CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 gennaio 2015
368.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di collaborazione strategica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Roma il 6 febbraio 2010. A.C. 2752 Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVA PRESENTATA DAL GRUPPO MOVIMENTO 5 STELLE

  La Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici,
   premesso che:
    il provvedimento de quo intende regolare i rapporti di collaborazione tra il Governo italiano e quello montenegrino, su alcuni settori specifici, nell'ottica europea di dare sostegno ai Paesi virtuosi, come il Montenegro, per entrare nella sfera dell'UE e aderire alla NATO;
    le ragioni ispiratrici dell'Accordo sono motivate dagli obiettivi nazionali, per raggiungere i termini, fissati in ambito europeo dalla direttiva ’20/20/20, di produzione di energia da fonti rinnovabili, anche attraverso accordi internazionali, basati sui principi di interscambio, sostegno e collaborazione;
    relativamente ai settori di competenza di questa Commissione, l'Accordo ha già prodotto, sul nostro territorio, effetti allarmanti, che rispondono alla logica di investimenti speculativi, piuttosto che al rispetto dell'ambiente;
    nello specifico, l'Accordo firmato il 6 febbraio 2010 ha stabilito la costruzione di un elettrodotto che collega la città di Tivat con Pescara per importare in Italia energia elettrica dai Balcani. Si tratta di un ponte elettrico di 415 chilometri – 390 in cavo sottomarino e 25 in connessione terrestre –, che inizialmente doveva fermarsi a Foggia, poi allungato di altri 200 chilometri per riemergere in prossimità del porto di Pescara, penetrando anche un'area del Parco della Majella. Un investimento di 760 milioni di euro, la maggior parte dei quali investiti dalla società italiana Terna, con conseguenti ripercussioni sulle bollette elettriche dei nostri cittadini. Un progetto altamente impattante a livello ambientale, fortemente discusso sugli organi stampa e scongiurato dagli abitanti dei territori interessati, che si sono già organizzati in Comitati di protesta. Si aggiunga che la realizzazione di un elettrodotto di tal guisa, di cui Terna Spa ha già iniziato la costruzione in Abruzzo, comporta forti rischi per la salute umana infatti esistono studi che testimoniano «una relazione tra l'esposizione ai tralicci della corrente e le patologie tumorali»;
    la realizzazione dell'opera non risponde alla logica dell'interconnessione dei mercati elettrici europei, finalizzata alla diminuzione del prezzo dell'energia per i cittadini, come hanno dimostrato i colleghi Colletti, Sibilia e Crippa con l'interrogazione a risposta in Commissione – AC 5/02298 –, ma piuttosto a una logica di privatizzazione dell'energia del Montenegro ad opera di poche società, italiane e serba, in accordo tra loro;
    in Italia vi è un eccesso di capacità produttiva nel settore elettrico italiano, che, secondo i moderni studi, dovrebbe protrarsi fino al 2020 e, pertanto, non risulta ben comprensibile la motivazione che spinge ad un accordo che prevede l'importazione di energia. Appare illogico proseguire le importazioni di energia rinnovabile, in un momento in cui le centrali Pag. 40italiane a ciclo combinato restano ferme per eccesso di capacità rispetto alla domanda;
    un simile modus operandi risulta, nel complesso, attualmente poco trasparente in quanto comporterebbe un innalzamento dei costi per i contribuenti italiani, a fronte di un ridotto contributo al fabbisogno nazionale di energia;
    in considerazione del lavoro finora svolto dai nostri colleghi del Movimento, che hanno dimostrato la poca trasparenza e i forti interessi utilitaristici alla base di tale Accordo, e alla luce dei prossimi investimenti italiani in Montenegro, già in programma,
   esprime

PARERE CONTRARIO.