CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 settembre 2014
295.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03511 Grimoldi e Rondini: Iniziative urgenti sulla questione «Torrente Seveso».

TESTO DELLA RISPOSTA

  La scarsa qualità delle acque del torrente Seveso, per l'artificialità del suo alveo, come pure l'elevato rischio idraulico che caratterizza il suo bacino, sono il risultato dell'elevato grado di antropizzazione di quel territorio. Lo stato ecologico precario del corpo idrico è dovuto anche alla presenza di alcuni depuratori ancora non conformi alla normativa comunitaria e nazionale e terminali fognari non depurati.
  In ogni caso, ad oggi, il torrente Seveso e l'agglomerato Seveso Nord non sono interessati dal contenzioso e precontenzioso comunitario riguardanti la non corretta attuazione della direttiva quadro 2000/60/CE e della direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane e, pertanto, non sussiste al momento il rischio concreto di applicazione di sanzioni da parte della UE.
  La soluzione delle criticità ambientali dovrà andare di pari passo con la costruzione e messa in opera delle vasche di laminazione progettate lungo l'asta del Seveso, opera contemplata all'interno dell'Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale «Contratto del Fiume Seveso».
  Tale Accordo prevede diversi interventi finalizzati proprio al miglioramento delle acque del fiume in parola, riguardanti principalmente opere di fognatura per l'eliminazione di scarichi diretti e opere di depurazione.
  La Struttura di Missione contro il dissesto idrogeologico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, unitamente alla Regione Lombardia, sta monitorando lo stato di attuazione degli interventi già individuati, molti dei quali già in fase di gara o di progettazione avanzata e per la maggior parte dei quali si prevede la completa realizzazione entro la fine del prossimo anno.
  Oltre agli interventi previsti nell'Accordo citato, all'interno dello stesso progetto di realizzazione delle vasche del Seveso è stata prevista, ed è in fase di esecuzione, un'attenta attività di monitoraggio della qualità delle acque, nell'ottica di garantire l'efficacia delle strutture progettate, non solo ogni qualvolta esse saranno impegnate dalle acque di piena, ma anche nella vita ordinaria di tempo asciutto in cui l'area della vasca sarà destinata ad altri usi e destinazioni ambientali e le caratteristiche dell'acque ne determineranno la fruibilità.
  Ad ogni buon conto la Regione Lombardia ha comunicato di aver recentemente destinato agli agglomerati interessati dalla Causa C 85/13 (Sentenza di condanna del 10 aprile 2014) che, si ripete, non riguarda l'agglomerato Seveso Nord, risorse pari a circa 22 milioni di euro derivanti dall'apposito Fondo che la legge di stabilità 2014 ha istituito, nello stato di previsione del MATTM, per finanziare un Piano Straordinario di Interventi «finalizzato prioritariamente a potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani».

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ALLEGATO 2

5-03512 Braga: Sulle verifiche di competenza del Ministero dell'ambiente in merito alla realizzazione delle tratte B1 dell'autostrada Pedemontana Lombarda.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'autostrada Pedemontana Lombarda rientra tra le opere strategiche di cui alla Legge Obiettivo e, quindi, segue le procedure speciali di Valutazione Ambientale previste dal Codice dei contratti pubblici.
  Nel caso di specie, nel 2005 è stata svolta la procedura VIA speciale sul Progetto Preliminare, conclusasi con parere positivo con prescrizioni. A ciò ha fatto seguito l'emanazione della Delibera CIPE 77/2006 di approvazione del Progetto Preliminare e la contestuale adozione del giudizio di compatibilità ambientale.
  Nel 2009, sul Progetto Definitivo, sono state eseguite contestualmente la procedura di ottemperanza alle prescrizioni impartite con il provvedimento di VIA sul progetto preliminare e recepite nella citata Delibera CIPE 77/2006, e la procedura di VIA speciale sulle parti variate, conclusasi positivamente con prescrizioni.
  A ciò è seguita l'approvazione del progetto definitivo da parte del CIPE (delibera n. 97/2009).
  Infine, sui progetti esecutivi delle diverse tratte, la competente Direzione del Ministero dell'ambiente ha avviato, in sinergia con la Commissione VIA, la procedura di Verifica di Attuazione [articolo 185, commi 6 e 7, d.lgs. n. 163/2006].
  Con particolare riguardo alla tratta B1, nel 2014 è stata svolta la procedura di Verifica di Attuazione sul Progetto Esecutivo – 6o stralcio – Interconnessione A9 Lomazzo (tratta B1), conclusasi positivamente, con la prescrizione di condizioni da attuarsi nelle successive fasi di realizzazione dell'opera stessa e con invito a trasmettere prima della fine dei lavori idonea documentazione comprovante i motivi delle prescrizioni non ottemperate [Determina Direttoriale 12571 del 2 maggio 2014].
  Per il progetto Esecutivo del «Collegamento Autostradale tra Dalmine, Como, Varese, Valico del Gaggiolo ed opere ad esso connesse (Autostrada Pedemontana) – 8o stralcio, Tratta B1», la procedura di Verifica di Attuazione delle prescrizioni di cui alla Delibera CIPE 97/2009 si è conclusa con parere della Commissione VIA n. 1545 del 4 luglio 2014 e successiva Determina Direttoriale del 1o settembre 2014, con la quale si rimanda alle successive fasi di Verifica di Attuazione la verifica sulle prescrizioni non ottemperate.
  Tra le prescrizioni ottemperate dal progetto esecutivo della tratta B1, secondo la verifica di attuazione, sono comprese le prescrizioni nn. 34, 46, 48 e 110 richiamate nell'interrogazione in parola.
  Le prescrizioni nn. 51 e 53, viceversa, riguardano tratte diverse dalla tratta B1, mentre le raccomandazioni nn. 462 e 1129 non sono contenute nella delibera CIPE 97/2009, le cui raccomandazioni sono indicate con i nn. da 1 e 277.
  Quanto infine all'approvazione del Piano di utilizzo del materiale da scavo [ex decreto ministeriale 161/2012], il procedimento è attualmente sospeso in attesa della presentazione del nuovo Piano di utilizzo, modificato secondo gli intendimenti avanzati dalla Società Proponente, come richiesto dal Ministero dell'Ambiente con nota del 9 gennaio 2014.

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ALLEGATO 3

5-03513 Mannino: Sulle iniziative conseguenti alla imminente nuova condanna da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea in relazione a discariche abusive presenti nel territorio nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla procedura d'infrazione 2003/2077, a seguito della sentenza di condanna da parte della Corte di Giustizia del 26 aprile 2007, e di un parere motivato ex articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), le Autorità nazionali hanno intrapreso le attività volte alla risoluzione definitiva del caso ed in particolare alla bonifica delle discariche abusive.
  Con cadenza trimestrale, sulla base delle informazioni trasmesse dalle Regioni, l'Italia ha aggiornato la Commissione Europea sui progressi delle procedure di risanamento, segnalando altresì numerosi errori di censimento.
  Ciò nonostante, con successivo ricorso del 16 aprile 2013, la Commissione Europea ha deferito il Governo Italiano dinanzi alla Corte di Giustizia UE per mancata esecuzione della sentenza del 26 aprile 2007, contestando la presenza di 218 discariche abusive di rifiuti attive sul territorio nazionale.
  In realtà, come evidenziato nel controricorso presentato dall'Avvocatura dello Stato in data 20 luglio 2013, i siti in parola erano per lo più ex discariche comunali chiuse da anni, antecedentemente comunque al termine per adempiere alla sentenza del 2007.
  Come emerso anche nel corso dell'udienza dello scorso 4 settembre dinnanzi alla Corte UE, dall'ultimo aggiornamento trasmesso dalle Regioni sullo stato degli interventi di bonifica a maggio 2014 risulta che 47 delle 218 discariche segnalate nel ricorso del 2013 sono state bonificate, mentre per i 171 siti ad oggi residui gli interventi sono progettati o in corso di esecuzione.
  Tale situazione è in corso di costante aggiornamento. Si rammenta che con la Legge di Stabilità 2014 è stato istituito nello stato di previsione del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare un apposito fondo, con una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli esercizi 2014 e 2015, destinato al finanziamento di un «piano straordinario di bonifica delle discariche abusive individuate in relazione alla procedura di infrazione comunitaria n. 2003/2077».
  Da una ricognizione preliminare sugli interventi da finanziare sono state individuate n. 43 aree di discarica che necessitano di adeguata copertura finanziaria ed è stato definito il piano straordinario degli interventi con il relativo fabbisogno finanziario.
  Il piano straordinario di bonifica, da approvare con decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per norma dovrà essere preceduto dalla stipula di uno o più Accordi di Programma con gli enti territoriali e locali interessati. In data 3 settembre 2014, sono state inviate alle Regioni Abruzzo, Puglia, Sicilia e Veneto, interessate alla realizzazione degli interventi, le bozze di Accordi di Programma Quadro attuativi degli interventi, propedeutici all'approvazione del piano medesimo, ai fini della condivisione. Il modello di Accordo di Programma Quadro è stato già concordato con il Ministero dello Sviluppo Economico.

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ALLEGATO 4

5-03514 Pellegrino: Iniziative urgenti in merito alla recente calamità che ha colpito la provincia di Foggia, in particolare il promontorio del Gargano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito all'interrogazione presentata dall'On. Pellegrino e altri, con la quale si chiede di conoscere, tra l'altro, se il Governo intenda dichiarare lo stato di emergenza a seguito dell'alluvione che nei giorni scorsi ha interessato la regione Puglia, intendo in primo luogo formulare, a nome dell'intero Governo, il cordoglio per le vittime del tragico evento.
  Anzitutto intendo sottolineare il ruolo attivo svolto dal Dipartimento della Protezione Civile che ha monitorato costantemente l'evolversi della situazione, mantenendo i contatti con le strutture territoriali pugliesi, nonché inviando, nella giornata di ieri, personale specializzato per effettuare dei sopralluoghi tecnici al fine di predisporre, l'istruttoria tecnica di supporto alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, ancorché non sia pervenuta, da parte della Regione, la richiesta formale di dichiarazione.
  Le risorse finanziarie destinate ai primi interventi di emergenza, nelle more della ricognizione in ordine agli effettivi ed indispensabili fabbisogni, saranno indicate nella relativa delibera che autorizza la spesa nell'ambito del Fondo per le emergenze nazionali per l'effettuazione dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione interessata dall'evento.
  Il Ministro delle Politiche Agricole si è impegnato ad ottenere l'erogazione anticipata delle somme di Politica agricola comune al 16 ottobre anziché al 1o dicembre, per realizzare almeno una parte di liquidità necessaria alla ricostruzione delle imprese nonché a reperire altre risorse, ivi incluse, quelle ricavabili dal Programma di sviluppo rurale nell'ambito del quale sono state destinate somme per 1,6 miliardi di euro, in accordo con le regioni, al fine di incentivare l'adozione da parte degli agricoltori di una serie di strumenti preventivi quali assicurazioni, fondi di mutualità, e strumenti per la stabilizzazione dei redditi. Nell'ambito dello stesso piano è prevista la dotazione di 300 milioni di euro per il Piano irriguo, di rilievo al fine del ripristino delle infrastrutture danneggiate.
  Quanto alle iniziative previste, in generale, per il contrasto al dissesto idrogeologico dell'intero territorio nazionale, il Ministero dell'ambiente si è attivato per predisporre una programmazione degli interventi e delle relative risorse finanziarie sull'intero territorio nazionale, al fine della prevenzione del rischio idrogeologico.
  In particolare, già con l'Accordo di programma sottoscritto nel 2010 con la Regione Puglia, sono stati finanziati, in otto comuni appartenenti al territorio interessato dalla calamità, interventi per un valore di oltre 27 milioni di euro; a questi è succeduta richiesta, della stessa Regione, per altri dieci interventi, prevalentemente di sistemazione idraulica, relativi ad altri sette comuni per un valore complessivo di oltre 32 milioni di euro.
  Per quanto attiene alle iniziative per escludere dal patto di stabilità le risorse destinate agli interventi di mitigazione del dissesto, si rammenta che il decreto-legge n. 136 del 2013 reca disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e ha previsto l'esclusione dal patto di stabilità delle spese effettuate Pag. 108dalle Regioni con le risorse giacenti sulle contabilità speciali dei Commissari ed ad esse trasferite.
  Proprio questa mattina, presso il Ministero dell'Ambiente, si è svolta una riunione alla presenza del Ministro nonché del presidente della Regione Puglia, del sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei Ministri on.le Scalfarotto e del capo della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche dott. D'Angelis ove si è manifestato l'intento di riprogrammazione degli accordi di programma al fine di dare priorità alle aree colpite, prevedendo un finanziamento di 50 milioni di euro e valutando, altresì, la possibilità di posticipare, per le aree colpite, le scadenze fiscali per tutto il periodo di durata dello stato di emergenza.