CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 maggio 2014
229.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE. (C. 2083 Governo).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione (Agricoltura),
   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 2083 Governo, recante «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE»;
  premesso che:
   la cooperazione tra l'Unione europea ed i Paesi del Continente africano, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), istituita con la Convenzione di Yaoundé nel 1963, sviluppatasi nell'ambito delle Convenzioni di Lomé e attualmente realizzata nel quadro dell'Accordo di Cotonou, costituisce il riferimento principale dell'aiuto multilaterale volto a promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale dei Paesi ACP con l'obiettivo di eliminare la povertà, assicurare l'instaurazione di sistemi politici stabili e democratici e promuovere la graduale integrazione dei Paesi partner nell'economia mondiale;
   il Fondo europeo di sviluppo (FES) è lo strumento finanziario attraverso il quale si realizzano gli interventi programmati ed è finanziato con contribuzioni obbligatorie degli Stati membri dell'Unione europea; esso mantiene tuttavia una natura essenzialmente intergovernativa, restando separato dal bilancio unionale;
   il nostro Paese è il quarto contributore netto al FES dopo Germania, Francia e Regno Unito e deve un contributo di oltre 3 miliardi di euro per il settennio 2014-2020 che rappresenta circa il 12 per cento della dotazione complessiva;
   le risorse del FES, con esclusione di quelle destinate al Fondo investimenti che fanno capo alla Banca europea per gli investimenti, sono gestite dalla Commissione europea attraverso un Comitato composto dai rappresentanti dei Governi degli Stati membri;
   la revisione dell'Accordo di Cotonou operata nel 2010 ha disposto la creazione delle «envelops B» di portata regionale per la copertura di bisogni imprevisti e aiuti urgenti non finanziabili con il bilancio dell'Unione;
   sono in corso i negoziati per la conclusione degli Accordi di partenariato economico con i quali si mette fine all'asimmetria tra i Paesi beneficiari e i donatori e si autorizza la gestione di tasse sulle importazioni agricole dal nord del mondo;
   la trasparenza e la responsabilità sono condizioni fondamentali per l'efficacia Pag. 202degli aiuti, non solo tra i governi dei Paesi donatori e quelli dei Paesi beneficiari, ma anche tra lo Stato e la società ed è pertanto di primaria importanza il rafforzamento delle istituzioni parlamentari come anche la partecipazione degli enti locali e delle organizzazioni della società civile per ancorare la politica di sviluppo al processo democratico;
   sottolineata la necessità che, in attuazione delle decisioni del Consiglio europeo del febbraio 2013, la Commissione europea presenti quanto prima una proposta di inclusione del FES nel bilancio generale dell'Unione a partire dal 2020;
   rilevata l'esigenza che, al fine di massimizzare l'efficacia degli aiuti, la Commissione europea e gli Stati membri procedano a verifiche periodiche dei risultati conseguiti dagli interventi finanziati, valutando il grado di realizzazione degli impegni e dei pagamenti,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   si segnala la necessità che il Governo si attivi presso le competenti sedi europee affinché:
    1. le risorse destinate agli «envelops B» vengano utilizzate esclusivamente per ragioni di emergenza e nei casi in cui si debba far fronte ad eventi imprevisti o limitare le conseguenze di shock esogeni, al fine di non decurtare risorse dai settori prioritari di cooperazione;
    2. si riveda la governance del FES al fine di coinvolgere maggiormente il Parlamento europeo nella ridefinizione dei programmi di aiuto e dei sistemi di verifica dell'efficacia degli aiuti, anche per assicurare un controllo democratico più approfondito nel quadro dei processi dei paesi partner;
    3. gli EPA non creino fattispecie di «dumping agricolo» a danno dei Paesi beneficiari in considerazione della scarsa competitività delle loro merci nei mercati internazionali e che la liberalizzazione commerciale sia implementata gradualmente;
    4. la programmazione degli interventi finanziati dal FES insista sulla necessità di un aiuto più efficace che si inserisca in un processo di sviluppo volto a creare, nei Paesi beneficiari, economie stabili che consentano di ridurre la dipendenza dagli aiuti; in tale contesto la cooperazione per lo sviluppo agricolo e rurale è lo strumento principale per l'acquisizione da parte dei Paesi partner della sovranità alimentare.

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ALLEGATO 2

Interrogazioni 5-02309 Lupo, 5-02310 Caon, 5-02319 Benedetti, 5-02477 Mucci e 5-02707 Fiorio: Sulla gestione del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) e della società SIN Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Le interrogazioni di cui si chiede conto recano analoghi quesiti attinenti la gestione, le risorse e talune criticità del SIN, società che gestisce il Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) motivo per cui ho ritenuto conveniente fornire al riguardo una risposta congiunta.
  Il SIAN è un sistema di servizi complesso, con un patrimonio di dati e servizi di assoluta rilevanza nel contesto italiano e comunitario, che ha svolto e svolge la primaria funzione di supportare la gestione della raccolta, istruttoria, controllo e pagamento delle domande di accesso agli aiuti comunitari per i produttori agricoli italiani, vale a dire circa 7 miliardi di euro per anno per circa 1.500.000 aziende agricole nazionali.
  Ogni anno, quasi la totalità degli aiuti PAC viene regolarmente pagata entro i termini previsti, evitando il disimpegno dei fondi per mancato pagamento nell'ambito dei programmi di sviluppo rurale.
  Allo stato, dall'assegnazione della gara, al 31 dicembre 2013, la gestione complessiva del SIAN è costata 650 milioni di euro, così come desunto dai bilanci della SIN spa. Di tale somma, sono finora stati destinati circa 490 milioni di euro al raggruppamento temporaneo di imprese vincitore della gara.
  Chiarito quanto sopra, assicuro che la notizia che si è diffusa sull'aumento dei costi del SIAN per altri 90 milioni di euro per il triennio 2014-2016 è del tutto infondata.
  In merito alle retribuzioni degli amministratori di SIN vorrei far presente che, già da tempo, è stato intrapreso un percorso virtuoso che ha comportato una prima riduzione dei compensi nel 2012 (da 460.000 a 160.000 euro), seguita da un ulteriore decremento deciso dall'attuale gestione commissariale di AGEA, che ha stabilito in 80.000 euro i compensi complessivamente spettanti agli amministratori di SIN.
  Peraltro mi preme sottolineare che l'attuale Consiglio di amministrazione di SIN (nominato a gennaio 2014 e, per la prima volta, composto, per la parte pubblica, interamente da pubblici funzionari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e della stessa AGEA) ha ora ulteriormente ridotto i compensi (35.000 euro), anche per la rinuncia di alcuni consiglieri.
  Riguardo al contratto stipulato da SIN con un consulente esterno, dalle comunicazioni ricevute dalla medesima, risulta che la società in parola non ha alcun fiscalista nel suo organico, per cui sarebbe stato necessario fare ricorso ad un professionista esterno. Si tratta di un contratto annuale da 43.084 euro, stipulato in sostituzione di quello sottoscritto Pag. 204con altro professionista nel 2006, scaduto nel 2013, e di importo ben più oneroso (60.000 euro annui).
  In merito ai costi di funzionamento della struttura SIN rappresento quanto segue:

  Riguardo all'azione di monitoraggio sui finanziamenti concessi agli agricoltori in ogni stadio della pratica, a fronte dei fondi europei previsti dalla nuova programmazione 2014-2020, preciso che il controllo di ciascuna pratica oggetto di finanziamento dell'Unione europea rientra tra le specifiche competenza degli Organismi pagatori riconosciuti, soggetti operanti negli Stati membri con il compito di gestire e controllare le spese FEAGA e FEASR, secondo quanto stabilito dalla pertinente normativa (articolo 7 del regolamento (UE) n. 1306/2013).
  In base alle disposizioni dell'Unione europea, i predetti organismi pagatori svolgono direttamente, o con l'ausilio di soggetti terzi appositamente convenzionati, le necessarie verifiche, propedeutiche al pagamento degli aiuti, eseguendo i controlli amministrativi su tutte le pratiche oggetto di finanziamento e, in numero variabile, verifiche in loco (normalmente sul 5 per cento delle pratiche finanziate), in relazione alle misure oggetto di pagamento.
  Sugli organismi pagatori riconosciuti, il Ministero svolge specifica l'attività di monitoraggio secondo quanto previsto dalla citata regolamentazione e con le modalità ivi contemplate.
  Detti organismi infatti, per potere operare, devono rispondere a precisi requisiti organizzativi in funzione dei quali ricevono il previsto riconoscimento da parte dell'Autorità competente (che, in Italia, è stata individuata nel Direttore generale delle politiche internazionali e dell'Unione Pag. 205europea del Ministero che rappresento) cui spetta, tra l'altro, la supervisione sul mantenimento, da parte degli Organismi pagatori, dei requisiti in relazione ai quali è stato loro concesso il riconoscimento.
  Come previsto dalla normativa di settore, i conti annuali di ciascun Organismo pagatore sono oggetto di certificazione resa da primaria società di revisione contabile, selezionata dal Ministero delle politiche agricole mediante procedura di appalto pubblico.
  L'Organismo di certificazione è tenuto ad esprimere un parere sulla completezza, esattezza e veridicità dei conti annuali dell'Organismo pagatore e sulla funzionalità del suo sistema di controllo interno.
  A decorrere dall'esercizio finanziario 2015, il parere dell'Organo di certificazione dovrà essere esteso anche su legalità e correttezza delle spese oggetto di finanziamento.
  Qualora in detto contesto dovessero essere riscontrate criticità o carenze da parte degli Organismi pagatori, l'Autorità competente proporrà le misure correttive all'uopo ritenute necessarie.
  Riguardo ai presunti problemi di non correttezza dei pagamenti e di incongruenza, vulnerabilità e non replicabilità dei dati attinenti al SIAN (riportati negli ultimi giorni a mezzo stampa e sul web), dalle informazioni in possesso del Ministero si desume che le pertinenti verifiche eseguite hanno consentito di chiarire che quanto divulgato non è rispondente alla situazione esistente nel SIAN.
  Per quanto concerne le varie questioni specifiche poste dagli interroganti evidenzio che, in base ai dati forniti al riguardo, è emerso quanto segue:
   in merito alla presunta erogazione di fondi commisurati a 2.000 mq. per un fienile di 900 mq. nel comune di Mistretta, il fondo in questione non ha mai ricevuto aiuti legati alla superficie per nessuno dei regimi di sostegno comunitari che erogano aiuti diretti per superficie. Peraltro, sebbene sia stata presentata la domanda per «misure strutturali» per il fienile in questione, non essendo stata ritenuta ammissibile dalla regione che ha istruito la pratica, l'AGEA non ha effettuato alcun pagamento;
   riguardo, invece, alle aziende che otterrebbero comunque i finanziamenti nonostante gli scostamenti tra le superfici richieste e quelle effettive, le verifiche condotte sui casi evidenziati non hanno rilevato alcun tipo di malfunzionamento del SIAN, né in ordine alla regolarità dei pagamenti corrisposti, né in ordine alla corretta applicazione delle procedure istruttorie applicate secondo le istruzioni impartite dall'organismo pagatore AGEA;
   per quanto concerne, invece, la questione dell'agricoltore che compare prima come intestatario di 2 fabbricati agricoli e poi di 23, tengo a chiarire che trattasi solo di un'errata interpretazione della Commissione di collaudo, avendo l'interessato in questione presentato la domanda di aiuto indicando 3 fabbricati (e non 2 come indicato dalla stampa); mentre 23 sono quelli che risultano dalla consultazione del fascicolo aziendale che riporta l'intera disponibilità dell'azienda stessa.
  Ricordo infine che, nell'ottica del contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica, è all'esame del Parlamento il disegno di legge S. 1338 (Collegato alla manovra finanziaria) che contempla, tra l'altro, il riordino e la riduzione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali allo scopo di rendere maggiormente efficienti i servizi offerti nell'ambito del settore agroalimentare.
  Quanto sopra, attraverso la definizione della struttura degli enti e degli organi direttivi e di controllo, delle rispettive competenze e delle procedure di funzionamento, nonché di criteri di nomina che garantiscano la comprovata qualificazione scientifica e professionale dei componenti degli organi stessi nei settori in cui opera l'ente; l'ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie a disposizione degli enti vigilati dal Ministero, riducendo ulteriormente il ricorso a contratti a soggetti esterni alla pubblica amministrazione e utilizzando prioritariamente le professionalità esistenti; la riduzione Pag. 206del numero degli enti, società e agenzie vigilati dal Ministero.
  In particolare, riguardo alla riorganizzazione dell'agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), anche attraverso la revisione delle funzioni di coordinamento attualmente affidate all'Agenzia medesima e in particolare, dell'attuale sistema di gestione e di sviluppo del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) di cui all'articolo 15 della legge 4 giugno 1984, n. 194, è utile sottolineare che è in corso un'approfondita valutazione di verifica del «modello» di organizzazione attuale con l'obiettivo di delineare un sistema in grado di ottimizzare l'accesso alle informazioni da parte degli utenti e delle pubbliche amministrazioni, di favorire l'efficienza dell'erogazione dei servizi e del sistema di pagamenti.
  L'obiettivo che si intende perseguire, accanto ai significativi risparmi di spesa, in linea con la vigente normativa in materia di spending review, è anche quello di destinare le somme risparmiate ad attività necessarie al rilancio del comparto, al fine di produrre maggiore crescita economica.

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ALLEGATO 3

Interrogazione 5-02429 Cenni: Sulla sospensione dei pagamenti alle imprese agricole a seguito di un'indagine su irregolarità relative agli aiuti europei.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione in titolo riguarda il blocco dei pagamenti di contributi di politica agricola comune disposto, nei confronti di talune aziende agricole, a seguito della cosiddetta «operazione bonifica», intrapresa dalla Guardia di finanza per verificare il corretto funzionamento del sistema delle erogazioni pubbliche in agricoltura.
  Alla luce delle prime informazioni fatte pervenire al riguardo dalla predetta autorità nell'ottobre 2013 (prima del pagamento degli anticipi della domanda unica 2013 agli aventi diritto) sono state avviate le necessarie verifiche condotte sia dagli organismi pagatori, su un primo gruppo di produttori segnalati dalla Guardia di finanza, che direttamente dalla Guardia di finanza.
  Benché nel corso della riunione di coordinamento del Comitato dei direttori degli organismi pagatori tenutasi lo scorso 26 marzo, fosse già stata evidenziata la necessità di contemperare le esigenze cautelari scaturite dall’«operazione bonifica» nei confronti dei soggetti coinvolti, con il rispetto dei termini di pagamento fissati dalla normativa europea (in particolare quello del 30 giugno 2014 per la domanda unica), nonché ipotizzata la possibile ripresa delle erogazioni nei confronti delle aziende per le quali, entro una scadenza ragionevole, non fossero intervenuti nuovi e più circostanziati elementi atti a giustificare il mantenimento delle misure sospensive adottate, a seguito del recepimento dei primi esiti delle verifiche condotte dalla Guardia di finanza, è stato ritenuto opportuno privilegiare gli interessi finanziari pubblici.
  Tale decisione è scaturita tenendo altresì presente che i controlli, per il numero elevato dei soggetti interessati, avrebbero potuto trovare conclusione con ogni probabilità anche dopo la fine del corrente anno (con il rischio del mancato riconoscimento da parte dei servizi della Commissione europea degli importi dei relativi pagamenti in quanto effettuati oltre i termini comunitari), con la conseguenza di far gravare tali importi sul bilancio nazionale.
  Pertanto, ad oggi, può ritenersi superata la necessità di mantenere la sospensione cautelare delle erogazioni nei confronti dei soggetti interessati dall'indagine in oggetto, a meno che non siano emerse o non emergano notizie circostanziate, riscontrate direttamente dagli organismi pagatori nel corso delle verifiche da essi effettuate.
  Detti organismi sono comunque tenuti a proseguire i controlli delle posizioni segnalate e non ancora verificate, nonché a tenere in debita considerazione le eventuali successive comunicazioni della Guardia di finanza al fine di procedere, se del caso, al recupero degli importi erogati nelle more di dette verifiche.