CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 ottobre 2014
311.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Risoluzioni 7-00148 L'Abbate, 7-00210 Zaccagnini e 7-00461 Mongiello: Interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa.

SECONDA RIFORMULAZIONE DELLA RISOLUZIONE 7-00461 APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    nel Salento, in particolare nella zona di Gallipoli, si sta propagando un preoccupante fenomeno denominato «Complesso del disseccamento rapido dell'olivo» (CDRO) una minaccia ecologica che ha recentemente suscitato grandi preoccupazioni tra gli addetti ai lavori e i semplici ammiratori di queste piante secolari;
    si tratta di una malattia che si manifesta con il disseccamento della chioma a zone, estendendosi via via a tutto l'albero e terminando con la morte della pianta;
    sull'effettività della natura e del livello di potenziale diffusione di tale malattia non si hanno ancora dati oggettivi ripetibili e scientificamente provati ma dalle prime verifiche sembra di poter presumere che si possa trattare di una piaga assai seria e insidiosa;
    in vero si riscontra che la moria degli ulivi è cominciata quasi silenziosa nel Salento leccese, nell'area intorno a Gallipoli, circa due anni fa. I primi focolai, di modesta estensione, erano stati scambiati per attacchi di una malattia localmente endemica, nota come «lebbra delle olive», causata da un fungo. Il CDRO è invece esploso improvvisamente negli ultimi mesi, interessando, al momento, un'area di circa 80 chilometri quadrati;
    ricercatori fitopatologi dell'Università e del CNR di Bari si stanno interessando delle indagini sulla causa della malattia e da quanto riportano gli articoli di informazione dedicati alla vicenda, i ricercatori in questione, in particolare il capo del laboratorio che si sta occupando della natura della malattia, avrebbero dichiarato che sembrerebbe verosimile che quanto stia accadendo possa essere il risultato dell'azione di tre diversi attori: il lepidottero Zeuzera pyrina (rodilegno giallo), le cui larve scavano delle gallerie nel tronco e nei rami dell'olivo che facilitano l'ingresso del secondo attore, un complesso di funghi microscopici del genere Phaeoacremonium. Il terzo attore è il batterio Xylella fastidiosa;
    la sintomatologia e la rapidità della diffusione della malattia avevano portato i predetti ricercatori a ritenere probabile il coinvolgimento del batterio Xylella fastidiosa e di fatto le analisi molecolari effettuate avevano confermato tale presunzione. La presenza del batterio nei tessuti fogliari degli olivi malati è stata successivamente confermata da osservazioni al microscopio elettronico che lo hanno identificato nei vasi legnosi;
    è ad ogni modo necessario effettuare ulteriori e più ampie analisi e fino ad allora potrebbe sembrare incongruo definire il fenomeno in corso, seppure grave e preoccupante, come una prossima catastrofe;
    il batterio è portato da alcuni insetti, i cicadellidi, tra cui una piccola Pag. 265cicala e lo diffondono a breve e medio raggio. La diffusione su lunghe distanze è da correlarsi ad attività umane come il commercio di materiale di moltiplicazione infetto. La presenza del batterio impedisce l'idratazione della pianta, provocando dapprima il disseccamento della chioma, poi l'imbrunimento del legno fino alla morte della pianta;
    il fitopatogeno è un batterio inserito nella lista comunitaria degli organismi nocivi da quarantena, mai precedentemente riscontrato in Europa. In America, areale di origine del batterio, è causa di numerose patologie a carico di molteplici colture vegetali e con conseguenze economiche rilevanti;
    il Servizio fitosanitario della regione Puglia ha avviato le necessarie indagini in collaborazione con gli esperti di patologia vegetale dell'università di Bari e dell'Istituto di virologia vegetale del Centro nazionale delle ricerche di Bari e ha coinvolto nella gestione della problematica le amministrazioni locali, interessando anche altre istituzioni scientifiche del territorio;
    si stima che circa 600 mila alberi di ulivo potrebbero dover essere sradicate e che in caso di malattia conclamata, i danni potrebbero ammontare a decine di milioni di euro; la sola buona notizia, ad ogni modo, è che non ci sarebbero conseguenze sulle olive e sull'olio d'annata perché il batterio è un patogeno del legno;
    in Puglia ci sono oltre sessanta milioni di piante di ulivo e l'intero Mezzogiorno d'Italia è l'area europea dove maggiore è la densità degli ulivi;
    riscontri dei sintomo di bruscatura delle foglie si riscontrano, a Nord della provincia di Lecce, in altre piante di ulivi di alcuni territori delle province di Bari e Foggia e, a Sud, nel litorale jonico del Nord della Calabria;
    considerata la grave minaccia per le produzioni agricole pugliesi nonché per l'intero territorio nazionale, la questione, fin dall'inizio delle sua evidenza, è stata immediatamente affrontata dal Comitato fitosanitario nazionale che il 22 ottobre 2013 aveva definito le misure fitosanitarie da adottare in via prioritaria per evitare la diffusione;
    la giunta regionale ha vietato la movimentazione a qualsiasi titolo delle piante e del materiale di propagazione sensibile al patogeno, contrastando l'estensione della malattia ad altri territori attraverso l'attività vivaistica e ha disciplinato le misure di monitoraggio e di eradicazione della batteriosi nelle aree contaminate;
    con la legge di stabilità per il 2014, legge 27 dicembre 2013, n. 147, sono state stanziate specifiche risorse per fare fronte a tale emergenza. In particolare, ai sensi dell'articolo 1, comma 296 della stessa legge, è stato disposto che per il potenziamento del servizio fitosanitario nazionale, con particolare riferimento all'emergenza provocata dal batterio Xylella fastidiosa e al potenziamento dei sistemi di monitoraggio e controllo, ivi compresi i controlli sulle sementi provenienti da organismi geneticamente modificati, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2014, da ripartire con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali;
    la Commissione europea ha adottato, il 23 luglio 2014, la decisione di esecuzione relativa alle misure per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione della Xylella fastidiosa;
    la decisione prevede maggiori restrizioni alle importazioni da Paesi extraeuropei in cui è nota la presenza della Xylella fastidiosa, ai quali vengono imposte le stesse prescrizioni delle aree infette della Unione europea;
    la produzione vivaistica delle piante ospiti destinate alla piantagione nelle aree demarcate (zona tampone e zona focolaio) deve, inoltre, garantire l'assenza di infezioni del batterio e di insetti vettori e deve essere svolta per l'intero ciclo in strutture a prova di insetti (serre a rete antiafidi); Pag. 266
    l'emergenza in atto è stata anche evidenziata dalle associazioni professionali agricole regionali allo scopo interessate ed in particolare la Coldiretti Puglia, ha fatto presente che la vasta estensione del problema, la rilevanza economica della coltura per l'intero territorio regionale e le numerose competenze che bisognerebbe coinvolgere per affrontarlo, farebbero emergere l'esigenza di nominare un Commissario ad acta dotato di competenze e poteri trasversali il quale, in collaborazione di una specifica task force, provveda ad intraprendere misure risolutive sia sul fronte della eradicazione della malattia e sia su quello degli indennizzi, per evitare che le imprese olivicole colpite siano costrette a scomparire. La stessa Coldiretti Puglia, tramite uno studio commissionato a soggetti competenti, ha calcolato e accertato in euro 125 il valore medio del danno totale per singolo albero;
    considerata la vasta estensione del problema e la rilevanza economica della coltura per l'intero territorio regionale e l'obbligatorietà che impone la normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena, è necessario che sia predisposto un efficace programma di prevenzione, controllo ed eradicazione della malattia ed anche uno specifico piano finanziario che destini un capitolo specifico agli indennizzi per le aziende agricole colpite;
    il batterio in questione, infatti, rientra tra le fattispecie delle fitopatie o infestazioni parassitarie, causate alle produzioni vegetali da organismi nocivi per i quali non esistono efficaci metodi di lotta e per cui, in caso di sua attività, si deve ricorrere all'abbattimento ed eventuale distruzione delle piante colpite. In tali circostanze gli agricoltori devono sottostare agli obblighi di quarantena, ossia ad un isolamento forzato delle coltivazioni colpite al fine di limitare la diffusione dello stato pericoloso;
    la questione dell'epidemia di Xylella fastidiosa è stata discussa durante una riunione che si è svolta nello scorso mese di luglio nella sede del Ministero per le politiche agricole, volta ad affrontare la lotta al batterio da quarantena che sta distruggendo parte del patrimonio paesaggistico e produttivo della provincia di Lecce;
    vista la straordinarietà del fenomeno e l'emergenza che si è verificata, apparirebbe indispensabile adottare provvedimenti a carattere di urgenza per farvi fronte,

impegna il Governo:

   a valutare la possibilità di provvedere alla nomina di un Commissario ad acta senza oneri a carico dello Stato che segua e coordini le operazioni di gestione dell'emergenza in atto e sia preposto alla realizzazione di un programma nazionale specifico di interventi immediati, contenente, oltre alle indicazioni relative agli atti amministrativi e sanitari da porre in atto nell'immediato, la creazione di una task force, alla quale partecipino anche il Servizio nazionale protezione civile e le autorità sanitaria locali, nel caso in cui gli interventi da attuare, condivisi dal Comitato Fitosanitario Nazionale e dalla Conferenza Stato Regioni, riscontrassero difficoltà applicative da parte del Servizio fitosanitario regionale;
   ad attivare ogni più utile ed urgente iniziativa volta a fare chiarezza sul fenomeno del disseccamento rapido e della moria degli olivi, attualmente presente nel territorio del Salento, adoperandosi in ogni modo possibile per evitare l'eradicazione di intere aree olivicole ove al fianco di olivi in fase di essiccamento convivono olivi sani. Fermo restando comunque che nelle aree «cuscinetto» al margine della zona infetta saranno adottate misure di lotta agli insetti vettori del batterio Xylella, che possono includere eventualmente ed ove effettivamente necessario, anche l'eliminazione delle piante ospiti non produttive, tipo oleandro;
   ad assumere iniziative per finanziare, in collaborazione con le regioni, segnatamente Pag. 267la regione Puglia e le altre regioni a vocazione olivicola, nonché con i servizi fitosanitari interessati e gli enti di ricerca competenti in materia, un piano di ricerca a vasto raggio in grado di indagare il fenomeno nella sua complessità e di offrire risposte ecologiche alla grave emergenza che ha colpito il settore olivicolo locale;
   ad attivare specifiche misure di controllo e di intervento interdittivo, nonché di monitoraggio successivo, sull'importazione di materiali vegetali che possono rappresentare, anche solo potenzialmente, cause di ingresso del patogeno nel nostro territorio;
   a valutare la necessità di individuare risorse specifiche per fare fronte alle necessità degli agricoltori che si trovino nelle condizioni di dovere ricostituire i propri oliveti od ogni altra coltura anche indirettamente danneggiata per effetto della malattia o della profilassi in caso di applicazione delle misure di lotta e di prevenzione;
   a provvedere, nei limiti delle risorse finanziarie di carattere nazionale e comunitario, affinché siano urgentemente attivati adeguati interventi compensativi che consentano ai soggetti interessati di intraprendere opportune misure di lotta contro la malattia di cui trattasi, e, in una fase iniziale, ad organizzare un sistema d'allarme eventualmente associato ad incentivi per incoraggiare i singoli agricoltori a partecipare volontariamente a programmi di prevenzione;
   a rendere obbligatoria l'applicazione di specifiche linee guida e buone pratiche agronomiche capaci di contrastare effettivamente la diffusione della malattia e che rendano chiari i criteri di applicazione di eventuali misure di espianto nelle zone di confine tra aree colpite ed aree esenti dalla malattia (zone cuscinetto), e, per quanto riguarda la Regione Puglia in particolare, a provvedere affinché siano effettuate attività di informazione e comunicazione sul fenomeno in atto, in accordo con i Comuni e la Regione Puglia.
(7-00461)
«Mongiello, Oliverio, Luciano Agostini, Antezza, Anzaldi, Carra, Cenni, Cova, Covello, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Palma, Prina, Sani, Taricco, Tentori, Terrosi, Venittelli, Zanin, Capone».

Pag. 268

ALLEGATO 2

Risoluzioni 7-00148 L'Abbate, 7-00210 Zaccagnini e 7-00461 Mongiello: Interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa.

SECONDA RIFORMULAZIONE DELLA RISOLUZIONE 7-00210 APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    nella parte sud-occidentale della provincia di Lecce e principalmente nelle campagne della costa ionica (comuni interessati Parabita, Taviano, Racale, Ugento, Melissano, Gallipoli, ma anche Casarano, Galatina, Nardò) è stato rilevato il fenomeno chiamato «Complesso del disseccamento rapido dell'olivo» (CDRO) che presenta la bruciatura delle foglie su alcuni rami delle piante di ulivo;
    le analisi sulla sintomatologia del disseccamento di alcuni rami degli ulivi in una zona limitata del Salento, sud-ovest, particolarmente osservata a macchia di leopardo nel corso della scorsa estate 2013, a detta di alcuni tecnici avrebbe permesso, in seguito ad analisi svolte, anche il rilevamento della presenza di un batterio appartenente ad un ceppo della specie Xylella, di cui si è data comunicazione nei convegni in cui sono state elencate le differenti varie presenze di patogeni riscontrati sugli ulivi più colpiti, tra questi funghi muffe e l'insetto rodilegno giallo;
    nonostante il complesso del disseccamento rapido dell'olivo sia stato imputato a tale batterio vi sono numerosi studi nazionali ed internazionali che esprimono dubbi in relazione a questa eziologia;
    nella specie può essere citato, per quanto riguarda la patogenicità della Xylella, R. Krugner dell'Università della California che, nel 2010 ha pubblicato uno studio in cui si afferma come l'inoculazione della Xylella fastidiosa in piante di olivo sane non ha portato a riscontrare gli stessi sintomi del disseccamento; in senso dubitativo rispetto alla patogenicità della Xylella fastidiosa si è espresso anche il professor Alexander Sandy Purcell dell'Università California e il professor Giovanni Martelli dell'università di Bari è arrivato ad affermare «non vi sono al momento elementi per ritenere la Xylella l'agente primario del disseccamento dell'ulivo»;
    sebbene ancora non sia certa la natura e l'entità del fenomeno ed il livello di diffusione, sono state avanzate le più disparate ipotesi e risoluzioni radicali senza che gli studi scientifici necessari siano stati del tutto terminati;
    sulla diffusione del fenomeno diversi soggetti istituzionali stanno svolgendo ed hanno svolto delle indagini che però non hanno ancora dato esiti certi considerato che il «saggio di patogenicità» determinante per capire la reale incidenza della Xylella sul CDRO o disseccamento rapido, è un percorso di analisi che richiede almeno 2-3 anni;
    gli stessi esperti dell'EFSA, interpellati ad hoc dal Commissario alla salute UE, hanno evidenziato che la Xylella nell'Unione europea ha una vasta gamma di piante ospiti note, sia di produzione agricola, che selvatiche autoctone, ad ulteriore sostegno della potenziale endemicità del microrganismo; Pag. 269
    ad avviso del firmatario della presente risoluzione non andrebbe escluso che il complesso del disseccamento rapido dell'olivo possa avere un'origine più complessa in cui sono coinvolte le pratiche agronomiche e l'uso eccessivo di pesticidi, i quali hanno annientato la microbiologia dei suoli salentini; pareri di consulenti ed esperti di agricoltura sostenibile e agroecologia, già da diverso tempo specificano come gli olivi (anche monumentali) della Puglia, circa 6 milioni, sono arrivati ai nostri giorni grazie a secoli di continua cura e adeguata concimazione da parte dei loro «custodi»;
    dopo la pubblicazione delle linee guida, in data 17 luglio 2014, per il contenimento della diffusione della Xylella fastidiosa (o forse sarebbe più corretto citare solo «Complesso del disseccamento rapido dell'olivo») da parte della regione Puglia giunge da parte della Comunità europea una «Decisione di esecuzione» redatta il 23 luglio 2014 e pubblicata il 25 luglio 2014, relativa alle misure per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione europea della Xylella fastidiosa (Well e Raju) (notificata con il numero C (2014) 5082) (2014/497/UE). Grazie alle linee guida della regione Puglia e al contributo istituzionale comunitario dettato dalla «Decisione di esecuzione» pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle comunità europee il 25 luglio 2014, si potrà cercare di risolvere l'affare della Xylella fastidiosa che sta arrecando seri danni a tutto il comparto olivicolo salentino;
    nell'opinione pubblica è cresciuto il dubbio del possibile coinvolgimento di interessi delle multinazionali dei pesticidi, da quando si è tentato di affermare l'inevitabilità di interventi massicci di chimicizzazione a tappeto, non escludendo addirittura l'uso degli aerei per irrorare i pesticidi;
    interventi presentati come fito-sanitari, e coinvolgenti l'irrorazione di quintali e quintali di diserbanti-disseccanti e di pesticidi che provocherebbero la distruzione, anche con l'uso del fuoco (con lancia fiamme), praticamente di ogni forma di vita vegetale (domestica e selvatica) e del microcosmo animale nei 10.000 ettari e più di territorio salentino;
    in data 27 agosto 2014 il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stata svolta al Palazzo dell'Agricoltura la riunione convocata dal Ministro per affrontare l'emergenza dell'organismo nocivo Xylella fastidiosa che ha colpito la provincia di Lecce. Le indagini genetiche, condotte in collaborazione con i maggiori esperti mondiali di Xylella, hanno confermato che il ceppo identificato a Lecce è da ritenersi una variante atipica della sub-specie pauca, il cui areale di origine è stato individuato in Centro America. Per quanto concerne la gamma delle piante a rischio, sono state riscontrate infezioni, oltre che su olivo, a carico di oleandro, mandorlo, vinca, e più recentemente, ciliegio, mentre non sono risultate suscettibili vite e agrumi. La riunione ha preso in esame gli adempimenti conseguenti alla Decisione della Commissione europea del 23 luglio 2014, che chiedeva di identificare le «zone infette» e le zone circostanti denominate «zone cuscinetto»;
    nelle zone così identificate, si devono adottare adeguate misure fitosanitarie. A tale riguardo, sulla base degli ulteriori rilevamenti, la regione Puglia ha indicato la gran parte della provincia di Lecce «zona infetta»; in tale zona proseguiranno le azioni di monitoraggio e di contenimento della diffusione del batterio ad esclusione dell'eradicazione delle piante di olivo;
    inoltre, la regione ha proposto un cordone sanitario (barriera lunga dallo Ionio all'Adriatico) per impedire la diffusione a Nord del Salento, costituita da una zona «cuscinetto» nella quale procedere ad incisive azioni di lotta al batterio ed ai vettori;
    i lavori del Comitato scientifico saranno sottoposti all'approvazione del Comitato fitosanitario nazionale, già convocato per il 15 settembre 2014 e rappresenteranno la struttura di un nuovo Pag. 270decreto nazionale di lotta obbligatoria al CDRO, nel cui contesto saranno indicati eventuali strumenti straordinari, anche di natura legislativa, che si dovessero rendere necessari, ivi compresa l'individuazione di un commissario incaricato di coordinarne l'attuazione. Le misure di emergenza individuate, formeranno oggetto di ulteriori controlli da parte del Corpo forestale dello Stato e dell'ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione delle frodi, soprattutto per quanto concerne la movimentazione del materiale «a rischio»;
    stante la diffusione dell'infezione allargata a gran parte della provincia di Lecce, si è infine deciso di aprire subito una nuova fase di confronto con la Commissione europea per adattare, modificare o integrare le misure oggetto della richiamata decisione del 23 luglio 2014 nell'ambito delle «zone infette», e quindi aggiornare ed attivare concretamente il Piano d'azione nazionale già presentato alla Commissione dell'Unione europea;
    occorre segnalare che il prorettore dell'università di Padova Giuseppe Stellin, l'inventore Lucio Montecchio e gli esponenti della Vitzani di Perarolo di Cadore hanno presentano un sistema innovativo per curare gli alberi senza praticare fori. In Cadore è nata infatti l'intuizione che risolve il problema della difficile cicatrizzazione delle piante legnose, fino a prima, perforate per operare le iniezioni necessarie. Il nuovo sistema è stato chiamato Bite, che sta per blade for infusion in trees (lama per infusione negli alberi), è uno strumento totalmente manuale che permette infusione ed iniezione di fitofarmaci e fertilizzanti nel sistema vascolare di piante legnose. Diversamente da tutti gli altri metodi endoterapici, senza la produzione di fori, agisce nel rispetto dell'anatomia e fisiologia della pianta penetrando tra le fibre senza danneggiarle e contemporaneamente induce nei vasi linfatici un effetto che velocizza considerevolmente l'assorbimento del liquido. L'impiego è indicato per tutte le malattie e i danni fisiologici associati direttamente o indirettamente al flusso linfatico,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative dirette a impedire la eradicazione di tutti gli ulivi e a rendere il territorio interessato dal fenomeno del disseccamento rapido un laboratorio a cielo aperto di sperimentazione agro ecologica;
   ad incrementare e coordinare le attività di ricerca e sperimentazione circa il piano d'intervento, per completare la conoscenza dei meccanismi di diffusione del contagio e per individuare modalità di coltivazione resilienti e locali;
   a non consentire deroghe a quanto definito dal decreto legislativo n. 150 del 2012 avente l'obiettivo di ridurre significativamente l'uso di agenti chimici in agricoltura, incrementando proporzionalmente l'adozione di sistemi alternativi di difesa delle colture;
   a collaborare all'approfondimento delle indagini di laboratorio e delle proposte operative di rigenerazione delle piante rendendo pubblici protocolli e risultati della ricerca, al fine di un rigoroso confronto e riscontro scientifico di una pluralità di enti e istituzioni anche internazionali;
   ad istituire stabilmente presso il Ministero una commissione di studio interministeriale permanente per l'emergenza da CDRO che si impegni all'analisi del fenomeno seguendo un approccio multidisciplinare e allo sviluppo di progetti di ricerca (con l'eventuale partecipazione ai progetti di ricerca finanziati da Horizon 2020) e innovazione ispirati ai concetti di sostenibilità ambientale coordinata per la parte scientifica dal Consiglio ricerche agricoltura (CRA) e composta da Istituto nazionale economia agraria (INEA) per le valutazioni sulla fattibilità cesti benefici delle azioni da intraprendere, Istituto su- Pag. 271periore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) per la valutazione della compatibilità ambientale e Istituto superiore di sanità (ISS) per la valutazione dell'impatto sanitario a supporto del Servizio fitosanitario centrale per la verifica e aggiornamento del piano di azione da stabilire in conformità nelle norme FAO: International Standards for Rhytosanitary Measures;
   ad assumere iniziative per valutare, anche in base alle indicazioni date dalla comunità europea, l'opportunità dell'individuazione di una zona cuscinetto costituita da coltivazioni annuali, cereali principalmente, e non coltivazioni di varietà perenni, al fine di sventare il rischio di eradicazione degli alberi di olivo.
(7-00210) «Zaccagnini».

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ALLEGATO 3

Risoluzioni 7-00148 L'Abbate, 7-00210 Zaccagnini e 7-00461 Mongiello: Interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa.

RISOLUZIONE 7-00148 L'ABBATE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione,
   premesso che:
   l'olivicoltura è uno dei principali strumenti di tutela e valorizzazione economica ed ambientale del Salento, nonché elemento fondamentale della bellezza paesaggistica e di attrazione turistica del territorio;
   negli ultimi anni, in provincia di Lecce, le specie vegetali presentano tuttavia danni di varia natura anche dovuti ad organismi e patologie che allarmano e richiedono ulteriori e più complessi accertamenti; in particolare, la sindrome del disseccamento rapido dell'ulivo, riconducibile ad una complessa eziologia che chiama in causa anche la Xylella fastidiosa, desta particolare preoccupazione;
   nella nota informativa sul «Complesso del disseccamento rapido dell'olivo», rilasciata dall'Ufficio Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia in data 18 ottobre 2013, vengono illustrate le possibili cause del fenomeno e vengono disposte le misure da adottare a breve termine nonché le misure preventive da adottare su piante non compromesse;
   a causa della diffusione del batterio denominato Xylella fastidiosa, disposizioni europee, nazionali e regionali hanno fissato una serie di obblighi e divieti sulla movimentazione dei prodotti delle attività vivaistiche della provincia di Lecce all'esterno del territorio provinciale, incidendo sulla redditività delle imprese del settore;
   la delibera della Giunta regionale della Puglia n. 2023 del 29 ottobre 2013 ha recepito le misure del Servizio fitosanitario regionale, indicando, inoltre, «l'estirpazione di piante infette dove si ritiene necessario per eradicare la presenza della Xylella fastidiosa» ma, come ribadito nell'audizione del competente assessore presso la Commissione Agricoltura alla Camera dei deputati, «su tale aspetto la convinzione sulla estirpazione delle piante di olivo avrà un consenso solo se il mondo scientifico nazionale e anche internazionale è nelle condizioni di dimostrare che l'estirpazione di una pianta è risolutiva per il contenimento o eradicazione della Xylella fastidiosa»;
   in data 30 ottobre 2013, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, in un comunicato, dichiara di «aver chiesto al Commissario Tonio Borg di attivare al più presto possibile il fondo di solidarietà comunitario per le emergenze fitosanitarie, affinché anche l'Unione europea si unisca agli sforzi già messi in atto a livello nazionale e regionale per eradicare la Xylella fastidiosa dagli uliveti salentini». Il Commissario europeo per la salute, Tonio Borg, ha dato la sua disponibilità ad attivare prontamente il fondo previsto dal regolamento (CE) n. 1040/2002;
   con determina del Servizio fitosanitario regionale n. 521 del 20 novembre 2013 è stato disposto il blocco della movimentazione del materiale di propagazione nonché il divieto di movimentazione Pag. 273e commercializzazione al di fuori della provincia di Lecce per le imprese vivaistiche;
   l'articolo 1, comma 297, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014), prevede che «Per il potenziamento del servizio fitosanitario nazionale, con particolare riferimento all'emergenza provocata dal batterio Xylella fastidiosa e al potenziamento dei sistemi di monitoraggio e controllo, ivi compresi i controlli sulle sementi provenienti da organismi geneticamente modificati, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2014, da ripartire con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Al relativo onere, pari a 5 milioni di euro per l'anno 2014, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 12 della legge 27 ottobre 1996, n. 910, che, a tal fine, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato». Il suddetto decreto ministeriale non è stato ancora emanato;
   in data 7 aprile 2014, viene presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Lecce dove vengono evidenziate diverse incongruenze nell'affaire Xylella fastidiosa;
   in data 22 luglio 2014, il Consiglio regionale della Puglia ha approvato un ordine del giorno sulla «Sindrome del disseccamento rapido dell'ulivo»;
   in data 23 luglio 2014, la decisione di esecuzione della Commissione europea, relativa alle misure per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione della Xylella fastidiosa, ha imposto l'abbattimento e la distruzione di tutte le piante infette presenti nelle zone focolaio e nelle zone tampone. In sostanza, si tratta di un intervento di totale desertificazione di un'area che, nelle più rosee delle previsioni, copre oltre 20.000 ettari, atteso che ad oggi non un solo dato è noto e disponibile circa la delimitazione delle aree in questione. Ancora più sconcertante è il fatto che decisione europea non sia basata su prove scientifiche (postulati di Koch) circa la responsabilità della Xylella, da sola o in associazione con i funghi, nel determinismo dei disseccamenti degli olivi del Salento,

impegna il Governo:

   a predisporre tutte le misure necessarie a risolvere il complesso del disseccamento rapido dell'olivo, coinvolgendo attivamente le istituzioni e gli enti di ricerca menzionati in premessa, dato che la rilevanza del settore olivicolo locale si configura come interesse collettivo e non soltanto dei produttori e conduttori di oliveti;
   a emanare il decreto previsto dall'articolo 1, comma 297, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2014)»;
   a valutare l'opportunità di rendere pubblici, su un portale dedicato, i dati fino ad oggi raccolti sulla diffusione e sulla gravità del «complesso del disseccamento rapido dell'olivo», in modo da evitare clamore ingiustificato ed allarmismi;
   a valutare l'opportunità di acquisire i risultati relativi al monitoraggio della Xylella fastidiosa, commissionato dalla Regione Puglia all'Università di Foggia su circa 2.000 campioni di olivi prelevati dalle zone olivicole di Bari e Foggia, per dimostrare l'eventuale espansione della malattia;
   a valutare l'opportunità di rendere noti, qualora possibile, i risultati relativi al soddisfacimento dei postulati di Koch e, pertanto, alla patogenicità del ceppo di Xylella sull'olivo, come espressamente richiesto dai protocolli europei EPPO;
   a nominare una commissione di esperti per la valutazione dei danni economici, ambientali e paesaggistici, causati dall'abbattimento indiscriminato degli ulivi secolari;
   a valutare l'opportunità di intraprendere specifiche iniziative per allargare il campo di indagine della malattia di disseccamento Pag. 274rapido degli ulivi, considerando anche l'eventuale correlazione con l'utilizzo massiccio di diserbanti, tra cui glifosate e glufusinate, che nell'area salentina della regione Puglia vengono distribuiti in quantità massicce negli oliveti, con più trattamenti nell'arco dello stesso anno solare;
   a provvedere affinché siano urgentemente attivate e sostenute politiche di controllo alle frontiere ed interventi di profilassi, nonché azioni di monitoraggio e di rintracciabilità volte sia ad accertare l'eventuale avvenuta introduzione dall'estero del batterio Xylella fastidiosa sia ad impedirne, in caso di verifica positiva, il rischio di veicolazione;
   a prevedere azioni e misure preventive e di sostegno per gli agricoltori e le aziende olivicole pugliesi interessate, facendo fronte ai possibili danni al tessuto economico regionale e statuendo conseguentemente, nel caso in cui le indagini scientifiche in corso accertassero la presenza e l'attività del parassita Xylella fastidiosa, l'obbligo dell'attuazione delle prescrizioni di prevenzione e lotta obbligatoria con relativa estirpazione e distruzione degli alberi malati.
(7-00148)
«L'Abbate, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, Gallinella, Lupo, Parentela».

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ALLEGATO 4

Risoluzione 7-00421 Franco Bordo, 7-00467 Oliverio, 7-00476 Faenzi e 7-00478 Lupo: Sul semestre di Presidenza italiana dell'Unione europea, con riferimento alle produzioni agroalimentari.

NUOVA FORMULAZIONE DELLA RISOLUZIONE 7-00478

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    l'agricoltura ha da sempre rappresentato uno dei punti cardine dell'economia nazionale, nonché uno dei settori che meglio rappresentano e caratterizza la tradizione italiana, tutte le decisioni politiche in materia agricola vengono prese in sede comunitaria e per questo il ruolo giocato dall'Italia in Europa, in particolare durante questo semestre di presidenza, sarà fondamentale per il futuro dell'agricoltura nazionale;
    primaria è la questione dell'etichettatura che, deve necessariamente essere risolta in Europa; la tutela del made in italy passa, infatti, attraverso un sistema di etichettatura efficace che sia chiaro ai consumatori perché solo in questo modo sarà possibile tutelare le produzioni e le tradizioni italiane; è necessaria pertanto un'evoluzione della normativa comunitaria per avere in etichetta l'indicazione del luogo di origine o di provenienza delle materie prime utilizzate, nonché le tipologie di allevamento al fine di rendere consapevole il consumatore al momento dell'acquisto. Il Parlamento italiano si è già espresso in questa direzione votando all'unanimità la mozione n. 1-00311 adesso è quindi necessaria una presa di posizione concreta;
    in questo contesto si inserisce anche la controversa questione degli OGM, in quanto è fondamentale che i prodotti originali siano tutelati da contaminazioni di organismi geneticamente modificati e che agli Stati membri sia lasciata la libertà di decidere in autonomia se autorizzarne o meno la coltivazione di OGM sul proprio territorio;
    fondamentale dovrà essere l'apporto dell'Italia, specie durante questo semestre di presidenza, nell'ambito dei trattati internazionali, alcuni dei quali, inevitabilmente, avranno delle ripercussioni sull'agroalimentare nazionale, come ad esempio il già siglato accordo Unione europea Marocco, che rischia di compromettere colture come il pomodoro o i mandarini che rappresentano la principale economia in alcune regioni italiane, o ancora il TTIP Transatlantic Trade and Investment Partnership, i cui termini restano ancora segreti nonostante le numerose richieste di trasparenza fatte in Parlamento, che se non rinegoziato, o annullato, rischierà di compromettere l'intero settore agroalimentare in assenza di opportune salvaguardie, ad esempio attraverso le probabili importazioni di OGM e la messa sul mercato finanziario dei beni comuni come la gestione del servizio idrico;
    la presidenza europea deve comportare per l'Italia anche l'impegno concreto a tutelare le sementi nazionali e la biodiversità agraria del nostro Paese attraverso una politica che risponda alle esigenze dei diversi Stati, garantendo il libero scambio delle sementi e al contempo intervenendo sulla messa a disposizione sul mercato di materiale riproduttivo vegetale, così come prevista dal testo unico sul materiale riproduttivo vegetale Pag. 276[COM (2013) 262 def], in quanto una tale semplificazione potrebbe comportare la legittimazione in ambito internazionale della commercializzazione di materiale OGM a discapito delle sementi tradizionali. Inoltre, si determinerebbe un controllo totale della filiera da parte delle multinazionali;
    uno sguardo sarà necessario anche alle scelte di politica estera, il 17 marzo 2014 infatti il Consiglio dell'Unione europea ha adottato il regolamento Unione europea n. 69 del 2014 concernente misure restrittive relative ad azioni volte a compromettere o minacciare l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza della Repubblica Ucraina e a seguito delle suddette sanzioni la Federazione russa ha disposto, tra l'altro, la sospensione delle importazioni di frutta, vegetali, carni, pesce, latte ed altri prodotti caseari, che come dichiarato dal direttore dell'Ice Mosca, porterebbe danni al settore agroalimentare italiano per 250 milioni di euro entro fine anno;
    l'EBA («everything but arms») è un'iniziativa dell'Unione europea (Regolamento (Ce) n. 2501/2001) che concede l'accesso senza dazi e contingentamenti a tutti i prodotti provenienti dai Paesi LDC (least developed country – Paesi meno sviluppati), senza limitazioni quantitative e senza dover pagare alcuna tariffa, eccezion fatta per le armi e le munizioni. Per i prodotti sensibili, quali riso, zucchero e banane, stata prevista una implementazione graduale dell'accordo, e proprio il riso è uno dei prodotti che sta maggiormente risentendo negli ultimi anni dell'introduzione di questo accordo. Il settore risicolo italiano è quello più colpito, poiché la filiera del riso nel nostro Paese (che esporta nell'Unione europea i due terzi della sua produzione) è una delle più importanti del settore agroalimentare nazionale; per questa ragione i risicoltori italiani nelle ultime settimane hanno annunciato che se non saranno prese a breve misure adeguate, la risicoltura italiana è destinata a fallire, a causa sia dei grossi quantitativi di prodotto che arrivano nell'area dell'Unione europea sia del drastico crollo dei prezzi sul mercato interno;
    la direttiva n. 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009 ha istituito un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi. L'Italia ha recepito la direttiva con il decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012, in vigore dal 14 settembre 2012. L'articolo 6 del decreto legislativo n. 150 del 2012 ha previsto che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali adottasse un piano attuativo, denominato PAN (piano di azione nazionale) che è stato adottato con più di un anno di ritardo, in data 13 febbraio 2014. All'articolo 6 del decreto legislativo n. 150 del 2012 si definisce che il PAN una volta approvato venga trasmesso agli altri Stati membri ed alla Commissione europea e venga da questa riesaminato periodicamente almeno ogni cinque anni;
    l'uso di agrofarmaci contenenti la molecola etossichina per la conservazione della frutta viene vietato con il recepimento della direttiva 91/414/CEE tramite il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 194, escludendone anche l'uso temporaneo in deroga; alcuni Stati membri, come la Spagna, ne hanno ammesso l'utilizzo. Il Paese iberico è il principale fornitore di frutta in Italia con un valore delle importazioni che è aumentato del 5 per cento nel 2013 per un totale di 478 milioni di chili, rappresentando quindi un rischio per la salute dei consumatori ed un problema di concorrenza sleale per le imprese del made in Italy,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative, anche in considerazione del semestre di Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea, presso le competenti sedi comunitarie al fine di:
    a) porre all'ordine del giorno la questione prioritaria dell'introduzione dell'etichettatura di origine, secondo il metodo estensivo – intensivo, per tutti gli Pag. 277alimenti freschi, quali le carni cunicole, ovine, pollame e prodotti caseari ed evitare che sistemi nazionali di etichettatura volontaria siano utilizzati a fini distorsivi del mercato e discriminatori nei confronti delle imprese agroalimentari italiane;
    b) rendere pubblici i tavoli di discussione del Transatlantic Trade and Investment Partnership e i contenuti dell'accordo affinché il partenariato economico USA-Unione europea, si articoli su assetti legislativi quanto più omogenei, preveda forti tutele per l'agricoltura comunitaria ed adeguati meccanismi di salvaguardia degli interessi economici di quei Paesi europei come l'Italia che sono fra i detentori della leadership mondiale delle produzioni agroalimentari di qualità e le cui realtà produttive di piccole dimensioni non consentono di competere con i grandi farmer americani;
    c) rivedere la proposta di regolamento relativo alla produzione e alla messa a disposizione sul mercato di materiale riproduttivo vegetale (testo unico sul materiale riproduttivo vegetale) [COM (2013) 262 def] affinché sia scongiurata la legittimazione in ambito internazionale della commercializzazione di materiale OGM a discapito delle sementi tradizionali, e sia evitato, un controllo totale della filiera da parte delle multinazionali;
    d) promuovere una seria riflessione atta a fare sì che le decisioni adottate nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune siano prese in modo da limitare quanto più possibile le conseguenze disastrose che eventuali contromisure possono produrre nelle economie degli Stati membri, con particolare riferimento al settore agricolo;
    e) promuovere e sostenere il processo di revisione della direttiva 2001/18/CE sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, al fine di ampliare l'autonomia decisionale degli Stati membri in merito alle coltivazioni di organismi geneticamente modificati, assicurando zone effettivamente OGM free; in particolare, sostenere una riformulazione dell'articolo 26-ter più precisa rispetto a quella concordata nell'ambito della Presidenza di turno greca del Consiglio dell'Unione europea ed introdurre la discrezionalità dello Stato membro anche per motivi ambientali e sanitari;
    f) chiedere l'attivazione della clausola di salvaguardia prevista dai trattati a tutela del mercato italiano del riso, o, in alternativa, valutare l'opportunità di introdurre un dazio proporzionato per l'importazione di un prodotto fondamentale per l'economia agroalimentare italiana;
    g) chiedere l'introduzione dei castagneti tra le superfici a frutta o a guscio oggetto di specifico finanziamento europeo e promuovere, nelle opportune sedi europee e previa verifica delle misure adottate da altri Stati membri, tutte le iniziative affinché siano accordate, in considerazione delle esigenze della castanicoltura italiana, le eventuali necessarie deroghe al quadro normativo comunitario;
    h) proporre una rivisitazione del piano di azione nazionale nel senso di una sua più dettagliata e puntuale riscrittura, posto che nello stesso non si riscontrano né gli obiettivi quantitativi, le misure ed i tempi per la riduzione dei rischi e impatti dell'utilizzo dei pesticidi sulla salute umana e sull'ambiente che stabilisce l'articolo 4, paragrafo 1, della direttiva 2009/128/CE/ (piani d'azione nazionali), né tantomeno le misure appropriate per la tutela dell'ambiente acquatico e delle fonti di approvvigionamento di acqua potabile dall'impatto dei prodotti fitosanitari, per le quali l'Italia era già stata allertata dalla Commissione europea nella riunione bilaterale del 24 settembre 2013; nonché integrare il piano di azione nazionale sui fitofarmaci nelle parti in cui si fa riferimento alle frasi di rischio riportate in etichetta, aggiungendo il riferimento alle schede di sicurezza;
    i) promuovere l'adeguamento dei limiti massimi di additivi alimentari usati negli Stati membri a quelli dei Paesi che utilizzano metodi più restrittivi, al fine di Pag. 278garantire la sicurezza alimentare dei cittadini comunitari ed una corretta concorrenza, fondata più sulla qualità e salubrità del prodotto che sull'aspetto esteriore dello stesso;
    l) sollecitare il processo di revisione della «direttiva nitrati» n. 91/676/CEE sulla base dei dati scientifici oggi disponibili e dei monitoraggi effettuati puntualmente negli ultimi dieci anni, distinguendo i limiti in funzione delle macro regioni agricole europee in ragione anche dei fattori climatici e favorendo lo stoccaggio in armonizzazione con la gestione dell'attività.
    m) assumere iniziative volte ad impedire la pratica della cattura degli uccelli migratori da utilizzare come richiami vivi intervenendo sulla concessione di deroghe in materia di caccia, anche alla luce della messa in mora dell'Italia per la violazione della Direttiva 2009/147/CE avvenuta il 21 febbraio 2014, nonché delle perplessità mosse dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo sulle modifiche introdotte alla legge 157/1992 con il recente decreto 91/2014.
(7-00478)
«Lupo, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Parentela».