CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 maggio 2014
234.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO

Comunicazioni sulla Riunione dei Presidenti delle Commissioni competenti per la produzione, il commercio e gli affari marittimi dei Parlamenti dell'Unione europea, svoltasi ad Atene il 17 marzo 2014.

  Il 17 marzo 2014 si è svolta ad Atene la Riunione dei Presidenti delle Commissioni competenti per la produzione, il commercio e gli affari marittimi dei Parlamenti dell'Unione europea. L'Italia ha partecipato con una delegazione delle Commissioni VI (Finanze), IX (Trasporti) e X (Attività produttive) della Camera dei deputati, e delle Commissioni 8a (Lavori pubblici) e 9a (Agricoltura) del Senato della Repubblica. La delegazione era composta dai deputati Marco Di Maio (VI Commissione), Vincenza Bruno Bossio (IX Commissione) e Ignazio Abrignani (Vicepresidente X Commissione), e dai senatori Lodovico Sonego (8a Commissione) e Leana Pignedoli (Vicepresidente 9a Commissione).
  La riunione si è articolata nelle seguenti tre sessioni:
   I. Crescita blu: costruire l'economia blu;
   II. Collegare l'Europa – La politica europea dei trasporti: un veicolo per la crescita e l'occupazione; III. Piccole e medie imprese (PMI): facilitare l'accesso ai finanziamenti.

  La I sessione, si è aperta con il saluto del Presidente del Parlamento Ellenico, Ioannis Tragakis, il quale ha sottolineato che l'obiettivo comune dei Paesi europei deve essere il ritorno alla crescita, in uno spirito di solidarietà, con l'attivazione di politiche per il lavoro al fine di superare gli attuali livelli senza precedenti della disoccupazione.
  Il presidente della Commissione per la produzione e il commercio del Parlamento Ellenico, Georgios Vlachos, ha evidenziato che la tematica della «Crescita blu» ha rappresentato una priorità della Presidenza greca dell'Unione europea, in linea con la Comunicazione della Commissione europea «Crescita blu: Opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo» (COM (2012) 494) il cui obiettivo prioritario è la valorizzazione del potenziale inutilizzato degli oceani, dei mari e delle coste in termini di sviluppo e occupazione. L'iniziativa della Commissione nasce dalla constatazione che, a livello europeo, tutte le attività economiche che dipendono dal mare, escluse quelle militari, impiegano circa 5,4 milioni di addetti con un valore aggiunto stimato in 500 miliardi di euro l'anno. Si evidenzia come l'economia blu includa una serie di settori interdipendenti, quali in ordine di incidenza sull'economia dell'UE: il turismo costiero, l'estrazione offshore di petrolio e gas, la produzione eolica offshore, la biotecnologia blu, le attività estrattive aggregate, le energie oceaniche rinnovabili.
  La Commissaria europea per gli affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki, ha espresso soddisfazione per le consistenti risorse (circa 700 miliardi di euro negli ultimi tre anni) messe a disposizione dall'Unione europea per aiutare i Paesi in difficoltà e ha sollecitato scelte coraggiose per evitare la trappola di una ripresa senza occupazione. Ha aggiunto che obiettivo per il 2020 è di aumentare da 5,4 milioni a 7 milioni i posti di lavoro nelle attività connesse all'economia blu. La Commissaria ha analizzato nel seguente ordine di priorità cinque catene di valore, con riferimento alla strategia della «Crescita blu» europea, che potrebbero rappresentare Pag. 136altrettante fonti di sviluppo sostenibile e occupazione:
   1. energia del mare, con il potenziamento dell'eolico offshore in grado di assorbire il 14 per cento della domanda di elettricità dell'UE entro il 2030, insieme a possibili interazioni con il settore offshore delle energie convenzionali, individuando una soluzione comune alle sfide in materia di sicurezza e di infrastrutture (direttiva 2013/30/UE);
   2. turismo marittimo, relativamente al quale la Commissaria Damanaki ha richiamato i contenuti della recente Comunicazione sulla strategia europea per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo (COM (2014) 86 final);
   3. acquacoltura, settore con forti potenzialità di occupazione in quanto l'Europa è il maggiore consumatore di pesce nel mondo. Attualmente ne viene importato per il 60 per cento da Paesi terzi; lo sviluppo di un'acquacoltura sostenibile consentirebbe altresì di ridurre la pesca eccessiva degli stock ittici europei;
   4. attività di estrazione dai fondali marini, con l'invito a prestare particolare attenzione alle conseguenze ambientali delle attività estrattive e il sostegno a progetti di ricerca pertinenti e ispirati al principio della precauzione;
   5. biotecnologia blu, settore ad alto potenziale di occupazione qualificata.

  Il Ministro greco del turismo, Olga Kefalogianni, nel successivo intervento ha ribadito l'importanza economica dell'economia blue, in particolare, del turismo costiero. L'obiettivo da perseguire è la valorizzazione di questa tipologia da politica di settore a motore di crescita dell'economia dei singoli Paesi. Il Ministro ha poi sottolineato che il turismo costiero impiega attualmente circa 3,2 milioni di persone nell'UE e produce un valore lordo di circa 183 miliardi di euro l'anno. Ha osservato infine che è previsto un incremento del 2 o 3 per cento del turismo crocieristico entro il 2020, cosa che implicherà la creazione di circa 100 mila nuovi posti di lavoro rispetto al 2010.
  La prima sessione dei lavori si è conclusa con l'intervento di Isabella Ryckbost, Segretario generale dell'Organizzazione europea dei porti marittimi, che ha definito il trasporto marittimo come principale pilastro per la Crescita blu. Ha altresì sottolineato l'importanza di una gestione trasparente dei servizi portuali con modalità autonomamente determinate dalle diverse autorità. Ha ricordato che i porti europei registrano un traffico annuale di circa 400 milioni di persone con un notevole sviluppo infrastrutturale, nonostante la crisi economica. Ha infine osservato che il progetto TEN-T (Trans-European Networks-Transport) riguardante la rete transeuropea dei trasporti, consentirà una più rapida circolazione di merci e persone tra gli Stati membri favorendo investimenti per l'intermodalità e la riduzione del traffico su gomma. Ciò al fine di integrare esigenze ambientali con lo sviluppo di una mobilità sostenibile.
  Il dibattito seguito alla prima sessione di lavori ha visto la partecipazione del Vicepresidente Abrignani che, anche nella sua veste di presidente dell'Osservatorio parlamentare italiano sul turismo, ha rilevato la specificità del turismo costiero nazionale fortemente penalizzato dalle regole europee in materia di servizi. Ha ricordato come in Italia circa 30 mila aziende, generalmente di medie e piccole dimensioni, siano impegnate nei servizi al turismo costiero con una occupazione diretta e indiretta stimata in 500 mila addetti. Chiede pertanto che le istituzioni europee riconoscano la specificità delle coste italiane consentendo un'applicazione più flessibile delle normative in materia di servizi.
  La senatrice Pignedoli ha rilevato l'importante ruolo che la Grecia è chiamata a ricoprire in seno all'Unione europea per porre le premesse di una ripartenza, economica, politica e sociale, del Continente. Ha poi sottolineato che, nell'ambito della «Crescita Blu», si pone l'esigenza di verificare e incrementare l'impiego di nuove Pag. 137materie prime a minore impatto ambientale, per produrre risultati apprezzabili anche dal punto di vista economico. Ritiene si ponga come imprescindibile l'approccio a una ricerca scientifica sempre più intersettoriale e foriera di risultati che siano immediatamente trasferibili al mondo dell'impresa, in particolare alle piccole e medie aziende.
  La senatrice ha fatto presente che nelle strategie di crescita ecosostenibile occorre privilegiare la stretta interconnessione di fattori tra loro eterogenei quali la tutela dell'ambiente, la biodiversità e la valorizzazione del patrimonio culturale. Va sostenuta inoltre una corretta educazione al rilievo economico di componenti immateriali.
  La senatrice Pignedoli ha concluso con il richiamo alla semplificazione delle procedure per lo svolgimento dell'attività imprenditoriale e per un approccio integrato come chiave di volta per la crescita sostenibile in Europa.
  La Commissaria Damanaki, rispondendo alla questione posta dall'onorevole Abrignani, ha osservato che la direttiva servizi, ormai risalente al 2006, ha creato una serie di problemi in diversi Paesi europei e che è in corso una riflessione per un'applicazione più flessibile delle normative che tenga conto di alcune specificità dei singoli Paesi. Ritiene, in particolare, che la recente Comunicazione della Commissione sulla Strategia europea per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo (COM (2014)86 final) possa rappresentare la base per una diversa considerazione della specificità delle coste italiane.
  La Commissaria Damanaki, in risposta all'intervento della senatrice Pignedoli, si è dichiarata pienamente d'accordo nel considerare l'importanza del capitale costituito dall'economia ecosostenibile, che veda un equo contemperamento di tutti i fattori quali la valorizzazione del patrimonio culturale, dell'ecosistema marino e della tutela dell'ambiente. Ha fatto presente che anche gli strumenti di finanziamento europei possono essere utilizzati per sostenere queste finalità.
  La seconda sessione dei lavori ha avuto come tema «Connettere l'Europa – La politica europea dei trasporti: un veicolo per crescita e lavoro».
  Il Ministro greco delle infrastrutture, trasporti e reti, Michalis Chrysochoidis, ha definito la rete transeuropea di trasporto come un'articolazione fondamentale per una politica europea, nel cui ambito la Grecia rappresenta uno snodo prioritario per i collegamenti interni all'Europa e per quelli verso l'Asia. La Grecia può ricevere molteplici benefici dal finanziamento del programma «Connecting Europe» focalizzato sulla realizzazione delle reti transeuropee di trasporto. Il Ministro Chrysochoidis ha concluso il suo intervento – dopo aver precisato che il Governo greco intende attuare misure quali la privatizzazione dei porti del Pireo e di Salonicco e quella delle società ferroviarie – ribadendo come la realizzazione di una rete interoperabile unificata del trasporto combinato rappresenti uno strumento di crescita di valore aggiunto assolutamente unico per l'Europa.
  Il deputato Fotis Karamitsos, Vicedirettore generale della Commissione europea sulla mobilità e il trasporto, ha sottolineato che la rete europea dei collegamenti rappresenta uno strumento indispensabile per il mercato unico. Ha sollecitato l'approvazione della direttiva sui porti europei, in modo da rispondere al meglio alla competizione internazionale. Ha quindi sottolineato che le autorità portuali devono assumersi maggiori responsabilità e migliorare la loro competitività. In conclusione, ha ricordato che il Meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility, CEF), previsto dal regolamento UE n. 1316/2013, delinea un piano di investimenti per migliorare le reti di trasporto europee la cui dotazione finanziaria per il periodo 2014-2020 ammonta complessivamente a 26 miliardi di euro.
  L'ultimo intervento della seconda sessione è stato svolto da Remigijus Zemataitis, Presidente della Commissione economica del Parlamento lituano, il quale ha evidenziato che il suo Paese, dopo l'ingresso Pag. 138nell'Unione europea nel 2004, ha realizzato 79 progetti infrastrutturali per un totale di 600 milioni di euro di investimenti. Le infrastrutture hanno prodotto un valore aggiunto pari a 88 milioni di euro nell'arco di soli cinque anni, favorendo al contempo notevoli opportunità di lavoro. Ha infine concluso che i Parlamenti nazionali dovrebbero contribuire maggiormente all'elaborazione della politica europea dei trasporti.
  Nel dibattito seguente la seconda sessione di lavoro sono intervenuti il senatore Lodovico Sonego e la deputata Vincenza Bruno Bossio.
  Il senatore Sonego ha richiamato l'importanza di una migliore legislazione in ambito europeo. A suo avviso, non bisogna commettere l'errore di concentrarsi esclusivamente sull'ammontare delle risorse finanziarie stanziate, poiché la definizione di norme efficaci costituisce un fattore di moltiplicazione delle ricadute economiche effettive degli investimenti.
  Ciò premesso, ha rilevato che il sistema portuale è un punto di snodo fondamentale per l'apertura dei mercati e per la verifica delle regole che li disciplinano. Ha fatto altresì notare come l'adozione di un pacchetto di regolazione dell'assetto ferroviario all'interno dell'Unione europea stia incontrando grosse difficoltà nell’iter di approvazione. Si associa quindi alle considerazioni svolte dal presidente della Commissione per gli affari economici e l'energia del Bundestag, Peter Ramsauer, che nel suo precedente intervento, ha sottolineato la necessità di superare gli ostacoli giuridici pretestuosamente posti con motivazioni di rispetto ambientale alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali, quali la costruzione delle grandi aree portuali.
  La deputata Bruno Bossio ha sottolineato come obiettivo ambizioso del regolamento UE n. 1315 del 2013 sia la realizzazione, entro il 2030, del core network della rete transeuropea. Ha quindi ricordato che sul contenuto di queste proposte la Commissione Trasporti della Camera dei deputati si è pronunciata con un proprio documento, rilevando, tra l'altro, l'opportunità di valorizzare il ruolo dell'Italia come piattaforma ideale per le connessioni mediterranee e trasversali in Europa, con una particolare attenzione, nell'ambito del Corridoio Mediterraneo, ai porti e ai collegamenti con le isole. Ha evidenziato il ruolo che assumerà la rete TMN-T (Trans Mediterranean Network-Transport), nell'interconnessione che questa deve avere con la rete TEN-T, superando il modello di progetti prioritari europei che non abbiano una relazione diretta con i collegamenti nel Mediterraneo, con specifica valorizzazione della piattaforma logistica di Gioia Tauro. Ha poi richiamato alcuni dati relativi all'Italia, che è interessata da quattro corridoi con diverse opere da realizzare: il corridoio Baltico-Adriatico (Helsinki-Ravenna); il corridoio Mediterraneo da Algeciras (Spagna) fino alla frontiera ungherese; il corridoio Helsinki/LaValletta; il corridoio Reno-Alpi. In base agli ultimi dati disponibili, risultano avviati i lavori solo per la galleria di base del Brennero (corridoio Helsinki-La Valletta) e per il terzo valico dei Giovi (corridoio Reno-Alpi), pur non essendo ancora interamente disponibili le risorse necessarie. Non sono invece previsti investimenti, ma solo adeguamenti, nel corridoio Helsinki/La Valletta, sull'asse Salerno-Reggio Calabria. Ritiene importante un maggiore coinvolgimento delle risorse del bilancio dell'Unione europea e una modifica delle regole del patto di stabilità che consenta l'esclusione degli investimenti necessari per la realizzazione delle reti TEN-T dal computo delle spese ai fini del rispetto del patto. Sarebbe altresì opportuno un ripensamento dell'approccio «per corridoi», valorizzando gli interventi sui nodi. L'approccio per corridoi appare legato a un modello eccessivamente «continentale», che non valorizza in modo sufficiente, in prospettiva mediterranea, il ruolo dell'Italia e della Grecia come piattaforma ideale per i flussi modali, con una particolare attenzione alle realtà portuali e ai collegamenti con le isole.
  Il Ministro greco delle infrastrutture, trasporti e reti, rispondendo all'intervento del senatore Sonego, ha osservato che un Pag. 139quadro normativo efficace costituisce un fattore fondamentale di valorizzazione delle risorse disponibili.
  Dopo aver riaffermato l'importanza strategica del dossier energia per la Grecia dal punto di vista dell'approvvigionamento e dei costi, ha fatto presente che alle proposte sulla rete ferroviaria europea incidono su notevoli interessi di tutti gli Stati, pertanto l'approccio al tema presenta una forte connotazione politica, oltre che tecnica. Ha auspicato infine la condivisione dei principi di base che ispirano il nuovo pacchetto.
  La terza sessione, sul tema «Piccole e medie imprese: facilitare l'accesso ai finanziamenti» è stata introdotta dal Ministro greco per lo sviluppo e la competitività, Kostis Hatzidakis, il quale ha sottolineato la crescente necessità di finanziamenti delle PMI. Ha ricordato che in Grecia negli ultimi due anni vi è stato un processo di ricapitalizzazione delle banche e che il Fondo ellenico per l'impresa e lo sviluppo (ETEAN), attraverso vari strumenti, ha erogato finanziamenti per 1 miliardo e 600 milioni di euro verso le micro, piccole e medie imprese. La liquidità è stata ulteriormente rafforzata negli ultimi tempi e dal gennaio 2014 sono stati messi a disposizione circa 1 miliardo 200 milioni di euro, di cui 826 milioni alle PMI greche. Il Ministro Hatzidakis ha inoltre ricordato che dal giugno 2012 la Grecia è passata dal 18o al 4o posto nella classifica dell'utilizzo dei fondi europei; nonostante ciò vi è un enorme problema di liquidità e il vuoto di finanziamento delle PMI è nell'ordine dei 15-18 milioni di euro. Ha quindi sottolineato che nei Paesi colpiti dalla crisi si dovrebbe ricorrere anche a strumenti non bancari, quali i cosiddetti business angels, per sostenere le attività produttive. Il Ministro ha concluso osservando che la liquidità potrà essere ripristinata attraverso tre azioni prioritarie: il completamento delle necessarie riforme strutturali nei Paesi colpiti dalla crisi; i processi di stabilità finanziaria; le politiche di solidarietà da parte dei partner europei.
  Il Vicepresidente della Banca europea degli investimenti (BEI), Mihai Tanasescu, ha osservato che le PMI rappresentano il 99,98 per cento delle imprese all'interno dell'Unione europea. Ha sottolineato che la crisi ha un maggiore impatto su questa tipologia di imprese, dal momento che il 16 per cento delle PMI attive in Europa e il 32 per cento di quelle greche ha lamentato difficoltà di accesso ai finanziamenti. Tanasescu ha quindi rilevato che l'Europa deve affrontare tre grandi sfide: la crisi degli investimenti, quella della produttività, l'aumento della disoccupazione, che ha raggiunto punte drammatiche nelle giovani generazioni. L'analisi comparata dei dati relativi alla crescita della produttività negli anni 2000-2014 in Europa, Giappone e Stati Uniti d'America dimostra che la crisi di produttività incide pesantemente sullo sviluppo. Lo stesso ha osservato che le PMI dovrebbero svolgere un ruolo più importante nella ricerca e nell'innovazione. A questo fine, nel breve termine si dovrebbe contrastare la frammentazione del mercato finanziario e orientare maggiori investimenti all'innovazione, considerato che l'Unione spende l'1,9 per cento del PIL in ricerca e sviluppo, a fronte del 2,8 degli USA e del 3,5 per cento del Giappone. Fino a una decina di anni fa la BEI ha finanziato grandi progetti di innovazione. Nel 2013 ha effettuato un volume di prestiti pari a 17 miliardi di euro per tecnologia e formazione; sono stati attratti investimenti di circa 50 miliardi di euro dal settore privato di cui hanno beneficiato 230 mila PMI, con la conseguente creazione di circa un milione di posti di lavoro.
  Guido Ravoet, Direttore della Federazione bancaria europea, ha osservato che le PMI, nonostante le difficoltà derivanti dall'accesso ai finanziamenti, rappresentano il motore delle nostre economie e devono essere pertanto incentivate a generare crescita e occupazione. Ha ricordato che dopo il fallimento della Lehman Brothers nel 2008, la Banca centrale europea ha avviato una serie di importanti riforme, pur in presenza di una gravissima crisi finanziaria che ha ulteriormente aggravato Pag. 140la possibilità di accesso alla liquidità. Ravoet ha assicurato che le nuove misure adottate dall'Unione europea rafforzeranno i risultati positivi conseguiti a livello nazionale attraverso l'adozione di un meccanismo unico di supervisione, che consentirà alla BCE di sovrintendere alle banche dell'eurozona. La Banca europea degli investimenti, dal canto suo, interviene per soddisfare la domanda di finanziamento delle PMI. Ha quindi sottolineato come obiettivo prioritario della Federazione bancaria europea sia la promozione di uguali termini di competizione attraverso il mercato unico; l'unione bancaria sarà tanto più positiva quanto più elevato si dimostrerà il clima di fiducia. Il direttore Ravoet ha concluso osservando che la soluzione della crisi non sarà trovata solo a livello finanziario, ma anche attraverso strumenti di reciproco sostegno.
  Nel dibattito sulla 3a sessione dei lavori è intervenuto il deputato Marco Di Maio che ha sottolineato cinque punti rilevanti ai fini di una maggiore efficacia dell'azione europea nel sostegno alle PMI. Il primo punto riguarda le garanzie. La difficoltà principale legata all'accesso al credito è dovuta allo scarso patrimonio di cui dispongono le nostre aziende e dunque alle esigue garanzie che esse sono in grado di presentare alle banche nel momento in cui richiedono un finanziamento. Ha rilevato l'opportunità di un diverso utilizzo fondi strutturali europei per garantire i finanziamenti richiesti dalle imprese, attraverso appositi strumenti taylor made che avrebbe molteplici effetti positivi: minor costo del denaro, una maggior quantità di credito erogato a un numero più ampio di aziende, la possibilità di liberare capitali per investimenti in innovazione di prodotto e di processo. Le banche avrebbero invece la possibilità di erogare credito aggiuntivo senza appesantire i bilanci e rispettare i requisiti di capitale, migliorare il rating dei propri crediti e, infine, disporre di un canale di finanziamento alternativo per l'erogazione di credito tradizionale.
  Il secondo punto riguarda la necessità di aprire le nostre imprese a nuove forme di finanziamento, oggi poco praticate, potenziando l'utilizzo dei mini-bond attraverso un regime fiscale più vantaggioso, favorendo il ricorso all’equity crowdfounding e i progetti di venture capital, utili soprattutto per sostenere le nuove iniziative imprenditoriali, le start up, in particolare quelle innovative e giovanili.
  Il terzo punto evidenziato dall'onorevole Di Maio riguarda la necessità di costruire un regime fiscale più omogeneo a livello europeo almeno per quei settori dell'economia che, per loro definizione, non hanno confini nazionali, quali ad esempio la web economy.
  Il quarto intervento è volto a semplificare e rendere il più possibile omogenei i regolamenti burocratici nei Paesi membri dell'Unione europea. Una larga parte di questo lavoro deve essere assicurata dai singoli Stati, ma più efficace può essere l'intervento delle istituzioni europee nei processi di semplificazione oggi necessari alle piccole e medie imprese, al pari della possibilità di accesso al credito.
  Il quinto intervento riguarda infine il sostegno alle imprese giovanili, fondamentale motore di crescita di tutte le imprese dell'Unione europea. Auspica quindi che il semestre italiano di presidenza presti molta attenzione a quest'ultimo aspetto.