CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 settembre 2014
295.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-03516 Mongiello: Sulle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nella provincia di Foggia nel mese di settembre.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'ennesima calamità naturale che si è abbattuta, questa volta, sulla regione del Gargano, ha causato danni di proporzioni davvero devastanti, in un'area che, fino a pochi giorni fa, era una zona produttiva di primo ordine e non solo dal punto di vista agricolo.
  Non è possibile ancora quantificare i danni – e già solo questo rende idea di quanto sarà dura ripartire –, ma i numeri di cui si sente parlare non saranno molto lontani dal vero. Per quanto riguarda l'agricoltura, nella zona colpita, le aziende e le infrastrutture a loro servizio, come le strade interpoderali, i ponti e i manufatti, sono stati rasi al suolo.
  Il Ministro Martina, che ieri ha visitato l'area colpita, ha avuto modo di confrontarsi con chi sta vivendo in prima persona questo dramma (i sindaci, la popolazione civile, gli agricoltori), non solo per ascoltare il loro disagio, ma soprattutto per capire come possiamo intervenire per essere più efficaci possibile in accordo con la regione. Con i suoi rappresentanti, infatti, questa mattina si è tenuta presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare una riunione presieduta dal Ministro Galletti, alla quale abbiamo partecipato insieme ai vertici della protezione civile e della Presidenza del Consiglio dei ministri, nella quale sono state esaminate le urgenze, le conseguenti misure e le risorse da destinare a queste.
  Per quanto riguarda l'attività agricola, il Ministro Martina si è impegnato a ottenere l'erogazione dell'anticipo Pac a partire dal 16 ottobre invece che dal 1o dicembre, realizzando almeno una parte di quella liquidità necessaria alla ricostruzione delle imprese. Inoltre, per il ripristino delle strutture produttive, il Ministro Martina ha garantito l'impegno a reperire quante più risorse possibili, e si ricordano, a questo proposito, le possibilità offerte dal Programma di sviluppo rurale.
  Verranno quindi attivate tutte le misure previste dalla normativa in materia di gestione delle emergenze volte ad agevolare l'ottenimento di contributi pubblici e ad ottenere le esenzioni previste.
  Inoltre, lavorando a fianco della regione per la stima dei danni, promuoveremo la declaratoria di eccezionale avversità atmosferica, necessaria per accedere agli interventi del Fondo di solidarietà nazionale. Non voglio ripetere, per l'ennesima volta, quanto le risorse per gli interventi successivi alle calamità naturali siano insufficienti a fronteggiare danni sempre più ingenti e sempre più frequenti e di come sia necessario utilizzare lo strumento assicurativo. Non esistono più, infatti, regioni d'Italia che possano ritenersi al sicuro da rischi climatici.
  Per questo, al momento delle scelte che la politica agricola comune ci rimetteva per il periodo 2014-2020, abbiamo puntato sulla misura «gestione dei rischi» all'interno del Programma nazionale di sviluppo rurale, presentato alla Commissione dell'Unione europea. A questa misura, finalizzata ad incentivare l'adozione da parte degli agricoltori di una serie di strumenti preventivi come l'assicurazione, Pag. 135i fondi di mutualità e lo strumento per la stabilizzazione dei redditi, in accordo con le Regioni, abbiamo destinato le maggiori risorse: oltre 1,6 miliardi di euro.
  Pensiamo che questi strumenti siano, nel loro insieme, sicuramente più adeguati a rispondere alle necessità delle imprese colpite da eventi eccezionali come quello del Gargano e intendiamo realizzare iniziative specifiche per farli conoscere alle imprese, perché in numero sempre maggiore siano in grado di sfruttare queste possibilità.
  Per quanto riguarda le infrastrutture irrigue danneggiate, al cui recupero potrebbero essere destinati i fondi del PSR, voglio ricordare che nello stesso Programma nazionale cui mi riferivo poc'anzi, è contenuta la misura sul Piano irriguo. La dotazione finanziaria al momento è di 300 milioni di euro ma a queste risorse dovrebbero aggiungersene ulteriori a valere sul Fondo di sviluppo e coesione.
  In ultimo, consentitemi di ringraziare, anche a nome del Ministro Martina, tutti coloro che si sono adoperati con generosità e altruismo, negli interventi di soccorso e, in particolare gli uomini del Corpo forestale.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-03518 Caon: Sull'indennizzo degli agricoltori danneggiati dalle nutrie.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come è noto, la nutria, roditore di grande taglia originario del sud America e quindi alloctono per il nostro Paese, risulta presente su estese porzioni dell'Italia settentrionale e centrale e la sua crescente presenza determina problemi di diversa natura, di cui il più preoccupante è quello inerente la compromissione della tenuta delle arginature fuori terra dei canali di irrigazione e di scolo con conseguente rischio di allagamento delle zone adiacenti in occasione di ondate di piena, stante l'abitudine della specie di scavare cunicoli e camere ipogee anche di notevole estensione.
  Peraltro, si segnala che la nutria è considerata una specie selvatica invasiva e che la attuale normativa comunitaria, tuttora in fase di approvazione, indirizza – in via generale – i Paesi membri alla eradicazione di tutte le specie alloctone che rappresentino una minaccia per l'economia e la biodiversità dell'Europa.
  Pertanto, per il controllo di tale specie, il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, ha approvato la modifica dell'articolo 2, comma 2, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, che prevede l'equiparazione della specie ai ratti, ai topi propriamente detti ed alle arvicole, ai quali non viene accordata alcuna forma di tutela.
  Tale innovazione comporta la mancata applicazione delle sanzioni amministrative o penali di cui agli articoli 30 e 31 della citata legge n. 157 del 1992, nei casi di abbattimento della specie da parte di cacciatori o di proprietari di fondi agricoli. Da ciò deriva la possibilità di attuare piani di controllo anche finalizzati all'eradicazione della specie.
  Alla luce della modifica normativa, appare allo stato necessario affrontare le varie problematiche relative, tra l'altro, allo smaltimento delle carcasse, per la quale si ritiene auspicabile l'emanazione di norme in materia di polizia veterinaria, anche alla luce delle Linee guida per la gestione della specie in parola emanate dall'istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISPRA).
  Non di meno, in relazione alla delicatezza della materia trattata e alla coeva esistenza di contrapposte modalità di tutela, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con le altre amministrazioni interessate, non esclude la possibilità di attivare, fin da ora, una fase di monitoraggio e approfondimento.
  Detta attività sarà volta a promuovere l'adozione, nell'ambito di una produttiva dialettica parlamentare, di atti normativi, anche di carattere secondario, che si dovessero rendere necessari, al fine di affrontare le problematiche emerse a livello territoriale e dal confronto con gli enti locali preposti, tra cui il ristoro dei danni subiti, il ricordato smaltimento delle carcasse e la prevenzione di possibili rischi igienico sanitari per l'uomo.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-03519 Benedetti: Sulle ricadute sul comparto agricolo derivanti dalla crisi ucraina.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riguardo alla crisi generata dall'embargo russo intendo precisare che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali presta la massima attenzione, anche nell'ambito del ruolo svolto dal Ministro in qualità di Presidente di turno del Consiglio Agricoltura e Pesca dell'Unione europea.
  Sul tema abbiamo provveduto da subito, come Presidenza di turno, ad avviare con la Commissione europea un monitoraggio completo e costante dei mercati dei prodotti interessati dal bando, anche in vista dell'attivazione delle misure opportune.
  Infatti, già dal 14 agosto scorso, sono stati attivati gruppi di esperti e dei comitati di gestione che hanno seguito con attenzione e a cadenza settimanale l'andamento dei mercati e dei prezzi di tali prodotti. Questo monitoraggio costante ha generato l'attivazione, da parte della Commissione europea, di misure urgenti per il settore ortofrutticolo e per il lattiero caseario volte a stabilizzare i mercati e a difendere i redditi dei produttori.
  L'azione di monitoraggio sta continuando in modo costante e a cadenza sempre più ravvicinata, in particolare per il settore della carne per il quale ancora non sono state attivate misure ad hoc. Un'analoga azione di monitoraggio è stata promossa per quanto riguarda i prodotti della pesca e dell'acquacoltura.
  Peraltro, nel corso del Consiglio dei ministri dell'agricoltura straordinario del 5 settembre scorso, dopo un aggiornamento della situazione in questione, si è proceduto all'esame delle misure già intraprese al riguardo nonché di quelle da adottare eventualmente in seguito.
  Relativamente alle azioni di medio-lungo periodo, l'attenzione si concentra sul rafforzamento delle risorse finanziarie per la promozione (la Commissione ha già stanziato 30 milioni di euro in più), la possibilità di sostenere con fondi diretti, in modo mirato, le perdite di reddito per i settori più esposti, maggiori risorse finanziarie sul fronte delle crisi di mercato e la ricerca di mercati terzi alternativi. In tal senso, stiamo intensamente lavorando con i servizi della Commissione europea.
  Nel recente Consiglio straordinario Agricoltura del 5 settembre a Bruxelles è stata confermata la necessità di una risposta omogenea, unitaria e solidale a livello di Unione europea per contrastare gli effetti dell'embargo russo sui prodotti agroalimentari europei.
  In particolare abbiamo posto attenzione a che le sanzioni decise a livello europeo nei confronti della Federazione russa in relazione alla situazione in Ucraina orientale non avessero attinenza con gli scambi agricoli; esse sono infatti afferenti al settore finanziario, alla difesa, ai beni «dual use» e all'alta tecnologia.
  In reazione Mosca ha peraltro deciso di restringere per un anno le importazioni di alcuni prodotti agricoli e agroalimentari da UE, USA e altri Paesi.