CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 ottobre 2014
325.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-03095 Tacconi: Sul rilascio delle carte d'identità ai cittadini italiani residenti all'estero.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero innanzitutto confermare l'impegno profuso dalla Farnesina a ricercare soluzioni, anche informatiche, per rendere sempre più snelli ed efficaci i servizi e le procedure rivolte all'utenza dagli uffici della nostra rete diplomatico-consolare.
  In tale direzione si muove senza dubbio il progetto pilota condotto, con successo, dal Consolato Generale d'Italia a Parigi, segnalato dall'On. Tacconi nella sua interrogazione.
  Circa un anno e mezzo fa, con precisione nel novembre dello scorso anno, il Consolato Generale a Parigi ha riscontrato e segnalato alcune difficoltà che i connazionali residenti in aree distanti da Parigi (come, ad esempio, in Bretagna) incontravano in merito al rilascio delle carte di identità e dei passaporti biometrici, dovendosi recare fisicamente presso gli Uffici dell'Autorità consolare per il ritiro della documentazione.
  Al fine di ovviare alle difficoltà manifestate dai nostri connazionali, il Consolato Generale di Parigi, sulla base delle indicazioni fornite dalla Farnesina e limitatamente alle carte di identità, ha prontamente attivato un meccanismo sperimentale (da qui la denominazione di «progetto pilota») che prevede, con riguardo – per ora – ai soli cittadini italiani residenti nei dipartimenti della Bretagna (Cotes d'Armor, Finiste're, Ille-et-Vilaine et Morbihan) la possibilità di consegna dei predetti documenti attraverso i corrispondenti consolari attivi nella regione.
  Sul piano procedurale, il Consolato Generale continua naturalmente ad essere l'Autorità competente a rilasciare la carta di identità, previa acquisizione del necessario nulla osta da parte del Comune di iscrizione AIRE del connazionale richiedente. Una volta emessa la carta di identità, la stessa viene inviata – unitamente ai cartellini – al corrispondente consolare che provvede a contattare direttamente il connazionale. Il corrispondente consolare, che agisce comunque su specifica autorizzazione del Consolato Generale, consegna la carta d'identità, previa identificazione del connazionale. Contestualmente provvede a far firmare, in sua presenza, i cartellini che verranno poi dallo stesso recapitati al Consolato Generale per il successivo inoltro alle Questure. Non vi è autentica delle Firme da parte del corrispondente consolare. Il documento d'identità viene infatti ritirato personalmente dal connazionale richiedente, alla presenza del corrispondente consolare ed in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente.
  La novità più rilevante del Progetto Pilota consiste nel fatto che il ritiro avviene per il tramite del corrispondente consolare, senza che il connazionale debba personalmente recarsi presso il Consolato a Parigi. Si tratta evidentemente di una procedura che ha raccolto la piena soddisfazione dei connazionali, i quali possono così evitare spostamenti di centinaia di chilometri. Positive reazioni si sono registrate anche da parte dei corrispondenti consolari coinvolti, che rappresentano un vero e proprio braccio operativo del Consolato Generale su un territorio particolarmente ampio, a pieno servizio della comunità residente. Basti pensare che, secondo le stime, circa duemila italiani risiedono in una regione – la Bretagna – vasta oltre 27.000 km quadrati.Pag. 22
  Tale procedura si presenta senza dubbio come una valida alternativa alla classica modalità di consegna dei documenti d'identità presso gli Uffici dell'Autorità consolare, permettendo di garantire un servizio continuativo ed efficiente e avvicinando sensibilmente le competenti autorità consolari ai nostri connazionali residenti all'estero. È per tale motivo che al momento è in corso di valutazione la possibilità di estendere il progetto pilota in questione ad altre realtà, come ad esempio il Consolato Generale di Zurigo. Il progetto mantiene comunque un carattere sperimentale; nel caso in cui se ne riscontreranno i risultati in un congruo arco di tempo, si potrà valutare la possibilità di estenderlo all'intera rete diplomatico-consolare.
  Circa la questione delle procedure per l'accertamento di eventuali motivi ostativi al rilascio della carta d'identità per i cittadini italiani residenti all'estero, il Ministero degli Affari Esteri, di concerto con il Ministero dell'Interno, è stato in grado di ridurre apprezzabilmente i tempi di trasmissione della richiesta di nulla osta ai Comuni a seguito dell'introduzione di strumenti informatici in dotazione alla Pubblica Amministrazione, quali la posta elettronica certificata.
  Tali procedure innovative si inseriscono nel quadro della riorganizzazione della rete consolare, basata su principi di efficienza e trasparenza. Come noto, si tratta di un processo sviluppato in uno spirito di dialogo costruttivo, che si prefigge al contempo di aggiornare e «riorientare» geograficamente la rete. L'intendimento non è certo quello di sacrificare uno degli strumenti essenziali della proiezione internazionale dell'Italia, bensì di renderlo più aderente alle esigenze di oggi, adeguandolo sia al nuovo contesto geopolitico sia agli stringenti vincoli della finanza pubblica, che non consentono di sostenere la rete nella sua tradizionale intelaiatura.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-03873 Scagliusi: Sugli stanziamenti dell'Italia per il contrasto alla diffusione del virus Ebola.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo italiano ha più volte manifestato la propria seria preoccupazione per la gravità dell'emergenza Ebola, che viene seguita attentamente in collaborazione tra tutte quelle istituzioni pubbliche e private che possono portare un valore aggiunto alla lotta contro la diffusione del virus. Il Vice Ministro Pistelli ha già ricordato, nell'informativa svoltasi lo scorso 9 ottobre in Aula Senato assieme al Ministro della Salute Lorenzin, come sia «indispensabile che il nostro lavoro risponda a una pluralità di strumenti e a una logica integrata». Bisogna aiutare i Paesi investiti dall'epidemia e bisogna farlo anche dopo l'attuale fase emergenziale, con gli strumenti del sostegno allo sviluppo a nostra disposizione. Qui di seguito vorrei esporre il quadro di quanto abbiamo complessivamente stanziato per l'emergenza Ebola e di quello che intendiamo fare ai fini della prevenzione.
  Sin da quest'estate, la cooperazione ha avviato un programma di un importo complessivo iniziale di circa 1,7 milioni di euro, articolato in due contributi: uno sull'Organizzazione Mondiale della Sanità per un valore di 440.000 euro e un'iniziativa bilaterale di 1,2 milioni per il finanziamento delle attività di cura, prevenzione e informazione condotte dalle ONG italiane presenti nella regione (CUAMM, MSF Italia, Emergency, ENGIM, AVSI, Coopi, Baobab per un totale di 36 operatori umanitari italiani coinvolti) e l'invio di personale medico italiano proveniente dall'Istituto Spallanzani di Roma. Come sapete tutti, l'ospedale Spallanzani è un centro di eccellenza a livello internazionale per la cura delle malattie infettive, che ha già dispiegato un Laboratorio Mobile in Guinea Conakry e ne ha aperto un altro in Liberia.
  Particolare attenzione abbiamo prestato alla Sierra Leone, uno dei Paesi maggiormente colpiti dall'Ebola. Lo scorso 14 ottobre è stato pubblicato il bando di gara per un importo di 730.000 euro destinati a iniziative volte a sensibilizzare la popolazione della Sierra Leone sulla prevenzione di Ebola e mitigare le conseguenze negative dell'aumento dei prezzi dei generi alimentari per le famiglie colpite dal virus. Al bando, scaduto il 24 ottobre, hanno partecipato cinque ONG (COOPI, AVSI, CUAMM, ENGIM e DOKITA) interessate a svolgere le loro attività in Sierra Leone. La selezione dei progetti da parte della nostra Ambasciata ad Abidjan (competente per la Sierra Leone) è al momento in corso. È inoltre imminente (il 3 Novembre) l'invio in Sierra Leone di una missione tecnica con il compito di impostare il programma, che sarà supervisionato da un coordinatore regionale nella persona del Direttore dell'Unità Tecnica Locale di Dakar, con il compito di tenere i contatti con gli altri donatori e con le sedi regionali delle Agenzie delle Nazioni Unite impegnate nel contrasto dell'epidemia.
  Attraverso la base umanitaria delle Nazioni Unite di Brindisi, abbiamo inoltre finanziato – per un importo di oltre 20.000 Euro – la spedizione in Sierra Leone di materiale ed attrezzature mediche di facile consumo destinate a due ONG italiane attive nel Paese (Emergency ed ENGIM).Pag. 24
  Nuovi interventi verranno realizzati entro la fine dell'anno grazie alle ulteriori risorse – fino ad un totale 5 milioni di euro – stanziate con il Decreto Missioni relativo al secondo semestre del 2014. Più in dettaglio, è ipotizzabile un contributo di 2 Milioni di euro al sistema di risposta delle Nazioni Unite e alla Federazione Internazionale della Croce Rossa e di 3 Milioni di euro attraverso il rifinanziamento del fondo in loco presso la nostra Ambasciata ad Abidjan di cui ho parlato poco fa.
  A tali risorse si aggiungerà il pacchetto aggiuntivo pari a 50 milioni di euro annunciato dal Signor Presidente del Consiglio nel corso della consultazione in videoconferenza svoltasi il 15 Ottobre scorso con i Capi di Stato o di Governo del «Quint». In tale occasione, il Presidente Renzi ha anche dato la disponibilità a sostenere la realizzazione di un centro di trattamento specializzato in Sierra Leone dotato di 100 posti letto, preannunciando la nomina di un coordinatore nazionale nella lotta ad Ebola.
  In qualità di Presidenti di turno dell'Unione Europea, ci stiamo inoltre adoperando per favorire una risposta coordinata dell'UE all'epidemia. Il Consiglio Europeo straordinario dello scorso 30 agosto ha incoraggiato la definizione di una strategia coordinata a livello UE. In occasione della successiva riunione del Consiglio Affari Esteri del 20 Ottobre è stata inoltre evidenziata l'importanza di rafforzare la cooperazione internazionale sotto l'egida delle Nazioni Unite e la necessità di reperire risorse addizionali. Gli Stati Membri sono stati incoraggiati a predisporre protocolli e procedure comuni per quanto concerne i controlli agli aeroporti, per tutelare la salute dei cittadini UE.
  Il Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre scorso ha preso atto del grande impegno dell'UE nel contrasto all'epidemia, sia con ingenti finanziamenti (ammonta a quasi 1 miliardo di euro il contributo degli Stati Membri e della Commissione) sia con complessi interventi attuati sul terreno, patrocinando al contempo l'esigenza di stanziare ulteriori fondi per formare il personale sanitario specializzato e di attuare misure di protezione adeguate, come i controlli all'ingresso in Europa di viaggiatori provenienti dall'Africa Occidentale. Il Consiglio ha infine nominato il Coordinatore UE per la lotta all'Ebola nella persona del Commissario per gli Aiuti Umanitari Christos Stylianides.
  A livello italiano, nell'attesa della nomina di un coordinatore nazionale, è stata formalizzata l'indicazione della DGCS come «focal point» del Ministero per la lotta ad Ebola. È stata inoltre avviata, d'intesa con il Ministero della Salute, una campagna volta ad informare i cittadini italiani che si recano nei Paesi colpiti dal virus sui rischi di contagio e sulle necessarie misure di prevenzione.
  Vorrei infine cogliere l'occasione per rivolgere un pensiero a tutte vittime di Ebola e anche al personale sanitario che è impegnato a combatterla. A sua tutela, l'Italia ha accolto l'appello dell'OMS e si è dichiarata disponibile a sostenere operazioni di evacuazione di personale sanitario ed umanitario internazionale eventualmente contagiato. Le relative modalità operative dovranno essere valutate di volta in volta dalle nostre competenti Autorità nazionali (in particolare Ministero della Salute e Difesa), utilizzando la catena di comando ed il quadro organizzativo già esistente a livello nazionale e tenendo in considerazione le capacità di accoglienza delle nostre strutture.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-03878 Scagliusi: Sul caso del cittadino italiano deceduto in Messico il 30 settembre 2014.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'Onorevole Interrogante per avermi dato la possibilità di fornire qualche chiarimento sulla triste vicenda che ha coinvolto il connazionale Salvatore Diaferio, per la quale esprimo il mio più vivo rammarico. In questi giorni, abbiamo potuto verificare più dettagliatamente, con la nostra Ambasciata a Città del Messico, la dinamica dei fatti, che ora procedo ad esporvi.
  A seguito della richiesta del connazionale che, lo scorso 1o agosto, si è presentato presso il Consolato Onorario di Playa del Carmen, chiedendo di essere rimpatriato in Italia a spese dell'Ambasciata, quest'ultima si è prontamente attivata. Lo stesso giorno, infatti, la nostra Rappresentanza a Città del Messico ha dato istruzioni al Consolato Onorario, illustrando la procedura consolare generalmente prevista per questo tipo di richieste di assistenza e ha chiesto nel contempo all'interessato un'istanza scritta, corredata da una lista di contatti di familiari, i quali, come ricordato dall'Onorevole Interrogante, sono obbligati ai sensi del Codice Civile a prestare assistenza anche economica per il rimpatrio del proprio congiunto. Tale obbligo, tra l'altro, risulta ancora più stringente allorquando il connazionale, come in questo caso, ha già usufruito di un precedente rimpatrio consolare.
  In un primo momento il connazionale non ha voluto fornire la lista dei nominativi, comunicando di non essere in buoni rapporti con i propri familiari. In un secondo momento, lo scorso 15 agosto, il connazionale si è ricreduto, fornendo al Consolato Onorario la lista dei nominativi richiesti. Lo stesso giorno l'Ambasciata ha dato istruzioni al Consolato onorario affinché contattasse i parenti in Italia. In merito alla revoca del contratto telefonico, citata dall'Onorevole interrogante, l'Ambasciata ci ha riferito di non aver chiesto al Console Onorario la revoca di alcun contratto, nonostante le pressanti esigenze di contenimento della spesa dettate dall'attuale congiuntura economica. La Sede avrebbe semplicemente segnalato nel giugno scorso al Console onorario che il costo del pacchetto telefonico utilizzato per la sua linea d'ufficio risultava, in relazione all'effettivo utilizzo, eccessivamente oneroso. Nel contempo, lo pregava di contrattare un pacchetto più adeguato alle proprie esigenze e che comprendesse in ogni caso la possibilità di effettuare chiamate internazionali per casi consolari.
  E veniamo al 23 settembre, quando il signor Diaferio si è ripresentato al Consolato Onorario, accompagnato dalla polizia turistica, ribadendo la propria richiesta di aiuto. L'Ambasciata, dopo aver parlato al telefono con il Diaferio e tentato invano di contattare direttamente i familiari, ha chiesto formalmente alla Questura di Roma di interpellare i parenti in Italia e di chiedere loro di provvedere con estrema urgenza all'invio dei mezzi finanziari necessari per il ritorno in patria del proprio congiunto.
  Il 30 settembre è stata di nuovo segnalata la presenza del connazionale dapprima all'aeroporto della città messicana di Cancun e, poche ore più tardi, a Playa del Carmen, di fronte alla sede del Consolato onorario. Al fine di tutelare di connazionale, che in quel momento si Pag. 26trovava senza un tetto, si è deciso di farlo ospitare per la notte nei locali della Caritas e di procedere il giorno seguente con un ultimo tentativo presso i suoi familiari in Italia per poi, eventualmente, rimpatriarlo il prima possibile a spese dell'Ambasciata. Dopo neanche mezz'ora, purtroppo, il connazionale ha perso conoscenza. Nonostante sia subito stata chiamata un'ambulanza, egli è deceduto, per infarto, prima di arrivare in ospedale.
  Lo stesso 30 settembre l'Ambasciata a Città del Messico ha chiesto alla Questura di Roma di informare i parenti del decesso del nostro connazionale e di chiedere loro di comunicare le proprie volontà circa il rimpatrio della salma. A seguito di comunicazione con cui il fratello del connazionale dichiarava di non disporre del denaro sufficiente per pagare il rimpatrio delle spoglie del fratello, l'Ambasciata si è attivata per trovare soluzioni alternative. Il connazionale è stato alla fine sepolto in loco.
  2) Per ciò che concerne la seconda parte del quesito posto dall'Onorevole interrogante, confermo che il Console onorario a Playa del Carmen, signor Andrea Sabbia, è stato revocato dall'incarico il 3 ottobre 2014 per ragioni indipendenti dal caso del connazionale deceduto. Il provvedimento è infatti dovuto a gravi illeciti amministrativi commessi dallo stesso signor Sabbia, segnalati dalla nostra Ambasciata a Città del Messico all'Autorità Giudiziaria.
  Nelle more dell'individuazione di un nuovo titolare per l'Ufficio onorario di Playa del Carmen, le nostre collettività in loco potranno fare riferimento – oltre che alla stessa Ambasciata – al Consolato onorario in Cancun, che ne dista circa 68 km.
  In conclusione, nell'esprimere ancora una volta il mio profondo rammarico per la drammatica scomparsa del signor Diaferio, vorrei ribadire il massimo impegno della Farnesina alla tutela dei connazionali, come confermato quest'anno dall'assistenza fornita a circa 10.000 cittadini italiani, a vario titolo coinvolti in situazioni di difficoltà all'estero.