CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 giugno 2014
247.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02858 Chimienti: Erogazione dei finanziamenti relativi ai «Progetti di innovazioni sociali».

TESTO DELLA RISPOSTA

  In ordine ai quesiti posti dall'onorevole interrogante, informo che il Ministero ha dato avvio all'iter di concessione delle agevolazioni ammesse, mediante emanazione dei decreti relativi ai singoli progetti a far data dal 15 maggio. All'esito della firma dei decreti di concessione e dei relativi disciplinari, il Ministero provvederà alla richiesta di reiscrizione dei fondi all'uopo destinati. Infatti, per tali fondi si è verificata la perenzione amministrativa, dal momento che derivano da programmazioni economiche risalenti alle annualità 2009 e 2010. Al fine di accelerare la procedura e rendere i fondi disponibili il più rapidamente possibile, sono in corso interlocuzioni con il Ministero dell'economia e delle finanze – Ragioneria Generale dello Stato.
  Con riferimento alle presunte decurtazioni dei fondi inizialmente previsti, occorre precisare che la dotazione dello stanziamento del bando del 2012 non ha subito decurtazioni; le risultanze della valutazione scientifica dei progetti hanno determinato la rimodulazione del valore economico dei progetti rispetto a quello proposto dai singoli soggetti, ma i fondi non utilizzati (circa 300 milioni di credito agevolato) sono ancora nella disponibilità piena del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e potranno essere utilizzati per altre iniziative di sostegno alla ricerca.
  La scadenza attualmente prevista per la realizzazione dei progetti sarà resa congrua rispetto alla natura dei progetti stessi e alla data di effettivo inizio, considerato che i fondi non sottostanno alla scadenze temporali della programmazione comunitaria 2007/2013.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01921 Prodani: Iniziative urgenti a supporto del settore turistico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'On.le Prodani chiede quali iniziative questo Ministero intende porre in essere a supporto del settore turistico.
  Come più volte riferito, proprio in questa sede, l'Amministrazione dei beni culturali ha piena consapevolezza del fatto che il turismo rappresenta un settore in continua crescita a livello globale, e quindi, l'Italia, meta che rimane tra le più ambite sia per i turisti europei sia per i turisti extra – UE, deve attrezzarsi per intercettare i flussi turistici in aumento.
   A sostegno del settore turistico, realtà consolidata della nostra economia che già oggi corrisponde a circa il 10 percento del PIL e che presenta margini potenziali di sviluppo assolutamente rilevanti, il Governo ha emanato il decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante «Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo», il cui iter di conversione prenderà il via proprio dalla Camera dei Deputati.
  Il Decreto, oltre alle attese novità in tema di erogazioni liberali per i beni e le attività culturali, ovvero il cosiddetto Artbonus, contiene una serie di misure per il turismo che rispondono a molte delle sollecitazioni pervenute in questi anni dagli operatori del settore e a molte delle richieste sollevate dalle forze politiche e dal dibattito parlamentare.
  Con tale Decreto, si prevede la trasformazione dell'Enit, la cui riorganizzazione passerà attraverso la nomina di un Commissario straordinario entro il prossimo 30 giugno, in ente pubblico economico e la liquidazione di Promuovi Italia Spa.
  Si prevede altresì un doppio intervento volto alla riqualificazione e al rilancio competitivo delle nostre strutture ricettive. All'articolo 10, infatti la norma risponde alla necessità e all'urgenza di pervenire all'ammodernamento dell'offerta ricettiva italiana, condizione fondamentale per vincere le sfide della concorrenza internazionale.
  Si introduce un credito di imposta del 30 per cento – a decorrere dal periodo d'imposta in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto e per i due anni d'imposta successivi – per sostenere gli interventi di riqualificazione delle strutture ricettive italiane, al fine di favorire un generale miglioramento degli standard medi di qualità, in più casi piuttosto bassi e di fatto inferiori alla media dei competitori europei.
  All'articolo 13 prevede poi delle misure per la semplificazione degli adempimenti burocratici al fine di favorire l'imprenditorialità turistica.
  L'avvio e l'esercizio delle strutture turistico-ricettive saranno soggetti a segnalazione certificata di inizio attività, nei limiti e alle condizioni di cui all'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241. L'apertura, il trasferimento e le modifiche concernenti l'operatività delle agenzie di viaggi e turismo sono soggette, nel rispetto dei requisiti professionali, di onorabilità e finanziari, previsti dalle competenti leggi regionali e delle province autonome di Pag. 44Trento e di Bolzano, alla segnalazione certificata di inizio attività ai sensi dell'articolo 19 della legge n. 241 del 1990.
  L'articolo 11 prevede la predisposizione di un piano straordinario della mobilità turistica, che favorisca e promuova la raggiungibilità e fruibilità dell'immenso patrimonio culturale e turistico del paese, con particolare riguardo ai centri minori e alle località del sud Italia: obiettivi questi che – considerato il bassissimo livello attuale di tali parametri – rendono chiara la necessità ed urgenza di una norma propulsiva in merito. Il Piano è definito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentita la Conferenza Stato-regioni, e rappresenta uno strumento di potenziamento della strategia turistica del paese.
  Sempre nell'ambito della realizzazione di progetti nazionali di interesse strategico e per favorire lo sviluppo di diverse forme di turismo («a piedi», ciclabile, motociclistico), con il comma 3 si incentiva il recupero di immobili di appartenenza pubblica a potenziale vocazione turistica e non utilizzati e non utilizzabili a scopi istituzionali, quali, ad esempio, le case cantoniere, i caselli e le stazioni ferroviarie o marittime, le fortificazioni, i fari. Si prevede, dunque, il possibile ricorso a forme di concessione e gestione di tali beni, in favore di imprese, cooperative e associazioni, costituite in prevalenza da giovani fino a 35 anni. In questo modo si intende altresì favorire opportunità di impiego qualificate destinate ai giovani, nei settori dell'accoglienza e della promozione turistica.
  Sarà mia cura riferire nuovamente in questa sede, se riterrete, i risultati di questa nuova fase che il Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo è chiamato ad affrontare.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02288 Prodani: Potenziamento dell'offerta turistica nazionale online.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'On.le Prodani chiede quali iniziative questo Ministero intende porre in essere per potenziare l'offerta turistica online nazionale e inoltre pone un quesito concernente le Online Travel Agency (OTA) e le clausole contrattuali cosiddette parity rate.
  Sono da un lato lieta di poter riportare, in questa sede, una novità normativa che fino a qualche giorno fa era solo un fermo intendimento del Ministro; dall'altro non posso ancora riferirvi dati concreti e operativi poiché, come noto, il cosiddetto «Decreto ArtBonus» è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica il 31 maggio scorso ed ha intrapreso da poco il suo iter parlamentare.
  Il decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, recante «Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo», rappresenta un'autentica rivoluzione nell'ambito della cultura e del turismo e introduce strumenti concreti ed operativi per sostenere il patrimonio culturale e rilanciare il settore turistico.
  Per quanto riguarda, più propriamente il settore turistico, il decreto interviene, tra l'altro, all'articolo 9 (Disposizioni urgenti recanti introduzione di un credito d'imposta per la digitalizzazione degli esercizi ricettivi), con puntuali disposizioni in materia, volte in particolare a promuovere l'evoluzione digitale del comparto turistico, secondo quanto auspicato dall'onorevole interrogante.
  Infatti, per sostenere la competitività del sistema turismo, favorendo la digitalizzazione del settore, per i periodi di imposta 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019, agli esercizi ricettivi singoli o aggregati con servizi extra-ricettivi o ancillari, viene riconosciuto un credito d'imposta del trenta per cento dei costi sostenuti per investimenti fino all'importo massimo complessivo di 12.500 euro.
  Il credito d'imposta è ripartito in tre quote annuali di pari importo.
  Il credito di imposta è riconosciuto esclusivamente per spese relative all'acquisto:
   di siti e portali web, inclusa l'ottimizzazione per i sistemi di comunicazione mobile;
   di programmi informatici integrabili all'interno di siti web e dei social media per automatizzare il processo di prenotazione e vendita diretta online di servizi e pernottamenti e per potenziarne la distribuzione sui canali digitali favorendo l'integrazione fra servizi ricettivi ed extra ricettivi;
   di servizi di comunicazione e marketing per generare visibilità e opportunità commerciali sul web e su social media e comunità virtuali; di applicazioni per la promozione delle strutture, dei servizi e del territorio e per la relativa commercializzazione;
   di spazi e pubblicità per la promozione e commercializzazione di servizi, pernottamenti e pacchetti turistici sui siti Pag. 46e piattaforme web specializzate, anche gestite da tour operator e agenzie di viaggio;
   per le spese per la progettazione, la realizzazione e la promozione digitale di proposte di offerta innovativa in tema di inclusione e di ospitalità per persone con disabilità;
   impianti wi-fi.

  La norma, necessaria e urgente per ridurre, nel minor tempo possibile il gap digitale tra le strutture italiane e quelle dei principali concorrenti esteri che l'onorevole interrogante elenca, è congegnata ispirandosi al regime nazionale del tax credit cinema, che in questi anni ha dato prova positiva di sé, e operano nel rispetto delle soglie di aiuto di minore importanza («de minimis») stabilite dalla Commissione UE, sotto le quali non è necessaria autorizzazione comunitaria. Il credito di imposta è riconosciuto fino all'importo massimo complessivo di 12.500 euro nei periodi di imposta sopra indicati ed è ripartito in tre quote annuali di pari importo.
  La norma, unitamente alle altre previsioni di benefici economici di pronto e immediato impiego messi in campo dal decreto legge, rappresenta una misura di stimolo indispensabile per rivitalizzare il settore della ricettività e per concentrare, sotto il profilo dell'investimento pubblico, una massa critica di aiuti minima sufficiente per essere percepita dal settore e per poter innescare quel processo virtuoso di ripresa e di recupero che è indilazionabile per il rilancio di questo settore dell'economia nazionale, che riveste, come è noto, un ruolo strategico ed essenziale per l'intera economia del Paese.
  Stante le dotazioni economiche previste, la norma consentirà a circa 10.000 beneficiari, in gran parte piccole e medie imprese turistiche, di migliorare le performance promozionali e commerciali online generando immediatamente, inoltre, investimenti privati complessivi nel settore digitale, ad alta intensità di occupazione giovanile, per circa 300 milioni di euro e di conseguenza incrementando il gettito IVA di circa 60 milioni di euro.
  Vorrei fare un'ultima breve considerazione in materia di OTA e clausole contrattuali di parity rate, oggetto del secondo quesito. Come è noto – e come è ricordato dall'onorevole interrogante – il problema lamentato dagli operatori turistici riguarda il monopolio di fatto esercitato dalle OTA sulle prenotazioni online, attraverso l'imposizione di una clausola contrattuale che impedisce alla singola struttura alberghiera di offrire direttamente per via digitale ai clienti prezzi più vantaggiosi rispetto a quelli offerti tramite le OTA, con danno per il consumatore e la libera concorrenza. Ne deriverebbe una indebita distorsione del mercato a favore delle OTA.
  La questione è ben nota al Ministero, che ha avviato una riflessione sulla possibilità di introdurre una norma di rango primario volta a consentire agli esercizi che accordino il pagamento delle transazioni mediante modalità elettronica, di effettuare la vendita diretta di servizi turistici attraverso il proprio sito web o attraverso le proprie applicazioni, al prezzo più conveniente per il cliente. In tal modo, in sostanza verrebbe resa nulla la clausola contrattuale parity rate.
  Sul punto, potrà essere prezioso un indirizzo espresso dal Parlamento.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-02435 Luigi Gallo: Pubblicazione dei bilanci dell'Enit e delle relazioni degli organismi di controllo sull'ente.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'on.le Gallo, chiede notizie in merito all'Agenzia nazionale del Turismo, ex Ente nazionale italiano per il turismo.
  L'atto parlamentare è stato presentato a marzo scorso; in questo arco di tempo, devo dire, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha lavorato alacremente è mi è pertanto particolarmente gradito rispondere ora all'onorevole Gallo, poiché è di recentissima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il cosiddetto «decreto ArtBonus» ovvero il decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, recante «Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo».
  L'intervento normativo, che ha ricevuto il plauso di molti operatori turistici, tra i diversi interventi a favore del settore turistico ricomprende, all'articolo 16, una proposta di riordino e razionalizzazione dell'ENIT-Agenzia nazionale del turismo e di soppressione della società di cui è azionista unico, Promuovi Italia Spa.
  Sulla base dei risultati complessivamente deludenti della gestione dell'Agenzia nazionale del turismo, all'indomani della riforma del 2005, della negativa esperienza di Promuovi Italia e delle criticità emerse con il trasferimento delle competenze in materia di turismo dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al Ministero che qui rappresento, si era già riscontrata la necessità di dover procedere ad un riordino degli enti operanti nel settore turistico, anche con l'intento di ottenere risparmi di spesa e di collegare in modo strategico le politiche del turismo con quelle della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale.
  Con il decreto ArtBonus si intende raggiungere questo duplice obiettivo, e in particolare ridurre la spesa pubblica, attraverso la trasformazione di Enit-Agenzia nazionale del turismo in ente pubblico economico, sottoposto alla vigilanza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e la messa in liquidazione di Promuovi Italia Spa.
  La scelta di optare per un ente pubblico economico deriva dalla necessità di consentire all'Enit di svolgere attività di impresa, mediante una organizzazione più leggera e dinamica. Il modello dell'ente pubblico economico appare, inoltre, più adatto in considerazione non solo degli scarsi risultati ottenuti mediante il modello della società pubblica in questo specifico settore, ma anche della forte rilevanza pubblica della funzione che l'Agenzia trasformata è chiamata a svolgere, come ad esempio i compiti di promozione del turismo.
  Inoltre, sia gli organi di governo della nuova Agenzia sia la sua struttura e i suoi compiti sono stati definiti con l'intento di assicurare un più ampio coinvolgimento delle Regioni. Queste, infatti, partecipano alla designazione degli organi amministrativi; in aggiunta, le amministrazioni regionali e locali, tramite convenzioni, possono avvalersi dei servizi dell'Enit trasformato. Si prevede inoltre un consiglio federale rappresentativo delle Regioni, tramite le agenzie regionali per il turismo o, ove non Pag. 48istituite, gli uffici amministrativi competenti per il turismo in ambito regionale, con funzioni progettuali e consultive nei confronti degli organi direttivi. Si segnala, poi, che è stato ritenuto necessario, allo scopo di assicurare all'autorità vigilante un effettivo controllo sull'attività svolta dall'ente, prevedere la stipula di una apposita convenzione triennale tra Ministro vigilante ed ente vigilato, sulla base di quanto stabilito dal decreto legislativo n. 300 del 1999 per le agenzie governative. La necessaria unitarietà dell'azione di promozione del Paese verso l'estero determinerà il proseguirsi della fattiva collaborazione da parte dell'Agenzia con le strutture e rappresentanze estere del Ministero degli affari esteri sulla base di apposite intese.
  Al fine di consentire che la trasformazione avvenga in tempi rapidi, il decreto legge affida a un commissario straordinario, nominato entro il 30 giugno 2014, il compito di provvedere entro sei mesi alla predisposizione dello statuto, nonché alla redazione di un apposito piano di riorganizzazione, al fine di individuare le unità di personale a tempo indeterminato in servizio presso l'Enit e Promuovi Italia Spa da assegnare all'Enit trasformato. Per tutelare le posizioni dei lavoratori coinvolti, sono sentite le organizzazioni sindacali.
  Concludo con un breve accenno al fatto che sul sito dell'Enit, nell'ambito dell'Amministrazione trasparente, è possibile consultare il bilancio consuntivo 2012, il bilancio consuntivo 2013 ed il bilancio preventivo 2014.
  Il Ministero, nell'ambito delle recenti competenze assunte in materia di turismo, provvederà a trasmettere, nei tempi indicati dalla normativa in materia di controllo degli enti sottoposti alla sua vigilanza, una relazione al Parlamento sull'attività svolta, il bilancio di previsione e consistenza dell'organico dell'Enit.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-02845 Arlotti: Adozione del decreto ministeriale recante i criteri per l'utilizzo delle risorse destinate a progetti di valorizzazione del territorio e di accoglienza turistica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogante, on. Arlotti, chiede di conoscere lo stato di attuazione delle disposizioni normative di cui ai commi 24, 25 e 26 dell’ articolo 13 del decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145, come convertito dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, il c.d. «Destinazione Italia», con cui è stato previsto il finanziamento di progetti finalizzati alla promozione dell'accoglienza e dei servizi turistici, tramite la valorizzazione di aree territoriali nell'ambito dell'intero territorio nazionale, presentati da uno o più comuni in collaborazione tra loro o da unioni di comuni con popolazione tra 5 mila e 150 mila abitanti, avvalendosi, se ritenuto, anche del supporto dell'ANCI nella fase di selezione e realizzazione dei progetti.
  In particolare, l'Onorevole interrogante chiede di sapere:
   come stia procedendo la partnership con l'ANCI;
   se si intendano privilegiare i progetti presentati dalle unioni e dalle associazioni dei comuni;
   se si intenda far slittare il termine del 30 giugno 2014, entro il quale i comuni debbano assumere l'impegno finanziario per i progetti che candidano, almeno al 30 settembre 2014;
   se si intenda coordinarsi con il Ministero dei Beni culturali e del turismo.

  In via preliminare, appare opportuno fare qualche precisazione sull'ambito applicativo della norma.
  Come si è detto, la norma prevede il finanziamento di progetti finalizzati alla promozione dell'accoglienza e dei servizi turistici, nonché di beni culturali e ambientali, presentati da uno o più comuni in collaborazione tra loro o da unioni di comuni con popolazione tra 5 mila e 150 mila abitanti e quantificabili tra 1 milione e 5 milioni di euro.
  La ratio della disposizione, voluta nell'ambito della politica in materia di coesione territoriale, si rinviene nella esigenza di valorizzare iniziative di comuni di piccole e medie dimensioni che siano in grado di esprimere progetti importanti per il loro territorio, ancor più, se in grado di convogliare sul progetto eventuali ulteriori finanziamenti anche provenienti da fonti diverse.
  Per quel che concerne le unioni e le associazioni dei comuni, esse sono in qualche modo favorite dalla stessa formulazione delle norme, poiché il singolo comune con popolazione inferiore a 5 mila abitanti non può presentare richiesta di finanziamento, ma può farlo in unione o associazione con altri comuni, purché complessivamente superino la suddetta soglia dei 5 mila abitanti.
  Il finanziamento del programma, nella misura massima di 500 milioni di euro, è a valere sulle risorse derivanti dalla riprogrammazione del Piano di azione coesione, nonché quelle derivanti dall'eventuale riprogrammazione, in accordo con le Amministrazioni responsabili della loro attuazione, Pag. 50dei Programmi Operativi della Programmazione 2007-2013 della politica regionale comunitaria.
  Tale cifra di 500 milioni di euro indica la misura massima del finanziamento previsto, per il cui concreto stanziamento è necessario completare le procedure di riprogrammazione prima richiamate.
  Tale attività di individuazione specifica delle risorse, per la quale è necessario un coinvolgimento anche dei competenti organismi europei, risulta in fase di completamento.
  È stato, inoltre, predisposto il decreto previsto dalla norma in questione, che individua i soggetti interessati, le tipologie di interventi finanziabili, nonché le modalità di collaborazione con l'ANCI per l'attuazione degli interventi che dovranno essere selezionati, monitorati e, in ultimo, rendicontati.
  Una volta individuate le risorse tale decreto potrà essere emanato e in collaborazione con l'ANCI si potrà richiedere ai comuni la presentazione dei progetti per l'utilizzo delle risorse.
  A tal fine, come anche prospettato dall'Onorevole interrogante, è allo studio del Governo un intervento normativo, eventualmente da realizzare come emendamento al recente decreto-legge in materia di beni culturali, che consenta la proroga del termine, divenuto oramai incongruo, del 30 giugno prossimo, entro il quale assumere i relativi impegni finanziari da parte degli enti locali.