CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 giugno 2014
251.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Decreto-legge 66/2014: Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l'adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria (C. 2433, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il decreto-legge 66/2014 recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l'adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria (C. 2433 Governo, approvato dal Senato);
   considerato che:
    il decreto-legge all'articolo 9 definisce, tra l'altro, una nuova disciplina per l'istituzione di un «elenco dei soggetti aggregatori» e per il ricorso a Consip S.p.A. o ad un altro soggetto rientrante nel predetto elenco per lo svolgimento delle procedure relative all'acquisizione di beni e servizi, e che, al riguardo, potrebbe essere opportuno un più puntuale coordinamento normativo tra la vigente normativa e la nuova, introdotta dal decreto, atteso che nel tempo sono state emanate diverse norme che hanno diversamente articolato il ricorso a Consip e ad altre categorie di centrali acquisti, che vengono esplicitamente fatte salve dal comma 3;
    il comma 4-bis del medesimo articolo 9 integra le regole di valutazione delle offerte nel caso di contratti pubblici che devono essere affidati con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa;
    in proposito andrebbe ribadita l'esigenza, manifestata dalla VIII Commissione in più occasioni, di inserire in provvedimenti organici le disposizioni in materia di contratti pubblici anche in vista del recepimento delle nuove direttive europee in materia di appalti pubblici e di concessioni;
   valutato positivamente che l'articolo 22-bis destina risorse agli interventi nelle zone franche urbane di Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, nonché nelle ulteriori zone franche individuate dalla delibera CIPE n. 14 del 2009 ricadenti nelle regioni non comprese nell'obiettivo Convergenza e nella zona franca del Comune di Lampedusa;
   rilevato, relativamente alle zone franche urbane, che andrebbe valutata l'opportunità di una revisione della normativa in tale materia anche in considerazione dell'esigenza di includere in tale ambito i territori colpiti da recenti calamità naturali che ne hanno già fatto richiesta;
   osservato, altresì, che l'articolo 26 reca una nuova disciplina in materia di obblighi di pubblicità relativa agli avvisi e ai bandi previsti nel Codice dei contratti Pag. 254pubblici la cui applicabilità, secondo quanto stabilito a seguito di una modifica inserita nel corso dell'esame al Senato, decorrerà dal 2016;
   apprezzato, infine, che l'articolo 48 provvede, per un verso, a escludere, nel limite massimo di 122 milioni di euro per ciascun anno, dal patto di stabilità interno le spese sostenute dai comuni per interventi di edilizia scolastica e, per l'altro, ad assegnare risorse alla prosecuzione del programma di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   valutino le Commissioni di merito l'opportunità di provvedere o a sopprimere il comma 1-bis dell'articolo 26, che stabilisce l'applicabilità delle norme di cui all'articolo 26 a decorrere dal 2016, o, alternativamente, a prevedere la loro applicabilità immediata, coerentemente con i contenuti propri di un provvedimento legislativo d'urgenza e con le finalità originarie del decreto.

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ALLEGATO 2

Decreto-legge 66/2014: Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l'adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria (C. 2433, approvato dal Senato).

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVO PRESENTATA DAL GRUPPO MOVIMENTO 5 STELLE

  La Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici,
   esaminato, per le parti di competenza, l'Atto Camera n. 2433 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione di bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l'adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria,
   premesso che:
    l'articolo 9 prevede che, all'interno dell'anagrafe unica delle stazioni appaltanti, venga stilato un «elenco dei soggetti aggregatori», che comprende Consip S.p.A. e una centrale di committenza per ogni regione nonché l'istituzione di un tavolo di coordinamento tra i suddetti soggetti aggregatori con l'obiettivo di razionalizzare le procedure di acquisizione dei beni e servizi; l'aggiornamento del quadro normativo appare piuttosto confuso e la stratificazione di norme rischia di rendere più complesse le procedure, senza che questo porti ad un reale miglioramento dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni;
    l'articolo 10 affida all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici il compito di vigilare sulle procedure di acquisizione di beni e servizi, individuando risorse e strumenti per l'espletamento del compito;
    l'articolo 12-bis, introdotto al Senato e il cui contenuto è assolutamente privo di attinenza con il pur ampio ambito di intervento normativo del decreto in esame, dispone lo slittamento del pagamento dei canoni delle concessioni demaniali marittime e proroga al 15 ottobre il termine per il riordino normativo della materia senza chiarire, in modo espresso, se detto slittamento riguardi o meno le somme dovute per la definizione dei procedimenti giudiziari pendenti ai sensi della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (articolo unico commi 732 e 733), delle quali i concessionari avrebbero dovuto versare l'intero importo ovvero la prima rata entro il 27 aprile 2014;
    il comma 2-bis dell'articolo 15, anch'esso introdotto al Senato ed estraneo all'ambito normativo di intervento del provvedimento, introduce una deroga per gli anni 2014 e 2015 per la regione Lombardia ai limiti di spesa imposti dal decreto legge 78/2010 per le spese inerenti relazioni pubbliche, convegni e mostre, per le voci connesse con l'evento EXPO 2015;Pag. 256
    l'articolo 20 prevede che una quota consistente di risparmi provengano da una non meglio specificata riorganizzazione e razionalizzazione delle società a totale o parziale partecipazione da parte dello Stato; la norma, che ha l'obiettivo di una riduzione dei costi operativi non inferiore al 2,5 per cento nel 2014 ed al 4 per cento nel 2015, potrebbe determinare una riduzione della qualità di importanti servizi di interesse pubblico; tra le società di cui al comma 1 chiamate a realizzare nel biennio 2014-2015 una riduzione dei costi operativi rientrano soprattutto le aziende afferenti i servizi pubblici locali tra le quali anche quelle responsabili di garantire il trasporto pubblico locale;
    l'articolo 22, comma 1, stabilisce che, a decorrere dal 2015, con riferimento alla produzione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche nonché di biocarburanti provenienti prevalentemente da fondi agricoli, il reddito sia determinato apportando ai corrispettivi delle operazioni effettuate ai fini IVA il coefficiente di redditività del 25 per cento; il comma 1-bis – introdotto dal Senato – esclude, limitatamente all'anno 2014, dalle disposizioni del comma 1 gli impianti per la produzione e la cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali, sino a 2.400.000 kWh anno, e fotovoltaiche, sino a 260.000 kWh anno, nonché di carburanti ottenuti da produzioni vegetali provenienti prevalentemente dal fondo e di prodotti chimici derivanti da prodotti agricoli provenienti prevalentemente dal fondo;
    la produzione di energia da fonti rinnovabili agroforestali, quando risponde ai criteri di autosufficienza energetica delle aziende e di utilizzo degli scarti di produzione, non dovrebbe essere penalizzata; allo stesso tempo, però, è necessario riconsiderare qualsiasi agevolazione prevista per gli impianti fotovoltaici realizzati con moduli collocati a terra in aree agricole al fine di salvaguardare le suddette aree da utilizzi che nulla hanno a che fare con la produzione primaria;
    il comma 2 dell'articolo 22 propone un sostanziale aumento dell'IMU sui terreni agricoli, penalizzando incomprensibilmente un'attività economica come quella agricola il cui ruolo – in particolar modo se effettuata in zone di collina e di montagna – è di straordinaria importanza per il recupero e la valorizzazione di territori che altrimenti rischiano di essere abbandonati, con inevitabili conseguenze sia sotto il profilo socio-economico, sia perché aumenterebbero le problematiche legate alla difesa del suolo;
    l'articolo 22-bis, ancora una volta attraverso l'introduzione di una norma non omogenea rispetto al provvedimento in esame, i cui effetti peraltro si dispiegano a decorrere a partire dal 2015, dispone il rifinanziamento, per 175 milioni di euro complessivi, per le zone franche urbane situate in Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, nonché di quelle individuate ai sensi della delibera CIPE n. 14 del 2009;
    l'articolo 23 conferisce al Commissario per la razionalizzazione della spesa il compito di predisporre un programma di razionalizzazione delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società direttamente o indirettamente controllate dalle amministrazioni locali individuando tra le altre cose: misure di riduzione e aggregazione delle municipalizzate mediante liquidazione, fusione o incorporazione; misure di incremento dell'efficienza della gestione, anche attraverso la comparazione con altri operatori che operano nello stesso ambito nonché cessione di rami d'azienda, o anche solo di personale ad altre società, anche a capitale privato, con contestuale trasferimento di attività e servizi; con questa norma sembra che il Governo intenda promuovere una «cura dimagrante» delle aziende che gestiscono servizi di interesse collettivo, senza tenere in alcun conto che gli interventi rischiano di colpire, visto l'elevato margine di discrezionalità previsto dalla norma, in modo indiscriminato anche le aziende che Pag. 257erogano servizi pubblici essenziali, con una preoccupante controtendenza rispetto all'affermata esigenza – anche a seguito dei referendum del 2011 – di procedere alla ripubblicizzazione dei servizi pubblici essenziali;
    l'articolo 26 dispone, opportunamente, la soppressione dell'obbligo di pubblicazione sui quotidiani dei bandi e degli avvisi per l'affidamento dei contratti pubblici, consentendo così un risparmio quantificato in circa 120 milioni di euro all'anno per le pubbliche amministrazioni, per una pubblicità ormai non più necessaria, considerato che i soggetti pubblici dispongono di adeguati – e indubbiamente più funzionali – siti web attraverso i quali dare notizia dell'avvio delle procedure di gara per l'affidamento di lavori; appare del tutto immotivato il sostanziale rinvio della norma al 2016 operato con l'introduzione dei commi 1-bis e 1-ter, avvenuta durante l'esame al Senato;

    l'articolo 45-bis autorizza la società Eur SpA, che sta realizzando il centro congressi Eur, meglio conosciuto come «Nuvola di Fuksas», a richiedere entro il 15 luglio 2014 al Ministero dell'Economia (previo presentazione di un piano di rimborso, comprensivo degli interessi e corredato delle necessarie garanzie) un'anticipazione di liquidità da 100 milioni di euro per il pagamento dei debiti commerciali certi, liquidi ed esigibili esistenti alla data del 31 dicembre del 2013; la norma, ancora una volta frutto di una forzatura sotto il profilo dell'omogeneità operata in Senato, dovrebbe limitarsi alle spese correnti e non essere estesa alla spese di investimento e andrebbe circoscritta ad un periodo più breve;
    l'articolo 48, al comma 1, prevede l'esclusione dal patto di stabilità interno delle spese sostenute dai comuni per interventi di edilizia scolastica per gli anni 2014 e 2015, rinviando a un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri l'individuazione dei Comuni beneficiari e l'importo dell'esclusione, senza definire le modalità con i quali verrà compiuta detta selezione, e senza individuare – come sarebbe necessario stante l'importo complessivo delle risorse messe a disposizione e l'efficacia limitata nel tempo della previsione normativa – criteri e priorità per la selezione dei Comuni, da definire tenendo in adeguata considerazione la diffusa presenza di edifici scolastici statali che necessitano di interventi di messa in sicurezza e di riqualificazione, e di strutture nelle quali è stata registrata la presenza di amianto;
    l'articolo 48, al comma 2, prevede un rifinanziamento del programma di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche statali – di cui all'articolo 18 del comma 8-ter del decreto legge n. 69 del 2013 – nell'ambito della programmazione nazionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione relativa al periodo 2014-2020, utilizzando, a questo scopo, 300 milioni di euro che il CIPE potrà stanziare, previa verifica dell'effettiva utilizzazione di quelle già assegnate; in merito a ciò giova sottolineare che i necessari interventi di edilizia scolastica dovrebbero contare da un lato su maggiori risorse finanziarie, mentre quelle individuate dal Governo sembrano insufficienti, e dall'altro su maggiori garanzie per quanto concerne la correttezza delle procedure e, in quest'ottica, appare del tutto fuori luogo il mantenimento del sistema derogatorio approvato dal Governo con il combinato disposto del comma 8-ter dell'articolo 18 del decreto legge n. 69 del 2013 e del D.P.C.M. 22 gennaio 2014, anche alla luce dei recenti episodi di cronaca giudiziaria probabilmente imputabili all'allentamento del sistema di garanzia normativa determinato dal costante ricorso a meccanismi di deroga; va, altresì, osservato che nello stesso tempo non appare rispondente ai criteri di una buona programmazione delle risorse Pag. 258pubbliche subordinare lo stanziamento di nuove risorse per il proseguimento di un programma in corso alla verifica dell'effettivo utilizzo di quelle assegnate senza precisare in che modo, da chi, in quali tempi e con quali criteri debba essere accertata l'effettivo impegno delle stesse risorse già assegnate,

ESPRIME PARERE CONTRARIO.

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ALLEGATO 3

5-02969 Segoni: Iniziative urgenti per garantire il buon esito dell'annunciata operazione di trasporto del relitto della nave «Costa Concordia» presso un porto idoneo per il suo smaltimento.

TESTO DELLA RISPOSTA

   Sul quesito formulato dagli onorevoli interroganti attualmente è in atto la procedura per l'esame del progetto per il trasferimento della Costa Concordia come definita dal Consiglio dei Ministri con la delibera adottata nella seduta del 16 maggio 2014.
  Per l'esame del progetto per il trasferimento della Costa Concordia presso un porto idoneo individuato per il successivo smaltimento nonché per l'esame e il rilascio dei pareri, visti, concessioni e nulla-osta, previsti a normativa vigente per il progetto stesso, si seguiranno le procedure già prescritte dall'articolo 1 dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 4019 del 27 aprile 2012; la Conferenza di servizi decisoria, così come prevista nella Delibera del 16 maggio 2014, dovrebbe concludersi entro il 16 giugno 2014.
  Il Commissario delegato riferirà l'esito della Conferenza di servizi decisoria al Consiglio dei ministri e provvederà, con proprie ordinanze, all'adozione delle eventuali ulteriori misure necessarie per assicurare l'esatta esecuzione del progetto e delle relative prescrizioni formulate dalla Conferenza dei servizi decisoria.
  Nella conferenza di servizi istruttoria, convocata il 9 giugno 2014, è emersa l'esigenza unanime di prorogarne i termini di conclusione per approfondire la proposta progettuale presentata da Costa Crociere S.p.a. per cui sono state avviate le relative procedure formali per lo spostamento del termine di ulteriori 10 giorni, fino al 26 giugno prossimo. Per il giorno 16 giugno è convocata un'ulteriore riunione della Conferenza di servizi istruttoria, per proseguire nell'esame avviato.
  Nel rispetto del principio europeo di precauzione che informa ogni valutazione in ordine alle azioni da intraprendere in scenari che presentano il rischio di riflessi sulle matrici ambientali, le soluzioni prospettate nella proposta di Costa Crociere S.p.a. sono in corso di esame nella Conferenza di servizi, ai fini della definizione delle connesse prescrizioni. Pertanto, tutti i diversi aspetti considerati – da quelli logistici a quelli della idoneità dei soggetti privati individuati per lo smantellamento, non ultimi quelli definitori – concorrono, nel rispetto del richiamato principio di precauzione, alla formazione delle determinazioni della Conferenza di servizi.
  La Costa Crociere, ha presentato ufficialmente un progetto di trasferimento fino a Genova, con percorsi nautici che oscillano tra le 180 e le 208 mn. Tale progetto dovrà essere validato in ogni sua parte dal Registro Italiano Navale.
  Tenuto conto della distanza, percorribile in circa cinque giorni, a cui si aggiungono ulteriori cinque giorni necessari per rimettere in galleggiamento la Costa Concordia, si rende necessario un orizzonte di quasi due settimane di mare calmo o comunque poco mosso. È ovvio che questo, non può che suscitare forte preoccupazione.
  Per questo il Ministero dell'Ambiente si farà garante di severe prescrizioni in materia di tutela ambientale, soprattutto tenuto conto degli agenti inquinanti presenti a bordo, in particolare degli idrocarburi, Pag. 260per la rimozione in sicurezza dei quali si stanno valutando sul piano tecnico gli accorgimenti ottimali che costituiranno, a loro volta, altrettante condizioni per il rilascio di un parere favorevole alle relative operazioni.
  Inoltre, per la fase del rigalleggiamento si renderà necessaria la presenza di un congruo numero di mezzi specializzati, adeguatamente attrezzati, pronti ad intervenire per circoscrivere e recuperare sostanze e materiali inquinanti che cadano in acqua dalla Costa Concordia.
  Nella fase del traino, il Ministero sta valutando, tra l'altro, alcune prescrizioni relative proprio ai temi degli impatti:
   a) un numero adeguato di mezzi specializzati per l'antinquinamento (tra i 4 e i 6) che dovrà seguire il convoglio per raccogliere prontamente eventuali rifiuti liquidi o solidi (idrocarburi, ad esempio) che cadano in mare durante il traino;
   b) un costante monitoraggio delle fasi del traino, anche aereo, per intervenire tempestivamente in caso di rilasci di sostanze inquinanti da parte della Costa Concordia, anche al fine di prevenire impatti sulle acque marine francesi confinanti;
   c) non appena la Costa Concordia si allontanerà a traino dal luogo del sinistro, l'immediato avvio delle operazioni di bonifica dalle opere di cantiere realizzate per rimuovere la nave dal Giglio.

  In relazione al procedimento penale, avviato nei confronti di Schettino ed altri dal Tribunale di Grosseto, il Ministero dell'Ambiente è stato autorizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla costituzione di parte civile, costituzione ammessa da Tribunale di Grosseto il 17 luglio 2013 per gli aspetti risarcitori legati al danno ambientale verificatosi in occasione del sinistro.
  In tale processo il Ministero dell'Ambiente ha chiesto un risarcimento per danno ambientale di 11.5 milioni di euro, depositando al riguardo un'apposita e dettagliata relazione predisposta con la collaborazione di ISPRA sulla natura, l'entità e la qualificazione del danno ambientale prodotto sui delicati e pregiati ecosistemi dell'isola del Giglio.
  Inoltre, sugli impatti legati ad operazioni di cantiere e di ripristino, l'ISPRA, per il completamento della relazione ambientale del marzo 2013, sta procedendo, anche su richiesta dell'Avvocatura Distrettuale di Firenze, ad acquisire ogni utile elemento per la valutazione e quantificazione del danno ambientale, da produrre anche in sede processuale. In particolare:
   vaglio di eventuali riprese effettuate in occasione di ispezioni subacquee dei fondali antistanti i luoghi attorno alla Costa Concordia, allo scopo di accertare i danni provocati alle praterie di Posidonia, coralligena, eccetera;
   acquisizione di mappe e documentazioni progettuali relative alla disposizione ed alle dimensioni delle infrastrutture realizzate per gli interventi di raddrizzamento della nave;
   esame della documentazione attestante le imbarcazioni operanti in sito e le attività dalle stesse svolte nella fase di raddrizzamento della nave.

  Ovviamente l'accertamento definitivo del danno ambientale prodotto, relativamente alla parte concernente le operazioni di cantiere e di ripristino, con l'individuazione degli interventi di bonifica, di ripristino e delle conseguenti, necessarie compensazioni sarà concluso dall'ISPRA una volta determinatosi il rigalleggiamento e la rimozione della Costa Concordia e delle strutture realizzate sul fondale. In tale attività non potrà prescindersi da parte dell'ISPRA di mettere in campo le necessarie sinergie con gli enti territoriali locali interessati e con l'Osservatorio di monitoraggio ambientale.
  Tale quantificazione non tiene ovviamente conto ad oggi degli impatti sull'ambiente e dei danni derivanti dall'intervento di rimozione e del trasporto su cui, certamente il Ministero si attiverà al momento opportuno per tutte le procedure del caso. Pag. 261Tutto questo è oggetto di attenta e convinta valutazione del Ministero per tradurre tutto in prescrizioni in sede di Conferenze dei Servizi attualmente in corso.
  Quanto all'ipotesi di obbligare l'armatore a costituire una polizza fideiussoria a garanzia del buon esito di tutte le operazioni che si andranno a realizzare per il trasporto della Costa Concordia, tale richiesta appare apprezzabile e meritevole di considerazione, soprattutto relativamente ad uno scenario di particolare complessità e rischiosità sul piano ambientale. Pertanto, la stipula di una polizza fideiussoria di garanzia per il buon esito delle operazioni potrebbe essere considerata, all'esito di una valutazione di praticabilità, contestualmente alle autorizzazioni che saranno rilasciate dall'autorità competente.

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ALLEGATO 4

5-02970 Iannuzzi: Iniziative urgenti per garantire la piena attuazione delle misure dettate dal decreto-legge n. 136 del 2013 a tutela dell'ambiente, della salute dei cittadini e delle attività produttive nella Terra dei fuochi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito all'interrogazione a risposta immediata a firma dell'Onorevole Iannuzzi e altri, occorre premettere che le attività di campionamento e analisi nella Regione Campania – previste dal decreto-legge del 10 dicembre 2003, n. 136, recante «Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergente ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate» (convertito in legge 6 febbraio 2014, n. 6) – sono programmate ed attuate dal Gruppo di Lavoro previsto dalla Direttiva Interministeriale del 23 dicembre 2013.
  A tal proposito, si riferisce che il precitato Gruppo di lavoro, coordinato dall'ex Commissario straordinario dell'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA), e composto dal CRA, ISPRA, ISS, Regione Campania, ARPAC, IZS Abruzzo e Molise, IZS del Mezzogiorno, Università degli Studi di Napoli Federico II, ha completato nei termini previsti dalla normativa di riferimento, i compiti ad esso assegnati, e, in particolare ha proceduto:
   a) alla individuazione dei siti interessati da sversamenti e smaltimenti abusivi sul territorio;
   b) alla definizione di un modello scientifico di riferimento per la classificazione dei terreni agricoli ai fini delle diverse tipologie di utilizzo;
   c) alla predisposizione della Relazione con i risultati delle indagini svolte e delle metodologie tecniche usate, con le relative proposte operative ai Ministri competenti sulle misure da adottare.

  La attività operativa del Gruppo di lavoro ha prodotto, secondo quanto evidenziato nella predetta Relazione inviata ai Ministri competenti il 10 marzo 2014, la classificazione, per livello di gravità del rischio, dei terreni agricoli da sottoporre ad ulteriori indagini analitiche (suolo, matrici vegetali) da effettuarsi prioritariamente al fine della corretta individuazione dei terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse.
  Il coordinamento del Gruppo di lavoro, in questa prima fase, ha concentrato la propria azione nell'organizzazione delle diverse fasi propedeutiche allo svolgimento delle indagini, e cioè:
   alla individuazione di oltre 1.500 punti di prelievo georiferiti;
   alla definizione delle procedure e dei verbali di campionamento dei terreni agricoli;
   alla produzione del materiale informatico a supporto delle attività di notifica.

  In particolare, sotto il coordinamento di Agea, ha avviato prioritariamente le attività di indagine con campionamenti e prelievi relativamente a 40 siti, dei 51 complessivamente classificati con livello di rischio alto (categorie 5, 4 e 3), le cui risultanze saranno rese disponibili nei termini previsti dal già citato decreto-legge n. 136 del 2013.Pag. 263
  Quanto ai residui 11 siti con livello di rischio 5 e 3, il differimento dei prelievi, determinato dalla necessità – come dal Gruppo di lavoro evidenziato – di «accertare l'eventuale presenza di interramenti di materiali contaminanti» prima di procedere ai campionamenti stessi, non solo non ha interrotto le attività di indagine sul campo ma neanche incide sul rispetto delle tempistiche previste dalla norma.
  Nel corso della riunione tenutasi presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il 10 giugno 2014, alla presenza dei tre Ministri competenti e del Presidente della Regione Campania, sono stati condivisi gli interventi necessari al rapido completamento delle indagini, individuando, in questa nuova fase operativa caratterizzata dalla necessità di agire direttamente sul territorio, nella figura dell'ingegnere Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato, il nuovo Coordinatore del Gruppo di lavoro.
  In conclusione, con riguardo agli adempimenti normativi relativi al decreto-legge n. 136 del 2003 su materie di competenza del Ministero dell'ambiente, sono stati costituiti due appositi gruppi di lavoro al fine di:
   1. definire i parametri fondamentali di qualità delle acque destinate ad uso irriguo su colture alimentari e le relative modalità di verifica, con provvedimento di concerto con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e sentiti i competenti istituti di ricerca;
   2. adottare il Regolamento relativo agli interventi di bonifica, ripristino ambientale e di messa in sicurezza delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, di cui all'articolo 241 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni.

  Il Gruppo finalizzato alla predisposizione del «Regolamento aree agricole» dovrà predisporre il decreto disciplinante le procedure di valutazione della qualità dei suoli destinati alla produzione agricola e all'allevamento, e le misure da attuare al fine di prevenire ed eliminare i rischi derivanti dalla contaminazione dei suoli e garantire la salubrità delle produzioni agroalimentari. Ad oggi si sono tenute quattro riunioni e il prossimo incontro è programmato per il 25 giugno 2014. Il testo del regolamento è stato predisposto ed è in fase di perfezionamento negli allegati tecnici.
  Il Gruppo di Lavoro finalizzato alla predisposizione del «Regolamento acque uso irriguo» deve definire i parametri fondamentali di qualità delle acque destinate ad uso irriguo su colture alimentari e le relative modalità di verifica, è costituito anche dai rappresentanti degli Enti territoriali, si è riunito in aprile 2014. In tal sede, è stato delineato l'approccio metodologico di massima da seguire. Attualmente sulla base degli esiti dei lavori è stata predisposta una bozza del provvedimento, attualmente al vaglio degli uffici competenti.