e consegnata all'Italia. A tale visita ne ha fatto poi seguito un'altra del Vice Ministro ad Addis Abeba in occasione del Vertice dell'Unione Africana alla fine dello scorso gennaio.
  Facendo un bilancio da luglio fino ad oggi, segnalo innanzitutto il successo della Conferenza di Roma dello scorso 28 novembre, durante il Semestre italiano di Presidenza UE. Come sappiamo, essa ha lanciato una nuova iniziativa in campo migratorio denominata «Processo di Khartoum», che ha istituito un foro di dialogo politico con l'Africa orientale su modello dell'analogo «Processo di Rabaf», lanciato nel 2006 fra UE e Africa Occidentale.
  L'attivo coinvolgimento dell'Eritrea nel processo di Khartoum è sicuramente un altro risultato importante. Attraverso il dialogo costruttivo avviato con il Governo Eritreo auspichiamo di riuscire a promuoverne un più responsabile coinvolgimento del Paese africano nelle dinamiche di stabilizzazione regionale anche attraverso riforme interne sul fronte dei diritti umani e delle libertà civili. Alcuni segnali, sebbene Pag. 34limitati, di disponibilità da parte eritrea vanno già in questa direzione.
  Con Gibuti sono state esplorate possibilità di cooperazione nel settore anche mediante attivazione di fondi comunitari mentre alle autorità somale abbiamo riaffermato il nostro impegno nel processo di pacificazione e stabilizzazione del Paese.
  Infine non posso che condividere la considerazione dell'On. interrogante in merito all'opportunità offerta da EXPO 2015 per rafforzare ulteriormente i nostri rapporti economici e culturali con l'Africa, il continente più rappresentato con 40 Paesi che hanno già firmato un contratto di partecipazione ad Expo 2015. Per il Corno d'Africa, Eritrea, Etiopia, Gibuti, Sudan e Somalia saranno presenti all'Esposizione Universale, tutti con la modalità innovativa della partecipazione in cluster tematici e beneficiando del programma di assistenza promosso dalla Società organizzatrice.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-04669 Spadoni: Sulla morte di tre suore italiane in Burundi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come anche ricordato dall'Onorevole interrogante, il Burundi si appresta ad affrontare una delicata tornata di appuntamenti elettorali. A maggio avranno luogo le elezioni amministrative e parlamentari, a giugno quelle presidenziali, in merito alle quali il Presidente Nkurunziza non ha ancora sciolto la riserva su un'eventuale sua ricandidatura. Come si può immaginare, l'atmosfera politica è contrassegnata da crescenti tensioni e l'Unione Europea ha registrato casi di limitazioni alla libertà di stampa, tra cui la legge approvata dal Parlamento burundese lo scorso anno, che obbliga i giornalisti a rivelare le proprie fonti alle Autorità burundesi. In tale contesto è maturato l'arresto di Bob Rugurika direttore della Radio Publique Africaine – la più popolare emittente radiofonica dell'opposizione.
  Rugurika aveva denunciato che l'omicidio delle tre religiose italiane sarebbe maturato in un contesto di corruzione politica e di ricorso a milizie paramilitari. A seguito delle molteplici pressioni esercitate dall'UE, Rugurika è stato rilasciato su cauzione lo scorso 19 febbraio, fermo restando che su di lui ancora pende l'accusa di rifiuto di segnalare la fonte delle sue rivelazioni.
  Sul caso delle tre suore italiane barbaramente assassinate nel settembre la Procura della Repubblica di Parma ha aperto un fascicolo. Sul piano diplomatico, la Farnesina, di concerto con la nostra Ambasciata a Kampala, ha più volte espresso alle autorità burundesi il forte auspicio che esse facciano piena luce sul caso, senza alcun margine di ambiguità o sospetti. Oltre ai passi compiuti presso l'Ambasciatore del Burundi in Italia, segnalo che la questione è stata anche oggetto dei colloqui fra il Vice Ministro Pistelli e il Ministro degli Esteri del Burundi, Kavakure, in occasione del recente incontro di Roma del 19 marzo.
  Da parte italiana è stato espresso il fermo auspicio che il Burundi risponda in modo adeguato alle esigenze di chiarezza sul caso in questione così come, più in generale, alle aspettative della comunità internazionale in materia di rispetto dei diritti umani e di principi democratici. Da parte degli interlocutori burundesi, sono state fornite assicurazioni sulla volontà di far piena luce sul tragico caso delle tre suore uccise, sul fatto che l'inchiesta è ancora aperta e che nessuna pista di indagine sarà trascurata.
  La Farnesina, da parte sua, continuerà a seguire, con estrema attenzione e in coordinamento con i partner europei, l'evoluzione della situazione in Burundi e l'esito delle indagini, affinché venga fatta piena chiarezza sulla tragica morte delle nostre tre connazionali.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-04803 Cimbro: Sul rilascio di visti per studio della lingua italiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A titolo di premessa, il visto di studio può essere concesso agli stranieri che intendano recarsi nel nostro Paese per frequentare corsi di apprendimento o perfezionamento della lingua e della cultura italiana presso Università italiane o altre Istituzioni pubbliche o private. La richiesta di visto deve soddisfare i requisiti previsti dalla legge e può riguardare soggiorni di breve o lungo periodo.
  Per i cittadini di Paesi esenti dall'obbligo del visto per soggiorni nello spazio Schengen fino a 90 giorni, i visti di studio di lungo soggiorno sono in genere concessi con massima speditezza, in presenza dei requisiti previsti, essendo generalmente escluso in questi casi un rischio di immigrazione illegale.
  Per i cittadini di Paesi ad obbligo di visto per corto soggiorno la normativa prevede invece che venga valutata, caso per caso, la presenza di un rischio migratorio e verificato il reale scopo del viaggio. Tale cautela è giustificata anche dal fatto che numerose domande di visto di studio per la frequenza di corsi di lingua italiana in Italia nascondono tentativi di elusione della normativa migratoria, e che la frequenza del corso di lingua è in realtà un pretesto per altri scopi non previsti dalle norme in vigore.
  In merito allo specifico punto sollevato dall'onorevole interrogante, segnalo che, nel 2006, il MAECI, tramite apposita comunicazione interna, ha fornito precise e puntuali indicazioni alle rappresentanze diplomatico-consolari sui requisiti e le condizioni per la concessione dei visti di studio. Tali indicazioni sono state poi consolidate e sostituite da quelle contenute nella circolare ministeriale n. 1 del 31 luglio 2014, che costituisce oggi il riferimento più aggiornato in tema di visti d'ingresso.
  Per assicurare una corretta e omogenea applicazione della normativa sui visti – inclusi quelli per studio – il MAECI pone in essere una costante opera di vigilanza sull'operato degli uffici consolari. Un'uniforme disciplina della materia non implica tuttavia che vi debbano essere degli automatismi nei rilascio dei visti per studio. La normativa prevede infatti che gli operatori degli uffici visti all'estero effettuino una valutazione del rischio migratorio, che non potrà non tener conto delle caratteristiche di ciascun richiedente.
  Vorrei concludere con qualche dato che credo possa essere interessante. Nel 2014 sono stati emessi dalla nostra rete diplomatico-consolare 51.878 visti per studio, con un aumento del 7,5 per cento rispetto all'anno precedente. Visti di studio per la frequenza di corsi di lingua italiana sono stati invece 4.365 (+54 per cento rispetto al 2013).
  I dati sono sicuramente positivi e dimostrano da un lato l'attrazione che il nostro Paese e il suo sistema educativo continua ad esercitare nei confronti degli studenti stranieri, e dall'altro l'impegno delle nostre 167 sedi diplomatico-consolari per assecondare la crescente domanda di lingua e cultura italiana.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-04942 Spadoni: Sull'emanazione dello statuto dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo ai sensi dell'articolo 17, comma 13, della legge n. 125 del 2014.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Questa interrogazione riguarda un tema prioritario per il Governo che si è, come sapete, impegnato a rinnovare il settore, coerentemente con l'azione di consolidamento e aumento delle risorse disponibili per la cooperazione avviata a partire dal 2012.
  Dopo quasi trent'anni e tre tentativi in sei legislature, la riforma del settore della cooperazione ha infatti finalmente visto la luce, grazie anche ad un efficace gioco di squadra con questo Parlamento ed in particolare con le Commissioni Esteri. Come più volte ribadito in sede parlamentare, obiettivo di fondo della riforma consiste nell'aggiornamento dell'architettura del sistema, attrezzandolo ad affrontare le sfide emerse nei 27 anni trascorsi dall'adozione della legge n. 49 (quando ancora c'era il Muro di Berlino), tenendo conto anche delle esperienze dei principali donatori, membri del DAC e partner dell'UE.
  Fra le numerose novità introdotte da questa riforma, la costituzione dell'Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo, ispirata a esperienze di vari Paesi europei, è sicuramente una delle più importanti e sarà in grado di rapportarsi alle modalità più innovative di cooperazione oggi esistenti. Come anche ricordato dall'Onorevole Interrogante, lo statuto deve essere adottato entro il termine di 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge n. 125. Lo schema di regolamento di adozione dello statuto era stato definito lo scorso autunno dal Ministero degli esteri e già da fine novembre scorso è stato inviato, per il concerto interministeriale, al Ministero dell'economia e delle finanze che, anche a seguito di nostri ripetuti interventi, sta, proprio in questi giorni, finalizzando gli ultimi necessari affinamenti.
  Da parte nostra, stiamo mettendo in campo ogni sforzo perché questo avvenga in tempi rapidi: è proprio dallo statuto infatti che dipende, la disciplina delle competenze e delle regole per il funzionamento dell'Agenzia. Inoltre, una volta terminato il concerto interministeriale, ulteriori passaggi dovranno seguire. Prima della firma dei ministri, occorrerà infatti acquisire i pareri del Consiglio di Stato e delle competenti Commissioni parlamentari. Dopo la registrazione della Corte dei Conti e l'esame da parte del Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio, lo statuto potrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrare in vigore il giorno successivo.
  Ci troviamo alle soglie di un grande cambiamento, che farà sorgere una struttura agile e snella in grado di attrarre giovani competenze, esperienze innovative e competenze all'altezza di una sfida molto diversa dal tradizionale aiuto pubblico allo sviluppo. È nostro impegno far in modo che tutto questo diventi presto una realtà funzionante ed operativa.

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ALLEGATO 6

Interrogazioni nn. 5-04967 Rizzetto e 5-04976 Colletti: Sul caso dei due pescatori italiani trattenuti in Gambia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero innanzitutto segnalare la grande attenzione con cui sin dall'inizio la Farnesina, anche tramite l'Ambasciata a Dakar e il Console Onorario a Banjul, ha seguito la vicenda che ha visto coinvolti il motopeschereccio IDRA – Q ed i connazionali Sandro De Simone, Massimo Liberati e Vincenzino Mora. La nostra azione è stata incessante (anche se in Gambia, come saprete, non abbiamo un'Ambasciata) e si è fortunatamente conclusa con la scarcerazione dei connazionali Liberati (il 9 marzo) e De Simone (il 17 marzo), inizialmente condannati a un mese di reclusione e al pagamento di una multa per presunte irregolarità nelle maglie delle reti da pesca.
  Non appena informata dell'accaduto, l'Ambasciata si è immediatamente attivata, prendendo contatto con Federpesca, con l'armatore di stanza a Dakar e con il rappresentante di quest'ultimo a Banjul e consigliando un legale in loco che potesse seguire la vicenda. Il 3 marzo il Console Onorario ha tenuto una riunione a Banjul con i rappresentanti locali dell'armatore e, insieme al legale individuato, è stato deciso di contestare la sentenza di condanna chiedendone la revisione.
  Per quanto riguarda i passi diplomatici compiuti dalla nostra Sede a Dakar, l'Ambasciatore Luzzi ha tempestivamente inviato due lettere alla Ministro degli Affari Esteri del Gambia per auspicare un'equa e rapida soluzione del caso e per chiedere che il nostro Console onorario potesse, nel più breve tempo possibile, visitare i connazionali presso il penitenziario. Tali richieste sono state ribadite con forza dal Vice Ambasciatore Fornara, che si è recato in missione a Banjul e ha incontrato la Ministro degli Affari Esteri del Gambia, chiedendole altresì di intercedere con il Ministro dell'Interno affinché fossero garantite le migliori condizioni detentive possibili. Analogo passo è stato svolto anche presso il Segretario Generale del Ministero dell'Interno.
  In merito alle azioni intraprese a tutela dell'incolumità dei nostri connazionali, il Vice Ambasciatore Fornara e il nostro Console onorario, a seguito dei predetti passi, hanno potuto effettuare alcune visite consolari ai nostri connazionali, con lo scopo primario di accertarsi delle loro condizioni di detenzione e di salute e di fornire loro ogni utile informazione. L'Ambasciatore Luzzi ha inoltre contattato le mogli dei due connazionali per aggiornarle personalmente sulla situazione.
  Per ciò che concerne la questione posta dall'onorevole Rizzetto in merito al rinnovo degli Accordi in materia di pesca con Marocco, Mauritania, Senegal e Guinea Bissau, desidero segnalare che gli Accordi con i Paesi extra UE sono negoziati e conclusi dalla Commissione per conto dell'UE, che esercita così la propria competenza ai sensi dei Trattati. Tali Accordi internazionali consentono ai pescherecci dell'UE di pescare gli stock eccedenti nelle zone economiche esclusive dei citati Paesi, in condizioni regolamentate. In tale contesto giuridico, l'Italia sostiene, in sede europea, gli sforzi e Pag. 39l'impegno delle istituzioni UE per la conclusione ed il rinnovo di tali Accordi internazionali con i Paesi terzi.
  La Farnesina, per il tramite dell'Ambasciata a Dakar e del Console Onorario a Banjul, continuerà a seguire con il massimo impegno la vicenda processuale dei connazionali De Simone, Liberati e Mora, mantenendosi in contatto con le famiglie, i legali e l'armatore. Non mancherà inoltre di intervenire altrettanto tempestivamente qualora casi analoghi dovessero accadere ad altri pescherecci italiani.