CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 giugno 2014
256.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02513 Anzaldi: Avvio del progetto Open Expo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito all'interrogazione a risposta in Commissione 5-02513, presentata nella seduta n. 202, del 1 aprile 2014, dall'On. Anzaldi, inerente la mancata attuazione del progetto «Open Expo», si forniscono i seguenti elementi, anche sulla base dei dati forniti dalla Società Expo 2015 S.p.A, e dai competenti Uffici del Commissario Unico.
  Il progetto «Open Expo» annunciato nel 2012 aveva la funzione di attivare una piattaforma per la trasparenza delle attività svolte da Expo 2015 S.p.A. e tale da rendere pubblici, consultabili ed in formato processabile, tutti i dati sui contratti e sugli investimenti.
  Il progetto si collocava in una fase antecedente all'attuazione di una profonda riforma legislativa in tema di pubblicità e trasparenza anche nell'ottica della prevenzione e repressione dei fenomeni di corruzione e illegalità nella pubblica amministrazione e dunque rappresentava uno strumento, del tutto innovativo e speciale, connesso ad un evento eccezionale per il Paese, quale quello dell'Esposizione Universale di Milano 2015.
  L'introduzione di una nuova normativa a partire proprio dal 2012, di evidente forza innovativa in materia di trasparenza e di corruzione, ha reso necessaria, in termini generali, un adeguamento alla luce dei nuovi adempimenti previsti e, più in generale, del nuovo approccio nel settore da parte di tutti gli operatori della pubblica amministrazione.
  L'incontestabile portata innovativa della legge n. 190 del 2012 recante «Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione» e del decreto legislativo n. 33 del 2013 recante «Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni», ha determinato, di fatto, nell'azione di tutte le forze istituzionali, la necessità di ottemperare al dettato della trasparenza in via esaustiva e generale.
  Ed infatti, i commi dal 15 al 33 dell'articolo 1 della legge n. 190 del 2012, ulteriormente specificati nel decreto legislativo n. 33 del 2013, hanno imposto, a carico degli enti pubblici vigilati, e degli enti di diritto privato in controllo pubblico, nonché delle società di diritto privato partecipate, la pubblicazione dei bilanci e dei conti consuntivi, dei costi unitari di realizzazione delle opere pubbliche e di produzione dei servizi erogati, delle informazioni relative ai procedimenti di autorizzazione o di concessione, di scelta del contraente per gli affidamenti, le erogazioni di sovvenzioni e di contributi, di concorsi e prove selettive con specifico riferimento alle attività di pubblico interesse disciplinate dal diritto nazionale o dell'Unione europea.
  Tali obblighi sono stati adempiuti da Expo 2015 S.p.A. tramite la pubblicazione all'interno della sezione «Amministrazione trasparente» del sito web istituzionale.
  Nonostante ciò il governo ha ritenuto utile il rilancio del Progetto Open Expo a rafforzamento di una piena e totale trasparenza.
  In particolare, secondo quanto dichiarato dal Commissario, entro l'estate, saranno pubblicati tutti i dati relativi agli affidamenti, i nomi dei componenti di Pag. 161tutte le commissioni di gara ed ogni singolo atto che riguardi bandi, appalti, assegnazioni.
  Da elementi acquisiti direttamente dagli uffici del Commissario Sala, risulta che il progetto verrà ulteriormente irrobustito entro e non oltre il 31 luglio 2014, per giungere nei tempi più rapidi a uno standard di assoluta rilevanza internazionale, capace di rappresentare una Legacy di prim'ordine dell'Esposizione Universale. È stato inoltre rappresentato che entro dieci giorni da oggi sarà siglato il protocollo d'intesa con Wikitalia (www.wikitalia.it) che curerà, insieme agli uffici di Expo 2015 S.p.A., la gestione e il rilascio dei dati. In tal senso verrà anche consegnato il progetto italiano «Open Expo» al BIE e al Comitato Organizzatore di Expo Dubai 2020.
  È noto quanto la trasparenza sia questione fondamentale per l'attuale Governo e in primis per il Presidente del Consiglio, che ha più volte ribadito la volontà di attuare il c.d. open government nel senso di «mettere on line ogni centesimo di spesa pubblica di sindacati, partiti e pubblica amministrazione» e come sia proprio di questi giorni il manifestarsi di un impegno a favore di una – quanto mai – severa prevenzione del fenomeno della corruzione. Su tale tema è, d'altra parte, l'attenzione di tutti gli operatori di Expo 2015 incoraggiati e sostenuti dall'ingresso del capo della task force dr. Raffaele Cantone, al fine di rilanciare l'evento così atteso dal Paese in un contesto di reale cambiamento di rotta e credibilità internazionale.
  Le recenti scelte legislative contenute nel provvedimento d'urgenza in materia di misure per la semplificazione e per la crescita del Paese – con particolare riguardo proprio all'evento Expo, alla luce delle speciali esigenze di immediata trasparenza e di tutela della legalità – testimoniano il forte impegno del Governo per la riuscita dell'evento.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00938 Peluffo: Chiusura dello stabilimento di Pero della società Hydronic Lift.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Hydronic Lift, in data 9 agosto 2013, comunicava al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, alle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori e alle R.S.U aziendali la necessità di dover ricorrere all'intervento della CIGS a causa della cessazione dell'attività di produzione dello stabilimento sito in Pero (MI). Contestualmente comunicava il trasferimento della sede operativa a destinazione esclusivamente commerciale/amministrativa in Gallarate (VA).
  I motivi della chiusura dello stabilimento di Pero sono sintetizzabili nella diminuzione del volume d'affari e nel peggioramento dei risultati operativi. In conseguenza della chiusura si richiedeva la sospensione dal lavoro per 24 mesi di tutti i 19 operai addetti allo stabilimento di Pero.
  In data 26 settembre 2013, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, è stato sottoscritto l'accordo di esperita procedura per l'avvio della CIGS con programma biennale. Alla stipula dell'accordo era presente anche la regione Lombardia, per assicurare la realizzabilità di una concreta azione di politiche attive del lavoro nell'ambito della normativa regionale e in attuazione delle politiche occupazionali.
  In preparazione dell'accordo del 26 settembre 2013, presso gli uffici di Saronno dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese (UNIVA), in data 24 settembre 2013, la Società, la Fiom di Milano e la RSU avevano sottoscritto un accordo per la definizione di un piano di ricollocazione, di incentivazione all'esodo e di accompagnamento alla pensione variamente articolato e finalizzato a ridurre l'impatto sociale della chiusura dello stabilimento di Pero.
  In data 7 aprile 2014 il Ministero del lavoro, con decreto n. 80309 ha approvato il programma di CIGS, finalizzato alla cessazione dell'attività relativamente al periodo dal 02/09/13 al 01/09/14 per un massimo di 19 unità lavorative.
  Il piano di gestione degli esuberi prevede che, nel corso dell'intervento di CIGS per cessazione di attività, l'azienda adotti misure finalizzate ad agevolare la ricollocazione del personale eccedente attraverso mobilità e incentivi all'esodo presso aziende terze, clienti e/o fornitrici, interessate ai profili professionali dei lavoratori sospesi in CIGS.
  Dall'avvio della CIGS le parti si sono incontrate numerose volte in sede sindacale presso l'UNIVA, per valutare l'andamento del piano di gestione degli esuberi e per attuare una procedura di mobilità finalizzata a favorire la ricollocazione del personale.
  L'8 gennaio 2014 l'Agenzia Regionale per l'Istruzione la Formazione e il Lavoro (ARIFL) ha convocato le Parti Sociali, l'azienda, i rappresentanti del comune di Pero e della provincia di Milano, per dare corso agli incontri attuativi delle intese sottoscritte con il Ministero il 26 settembre 2013. In seguito la stessa Agenzia Regionale ha convocato tutti i 19 dipendenti ed ha avviato presso la sede di Bollate, un'attività di formazione all'outplacement a cui partecipano 14 persone.
   Le attività individuate dalla regione Lombardia e dalla provincia di Milano si Pag. 163inseriscono nel progetto regionale di utilizzo della così detta «Dote unica Lavoro».
  Da parte aziendale si è provveduto a segnalare a numerose società di somministrazione del lavoro i nominativi e le caratteristiche professionali dei lavoratori in esubero, oltre a ricercare possibili opportunità di impiego nell'ambito del proprio indotto.
  Le attività poste in atto congiuntamente hanno consentito, pur in una situazione congiunturale non favorevole, di ottenere impegni occupazionali concreti per 3 persone che hanno già lasciato la Società e di accompagnare alla pensione altre 2 persone. Così che al momento il numero di operai della cessata unità di Pero, per i quali non sono ancora state individuate possibili soluzioni, è sceso a 14 unità.
  Si deve inoltre segnalare che un lavoratore ha chiesto la sospensione dalla CIGS sino al 16/06/2014 per prestare attività lavorativa a termine presso altro datore di lavoro.
  Per quanto attiene alla situazione in cui attualmente si trova la Società, dalle informazioni fornite dalla DTL Varese, risulta che nella lettera di avvio della procedura per la CIGS era stato evidenziato come il fatturato fosse sceso negli anni da quasi 10 milioni di euro nel 2008 a 6,5 milioni di euro nel 2012. Una previsione per il 2013 (30/06/13) lo collocava a circa 6 milioni.
  La realtà della crisi del mercato immobiliare nel mondo porterà ad un fatturato al 30/06/2014 ridotto a 5,5 milioni di euro (al 30/04/14 era di 4,4 milioni di euro). Il risultato effettivo dell'esercizio giugno 2013/giugno 2014 sarà negativo o vicino al pareggio per effetto dei costi imputabili all'esercizio per la gestione degli esuberi, in conseguenza degli oneri che l'azienda ha sostenuto e dovrà sostenere per l'applicazione dell'accordo sindacale del 24 settembre 2013 e per l'intero progetto di riorganizzazione. Si riscontra, invece, un miglioramento del risultato della gestione caratteristica aziendale che, in base a quanto riferito dal rappresentante aziendale, sarebbe dovuto ai progetti di riorganizzazione in atto.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01357 De Micheli: Accordo tra Venice Holding Srl e il gruppo inglese Dixons per la costituzione di una newco nel settore del commercio al dettaglio di prodotti elettronici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'On. De Micheli inerente alla situazione occupazionale dell'impresa UNIEURO SRL, con sede legale ed unità produttiva in Monticello d'Alba (CN), ed altra unità produttiva in Piacenza, operante nel settore della commercio al dettaglio di prodotti elettronici. Faccio presente, in proposito, che allo stato il Ministero dello sviluppo economico – pur interpellato sulla vicenda – non ha fornito elementi di risposta.
  Preliminarmente è opportuno ricordare che il 10 ottobre 2013 la UNIEURO SRL ha annunciato la sottoscrizione di un accordo che prevedeva la costituzione di una holding – Newco Italian Electronics s.r.l. nella quale avrebbero dovuto essere conferito – oltre che l'intero capitale della UNIEURO SRL – anche quello dell'impresa SGM Distribuzione srl.
  La predetta operazione societaria si concludeva positivamente il 29 novembre 2013 a seguito del rilascio (in data 5 novembre) della prescritta autorizzazione da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
  Parallelamente, la UNIEURO srl comunicava alle Organizzazioni sindacali l'intenzione di avviare un piano di ristrutturazione volto al risanamento della società medesima, che prevedeva, tra l'altro, la chiusura delle sedi di Monticello d'Alba e di Piacenza.
  A seguito dell'annuncio, le Organizzazioni sindacali hanno chiesto con urgenza alle competenti Istituzioni l'apertura di un confronto finalizzato ad ottenere informazioni in merito all'annunciato piano di ristrutturazione ed alle relative ricadute occupazionali.
  Ne sono conseguiti una serie di incontri, all'esito dei quali – in data 18 dicembre 2013, presso la sede della provincia di Piacenza – le parti hanno raggiunto un'intesa che ha previsto una serie di misure finalizzate alla gestione degli esuberi (allora pari a 169 unità lavorative) conseguenti alla chiusura delle due sedi.
  Tali misure, in particolare, hanno riguardato:
   il mantenimento – fino al 30 aprile 2014 – dei contratti di solidarietà, e dei relativi trattamenti di integrazione salariale, in precedenza stipulati per le sedi di Piacenza e di Monticello d'Alba, le cui attività proseguiranno sino alla predetta data;
   il ricorso al trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per cessazione di attività a zero ore, per un periodo di 24 mesi, a decorrere dal 1o maggio 2014, ad eccezione delle risorse dedicate alla gestione delle attività residuali, che saranno sospese gradualmente;
   l'avvio – al termine del periodo di CIGS – di una procedura di mobilità, con possibilità per i lavoratori di accedere a forme di incentivazione.

  Nel periodo successivo alla stipula del Protocollo, inoltre, la società UNIEURO srl ha provveduto a gestire positivamente le posizioni di 23 unità lavorative, riconoscendo loro incentivi all'esodo, sulla base Pag. 165del criterio della risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro.
  Tuttavia, il perdurare del periodo di crisi economico – finanziaria ha costretto la società ad avanzare richiesta di esame congiunto finalizzata all'attivazione della CIGS, ai sensi dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 218/2000.
  Conseguentemente, lo scorso 22 aprile, presso i competenti Uffici del Ministero che rappresento, le rappresentanze sindacali dei lavoratori e i vertici aziendali hanno sottoscritto un verbale di accordo in forza del quale:
   la UNIEURO SRL si impegna a presentare istanza di concessione – per complessivi 24 mesi, a decorrere dal 1o maggio c.a. – del trattamento di CIGS per cessazione parziale di attività delle sedi di Monticello D'Alba e di Piacenza, nei confronti di un numero massimo di 145 lavoratori, pari all'intero organico aziendale in forza presso le citate unità operative. In particolare, compatibilmente con le esigenze organizzative, tecniche e produttive, la società si impegna, nell'arco dei primi 12 mesi di CIGS, alla gestione positiva di almeno il 30 per cento del personale in esubero quale requisito indispensabile per l'accesso al secondo anno di intervento della CIGS;
   nel corso del periodo di CIGS e sino alla fine dello stesso, la società avvierà una procedura di licenziamento collettivo quale misura di gestione degli esuberi che sarà attuata esclusivamente con il criterio della non opposizione al licenziamento stesso da parte del lavoratore, sulla base della sottoscrizione di un verbale di conciliazione, ai sensi dell'articolo 410 e seguenti del codice di procedura civile;
   la società adotterà strumenti formativi volti a favorire la ricollocazione dei lavoratori i quali – nel caso di rifiuto di essere avviati ad un corso di formazione o di riqualificazione professionale o, non lo frequenti regolarmente, senza un giustificato motivo – decadranno dal diritto a percepire il trattamento di sostegno al reddito;
   la società si impegna ad attuare un piano di mobilità interna che consenta una ricollocazione, sia presso la costituenda sede di Forlì che presso altre società controllate.

  Nell'ambito del medesimo accordo, infine, le Parti hanno convenuto di incontrarsi periodicamente al fine di verificare l'attuazione e l'efficacia del piano di gestione degli esuberi, fatto salvo un incontro di verifica finale da effettuarsi entro 60 giorni dalla scadenza del complessivo periodo di CIGS concordato.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-03028 Bombassei: Agevolazioni per piccole e medie imprese nel quadro del Transatlantic Trade and Investment Partnership.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento a quanto esposto dagli interroganti nell'atto, riferisco quanto segue.
  Per quanto riguarda la tempistica del negoziato, è intenzione delle due Parti di finalizzare l'accordo entro il 2015. Un passaggio essenziale per verificare la praticabilità di tale ipotesi sarà il «political stocktaking» tra lo USTR Froman e il Commissario europeo al commercio De Gucht, che dovrebbe aver luogo nel prossimo mese di ottobre, durante la nostra Presidenza, a ridosso della riunione informale dei Ministri del Commercio dell'Unione europea in programma a Roma.
  Ricordo che un accordo commerciale per la liberalizzazione tariffaria, per una significativa riduzione delle barriere non tariffarie ed ad un'ampia convergenza regolamentare, potrebbe incidere in maniera apprezzabile sulla futura crescita italiana fino a sfiorare il mezzo punto percentuale per la nostra economia come di seguito specificherò in risposta anche all'atto presentato dall'onorevole Da Villa.
  Quanto alle misure previste per agevolare le piccole e medie imprese, si evidenzia come, nell'ambito delle cosiddette «rules» che costituiscono uno dei tre pilastri del negoziato, le due Parti si sarebbero prefissate la costituzione di appositi help desk che forniscano informazioni sulle normative per le attività di esportazione, aiutando così le PMI a cogliere appieno i vantaggi del TTIP.
  Infine, sempre nell'ambito delle rules, è prevista una trattazione specifica delle questioni doganali e delle misure di facilitazione degli scambi, mirata a favorire una semplificazione delle procedure, come richiesto a gran voce dalle realtà imprenditoriali di entrambe le parti.
  A tal riguardo si rammenta che l'aspetto regolamentare resta uno dei profili più complessi ed importanti del negoziato ed ha come obiettivo finale l'armonizzazione o il mutuo riconoscimento degli standard: risultato che andrebbe a tutto vantaggio delle nostre imprese ed in particolare delle PMI.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-03029 Da Villa: Analisi degli impatti sul sistema economico, produttivo e imprenditoriale dell'accordo Transatlantic Trade and Investment Partnership.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo ha fatto ricorso ad una valutazione economica d'impatto sul nostro paese a seguito dell'eventuale accordo commerciale con gli USA. Lo studio commissionato a Prometeia Spa ha confermato i benefici economici per la UE e per l'Italia. Secondo tale studio, l'Italia sarebbe tra i paesi UE che maggiormente guadagnerebbero, in termini industriali, con effetti molto positivi per l'industria dei mezzi di trasporto (in particolare auto motive), ma soprattutto per i principali settori di specializzazione del nostro Paese: meccanica, sistema moda, agroalimentare e bevande.
  Secondo lo scenario più ottimistico sull'esito del negoziato, riferibile sia alla liberalizzazione tariffaria che alla riduzione delle barriere non tariffarie ed ad un'ampia convergenza regolamentare, la futura crescita italiana potrebbe sfiorare fino a mezzo punto percentuale e, in tal caso a tre anni dall'applicazione, il PIL aumenterebbe, al netto dell'inflazione, di 5,6 miliardi di euro con un aumento stimato di posti di lavoro di circa 30 mila unità.
  Tali indicazioni in merito ai possibili effetti vanno lette tenendo ben presente che l'orientamento e le aspettative dell'intero sistema produttivo italiano, nel suo complesso – eccezion fatta per il settore audiovisivo – guarda con grande interesse a questo negoziato. Numerose riunioni di coordinamento sono state fatte, nel corso degli ultimi due anni, dalle amministrazioni competenti con tutti i soggetti interessati: l'azione del governo verso la scelta negoziale del TTIP è stata ampiamente sostenuta, in ogni occasione, dal nostro sistema produttivo.
  Ricordo che l'armonizzazione regolamentare resta uno dei profili più complessi del negoziato, che andrebbe a tutto vantaggio delle nostre imprese ed in particolare delle PMI, attualmente penalizzate dalla divergenza regolamentare dei sistemi esistenti sulle due sponde dell'Atlantico.
  Infine l'ipotesi di una clausola per un'eventuale uscita dal trattato non è un'opzione praticabile. Infatti ai sensi dell'articolo 207 del TF UE il negoziato per il TTIP rientra nell'ambito della politica commerciale che è una competenza esclusiva dell'UE (dal 1968) e pertanto non è pensabile che uno stato membro dell'UE possa sganciarsi da questo accordo senza anche abbandonare allo stesso tempo 1’ Unione.
  In conclusione l'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti è un accordo fondamentale per la piccola e media impresa. È un accordo disegnato per costruire una relazione ancora più profonda tra due aree che tra loro sono già piuttosto integrate, che si basi sulla semplificazione radicale dei meccanismi di trasferimento di beni e di investimenti.

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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-03030 Polidori: Piano di riorganizzazione e di internazionalizzazione delle imprese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Voglio ricordare che l’export ha un peso significativo per il nostro Paese, nel 2013 è stato pari a circa il 30,4 per cento del PIL, perciò sono stati attivati numerosi interventi ed iniziative con tutti gli attori dell'internazionalizzazione e tutti i settori rappresentativi del Made in Italy.
  Tra le iniziative in corso di realizzazione, vorrei segnalare:
   1) i Roadshow, anche richiamati dall'atto, per l'informazione sul complesso degli strumenti pubblici per l'internazionalizzazione sui territori, occasioni di primo contatto personalizzato ad ogni singola azienda partecipante. Nelle prime cinque tappe già attuate hanno partecipato circa 2000 aziende.
   2) l'istituzione di 4 «Desk anticontraffazione e assistenza per gli ostacoli al commercio» presso le sedi dell'ICE-Agenzia di Istanbul, Mosca, Pechino e New York. A questi è previsto inoltre il desk presso ICE Tokyo con focus solo nel settore agroalimentare.
   3) per EXPO 2015, le Missioni di incoming di operatori e buyers internazionali.
   4) i seminari settoriali su tutto il territorio nazionale per preparare le aziende italiane, in particolare le PMI, sugli aspetti ed i vantaggi che occorre cogliere con il prossimo Accordo UE-USA (TTIP).
   5) è stato costituito il Comitato Nazionale sulla Facilitazione del Commercio Internazionale per rilevare le criticità che frenano le attività di import-export e di internazionalizzazione, facilitare i flussi finanziari e implementare l'interconnessione tra i sistemi informatici del comparto commercio estero.

  Nei prossimi mesi, la strategia di accompagnamento delle imprese verso l'internazionalizzazione proseguirà soprattutto mettendo in campo specifici ed ulteriori anche con un elevato impegno della finanza pubblica, tra cui un grande piano di formazione di temporary export manager da inserire nelle PMI ed accordi con la grande distribuzione mondiale e le reti specializzate nei diversi Paesi per facilitare l'accesso ai mercati e favorire la presenza di prodotti del Made in Italy.
  In conclusione esiste ora una reale possibilità di moltiplicare il numero delle aziende del nostro Paese, soprattutto piccole e medie, coinvolte in processi di internazionalizzazione attraverso la facilitazione delle procedure messe in campo dal Governo.

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ALLEGATO 7

Interrogazione n. 5-03031 Benamati: Stato di attuazione del Piano Export Sud.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento al Q.T. presentato dall'Onorevole Taranto rappresento quanto
segue.
  Le imprese italiane, complice uno scenario internazionale complesso, le hanno manifestato crescenti difficoltà nella difesa delle quote export. Fortemente colpite dalla crisi, le regioni Convergenza (Calabria, Puglia, Sicilia e Campania) hanno mostrato maggiori problematiche rispetto al resto d'Italia nel recuperare nelle esportazioni. La scarsa diversificazione dell'orientamento geografico delle esportazioni, concentrate in pochi Paesi (per lo più europei) ha senz'altro limitato i processi di internazionalizzazione di queste Regioni e le ha esposte, più di altre, alle turbolenze del ciclo economico.
  In questo quadro il Ministero ha messo in atto un Piano Promozionale realizzato dall'ICE Agenzia rivolto a sostenere e a promuovere l'immagine del prodotto italiano del Mezzogiorno, utilizzando le misure previste dal Piano Azione e Coesione europeo.
  Il Piano Export Sud si svolge nell'arco temporale di 3 annualità, ha una dotazione finanziaria di 50 milioni di euro e l'obiettivo generale di incrementare il volume di esportazione delle quattro regioni, tenendo presente i settori di specializzazione e di eccellenza esistenti e intervenendo sui fattori di debolezza. L'approccio operativo individuato rispecchia le peculiarità e la proiezione internazionale dei territori target: capacità esportativa, livello di produttività, settori ad elevato potenziale, ma anche le criticità e bisogni rilevati.
  Le 80 iniziative della prima annualità del Programma Operativo, con un budget pari a 15 milioni di euro, sono già in corso di realizzazione e tengono anche conto delle istanze presentate da parte delle regioni coinvolte e dagli altri soggetti territoriali.
  Il Focus degli interventi è posto sui settori considerati prioritari ed emersi dall'attività di analisi sulla specializzazione merceologica regionale: filiera dell'agroalimentare, filiera dell'alta tecnologia, filiera della moda-persona, filiera dell'arredo e delle costruzioni, filiera dell'energia, filiera della mobilità.
  Gran parte delle iniziative è stata già avviata nelle scorse settimane con lusinghieri risultati in termini sia qualitativi che quantitativi: i 4 eventi inaugurali (Napoli, Lamezia Terme, Palermo e Bari) hanno attirato forte interesse e partecipazione di imprese, media e istituzioni locali.
  Con la pubblicizzazione degli «Export Lab» (che prevedono: formazione in aula, affiancamento consulenziale, incubazione all'estero presso la rete degli Uffici ICE) sono state raccolte complessivamente 271 domande di partecipazione su un totale di 100 posti disponibili.
  Sulla base di queste prime positive esperienze, anche nel prossimo biennio tutti i destinatari delle linee di sostegno, (oltre alle PMI start-up, parchi universitari e tecnologici, consorzi e reti di impresa presenti nelle quattro regioni della Convergenza) Pag. 170potranno beneficiare di una serie di servizi a carattere formativo sempre più mirati, prevalentemente a titolo gratuito, e di un programma di iniziative promozionali.
  Per la prosecuzione di questo importante strumento a favore delle imprese esportatrici meridionali, il Ministero dello sviluppo economico programmerà l'utilizzo dei prossimi fondi europei 2014-2020 per proseguire insieme all'ICE gli interventi di accompagnamento e formazione sui mercati esteri, prevedendo non solo delle iniziative di follow-up ma anche nuove azioni di internazionalizzazione.
  Infine si informa che i prossimi bandi per Export Lab saranno pubblicati a settembre/ottobre.