CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 13 novembre 2014
334.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03498 Gnecchi: Recenti provvedimenti di risoluzione di rapporti di lavoro da parte dell'INPS.

PARERE APPROVATO

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Gnecchi, concernente le criticità emerse in attuazione del Piano di razionalizzazione degli assetti organizzativi e riduzione della spesa di personale predisposto dall'INPS, ai sensi dell'articolo 2, comma 11, del decreto-legge n. 95 del 2012, faccio presente quanto segue.
  Preliminarmente, è opportuno precisare che – con determinazione commissariale dello scorso 12 maggio – l'INPS ha provveduto ad approvare la nuova dotazione organica, tenendo conto sia del taglio degli organici disposto con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri INPS – registrato dalla Corte dei conti il 21 marzo 2013 –, che del personale transitato a seguito della soppressione dell'INPDAP, dell'ENPALS e dell'ENAM, ai sensi del decreto-legge n. 201 del 2011 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011).
  In relazione a tale pianta organica – con successiva determina commissariale dello scorso 16 giugno – l'INPS ha proceduto a rilevare le eccedenze del personale – distinte per aree e profili – nonché a definire – previo confronto con le organizzazioni sindacali, ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001 – le modalità di determinazione delle posizioni eccedentarie, la tempistica del collocamento a riposo ed i criteri di individuazione dei dipendenti da ricomprendere negli esuberi.
  Sulla base delle determinazioni adottate dal Direttore generale dell'INPS in attuazione del predetto provvedimento commissariale – l'Istituto ha proceduto alla risoluzione del rapporto di lavoro – con preavviso di sei mesi e con decorrenza dal 1o febbraio 2015 – nei confronti delle seguenti categorie di soggetti:
   dipendenti che hanno maturato i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2011 (requisiti vigenti ante «Riforma Fornero»);
   dipendenti che hanno maturato, o matureranno, entro il 1o febbraio 2015, i nuovi requisiti pensionistici previsti dalla «Riforma Fornero» (articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011);
  e, il completo riassorbimento delle residue eccedenze:
   dipendenti che hanno dato la propria disponibilità al collocamento a riposo sulla base delle misure previste dall'articolo 2, comma 11, lettera a) del decreto-legge n. 95 del 2012 (prepensionamento sulla base dei requisiti pensionistici vigenti anteriormente alla Riforma Fornero e maturati in modo da comportare la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2016).

  Occorre, tuttavia, precisare che – nel corso dell'attuazione del predetto Piano di riduzione della spesa di personale – l'Istituto ha rilevato talune criticità, successivamente sottoposte alle valutazioni del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  In particolare, l'INPS ha focalizzato l'attenzione su due gruppi di soggetti:
   dipendenti che maturano i requisiti prescritti per il pensionamento anticipato previsto dalla Riforma Fornero ma che Pag. 126comunque non raggiungeranno un'età anagrafica tale da evitare la riduzione percentuale del trattamento, ai sensi del comma 10, articolo 24, del decreto-legge n. 201 del 2011;
   dipendenti di sesso femminile, iscritti all'Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che maturano il diritto alla pensione di vecchiaia con una età anagrafica inferiore a quella del personale civile di sesso femminile iscritto ai fondi esclusivi dell'AGO (gestione ex INPDAP).

  Entrambe le fattispecie evidenziano, infatti, situazioni suscettibili di creare – nell'ambito della medesima Amministrazione – disparità di trattamento tra i destinatari dei provvedimenti di esubero: in particolare, non solo tra dipendenti penalizzati e non, ma anche tra lavoratrici iscritte a gestioni diverse, a causa della coesistenza all'interno dell'INPS di personale iscritto a due diversi regimi pensionistici: quello dell'AGO e quello esclusivo dell'AGO.
  In siffatto contesto, i competenti uffici del Ministero che rappresento – espressamente interpellati sulla questione dall'INPS – hanno valutato positivamente l'orientamento dell'Istituto volto al superamento delle criticità dallo stesso evidenziate mediante l'esclusione dalla riduzione del personale eccedentario delle due citate categorie di dipendenti ed il ricorso alla risoluzione del rapporto di lavoro nei confronti del personale, presente nell'apposita graduatoria, che ha già dichiarato la propria disponibilità al collocamento a riposo, e che ha maturato, o maturerà – entro il 31 gennaio 2015 – i requisiti pensionistici in deroga ai requisiti ordinari previsti dalla «Riforma Fornero».
  Alla luce di tale orientamento, pertanto, le dipendenti INPS potranno accedere al trattamento pensionistico di vecchiaia secondo le regole della gestione cui sono iscritte, nonché richiedere di permanere in attività lavorativa fino alla età pensionabile di vecchiaia prevista per i dipendenti di sesso maschile, al fine di costruirsi una posizione pensionistica più adeguata nella misura.
  Quanto detto appare, peraltro, avallato dai criteri di carattere generale enunciati nella circolare n. 3 del Dipartimento della Funzione pubblica, laddove è sottolineato che, nell'attuazione dei prepensionamenti, vanno tenuti presenti, da un lato, il principio di arrecare il «minor pregiudizio dal punto di vista pensionistico degli interessati» e, dall'altro, «l'interesse dei dipendenti a non veder pregiudicate le proprie aspettative professionali».
  Conseguentemente, le problematiche evidenziate con il presente atto parlamentare stanno ottenendo una soluzione che va proprio nella direzione indicata dall'interrogante in quanto l'INPS – al fine di completare la gestione degli esuberi – procederà prioritariamente alla risoluzione del rapporto di lavoro nei confronti del personale – presente nell'apposita graduatoria – che ha già dichiarato la propria disponibilità al collocamento a riposo in deroga ai requisiti ordinari previsti dalla «Riforma Fornero».
  Da ultimo, con riferimento al secondo quesito formulato dall'interrogante, l'INPS ha reso noto che i dipendenti interessati dai provvedimenti di risoluzione del rapporto di lavoro sulla base dei requisiti per la pensione di vecchiaia al 31 dicembre 2011 sono complessivamente 316, di cui 126 uomini e 190 donne.

Pag. 127

ALLEGATO 2

5-03686 Tino Iannuzzi: Trasferimento della sede INPS da Cava de’ Tirreni a Nocera Inferiore.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Tino Iannuzzi inerente alla chiusura dell'agenzia Inps di Cava de’ Tirreni in provincia di Salerno.
  Preliminarmente, voglio evidenziare che l'apertura di tale agenzia, risalente all'aprile 1995, rispondeva alla necessità di portare i servizi dell'Istituto quanto più vicini all'utenza, decongestionando, nel contempo, i carichi di lavoro della direzione provinciale di Salerno e della ex direzione sub-provinciale – oggi agenzia complessa – di Nocera Inferiore.
  Nell'attuale contesto socio-economico la necessità di conseguire obiettivi di risparmio della spesa, imposti dai diversi interventi normativi succedutisi nel tempo, ha indotto l'Istituto, dopo un'attenta valutazione del rapporto costi/benefici, a ritenere opportuna la chiusura dell'agenzia in parola.
  In particolare, l'INPS ha reso noto che il bacino di utenza dell'agenzia di Cava de’ Tirreni si esaurisce esclusivamente nei cittadini del medesimo comune e che tale agenzia dista 10 km dalla direzione provinciale di Salerno, circa 12 km dall'agenzia complessa di Nocera Inferiore e circa 22 km dall'agenzia di Minori.
  Dunque l'analisi geografica evidenzia che la totalità del bacino di utenza – residente nel solo comune di Cava de’ Tirreni – riesce a raggiungere in meno di 30 minuti, con mezzi propri, ed in meno di 40, con mezzi pubblici, la direzione provinciale di Salerno o l'agenzia complessa di Nocera Inferiore.
  L'Inps ha reso noto, inoltre, che nel 2013 la predetta agenzia non ha rispettato il rapporto costi/benefici effettivi, considerando che ha gestito 920 pratiche pensionistiche e 1.190 prestazioni non pensionistiche a fronte di una spesa annuale pari a 610.000 euro circa – di cui 600 mila solo per spese di locazione –.
  L'Istituto, nel precisare che i predetti carichi di lavoro hanno un impatto minimo nei confronti dell'agenzia complessa di Nocera Inferiore, ed alla luce dell'elevato numero di istanze presentate in via telematica dagli utenti, ha ritenuto di poter procedere alla chiusura dell'agenzia di Cava de’ Tirreni mantenendo, comunque, inalterato il presidio dell'Istituto sul territorio anche in considerazione della prossimità delle strutture di Salerno e Nocera Inferiore.
  Da ultimo comunico che l'Inps ha, comunque, manifestato la disponibilità a valutare l'istituzione di una struttura leggera – cosiddetta Punto INPS – qualora il Comune di Cava de’ Tirreni metta a disposizione, senza oneri per l'Istituto, locali idonei ad ospitarlo e compatibilmente con le esigenze organizzative più generali che saranno rilevate dalla direzione regionale della Campania.

Pag. 128

ALLEGATO 3

5-02177 Rostellato: Definizione delle competenze di ISFOL e Italia Lavoro Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto parlamentare dell'onorevole Rostellato, inerente le competenze di Isfol e Italia Lavoro, faccio presente quanto segue.
  Preliminarmente, è opportuno chiarire la diversità dei ruoli e delle competenze dei due enti strumentali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  L'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori è un Ente pubblico nazionale di ricerca che realizza attività di studio, sperimentazione, documentazione, informazione, valutazione e consulenza. In particolare, in qualità di Ente strumentale fornisce al Ministero del lavoro e delle politiche sociali un supporto tecnico-scientifico sulle politiche e sui sistemi della formazione ed apprendimento lungo tutto l'arco della vita, del mercato del lavoro e dell'inclusione sociale, e, quindi, tradizionalmente, non svolge ruoli operativi nel campo delle politiche attive del lavoro.
  Italia Lavoro è invece una Società per azioni che svolge compiti strettamente operativi, nel campo delle politiche attive del lavoro, dell'assistenza tecnica alle regioni e ai servizi per l'impiego.
  Italia Lavoro s.p.a, in qualità di Agenzia tecnica del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, realizza progetti finalizzati allo sviluppo dell'occupazione, con particolare riguardo alle aree territoriali depresse e ai soggetti svantaggiati del mercato del lavoro. Nel dettaglio, la Società assicura, sulla base di indicazioni e delle linee guida fornite dall'Amministrazione, azioni e progetti finalizzati allo sviluppo delle politiche attive del lavoro, della formazione e dell'inclusione, avvalendosi di una rete territoriale in raccordo con soggetti ed organizzazioni pubbliche e private operanti nel campo delle politiche attive del lavoro.
  Voglio, dunque, sottolineare la natura prettamente operativa delle funzioni svolte da Italia lavoro spa assicurate, peraltro, da sperimentate metodologie di lavoro caratterizzate da una forte autonomia gestionale e l'impiego di risorse umane di specifica professionalità.
  In conclusione, le funzioni svolte da Italia Lavoro s.p.a. sono del tutto differenti e, certamente non sovrapponibili a quelle di studio, analisi e ricerca attuate dall'ISFOL.
  In ordine al quesito concernente i costi sostenuti per i due enti strumentali, si rappresenta che:
   per quanto riguarda l'ISFOL, è stato erogato, nel 2013, l'importo complessivo di euro 29.622.094,00;
   per quanto riguarda Italia Lavoro s.p.a, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha erogato, nel 2013, quale contribuito agli oneri di funzionamento e ai costi generali di struttura della Società, l'importo complessivo di euro 10.775.966,29, di cui euro 5.603.412,01 a titolo di anticipazione del contributo stanziato per l'esercizio 2013 e euro 5.172.554,28 quale saldo del contributo 2012.

  Si precisa, inoltre, che per quanto riguarda l'anno in corso, 2014, verranno erogate risorse finanziarie pari a circa euro 33 milioni per l'ISFOL e euro 12.506.824,03 per Italia Lavoro s.p.a. – corrispondente al contributo previsto ai sensi dell'articolo 8, comma 2, del decreto-legge n. 150 del 2013 al netto della riduzione prevista dall'articolo 8, comma 3, del decreto-legge n. 95 del 2012.