CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 dicembre 2014
349.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-00538 Cicchitto: Sulle iniziative della Comunità internazionale in merito alla crisi in Siria.

NUOVA FORMULAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    la crisi siriana, iniziata nella primavera del 2011, si è trasformata in una guerra civile di crescente intensità, che mette a rischio l'integrità del Paese e costituisce un potente fattore di destabilizzazione dell'intera area mediorientale;
    il bilancio della crisi, ancora provvisorio, è di 215 mila morti di oltre 3 milioni di profughi esterni verso la Turchia, il Libano, la Giordania, l'Iraq, l'Egitto e l'Europa, di 7 milioni di profughi interni; inoltre, più della metà della popolazione siriana è dipendente dagli aiuti per la sua sopravvivenza, tanto che l'UNHCR ha definito la situazione siriana la «più grande emergenza umanitaria del nostro tempo»;
    vi sono evidenti rischi per la stabilità di Paesi vicini, in alcuni dei quali (Iraq, Giordania o Libano) i profughi costituiscono ormai quasi un quarto della popolazione;
    la condizione dei profughi rischia di peggiorare ulteriormente, proprio in coincidenza con il periodo invernale, a causa dell'annunciata sospensione, per mancanza di fondi, dell'assistenza finora assicurata dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite;
    la crisi siriana costituisce il terreno ideale per il rafforzamento dell'estremismo fondamentalista armato, in particolare di quello del cosiddetto Daesh, che ha raggiunto inedite dimensioni militari organizzate, fino a rappresentare una minaccia all'integrità territoriale di paesi dell'area, oltre che una delle maggiori sfide contemporanee alla sicurezza, alla democrazia e alla libertà, in primo luogo quella religiosa;
    il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è espresso in maniera molto chiara sulla crisi siriana, approvando all'unanimità le risoluzioni n. 2170 del 15 agosto 2014 e n. 2178 del 24 settembre 2014 ai sensi del Capitolo VII della Carta dell'ONU;
    in attuazione di tali risoluzioni e contro la grave minaccia alla stabilità regionale rappresentata da Daesh, anche ad esito della Conferenza internazionale di Parigi sulla pace e sulla sicurezza in Iraq del 15 settembre 2014, si è attivata una coalizione internazionale di Stati, alla quale l'Italia prende parte, finalizzata ad una strategia di contrasto ad ampio spettro sul piano politico-diplomatico, sul piano militare ed umanitario;
    in generale, ad oltre tre anni dall'inizio del conflitto, dopo il fallimento di alcune iniziative diplomatiche, e nel nuovo scenario segnato dall'avanzare della minaccia terroristica, emerge con forza la necessità di riattivare l'iniziativa della comunità internazionale per una soluzione politica che metta fine al più presto allo scontro militare, superando l'emergenza umanitaria e prospettando una transizione e un processo di riconciliazione attivamente sostenuti dalla comunità internazionale;
    richiamate le proposte dell'appello Save Aleppo per Aleppo «Città Aperta», lanciato dalla, Comunità di Sant'Egidio il Pag. 3822 giugno 2014, sottoscritto da autorità internazionali e premi Nobel, sottoposto al Segretario Generale dell'ONU il 7 novembre 2014, con l'obiettivo di salvare il milione e duecentomila abitanti siriani della grande città ormai assediata e con essa la convivenza tra gruppi ed etnie diverse grazie alla presenza dell'ONU e al mantenimento di un corridoio umanitario, prima dello scontro ormai possibile tra Daesh, forze governative e altri gruppi armati;
    l'Inviato Speciale dell'ONU per la Siria, Staffan de Mistura, ha recentemente formulato un Piano d'azione per abbassare l'intensità dello scontro in Siria e congelare il conflitto militare a partire da un'area ad alto valore simbolico per la comunità internazionale, quale è la città di Aleppo;
    tale piano sta raccogliendo i primi necessari consensi da alcuni degli attori coinvolti e può dunque rappresentare una seria prospettiva verso la soluzione della crisi;
    l'Unione europea è chiamata a contribuire in tale direzione, svolgendo un ruolo più forte nella regione mediorientale e affermandosi come soggetto attivamente impegnato per la pace e la soluzione politica dei conflitti;
    l'Italia, per la sua collocazione geopolitica, può svolgere un importante ruolo di stimolo a tale prospettiva di pace,

impegna il Governo:

   a sostenere attivamente, nelle relazioni bilaterali, nella cornice di politica estera dell'Unione europea e in tutte le sedi internazionali, l'iniziativa dell'Inviato Speciale dell'ONU per la Siria finalizzata a salvare Aleppo quale «Città aperta «e simbolo della convivenza tra culture e religioni, nonché ogni altro sforzo utile a favorire il successo di una soluzione politica utile a mettere fine al conflitto siriano e a contrastare la minaccia terroristica;
   a sostenere in tutti i modi, in un quadro di contrapposizione anche politico-militare, l'azione della coalizione internazionale, istituita ai sensi della citata risoluzione dell'ONU n. 2170, e di tutti i soggetti impegnati nella lotta contro il terrorismo di Daesh e di altri gruppi armati e/o terroristici, sollecitando tutti gli attori e i Governi della regione a collaborare appieno nel contrastare tale minaccia, essendo tale cooperazione fondamentale per la sicurezza della regione.
(8-00089) «Cicchitto, Manciulli, Amendola, Marazziti, Alli, Locatelli, Rabino, Valentini».

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ALLEGATO 2

Risoluzione n. 7-00540 Scagliusi: Sulle iniziative della Comunità internazionale in merito alla crisi in Siria.

NUOVA FORMULAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    è stato accolto, in fase di discussione del decreto-legge di proroga delle missioni internazionali (decreto-legge 109 del 1o agosto 2014, n. 141, convertito dalla legge n. 141 del 1o ottobre 2014), l'ordine del giorno 9/02598-AR/033, a prima firma Luca Frusone, ove si richiedeva espressamente «a chiedere nelle sedi opportune che ogni iniziativa sul territorio siriano della coalizione anti-Isis sia autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con il più largo consenso della comunità internazionale e che siano evitate iniziative unilaterali che possano mettere a rischio la compattezza stessa del fronte anti-Isis»;
    il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è espresso in maniera molto chiara sulla crisi siriana, approvando all'unanimità le risoluzioni n. 2170 del 15 agosto 2014 e n. 2178 del 24 settembre 2014, ai sensi del capitolo VII della Carta dell'ONU;
    dalle autorità della regione autonoma siriana del Rojava, della quale fanno parte la provincia e la città di Kobane, si apprende come risultino mancare autoambulanze, strutture mediche e medicinali, mentre l'imminente arrivo dell'inverno espone oltre 1 milione e mezzo di profughi e sfollati ospitati nella regione in condizioni di drammatico disagio;
    una delegazione della III Commissione della Camera dei deputati ha svolto una missione a Erbil dal 2 al 5 novembre 2014 con l'obiettivo di approfondire le dinamiche connesse alla crisi in atto nella regione del Kurdistan iracheno; in particolare, con un sopralluogo al campo sfollati di Baharka la delegazione ha potuto constatare in quali condizioni precarie e al limite della dignità umana vivano gli oltre 3000 sfollati, in campi di accoglienza ormai insufficienti e messi alla prova dall'arrivo dell'inverno e dai fenomeni di sfruttamento di donne e bambini in una rete criminale di mercati di schiavi;
    è stato possibile, sempre durante la citata missione a Erbil, incontrare componenti delle forze peshmerga, che hanno richiesto alle forze internazionali, tra le altre cose, un particolare supporto di intelligence, equipaggiamenti difensivi e possibilità di formazione del loro personale per lo sminamento;
    sul piano umanitario l'impegno che attende la comunità internazionale riveste un carattere straordinario, alla luce della condizione in cui versano i circa 1,5 milioni di sfollati affluiti in Kurdistan. Al riguardo, occorre evidenziare il particolare disagio che segna la condizione della minoranza yazida che, a differenza di quella cristiana, non può contare su alcuna forma di organizzazione interna o rete di assistenza; attualmente, sarebbero 400 mila i rifugiati yazidi in Kurdistan, per lo più fuggiti in regioni di montagna; inoltre, sarebbero circa 3 mila le donne attualmente rapite e sotto il controllo dell'Isis, destinate al mercato degli schiavi, dove il prezzo medio di ogni singola donna è fissato in 650 dollari, elevato a 20 mila dollari Pag. 40qualora ONG o soggetti intermediari intendano riscattare le donne yazide;
    il 30 novembre 2014, nel corso dell'approvazione della legge di stabilità 2015 nel suo primo passaggio alla Camera dei deputati, è stato accolto un ordine del giorno a prima firma Spadoni in cui si impegna il Governo «ad assicurare un pieno sostegno all'azione italiana in termini di aiuti umanitari, all'azione dell'Unhcr e un contributo specifico in termini di strutture specializzate nell'accoglienza e nel supporto soprattutto psicologico alle vittime delle violenze»,

impegna il Governo:

   a prevedere un piano di aiuti umanitari, di mezzi di soccorso e di attrezzature mediche, da concordare con le organizzazioni umanitarie internazionali e con le organizzazioni non governative italiane ed europee, da inviare in Iraq e in Siria, nelle zone interessate dal conflitto o che ospitino campi di accoglienza dei profughi e degli sfollati dalle città teatro della guerra, senza distinzioni tra minoranze religiose;
   a prevedere l'avvio di progetti di sostegno psicologico per le donne fatte oggetto di compravendita e vittime di violenza sessuale;
   ad assumere un'iniziativa internazionale per il cessate il fuoco, la smilitarizzazione delle città contese, l'apertura di corridoi umanitari, il ripristino delle forniture di acqua potabile e di energia elettrica, il sostegno e l'accoglienza ai profughi come precondizione per il ritorno in sicurezza degli stessi nei loro villaggi e case;
   ad adoperarsi, in tutti i fori multilaterali, ivi incluso il gruppo informale «Amici della Siria» affinché si cessi immediatamente di fornire finanziamenti e supporto ai belligeranti in Siria e possa essere adottato in Consiglio di sicurezza un embargo su tutte le armi dirette in Siria, come auspicato dal Segretario Generale dell'ONU, Ban Ki Moon;
   a promuovere, di concerto con i partner internazionali, un'indagine in sede ONU per la ricerca e la tracciabilità di tutte le fonti monetarie che finanziano forze armate irregolari e/o non riconosciute ufficialmente nell'area oggetto della risoluzione.
(8-00090) «Scagliusi, Spadoni, Manlio Di Stefano, Grande, Di Battista, Sibilia, Del Grosso».