CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 27 gennaio 2015
377.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-04586 Ricciatti: Riorganizzazione aziendale della multinazionale Whirpool.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel mese di dicembre 2013 è stato sottoscritto, com’è avevo già comunicato, presso il Ministero dello sviluppo economico, un accordo con i principali interlocutori istituzionali, aziendali e sindacali che ha impegnato le parti per un percorso industriale e occupazionale in grado di dare prospettive.
  Presso il Ministero dello sviluppo economico in data 19 febbraio 2015 si avrà un nuovo incontro nel corso del quale la Direzione della Whirpool illustrerà il piano industriale conseguente all'acquisizione, peraltro già operativa, della società Indesit.
  Non risultano, al momento, piani di ristrutturazione che prevedano eccedenze occupazionali al di fuori di processi di riorganizzazione che stanno interessando una parte del gruppo dirigente.
  Il Ministero dello sviluppo Economico ha richiesto e acquisito, tuttavia, l'impegno da parte della società menzionata a confermare integralmente quanto è stato oggetto di intesa con l'Indesit sia riguardo alla produzione sia all'occupazione.
  In conclusione il Mise rinnova e conferma il proprio impegno a seguire attentamente l'evoluzione di questa vicenda, rendendosi disponibile ad aggiornare questa nota fin da ora, a seguito di quanto emergerà nel prossimo incontro.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-04587 Benamati: Dismissioni della multinazionale E.On.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento alla richiesta di elementi di risposta per il Question Time in oggetto si fa presente quanto segue.
  Gli Uffici del MiSE comunicano che allo stato attuale non risultano prevenute informazioni circa la formalizzazione di acquisizioni delle partecipazioni di E.ON nell'azionariato del rigassificatore OLT. Preme far presente, al riguardo, che le società in questione sono soggetti privati e che la loro attività è esercitata nell'ambito del libero mercato.
  Con riferimento alla richiesta di attivazione di un tavolo interministeriale, si comunica che lo scorso 23 gennaio, presso lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico, si è tenuto un incontro con E.On convocato per valutare, insieme alle Organizzazioni Sindacali, la cessione a EPH.
  Infatti, a seguito della richiesta pervenuta dalle Segreterie sindacali nazionali Filctem-Cgil, Femca-CiSl/Flaei-Cisl e Uiltec-Uil, in tale data si è svolta una riunione inerente la recente vendita, da parte della E.On Italia, degli asset termoelettrici italiani alla Società ceca EPH.
  L'incontro è stato presieduto dal sottoscritto e vi hanno partecipato, oltre ai rappresentati delle citate sigle sindacali, i vertici della Società E.On. 
  Nel corso di detto incontro è stato precisato che l'accordo raggiunto con la Società EPH riguarda l'impianto a carbone di Fiumesanto e le sei centrali a gas situate sulla Penisola e in Sicilia, per una capacità di generazione complessiva pari a circa 4.500 Megawatt.
  Il closing dell'operazione è previsto per il 2o trimestre del 2015, dopo le necessarie valutazioni dell'Antitrust europeo.
  La Società E.On ha precisato che, fino alla conclusione dell'operazione di vendita, tutte le attività continueranno ad essere seguite dalla stessa E.On senza alcuna modifica.
  Riguardo ai lavoratori impiegati negli asset in fase di vendita, cioè 398 occupati, i rappresentanti della Società hanno assicurato che la cessione avverrà garantendo la situazione occupazionale a parità di trattamento contrattuale.
  Per gli altri lavoratori del Gruppo E.On Italia, cioè i restanti 542 occupati, gli stessi rappresentanti hanno fatto presente che ad oggi non è stata presa dall'Azienda alcuna decisione di vendita dei restanti asset di E.On in Italia e che la Società è ancora in fase di revisione del proprio portfolio.
  Per quanto riguarda i rappresentanti sindacali presenti, sono state sollevate preoccupazioni in ordine alle possibili ripercussioni occupazionali derivanti dalla vendita a un operatore ancora non presente in Italia.
  I timori riguardano, in particolare, lo spacchettamento degli asset della Società, circostanza che potrebbe far pensare a una gestione che non consente il mantenimento del profilo occupazionale. Pertanto, è stata richiesta una maggiore chiarezza di intenti al riguardo, soprattutto in questa fase di revisione societaria, al fine di evitare qualsiasi tipo di intervento sui lavoratori che possa modificare l'andamento dell'attuale fase di transizione.
  Inoltre, è stato richiesto un continuo coinvolgimento, in questa fase di vendita e revisione del portfolio da parte della Società, delle organizzazioni sindacali.Pag. 73
  La società E.On ha assicurato la sua collaborazione nel confronto con i sindacati, fermi rimanendo gli obblighi di riservatezza dei piani industriali durante il processo di cessione.
  Il MiSE, da parte sua, ha assicurato il continuo monitoraggio dell'operazione e la volontà di far diventare questa cessione un'opportunità di rilancio. In tale ottica è stato anticipato che il Ministro Guidi ha già concordato un incontro con i vertici della società EPH.
  Il Tavolo tornerà a riunirsi subito dopo l'incontro al Mise con EPH.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-04588 Crippa: Costi della realizzazione del progetto «Trans adriatic pipeline».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il progetto di gasdotto di interconnessione Italia – Albania della soc. TAP costituisce un'infrastruttura strategica e di interesse nazionale per trasportare gas naturale dai giacimenti dell'area del Caspio, in particolare dalla seconda fase di sviluppo del giacimento azero di Shah Deniz II, nel Mar Caspio, verso l'Europa, rendendo l'Italia un hub europeo del gas.
  In quanto definito interconnector, quindi, non è inserito nella Rete Nazionale dei Gasdotti e non gode – ne potrà godere – di alcun fattore di garanzia legato al sistema regolato disciplinato dall'AEEGSI, con incidenza sulle tariffe di trasporto gas, a carico della collettività.
  Inoltre il progetto TAP, così come ogni altro progetto di metanodotto al di fuori della rete nazionale presentato da una società privata, prevede che, in quanto tale, il rischio di non utilizzo rimanga a carico del proponente, così come la remunerazione dell'investimento non grava né direttamente sulla collettività attraverso le tariffe, né in altro modo sul Bilancio dello Stato.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-04589 Allasia: Riorganizzazione della direzione Enel in valle Camonica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si premette che la società Enel Distribuzione S.p.A. – concessionaria per il servizio di distribuzione elettrica ai sensi dell'articolo 9 del d.lgs. n. 79/99 (c.d. decreto Bersani) per una parte del territorio nazionale – ha presentato nel mese di luglio 2014 un progetto di riassetto della propria organizzazione territoriale che interessa anche la regione Lombardia e, in particolare, le Zone e Unità Operative di Breno e di Brescia.
  In particolare, Enel ha evidenziato che il progetto di organizzazione è stato oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali di categoria e che il suo scopo è quello di realizzare condizioni di maggiore efficienza ed efficacia complessiva di funzionamento, attraverso una serie di aggregazioni tra strutture territoriali, comportanti, in taluni casi, una ridefinizione dei perimetri territoriali di competenza.
  Il Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito delle proprie potestà di verifica e controllo derivate dalla convenzione, annessa alla concessione per il servizio di distribuzione elettrica, ha provveduto ad acquisire dal concessionario elementi e informazioni in merito agli effetti dalla predetta riorganizzazione sulla configurazione del servizio di distribuzione nelle aree sopraindicate.
  Ciò posto, in merito alle affermazioni degli Onorevoli circa gli effetti pregiudizievoli per la qualità del servizio elettrico che deriverebbero dalla prevista aggregazione, l'azienda ha assicurato che la riorganizzazione non comporterà tagli al personale e non avrà ripercussioni sulla qualità e sulla gestione del servizio elettrico offerto agli utenti. Nel merito, infatti, non saranno modificate le attività operative del personale, saranno confermate le attuali sedi di lavoro, con i rispettivi tecnici e operai che opereranno in maniera integrata.
   In particolare nelle sedi di Breno e Edolo, il servizio sarà assicurato da 20 operai e da 20 impiegati a supporto delle attività operative sul territorio (Enel ha assicurato che il dato occupazionale è sostanzialmente invariato, passando da circa 43 unità –21 impiegati e 21 operai più un responsabile della Zona Breno – al 31/12/2013 alle attuali 40 unità, con un responsabile che sarà unico per la Zona di Breno-Brescia).
  Per quanto riguarda la sede di Brescia, Enel garantisce il mantenimento del turn over grazie all'assunzione di 19 lavoratori con contratto di apprendistato per la Provincia di Brescia.
  Pertanto, in base agli elementi informativi attualmente disponibili, le preoccupazioni paventate dall'interrogante per i rischi per la sicurezza e la qualità del servizio nella zona della Valle Camonica sembrano trovare una risposta incoraggiante, così come quelle relative alla necessità di continuare a valorizzare le professionalità esistenti.
  In ogni caso, il MiSE, unitamente all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico per gli aspetti di competenza, effettuerà tutte le verifiche e controlli necessari ad assicurare che il programma di riorganizzazione sia attuato nel rispetto degli obblighi della concessionaria e idoneo a garantire elevati livelli di qualità del servizio e di sicurezza della rete, nonché il regolare sviluppo delle infrastrutture a vantaggio del territorio.

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ALLEGATO 5

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di collaborazione strategica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro. C. 2752 Governo, approvato dal Senato.

DOCUMENTAZIONE CONSEGNATA IN SEDUTA DAL VICEMINISTRO DE VINCENTI ACCORDO ITALIA – MONTENEGRO IN MATERIA DI ENERGIA E PROGETTO DI INTERCONNESSIONE ELETTRICA

  1. Genesi dell'Accordo

  I Ministeri degli Affari Esteri italiano e montenegrino hanno firmato a Roma il 25 luglio 2007 un MoU di collaborazione dove le Parti si impegnano a sviluppare la cooperazione bilaterale, in speciale modo nei settori delle infrastrutture, degli investimenti, dell'energia, del turismo, della tutela dell'ambiente, della lotta alla criminalità organizzata, della cooperazione scientifica e tecnologica, dell'istruzione, della sanità e della cooperazione regionale.
  Successivamente il Governo italiano e quello del Montenegro in data 6 febbraio 2010 hanno firmato un Accordo di collaborazione strategica che copre vari settori. In particolare, il MiSE è interessato allo sviluppo delle collaborazioni industriali e commerciali nel settore energetico, nella specie per la produzione dell'energia da fonti rinnovabili ed aumento dell'efficienza energetica, dove l'Italia ha imprese ed expertise di eccellenza in questi settori. Il Parlamento Italiano sta provvedendo alla Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di collaborazione strategica.
  Sempre il 6 Febbraio 2010 il Governo italiano e quello del Montenegro hanno firmato un Accordo intergovernativo col quale si sono stabilite finalità e modalità di una interconnessione elettrica fra i due Paesi. La ratifica da parte del Montenegro è avvenuta il 22 Luglio 2010. La ratifica da parte dell'Italia è avvenuta in data 25 marzo 2011.
  Tale Accordo sull'interconnessione delle reti elettriche attua il Memorandum firmato a Podgorica il 16 giugno 2009; esso è finalizzato a garantire il funzionamento in sicurezza e commerciale del sistema costituito dalle reti elettriche dei due paesi stabilendo tra i rispettivi gestori nazionali rapporti di cooperazione di lungo periodo.
  Il 23 novembre 2010 è stato sottoscritto a Podgorica tra Terna, l'operatore di trasmissione montenegrino (»CGES») e lo Stato del Montenegro, in qualità di socio di maggioranza della società, l'Accordo per la realizzazione del cavo Italia-Montenegro.
  Il 25 gennaio 2011 è stata conclusa la transazione economica finalizzata all'acquisizione da parte di TERNA del 22 per cento delle azioni della CGES, con la firma del contratto industriale e del contratto di governance. L'ingresso di Terna nel capitale di CGES è finalizzato a consentire la realizzazione del collegamento elettrico Italia-Montenegro e dei collegamenti tra la rete montenegrina e dei paesi confinanti (Serbia, Srspka, Romania).

  2. Contenuto Accordo intergovernativo del 6 febbraio 2010 relativo alla interconnessione elettrica

  Il progetto della nuova interconnessione con il Montenegro prevede la realizzazione di un doppio collegamento elettrico in cavo per una potenza di 1000 MW (raddoppiabile a 2000 MW), in corrente continua, realizzato parte in cavo terrestre Pag. 77e per la massima parte in cavo sottomarino per uno sviluppo complessivo di circa 420 km, di cui 390 in cavo sottomarino, con investimenti per l'interconnessione stimati a circa 1.000 milioni di euro (dati 2014).
  La parte di competenza italiana è costituita da un tratto terrestre di circa 15 km e da un tratto sottomarino di circa 77 km fino al confine delle acque territoriali.
  Per quanto riguarda l'Italia, il cavo elettrico sarà attestato ad una nuova stazione di conversione continua/alternata a sua volta collegata, attraverso un breve tratto in cavo, con la vicina esistente stazione elettrica a 380 kV di «Villanova» sita nel comune di Cepagatti in provincia di Chieti. Nel Montenegro il nuovo collegamento si attesterà alla futura stazione a 380 kV di «Tivat» (Lastva) nella municipalità di Kotor.
  Circa gli aspetti autorizzativi, il MiSE ha concesso a Terna nel luglio 2011 l'autorizzazione per la realizzazione del cavo di interconnessione «Villanova-Tivat (Lastva)» che permetterà di importare (ma anche esportare) energia dal Montenegro e dagli Stati confinanti (Serbia, Romania e Bulgaria). Tale autorizzazione fa riferimento al limite delle acque territoriali (12 miglia).
  La fase di implementazione dell'elettrodotto, che avrà una capacità di trasmissione di 1.000 MW, di cui 800 di pertinenza di Terna e 200 di pertinenza del gestore montenegrino, è iniziata nel 2011. L'entrata in esercizio del cavo era prevista per la seconda metà del 2017 ma tenuto conto di una serie di incertezze (definizione tracciato definitivo con il Ministero dell'Economia Croato, mancato nulla osta acque di interesse economico esclusivo croate (EEZ)) tale data potrebbe ulteriormente slittare. Terna rende noto che il ritardo ad oggi è stimato in 2 anni, con un rischio massimo fino a 3 anni.

  3. Strategia regionale dei Balcani

  Il progetto corrisponde alla strategia europea e nazionale volta a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti attraverso investimenti sulle reti di interconnessione elettrica, favorendo lo sviluppo del mercato nei Paesi della Comunità dell'energia – Serbia e di Bosnia – Herzegovina – e la loro integrazione nel mercato interno dell'energia.

  4. Stato di Avanzamento Progetto

  Lo stato di avanzamento dei lavori è il seguente:
   a) Cavo terrestre lato Italia: è stato costruito dalla società fornitrice; sono in corso gli asservimenti dei terreni. Il cavo sottomarino è attualmente in fase costruzione. Resta da definire il tracciato definitivo d'intesa con il Ministero Economia Croato. Sono state completate le survey onshore ed è in corso la survey offshore per il primo collegamento. La progettazione costruttiva delle stazioni di conversione è in corso.
   b) I cantieri a Cepagatti, sul versante italiano del mare Adriatico, sono stati aperti a fine del 2013. Eseguiti gli sbancamenti, sono in corso opere civili di fondazione e posa dei cavi di collegamento a Villanova (PE).
   c) Sul versante montenegrino i lavori preparatori del sito avranno inizio nell'ultimo trimestre del 2014 e sono in fase di ultimazione le procedure di esproprio/acquisizione dei terreni su cui verrà costruita la stazione di conversione di Kotor.
   d) Tutte le principali gare di appalto per le forniture sono state assegnate. Complessivamente le risorse economiche investite nel progetto sono pari ad oltre 160 milioni di euro (novembre 2014).
   e) Il nulla osta per la porzione di tracciato che interessa le acque di interesse economico esclusivo croate non è stato ancora rilasciato dalle Autorità competenti, in ragione delle indagini e prospezioni di idrocarburi attualmente in corso. La miglior stima da parte del Governo croato per la definizione di queste aree è per la metà del 2015. Alla luce di queste tempistiche (stimate dal Governo Pag. 78croato), TERNA rende noto che il progetto potrebbe accumulare notevoli ritardi (oggi stimati in 2 anni, rischio massimo fino a 3 anni) non previsti dall'attuale programma cronologico dell'opera, oltre che rilevanti aggravi dal punto di vista economico ancora non previsti negli attuali piani di spesa.

  5. Considerazioni sulla attualità del Progetto

  La mission originaria dell'opera – connessa a flussi di energia rinnovabile in importazione in grado di aiutare l'Italia a raggiungere gli obiettivi al 2020 è oggi meno pressante, ma l'opera resta importante per altre funzioni di particolare rilievo in un contesto che, sia pure in pochi anni, è notevolmente cambiato.
  Inoltre, tutte le misure adottate o in corso di adozione da parte di Terna hanno tra l'altro il vantaggio di ridurre il costo dell'opera a carico della parte italiana che sarà caricato sulla tariffa di rete, riducendo o sterilizzando l'aumento di costo connesso anche ai ritardi realizzativi. Le iniziative di Terna, formalizzate in una lettera inviata a Mise e Autorità lo scorso 7 novembre, riguardano:
   il finanziamento di una quota del progetto con il meccanismo dell'interconnector, coinvolgendo quindi i finanziatori privati assegnatari ai sensi della legge 99 del 2009 sulla frontiere Nord-Africa, ritenuta tecnicamente non praticabile. Il MISE ha approvato l'iniziativa e ha autorizzato Terna a rendere noto ai soggetti assegnatari sulla frontiera «Nord Africa» il trasferimento della capacità assegnata sulla frontiera coi Balcani;
   una verifica sulla possibile realizzazione in due tempi dei due cavi che compongono l'elettrodotto, con costruzione quindi del secondo cavo oltre il 2019;
   l'integrazione con altre forme di finanziamenti, in particolare quelli UE nell'ambito dei Progetti di interesse comune o anche nel nuovo Piano Junker, dove l'opera è al momento stata inserita.

  Sul punto delle tariffe, si ricorda che l'Autorità per l'energia aveva ammesso il progetto alla tariffa incentivata «I3» ma in modo condizionato ad una verifica giuridica sugli atti di ratifica.
  Da ultimo, con la nuova delibera 654/2014, la stessa Autorità ha rivisto la propria posizione, considerando superato il tema formale legato agli atti di ratifica, ed ha ammesso il costo dell'opera in tariffa ma ha contestualmente sospeso il progetto dal riconoscimento dell'incentivo della tariffa «I3», a causa delle modifiche realizzative in corso da parte di Terna che dovrà presentare entro il 31 maggio 2015 un «quadro aggiornato e completo» del progetto.

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ALLEGATO 6

DL 192/2014, Proroga di termini previsti da disposizioni legislative C. 2803 Governo.

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La X Commissione,
   esaminato il testo del disegno di legge di conversione del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative;
   rilevato, in relazione all'articolo 4, concernente misure di adeguamento delle strutture recettive turistiche alla normativa antincendio, l'esiguità della proroga proposta (al 30 aprile 2015) in considerazione in particolare del dato che le strutture in questione sono ancora in attesa del provvedimento di semplificazione delle prescrizione tecniche in materia che il Ministero dell'interno, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 11 del decreto-legge n. 150 del 2013, avrebbe dovuto emanare entro il 30 aprile 2014 e che non risulta ancora emanato;
   considerato che l'articolo 9, al comma 3, reca la proroga di un anno, ovvero fino al 31 dicembre 2015, dell'operatività del sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) (lett. a)), così come delle relative sanzioni (lett. b)), ma non allinea a tale data le sanzioni connesse alla mancata iscrizione al SISTRI e al pagamento del relativo contributo;
   valutata infine la pressante esigenza di venire incontro ai problemi, anche di carattere economico, dei titolari di concessioni demaniali relative a strutture turistico balneari;
   sottolineata l'opportunità che le disposizioni di proroga dei finanziamenti in materia di beni culturali a favore dei comuni con popolazione tra 5 e 150 mila abitanti che presentino progetti di promozione turistica e culturale del territorio, di cui all'articolo 5, siano finalizzate alla massima valorizzazione dei progetti medesimi,

  delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:
   provvedano le Commissioni di merito a sopprimere le lettere b) e c) del comma 3 dell'articolo 9, allineando in tal modo alla data del 31 dicembre anche l'irrogazione delle sanzioni relativamente alla mancata iscrizione al sistema e al pagamento del relativo contributo;
  e le seguenti osservazioni:
   a) valutino le Commissioni di merito l'opportunità di prorogare il termine di cui al comma 2 dell'articolo 4 dal 30 aprile 2015 al 31 dicembre 2015;
   b) valutino le Commissioni di merito l'opportunità, in attesa del complessivo riordino della disciplina in materia di canoni delle concessioni demaniali marittime, di cui al comma 732 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, di prevedere una proroga relativamente alla possibilità da parte dei titolari che utilizzano manufatti amovibili, di mantenerli installati fino al 31 dicembre 2015;
   c) valutino le commissioni di merito, nelle more della riforma relativa alla concessioni demaniali marittime, l'opportunità Pag. 80di sospendere, fino al 31 dicembre 2015, la riscossione coattiva dei canoni nonché l'esecuzione di eventuali procedimenti amministrativi e dei relativi effetti derivanti dai provvedimenti delle amministrazioni competenti concernenti la sospensione, la revoca e la decadenza delle concessioni demaniali medesime;
   d) valutino le commissioni di merito, con riferimento al divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti con potere calorifero inferiore, superiore a 13.000/Kg, di cui all'articolo 9, comma 1, l'opportunità di estendere la prevista proroga del termine di entrata in vigore di tale divieto dal 30 giugno al 31 dicembre 2015.