CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 ottobre 2014
325.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03901 Borghi: Iniziative in merito alla bonifica del sito di interesse nazionale ex Fibronit situato nel comune di Broni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Sito di Broni occupa una superficie totale di circa 14 ha. L'inquinamento è causato da fibre di amianto e comprende le seguenti aree: ex Fibronit, ex Ecored e Fibroservice S.r.L.
  In area ex Fibronit ed ex Ecored sono stati effettuati interventi di messa in sicurezza di emergenza di prima fase, consistenti nella rimozione di parte delle strutture contenenti amianto. Con l'eliminazione delle fonti attive di contaminazione, è stata avviata la bonifica del sito. L'intervento ha interessato la rimozione di circa 800 ton di rifiuti contenenti amianto. Inoltre, le azioni di messa in sicurezza hanno consentito l'isolamento, in attesa della rimozione definitiva, di circa 85.000 mq di superfici di materiali contenenti amianto, quali, in particolare, pannellature e coperture.
  Peraltro, i risultati del monitoraggio di fibre d'amianto aerodisperse in aria nella città di Broni effettuati da ARPA Lombardia e relativi al 2013, non hanno rilevato particolari anomalie. Ciò dimostra l'efficacia degli interventi avviati.
  La Conferenza di Servizi decisoria del 28 maggio 2014 ha approvato, con prescrizioni, il documento «Interventi di bonifica da amianto 2o lotto – revisione 1o marzo 2013 – Comune di Broni (PV)».
  Per quanto attiene agli aspetti più propriamente economici, preliminarmente si segnala che il Ministero dell'ambiente ha già stanziato e trasferito alla Regione Lombardia e al Comune di Broni per la bonifica del Sito in parola, complessivi euro 5.272.727,00, in particolare:
   euro 5.272.727,00 alla Regione Lombardia;
   euro 500.000,00 al Comune di Broni.

  Tali risorse sono state dettagliatamente disciplinate nell'Accordo di Programma «per la bonifica ed il ripristino ambientale del sito di bonifica di interesse nazionale di Broni» del 22 novembre 2007, e successivo Atto integrativo del 29 luglio 2008.
  Inoltre, tenuto conto che gli interventi da realizzare nel sito di Broni risultano in avanzato stato di attuazione, la Regione Lombardia ha presentato una proposta di riprogrammazione delle risorse ministeriali già stanziate per tutti i siti lombardi e non ancora utilizzate.
  Tale proposta, insieme ai pareri di ARPA Lombardia e ASL necessari per verificare la coerenza con il Programma nazionale di bonifica, prevede anche l'assegnazione di ulteriori 11 milioni di euro per la prosecuzione degli interventi di bonifica nel sito di Broni.
  Con nota dello scorso 13 ottobre, la competente Direzione Generale del Ministero dell'ambiente ha già comunicato il proprio nulla osta al riguardo.
  La riferita riprogrammazione delle risorse verrà formalizzata in occasione di un prossima riunione che verrà a breve convocata presso il Ministero dello sviluppo economico.

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ALLEGATO 2

5-03902 Pastorelli: Sull'incendio sviluppatosi nella raffineria di Milazzo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A seguito dell'incidente accaduto la notte del 27 settembre 2014 presso la Raffineria Mediterranea di Milazzo, e poiché essa è classificata come industria a rischio di incidente rilevante ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 334 del 1999, il Ministero dell'ambiente ha immediatamente inviato una notifica preliminare dell'evento alla Commissione europea, nelle more di avviare la procedura prevista dall'articolo 24.
  Dalle informazioni subito acquisite, è risultato che l'incidente, non ha nell'immediato provocato alcun problema di rilievo, né per il personale della Raffineria né per la popolazione residente nelle zone circostanti.
  Fin dalla prima segnalazione, infatti, la situazione è apparsa sotto controllo, essendosi trattata di un'emergenza interna allo stabilimento, contrastata con tempestive operazioni di spegnimento e contenimento. In particolare, è stato riferito che l'incidente è stato originato dalla inclinazione del tetto galleggiante di un serbatoio destinato allo stoccaggio di idrocarburi liquidi, con conseguente rilascio di vapori infiammabili e loro innesco, presumibilmente a causa di scintille provocate dall'attrito tra parti metalliche. Gli effetti si sono concretizzati in un incendio di vaste proporzioni che ha interessato unicamente il medesimo serbatoio senza determinare sversamenti di idrocarburi né di acque o schiumogeno antincendio utilizzati negli interventi di spegnimento.
  Per quanto attiene alle iniziative adottate per accertare le eventuali conseguenze dell'incidente, TARPA Sicilia si è subito adoperata per verificare i dati ambientali forniti dai sistemi di monitoraggio di cui essa stessa è dotata nel territorio, nonché quelli risultanti dalle centraline Edipower facenti parte delle rete di monitoraggio oltre quelli forniti da un Laboratorio Mobile, prontamente reso operativo, non rilevando concentrazioni anomale degli inquinanti monitorati, né il superamento dei limiti di legge.
  È stato immediatamente organizzato, altresì, un piano di attività che, interessando tutti i Comuni dell'area, comprende il monitoraggio al suolo delle ricadute dei fumi in termini di analisi di microinquinanti organici persistenti, quali Diossine e IPA, e di contaminanti inorganici, quali i metalli pesanti. Nello stesso tempo, si è proceduto al prelievo dei campioni di acqua, compresa quella di mare, vegetazione e aria. Per quest'ultima, in particolare, sono stati posizionati due campionatori ad alto volume che in continuo prelevano volumi noti di aria su appositi supporti per la raccolta delle polveri sottili ricadenti in diversi archi temporali, per la determinazione delle diossine.
  È stato assicurato che l'attività di controllo si protrarrà fino a quando verrà ritenuto utile e significativo dall'ARPA.
  L'impianto rientra, poi, tra quelli autorizzati dal Ministero dell'ambiente con autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.). L'avvio del complessivo riesame di tale autorizzazione, come per quelle relative a tutte le altre raffinerie, è previsto entro l'anno, in esito alla imminente pubblicazione da parte della Commissione UE delle «Conclusioni sulle BAT». Nell'ambito del pertinente procedimento di riesame potranno essere quindi utilmente prese in considerazione, tra l'altro, le Pag. 104problematiche inerenti la sicurezza dell'esercizio dell'impianto, alla luce dell'evento accaduto lo scorso 27 settembre, e potrà essere condotto un riscontro, da parte dei competenti Enti territoriali, circa la compatibilità di tale esercizio con la garanzia di adeguati livelli di qualità dell'ambiente e sanitari.
  Nelle more, tuttavia, e per maggior cautela, il Ministero dell'ambiente ha disposto un sopralluogo straordinario da parte dell'ISPRA al fine di verificare il rispetto delle condizioni autorizzative potenzialmente connesse all'evento incidentale, le cui conclusioni risultano essere in corso di elaborazione, e dal cui esito potranno essere disposte eventuali misure correttive, come previsto dall'articolo 29-decies, comma 9, del decreto legislativo n. 152 del 2006.

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ALLEGATO 3

5-03904 Pellegrino: Interventi volti a scongiurare la realizzazione del progetto «razionalizzazione e sviluppo della rete di trasmissione nazionale (RTN) nella media valle del Piave».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il programma «Razionalizzazione e sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale nella media valle del Piave» è stato presentato in data 21 febbraio 2011 al Ministero per lo sviluppo economico, quale Autorità competente al rilascio dell'autorizzazione unica alla costruzione e all'esercizio di elettrodotti ai sensi dell'articolo 1-sexies del decreto legge n. 239 del 2003.
  Il «progetto» aveva allora, e ancora oggi ha, come obiettivo la riduzione dei poli limitati e dei vincoli alla capacità produttiva, e rappresenta l'insieme di più interventi all'interno del Piano di Sviluppo della Rete Trasmissione Nazionale, prevedendo la realizzazione, in particolare, di:
   una sezione 220 kV all'interno dell'esistente stazione elettrica di Polpet;
   un raccordo della suddetta nuova sezione alle linee a 220 kV «Soverzene-Lienz», «Soverzene-Scorzè» e «Soverzene-Vellai», attualmente connesse alla vicina stazione elettrica di Soverzene annessa alla omonima centrale idroelettrica;
   il collegamento a 220 kV in sostituzione dell'attuale elettrodotto a 132 kV tra la stazione elettrica di polpet e la stazione elettrica di Soverzene.

  Nella intenzione dei proponenti, tali opere sono necessarie a garantire il pieno sfruttamento della produzione idroelettrica dell'Alto Bellunese e superare, così, le limitazioni della capacità di trasporto delle linee esistenti, risalenti agli anni ’40 e ’50, contribuendo anche al miglioramento della qualità e sicurezza del servizio elettrico e alla liberazione dei centri urbani dagli elettrodotti esistenti, così come richiesto dalle amministrazioni locali.
  È stato, peraltro, confermato che le opere in questione non hanno attinenza con il potenziamento dell'esistente interconnessione con l'Austria, «Soverzene-Lienz», ma sono state progettate per assicurare il miglioramento della fornitura elettrica e la sicurezza del sistema elettrico dell'intera area.
  Pertanto, la soluzione progettuale proposta dalla Soc. Terna che prevede l'utilizzo di sostegni rinforzati, normalmente utilizzati per le linee a maggiore capacità (380 kV), è motivata dalla necessità di garantire continuità e sicurezza del servizio elettrico anche in condizioni meteorologiche particolarmente avverse, come dimostrato dai recenti eventi di dicembre 2013 e di gennaio 2014.
  Si precisa quanto segue.
  La realizzazione del progetto permetterà l'interramento e lo smantellamento di alcuni vecchi elettrodotti con un guadagno in termini di liberazione di suolo, allontanamento degli elettrodotti dalle case e riduzione della presenza di tralicci sul territorio.
  Per quanto attiene, poi, al procedimento di VIA, la cui istanza risulta presentata dalla Soc. Terna in data 23 novembre 2011 al Ministero dell'ambiente, essa è tuttora in fase di svolgimento, a regione delle integrazioni e alternative di tracciato richieste in tale ambito.
  Nel mese di novembre 2012, infatti, Il Ministero dell'ambiente aveva espresso la Pag. 106necessità di acquisire chiarimenti e integrazioni, evidenziando la carenza e la sommarietà del progetto proposto, sia in riferimento agli strumenti programmatici e pianificatori – anche in relazione all'interferenza diretta con i siti Natura 2000 e alla carta dei valori faunistici e vegetazionali – sia in merito allo studio del paesaggio, affrontato in maniera molto generica.
  Nell'invitare il soggetto proponente ad un approfondimento generale che portasse ad analizzare anche soluzioni progettuali migliorative – specificando nel dettaglio i punti ritenuti carenti – veniva anche sottolineato come nello studio per la valutazione di incidenza non fossero state adeguatamente valutate e confrontate possibili alternative di tracciato al fine di individuare le soluzioni più compatibili con le valenze naturalistiche dei SIC e ZPS interferiti.
  Nel luglio 2013 la Soc. Terna presentava determinata documentazione integrativa, in ordine alla quale provvedeva alla pubblicazione di un avviso al pubblico. Successivamente, nel luglio 2014 la stessa Società presentava ulteriori integrazioni volontarie allo studio di impatto ambientale, concernenti una alternativa di tracciato della nuova linea a 220 kV «Polpet-Scorzè».
  Tale ultima documentazione è stata trasmessa alla Commissione Tecnica per le valutazioni di merito e si è richiesto al proponente di trasmettere anche copia del progetto definitivo relativo alla alternativa proposta. Veniva richiesto, altresì, all'atto dell'invio del progetto, di provvedere alla pubblicazione di tali modifiche sui quotidiani come previsto dall'articolo 24 del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Dalla data di pubblicazione dell'avviso si riapriranno i termini di 60 giorni per la presentazione da parte del pubblico delle osservazioni nonché il riavvio dell'istruttoria tecnica, la quale verrà svolta, si rassicura, nel rispetto delle disposizioni normative e regolamentari, secondo una adeguata azione valutativa che sia informata ai principi della precauzione, dell'azione preventiva, della correzione, in via prioritaria, dei possibili danni causati all'ambiente.
  Allo stato, pertanto, si è ancora in attesa della trasmissione da parte della Soc. Tema della documentazione tecnica e delle copie degli avvisi al pubblico.
  Nel caso in cui, in esito al procedimento di VIA, siano prescritte varianti di tracciato, la Soc. Tema sarà comunque tenuta, ai fini della conclusione del procedimento di autorizzazione e a garanzia degli Enti locali, delle altre amministrazioni e dei privati eventualmente coinvolti e/o interessati, ad effettuare nuovi avvisi e pubblicazioni delle suddette varianti ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001 e della legge n. 241 del 1990.

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ALLEGATO 4

5-03905 Micillo: Iniziative volte a disporre l'intervento del Comando carabinieri tutela ambientale ai fini della messa in sicurezza e della bonifica dei territori dell'area Flegrea.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Comune di Villaricca (Napoli), area oggetto dell'interrogazione, ricade nell'ex sito di interesse nazionale «Litorale Domitio Flegreo ed Agro Avevano».
  A seguito dell'entrata in vigore del decreto ministeriale Ambiente n. 7 dell'11 gennaio 2013, concernente l'approvazione dell'elenco dei siti che, non rispettando i requisiti previsti ai commi 2 e 2-bis dell'articolo 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006, non sono più ricompresi tra i siti di bonifica di interesse nazionale, la Regione Campania è subentrata al Ministero dell'Ambiente nelle competenza dei procedimenti in materia di bonifiche delle aree ricomprese nella perimetrazione del ridefinito Sito di Interesse Regionale (SIR).
  L'area è occupata da un impianto di smaltimento rifiuti, gestito prima dalla «FIBE S.p.A.» e, successivamente, dalla Società S.A.P.NA. SpA. (Sistema Ambiente della Provincia di Napoli).
  Dall'11 gennaio 2013, la competenza sulle attività di bonifica dell'area è stata trasferita in capo alla Regione Campania (SIR ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006) che ha acquisito i risultati derivanti dall'attuazione del Piano di caratterizzazione elaborato dalla S.A.P.NA. per conto del Ministero dell'ambiente e validato dall'ARPA Campania nel novembre 2012.
  In particolare, si ritiene di riferire quanto comunicato dalla Regione Campania in ordine a quanto richiesto dagli interroganti.
  La discarica di Cava Riconta, ubicata nel comune di Villaricca, venne realizzata con Ordinanza Commissariale n. 236/2003 e aggiornata con Ordinanza n. 388/2006.
  La S.A.P.NA., quale Società che gestisce discariche e i siti di stoccaggio dell'intera provincia di Napoli, ha richiesto, a più riprese, l'autorizzazione per la sistemazione finale della discarica, con relativo capping. Tuttavia, l'Ufficio Ambiente della Regione Campania, competente, ha ogni volta precisato che il provvedimento di autorizzazione rilasciato con le ordinanze sopra ricordate, è stato emesso in vigenza del Decreto legislativo n. 36 del 2003, il quale prevede una autorizzazione per la gestione delle discariche omnicomprensiva, comprendente quindi tutte le fasi operative di gestione di una discarica, dalla realizzazione alla fase post-mortem.
  Per tale motivo, si riteneva che le operazioni di sistemazione finale della discarica, necessarie tra l'altro a evitare la ulteriore formazione di percolato, dovevano essere eseguite dalla società di gestione secondo le disposizioni autorizzative già acquisite.
  Per quanto attiene all'impianto di trattamento del percolato, autorizzato con D.D. Regione Campania del 9 ottobre 2014, è stato segnalato che esso è totalmente indipendente dalla discarica di Cava Riconta.
  Il suddetto impianto è stato sottoposto a procedura A.I.A. da parte della Regione Campania come previsto dalla legge, in quanto trattasi di ampliamento di impianto esistente.
  La Regione Campania sostiene, altresì, che l'impianto di trattamento in argomento non è in contrasto con quanto Pag. 108stabilito dall'articolo 3 del decreto-legge n. 61 del 2007 che testualmente recita: «Dalla data di entrata in vigore del presente decreto ed in assenza di interventi di riqualificazione o di opere di bonifica del territorio dell'area «Flegrea» – ricompresa nei comuni di Giugliano in Campania, Villaricca, Qualiano e Quarto in provincia di Napoli, per il territorio contermine a quello della discarica «Masseria Riconta» – non possono essere ulteriormente localizzati nuovi siti di smaltimento finale di rifiuti.
  La posizione sostenuta dalla Regione è quindi da ricollegarsi alla esclusione solo dei nuovi impianti di smaltimento, ritenendo che l'impianto in questione non è né nuovo né di smaltimento, essendo un impianto di trattamento in quanto va ad evitare eventuali e ulteriori sversamenti di percolato nelle matrici ambientali.
  Pertanto, eventuali procedure di bonifica non risultano in contrasto né sono inficiate dalla presenza dell'impianto.
  È noto al Ministero dell'ambiente, che il Comune di Villaricca, nell'ambito della conferenza dei servizi, abbia manifestato la propria contrarietà alla costruzione dell'impianto di «Trattamento di Percolato» in luogo di quello già esistente, in assenza di interventi di riqualificazione dell'area flegrea.
  Inoltre, presso la Procura della Repubblica di Napoli, pende un procedimento penale le cui indagini sono state delegate al Nucleo Operativo Ecologico di Napoli del Comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente.
  Il Ministero seguirà con attenzione l'evolversi della vicenda, che non esclude contenziosi giudiziari, intervenendo prontamente con personale dell'ISPRA e del NOE per giungere ai chiarimenti necessari.