CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 marzo 2015
412.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO

7-00596 Terzoni: Sulle attività di estrazione e coltivazione di idrocarburi nel mare Adriatico.

PROPOSTA DI RIFORMULAZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO PD

  L'VIII Commissione,
   premesso che:
    il tema della valorizzazione delle riserve di idrocarburi presenti nel sottosuolo dei mari italiani è strettamente correlato con le linee strategiche definite nel documento finale della Strategia Energetica Nazionale (SEN);
    la SEN è stata approvata l'8 marzo 2013 grazie a un procedimento partecipativo che ha coinvolto tutti gli attori interessati, amministrazioni centrali e territoriali, la Conferenza Stato-Regioni, le Commissioni parlamentari competenti, gli stakeholder, gli operatori del settore e le associazioni portatrici di interessi diffusi;
    tale documento si colloca nell'ambito di una programmazione strategica sovranazionale, descritta nel Pacchetto clima-energia 20-20-20 e nella Energy Road Map 2050 dell'Unione europea, ed è prioritariamente orientato alla promozione del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili, pur prevedendo specificamente anche il ricorso alla produzione nazionale di fonti fossili (gas e olio), ritenuto necessario, dall'Italia come da tutti gli altri partner europei, per garantire la sicurezza strategica degli approvvigionamenti nel processo di transizione verso la decarbonizzazione;
    l'Italia è l'unico tra i grandi Paesi UE che può considerare conseguito nei fatti e con svariati anni di anticipo l'obiettivo rinnovabile fissato dalla UE al 2020 perché ha compiuto e sta compiendo grandi passi verso:
     la penetrazione delle rinnovabili nei consumi di energia al fine di rispettare l'obiettivo UE vincolante per l'Italia al 17 per cento entro il 2020, tanto che i dati EUROSTAT del 10 marzo 2015 attestano nel 2013 per l'Italia un valore del 16,7 per cento di energia prodotta da fonte rinnovabile rispetto ai consumi finali lordi, contro il 17 per cento previsto come obiettivo al 2020. I primi dati disponibili relativamente al 2014 fanno presumere che l'Italia abbia raggiunto e superato il target UE con ben 6 anni di anticipo. In particolare, secondo i dati provvisori di Terna, la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile pare aver raggiunto il 37,5 per cento del consumo interno lordo, superando non solo l'obiettivo vincolante del 29 per cento (previsto al 2020 dalla UE) ma anche quello molto più ambizioso previsto dalla SEN (il 38 per cento). Addirittura la produzione da fonte rinnovabile nel 2014 pare essere stata il 44,5 per cento rispetto alla produzione elettrica totale;
     la diffusione dell'efficienza energetica e la riduzione dei consumi; infatti, nel 2013 i consumi lordi di energia primaria sono scesi a 173 Mtep pari a quasi il –2 per cento rispetto al 2012. Inoltre il recente Energy Efficiency Scorecard 2014, pubblicato dall’American Council for Energy-Efficient Economy, attribuisce all'Italia il 2o posto nella graduatoria mondiale (1o Germania) tra le realtà top level sui temi dell'efficienza energetica. La graduatoria Pag. 70tiene conto sia delle performance ottenute che delle politiche messe in campo;
     la riduzione delle emissioni di CO2; infatti, l'Italia negli ultimi anni sta abbattendo significativamente le emissioni di gas climalteranti. Nel 2013 esse sono –16 per cento rispetto a quelle del 1990 (obiettivo vincolante previsto UE al 2020 del 20 per cento);
    la SEN, inoltre, contiene una parte relativa allo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, dove si sottolinea la previsione di importanti benefici economici e occupazionali, pur nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale;
    in tale ambito si prevede, con prospettiva al 2020 di garantire il ritorno della produzione nazionale di idrocarburi sui valori tipici della metà degli anni ’90 e, quindi, di attivare almeno 15 miliardi di investimenti totalmente privati, creare 25000 posti di lavoro stabili e addizionali, ridurre la bolletta energetica di 5 miliardi l'anno, ricavare 2,5 miliardi l'anno di entrate fiscali sia nazionali che locali;
    tale obiettivo potrà realizzarsi anche grazie al contributo delle risorse presenti nel mare territoriale e nella piattaforma continentale, le più importanti in Europa dopo quelle dei paesi nordici, mediante alcuni importanti progetti di sviluppo, per la maggior parte relativi alla coltivazione di gas naturale, e parallelamente, a una riduzione del 5 per cento delle installazioni ad oggi presenti in mare, ottenibile grazie all'ottimizzazione della progettazione e all'uso di tecnologie di avanguardia, assicurando così una significativa riduzione dell'occupazione di aree impegnate;
    un modello di riferimento in questo settore è quello dei Paesi del Nord Europa che hanno saputo coniugare un notevole sviluppo industriale, economico e sociale con un'attenzione fortissima ai temi della sicurezza e della salvaguardia dell'ambiente;
    in Italia tale modello è stato perseguito anche attraverso un processo di riordino normativo, da ultimo con il decreto-legge n. 133 del 2014 che si focalizza, per quanto riguarda gli idrocarburi, su due temi di interesse per lo sviluppo delle risorse energetiche nazionali:
     la realizzazione di un approccio all'iter procedimentale efficiente e finalmente in linea con i Paesi OCSE più evoluti in materia autorizzativa (articolo 38);
     la realizzazione di interventi di sviluppo economico e dell'occupazione nelle regioni di insediamento degli impianti produttivi utilizzando le risorse che derivano dalla estrazione degli idrocarburi (articoli 36 e 36-bis);
   in particolare, l'articolo 38 del decreto-legge n. 133 del 2014 riconosce le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo quali attività di interesse strategico, di pubblica utilità, urgenti ed indifferibili e come tali di competenza statale (il comma 3 attribuisce alla competenza statale le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sulla terraferma, oltre che in mare);
   tale articolo è stato profondamente modificato dal Parlamento con il duplice obiettivo di riconoscere il ruolo delle regioni nella valorizzazione delle risorse energetiche nazionali e di chiarire alcuni aspetti tecnici della nuova disciplina del titolo concessorio unico con l'obiettivo di coordinare il trasferimento al Ministero dell'ambiente, della competenza delle regioni in materia di rilascio del provvedimento di VIA;
   infine, il citato decreto-legge n. 133 del 2014 affronta anche i temi:
     della promozione delle rinnovabili e dell'efficienza energetica tramite la semplificazione delle procedure previste dal Conto Termico (articolo 22); introducendo sensibili migliorie per una maggiore efficacia del meccanismo c.d. Conto Termico al fine di agevolare progressivamente l'accessibilità di imprese, famiglie e soggetti Pag. 71pubblici ai contributi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per interventi di efficienza energetica;
     della cogenerazione ad alto rendimento (CAR, articolo 38 comma 11-quinquies); riconoscendo una maggiore valorizzazione dell'energia da CAR da impianti a bioliquidi sostenibili;
     del teleriscaldamento e tele raffreddamento efficienti (articolo 39-bis), avendo opportunamente emendato la relativa definizione contenuta nel decreto legislativo 102/2014 di recepimento della Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica,

impegna il Governo:

   ad attivarsi in tutte le sedi, comunitarie ed internazionali, al fine di tutelare il mare Adriatico da interventi che potrebbero causare danni irrimediabili all'ambiente marino, patrimonio dell'intera umanità, ricorrendo, a all'uopo, a tutti gli strumenti di tutela previsti dal diritto internazionale e comunitario, sia invocando principi di prevenzione e di precauzione, sia facendo ricorso alle convenzioni, alle direttive ed ai trattati internazionali, tra cui la Convenzione di Barcellona del 16 febbraio 1976, relativa specificamente alla salvaguardia del mare Mediterraneo, considerato «area speciale» proprio per la sua particolare valenza ecologica, la Convenzione di Londra del 1954 sulle regole di prevenzione dell'inquinamento da idrocarburi, la Convenzione sul diritto del mare di Montego Bay del 1982, finalizzata alla protezione dell'ambiente marino dall'inquinamento, che impone l'obbligo di proteggere e preservare l'inquinamento marino e la Convenzione di Bruxelles sulla responsabilità civile per l'inquinamento da idrocarburi del 29 novembre 1969;
   a promuovere l'istituzione di una Zona di protezione ecologica nel mare Adriatico, con l'obiettivo di tutelare la biodiversità e gli ecosistemi marini e il patrimonio dei fondali del mare Adriatico, in attuazione delle disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare di Montego Bay del 10 dicembre 1982;
   a porre, in coerenza con le richieste avanzate al Governo croato, la medesima attenzione sulle attività di ricerca ed estrazione previste nei nostri mari, attivando la procedura di Valutazione ambientale strategica anche per le attività programmate nelle acque territoriali italiane.