CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 luglio 2014
278.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03116 Giacobbe: Interpretazione delle disposizioni relative all'individuazione del reddito rilevante ai fini della determinazione della misura delle pensioni ai superstiti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Giacobbe – con il presente atto parlamentare – richiama l'attenzione sui possibili effetti distorsivi derivanti dall'applicazione dell'articolo 35 del decreto-legge n. 207 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 14 del 2009, in materia di liquidazione o di ricostituzione delle prestazioni previdenziali ed assistenziali collegate al reddito, con particolare riferimento alla pensione ai superstiti.
  Al riguardo, è opportuno precisare, in via preliminare, che l'articolo 35 del citato decreto-legge n. 207 del 2008 ha introdotto nuove modalità di verifica delle situazioni reddituali incidenti sul diritto e sulla misura delle prestazioni collegate al reddito, distinguendo le situazioni in cui la verifica del reddito debba essere compiuta contestualmente al primo riconoscimento della prestazione – ai sensi del comma 9 del citato articolo 35 – dalle fattispecie in cui tale verifica sia funzionale alla conferma di una prestazione già in pagamento, ai sensi del comma 8 del predetto articolo.
  In particolare, il comma 8 dell'articolo 35 – come modificato dall'articolo 13, comma 6, lettere a) e b), del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010 – stabilisce che la verifica del diritto e della misura delle prestazioni già in godimento collegate al reddito debba essere effettuata tenendo conto congiuntamente:
   dei redditi per prestazioni – per le quali sussiste l'obbligo di comunicazione al casellario centrale dei pensionati di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 dicembre 1971, n. 1388 –, conseguiti nello stesso anno;

   dei redditi diversi dai primi, conseguiti nell'anno solare precedente.

  Ne consegue che – nel primo anno di percezione della pensione diretta da parte di un soggetto già titolare della pensione di reversibilità – la situazione reddituale di riferimento sarà data dalla somma del reddito da lavoro conseguito nell'anno precedente con il reddito da pensione percepito nell'anno in corso. Ciò, in quanto il reddito da pensione diretta rientra tra le prestazioni per le quali sussiste l'obbligo di comunicazione al casellario centrale dei pensionati.
  Ciò premesso, occorre rilevare che allo stato non risulta possibile assumere idonee iniziative di carattere amministrativo – peraltro già ipotizzate dall'INPS nel 2010 – in quanto, il carattere tassativo delle disposizioni di cui ai commi 8 e 9 dell'articolo 35 del decreto-legge n. 207 del 2008 non consente deroghe in via interpretativa.
  In ogni caso, resta rimessa alla valutazione del legislatore la possibilità di una modifica della disciplina vigente mediante un apposito intervento normativo.

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ALLEGATO 2

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013. (C. 2541 Governo).

RELAZIONE APPROVATA

  La XI Commissione,
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge n. 2541, recante il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013;
   rilevata l'opportunità di approfondire le ragioni alla base della formazione di non trascurabili economie anche nell'ambito di capitoli di spesa riferiti ad interventi in materia previdenziale, come quelli attinenti al pensionamento dei lavoratori impiegati in attività usuranti, anche al fine di verificare se sia possibile individuare una migliore allocazione delle relative risorse, eventualmente attraverso una loro diversa destinazione nell'ambito del medesimo comparto;
   ritenuto che tali approfondimenti potranno essere oggetto di specifiche procedure informative e di controllo da svolgere nell'ambito dei lavori della Commissione,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 3

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014 (C. 2542 Governo).

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).

RELAZIONE APPROVATA

  La XI Commissione,
   esaminato il disegno di legge n. 2542, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014, con riferimento alla Tabella n. 2, recante lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, limitatamente alle parti di competenza,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 4

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014 (C. 2542 Governo).

Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza).

RELAZIONE APPROVATA

  La XI Commissione,
   esaminato il disegno di legge n. 2542, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014, con riferimento alla Tabella n. 4, recante lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, limitatamente alle parti di competenza;
   rilevato che, nel quadro delle misure volte a garantire l'allineamento tra le previsioni di bilancio per l'esercizio finanziario 2014 e le effettive esigenze di spesa, riveste carattere prioritario l'integrazione degli stanziamenti destinati al finanziamento per il medesimo anno della cassa integrazione guadagni e della mobilità in deroga;
   apprezzato l'impegno, recentemente ribadito, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali per il reperimento di ulteriori risorse da destinare alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dal pagamento degli ammortizzatori in deroga per l'intero anno 2014,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con la seguente osservazione:
   si valuti l'esigenza di garantire tempestivamente l'integrazione delle dotazioni di bilancio destinate al finanziamento della cassa integrazione guadagni e della mobilità in deroga, al fine di assicurare l'integrale copertura delle esigenze per l'esercizio finanziario 2014.

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ALLEGATO 5

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013. (C. 2541 Governo).

RELAZIONE DI MINORANZA PRESENTATA DAI DEPUTATI ROSTELLATO E ALTRI

  La XI Commissione,
   esaminato per le parti di competenza il disegno di legge n. 2541, recante il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013;
  osservato che:
   il prodotto interno lordo italiano si è ridotto del 9 per cento, il PIL pro capite è diminuito del 10,4 per cento, pari a circa 2.700 euro in meno per abitante, ed è così tornato ai livelli del 1997;
   le tabelle ISTAT sul secondo trimestre 2013 hanno rilevato che vi sono 3 milioni di disoccupati e 3 milioni di persone che non cercano impiego ma sono disponibili a lavorare, i cosiddetti NEET;
   in ambito pensionistico si rileva che su 7,2 milioni di pensionati, il 17 per cento ha un reddito inferiore ai 500 euro, il 35 per cento ha una pensione tra 500 e 1000 euro e solo il 2,9 per cento ha una pensione che va oltre i 3000 euro;
   le persone che si trovano sulla soglia della povertà relativa sono 9.563.000, pari al 15,8 per cento della popolazione;
   si rileva la contrazione dei consumi delle famiglie italiane nella misura di 60 miliardi di euro, influendo in modo significativamente negativo sulla produzione e sull'occupazione. La contrazione del potere di acquisto delle famiglie si è determinata anche in relazione all'incremento dell'IVA le cui ricadute in termini annui ammonteranno per famiglia a 207 euro con un aggravio dell'0,80 per cento del tasso di inflazione;
   la riduzione della domanda interna ha determinato il calo dell'attività economica. In seguito alla caduta del reddito disponibile, che in termini reali è sceso dell'11,1 per cento, la contrazione dei consumi delle famiglie è risultata del 7,8 per cento;
   l'occupazione è scesa del 7,2 per cento, pari a 1,8 milioni di unità di lavoro in meno, e la produzione industriale è a un livello inferiore del 24,2 per cento, con punte del 40 per cento in alcuni settori, addirittura rispetto al terzo trimestre del 2007;
   il livello di tassazione e contribuzione sul lavoro è ormai insostenibile per le imprese e riduce il reddito disponibile delle famiglie oltre a penalizzare la competitività delle imprese stesse. L'elevata imposizione sui redditi da lavoro comporta infatti un livello di retribuzione netta tra le più basse d'Europa. L'effetto dell'elevata contribuzione sociale, invece, è quello di rendere il costo del lavoro molto più elevato della retribuzione lorda: l'incidenza del cuneo contributivo in Italia è del 32 per cento del costo del lavoro, la più alta tra i paesi OCSE;Pag. 165
   un ulteriore grave ostacolo alla operatività delle imprese è costituito dalla carenza di credito alle imprese: il credito erogato alle imprese italiane è risultato dell'8 per cento più basso che nel settembre 2011 (con una contrazione media mensile dello 0,4 per cento) pari, in termini assoluti, ad una riduzione di 74 miliardi di euro;
   secondo un'indagine ISTAT, a settembre 2013, l'11,4 per cento delle imprese che hanno presentato richiesta per un prestito bancario non lo hanno ricevuto, mentre altre imprese hanno semplicemente rinunciato a richiederlo, a fronte di costi troppo alti. La drastica riduzione del cuneo fiscale e contributivo aumenterebbe il reddito disponibile delle persone, restituirebbe competitività alle imprese e manterrebbe la coesione sociale;
   il blocco della contrattazione nazionale nel pubblico impiego ripropone la contestuale esigenza di un significativo cambiamento delle relazioni industriali nell'area pubblica;
   la rimodulazione dell'indicizzazione rispetto al costo della vita e al prelievo di solidarietà sulle prestazioni previdenziali, troverebbe maggiore «legittimità» se si riferisse anche a quelle percepite prima del compimento della maggiore anzianità anagrafica, correlandolo, peraltro, con l'introduzione di modalità meno onerose per i versamenti volontari rivolti al recupero dei periodi di disoccupazione, e degli elementi di flessibilità nell'età di accesso al sistema previdenziale ipotizzati dallo stesso Governo; gli stanziamenti destinati agli ammortizzatori in deroga ai sensi della legge di stabilità 2014 sono stati quantificati in 600 milioni di euro per l'anno 2014, risultando insufficienti. La legge di stabilità 2014 ha ampliato di ulteriori seimila unità la platea dei beneficiari della salvaguardia dagli interventi previdenziali recati dal decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, e successive modificazioni. Restano ancora escluse dalla salvaguardia oltre 200 mila persone che oramai da più di due anni si ritrovano senza alcun sostegno reddituale, non percependo alcuno stipendio e non potendo accedere al trattamento pensionistico;
   gli oneri che lavoratrici e lavoratori sono costretti a pagare al fine di ottenere la ricongiunzione, e dunque utilizzare i contributi che, comunque, hanno già versato, sono alquanto rilevanti; in caso di mancato pagamento di tali gravosi oneri, tali lavoratori e lavoratrici sono costretti a rinunciare alla valorizzazione di parte della propria contribuzione ai fini pensionistici;
   nell'ambito di una politica attiva del lavoro sarebbe stato importante prevedere anche in sede di legge di stabilità 2014:
    la semplificazione dell'accesso alle procedure di tutela sociale e welfare;
    l'introduzione tra gli ammortizzatori sociali del reddito di cittadinanza, anch'esso rientrante nel complesso di misure finalizzate al sostegno del reddito di coloro che si trovano involontariamente in una situazione di non occupazione, al fine di garantire l'autonomia delle persone e la loro dignità – la razionalizzazione dei servizi per l'impiego, attraverso una riforma complessiva delle strutture esistenti, evitando le duplicazioni e le sovrapposizioni di funzione attraverso un chiaro riparto delle funzioni stesse tra strutture centrali e periferiche;
    una drastica riduzione del carico fiscale sulle imprese attraverso la definitiva abolizione dell'IRAP;
    tenendo conto dei mutamenti intervenuti nel mercato del lavoro, in conseguenza dei quali è sempre più frequente il cambiamento di più attività lavorative e di più datori di lavoro nel corso della vita, consentire di ottenere una completa e gratuita ricostruzione della propria posizione Pag. 166previdenziale senza ingiustificate perdite di versamenti contributivi;
    l'introduzione di un fondo per l'incentivazione delle iniziative rivolte alla partecipazione dei lavoratori al capitale e agli utili delle imprese con lo scopo di promuovere, anche con questo strumento, il miglioramento della produttività e dei redditi da lavoro;
    rimodulazione normativa concernente il riconoscimento degli assegni familiari, prevedendone l'accesso anche ai lavoratori autonomi,

DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO

Rostellato, Bechis, Rizzetto, Tripiedi, Baldassarre, Cominardi, Chimienti, Ciprini.