CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 aprile 2014
220.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Schema di accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020. Atto n. 86.

PROPOSTA DI RILIEVI

  La VIII Commissione,
   esaminato lo schema di Accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020 (atto n. 86);
  valutato:
   l'obiettivo tematico 4 (energia sostenibile e qualità della vita sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti settori) e in particolare le linee di intervento proposte per le azioni di mitigazione necessarie per contrastare efficacemente i cambiamenti climatici e trasformare il modo di produrre energia per abbandonare in modo graduale ma sistematico l'uso dei combustibili fossili;
   l'Obiettivo Tematico 5 (Clima e rischi ambientali), e in particolare le linee di indirizzo strategico sul clima e sui rischi ambientali, finalizzate alla promozione di interventi e azioni per favorire l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi (integrazione degli strumenti di mappatura dei rischi idrogeologici, gestione attiva del territorio, azioni agro-climatiche-ambientali e silvo-ambientali, gestione attiva delle superfici agricole e forestali, definizione delle priorità di intervento per la messa in sicurezza degli edifici strategici, funzionali anche alla riduzione del rischio vulcanico, e la realizzazione di sistemi di prevenzione, attraverso l'individuazione delle zone più a rischio);
   l'Obiettivo Tematico 6 (Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali), con l'indicazione degli interventi volti a garantire servizi essenziali per i cittadini, in particolare quelli di gestione dei rifiuti e delle risorse idriche e a tutelare e promuovere il patrimonio naturale e culturale e a rafforzare il sistema turistico;
  considerato che:
   i fondi strutturali e di investimento europei rappresentano, soprattutto in questo momento, un'essenziale fonte d'investimento pubblico e una leva fondamentale per promuovere la ripresa del nostro sistema produttivo e per orientare lo sviluppo economico e sociale del Paese;
   credibili politiche di rilancio e di sostegno all'economia si coniugano inevitabilmente attraverso il paradigma della sostenibilità ambientale, stante che la green economy, il ricorso sempre maggiore alle fonti rinnovabili e all'efficienza energetica, una nuova fiscalità ambientale che sposti il carico fiscale dal lavoro all'uso delle risorse, nonché il ripristino e la valorizzazione degli ecosistemi, sia naturali che urbani, diventano sempre più il fondamento di un diverso modello economico e sociale che contrasta efficacemente il cambiamento climatico e che viene declinato in profonde trasformazioni delle produzioni e dei consumi;
   in tale nuovo contesto, diventa essenziale una programmazione e un uso chiaro Pag. 68e lungimirante dei fondi europei per interventi che orientino in senso sostenibile i grandi settori dei trasporti, delle attività produttive, della ricerca e dell'innovazione, della stessa istruzione e formazione oltre che per il rafforzamento delle politiche ambientali;
   agli interventi correlati ai cambiamenti climatici deve essere destinato almeno il 20 per cento delle risorse del bilancio complessivo della Unione europea e a tale obiettivo devono contribuire anche i fondi strutturali e di investimento europei;
   lo sviluppo urbano sostenibile per mezzo di strategie che prevedono azioni integrate per far fronte alle sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali che si pongono nelle aree urbane, è parte degli obiettivi della nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020, come attesta anche l'accordo di partenariato in esame;
   nell'ambito delle politiche urbane e della Strategia per le aree interne specifica attenzione dovrebbe essere altresì rivolta al tema degli interventi per città e comunità intelligenti (smart city e community), che dovrebbero essere supportati da obiettivi specifici e indicatori, nonché strumenti di attuazione e di gestione,
   preso atto delle osservazioni formulate in ordine agli obiettivi sopra richiamati dalla Commissione europea;

DELIBERA
  di esprimere i seguenti rilievi:
   si preveda una maggiore centralità degli interventi di contrasto ai cambiamenti climatici sia relativamente al profilo della mitigazione, e quindi della riduzione delle emissioni di gas climalteranti, sia relativamente a quello dell'adattamento, in linea con la necessità di destinare almeno il 20 per cento delle risorse europee ad azioni di contrasto ai cambiamenti climatici;
   si preveda l'adozione in tempi rapidi della Strategia nazionale sui mutamenti climatici;
   si preveda l'adozione di azioni relative al clima nei settori della ricerca e dello sviluppo, delle piccole e medie imprese, dei trasporti, del mercato del lavoro, del sistema di istruzione, ad esempio per favorire qualifiche in relazione all'economia verde e allo sviluppo di competenze specifiche per trattare questioni legate ai cambiamenti climatici;
   in relazione all'obiettivo tematico 4 si preveda un'analisi dello stato e delle prospettive di conseguimento a livello nazionale degli obiettivi della Strategia europea 2020, ivi inclusi quelli della riduzione delle emissioni di gas serra e dell'aumento dell'efficienza energetica; in tale ottica si adotti una visione ad ampio raggio delle questioni energetiche, ricomprendendovi anche quelle legate ai fabbisogni termici e ai trasporti e promuovendo interventi per l'efficienza energetica negli edifici, pubblici e privati, e nei processi produttivi, la cogenerazione ad alto rendimento, le infrastrutture per la distribuzione intelligente di energia; i sostegni per la produzione di energia da fonte rinnovabile anche attraverso sistemi di accumulo;
   si finanzi in modo più adeguato l'obiettivo tematico 5 relativo a clima e rischi ambientali, integrando quanto previsto nella prima bozza inviata alla Commissione europea e si provveda a migliorare l'analisi dei rischi ivi prevista prendendo in considerazione quelli derivanti dall'esposizione a un graduale cambiamento climatico e a un numero maggiore di eventi meteorologici estremi e correlando la valutazione dei rischi a livello nazionale e regionale per la gestione delle catastrofi alla Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici;
   si riconosca quale investimento prioritario la definizione e l'attuazione di un piano nazionale di messa in sicurezza del territorio;
   si preveda il miglioramento della capacità amministrativa delle questioni legate Pag. 69ai cambiamenti climatici presso le autorità di gestione e i ministeri competenti, rafforzando il monitoraggio sull'attuazione delle azioni, in modo da garantire pianificazione e anche immaginando l'istituzione di una figura di coordinamento;
   si preveda la centralità di misure per la promozione della green economy e dell'efficienza nell'uso delle risorse al fine del rafforzamento della competitività delle piccole medie imprese;
   si prevedano espressamente tra gli interventi contemplati dall'Accordo quelli diretti alla tutela della biodiversità;
   si promuovano per le aree costiere e marittime piani di sviluppo incentrati sullo sfruttamento sostenibile delle acque marine e delle zone costiere e sul rafforzamento delle attività economiche legate alla pesca e all'acquacoltura, contrastando così l'erosione costiera, valorizzando la biodiversità, la tutela delle zone marine protette e la qualità delle acque marine;
   si preveda espressamente l'uso dei fondi strutturali per interventi finalizzati al miglioramento delle infrastrutture relative al servizio idrico integrato e alla gestione industriale del ciclo dei rifiuti;
   si preveda il finanziamento della bonifica delle aree contaminate nel rispetto del principio «chi inquina paga», in conformità con le priorità fissate nei piani settoriali e con i progetti di sviluppo e di rilancio delle aree interessate;
   si potenzino gli strumenti di integrazione delle risorse finanziarie disponibili, sia pubbliche sia private, nell'ambito delle azioni destinate alle aree urbane, con specifico riguardo alle azioni di recupero, riqualificazione ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente in un disegno di sviluppo di città e comunità intelligenti (smart city and community)
   si prevedano, nell'ambito della Strategia delle aree interne, misure che tengano, altresì, conto, per un verso, dei fabbisogni di sviluppo relativi alle reti intelligenti per sostenere l'uso di energie rinnovabili e dell'efficienza energetica.

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ALLEGATO 2

Schema di accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020. Atto n. 86.

PROPOSTA DI RILIEVI ALTERNATIVA PRESENTATA DAL GRUPPO MOVIMENTO 5 STELLE

  La Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici,
   esaminato l'atto del Governo n. 86, recante «Schema di accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020», al quale è affidato il compito di definire la strategia, generale e settoriale, di impiego dei fondi strutturali messi a disposizione dall'Europa (FESR, FSE, Fondo di coesione, FEAMP e FEASR) per il prossimo ciclo di programmazione;
  premesso che:
   il documento costituirà il quadro di riferimento nell'ambito del quale le autorità nazionali e regionali svilupperanno i loro «accordi di partnership» con la Commissione, impegnandosi a raggiungere gli obiettivi dell'UE per la crescita e l'occupazione fino al 2020;
   le risorse destinate ai fondi strutturali ammontano a 325,14 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, 32,25 dei quali sono assegnati all'Italia;
   la bozza dell'accordo è stata inviata il 9 dicembre scorso alla Commissione Europea, a seguito dell'accordo tra il ministro della coesione territoriale, Carlo Trigilia, e il Commissario per gli affari regionali, Johannes Hahan;
   il 10 marzo 2014 la Commissione ha trasmesso all'Italia un documento contenente 351 osservazioni con le quali sono state evidenziate le criticità emerse dall'analisi del documento;
   sotto il profilo generale la Commissione ha evidenziato, tra i molti rilievi, che:
    il documento sarebbe ancora lontano dal livello di maturità richiesto, per l'assenza di numerose sezioni previste dal Regolamento (UE) n. 1303/2013 e per l'incompletezza delle sezioni presenti, al cui interno vi sarebbero lacune informative e strutturali;
    il documento non si concentrerebbe sulle priorità fondamentali;
    gli obiettivi tematici sarebbero presentati in modo superficiale e con insufficienti riferimenti alle indicazioni specifiche dirette all'Italia;
    appare inadeguata la relazione tra i bisogni per lo sviluppo e i risultati attesi;
    mancherebbe una chiara strategia di sviluppo territoriale e sembrerebbe insufficiente la strategia per lo sviluppo urbano sostenibile;
    risulterebbe inoltre disattesa la raccomandazione prioritaria per il raggiungimento degli obiettivi individuati: la consultazione strutturata del partenariato territoriale e sociale il cui svolgimento avrebbe dovuto essere realizzato prima dell'esame del documento e quindi il successivo Pag. 71invio alla Commissione Europea; senza una puntuale lettura delle effettive condizioni sociali e ambientali, nonché della conoscenza delle relative vocazioni territoriali è evidentemente impossibile valutare ex ante gli esiti dei programmi e la loro realizzazione, con una presumibile impossibilità di vedersi riconosciuti i fondi destinati;
    per quanto riguarda le condizionalità ex ante – delle quali gli Stati membri devono assicurare il soddisfacimento – quelle come la 6.1 settore idrico e la 6.2 settore dei rifiuti, rispetto alle quali nel documento venivano fornite informazioni preliminari sufficienti per esprimere una valutazione, non risultano soddisfatte, mentre per le altre non è stato possibile valutare il pieno rispetto della condizionalità;

   per quanto riguarda l'analisi specifica dei singoli obiettivi tematici di competenza della commissione ambiente, la Commissione ha rilevato quanto segue:
    in merito all'obiettivo tematico 4, energia sostenibile e qualità della vita, sono state evidenziate: la mancanza di un'adeguata analisi della situazione attuale e delle azioni necessarie per allinearsi alla strategia europea sulla crescita sostenibile; l'assenza di un'analisi sulle difficoltà del nostro Paese a rispettare gli obiettivi europei in materia di emissioni di CO2; l'esigenza di avviare concrete politiche di riqualificazione energetica degli edifici pubblici; l'inadeguatezza delle politiche relative all'efficienza energetica delle imprese, alla promozione delle energie rinnovabili, allo sviluppo delle «smart grids»; l'insufficienza degli interventi per lo sviluppo di una mobilità sostenibile nelle aree urbane; d'altra parte l'Italia ancora non si è dotata di un Piano Energetico Nazionale sottoposto a VAS che avrebbe potuto permettere una valutazione attendibile circa la realizzabilità dei progetti e dei programmi legati alla performance sul risparmio energetico e al rispetto delle quote legate alla riduzione della CO2, nonché alla sostituzione delle energie da fonte fossile con quelle da fonte rinnovabile;
    in merito all'obiettivo tematico 5, clima e rischi ambientali, sono state evidenziate: l'incongruenza tra le esigenze di sviluppo e il potenziale di crescita dell'obiettivo tematico; la mancata considerazione dei rischi industriali e dei rischi di incendio boschivo; la scarsa considerazione delle possibili variazioni del fabbisogno idrico o di nuovi rischi naturali; la mancanza di una strategia per combattere l'erosione costiera e prevenire le possibili conseguenze;

   in merito all'obiettivo tematico 6, tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali, sino state evidenziate: l'insufficienza della copertura degli interventi di tutela ambientale; la mancanza di una strategia organica e capillare per la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, limitata alle regioni meno sviluppate; la mancata attuazione del principio comunitario «chi inquina paga» e l'esigenza di un uso efficiente delle risorse idriche e il recupero dei costi derivanti dalla gestione del bene acqua; la criticità della pianificazione dei bacini idrici l'inadeguatezza di alcuni piani regionali di gestione dei rifiuti; l'insufficienza della strategia per la tutela della qualità del suolo, dell'aria, del patrimonio forestale e per lo sfruttamento sostenibile delle acque marine e delle zone costiere; la carente informazione sul piano di intervento per le bonifiche; la mancata inclusione delle questioni relative all'ambiente urbano, la mancata identificazione delle parti della Rete «Natura 2000» dotate di piano di gestione o di uno strumento equivalente e l'assenza di un'analisi adeguata della situazione relativa alla stessa rete «Natura 2000», rispetto alla quale va anche rilevato che, allo stato attuale, il Ministero dell'Ambiente della tutela del territorio e del mare ha provveduto alla designazione come Zone Speciali di Conservazione (ZSC) soltanto di 103 dei 2310 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) ubicati nel Pag. 72territorio nazionale, nonostante per una larghissima parte degli stessi siti siano ampiamente decorsi i termini imposti dalla Direttiva 92/43/CEE Habitat;
   appare opportuno sottolineare che, pur non essendo di stretta competenza della commissione ambiente, la Commissione ha definito «sostanzialmente inesistente» l'analisi svolta dal nostro paese in merito all'obiettivo tematico 7, mobilità sostenibile di persone e merci, di straordinaria importanza per l'impatto ambientale che determinano le scelte politiche e infrastrutturali in tema di mobilità;
   molte delle criticità evidenziate dalla Commissione e delle condizionalità ex ante – rispetto alle quali, secondo quanto disposto dal Regolamento (UE) n. 1303/2013, gli Stati membri devono esplicitare, ove non siano ottemperate, le azioni da adottare al fine di adempiere a tali condizionalità entro il 31 dicembre 2016sono oggetto sia di proposte legislative finalizzate proprio ad affrontare in modo concreto ed efficace le problematiche e il cui iter andrebbe accelerato, senza snaturarne o indebolirne i contenuti, sia di attività di sindacato ispettivo volte ad accertare il pieno rispetto degli obblighi discendenti dalle Direttive comunitarie;
   in particolare sono state promosse iniziative per il contenimento del consumo di suolo, in linea con l'orientamento comunitario di tutelare in modo efficace la risorsa suolo, per l'esclusione dai vincoli del patto di stabilità interno delle spese per gli interventi di messa in sicurezza del territorio e di riduzione del rischio sismico, idraulico e idrogeologico, per la tutela del suolo e la prevenzione di eventi calamitosi;
   dall'intergruppo acqua bene comune è stata presentata una proposta di legge al fine di fornire i principi per la tutela il governo e la gestione delle acque e le disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, che risponde in maniera completa ed esauriente alle questioni poste dalla commissione;
   appare preoccupante che, a fronte delle apprezzabili dichiarazioni contenute nell'accordo di partenariato sull'esigenza di sostenere la politica europea in materia di rifiuti e di perseguire l'obiettivo di ridurne la quantità e la pericolosità, non solo manchi, come opportunamente rilevato dalla stessa Commissione, una strategia efficace di intervento, ma si proponga persino un pericoloso passo indietro sugli obiettivi minimi di raccolta differenziata, che sembra un vero e proprio riconoscimento del fallimento delle politiche adottate fino ad ora;
  esprime

UNA VALUTAZIONE NEGATIVA

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ALLEGATO 3

Schema di accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020. Atto n. 86.

RILIEVI APPROVATI DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato lo schema di Accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020 (atto n. 86);
  valutato:
   l'obiettivo tematico 4 (energia sostenibile e qualità della vita sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti settori) e in particolare le linee di intervento proposte per le azioni di mitigazione necessarie per contrastare efficacemente i cambiamenti climatici e trasformare il modo di produrre energia per abbandonare in modo graduale ma sistematico l'uso dei combustibili fossili;
   l'Obiettivo Tematico 5 (Clima e rischi ambientali), e in particolare le linee di indirizzo strategico sul clima e sui rischi ambientali, finalizzate alla promozione di interventi e azioni per favorire l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi (integrazione degli strumenti di mappatura dei rischi idrogeologici, gestione attiva del territorio, azioni agro-climatiche-ambientali e silvo-ambientali, gestione attiva delle superfici agricole e forestali, definizione delle priorità di intervento per la messa in sicurezza degli edifici strategici, funzionali anche alla riduzione del rischio vulcanico, e la realizzazione di sistemi di prevenzione, attraverso l'individuazione delle zone più a rischio);
   l'Obiettivo Tematico 6 (Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali), con l'indicazione degli interventi volti a garantire servizi essenziali per i cittadini, in particolare quelli di gestione dei rifiuti e delle risorse idriche e a tutelare e promuovere il patrimonio naturale e culturale e a rafforzare il sistema turistico;
  considerato che:
   i fondi strutturali e di investimento europei rappresentano, soprattutto in questo momento, un'essenziale fonte d'investimento pubblico e una leva fondamentale per promuovere la ripresa del nostro sistema produttivo e per orientare lo sviluppo economico e sociale del Paese;
   credibili politiche di rilancio e di sostegno all'economia si coniugano inevitabilmente attraverso il paradigma della sostenibilità ambientale, stante che la green economy, il ricorso sempre maggiore alle fonti rinnovabili e all'efficienza energetica, una nuova fiscalità ambientale che sposti il carico fiscale dal lavoro all'uso delle risorse, nonché il ripristino e la valorizzazione degli ecosistemi, sia naturali che urbani, diventano sempre più il fondamento di un diverso modello economico e sociale che contrasta efficacemente il cambiamento climatico e che viene declinato in profonde trasformazioni delle produzioni e dei consumi;
   in tale nuovo contesto, diventa essenziale una programmazione e un uso chiaro Pag. 74e lungimirante dei fondi europei per interventi che orientino in senso sostenibile i grandi settori dei trasporti, delle attività produttive, della ricerca e dell'innovazione, della stessa istruzione e formazione oltre che per il rafforzamento delle politiche ambientali;
   agli interventi correlati ai cambiamenti climatici deve essere destinato almeno il 20 per cento delle risorse del bilancio complessivo della Unione europea e a tale obiettivo devono contribuire anche i fondi strutturali e di investimento europei;
   lo sviluppo urbano sostenibile per mezzo di strategie che prevedono azioni integrate per far fronte alle sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali che si pongono nelle aree urbane, è parte degli obiettivi della nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020, come attesta anche l'accordo di partenariato in esame;
   nell'ambito delle politiche urbane e della Strategia per le aree interne specifica attenzione dovrebbe essere altresì rivolta al tema degli interventi per città e comunità intelligenti (smart city e community), che dovrebbero essere supportati da obiettivi specifici e indicatori, nonché strumenti di attuazione e di gestione;
   la Strategia per le aree interne costituisce un importante strumento per la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali e ambientali del Paese;
   preso atto delle osservazioni formulate in ordine agli obiettivi sopra richiamati dalla Commissione europea;

DELIBERA
  di esprimere i seguenti rilievi:
   si preveda una maggiore centralità degli interventi di contrasto ai cambiamenti climatici sia relativamente al profilo della mitigazione, e quindi della riduzione delle emissioni di gas climalteranti, sia relativamente a quello dell'adattamento, in linea con la necessità di destinare almeno il 20 per cento delle risorse europee ad azioni di contrasto ai cambiamenti climatici;
   si preveda l'adozione in tempi rapidi della Strategia nazionale sui mutamenti climatici;
   si preveda l'adozione di azioni relative al clima nei settori della ricerca e dello sviluppo, delle piccole e medie imprese, dei trasporti, del mercato del lavoro, del sistema di istruzione, ad esempio per favorire qualifiche in relazione all'economia verde e allo sviluppo di competenze specifiche per trattare questioni legate ai cambiamenti climatici;
   in relazione all'obiettivo tematico 4 si preveda un'analisi dello stato e delle prospettive di conseguimento a livello nazionale degli obiettivi della Strategia europea 2020, ivi inclusi quelli della riduzione delle emissioni di gas serra e dell’ aumento dell'efficienza energetica; in tale ottica si adotti una visione ad ampio raggio delle questioni energetiche, ricomprendendovi anche quelle legate ai fabbisogni termici e ai trasporti e promuovendo interventi per l'efficienza energetica negli edifici, pubblici e privati, e nei processi produttivi, la cogenerazione ad alto rendimento, le infrastrutture per la distribuzione intelligente di energia; i sostegni per la produzione di energia da fonte rinnovabile anche attraverso sistemi di accumulo;
   si finanzi in modo più adeguato l'obiettivo tematico 5 relativo a clima e rischi ambientali, integrando quanto previsto nella prima bozza inviata alla Commissione europea e si provveda a migliorare l'analisi dei rischi ivi prevista prendendo in considerazione quelli derivanti dall'esposizione a un graduale cambiamento climatico e a un numero maggiore di eventi meteorologici estremi e correlando la valutazione dei rischi a livello nazionale e regionale per la gestione delle catastrofi alla Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici;
   si riconosca quale investimento prioritario la definizione e l'attuazione DI un piano nazionale di messa in sicurezza del territorio;Pag. 75
   si preveda il miglioramento della capacità amministrativa delle questioni legate ai cambiamenti climatici presso le autorità di gestione e i ministeri competenti, rafforzando il monitoraggio sull'attuazione delle azioni, in modo da garantire pianificazione e anche immaginando l'istituzione di una figura di coordinamento;
   si preveda la centralità di misure per la promozione della green economy e dell'efficienza nell'uso delle risorse al fine del rafforzamento della competitività delle piccole medie imprese;
   si prevedano espressamente tra gli interventi contemplati dall'Accordo quelli diretti alla tutela della biodiversità;
   si promuovano per le aree costiere e marittime piani di sviluppo incentrati sullo sfruttamento sostenibile delle acque marine e delle zone costiere e sul rafforzamento delle attività economiche legate alla pesca e all'acquacoltura, contrastando così l'erosione costiera, valorizzando la biodiversità, la tutela delle zone marine protette e la qualità delle acque marine;
   si preveda espressamente l'uso dei fondi strutturali per interventi finalizzati al miglioramento delle infrastrutture relative al servizio idrico integrato e alla gestione industriale del ciclo dei rifiuti;
   si preveda il finanziamento della bonifica delle aree contaminate nel rispetto del principio «chi inquina paga», in conformità con le priorità fissate nei piani settoriali e con i progetti di sviluppo e di rilancio delle aree interessate;
   si potenzino gli strumenti di integrazione delle risorse finanziarie disponibili, sia pubbliche sia private, nell'ambito delle azioni destinate alle aree urbane, con specifico riguardo alle azioni di recupero, riqualificazione ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente in un disegno di sviluppo di città e comunità intelligenti (smart city and community);
   si prevedano, nell'ambito della Strategia delle aree interne, misure che tengano, altresì, conto, per un verso, dei fabbisogni di sviluppo relativi alle reti intelligenti per sostenere l'uso di energie rinnovabili e dell'efficienza energetica;
   si prevedano specifiche risposte alle osservazioni formulate dalla Commissione in tema di programmazione, architettura, dotazione finanziaria, meccanismi di coordinamento delle aree interne mediante stretto raccordo con le regioni e le autonomie locali, evitando la riproposizione di programmazioni inadeguate, nonché di strumenti di gestione centralistici.

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ALLEGATO 4

5-02651 Arlotti: Sulla dichiarazione di stato di emergenza per il comune di San Leo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A seguito dell'evento che il 27 febbraio scorso ha colpito la Rupe di San Leo (RN), causando una frana circa di 200 metri, dal volume pari a circa 400-500 mila metri cubi, è stata immediatamente istituita una unità di crisi ed attivato il Centro Operativo Comunale (COC).
  Sono stati effettuati diversi sopralluoghi per la valutazione della criticità manifestatasi a seguito dei quali si è provveduto alla chiusura di un complesso scolastico e della locale caserma dei carabinieri. Sono state evacuate anche 15 persone ed è stata sostituita la locale linea elettrica.
  Finanziariamente, sono state autorizzate così come dettato dall'articolo 10, della legge regionale n. 1 del 2005, risorse finanziarie per 190.000,00 euro, di cui 90.000,00, per fare fronte alle spese sostenute per l'assistenza alla popolazione e per le opere di pronto intervento e di messa in sicurezza e 100.000,00 a favore del Servizio Tecnico di Bacino Romagna per il rilievo topografico e strumentale laser scanner del versante di frana.
  La Regione Emilia Romagna, a seguito degli eventi alluvionali e dissesti idrogeologici che nell'ultima decade del mese di dicembre 2013 e nei primi tre mesi del 2014 hanno colpito il territorio, ha provveduto alla trasmissione della relazione preliminare dell'evento (ai sensi della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 ottobre 2012), per la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza, ai sensi di legge.
  Il Dipartimento di Protezione Civile, ha avviato l’iter istruttorio ed ha effettuato i relativi sopralluoghi conoscitivi svoltisi il 31 marzo ed il 1o aprile 2014, congiuntamente con personale della Regione e degli enti locali interessati.
  Il Ministero dell'Ambiente nell'Atto integrativo all'accordo di programma, sottoscritto con la Regione Emilia-Romagna il 23 dicembre 2013, ha finanziato un intervento nella suddetta località per un importo di euro 200mila, nonché ulteriori sette interventi con cofinanziamento regionale, per un importo totale di 1 milione 200mila euro.
  Inoltre, nel corso della ricognizione effettuata in attuazione del comma 6, dell'articolo 1, della legge di stabilità, risulta che la Regione abbia proposto un intervento in tale zona, denominato «Mitigazione del dissesto idrogeologico nella valle del Fosso Campone e manutenzione delle opere esistenti», per un importo di 700mila euro. L'importo non risulta ancora adeguato all'evento occorso.

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ALLEGATO 5

5-02652 Cera: Sul traffico di rifiuti speciali e nocivi nella provincia di Foggia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel prendere atto della questione sollevata dall'interrogante e accertato che le indagini in ordine all'operazione di polizia denominata «Black Land» sono ancora in corso, si rappresenta che il Ministero dell'Ambiente è, come sempre, a completa disposizione sia della Magistratura che degli Enti locali interessati alle bonifiche delle aree coinvolte, al fine di porre rimedio a quest'altro grave disastro ambientale che l'onorevole Cera ha minuziosamente esposto nel suo atto di sindacato ispettivo.
  Pertanto, sarà cura del Ministero svolgere gli opportuni accertamenti, attivando anche gli organi tecnici competenti, al fine di accertare gli eventuali danni ambientali provocati dalla citata attività illecita di gestione dei rifiuti per addivenire al conseguente loro ristoro.

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ALLEGATO 6

  5-02653 Zolezzi: Sulle matrici utilizzate negli impianti a biogas.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel decreto legislativo n. 75 del 2010, relativo ai fertilizzanti, il termine «idrobios» non compare mai né fra gli ammendanti, né fra i concimi, né fra i correttivi.
  Anche la dicitura «ammendante animale idrolizzato», attribuita ai materiali conferiti all'impianto di biogas, non esiste nell'allegato 2 «ammendanti» del medesimo decreto.
  Gli scarti della macellazione e della lavorazione conciaria delle pelli, infatti, essendo matrici a base proteica, si configurano più come concimi azotati che come ammendanti. Infatti, sia il decreto legislativo n. 75 del 2010 che il decreto ministeriale 5 febbraio 1998, prevedono che le matrici citate (scarti della macellazione e della lavorazione conciaria) possano essere utilizzate per la preparazione di concimi organici azotati o correttivi sotto diverse denominazioni del tipo (ad esempio residui di macellazione idrolizzati,...).
  Premesso ciò, in ordine alla richiesta formulata dagli interroganti «se l'idrobios di cui in premessa e il carniccio siano utilizzabili come matrici negli impianti a biogas, eventualmente chiarendo la tipologia di controlli mirati da effettuarsi sul digestato risultante», va chiarito che non esistono limiti a ciò che può essere inserito in un impianto industriale di digestione anaerobica, eccetto quelli dati dall'autorizzazione che l'autorità competente ha rilasciato.
  Tali sostanze però devono essere conferite all'impianto di digestione anaerobica come rifiuti e l'impianto stesso deve essere autorizzato ai sensi della normativa sui rifiuti. L'autorizzazione in questione, poi, non può essere di tipo semplificato poiché le matrici in ingresso non rispondono alle specifiche dei codici previsti dalla voce 15.1 del decreto ministeriale 5 febbraio 1998.
  Per quanto riguarda il digestato prodotto da tali impianti, si deve rilevare che lo stesso deve essere qualificato come rifiuto in quanto a livello comunitario e nazionale non sono stati individuati i criteri che ne determinano la cessazione della qualifica di rifiuto, né lo stesso compare fra le voci dei concimi o ammendanti del decreto n. 75 del 2010 relativo ai fertilizzanti.

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ALLEGATO 7

5-01792 L'Abbate: Sul procedimento penale in corso a carico della società Lombardi Ecologica srl.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Per quanto indicato nell'interrogazione n. 5-01792 presentata dall'onorevole L'Abbate ed altri, concernente le vicende giudiziarie che hanno interessato la discarica di Conversano, in provincia di Bari, si rappresenta quanto segue.
  Il procedimento penale n. 16719/2012 RGNR, iscritto a carico di Lombardi e altri, si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari. In particolare, risulta in fase di espletamento l'incidente probatorio disposto dal GIP con l'ordinanza del 3 luglio 2013.
  La perizia conseguentemente disposta e conferita in favore del perito Ing. Luigi Boeri risulta conclusa; la pertinente e corposa relazione di circa 600 pagine è stata già depositata. Le udienze relative all'audizione del perito si sono tenute in data 7, 21 e 28 marzo 2014.
  A questa fase del procedimento istruttorio non hanno partecipato i tecnici a suo tempo segnalati dall'ISPRA quali possibili consulenti tecnici di parte; agli stessi è stata comunque trasmessa a cura della competente Avvocatura Distrettuale dello Stato di Bari la perizia di cui sopra, al fine di esprimere le proprie valutazioni utili per la successiva ed eventuale fase in cui questo Ministero si costituirà parte civile.
  Infatti, in fase di indagini preliminari non è, ovviamente, possibile effettuare la costituzione di parte civile da parte di questo Ministero, essendo essa perfezionabile, una volta ottenuta l'autorizzazione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, solo all'udienza preliminare (e all'udienza dibattimentale), o comunque – in quanto atto perfezionabile fuori udienza – solo dopo che sia stata esercitata l'azione penale da parte della Procura della Repubblica all'esito della fase delle indagini preliminari, con la formulazione dell'imputazione e la richiesta di rinvio a giudizio.
  Si conferma quindi, con l'occasione, quanto già in precedenza rappresentato circa l'intenzione di questo Ministero di esercitare nel caso di specie la facoltà di costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni conseguenti da reato, ivi compreso il danno ambientale, una volta che esso sarà proceduralmente possibile.

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ALLEGATO 8

5-00474 Tofalo: Sulle violazioni delle normative in materia di rifiuti presso lo stabilimento «Fonderie Pisano & C. S.p.A».

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'atto di sindacato ispettivo in oggetto, si riferisce che la società «Fonderie Pisano & C. Spa», nata nella prima metà dell'800, è un'azienda a livello nazionale ed europeo nel campo della fusione della ghisa e della produzione di elementi di fornitura in diversi ambiti, in particolare nei settori della meccanica, delle ferrovie e dell'edilizia, e si è insediato fin dalle origini nella zona industriale a nord del Comune di Salerno. Si estende su una superficie di circa 180.000 mq ed impiega oltre 100 unità di lavoratori in modo diretto, oltre all'indotto.
  La vicinanza dello stabilimento agli agglomerati urbani già esistenti e a quelli insediatisi nel corso degli anni ha generato una serie di problematiche di particolare rilevanza sotto il profilo della tutela della salute pubblica; da tempo cittadini ed associazioni hanno ingaggiato un'aspra battaglia contro l'inquinamento atmosferico nella zona della valle dell'Irno prodotto dai fumi provenienti dagli altiforni dello stabilimento, che diffonderebbero nell'area pericolose polveri sottili causando gravi danni ai residenti nei territori limitrofi.
  A tal proposito, si segnala che nello scorso mese di novembre si è costituito a Salerno il «Comitato Salute e Vita», composto da cittadini della Valle dell'Irno, con l'obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica sul paventato impatto ambientale della citata azienda. Nell'ambito delle iniziative messe in campo dal suddetto Comitato per promuovere la delocalizzazione dell'impianto o, quanto meno, l'adozione di più moderne tecnologie industriali che consentano un contenimento dell'inquinamento atmosferico, una delegazione degli aderenti al detto Comitato, nella giornata di sabato 25 gennaio scorso, è stata ricevuta in questa Prefettura ed ha rappresentato i gravi effetti che si produrrebbero, oltre che per il territorio interessato, anche per la salute dei cittadini a causa delle emissioni nocive prodotte dal citato insediamento industriale.
  Le prime denunce di privati cittadini risalgono all'anno 2003 e da allora si sono susseguite diverse attività di verifica per accertare l'entità delle esalazioni e delle immissioni provenienti dallo stabilimento e per verificare l'esistenza di un nesso di casualità fra le patologie delle vie respiratorie denunciate dagli abitanti della zona e l'attività della fonderia.
  In particolare, in data 7 maggio 2011, il Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Salerno, nel dare esecuzione al decreto n. 1470/09 del GIP del Tribunale di Salerno, sottoponeva a sequestro i forni fusori delle « Fonderie Pisano spa» e contestava all'amministratore della società le seguenti violazioni di carattere penale: svolgimento attività industriale in assenza di autorizzazione alle emissioni; emissioni di polveri e odori molesti; luoghi di lavoro non conformi ai requisiti di legge.
  Successivamente, l'Autorità Giudiziaria competente autorizzava la Società in questione all'esercizio provvisorio delle attività, previa esecuzione di interventi di Pag. 81adeguamento degli impianti aziendali alle prescrizioni impartite per il contenimento delle immissioni in atmosfera da consulenti tecnici di ufficio nominati dal Tribunale, che, in data 5 ottobre 2011, ne verificavano anche l'avvenuta esecuzione.
  Per tali violazioni, in data 12 settembre 2013 il Pubblico Ministero ha emesso il decreto di Citazione diretta a giudizio nei confronti dell'Amministratore delegato della Fonderia Pisano & C. Spa e la prima udienza dibattimentale si è tenuta idinanzi al tribunale di Salerno il 3 febbraio 2014.
  Da parte sua, l'Arpa Campania, ha comunicato di aver effettuato, nel corso degli anni diversi sopralluoghi presso la sede delle fonderie in parola, provvedendo a darne puntuale notizia agli enti e organi interessati, nonché all'Autorità Giudiziaria, ogni qual volta dagli accertamenti eseguiti emergevano eventuali violazioni di rilevanza penale.
  Nel 2013, atteso che, con decreto dirigenziale della Regione Campania del luglio 2012, n. 149, la ditta «Fonderia Pisano & C.» ha ottenuto l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e che sono continuati gli esposti da parte di cittadini e associazioni, l'Agenzia ha disposto altre visite ispettive che si sono protratte fino al mese di dicembre 2013 nel corso delle quali sono state prescritte condizioni migliorative per la risoluzione dei problemi segnalati, anche se i parametri registrati non sono risultati superiori a quelli dettati dall'AIA.
  Sempre l'ARPA, a completezza di quanto comunicato, in ordine all'inquinamento nella zona di Fratte e tutta la valle dell'Irno, ha aggiunto che, oltre alla ditta «Fonderie Pisano e C. Spa», nella zona insistono altre ditte, anche se di dimensioni minori, che, in astratto, potrebbero concorrere al fenomeno segnalato.
  Anche per queste sono in corso, da parte della ARPA Campania, i relativi controlli.
  Nel confermare la competenza degli enti locali, quali organi preposti ai controlli, e, tenuto conto del monitoraggio costante effettuato dall'Arpa Campania sulle problematiche sollevate dagli Interroganti nelle premesse dell'interrogazione in questione, il Ministero dell'ambiente non mancherà, laddove richiesto dalla Procura come peraltro in passato, o dalla Regione Campania, di apportare il proprio contributo con l'ulteriore intervento dell'ISPRA o del NOE Carabinieri.