CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 gennaio 2015
369.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

7-00412 Folino: Riconoscimento della situazione di crisi industriale complessa per il territorio dei comuni di Campochiaro e Venafro in Molise.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE (8-00097)

  La X Commissione,
   premesso che:
    il tessuto industriale della regione Molise, già caratterizzato da una fragilità strutturale, è stato ultimamente indebolito dall'aggravarsi della crisi economica;
    a fine giugno una importante manifestazione di lavoratori, imprenditori, disoccupati, pensionati e studenti, nonché dei sindaci delle municipalità molisane e dei sindacati, a cui ha partecipato anche il segretario nazionale della CGIL, ha denunciato questo grave stato di crisi del territorio;
    tale situazione di disagio è stata oggetto di un richiamo esplicito da parte del Papa in occasione della visita pastorale in Molise dello scorso 5 luglio, che si è riferito in particolare all'importanza del lavoro per la salvaguardia della dignità umana;
    secondo il documento pubblicato da Sviluppo Italia, in Molise la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli record del 49 per cento; la crisi si è abbattuta in particolare sui settori della moda, dell'agroalimentare e della metalmeccanica;
    uno dei territori maggiormente colpiti risulta essere il distretto produttivo di Bojano-Isernia-Venafro, in cui operano aziende di grandi dimensioni e di elevata specializzazione come Gam Spa – nel settore agroalimentare – Ittierre Spa – nel settore della moda – e altre imprese nel settore metalmeccanico e automotive le cui difficoltà determinano pesanti ricadute anche sull'indotto;
    sono a rischio nell'area suddetta tra lavoratori diretti e indotto circa 2.000 posti di lavoro per un territorio di poco più di 100.000 abitanti;
    i principali comuni dell'area coinvolta hanno già adottato specifiche delibere di Consiglio comunale, trasmesse alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero dello sviluppo economico, nelle quali chiedono che sia posta all'attenzione del Governo l'eccezionale gravità della crisi industriale e occupazionale che stanno attraversando;
    con la delibera della giunta regionale n. 163 del 29 aprile 2014, ai sensi dell'articolo 27 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, ha demandato al Presidente della regione il compito di coordinare ogni possibile strategia innovativa di intervento nelle aree di crisi ed ha formalmente presentato, al Ministero dello sviluppo economico, istanza di riconoscimento della «situazione di crisi industriale complessa» per il Pag. 65territorio ricompreso nell'asse geografico tra i comuni di Campochiaro e Venafro,

impegna il Governo

ad assumere, con urgenza e coinvolgendo la regione e gli Enti locali interessati, ogni utile iniziativa che consenta una strategia innovativa di intervento nelle aree di crisi del territorio della regione Molise ricompreso nell'asse geografico tra i comuni di Campochiaro e Venafro.
(8-00097) «Folino, Venittelli, Leva».

Pag. 66

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01833 Maestri: Stanziamento per il completamento di interventi a favore del SIN di Fidenza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In data 8 aprile 2008 è stato sottoscritto, tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Parma ed il Comune di Fidenza, l'Accordo di Programma Quadro «Per la bonifica ed il ripristino ambientale del Sito di bonifica di Interesse Nazionale di «Fidenza».
  Il citato Accordo costituisce il riferimento per l'attuazione di un programma pluriennale di interventi che richiedono, per la loro realizzazione, l'azione coordinata ed integrata delle citate Istituzioni.
  La realizzazione del programma di interventi oggetto dell'Accordo in parola è finalizzata, in particolare, a garantire un'efficace governance pubblica del sito di «Fidenza», in termini di sviluppo economico-sociale sostenibile.
  L'Accordo di Programma Quadro ha un valore complessivo di euro 14.000.000,00 e prevede una sezione attuativa pari ad euro 10.000.000,00 ed una sezione programmatica ammontante ad euro 4.000.000,00.
  Lo stanziamento finanziario disciplinato nella sezione attuativa (euro 10.000.000,00) è ripartito come di seguito indicato:

   euro 7.000.000,00 a carico del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, già tutti trasferiti alla Regione Emilia Romagna;

   euro 1.000.000,00 a carico della Regione Emilia Romagna;

   euro 1.000.000,00 a carico della Provincia di Parma;

   euro 1.000.000,00 a carico del Comune di Fidenza.

  La sezione programmatica prevede un finanziamento di euro 4.000.000,00 a carico del Ministero dello Sviluppo Economico.
  Tenuto conto che gli interventi disciplinati nella sezione attuativa risultano in avanzato stato di attuazione, si è reso necessario garantire immediata copertura finanziaria alla sezione programmatica, al fine di consentire il completamento degli interventi di bonifica e, successivamente, la restituzione delle aree di proprietà pubblica di rilevante interesse produttivo agli usi previsti dagli strumenti di pianificazione del territorio.
  Per quanto sopra, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, nella seduta del 10 novembre 2014, ha approvato con delibera in corso di perfezionamento l'assegnazione, alla Regione Emilia Romagna, dei predetti euro 4.000.000,00, finalizzati alla copertura del citato Accordo di Programma Quadro del 2008 per la bonifica e il ripristino ambientale del sito di interesse nazionale SIN di Fidenza, con onere a carico delle residue risorse del FSC 2007-2013 di cui alla delibera Cipe d n. 21/2014.
   I lavori del primo stralcio funzionale nell'area industriale ex-Carbochimica S.p.A. sono terminati in data 19 dicembre 2014, mentre nell'area ex-CIP sono in una fase avanzata i lavori di scotico e rimozione di eventuali tubazioni. Anche per quanto riguarda le altre aree, il cantiere per gli interventi di bonifica è in pieno svolgimento.

Pag. 67

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-03212 Martella: Continuità produttiva delle raffinerie Versailes e Raffinazione di Porto Marghera.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si evidenzia, in via preliminare, che la Società ENI ha ribadito la volontà di dare seguito a quanto stabilito nell'accordo stipulato il 16 aprile 2012 tra il Ministero dell'Ambiente, il Ministero delle Infrastrutture, il Magistrato delle acque di Venezia, la Regione Veneto, la Provincia di Venezia, il Comune di Venezia e l'Autorità portuale di Venezia relativo alla definizione di un Programma per la bonifica e la riqualificazione ambientale del Sito di interesse nazionale di Venezia-Porto Marghera e aree limitrofe.
  Per quanto riguarda la Raffineria di Venezia, sulla base degli accordi interistituzionali sottoscritti, dal maggio 2014, la Società ha confermato di avere avviato alla produzione gli impianti riconvertiti della «Green Refinery», con una capacità che, grazie al completamento della prima fase dei lavori, può raggiungere le 30.000 t/mese.
  In data 24 dicembre scorso Eni ha, inoltre, presentato al Ministero dello sviluppo economico, competente in materia di rilascio di autorizzazione per gli impianti definiti strategici, ai sensi del decreto legge 9 febbraio 2012 n.5, l'istanza per l'autorizzazione a realizzare la seconda fase del «Green Refinery» che si prevede potrà essere completata entro la seconda metà dell'anno 2017, attraverso la realizzazione di un impianto di trattamento Olio di Palma Grezzo (oggi alimentato con Olio di Palma Raffinato) e di un nuovo impianto idrogeno da metano da 35.000 Nm3/h., che porteranno la capacità a 50.000 t/mes.
  Si evidenzia, inoltre, che il 14 novembre scorso, presso il Ministero dello sviluppo economico è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa tra il MISE, la Regione Veneto, la Provincia di Venezia, il Comune di Venezia, l'Autorità Portuale, l'ENI Spa e la Versalis Spa, per la reindustrializzazione ed il rilancio del sito di Porto Marghera.
  Il Protocollo prevede una serie di investimenti per circa 200 milioni di euro che consentiranno di garantire l'occupazione e di assicurare la fornitura all'intero sistema chimico ENI dislocato in Valle Padana: Mantova, Ferrara, Ravenna.
  Il progetto prevede la trasformazione dell'impianto di Porto Marghera, mediante il riassetto della configurazione attuale del sistema produttivo, con la chiusura definitiva dell'impianto di Cracking, e la nascita di un nuovo polo tecnologico.
  I principali obiettivi del Protocollo d'Intesa sono i seguenti:

   favorire la riconversione industriale dello stabilimento di Porto Marghera attraverso la realizzazione di un polo tecnologico integrato di chimica da fonti rinnovabili;

   consolidare e rafforzare il polo logistico anche alla luce del futuro assetto;

   promuovere i processi di riqualificazione professionale delle risorse umane mediante piani specifici di formazione;

   garantire l'occupazione con il processo di trasformazione dello stabilimento di Pag. 68Porto Marghera e favorire lo sviluppo di ulteriori imprese locali operanti nel settore della chimica da fonti rinnovabili e settori diversificati;

   intraprendere ogni utile iniziativa di collaborazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi volta ad assicurare che nello svolgimento degli iter autorizzativi relativi alle attività previsti dall'Accordo vengano rispettati i tempi procedurali minimi dettati dalle norme legislative e regolamentari in materia.

  Il Progetto di trasformazione dello stabilimento di Porto Marghera, che prevede investimenti per circa 200 milioni di euro, di cui per le infrastrutture e logistica circa 10 milioni entro il 2015, si sviluppa nelle seguenti aree di intervento:
  1. riassetto della configurazione attuale. Il nuovo assetto produttivo del sito prevede la fermata definitiva dell'impianto cracking. L'impianto Aromatici viene mantenuto in assetto conservativo, con possibilità di esercizio in funzione delle specifiche richieste di mercato. Il riassetto del sistema utilities prevede l'adeguamento alla nuova configurazione con l'istallazione di due nuove caldaie in sostituzione di quelle attuali e successivamente l'avvio della bonifica. La logistica verrà consolidata e ulteriormente sviluppata per garantire il regolare approvvigionamento di feedstock e prodotti agli stabilimenti di Ferrara, Mantova e Ravenna e integrata per le attività connesse alle nuove produzioni;
  2. nuovo polo tecnologico. Il Programma, oltre al progetto avviato nel febbraio 2014 con la società americana Elevance Renewable Science per la realizzazione di un impianto industriale di Metatesi di oli vegetali. Sarà inoltre realizzata nel sito di Marghera un'area dedicata al Progetto «Polo Tecnologico Chimica da Rinnovabili» che lavorerà in collegamento con il partner Elevance e con le strutture Versalis di Mantova e Novara per le attività di sviluppo tecnologico-ingegneristico dei nuovi progetti.
  Per quanto riguarda la salvaguardia e lo sviluppo dell'occupazione: la realizzazione del Programma di Sviluppo Eni/Versalis comporterà altresì un programma di gestione delle risorse umane dalla fase di firma del presente protocollo d'intesa fino all'avvio progressivo delle nuove attività. In particolare, si prevede che in corrispondenza della conclusione del progetto si realizzerà un consolidamento del livello occupazionale prevedendo a regime 430 risorse.
  Eni/Versalis s'impegna:
   ad avviare percorsi formativi di riqualificazione professionale del personale finalizzati ad accrescere e sviluppare le conoscenze dei processi produttivi in considerazione del Programma di Sviluppo Eni/Versalis;
   a collocare in mobilità di cui alla legge 223/91, a partire dalla data di sottoscrizione del presente Protocollo, il personale che maturerà i requisiti pensionistici e secondo la prassi in essere in Eni, fino ad un massimo di 25 unità;
   ad inserire in modo graduale entro il 2017, 30 risorse collegate allo sviluppo dei nuovi impianti di separazione dei co-prodotti della metatesi e idrogenazione selettiva, in aggiunta alle 20 già previste dall'Accordo Nazionale del 10 febbraio 2014. Il nuovo polo tecnologico prevederà a regime un organico complessivo di circa 120 unità.

  In relazione all'esigenza di sostenere il Programma di Sviluppo Eni/Versalis, a livello locale verranno individuate soluzioni gestionali che, anche in coerenza con il CCNL applicato, attenuino forme di disagio.
  Al fine di assicurare l'attuazione efficace e puntuale degli obiettivi del citato Protocollo d'intesa il Ministero dello sviluppo economico e la Regione Veneto, per quanto di rispettiva competenza, s'impegnano a coordinare il procedimento amministrativo volto all'ottenimento dei vari provvedimenti necessari per la realizzazione di quanto previsto nel Progetto di trasformazione dello stabilimento di Porto Marghera e degli ulteriori interventi Pag. 69previsti nell'Accordo del 2014, attraverso lo strumento della Conferenza dei Servizi.
   Nel Protocollo d'intesa sottoscritto lo scorso novembre è stata prevista, inoltre, l'istituzione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, d'intesa con le Amministrazioni centrali e locali interessate, di un Tavolo di Coordinamento da convocare con cadenza annuale, e comunque ogni qualvolta le Parti lo ritenessero necessario. Il primo incontro è previsto entro il prossimo mese di marzo.
  Si evidenzia, infine, che l'8 gennaio scorso è stato siglato presso il Ministero dello sviluppo economico, l'Accordo di programma per la riconversione e riqualificazione economica dell'area industriale del sito di Porto Marghera con l'obbiettivo di favorire nuovi investimenti finalizzati alla riconversione industriale e all'ambientalizzazione e a nuove infrastrutture funzionali alle attività produttive.
  Con tale accordo vengono rese disponibili risorse complessive per quasi 153 milioni di euro, dei quali 103 a carico del Mise, frutto dei rimborsi effettuati dalla Società Alcoa per lo stabilimento di Fusina (Porto Marghera) e destinati, in base a decisioni della Commissione europea, a interventi a favore dello sviluppo e dell'occupazione nelle Regioni ove hanno sede le attività produttive oggetto della restituzione.
   La riqualificazione industriale riguarda, infatti, i 2.000 ettari di insediamenti produttivi, commerciali e terziari, canali navigabili e bacini, porto commerciale e infrastrutture che fanno di Porto Marghera una delle più grandi zone industriali costiere d'Europa.

Pag. 70

ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-03547 Casati: Questioni sull'acquisizione da parte di Shangai Electric di una quota di Ansaldo Energia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03547 l'onorevole Casati pone quesiti in ordine all'accordo stipulato fra Fondo Strategico Italiano e Shangai Electric per l'acquisizione di una quota di Ansaldo Energia.
  Al riguardo, sentita la Società Cassa depositi e prestiti, si fa presente che Fondo Strategico Italiano spa («FSI») è una holding di partecipazioni controllata da Cassa depositi e prestiti spa, che investe in società operanti in settori di «rilevante interesse nazionale» e individuati dal decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 2 luglio 2014 (difesa, sicurezza, infrastrutture e pubblici servizi, trasporti, comunicazioni, energia, assicurazioni e intermediazione finanziaria, ricerca e alta tecnologia – nonché i settori turistico alberghiero, agroalimentare e distribuzione, gestione dei beni culturali e artistici).
  Sono, inoltre, considerate di «rilevante interesse nazionale» le società che, pur non essendo costituite in Italia, hanno, comunque, una presenza significativa nel territorio nazionale in termini di fatturato e di occupazione.
  In data 8 maggio 2014, Fondo strategico italiano spa ha annunciato la sottoscrizione di un accordo con Shanghai Electric Corporation Co, Ltd. («SEC») relativo alla cessione del 40 per cento della partecipazione detenuta dallo stesso in Ansaldo Energia spa.
  L'accordo si è perfezionato in data 4 dicembre 2014, dopo il conseguimento delle autorizzazioni da parte delle autorità competenti compresa l'Antitrust e con il pagamento del prezzo di acquisto da parte di SEC in favore di Fondo Strategico Italiano.
  La partecipazione in Ansaldo Energia, non oggetto di cessione a SEC, è stata conferita alla società d'investimento FSI Investimenti spa, costituita in data 20 giugno 2014.
  A seguito della citata cessione a SEC, Fondo Strategico Italiano investimenti e Fondo Strategico Italiano continueranno a detenere il 44,84 di Ansaldo Energia.
  Con riferimento al citato accordo di cessione della partecipazione da FSI a SEC, Cassa depositi e prestiti ha precisato che:
   non è prevista alcuna opzione call esercitabile da parte di SEC sulla partecipazione detenuta in Ansaldo Energia;
   non è prevista alcuna opzione put esercitabile da parte di FSI e FSI Investimenti sulla partecipazione detenuta in Ansaldo Energia.

  Pertanto, Fondo Strategico Italiano, Fondo Strategico Italiano investimenti e SEC non hanno alcun obbligo, bensì un diritto unilaterale alla quotazione in borsa di Ansaldo Energia secondo i termini stabiliti contrattualmente. La quota da destinare al mercato non è predeterminata e sarà definita in sede di offerta pubblica iniziale.
  La Commissione nazionale per le società e la borsa, per gli aspetti di competenza, ha comunicato che allo stato non risulta essere stata formulata alcuna istanza, ai sensi dell'articolo 113 del Pag. 71decreto legislativo n. 58 del 1998, per l'approvazione di un prospetto di quotazione relativamente alla Società Ansaldo Energia.
  Per quanto attiene, in particolare, ai requisiti di ammissione a quotazione, la società di gestione del mercato regolamentato, nel caso di specie Borsa Italiana spa, è competente per l'individuazione della soglia minima di flottante necessaria per l'ammissione e per la relativa attività di vigilanza.
  In dettaglio, l'articolo 2.2.2 (Requisiti delle azioni), lettera b), del Regolamento dei mercati, organizzati e gestiti da Borsa Italiana spa, prevede che ai fini dell'ammissione alla quotazione, le azioni devono avere «sufficiente diffusione, che si presume realizzata quando le azioni siano ripartite presso gli investitori professionali oltre che presso gli investitori non professionali per almeno il 25 per cento del capitale rappresentato dalla categoria di appartenenza».
  Ai sensi del medesimo regolamento (articolo 2.2.2, comma 1, lettera b) del citato Regolamento dei mercati), Borsa Italiana può ritenere sussistente tale requisito quando il valore di mercato delle azioni possedute dal pubblico faccia ritenere che le esigenze di regolare funzionamento del mercato possano essere soddisfatte anche con una percentuale inferiore a quella sopraindicata. Borsa Italiana, inoltre, si riserva di ritenere adeguata la ripartizione presso i soli investitori professionali se il valore di mercato delle azioni possedute dagli investitori oppure il numero degli stessi faccia ritenere che le esigenze di regolare funzionamento del mercato, possano essere comunque soddisfatte (articolo 2.2.2, comma 2, del citato Regolamento dei mercati).

Pag. 72

ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-04015 L'Abbate: Valutazione ambientale ed economica del progetto di realizzazione di una centrale a biomasse a Rignano Garganico Scalo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare si osserva che il nostro ordinamento non prevede un principio di regionalizzazione per la produzione e consumo di energia. Secondo quanto disposto dall'articolo 1, comma 1, del d.lgs. 79/1999, la produzione di energia elettrica è attività libera e, dunque, non può essere condizionata dall'entità dei consumi in ambito regionale (o comunale). Tale principio è stato ribadito dalla giurisprudenza amministrativa che ha dichiarato illegittimo il diniego a realizzare impianti a fonti rinnovabili giustificato dal superamento dei limiti massimi alla produzione stabiliti con norme regionali e ciò per violazione delle norme internazionali e comunitarie che promuovono lo sviluppo delle fonti rinnovabili (sentenza Consiglio di Stato n. 4768/2012).
   Il principio contenuto nel citato decreto legislativo è ripreso dal DM 10 settembre 2010 recante le Linee guida per l'autorizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dove si prevede inoltre che l'eventuale superamento di limitazioni programmatiche contenute nel Piano energetico regionale o delle quote minime di incremento dell'energia elettrica da fonti rinnovabili assegnate alle regioni non preclude comunque l'avvio e la conclusione favorevole del procedimento di rilascio dell'autorizzazione unica.
  Va ricordato che il nostro Paese, con l'ultima direttiva in materia di promozione dello sviluppo delle fonti rinnovabili (dir. 28/2009/CE) attuata con decreto legislativo 28 del 2011, ha assunto l'impegno di conseguire al 2020 specifici obiettivi, tra l'altro, in materia di quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia.
   In attuazione del citato decreto legislativo n. 28/2011 è stato, dunque, emanato un complesso di norme per l'incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (per quella da fotovoltaico, che ha esaurito il tetto di spesa previsto dal DM 5 luglio 2012, cd. quinto conto energia, e per quella da altre fonti rinnovabili di cui al DM 6 luglio 2012).
  Detti obiettivi sono stati ripartiti in obiettivi regionali vincolanti al 2020 in termini di incremento di consumi da fonti rinnovabili, individuando, d'accordo con le Regioni, le disponibilità energetiche locali e il loro utilizzo secondo principi di sostenibilità ambientale ed economica. In considerazione di ciò le Regioni conciliano le politiche di tutela dell'ambiente e del paesaggio con quelle di sviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili attraverso una programmazione coerente con il raggiungimento degli obiettivi ad esse assegnate, garantendo uno sviluppo equilibrato delle diverse fonti, la cui combinazione produttiva per il perseguimento dei citati obiettivi è lasciata alla discrezionalità delle Regioni (articolo 3, comma 1, DM 15 marzo 2012).
  Per quanto riguarda, infine, le richieste in merito allo svolgimento del procedimento amministrativo di autorizzazione Pag. 73dell'impianto in questione va osservato, in via generale, che la competenza autorizzativa è attribuita alla Regione (o alla Provincia delegata) dall'articolo 12 del decreto legislativo n. 387/2003 e che, pertanto, le amministrazioni centrali dello Stato non hanno alcun potere di controllo sulla legittimità dei singoli provvedimenti abilitativi (che possono essere solo oggetto di sindacato giurisdizionale ovvero di annullamento d'ufficio in sede di autotutela).

Pag. 74

ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-04278 Taranto: Prospettive produttive e avvio dei progetti di riqualificazione del sito di Termini Imerese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il 22 dicembre scorso presso il Ministero dello sviluppo economico si è svolto un incontro convocato per proseguire l'esame delle prospettive produttive ed occupazionali relative allo stabilimento FIAT di Termini Imerese. Allo stesso hanno partecipato rappresentanti del Ministero del lavoro, la Regione Sicilia, il Comune di Termini Imerese, la Società «METEC Spa», le Organizzazioni sindacali nazionali e territoriali.
  Nel corso dell'incontro è stato esaminato il progetto per la reindustrializzazione del suddetto stabilimento e la ricollocazione di tutte le maestranze. Lo stesso prevede:
  a. la ripresa produttiva nel settore automotive ovvero produzione di componentistica diversificata e di veicoli completi a trazione ibrida, oltre che di prototipi da destinare al mercato terzo. Con questa scelta, non solo viene confermata la vocazione settoriale del sito, ma viene valorizzata la professionalità dei lavoratori che saranno impegnati anche nella realizzazione di prodotti ad elevato contenuto tecnologico e ad alto valore aggiunto;
  b. la conferma l'impiego di tutti i lavoratori ancora in forza presso FIAT e PCMA secondo un piano di rientro illustrato, nell'incontro medesimo;
  c. un ampio ed impegnativo programma di formazione e riqualificazione professionale che dovrà essere attivo già dai primi mesi del 2015 con azioni di «training on the job» rese possibili dalle opportunità che il Gruppo «METEC/STOLA» può offrire anche nell'ambito dei propri stabilimenti in Italia ed in Europa;
  d. importanti investimenti in beni materiali (soprattutto) ed immateriali (SW, brevetti, progetti attuativi, ecc.) tenendo anche conto delle attività e delle competenze del sistema universitario siciliano, che consentiranno allo stabilimento siciliano di operare ai migliori livelli possibili della tecnologia e, quindi, di potersi rivolgere al mercato globale.
  Questo insieme di condizioni costituiscono un punto di riferimento importante per tutte le Parti coinvolte nel progetto ed impegnano le Istituzioni (Governo e Regione Sicilia, insieme agli Enti locali interessati), alla luce dell'importanza strategica del processo avviato nonché della sostenibilità del Piano industriale e finanziario, a verificarne costantemente la concreta attuazione, attraverso una continua azione di monitoraggio.
  Tali condizioni, inoltre, sono un presupposto per dare forza e garanzia agli impegni che le Parti hanno sottoscritto con il verbale di Accordo ex articolo 47 della legge n. 428 del 1990 per la cessione di ramo di azienda da FCA a BLUTEC (società interamente controllata da METEC) nel quale sono interessati i lavoratori FIAT e PCMA di Termini Imerese.
  Circa la tutela del reddito, la tempistica attuativa del progetto «BLUTEC» si rende necessario il ricorso ad ammortizzatori sociali in grado di tutelare al meglio i lavoratori che dovranno essere reinseriti nel processo produttivo.
  A questo fine «BLUTEC» ha dichiarato che farà istanza di accesso alla CIGS per riorganizzazione per un primo biennio, Pag. 75eventualmente rinnovabile sulla base delle esigenze connesse al piano di investimenti previsto.
  L'Azienda garantirà la rotazione a parità di mansione secondo la fungibilità professionale e sulla base delle esigenze tecnico-organizzative e garantirà fino a concorrenza l'anticipo dell'indennità di Cassa.
   Una particolare attenzione sarà riservata dalla Regione Sicilia alla tutela del reddito dei lavoratori dell'indotto strettamente connesso alla cessazione di attività nel sito FIAT di Termini Imerese. A tale scopo sarà attivato un tavolo di concertazione presso l'assessorato al Lavoro della Regione Siciliana per individuare la strumentazione ordinaria, straordinaria ed in deroga che meglio tuteli i lavoratori interessati.
  Le istituzioni e, in particolare, il Ministero dello sviluppo economico sono, quindi, fortemente impegnate, congiuntamente alla Regione Sicilia, a sostenere gli investimenti industriali (con particolare riferimento a quelli di carattere innovativo) ammissibili al finanziamento pubblico sulla base della normativa comunitaria. Le risorse materiali e finanziarie messe a disposizione da Mise, Regione Sicilia, Comune di Termini Imerese saranno finalizzate alla realizzazione del piano di reindustrializzazione e ricollocazione delle maestranze.
   La Regione Sicilia congiuntamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sono impegnati, nell'ambito della legislazione vigente anche in ambito europeo a supportare (sia dal punto di vista finanziario, sia organizzativo) il programma di formazione e riqualificazione professionale che sarà presentato da BLUTEC nell'ambito del proprio progetto di valorizzazione della propria forza di lavoro. Mentre il Comune di Termini Imerese congiuntamente alla Regione Siciliana ed agli altri Enti territoriali competenti faciliteranno la soluzione dei problemi infrastrutturali e supporteranno il piano di occupazione dei lavoratori interessati.
   Il Ministero dello sviluppo economico, insieme con la Regione Sicilia, il Comune di Termini Imerese, continueranno a sviluppare, nell'ambito dell'Accordo di Programma, un'azione volta ad attirare ulteriori investimenti produttivi sul territorio e si adopereranno affinché anche le ulteriori iniziative che si insedieranno nell'area considerino in via prioritaria l'assunzione nei propri piani di sviluppo dei lavoratori già appartenenti a società dell'indotto connesso alla produzione pregressa presso lo stabilimento di Termini Imerese. Anche il Governo, data la rilevanza generale della crisi industriale di Termini Imerese, è impegnato a monitorarne costantemente il suo sviluppo. Sono previste verifiche sullo stato di avanzamento del progetto industriale, con la finalità di concorrere a superare eventuali ostacoli o ritardi che potrebbero compromettere la realizzazione di tutto o parte del progetto e la conseguente occupazione dei lavoratori interessati. Il primo incontro di verifica è previsto per il prossimo mese di marzo.

Pag. 76

ALLEGATO 7

Interrogazione n. 5-04301 Vallascas: Criteri per la progettazione e la realizzazione di impianti «satellite» a uso industriale o civile per lo stoccaggio e gassificazione del gas naturale liquefatto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In premessa, occorre far presente che la materia di prevenzione antincendio è di competenza del Ministero dell'Interno: ciò nonostante, per ciò che riguarda il Ministero dello sviluppo economico, in considerazione della rilevanza della materia, nel gennaio dello scorso anno è stato costituito un Gruppo di coordinamento nazionale per predisporre uno studio sugli aspetti normativi, tecnici, economici, di sicurezza e di impatto sociale per l'utilizzo del GNL negli usi civili, industriali e dei trasporti, e con lo scopo di diffondere l'utilizzo del GNL in tali settori. Il citato Gruppo si articola in vari sottogruppi di lavoro (autorizzazioni, approvvigionamento e stoccaggio, accettabilità sociale e divulgazione, e sicurezza dello stoccaggio e distribuzione) con l'obiettivo di predisporre il Piano Strategico Nazionale sull'utilizzo del GNL in Italia.
  In particolare, nei sottogruppi di lavoro «Autorizzazioni» e «Sicurezza dello stoccaggio e distribuzione» è presente anche il Ministero dell'Interno tramite il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (CNVVF).
  Per quanto riguarda la normativa antincendio in vigore e relativa agli stoccaggi di GNL da 50 t in su, la stessa prevede l'applicazione del decreto legislativo n. 334/99 (c.d. «Direttiva Seveso») che individua due soglie a seconda delle dimensioni degli stoccaggi degli stessi, ovvero una soglia bassa (da 50 t fino a meno di 200 t) e una alta (da 200 t in su). Gli adempimenti dettati dalla citata Direttiva sono molteplici e diversi a seconda delle due soglie prima dette.
  Al riguardo preme sottolineare che la soglia di 50 t appare ben rappresentativa delle installazioni di stoccaggio presso i distributori stradali di GNL per autotrazione che ricadono nell'ambito delle competenze degli Uffici del Ministero dello sviluppo economico: per tale motivo si auspica una pronta emanazione delle linee guida tecniche di prevenzione incendi di competenza del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di cui si dirà oltre.
  Per ciò che riguarda il Ministero dell'Interno, titolare, come accennato, della competenza prevalente in materia, quest'ultimo comunica che le prospettive di impiego e sviluppo del gas naturale liquefatto (GNL), sia in ambito dei trasporti (terrestri e marittimi), sia in ambito industriale, implicano che nel prossimo futuro lo stesso Ministero, per mezzo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, dovrà adottare delle regole tecniche di prevenzione incendi specifiche per tale settore, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali.
  La stessa Amministrazione evidenzia però che già il 21 marzo 2013 il Dipartimento citato aveva emanato una prima guida tecnica applicabile agli impianti di alimentazione di gas naturale liquefatto (GNL) con serbatoio fuori terra a servizio di stazioni di rifornimento di gas naturale compresso per autotrazione (impianti L-GNC).
  In vista dell'impiego del GNL nel campo dei trasporti e in quello industriale, nel febbraio 2014 lo stesso Dipartimento Pag. 77ha istituito uno specifico gruppo di lavoro con il mandato specifico di elaborare una guida tecnica di prevenzione incendi per la costruzione, l'installazione e la gestione delle infrastrutture di stoccaggio di GNL.
  Tale gruppo ha visto la partecipazione di tecnici del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, di un rappresentante del Ministero dello sviluppo economico, un docente universitario esperto in materia e vari rappresentanti delle associazioni di categoria e delle realtà industriali del settore, quali, ad esempio, Assogasliquidi e le Società che stoccano e gestiscono GNL (ENI, Liquigas, GNL Italia).
  Ad essi, come accennato, è stato assegnato il mandato di elaborare una guida tecnica di prevenzione incendi per la costruzione, l'installazione e la gestione delle infrastrutture di stoccaggio di GNL di capacità inferiore alle 50 t per uso civile ed industriale oltre che per quelli annessi ai punti vendita di GNL per autotrazione.
  Nell'ambito dei lavori si è deciso di approfondire in particolare due tematiche: stoccaggi di GNL a servizio di impianti di distribuzione carburante; stoccaggi cosiddetti «satellite» di GNL.
  In merito alla prima, il Ministero dell'Interno prevede di emanare una guida tecnica, in sostituzione di quella, sopra richiamata, del 21 marzo 2013, che analizzi nel complesso tutti gli impianti di distribuzione carburante con serbatoi criogenici fuori terra di GNL, ovvero gli impianti L-GNC, L-GNL ed L-GNC/GNL.
  In merito alla seconda, lo stesso Ministero prevede, invece, di emanare una guida tecnica di prevenzione incendi relativa ai depositi di GNL contenuti in serbatoi fissi di capacità complessiva non superiore alle 50 t., a servizio di utenze civili ed industriali.
  I due schemi di linee guida – ricordiamo, uno per ciascuna delle due tematiche –, sono stati rimessi nello scorso mese di dicembre dal Gruppo di lavoro al Dipartimento dei vigili del fuoco, che ne curerà l'inserimento all'ordine del giorno della prossima riunione del Comitato centrale tecnico scientifico di prevenzione incendi. Al termine dell'iter, il medesimo Dipartimento provvederà alla formale adozione di linee guida adeguate alla complessità di tutti gli impianti.